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IL SOSTEGNO DELL’INAIL ALLE AZIENDE:DALL’ASSICURAZIONE ALLA PREVENZIONE.IL RUOLO DELLA CONTARP

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ATTI - Volume primo

DIREZIONE REGIONALE UMBRIA

Via G. Battista Pontani, 12 - 06128 Perugia Tel. 075/50151 - Fax 075/5015201 e-mail: umbria@inail.it

DIREZIONE GENERALE - CONTARP

Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione Via Roberto Ferruzzi, 40 - 00143 Roma

Tel. 06/54872349 - Fax 06/54872365 e-mail: contarp@inail.it

www.inail.it

DIREZIONE CENTRALE COMUNICAZIONE Piazzale Giulio Pastore, 6 - 00144 Roma Fax 06/54872363

e-mail: dccomunicazione@inail.it

4° SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO DEI PROFESSIONISTI CONTARP

IL SOSTEGNO DELL’INAIL ALLE AZIENDE:

DALL’ASSICURAZIONE ALLA PREVENZIONE.

IL RUOLO DELLA CONTARP

ASSISI, 22 - 24 NOVEMBRE 2005

4° SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO DEI PROFESSIONISTI CONTARP

IL SOS TEGNO DELL ’INAIL ALLE AZIENDE: D ALL ’ASSICUR AZIONE ALL A PREVENZIONE. IL RUOLO DELL A C O NT ARP A TTI -

Volume primo

(2)

CONTARP - Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione

ATTI - Volume primo

DEI PROFESSIONISTI CONTARP

IL SOSTEGNO DELL’INAIL ALLE AZIENDE:

DALL’ASSICURAZIONE ALLA PREVENZIONE.

IL RUOLO DELLA CONTARP

ASSISI, 22 - 24 NOVEMBRE 2005

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CCOOMMIITTAATTOOSSCCIIEENNTTIIFFIICCOO

Uberto Verdel - Direzione Generale - CONTARP Piero Altarocca - Direzione Generale - CONTARP

Raffaele d’Angelo - Direzione Regionale Campania - CONTARP Eugenio Davì - Direzione Regionale Sicilia - CONTARP Giuseppe Gargaro - Direzione Generale - CONTARP

Federico Ruspolini - Direzione Regionale Umbria - CONTARP Giuseppe Spada - Direzione Generale - CONTARP

Riccardo Vallerga - Direzione Generale - CONTARP SSEEGGRREETTEERRIIAASSCCIIEENNTTIIFFIICCAA

Maria Ilaria Barra - Direzione Generale - CONTARP Liliana Frusteri - Direzione Generale - CONTARP SSEEGGRREETTEERRIIAAOORRGGAANNIIZZZZAATTIIVVAA

D

DIIRREEZZIIOONNEERREEGGIIOONNAALLEEUUMMBBRRIIAA

Anna Rita Cappabianca Roberto Gori

Carmela Nicolo’

Sergio Spinosi Nicola Semeraro Gioiella Boccolacci D

DIIRREEZZIIOONNEEGGEENNEERRAALLEE-- CCOONNTTAARRPP

Enrica Cicerchia Tiziana Vanzolini Maria Grazia Calvani Paola Pesci

Angelica Schneider Graziosi Antonio Terracina

Donatella Velardi

Per informazioni

INAIL - Direzione Generale - Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione (CONTARP) Via Roberto Ferruzzi, 40 - 00143 Roma

Tel. 06/54872349 - Fax 06/54872365 e-mail: contarp@inail.it

INAIL - Direzione Centrale Comunicazione Piazzale Giulio Pastore, 6 – 00144 Roma Fax 06/54872363

e-mail: dccomunicazione@inail.it

Foto di copertina realizzata da Roberto Gori della Direzione Regionale Umbria

Questa pubblicazione viene diffusa gratuitamente dall’INAIL. Ne è vietata la vendita

Stampato dalla Tipolitografia INAIL - Milano - Ottobre 2005

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istituzionali si sono affiancate nuove funzioni volte ad assicurare la tutela globale dei lavoratori. In particolare, è emersa la necessità di soddisfare la richiesta del mondo produttivo di informazione, consulenza e assistenza per il miglioramento degli ambienti di lavoro.

La CONTARP, Consulenza Tecnica dell’INAIL, mette in campo la propria professionalità, un’esperienza di diversi decenni e la sua competenza come interlocutore tecnico dell’Istituto, sulle tematiche più tradizionali così come su quelle più innovative.

Nel corso del 4° Seminario vengono presentati numerosi contributi che nel loro

insieme offrono una panoramica sull’evoluzione dell’igiene industriale e della

sicurezza del lavoro, sul contenuto tecnico dei processi più strettamente

assicurativi, sulle nuove e promettenti frontiere della cultura della prevenzione.

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Volume Primo

I SESSIONE “IL FUTURO DELLA PREVENZIONE NEI SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA (SGSL) NEL PIÙ VASTO QUADRO DELLA RESPONSABILITÀ SOCIALE DELL’IMPRESA”

Presentazioni Orali

F. Benedetti: “I sistemi di gestione della sicurezza nella realtà italiana” 15 L. Manfrin, F. Benedetti: “Aiutare le imprese all’implementazione dei SGSL: modelli

applicativi dei SGSL e loro diffusione” 21

R. Nitti, C. Rangoni: “La gestione della sicurezza nelle P.M.I. della provincia di Treviso” 27 L. Mercadante: “Modelli applicativi per una cultura di responsabilità sociale di impresa” 39

Poster

L. Filosa, G. Mancini: “Integrazione e futuro della Responsabilità Sociale di Impresa (RSI)” 47 C. Peroni, G. Ricupero: “Applicazione di un sistema di gestione della sicurezza sul lavoro

ad attività lavorative particolari” 55

II SESSIONE “STRATEGIE E CRITERI DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO CHIMICO E BIOLOGICO”

Presentazioni orali

E. Incocciati, P. La Pegna, S. Massera, D. Rughi, U. Verdel: “Accertamento del rischio da silice libera cristallina: le novità introdotte dalle linee guida del

Network Italiano della Silice” 65

L. Nori, U. Caselli, A. Rossi, E. Siciliano, G. Visciotti: ”Recenti tecniche statistiche per la valutazione del rischio da agenti chimici pericolosi a fini prevenzionali e

tecnico-assicurativi” 73

(7)

M. Albertazzi, R. Gallanelli, C. Guidi, M. Mattarelli, T. Valente, E. Zunino:

”Valutazione del rischio per gli addetti ai laboratori di analisi e per gli operatori delle

unità operative servizi territoriali dell’ARPAL” 81

Poster

D. Antoni, E. Ferro, S. Nidasio: “Rischi emergenti nelle falegnamerie: dalle polveri di legno

alla formaldeide. La realtà piemontese” 91

L. Argenti, M.I. Barra, S. Di Stefano, E. Incocciati: “La valutazione del rischio chimico

nei laboratori INAIL di sviluppo di lastre radiografiche: considerazioni metodologiche” 99 L. Argenti, S. Di Stefano: “Analisi delle malattie professionali da radiazioni ionizzanti:

verso una valutazione quantitativa del rischio” 107

E. Barbassa, L. Frusteri: “Esposizione professionale a sostanze con potenziale attività

endocrina e valutazione del rischio per la salute” 113

E. Barbassa, G. Gargaro, C. Kunkar, G. Marena, F. Pisanelli, G. Tamigio, L. Tripi:

“Rischi chimici e fisici in serre di floricoltura: valutazione dell’esposizione

all’“iprodione” e studio del microclima” 121

G. Barcellona, S. Di Chiara, E. Nucaro: “Malattie professionali da agenti chimici:

un confronto tra le esperienze della CONTARP Sicilia e della CONTARP Toscana” 129 B. Brunetto, L. Frusteri, R. Giovinazzo, E. Guerrera, P. Iacovacci, M. Mameli, D. Sarto:

“Allergeni indoor: un rischio anche per panifici e falegnamerie?” 137 D. Candido, A. Carella, R. Compagnoni: “Rischio di inquinamento da polveri nel comparto

delle fonderie della regione Marche” 141

D. Candido, A. Carella, R. Compagnoni: “Un esempio di sinergia tra INAIL e Regione Marche:

la mappatura del rischio chimico nel comparto della lavorazione del legno” 147 D. D’Amico, C. Gargano, G. Giaquinta, R. Sciarrino, G. Barcellona, D. Bellomo,

