CODICE PREDA
2. IL METODO PROPOSTO
2.1 Applicazione di un SGSL
Il presente lavoro propone l’applicazione di un SGSL ad attività con posti di lavoro non fissi, mediante l’uso del metodo di valutazione dei rischi sintetizzato in Figura 1, che si integra in un SGSL e ne semplifica la sua applicazione in particolare per alcuni punti della norma OHSAS 18001, così come viene spiegato di seguito per ognuno di tali punti.
A
ATTTTII 44°° SSEEMMIINNAARRIIOO DDEELLLLAA CCOONNTTAARRPP
56
2.1.1 “Pianificazione” (4.3.): individuazione e valutazione dei rischi (4.3.1.); individuazione e adeguamento ai vincoli legali (4.3.2.)
Relativamente a tali punti la OHSAS 18001 richiede: l’identificazione dei pericoli associati alle diverse attività (attività di routine e non di routine), di valutare il livello di rischio associato al peri-colo, procedure di accesso ai requisiti legali di interesse e aggiornamento documentato di questi.
Il metodo di valutazione dei rischi illustrato nel presente lavoro, condotto mediante l’uso di check list, che prima di ogni accesso vengono aggiornate ai vincoli legali di sicurezza e igiene del lavoro pertinenti al luogo e tipo di lavoro che si andrà a eseguire, consente di ridurre la possibilità di trascurare o ignorare alcuni rischi. A fine accesso , nella fase di verifica di ade-guatezza delle check list, i lavoratori hanno la possibilità di esprimere giudizi ed eventualmen-te proposeventualmen-te di modifica ai rischi presi in considerazione.
2.1.2 “Implementazione ed attività” (4.4.): addestramento, consapevolezza, competenza (4.4.2); consultazioni e comunicazioni (4.4.3); preparazione e risposta all’emergenza (4.4.7) Relativamente a tali punti la OHSAS 18001 richiede: che tra le risorse umane vengano identifi-cate le esigenze di formazione e addestramento e, quando la formazione è stata erogata, la verifica dell’efficacia nel raggiungimento delle necessità di formazione; che ci siano linee di comunicazione identificate e documentate interne ed esterne e che il personale sia coinvolto e consultato nello sviluppo e nella gestione del rischio, sui cambiamenti che riguardano la salu-te e l’igiene del lavoro. Per quanto riguarda la gestione dell’emergenza, la norma prevede che l’organizzazione mantenga piani e procedure per individuare le potenzialità di incidenti o situa-zioni d’emergenza e che tali piani e procedure siano riesaminati in particolare dopo l’insor-genza di un incidente o situazione d’emerl’insor-genza.
L’applicazione del ciclo illustrato in Figura 1 consente all’organizzazione, attraverso il continuo aggiornamento delle check list col contributo di tutto il personale che esegue le attività ogget-to del presente lavoro, di conoscere i pareri delle parti interessate nel SGSL, e di tenerne conogget-to anche nella definizione e nell’aggiornamento degli obiettivi del salute e sicurezza sul lavoro.
Vi sarà inoltre una continua verifica delle necessità e dell’efficacia della formazione e dell’ad-destramento attraverso il contributo che ogni lavoratore darà alla correzione e/o integrazione delle check list. La gestione degli incidenti e delle situazioni di emergenza è parte integrante delle check list predisposte dall’organizzazione e i piani e le procedure previste in dette check list vengono alla fine di ogni ciclo della Figura 1, riesaminate tenendo conto di eventuali situa-zioni incidentali o di emergenza realmente accadute.
2.1.3 “Controlli ed azioni correttive” (4.5.): infortuni, incidenti, non-conformità, azioni corretti-ve ed azioni precorretti-venticorretti-ve (4.5.2); audit (4.5.4)
La OHSAS 18001 per tali punti prevede che l’organizzazione stabilisca e mantenga procedure per definire le responsabilità per: il trattamento di incidenti,infortuni e non conformità; attua-re azioni corattua-rettive per mitigaattua-re le conseguenze di incidenti e/o infortuni; confermaattua-re l’effica-cia delle azioni correttive. Queste procedure richiedono che tutte le azioni correttive proposte venano riesaminate attraverso il processo di valutazione dei rischi. L’organizzazione mediante l’audit stabilisce e mantiene un programma di verifiche per stabilire se il SGSL è conforme alle disposizioni previste, se è stato attuato e mantenuto in modo appropriato, per riesaminare i risultati delle precedenti verifiche e per fornire informazioni sui risultati delle verifiche alla Direzione.
