CAPITOLO 1: Il Supply chain management come leva competitiva
1.7. Integrazione in un Supply chain management, diverse visioni
1.7.1. Una visione comune
Ritengo il contributo di Raffaele Secchi utile per avere una visione comune di quanto esposto nel precedente paragrafo.
Nel suo libro Supply Chain Management e Made in Italy, lo scrittore ripropone un modello che sintetizza il concetto di supply chain management.
Anch’egli suddivide il processo di integrazione in tre fasi23:
• La prima fase presuppone che le due imprese siano in grado di scambiare
informazioni in modo strutturato su tutte le funzioni e i segmenti che interessano l’azienda. Lo scambio preciso e costante, permette poi agli attori di progettare al meglio i processi futuri. In questo stadio, comunque, i legami sono caratterizzati
da un’autonomia tra i diversi attori, che si limitano allo scambio di informazioni senza progettare pressoché nulla insieme.
• Il secondo livello di integrazione è caratterizzato da uno stretto coordinamento dei processi a livello interorganizzatvo, oltre ad un continuo scambio di
informazioni. Il coordinamento mira a stabilire i ruoli all’interno del processo, le responsabilità e gli obiettivi finali.
• Il raggiungimento del terzo livello di integrazione, quello più elevato, si ottiene cercando un coordinamento strategico, ovvero un coordinamento che miri ad avere una visione strategica che possa portare ad una relazione di lungo termine. Tale livello è caratterizzato da una stretta interazione tra gli attori, che spesso, insieme, propongono soluzioni innovative al fine di ridisegnare la gestione dei processi condividendo obiettivi e metodi comuni. Le aziende progettano, quindi, soluzioni gestionali e organizzative caratterizzate da una stretta collaborazione che permette di superare tutte quelle barriere tipiche di un rapporto
collaborativo.
Tabella 1: Integrazione in un Supply Chain Management, Fonte: Raffaele Secchi, Supply Chain Management e Made in Italy, Egea,
2012, (Rielaborazione personale)
Classificate le supply chain sulla base dell’integrazione, resta comunque il problema di chi ha maggiore responsabilità all’interno della stessa.
L’integrazione tra le aziende, infatti, deve essere coordinata da uno degli attori, in quanto non si ottiene l’integrazione in modo automatico.
LIVELLI DI INTEGRAZIONE
OBIETTIVO PUNTI CHIAVE
Comunicazione Condivisione delle informazioni •Condivisione informazioni rilevanti •Autonomia processi decisionali •Condizioni non impegnative Coordinamento Coordinamento processi •Condivisione informazioni rilevanti •Sviluppo di specifici meccanismi di coordinamento (passi del processo di scambio delle informazioni, ruolo attori ecc.) Collaborazione Gestione strategica dei
processi di integrazione
•Creazione informazioni rilevanti
•Sviluppo soluzioni innovative con lo scopo
di ridisegnare la gestione dei processi
•Conseguimento di risultati eccellenti nel
Sempre secondo Raffaele Secchi questo ruolo viene svolto da un’impresa guida, le cui mansioni sono quelle di programmare, progettare e assegnare i ruoli e definire le modalità di integrazione tra gli attori, in breve deve cercare di gestire al meglio l’intera
supply chain e i rapporti tra gli attori che ne fanno parte.
Tale posizione, l’azienda in questione, la ottiene grazie al possesso di determinate caratteristiche, quali ad esempio la possibilità di accedere ad informazioni rilevanti, la capacità di attrarre risorse scarse, le quote di mercato possedute,
l’internazionalizzazione aziendale, le capacità di leadership e il ruolo, solitamente centrale, ricoperto all’interno della catena, che generalmente la pone in una posizione privilegiata per poter interagire con soggetti interni ed esterni alla catena.
Signori classifica le supply chain in funzione del diverso attore che assume il ruolo guida:24
• Supply chain dominate dai produttori: in cui il ruolo di fornitori e distributori non risulta essere dominante, essi si limitano a fornire componenti (fornitori) e a distribuire i prodotti finiti (distributori). I legami a monte e a valle si riducono alle tipiche consegne; il ruolo di distributori e fornitori non va a compromettere il risultato globale, basta siano precisi e attenti nello svolgere le tipiche funzioni che vengono loro richieste, la consegna nel caso dei fornitori e la vendita nel caso dei distributori.
• Supply chain dominate dai distributori: tale autorità dei distributori si manifesta qualora le loro competenze, sotto il profilo della commercializzazione e della conoscenza del cliente, siano tali da accrescere le opportunità di vendita di tutta la supply chain. Grazie alla loro posizione vicina al cliente finale, possono avere delle competenze uniche riguardanti la domanda che le può porre in una
posizione di assoluto vantaggio nella supply chain.
• Supply chain dominate dai fornitori: qualora tali attori siano in possesso di competenze distintive e di capacità innovative. Solitamente i fornitori assumono questo ruolo quando hanno delle competenze tali da indurre l’azienda
produttrice a richiedere aiuto nella progettazione di un dato prodotto, senza il quale non riuscirebbe ad ottenere determinate caratteristiche richieste dal mercato.
Detto questo, il passo assolutamente necessario per la creazione di un coordinamento e di un’integrazione tra le diverse aziende coinvolte, richiede un approccio culturale comune e quindi un abbandono da parte degli attori della singola visione indipendente a favore di una visione globale condivisa da tutta la supply chain.
Solo ed esclusivamente ragionando come un’unica impresa allargata si possono ottenere dei risultati eccellenti altrimenti non raggiungibili.
Il supply chain management, non è altro che una spinta verso l’integrazione che porta a processi interaziendali di assoluto successo.
Il supply chain management richiede un attenzione particolare nei confronti di quei processi che portano allo scambio di informazioni, fase fondamentale per il successo dell’intera catena.
Con l’avvento del supply chain management ci sono state delle mutazioni che il management aziendale dovrebbe seguire, queste sono:25
• Business orizzonatli e non più verticali • Elevato scambio di informazioni
• Passaggio dalla produzione di massa a quella personalizzata • Aumento dell’outsourcing
• Riduzione del numero di fornitori, stringere rapporti più stretti con ogni fornitore
• Pressione per l’introduzione di nuovi prodotti rapidamente • Organizzazione e flessibilità aziendale
Per questi motivi una gestione della supply chain accorta è sempre più di fondamentale importanza.
In sintesi, possiamo evincere da quanto detto finora che il contesto attuale non permette più alla singola impresa di rimanere competitiva gestendo tutte le fasi critiche
internamente ed in modo indipendente, ma bensì obbliga l’azienda a doversi relazionare e integrare con altre aziende facenti parte la stessa supply chain, in modo da migliorare le prestazioni di lungo termine dell’intera catena.