E. Davì, S. Di Chiara, G. Giannettino, R. Li Causi, L. Schifano: “Esposizione ad asbesto per addetti al trattamento di rifiuti contenenti amianto e pagamento del

relativo sovrappremio” 155

E. Della Penda, M. Mecchia: “Esposizione a silice libera cristallina nello scavo di gallerie

stradali in provincia di Perugia” 163

E. Della Penda, F. Ruspolini: “Problematiche di applicazione del sovrappremio silicosi:

l’influenza delle condizioni ambientali meteo-climatiche“ 171

R. Giovinazzo, F. Venanzetti, L. Frusteri, E. Guerrera, D. Sarto, P. Anzidei:

“Il monitoraggio microbiologico degli ambienti di lavoro. Proposta CONTARP di linee guida

per il campionamento e l’analisi” 177

(8)

M. Gullo: “Amianto e dintorni: impatto, dimensione e conseguenza del rischio in Valle d’Aosta” 193 E. Incocciati, P. La Pegna, F. Nappi: “Esposizione a radon in ambienti di lavoro sotterranei:

aree caratterizzate da litologia piroclastica” 201

E. Incocciati, S. Massera, F. Nappi: “Fibre vetrose artificiali: quali analisi per la loro

classificazione come agenti cancerogeni?” 209

P. La Pegna, S. Marcellino, A. Schneider Graziosi, S. Severi: “Premio supplementare

silicosi: analisi territoriale per comparto produttivo” 215

C. Peroni, G. Ricupero: “Criteri di classificazione degli agenti chimici pericolosi per una

corretta valutazione e gestione del rischio chimico” 223

L. Taglieri, F. Ruspolini: “Comparto produttivo umbro della seconda lavorazione del legno:

rischio espositivo dovuto a polvere di legno inalabile” 233

L. Taglieri, B. Sebastiani: “Il rischio di esposizione ad idrocarburi policiclici aromatici:

risultati ottenuti con un metodo analitico ad elevata sensibilità” 239 F. Venanzetti, P. Anzidei, E. Guerrera, D. Sarto, R. Giovinazzo: “Identificazione molecolare di miceti ambientali: un utile strumento per l’igiene occupazionale” 247

III SESSIONE “STRATEGIE E CRITERI DI VALUTAZIONE DEI RISCHI FISICI”

Presentazioni orali

P. Panaro, G. Stefani: “Soluzione di alcune problematiche applicative della normativa

vigente in tema di rischio da Whole Body Vibration (W.B.V.) nelle attività della CONTARP” 253 C. Martin, T. Mastromartino, M. Pagliaro, A. Zannier: “Rischio da vibrazioni:

misure sul campo e implementazione di un database per la gestione dei rilievi strumentali” 261 A. Baldacconi, E. Marchesi, G. Rosci: “Il rischio da vibrazioni in attività con esposizioni

prevalentemente discontinue: valutazioni ai fini assicurativi” 269

D. Gilioni, D. Marzano: ”Vibrazioni al corpo intero (WBV) trasmesse dalla guida di veicoli” 277

Poster

A. Baldacconi, P. De Santis: “Il rischio da vibrazioni trasmesse al corpo intero nel settore

degli autotrasporti” 289

(9)

R. Bevilacqua, E.S. Margarese: “Valutazione delle condizioni di benessere termico in ambienti

adibiti ad attività terziarie” 297

A. Bianconi: “Misure di vibrazioni al corpo intero in alcune lavorazioni di cantieristica stradale

e valutazione del rischio per gli addetti” 305

G. Brambilla, P. Nataletti, G. Rosci: “Il taglio silenziato nel comparto lapideo come misura

per la protezione del lavoratore” 313

F. Cavariani, R. Leonori, S. Ponticiello, D. Rughi, G. Stefani, A. Quercia: “Rischio da sovraccarico biomeccanico in ceramica: risultati di uno studio che mette a confronto

rischio e danno” 321

M. Cerioni, F. Renzetti, I. Rinaldini, L. Trimarchi: “Valutazione del rischio da movimenti

e sforzi ripetitivi in una azienda di produzione e lavorazioni carni” 327 P. De Santis, P. Nataletti: “La valutazione del rischio professionale da rumore per operatori muniti di dispositivi di ricetrasmissione: la realtà dei call center e delle centrali telefoniche

di servizio” 313

M. Della Pasqua, R. Armuzzi: “Confronto di vibrazioni di tipo WBV in agricoltura misurate

per attività su terreni pianeggianti e su terreni collinari” 345

C. Esposito, A. Mazzei, N. Mazzei: “Valutazione dei rischi derivati dall'elettricità statica:

individuazione e valutazione delle misure di prevenzione e protezione” 353 D. Ferrante, F. Salierno, M. Casale: “Proposta di un criterio valutativo del rischio da CTD

nelle realtà produttive caratterizzate da cicli complessi” 361

E. Guerrera, M. Giuliani: “La movimentazione manuale dei carichi in Umbria: valutazione del

rischio e protocollo medico-legale” 369

G. Visciotti, L. Nori, A. Rossi, U. Caselli, E. Siciliano, M. Pesolillo: “Rischio da patologie lavoro-correlate agli arti superiori, in uno stabilimento industriale finalizzato alla

macellazione e lavorazione delle carni avicole” 377

(10)

IV SESSIONE “STRUMENTI ASSICURATIVI E PREVENZIONE”

Presentazioni orali

R. Vallerga: “Il ruolo dei professionisti CONTARP: una proposta operativa per la gestione degli

strumenti assicurativi e prevenzionali” 399

M.R. Fizzano, A. Schneider Graziosi, S. Toriello: “Instaurazione e gestione del rapporto

assicurativo: gli interventi relativi agli aspetti tecnici” 407

C. Gargano, G. Giaquinta, D. D’Amico, G. Barcellona, D. Bellomo, E. Davì,

S. Di Chiara, G. Giannettino, R. Li Causi, L. Schifano: “Orientamenti classificativi per

strutture eroganti “prestazioni sociosanitarie” 413

A. Iotti, G. Ortolani: “Gli infortuni sul lavoro in Italia: analisi secondo il nuovo

sistema ESAW/3” 421

Poster

C. Breschi, S. D’Agliano, D. Gilioni, M. Mameli, E. Mastrominico, E. Nucaro, F. Pini:

“La classificazione a tariffa delle attività complesse: i risultati di un monitoraggio

territoriale in Toscana” 441

E. Ferro, M.R. Fizzano, G. Zarrelli: “Risultato, formazione, intervento: un nuovo sistema

per la riduzione del premio assicurativo” 449

M.R. Fizzano, A. Schneider Graziosi: “Cento anni di assicurazione per la prevenzione” 455

F. Renzetti: “Il nuovo modello OT24” 463

V SESSIONE “IL SOSTEGNO ALLE PMI IN TEMA DI PREVENZIONE TRA INCENTIVI E ATTIVITÀ CONSULENZIALE”

Presentazioni orali

P. Desideri: “L’analisi delle congruenze organizzative: dall’organizzazione aziendale alla

valutazione dei rischi trasversali nella PMI” 473

L. Frusteri, A. Guercio, L. Quaranta: “Individuazione e diffusione di modelli di buone prassi

e buone tecniche: un supporto per le PMI” 481

(11)

G. Pol, C. Buffa, C. Correzzola, A. Piccioni: “Esperienza dell’AUVA (A), della CNAM (F) e del SUVA (CH): modelli di prevenzione nell’ambito dell’assicurazione contro gli infortuni

sul lavoro” 487

M.I. Barra, L. Filosa, P. Fioretti, G. Mancini, P. Ricciardi, A. Terracina, P. Andriotto:

“L’INAIL verso la consulenza alle aziende: un investimento economico e sociale” 499