A
ATTTTII 44°° SSEEMMIINNAARRIIOO DDEELLLLAA CCOONNTTAARRPP
58
Il metodo di valutazione dei rischi illustrato nel presente lavoro, consente di verificare l’effica-cia delle azioni preventive applicate attraverso interviste ai lavoratori e/o mediante visite a cam-pione del RSPP o dell’auditor insieme ai lavoratori durante la loro attività ed effettuando misu-razioni e monitoraggi dei fattori di rischio più significativi e ricorrenti. Nella fase di verifica di adeguatezza delle check list a fine accesso inoltre, i lavoratori hanno la possibilità di esprimere giudizi ed eventualmente proposte di modifica non solo ai rischi presi in considerazione ma anche alle misure d’intervento previste. Gli infortuni, gli incidenti e le eventuali non conformità alla fine del ciclo descritto in Figura 1, vengono individuati dal RSPP per essere poi gestiti dalla dirigenza dell’organizzazione. In questa fase i lavoratori vengono coinvolti attivamente facendo parte integrale del ciclo che consente il miglioramento della valutazione e gestione dei rischi.
2.1.4 “Riesame” (4.6)
Per la OHSAS 18001 la direzione dell’organizzazione deve, a intervalli predeterminati, riesami-nare il SGSL mediante informazioni adeguate a svolgere questa valutazione.
Il metodo schematizzato nel ciclo di Figura 1 permette di fornire alla direzione tutte le infor-mazioni necessarie a svolgere il riesame.
Tabella 1: Esempi di rischi e misure d’intervento per l’utilizzazione del mezzo di trasporto
RISCHI MISURE D’INTERVENTO
Autovettura
Slittamento del mezzo su ghiaccio Formazione su guida sicura
Uso del telefono in macchina Procedure di comportamento (uso di viva voce, parcheggiare quando si telefona)
Emergenza Estintore
Cassetta di pronto soccorso
Coltello per tagliare cinture di sicurezza e rompere il vetro
Procedure di comportamento (avere in macchina dati sanitari
personali ecc.)
Formazione su pronto soccorso e antincendio
Stato di benessere fisico del conducente Guidare soltanto in assenza di sonnolenza e/o di malessere fisico Alimentazione del conducente Informazione sui rischi dovuti all’assunzione di cibi
eccessivamente grassi, assunzione di bevande alcoliche Esposizione agli inquinanti del traffico Informazione e formazione sui rischi
Incidenti, urti Manutenzione periodica dell’automezzo
Formazione su guida sicura
Procedure riguardo controlli preliminari (uso cinture di sicurezza,
posizione specchi retrovisori, ecc.) Esposizione a vibrazioni Manutenzione periodica del mezzo
Pianificazione di pause per lunghi tragitti Microclima termico: assenza di impianto di Pianificazione delle missioni (avvicendamento) climatizzazione, temperature alte in estate Pianificazione di pause per lunghi tragitti
Microclima termico: sbalzi di temperatura tra Evitare bruschi sbalzi termici (escursione termica < 7°C) abitacolo e ambiente esterno
Fattori di stress Pianificazione delle missioni (avvicendamento)
Formazione Treno, autobus
Esposizione a vibrazioni o “mal dei trasporti” Pianificazione delle missioni (avvicendamento) (vibrazioni di frequenze tra 0,01 e 0,1 Hz)
Microclima termico Evitare bruschi sbalzi termici (escursione termica < 7°C) Rischio di patologie infettive Seguire le normali misure igieniche e preventive al fine di ridurre
al minimo il rischio
Figura 1 - Metodo di valutazione dei rischi per attività lavorative con luogo di lavoro variabile
Tabella 2: Esempi di rischi e misure d’intervento durante gli accessi presso le aziende
RISCHI MISURE D’INTERVENTO
Incidenti presso le aree esterne all’azienda per interferenze con attività o mezzi operanti sul luogo; scontri tra mezzi meccanici (carrelli elevatori, camion, ruspe, autobetoniere, ecc.) e pedoni; urto o schiacciamento durante la movimen-tazione delle materie prime (ruspe, camion, ecc.) Rischio infortuni per presenza di macchine con organi in movimento e/o parti sporgenti o per presenza di ostacoli (materiali, oggetti con parti sporgenti) nelle zone di pas-saggio interne
Rischio infortuni per cadute dall’alto di oggetti (all’interno del raggio di azione di apparecchi di sollevamento, di mate-riale stoccato in altezza, transito in prossimità di ponteggi, impalcature, ecc.)
