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DELLA SILICE

2. LE MALATTIE PROFESSIONALI DA AGENTI CHIMICI. DATI DELLA CONTARP SICILIA E DELLA CONTARP TOSCANA

2.4 Classi di materiali

Sovente, in un caso di malattia professionale da agenti chimici, l’esposizione non è limitata ad un singolo agente, ma ad una miscela, e risulta complessa l’individuazione e caratterizzazione degli agenti stessi. Appare pertanto utile, piuttosto che effettuare una classificazione in fun-zione dei singoli agenti di rischio, effettuare una suddivisione degli agenti chimici in funfun-zione della classe di materiale.

I dati di questa classificazione sono mostrati in Tabella 3.

Tabella 3: Classe di materiali

Classe di materiali Sicilia Toscana

Solventi/diluenti 37 16

Fumi di saldatura 15 2

Prodotti idrocarburici in petrolchimica 16 0

Pigmenti/Coloranti 11 19

Prodotti cosmetici 6 2

Gas di scarico 7 2

Polimeri/Resine 7 1

Oli lubrificanti 2 3

Cere 0 2

Metalli 0 2

Altro 11 8

La classe più rappresentata è di gran lunga quella dei solventi/diluenti (37 casi in Sicilia e 16 in Toscana): sono esposti a questa classe i verniciatori di vari comparti lavorativi (solventi/diluenti delle vernici) e i meccanici (prodotti per la pulizia dei pezzi).

I fumi di saldatura rappresentano il fattore di rischio per i saldatori dei comparti metalmecca-nico, autocarrozzeria e lavorazione del ferro.

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I dati della Sicilia mostrano come agente di rischio caratteristico della regione i prodotti idro-carburici nell’industria petrolchimica ovviamente non individuati nella regione Toscana, dove i prodotti idrocarburici interessati sono principalmente carburanti nell’ambito del trasporto e imbottigliamento degli stessi.

Pigmenti e coloranti (a base di piombo, cromo o di composti azoici) sono stati spesso indivi-duati come agenti di rischio tra i verniciatori; interessante è notare come nonostante il nume-ro inferiore di casi totali, in Toscana il numenume-ro di casi in cui i pigmenti/coloranti sono stati indi-viduati come agente di rischio è maggiore che in Sicilia. Ciò rispecchia anche la casistica delle patologie tumorali esaminate, che in Toscana riguardano in prevalenza l’apparato genito-uri-nario e i cui agenti materiali più implicati sono proprio alcuni coloranti organici (ammine aro-matiche).

I lavoratori esposti ad agenti contenuti nei prodotti cosmetici sono generalmente lavoratori del comparto parruccherie.

L’esposizione a gas di scarico interessa i meccanici addetti alla riparazione degli autoveicoli e, in Sicilia, 2 casi di neoplasie a carico di lavoratori della Polizia Municipale.

Due casi di esposizione a cere sono stati individuati in Toscana; entrambi esulano dal com-parto industriale trattandosi di piccole imprese artigiane (un calzolaio ed una operatrice ecologica).

Per quanto riguarda l’esposizione a metalli sono stati segnalati in Toscana un caso di intossi-cazione da cadmio in un’industria di produzione di articoli in bigotteria e un remoto caso di idrargirismo in impianti elettrolitici.

3. CONCLUSIONI

L’analisi dei pareri CONTARP relativi a malattie professionali da agenti chimici del quadrien-no 2001/2004 nelle regioni Sicilia e Toscana, ha mostrato un decremento nel 2002 dei pare-ri pare-richiesti, probabile conseguenza dell’emanazione della Circolare INAIL n. 70 del 24 otto-bre 2001. Tuttavia, si è notato, in entrambe le regioni, come le richieste di parere del Dirigente Medico di Sede siano divenute, in accordo con la Circolare, maggiormente pun-tuali e spesso accompagnate da specifici quesiti. Ciò rende maggiormente efficace ai fini della definizione del caso il successivo parere consulenziale. Rimane complessa la valuta-zione del rischio chimico specie a causa della carenza di informazioni tecniche (dati di ana-lisi strumentale, valutazioni del rischio, schede di sicurezza ecc.) generalmente riscontrata nei casi oggetti dello studio. A tal proposito, l’emanazione del D.Lgs. 25/2002 dovrebbe, in futuro, se correttamente attuato, rendere disponibili per la definizione dei casi un numero elevato di informazioni specifiche per il rischio chimico. La ricaduta positiva del D.Lgs.