Poster

D. Antoni, E. Ferro, S. Nidasio: “Salute e sicurezza nel comparto legno: dati INAIL e

programmi di adeguamento in Piemonte” 507

D. Antoni, E. Ferro, S. Nidasio: “Obiettivo prevenzione in agricoltura: dagli incentivi alle

imprese piemontesi una proposta esportabile?” 513

G. Barcellona, D. Bellomo, D. D’Amico, E. Davì, S. Di Chiara, C. Gargano, G. Giaquinta, M. Montana, R. Li Causi, L. Schifano: “Iniziative per la prevenzione dei rischi sul lavoro:

un’esperienza concreta dell’INAIL Sicilia a favore delle imprese” 521 G. Barcellona, D. Bellomo, D. D’Amico, S. Di Chiara, C. Gargano, G. Giaquinta, E. Davì,

G. Giannettino, R. Li Causi, L. Schifano: “Il settore vitivinicolo nella provincia di Trapani.

Analisi e studio dei processi lavorativi ai fini prevenzionali” 529 A. Bianconi, E. Della Penda, E. Guerrera, F. Ruspolini, L. Taglieri: “Valutazione della

politica aziendale nella gestione della sicurezza ed igiene del lavoro” 535 C. Breschi, E. Mastrominico, F. Pini: “Acconciatori e rischio lavorativo in Toscana:

progettazione di interventi mirati di prevenzione” 543

P. Fioretti, A. Guercio, B. Principe, P. Santucciu: “La consulenza alle imprese di gestione

dei rifiuti: metodologia e risultati” 551

M. Gullo: “Rischio e prevenzione nel comparto vinificazione: gli interventi attuati

con i contributi INAIL” 559

L. Mangieri, A. Prezioso, A. Traficante: “Linee guida per un piano regionale di

coordinamento delle attività per coinvolgere le PMI sui problemi della sicurezza” 565 I. Menditti, N. Papapietro: “Regione Puglia: analisi degli incentivi alle imprese

(D.Lgs. 38/2000) nel settore delle costruzioni” 577

F.R. Mignacca: “Incentivi di sostegno alle imprese: monitoraggio relativo al primo bando

in merito all’asse di finanziamento N° 5” 585

L. Quaranta: “Incentivi alle imprese del settore chimico: analisi delle richieste e valutazioni

particolari” 593

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nuovi strumenti di analisi” 599 R. Bevilacqua: “Evoluzione tecnologica nella produzione di fotoceramica e vetro decorato a

scopo funerario: alcuni esempi“ 603

D. Gilioni: “Infortuni stradali in occasione di lavoro: il ruolo del professionista CONTARP

per le azioni di rivalsa” 609

A. Locatelli, A. Prezioso: “Proposta di una procedura per valutare, gestire e migliorare la

sicurezza dell’ambiente nella Pubblica Amministrazione” 617

R. Luzzi: “Il progetto INAIL-Politecnico Torino “L’impiego dell’intelligenza artificiale nella

valutazione del rischio professionale” 629

R. Luzzi: “Le grandi opere in Piemonte: un bilancio finale del fenomeno infortunistico nei

cantieri alta velocità Torino-Milano” 635

G. Mancini, G. Castellet y Ballarà, C. Salvati: “La “Direttiva macchine”. Effetti sulla sicurezza

e salute nei luoghi di lavoro: primi risultati” 643

G. Mazzoli, A. Prezioso: “Orientamenti per la gestione dell’attività di controllo e verifica

degli impianti elettrici nella Pubblica Amministrazione” 651

A. Menicocci, G.B. Perrone, G. Petrozzi, N. Todaro: “Rischi per gli addetti nelle aziende

produttrici di cartoncino” 659

G. Petrozzi, M. Sordilli: “Atmosfere esplosive: quadro normativo e sintesi delle procedure

operative” 665

G. Petrozzi, A. Menicocci, G.B. Perrone, V. Quadrini, N. Todaro: “Cartiere: rischi di

ieri - rischi di oggi” 673

A. Prezioso, F. Spalluto, L. Pantile: “Proposta per una procedura di gestione della sicurezza contro il rischio incendio nell’amministrazione pubblica e nel terziario” 681 C. Resconi: “Per un ospedale più sicuro: il “Progetto ospedali” 687 A. Rossi, E. Siciliano, U. Caselli, L. Nori, G. Visciotti: “Gli infortuni mortali in Abruzzo

nell’anno 2003: sviluppo di una metodica di analisi” 691

E. Siciliano, U. Caselli, L. Nori, A. Rossi, G. Visciotti: “Infortuni mortali in Abruzzo

nell’anno 2003: due “interessanti” casi a confronto” 699

N. Todaro, A. Menicocci, G.B. Perrone, G. Petrozzi: “Mappa del rischio nel comparto

dell’industria cartaria: confronto tra ditte produttrici di cartoncino” 707 S. Tramuto, L. Valori: “La Magona d’Italia: la sicurezza in pratica” 715

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IL FUTURO DELLA PREVENZIONE NEI SISTEMI DI GESTIONE

DELLA SICUREZZA (SGSL) NEL PIÙ VASTO QUADRO DELLA

RESPONSABILITÀ SOCIALE DELL’IMPRESA

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F. Benedetti*

* INAIL - Direzione Generale - Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione c/o D.C. Prevenzione

RIASSUNTO

Dopo la pubblicazione delle “Linee Guida per un Sistema di Gestione della Salute e Sicurezza sul Lavoro (SGSL)” e quella di modelli e manuali per la loro applicazione, si sta oggi lavorando alla redazione di una norma ufficiale UNI su tali Sistemi di Gestione. Parallelamente si è sostenuta la partecipazione delle parti sociali nel processo di accreditamento e certificazione dei SGSL presso il SINCERT che ha portato all’emanazione a fine 2003 di uno specifico regolamento denominato RT 12 SCR di cui è in corso la prima revisione. Per contribuire allo sviluppo di professionalità spe- cifiche in grado di supportare le organizzazioni nell’implementare e verificare i propri SGSL con il necessario valore aggiunto per le parti interessate, L’INAIL ha ideato e realizzato specifici per- corsi formativi per auditor e per progettisti di SGSL con i quali, in collaborazione con alcune asso- ciazione datoriali, sono stati formati oltre 100 consulenti aziendali. I corsi per progettisti sono riconosciuti per l’accesso alla certificazione da parte del CEPAS, ente di certificazione del perso- nale accreditato SINCERT. Anche l’incentivazione economica e gli sconti di tariffa per prevenzio- ne hanno avuto e potranno avere un ruolo importante per il sostegno dei SGSL. L’insieme di tutte queste attività, di cui chi scrive è tra gli artefici, consente di definire l’attuale stato dell’arte e tracciare nuovi obiettivi e sviluppi per il futuro che vedano coinvolti l’INAIL ed i suoi professioni- sti sia nella consulenza diretta ed indiretta alle aziende sia nella formazione.

SUMMARY

After the publication of the “Lines Guide for Occupational Health and Safety Management System (SGSL)” and of models and handbook for their application, it is today working to the writing of an official norm UNI on such Safety Management System - SMS. Parallel the partici- pation of the social parts in the process of accreditation and certification of the SGSL near the SINCERT and the emanation at the end of 2003 of specific rules, called RT 12 SCR, of which first review in the course of 2005 is previewed. For diffuse SGSL they are necessary specific profes- sions, auditors and planners SGSL, with high competences in order to do these activities with the necessary added value for the parts interested. In INAIL they have been devised and reali- zes, together with some enterprises associations, specific training courses for almost 100 audi- tors and planners of SMS. The course for planners has been recognized valid for the access to personnel certification by CEPAS, agency of certification of credited staff SINCERT. Also the economic incentives and the reductions in price of rate per prevention have had and will be able to have an important role for support SGSL. With of all these activities, of which who it writes is between the craftsmen, it concurs to define status of art and to trace new objects and developments for the future that they see been involved the INAIL and its professionals in the direct or indirect advising to the enterprises or in training activities.

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1. PREMESSA

Il mondo del lavoro nel nostro Paese è, come noto, costituito essenzialmente da piccole e medie imprese - PMI, e vive di un confronto, per non dire di una contrapposizione, tra le sue due componenti fondanti, gli imprenditori e i lavoratori e coinvolge le loro associazioni rap- presentative. Il confronto è mediato dalle leggi che dettano le regole in materia di rapporti di lavoro e sul sistema di vigilanza che tali regole deve far rispettare punendo chi non le segue.