Cadute da scale e ripiani sopraelevati (p. es. in caso di lavo-ri in altezza)
Rischio di elettrocuzione per contatto con apparecchi elet-trici non adeguatamente protetti
Emergenze (p. es. rischio di incendio/esplosione)
Informazione sulla segnaletica (D.Lgs. 493/96)
Rispettare i limiti di velocità all’interno dell’area
Non avvicinarsi al campo di azione di mezzi meccanici
Utilizzare le vie riservate ai pedoni
Usare indumenti con bande rifrangenti
Mantenere adeguata distanza di sicurezza dalle macchine con organi in movimento
Evitare l’uso di indumenti che possano impigliarsi (mani-che ampie, braccialetti, ecc.)
Evitare l’accesso o il transito nelle zone più a rischio
Indossare elmetto e scarpe antinfortunistiche
Informazione sui principali riferimenti normativi: scale:
UNI EN 131:1994; DPR 164/56, artt. 8, 69; DPR 547/55, artt. 16, 17, 18, 19, 20, 21, 26; UNI EN 361:1993; DM 23/03/2000; UNI 10401:1994
Non accedere a ripiani sopraelevati privi di parapetto
Indossare scarpe antinfortunistiche
Informazione sulla segnaletica (D.Lgs. 493/96)
Accertarsi dal personale addetto che le attrezzature elet-triche siano adeguatamente protette
Indossare DPI isolanti
Prima di iniziare l’accesso informarsi della posizione degli estintori, idranti, uscite d’emergenza, nomi dei compo-nenti della squadra d’emergenza, procedure di emergen-za per i visitatori
Non indossare indumenti che possano generare cariche elettrostatiche, al fine di evitare il rischio di eventuali scintille (p. es. indumenti in fibra sintetica)
Indossare scarpe antinfortunistiche prive di rifiniture metalliche
Evitare di portare con sé fiammiferi, accendini, oggetti che cadendo o sfregando possano provocare scintille
Non fumare
A
ATTTTII 44°° SSEEMMIINNAARRIIOO DDEELLLLAA CCOONNTTAARRPP
60
Tabella 3: Esempi di rischi e misure d’intervento durante gli accessi presso le ceramiche
RISCHI MISURE D’INTERVENTO
3. CONCLUSIONI
Per le attività lavorative senza un posto di lavoro fisso, la valutazione dei rischi connessi all’at-tività stessa e di conseguenza l’applicazione di un SGSL, è molto difficoltosa in quanto dovreb-be essere continuamente integrata e aggiornata, con conseguenti difficoltà e dispendio di risorse per il servizio di prevenzione e protezione e con la possibilità, tra l’altro, di trascurare la gestione di alcuni rischi. L’applicazione di check list che vengono implementate ciclicamen-te dagli sciclicamen-tessi lavoratori oltre che dal servizio di prevenzione e prociclicamen-tezione, consenciclicamen-te all’orga-nizzazione, che vuole applicare un SGSL, di avere alcuni vantaggi quali:
- eliminare o ridurre i rischi cui vengono sottoposti dipendenti e/o parti interessate;
- attuare un metodo standardizzato che permetta di gestire il rispetto normativo e dei requi-siti applicabili;
- migliorare l’immagine dell’azienda dimostrando all’esterno la capacità gestionale degli aspetti di sicurezza;
- mantenere vivo il coinvolgimento del personale, - avere credibilità come potenziali partner commerciali.