25/2002 e del D.Lgs. 66/2000 in termini di malattie professionali è da verificare negli anni tenendo in debita considerazione che le patologie da agenti cancerogeni mostrano spesso tempi di latenza piuttosto elevati.

La maggior parte dei casi di malattie professionali da agenti chimici per cui viene richie-sto il parere CONTARP riguarda patologie di natura tumorale (in Toscana rappresentano la quasi totalità). In particolare in Toscana tali patologie risultano a carico dell’apparato genito-urinario. L’analisi dei dati, oltre a mostrare una differenza negli organi bersaglio delle malattie, ha evidenziato una difformità negli agenti patogeni, intesi come classe di materiali, che risulta ben correlabile con la diversità territoriale del tessuto produttivo delle due regioni.

BIBLIOGRAFIA

Circolare INAIL n. 70 del 24 ottobre 2001: Malattie professionali non tabellate. Nuove moda-lità di trattazione.

Decreto Legislativo n. 25 del 2 febbraio 2002: Attuazione della direttiva 98/24/CE sulla pro-tezione della salute e della sicurezza dei lavoratori contro i rischi derivanti da agenti chimici durante il lavoro, in G.U. n. 57 dell’ 8 marzo 2002).

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B. Brunetto*, L. Frusteri**, R. Giovinazzo**, E. Guerrera***, P. Iacovacci*, M. Mameli****, D. Sarto*****

* ISS - Reparto di Malattie Immunomediate, Dipartimento di Malattie Infettive, Parassitarie e Immunomediate

** INAIL - Direzione Generale - Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione

*** INAIL - Direzione Regionale Umbria - Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione

**** INAIL - Direzione Regionale Toscana - Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione

***** INAIL - Direzione Regionale Liguria - Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione

RIASSUNTO

L’analisi dei casi di malattie professionali pervenuti all’INAIL nel quinquennio 1994-2000 ha per-messo di individuare il settore della panificazione ed il comparto legno come quelli che presen-tano le maggiori criticità per quanto riguarda la denuncia di allergopatie. In tali settori, i princi-pali agenti eziologici sono rappresentati dalle polveri di cereali e dalle polveri di legno. Tuttavia, oltre ad essi, sembra che altre fonti di allergeni quali muffe, batteri ed artropodi, possano incre-mentare il rischio per i lavoratori sia a livello dell’apparato respiratorio sia a livello cutaneo.

Al fine di approfondire tale problematica, sono state effettuate delle campagne di campiona-menti di polvere in panifici e falegnamerie di tre regioni (Liguria, Toscana ed Umbria), volte a verificare la presenza dei più comuni allergeni indoor di origine acaridica (Der f 1) e fungina (Asp f 1 e Alt a 1), i cui risultati sono riportati nel presente lavoro.

SUMMARY

From the analysis of occupational diseases arrived to INAIL between 1994-2000, the bakeries and the joineries resulted the workplaces where the allergies are more critical. Wheat flour and wood dust allergens represent the most important causative agents of allergic diseases among bakers and joiners. Nevertheless, sensitisation to mites, particularly storage mites, is reported too. Wood dust is considered the principal causative agent of respiratory symptoms in the joi-nery’s workers, but also molds can be represent an important problem.

The objective of this study was to assess the prevalence of common indoor allergens (molds and dust mites) in the baking industry and in the joinery in order to define if their concentrations can reach risk levels to workers.

Samples of settled dust were collected from different bakeries and joineries of three Italian regions (Liguria, Toscana and Umbria) and analysed. An immunochemical method was used for measuring some common indoor allergens (Der f 1, Asp f 1 e Alt a 1) in the dust.

The results of the study indicate that there is not a significant risk of indoor allergens in Italian bakeries and joineries.