In Italia, particolarmente in materia di SSL, le leggi si sono stratificate nel tempo, diventando un corpus assai notevole che, per ammissione un po’ di tutte le parti in causa, sono poco appli- cate e anche poco conosciute nei loro contenuti. Anche il sistema di vigilanza non riesce a costituire un valido deterrente alla loro disapplicazione. Gli infortuni sul lavoro sono, ormai da almeno un decennio, attestati attorno alle 950.000 unità all’anno, ca. 25.000 persone ogni anno chiedono di veder riconosciuta la causa professionale delle loro malattie, mentre 3 o 4 persone ogni giorno muoiono a causa del lavoro che svolgono. Il tutto costa al nostro Paese una cifra prossima ai 30 milioni di euro l’anno (BENEDETTI 2002, 2003, 2004 a, b) (Quaderni CER, 2001). E’ ormai accertato a livello europeo (MOSSINK, de GREEF, 2002) che ca. la metà di questi costi è direttamente a carico delle imprese le quali sono coperte solo in parte da speci- fiche polizze di assicurazione che le tutelano essenzialmente per la responsabilità civile nei confronti del soggetto che subisce l’infortunio. Una cifra enorme resta a carico delle imprese come costi gestionali e di mancata produzione e per molte di esse è presente come una impres- sionante “spada di Damocle” con la quale convivono inconsapevolmente (BENEDETTI, 2002, 2003, 2004b). Infatti, secondo la Commissione Europea i costi non assicurati sono 11 volte superiori a quelli assicurati (Commission of the European Communities, 2004). Pertanto, il veri- ficarsi di un infortunio o l’insorgere di una malattia professionale è un evento critico, certa- mente per chi lo subisce, ma anche per l’azienda, soprattutto se piccola, la quale, molto spes- so, si identifica con il titolare, e che ha, a volte, la potenzialità di mettere in discussione la sopravvivenza sul mercato dell’azienda stessa. Una possibile metodologia utile a fornire un nuovo modo di approccio alla risoluzione delle problematiche di SSL è quello di sviluppare sistemi gestionali che possano integrare tali aspetti con la gestione ordinaria e complessiva dell’azienda. Tali sistemi devono partire dall’assunto che la SSL è un elemento che risulta con- dizionato dalle attività produttive ma anche fortemente condizionante la capacità dell’impresa di stare sul mercato e di fare utili. L’imprenditore, quindi, gestendo tali aspetti, esattamente come e mentre fa, o dovrebbe fare per gli aspetti finanziari, di produzione, di rapporto con i clienti ed i fornitori, ecc., può migliorare le condizioni di SSL conformemente ai dettami nor- mativi e contemporaneamente sviluppare le proprie possibilità competitive ( BENEDETTI, 2004 a e b). Seguendo tale convinzione l’INAIL, insieme all’UNI, l’ISPESL e le principali associazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori, ha promosso la realizzazione di uno standard nazionale per l’implementazione di sistemi di gestione della SSL: le “Linee guida per un sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro (SGSL)”, pubblicate nel settembre 2001.

2. LE LINEE GUIDA SGSL

Le Linee Guida SGSL si basano sui seguenti assunti principali:

• l’impostazione logica è data dal cerchio di Deming, dalla gestione sistemica e per processi delle organizzazioni, e dall’approccio al miglioramento continuo (BENEDETTI 2004a, b);

• integrabilità con il sistema di gestione per la qualità (serie ISO 9000) e per l’ambiente (serie ISO 14000) (BENEDETTI 2004b);

A

ATTTTII 4° SSEEMMIINNAARRIIOO DDEELLLLAA CCOONNTTAARRPP

16

A

ATTTTII 4° SSEEMMIINNAARRIIOO DDEELLLLAA CCOONNTTAARRPP

(18)

• adozione volontaria del sistema da parte dell’impresa e non assoggettabilità del SGSL e dei suoi contenuti applicativi al potere degli enti di vigilanza;

• impossibilità della certificazione di parte terza del SGSL (BENEDETTI 2004b).

Essenziale nella redazione è stata anche l’attenzione alle peculiarità strutturali, organizzative e gestionali delle PMI. La pubblicazione delle Linee guida SGSL ha realizzato una svolta essen- ziale nell’evoluzione culturale dell’approccio alle problematiche di salute e sicurezza sul lavoro (SSL). Infatti, attraverso questo documento associazioni datoriali e sindacali, tradizionalmen- te contrapposte, e gli enti nazionali competenti in materia di prevenzione (INAIL e ISPESL, e l’ente normatore, l’UNI) hanno condiviso, non solo i principi, ma anche i contenuti delle moda- lità per gestire la SSL nelle imprese oltre gli obblighi di legge, basando tutto sulla libera volon- tà degli imprenditori di attivare un circolo virtuoso attraverso il quale migliorare continua- mente le proprie prestazioni prevenzionali e di competitività (BENEDETTI 2002, BENEDETTI e SPADA 2004).

3. IL D.LGS. 38/2000 E LA DIFFUSIONE DEI SGSL

Su questa base di condivisione hanno potuto iniziare a diffondersi i SGSL. Però le PMI sconta- no i problemi derivanti dalle scarse risorse economiche disponibili per modificare i propri pro- cessi al fine di migliorare la SSL e nella difficoltà di reperire professionalità interne o esterne in grado di assisterle nella implementazione del SGSL. L’anno precedente alla pubblicazione delle Linee guida SGSL era stato emanato il D. Lgs. 38/2000 che all’articolo 23 prevedeva l’in- centivazione economica da parte dell’INAIL di programmi di adeguamento strutturale ed orga- nizzativo delle condizioni di salute e sicurezza nelle PMI, nelle imprese artigiane ed in quelle agricole, destinando all’iniziativa ca. 232 milioni di Euro (F. BENEDETTI, 2002). Il successivo regolamento di attuazione contenuto in due decreti del Ministero del lavoro (D.M. 15.09.2000 e D.M. 07.02.2001) individuavano uno spazio importante per il finanziamento di SGSL nelle PMI e dei relativi progetti di miglioramento previsti nell’applicazione del sistema stesso (BENEDET- TI et al., 2003). Attraverso questo meccanismo sono state finanziati i SGSL in quasi 300 PMI, a fronte delle oltre 1140 richieste pervenute, di cui oltre l’80% hanno scelto come modello di rife- rimento le Linee guida SGSL. Anche gli sconti tariffari per prevenzione stanno avendo un ruolo nel diffondere i SGSL, ma poiché si tratta di una riduzione del premio di assicurazione dell’or- dine del 15% solo per le imprese medio grandi esso assume un valore monetario di un certo interesse mentre per le piccole e piccolissime imprese assume un rilievo pratico e, di conse- guenza una spinta incentivante, assai meno determinante . Tuttavia esso manda un segnale importante da parte dell’ente assicuratore che non solo premia chi investe in prevenzione ma lega ciò alle modalità attraverso cui la prevenzione viene attuata scegliendo un modello gestio- nale secondo valori condivisi dalle parti sociali. Per rendere disponibili figure professionali in grado di supportare le imprese nell’implementare i propri SGSL, l’INAIL ha cercato l’accordo con le associazioni datoriali al fine di sviluppare percorsi formativi mirati. In questo ha trovato rispondenza nel sistema CONFARTIGIANATO e con quello confindustriale, in particolare con l’Unione Industriali di Treviso. In collaborazione con queste due strutture sono stati organiz- zati corsi per auditor e progettisti/consulenti dei SGSL. Complessivamente sono stati formati ca. 100 auditor interni e oltre 50 progettisti/consulenti dei SGSL, il cui corso, della durata di 88 ore, è stato qualificato presso un ente di certificazione della professionalità personale, il CEPAS, e consente a coloro che lo hanno seguito superando gli esami di finali, di poter acce- dere al percorso di riconoscimento ufficiale della propria professionalità in materia. A seguito delle iniziative dell’INAIL e dell’emanazione del regolamento RT 12 (par. 4) altri enti di certi- ficazione del personale hanno avviato procedure in tal senso, soprattutto per la figura di audi-

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tor di parte terza, e numerosi sono stati i corsi, per ambedue le figure, attivate in autonomia da soggetti diversi ma comunque qualificati nel settore.