Crolli di cumuli di materie prime
Caduta in aperture di carico poste a livello del pavimento (apertura di carico macchina “frangizolle”, vani interrati)
Esposizione a rumore (reparti mulini, presse ecc) Contatto con parti calde (reparto forni)
Esposizione a polveri tra cui silice libera cristallina
Esposizione ad agenti chimici (p. es. fritte e coloranti contenenti piombo, cadmio, antimonio)
Microclima: esposizione ad alte temperature (> 26°C), p.
es. presso i forni
Durante le operazioni di movimentazione di cumuli di materie prime manuale o con mezzi meccanici, non avvicinarsi al campo di azione dei mezzi meccanici, alla parete e al ciglio del fronte d’attacco
Non avvicinarsi ai depositi di materiale presso il ciglio di scavi
Informazione sulla segnaletica (D.Lgs. 493/96)
Evitare l’accesso o il transito nelle zone più a rischio
Informazione sui percorsi di accesso preferenziali Indossare idonei protettori auricolari (UNI EN 458:1995) Mantenere adeguata distanza dalle parti calde e nel caso in cui questo non sia possibile, fare uso di adeguati DPI Usare idonei DPI (facciali filtranti antipolvere FFP3, UNI EN 149: 2003)
Non mangiare,bere, fumare sul luogo di lavoro
Formazione su classificazione ed etichettatura pro-dotti
Informazione su prodotti maggiormente utilizzati dal-l’azienda (schede di sicurezza) e conseguente adozio-ne DPI
Limitare lo stazionamento nell’area e/o intervallare con pause in ambienti con idonee temperature
BIBLIOGRAFIA
ADAPT REGART PMI: www.sicurezzapmi.it/sicurezza (aprile 2005).
Associazione Ambiente e Lavoro: Rischi, fonti, misure. 626 Ter Sicurezza sul lavoro, 2001.
Atti Convegno Rischi 2002: 707-753.
Atti del Convegno DBA94: 353-356.
Atti del Convegno DBA98: 189-198.
Autori Vari: Impresa sicura. Sicurezza e salute nei luoghi di lavoro DLgs 626/94. Legno, 1995, E.B.E.R, Bologna.
Circolare 7 agosto 1995, n. 102/95: D. LGS. 19/09/1994, N. 626. Prime direttive per l’appli-cazione, G.U. n. 194 del 21/08/1995.
Comune di Sesto Fiorentino (FI) (“Ceramica in rete”): www.comune.sesto-fiorentino.fi.it/
(aprile 2005).
Decreto Legislativo 19/09/1994, n. 626: Attuazione di direttive CEE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori durante il lavoro, G.U. n. 265 del 12/11/1994, S.O.
Decreto Legislativo 14/08/1996, n. 493: Attuazione della direttiva 92/58/CEE concernente le prescrizioni minime per la segnaletica di sicurezza e/o di salute sul luogo di lavoro, G.U. n. 223 del 23/09/1996, S.O.
Decreto Ministeriale 23/03/2000: Riconoscimento di conformità alle vigenti norme di mezzi e sistemi di sicurezza relativi alla costruzione ed all’impiego di scale portatili, G.U. n. 101 del 03/05/2000.
Decreto Presidente Repubblica 27/04/1955, n. 547: Norme per la prevenzione degli infortu-ni. G.U. n. 158 del 12/07/1955.
Ferrovie dello Stato: web.tiscali.it/no-redirect-tiscali/dir_comp_mov_ca_spp/index.htm (apri-le 2005).
ISPESL: www.ispesl.it/safety_checks/_it/index.htm (aprile 2005).
Regione Emilia Romagna, Unità Sanitaria Locale Scandiano: Prevenzione degli infortuni in ceramiche, 1986, Grafiche Aleati.
Occupational Health and Safety Assessment 1999 18001: Sistemi di gestione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro- specifica.
Occupational Health and Safety Assessment 2000 18002: Sistemi di gestione della Sicurezza e Salute professionale - linee guida per l’attuazione delle specifica OHSAS 18001.
Tutte le Norme UNI EN citate nel testo.