1. INTRODUZIONE

Con il progetto “Definizione e standardizzazione di procedure relative alla valutazione del

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rischio allergeni negli ambienti di lavoro”, frutto della collaborazione tra Contarp Centrale, Contarp delle regioni Campania, Lazio, Liguria, Toscana ed Umbria e il Reparto di Malattie Immunomediate dell’Istituto Superiore di Sanità, l’INAIL ha avviato uno studio sul rischio da allergeni negli ambienti di lavoro e sulle problematiche inerenti al suo accertamento.

Il progetto è stato strutturato in due fasi distinte: la prima ha previsto la messa a punto di metodologie standardizzate per il campionamento e l’analisi degli allergeni della polvere negli uffici; la seconda ha avuto come fine lo studio del rischio allergeni negli ambiti lavorativi dai quali sono giunte all’INAIL le denunce di malattie professionali rientranti nelle voci 40, 41, 24 e 25 dell’allegato IV del DPR 336/94. Dall’esame delle denunce relative alle regioni coinvolte nel progetto, è emerso che i settori della panificazione e delle falegnamerie sono tra quelli maggiormente interessati dal problema delle allergopatie.

Negli ambienti indoor non industriali le principali fonti di allergeni di natura biologica sono rappresentate da acari, funghi e animali domestici. In ambienti di lavoro artigianali, quali pani-fici e pasticcerie, le polveri di farina di cereali sono le principali cause di asma, bronchiti, con-giuntiviti, riniti e dermatiti. Nelle falegnamerie, le “polveri di legno” sono riconosciute quali i principali agenti eziologici di asma bronchiale ed alveoliti allergiche estrinseche.

Anche l’alfa-amilasi, di origine fungina (Aspergillus oryzae), aggiunta per accrescere il quanti-tativo naturale di amilasi presente nella farina, è dotata di un forte potere allergizzante, essen-do in graessen-do di sensibilizzare anche fino ad un terzo degli esposti (Vanhanem et al., 1996).

Tuttavia, è presumibile ritenere che, oltre ai principali agenti eziologici, il rischio di tali pato-logie sia a livello dell’apparato respiratorio sia a livello cutaneo possa essere incrementato dalla presenza di contaminanti quali muffe, batteri ed artropodi. Tra questi, in particolare:

deiezioni e residui di acari (Dermatophagoides farinae, Acarus siro ed altri) e altri artropodi (per esempio Sitophylus granarius ed Ephestia kuehniella) e muffe quali Alternaria e Aspergillus.

Al fine di approfondire tale problematica, nel periodo 2003-2004 sono state effettuate delle campagne di campionamenti in panifici e falegnamerie di tre regioni (Liguria, Toscana ed Umbria), volte a verificare la presenza dei più comuni allergeni indoor di origine acaridica (Der f 1) e fungina (Asp f 1 e Alt a 1), i cui risultati sono presentati nel presente lavoro.

2. MATERIALI E METODI

Come detto precedentemente, dall’esame delle denunce è emerso che il settore della panifica-zione è risultato essere quello da cui proviene il maggior numero di casi (42%). Gli altri setto-ri di provenienza costituiscono un gruppo eterogeneo di attività, tra le quali è però evidente la prevalenza di aziende del settore del legno (20%).

Le campagne di campionamenti di polvere sono state effettuate in 41 panifici e 6 falegname-rie di tre regioni (Liguria, Toscana e Umbria) e, in totale, sono stai esaminati circa 200 cam-pioni di polvere.

Le analisi degli allergeni sono state svolte presso il Reparto di Malattie Immunomediate del Dipartimento di Malattie Infettive, Parassitarie e Immunomediate presso l’Istituto Superiore di Sanità, utilizzando anticorpi monoclonali specifici per i seguenti allergeni:

Fonte di allergeni Allergene

Acari Der f 1 (Dermatophagoides farinae)

Funghi Alt a 1 (Alternaria alternata)

Asp f 1 (Aspergillus fumigatus)

I prelievi della polvere sono stati corredati dalla raccolta di informazioni relative agli ambien-ti di lavoro sottoposambien-ti a monitoraggio, da segnalazioni di eventuali disagi percepiambien-ti dai lavora-tori o patologie allergiche cui gli stessi potevano essere affetti.