4. IL REGOLAMENTO RT 12 SCR

Parallelamente, soprattutto nelle imprese medio grandi, i SGSL si stavano diffondendo avendo come riferimento principale le OHSAS 18001. Non essendo, questo documento,una norma del circuito ufficiale di normazione e non essendo stata in alcun modo condivisa dalle parti inte- ressate, il SINCERT, l’ente italiano che si pone garante del processo di certificazione per i siste- mi di gestione, si è iniziato ad interrogare sul valore dei SGSL certificati nel nostro Paese.

Pertanto il SINCERT, con il sostegno della gran parte delle associazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori, e dei principali enti pubblici come l’INAIL, l’ISPESL e l’UNI, si è attivato per crea- re un sistema di regole condivise in grado di dare uniformità e trasparenza all’attività di certi- ficazione dei SGSL attraverso un preciso e condiviso sistema di regole. Nel corso del 2003 è stato redatto il regolamento di accreditamento e certificazione per i SGSL, denominato RT 12 SCR, approvato dal Comitato di Certificazione SINCERT nel dicembre 2003 ed è stato istituito un apposito sottocomitato di accreditamento per la sua applicazione. Il regolamento presenta diversi spunti interessanti ed innovativi, rispetto a quelli per i sistemi di gestione della quali- tà, volti ad aumentare il rigore nell’implementazione dei sistemi e nelle successive verifiche (BENEDETTI, SPADA, 2004, BENEDETTI, 2004b). L’emissione dell’RT 12 ha suscitato grandi dis- cussioni e grande interesse tra gli addetti ai lavori ma, già subito dopo la sua approvazione, molti tra i principali Organismi di certificazione hanno avviato le pratiche e ricevuto l’accredi- tamento nel corso del 2004. Ad oggi i certificati emessi sono ca. 300 e si sono praticamente raddoppiati nel corso di un anno dall’emanazione del RT 12 SCR di cui, a partire da maggio 2005, si è avviata la prima revisione.

5. LA NORMA UNI SGSL

Visto l’aumento di interesse sulla tematica dei SGSL, l’estensione della loro applicazione nelle aziende, e la richiesta di regolarne con maggiore ufficialità i requisiti applicativi proveniente da diverse associazioni datoriali e sindacali, la Commissione Sicurezza dell’UNI ha creato, nel settembre 2003, uno specifico gruppo di lavoro per predisporre un testo di base ad una futura norma ufficiale UNI in materia di SGSL (BENEDETTI, SPADA, 2004). Con un lungo e faticoso lavoro, scontando anche la decisa contrarietà della Confindustria, l’insieme delle parti sociali riunite nel gruppo di lavoro ha consegnato nel mese di aprile il testo condiviso della norma alla Commissione Sicurezza per le sue valutazioni. Se il processo normativo proseguirà regolarmen- te, la prima norma ufficiale sul SGSL al mondo avrà marca italiana e potrà nascere verosimil- mente entro il corrente anno 2005.

6. IPOTESI DI LAVORO E SVILUPPI FUTURI

Non più di 4 o 5 anni fa parlare di SGSL costituiva un argomento che ai più appariva avulso dalla realtà. In poco tempo la condivisione di convinzioni e valori ha generato un percorso vir- tuoso che sta portando alla diffusione di questi sistemi nelle organizzazioni del nostro Paese.

Si tratta per il momento di non più di poche centinaia di imprese particolarmente attive ed attente che hanno compreso l’intimo valore e l’opportunità offerta dalla gestione della sicu-

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rezza sul lavoro. Tuttavia il tema di fondo si sta diffondendo ed i corsi di formazione per RSPP, secondo la bozza di regolamento di attuazione del D. Lgs. 195/2003 che è in fase di approva- zione da parte della Conferenza Stato-Regioni, debbono trattare, nell’ambito del modulo C, la tematica SGSL. Questo dimostra l’ormai raggiunta consapevolezza, da parte di tutte le parti in causa, che un SGSL correttamente implementato ha la capacità di ridurre il rischio per la SSL aumentando l’efficienza complessiva della gestione aziendale. Evidentemente questo è solo un primo risultato. Le strade per lavorare sono molteplici:

1. sviluppare modelli applicativi condivisi di applicazione del SGSL che riguardino anche il pro- cesso di valutazione del rischio;

2. sostenere lo sviluppo professionale di auditor e progettisti di SGSL, anche al fine di creare un mercato della consulenza concorrenziale e di elevata qualità al quale le aziende possono rivolgersi a costi accettabili e con buoni risultati, fornendo formazione qualificata e seguendo e sostenendo il processo di certificazione di tali professionalità;

3. ricercare l’integrazione con gli altri sistemi gestionali, qualità ed ambiente in primo luogo, per facilitare le imprese nella gestione uniforme dei diversi aspetti della loro attività limitando i costi ed accrescendo l’efficacia delle proprie performance;

4. sostenere le organizzazioni anche attraverso la consulenza diretta che consente peraltro la sperimentazione di modalità e modelli applicativi sui quali basare la condivisione con le parti sociali rappresentative degli stakeholders in materia di SSL;

5. ricercare, forti dell’esperienza già maturata, forme di sostegno economico per le PMI, che non può basarsi solo sullo sconto sui premi di assicurazione, che le aiuti a superare le difficol- tà economiche e finanziarie connesse con l’avvio nell’applicazione del SGSL;

6. sviluppare modelli per l’analisi di costi e benefici connessi con l’applicazione del SGSL uti- lizzabili soprattutto dalle PMI che possano rilevare anche i costi grigi della non sicurezza scen- dendo in profondità sotto la punta emersa degli infortuni e delle MP ed evidenziando anche i benefici indiretti del miglioramento delle condizioni di sicurezza nei confronti della produttivi- tà e della competitività.

L’INAIL ha già fatto da propulsore e spinta per l’affermazione dei SGSL lavorando in tutti i con- testi ed i consessi utili, dall’UNI al SINCERT, nella Conferenza Stato-Regioni, presso gli enti di certificazione delle professioni, e collaborando e sostenendo associazioni datoriali e sindacali soprattutto nella diffusione della cultura gestionale della sicurezza. È necessario proseguire su questa strada oggi a maggior ragione visto l’affermarsi del valore della Responsabilità Sociale di Impresa - RSI, che senza la SSL è vuoto e privo di reali contenuti. Occorre dare modalità con- divise perché le organizzazioni possano dimostrare il proprio comportamento responsabile anche per la Salute e la Sicurezza sul Lavoro.

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L. Manfrin*, F. Benedetti**,

* Unione Industriali di Treviso

** INAIL - Direzione Generale - Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione c/o D.C. Prevenzione

RIASSUNTO

Per aiutare la diffusione dei SGSL nelle imprese, in particolare nelle PMI, è utile rendere dis- ponibili modelli applicativi condivisi e accettati dall’insieme della parti sociali e dagli enti isti- tuzionalmente preposti in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Successivamente alla pub- blicazione delle “Linee Guida SGSL” e della relativa “Guida operativa”, l’UNIONE INDUSTRIALI di Treviso ha avviato una intensa attività di diffusione e sviluppo dei SGSL dando diretta appli- cazione ai modelli pubblicati utilizzando anche i finanziamenti INAIL per l’incentivazione eco- nomica alle imprese ex D.Lgs. 38/2000. Nell’insieme dei due bandi di incentivi pubblicati dall’INAIL per il finanziamento dei cosiddetti “programmi di adeguamento”, l’Unione Industriali di Treviso ha supportato ca. 40 imprese nell’implementazione dei loro SGSL.

Attraverso tale attività si sono potuti sperimentare i modelli applicativi proposti i quali rap- presentano un patrimonio abbastanza omogeneo di riferimenti operativi testati nell’operativi- tà aziendale. Tali modelli solo in parte rappresentano un elemento comune e condiviso dall’in- sieme delle parti interessate. E’ necessario strutturare un processo di validazione che deve necessariamente coinvolgere le istituzioni e le parti sociali. La presente relazione vuole pro- porre tali nuovi modelli e dare conto dei risultati della loro applicazione e proporre l’opportu- nità di dare il via ad un processo di validazione e condivisione strutturato dal quale partire per sostenere le imprese nell’adozione del SGSL con azioni di formazione, consulenza, sostegno economico.

SUMMARY

For extend the application of SMS’s - Safety Management Systems - it’s need to help SME’s with example, models accepted and validated by several stakeholders involved in occupational health and safety. Following this idea in the 2001 were published the “Guidelines for occupa- tional health and safety management system - SGSL” and, during the 2003, the relating

“Operational Guide”. These documents are two non official standards wrote and accepted by all the most important social body: trade unions and businesses association, together with some important public institute. Using these documents the Unione Industriali of Treviso has deve- loped SMS’s in almost 40 enterprises with the support of the INAIL financial incentives for pre- vention giving in application of the D.Lgs. 38/2000. During this activity was possible to test the useful and the real application of the models of the “Operational Guide”. The results is a poc- ket of examples, procedures, manuals, forms tested directly in the businesses. Now the need is the final validation by stakeholders and public authorities. We think that is necessary make a validation process for models and good practices for SME’s which shall involves institution and social bodies. On this way the collaboration between an institution, like INAIL, and businesses

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associations, like Unione Industriali, can represent a first step for develop, test, and communi- cate new and good models for SMS’s. The activity made together in these last years, after the publication of Guideline SGSL, with training course, financial incentives for support enterprises in implementation of SMS’s could be an interesting point of start for new initiatives.

1. PREMESSA

L’implementazione di Sistemi di Gestione della Salute e Sicurezza sul Lavoro rappresenta un’op- portunità per la riduzione degli infortuni e delle malattie professionali nelle aziende (BENE- DETTI, 2004a).

L’esistenza di una Politica aziendale complessiva in materia di SSL, l’identificazione e la divisio- ne di ruoli, compiti e responsabilità, la spinta al miglioramento continuo tramite la pianifica- zione di sempre nuovi obiettivi ed il controllo sul loro raggiungimento, l’enfasi sulla formazio- ne la comunicazione come elementi di condivisione e consapevolezza tra le diverse funzioni, possono garantire un miglioramento nel tempo delle condizioni di SSL nelle aziende. La mag- giore diffusione dei SGSL passa però, necessariamente, attraverso l’impegno delle associazioni datoriali e sindacali, degli Enti preposti alla prevenzione per motivare e incentivare le aziende ad attivare e concludere la loro implementazione. Tra questa pluralità di soggetti che costitui- scono il quadro di riferimento per le imprese deve però esserci una condivisione complessiva sul- l’approccio gestionale dei SGSL e sulle modalità per la loro struttura e funzionamento. Questo accordo tra l’insieme delle parti interessate non si può trovare per via istituzionale perché il SGSL è di applicazione volontaria. Occorre quindi una complessa opera di mediazione e condivi- sione che porti anche ad una evoluzione culturale comune e riconosciuta nel suo insieme.

Inoltre le aziende, quando decidono di adottare un SGSL devono rivalutare la propria organiz- zazione, ripensare le proprie politiche di prevenzione, i propri processi investendo in risorse umane, interne ed esterne, ed economiche di cui non sempre dispongono nella giusta misura.

Ecco che per tutti i “soggetti esterni” all’azienda, Associazioni di categoria, Enti Pubblici prepo- sti alla SSL, Associazione Sindacali, ecc. si propone una scommessa: rendere appetibile il per- corso di implementazione del SGSL semplificandolo, pur nel rispetto dei requisiti, fornendo stru- menti applicativi e di sostegno culturale ed economico per giungere a sistemi che aumentando le condizioni di SSL risultino economicamente non solo giustificabili ma anche vantaggiosi.

2. DALLE LINEE GUIDA SGSL ALLA “GUIDA OPERATIVA”

Le linee Guida UNI INAIL, fin dalla loro pubblicazione, nel settembre 2001 hanno rappresentato un supporto per le aziende che volevano intraprendere la strada dei Sistemi di Gestione della Sicurezza e Salute in quanto scritte con la collaborazione di tutte le parti sociali, elemento que- sto anche di novità che ha costituito un forte stimolo alla loro diffusione. L’adozione volontaria e l’assenza del vincolo certificativo consente di proporre alle aziende la sperimentazione del sistema con i loro tempi e con maggiore flessibilità rispetto alle specificità della propria realtà produttiva. Era necessario però sostenere l’adozione creando modelli applicativi condivisi e soste- nendo economicamente le imprese nel superamento delle criticità economiche di avvio. Nasce così la “Guida Operativa”, che ha trovato pubblicazione nel 2003, con la quale si forniscono modelli di procedure, istruzioni operative, moduli e registrazioni utili all’implementazione di un SGSL secondo i requisiti fissati dalle Linee Guida pubblicate nel 2001 ed applicabili a tutti i set- tori, in particolare alle piccole e medie imprese. La “Guida Operativa” è stata validata dagli stes- si soggetti che avevano redatto le Linee Guida SGSL e sono state rese disponibili come strumen-

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to condiviso dalle parti sociali per implementare i SGSL. Per il supporto economico dei costi di avvio del SGSL sono stati disponibili gli incentivi previsti dall’INAIL nei bandi per i Programmi di Adeguamento, pubblicati in attuazione di quanto previsto dal D.Lgs. 38/2000, e destinati alle PMI (BENEDETTI, 2002). L’iter di validazione della Guida ha richiesto, oltre alla redazione materiale della documentazione da parte di esperti e professionisti, incontri e mediazioni con le istituzio- ni e le associazioni sindacali e datoriali a livello nazionale che è proseguito per oltre un anno ma, infine, si può oggi disporre di uno strumento condiviso e riconosciuto dai principali portatori di interessi del mondo produttivo in materia di SSL. L’Associazione degli Industriali di Treviso ha anche parallelamente avviato un percorso di condivisione con gli Enti preposti alla vigilanza ed alla Prevenzione sul territorio della regione Veneto che ha creato un terreno fertile sul quale le imprese hanno potuto far nascere i loro SGSL. In Veneto, nel contempo, era stato avviato un con- fronto con la Regione - Dipartimento Prevenzione che ha coinvolto tutti i Servizi SPISAL (servizio prevenzione igiene e sicurezza ambiente di lavoro) e che ha portato al recepimento nel Piano di Vigilanza Triennale 2000- 2004 (DGR n. 2200 del 09.08.2002) del progetto “lavorosicuro” come attività prioritaria per gli SPISAL del Veneto di cui si propone un estratto:

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Piiaannoo ddii vviiggiillaannzzaa 22000000--22000044:: PPrrooggeettttoo llaavvoorroossiiccuurroo

Definizione di un iter certificativo e un metodo di monitoraggio per i SGSA

...La produttività annua di interventi in vigilanza degli SPISAL del Veneto, sulla base dei dati storici, è di circa 2.500 verbali: 1.300 nel comparto edilizia, 600 per inchieste infortuni, 300 nel comparto metalmeccanica, e 300 per attività varie. Data questa “capacità produttiva”, si pone il problema di ottimizzare l’impiego delle risorse disponibili attraverso la pianificazione degli interventi sulla base di priorità di vigilanza, stabilite considerando come target più critico le realtà a rischio maggiore e caratterizzate da comportamenti negligenti, o addirittura illegali, nella organizzazione e gestione della sicurezza sul lavoro. Fino ad oggi la pianificazione delle attività di vigilanza è stata attuata sulla base di priorità stabilite sul livello di rischio (basso, alto) sanitario e di sicurezza presente nelle stesse. Con tale progetto si intende aggiungere una nuova variabile per la programmazione degli interventi SPISAL, vale a dire la qualità dell’orga- nizzazione e gestione della sicurezza delle aziende, secondo quanto riportato in figura 1.

Rispetto allo schema sotto indicato, per le realtà produttive rientranti nei settori rosso e giallo sarà attuata una vigilanza programmata, mentre per i rimanenti 2 campi (bianco e verde), l’intervento SPISAL avverrà su evento (esposto, infortunio). Anche la metodologia di controllo dovrà essere tarata in funzione del fatto che il Sistema di Gestione della Sicurezza (SGS) dell’azienda sia di qua-

Figura 1

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lità o meno, infatti nel primo caso (settori bianco e giallo) l’intervento consisterà nella valutazio- ne degli assetti organizzativi e gestionali dell’azienda rispetto alla sicurezza degli ambienti di lavo- ro. Invece, qualora ci si trovi di fronte ad un’impresa appartenente ai settori verde e rosso, la vigi- lanza sul SGSA si accompagnerà ad un controllo “tecnico”. I requisiti da considerare per definire un SGS di qualità alta o bassa saranno delineati dal gruppo di lavoro del progetto “lavorosicuro”.

Alla pubblicazione del Piano sono seguite, in Veneto, attività formative destinate ai 150 Direttori, Dirigenti e Tecnici dello SPISAL con le quali sono state fornite competenze e stru- menti per riconoscere e valorizzare i SGSL delle aziende. Il progetto sta continuando nel nuovo piano 2005 - 2007 con lo sviluppo di iniziative promozionali per l’implementazione di SGSL. Nel 2004 Confindustria Veneto e INAIL Direzione Regionale Veneto hanno firmato un protocollo d’intesa per promuovere tra le aziende l’implementazione di SGSL, considerandolo uno stru- mento primario di miglioramento delle condizioni di SSL. Corsi di formazione per auditor e pro- gettisti SGSL sono stati organizzati nel 2004 in collaborazione tra la Direzione Centrale Prevenzione INAIL e Formazione Unindustria Treviso. La Guida Operativa, in Veneto denomina- ta “lavorosicuro”, aggiunge, rispetto alla versione nazionale, 11 procedure su alcune impor- tanti tematiche, come ad es. Gestione DPI, Risorse Strumentali, Valutazione dei rischi, Appalti, Antincendio, ecc., sulle quali il confronto tra le parti sociali non aveva trovato utili conclusio- ni, e pertanto necessitano, diversamente dal resto, di essere condivise e validate. Le Procedure contenute nella Guida operativa sono flessibili, in modo da essere applicabili sia nelle realtà aziendali di media-alta dimensione sia da piccole imprese poco strutturate dal punto di vista organizzativo.

3. L’APPLICAZIONE IN AZIENDA E GLI INCENTIVI INAIL

Sono circa 40 le aziende che Formazione Unindustria Treviso segue nell’adozione di un SGSL conforme alle Linee guida UNI INAIL e alla Guida Operativa “lavorosicuro”. Il 59% di queste realtà sono aziende sotto i 50 dipendenti, solo tre hanno un numero di addetti superiore ai 500.

Determinanti per la spinta all’adozione del Sistema sono stati i contributi dei due bandi INAIL per gli incentivi economici per i programmi di adeguamento delle condizioni di salute e sicu- rezza delle PMI. Infatti, di queste 40 aziende, ben 27 hanno ottenuto incentivi per implemen- tare i loro SGSL. Secondo l’esperienza fatta si può dire che la progettazione, l’elaborazione delle procedure e la condivisione delle stesse con la direzione aziendale e tutti i soggetti coin- volti comporta almeno un anno di attività, con incontri mensili e continui aggiustamenti, modi- fiche, revisioni. Molte aziende hanno colto l’occasione per verificare il loro stato di conformi- tà alle prescrizioni di legge, cosa che ha certamente rappresentato un’altra forma di successo dell’iniziativa. In generale si può dire che grazie a questa nuova modalità di approccio alla sicu- rezza ed al rapporto con gli enti e le autorità pubbliche le aziende hanno imparato a conside- rare come investimento la SSL andando ad affrontare anche aspetti trascurati nel tempo.

4. RISULTATI DELLA SPERIMENTAZIONE

Attualmente l’implementazione del SGSL si può dire ben avviata in ca. il 30% delle 40 aziende citate. Numerose sono le difficoltà da superare nel supportare le aziende in questo percorso:

- spesso i RSPP non hanno competenze specifiche in sistemi di gestione ma sono abituati ad un approccio esclusivamente tecnico alla SSL;

- la Direzione aziendale spesso sottovaluta la rilevanza degli interventi proposti.

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Nonostante ciò, possiamo senz’altro affermare che le attività effettuate presso le aziende in questi due anni di attività hanno portato ad un complessivo aumento della cultura della sicu- rezza.

Le ore di formazione effettuate a datori di lavoro, dirigenti e preposti hanno fatto crescere la sensibilità in materia, il coinvolgimento di figure aziendali prima escluse dalle attività di pre- venzione, ad esempio i progettisti o i responsabili degli uffici acquisti, ha portato ad una attenzione maggiore delle problematiche in materia di SSL ed alla conseguente ricerca di solu- zioni, i RSPP sono meno soli e trovano, finalmente, referenti interni a cui sottoporre i proble- mi, percepiscono una maggiore legittimità nei loro interventi nei reparti produttivi e sentono maggiormente gratificante il loro ruolo.

Inoltre, i rapporti delle aziende con gli Organi di Vigilanza sono sensibilmente migliorati paral- lelamente allo sviluppo della condivisione di obiettivi, metodi, linguaggi.

5. SVILUPPI FUTURI

Occorrerà nei prossimi anni investire per definire metodi condivisi per l’analisi dei risultati e per la misura dell’efficacia ed efficienza dei SGSL implementati e la definizione di modalità e strumenti per l’analisi di costi ed benefici indotti dai SGSL nelle realtà aziendali.

L’evoluzione stessa degli standard, soprattutto se venisse emanata la norma UNI sui SGSL (F.

BENEDETTI, 2004b), come sembra possibile già entro il corrente anno, potrebbe portare alla necessità di revisionare la “Guida Operativa” come sembra peraltro già necessario a seguito della fase applicativa in corso.

Si rende necessario capitalizzare l’esperienza di partecipazione e condivisione tra le parti sociali e le istituzioni creando un processo stabile di validazione di modelli gestionali applica- bili nelle organizzazioni. Diverse sono le strade possibili che vanno dalla creazioni di gruppi di lavoro UNI, alla predisposizione di documenti tecnici del SINCERT. Però in tali consessi non vi è più la completa rappresentatività delle parti e lo scopo di documenti emessi in simili conte- sti ha implicazioni, quali la certificazione dei sistemi, che determinano grossi problemi di con- divisione sui concetti ed i contenuti da parte delle diverse parti interessate.

Forse, ancora una volta, la strada maestra può essere quella dell’incontro non istituzionale, tra enti, associazioni sindacali e datoriali per creare linee guida ed indirizzi condivisi fuori dalle dinamiche normative, da affiancare ad un sistema di sostegno consulenziale e formativo, che le parti possono attivare, e ove possibile, visti i problemi di disponibilità di bilancio, da un accattivante processo di incentivazione economica di cui l’INAIL è stato già artefice. Se questo sarà possibile si ritiene che la diffusione dei SGSL subirà un incremento ancora più rapido di quello già verificatosi fino ad oggi e ciò porterà ad un miglioramento delle condizioni di SSL insieme a vantaggi complessivi gestionali e competitivi per il sistema produttivo del nostro Paese.

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R. Nitti*, C. Rangoni*

* INAIL - Direzione Regionale Veneto - Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione

RIASSUNTO

E’ stato siglato da INAIL - Direzione Regionale Veneto e Confindustria Veneto un protocollo di intesa che si prefigge di diffondere la cultura della prevenzione e della sicurezza nei luoghi di lavoro, attraverso lo sviluppo di azioni tese all’informazione e formazione dei lavoratori, ed all’implementazione di SGSL, anche attivando e promuovendo l’utilizzo delle risorse economi- che rese disponibili dall’art. 24 del D.Lgs. 38/2000. Le P.M.I. della provincia di Treviso hanno da tempo avviato lo sviluppo e l’implementazione di SGSL.

La presente relazione, partendo dai dati acquisiti con la collaborazione dell’Unione degli Industriali di Treviso, intende fotografare lo stato dell’arte e di avanzamento dei lavori in mate- ria, relativamente ad alcuni settori produttivi. I risultati della presente indagine verranno ana- lizzati alla luce dei dati socio-economici, produttivi e degli indici infortunistici, che saranno oggetto di futura analisi ed approfondimento, anche attraverso indagini mirate sul campo.

SUMMARY

INAIL and Confindustria of Veneto’s Region have subscribed an agreement to diffuse the pre- vention and safety knowledge in the work’s places, by means the development of formation and information of workers, and the activation of financing resources provided by law. The Small and Medium Enterprises in the district of Treviso have already started over design and applica- tion of Occupational Health & Safety Management Systems.

The present work starting over the analysis of data provided by Unione degli Industriali di Treviso focuses the state of the art and the progress of work in this matter, related to some industrial areas. The results of the present study are going to be reviewed in the economical and industrial context, with statistical data about work’s accident, and will be analized with some field studies in the industrial areas.

1. IL CONTESTO SOCIO-ECONOMICO

Nel contesto di stagnazione economica, rilevato a livello regionale e più in generale a livello nazionale, la provincia trevigiana si è caratterizzata negli ultimi anni per un processo di con- trazione dell’industria manifatturiera ed in particolare nei settori tessile, abbigliamento, cal- zature e, di contro, di espansione del terziario, con particolare riferimento alle attività di ser- vizio rese alle imprese. Tutti gli indicatori socio-economici denotano un processo di trasforma- zione in atto dell’economia trevigiana, in termini di terziarizzazione e di internazionalizzazio- ne dei processi produttivi.

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Nonostante queste dinamiche interne di espansione e di contrazione, il comparto “industria”

nel suo insieme, composto, oltre che dal manifatturiero, dalle costruzioni, dall’industria estrat- tiva e dalle attività di trasformazione legate all’agricoltura, continua a rappresentare la voca- zione economica prevalente nel territorio.

Infatti passando ad esaminare la rilevanza dei vari settori economici in termini assoluti (per numero di aziende e di addetti), possiamo osservare come nel comparto industriale trevigiano siano collocati nelle prime posizioni i settori delle costruzioni, della produzione di macchinari per l’industria e di elettrodomestici, della carpenteria metallica, dell’industria del mobile, della gomma e della plastica dei trasporti ed, in seconda battuta, il settore della carta e dell’industria alimentare. Invece nelle prime posizioni del terziario troviamo le attività immobiliari, il com- mercio all’ingrosso e gli intermediari, l’informatica, i servizi ausiliari del trasporto (ad es. agen- zie di viaggio), le attività di accoglienza e ristorazione, la sanità privata ed altri servizi sociali.

Sono stati elencati (Figure 1 e 2) alcuni dei settori produttivi di rilievo, tra quelli soggetti all’assi- curazione obbligatoria, in termini di numero di aziende (>1.000) e di numero di addetti (> 5.000).

Figura 1: Aziende nella provincia di Treviso

Figura 2: Addetti nella provincia di Treviso

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Per quanto concerne la dimensione media aziendale è da registrare la presenza di numerosi set- tori aventi una dimensione medio-piccola quali: la produzione macchinari, l’industria della gomma, della plastica e del tessile e, seppur in misura minore, nell’industria dell’abbigliamen- to, del mobile e delle calzature.

Allargando l’osservazione a tutti gli altri settori economici (commercio e servizi) il dato interes- sante che emerge è come la Piccola Media Impresa rappresenti la quasi totalità (99,9%) delle aziende assicurate, con l’89% circa dei lavoratori addetti, mentre la piccolissima impresa (<15 addetti) appare costituire quasi il 96% delle aziende, con il 52% dei lavoratori (Figure 3 e 4).

2. I DATI INFORTUNISTICI DI PARTENZA

Per quanto concerne i dati infortunistici di partenza è da evidenziare come le frequenze relati- ve, cioè il rapporto tra il numero di infortuni indennizzati ed il numero degli esposti (per 1000 addetti), relativi al triennio 1999/2001, ricavabili dalla Banca Dati INAIL, siano attestate su valori medi regionali pari a 49,16, superiori a quelli nazionali pari a 39,79. Il picco è costitui- to da Verona con 51,58, subito seguito da Vicenza con 49,88 e Treviso con 49,84 (Figura 5).

Quasi tutti i settori di rilievo sopra evidenziati hanno frequenze superiori a quelle degli analo- ghi settori a livello nazionale, ad eccezione del tessile (G 8100) e del turismo-ristorazione (G 0300) (Figura 7).

Inoltre le frequenze dei settori non artigianali sono quasi sempre superiori a quelle degli ana- loghi settori artigianali (tranne il Gruppo 0200), anche se in questo caso tale dato è in con- trotendenza con il corrispondente dato medio provinciale (Figura 6).

Figura 3: Numero Aziende per Classe Addetti Figura 4: Numero Addetti per Classe Addetti

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Figura 5: Frequenze relative d’infortunio

Figura 6: Frequenze relative d’infortunio Art./Non Art.

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Elaborando tali frequenze relative in modo da rapportarle al corrispondente valore totale medio (assunto come base = 100), si ottengono i numeri indici delle frequenze relative. Da tali indici si può evincere come tra i settori di rilievo evidenziati gli unici ad avere un valore infe-

Figura 7: Frequenze relative d’infortunio TV/Italia

Figura 8: Rapporti di gravità TV/Italia

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riore a 100 e quindi a collocarsi in una posizione più favorevole rispetto alla media provinciale siano i settori dei GG 8 e 0.

Infine ordinando in senso decrescente i valori dei numeri indici delle frequenze relative si possono ottenere delle classifiche sui settori a più elevata incidenza infortunistica, da cui si possono rile- vare nell’ordine i Gruppi 3100, 6200, 5200, 3600 e 6300 (Figura 9) e cioè dei GG 3 (Cantieri edili + industriali), GG 6 (Metallurgia + Metalmeccanica) e GG 5 (Lavorazione del legno).

Analogo procedimento può essere effettuato ordinando i rapporti di gravità cioè i rapporti tra le conseguenze degli eventi lesivi indennizzati (giornate perdute normalizzate) ed il numero degli esposti (per addetto). In tal modo infatti si ottengono risultanze analoghe, con le uniche diffe- renze che compare in graduatoria anche il Gruppo 9100, mentre scende di classifica il Gruppo 6300, denotando per il primo settore un’elevata incidenza delle conseguenze, a fronte di minori frequenze di accadimento di eventi lesivi, e viceversa per il secondo settore (Figure 8 e 10).

Figura 9: Numeri indici F.I. per Gruppo di Tariffa

Figura 10: Numeri indici R.G. Gruppo di Tariffa

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Si ritiene che la conoscenza dei settori di rilievo dell’economia trevigiana, dei dati infortuni- stici fotografati nell’anno 2002 e la loro indicizzazione secondo una scala di valori, avendo come base di riferimento il dato medio a livello nazionale, possano costituire una buona base di partenza per il monitoraggio sull’implementazione dei SGSL e più in generale sull’applica- zione della normativa sulla SSL, secondo dei criteri di priorità e di rilevanza per una politica di prevenzione dell’Istituto sul territorio.

3. L’IMPLEMENTAZIONE DEI SGSL IN VENETO

A partire dal 2002, in Veneto quasi 100 aziende hanno avuto accesso ai finanziamenti ex D.Lgs.

38/2000 per la realizzazione di Sistemi di Gestione della Sicurezza: i destinatari di questi inter- venti sono stati più di 4700 lavoratori, operanti in differenti settori produttivi (Figura 11).

Più della metà (50) delle domande finanziate ha riguardato realtà produttive della provincia di Treviso, coinvolgendo complessivamente quasi 2500 lavoratori.

Figura 11. Riepilogo dati finanziamento Inail per programmi implementazione SGSL (bandi 2002 2004)

Sedi Inail n. Aziende n. Destinatari intervento

Belluno 1 40

Padova 17 578

Rovigo 4 385

Treviso + Conegliano 50 2438

Venezia 8 320

Verona + Legnago 15 699

Vicenza + Bassano 4 255

Totale Veneto 99 4715

I principali macro-settori produttivi interessati, per numero di aziende ammesse al finanzia- mento e di lavoratori destinatari degli interventi, sono stati (Figura 12): Metallurgia e Metalmeccanica (GG 6), Cantieristica edile ed industriale (GG 3) e Servizi (GG 0).

Figura 12. Ripartizione per macro-settori produttivi delle domande di SGSL presentate in provincia di Treviso

Riferimenti

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