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DELLA SILICE

DESCRIZIONE CICLO LAVORATIVO

R. Ligugnana: Le Buone norme di campionamento (BNC), Note Applicative, 1999 International PBI, Milano

3.4 Confronti tra campionamenti attivi e passivi

I valori di carica microbica totale e fungina monitorate con metodologie passive e attive sono riportate nelle Figure 1 e 2.

Figura 1: Confronto cariche microbiche totali ottenute con campionamento attivo e passivo

In particolare, nei vari reparti in condizioni di fermo impianti ed in assenza di persone i valo-ri della cavalo-rica microbica totale espressa come Indice IMA sono compresi tra 30 e 46, mentre la carica fungina è compresa tra 20 e 47. I valori di carica microbica totale ottenuti con campio-namento attivo variano da 117 a 159 UFC/m3e quelli relativi alla carica fungina da 25 a 36 UFC/m3.

Durante l’attività lavorativa ed in presenza di persone la carica microbica totale espressa come Indice IMA è compresa tra 50 e 63, la carica fungina varia tra 32 e 85. I valori derivanti dai campionamenti attivi soni compresi tra 304 e 357 UFC/m3, per quanto riguarda la carica micro-bica totale e tra 51 e 134 UFC/m3, per quanto riguarda la carica fungina.

4. CONCLUSIONI

Anche se attualmente, non esistono TLV o limiti espositivi occupazionali (OEL) internazional-mente riconosciuti a cui far riferimento per le cariche batteriche e micotiche aerodisperse, la Commissione delle Comunità Europee (European Collaborative Action, 1993) per quanto riguar-da i campionamenti attivi raccomanriguar-da di confrontare la situazione microbiologica esterna con quella interna al fine di individuare situazioni di potenziale pericolo collegabili alle lavorazioni.

I valori di riferimento del metodo IMA devono essere invece individuati dall’operatore, all’inter-no di quattro classi di rischio (5 negli ambienti ad altissimo rischio, 25 negli ambienti ad alto rischio, 50 negli ambienti a medio rischio, 75 negli ambienti a basso rischio). In questo caso, in base alla tipologia degli ambienti di lavoro studiati, è stato scelto il valore soglia di 50.

I dati microbiologici ottenuti con campionamenti attivi e passivi evidenziano come, all’inter-no delle falegnamerie, la lavorazione del legall’inter-no produca un significativo aumento dell’inquina-mento fungino e batterico.

Figura 2: Confronto cariche fungine ottenute con campionamento attivo e passivo.

In un elevato numero di casi, infatti le cariche batteriche e fungine ottenuti con campiona-mento attivo all’interno degli opifici durante le normali operazioni di lavoro, sono signifi-cativamente maggiori rispetto a quelle riscontrabili all’esterno. Questa situazione è riscon-trabile anche con i campionamenti passivi: il valore soglia IMA (50) non viene mai supera-to all’esterno, mentre viene superasupera-to in due reparti su tre nel corso delle normali lavorazio-ni del legno.

Le cariche batteriche e fungine, ottenute con campionamenti attivi durante le lavorazioni del legno sono inoltre significativamente maggiori alle cariche riscontrabili in assenza delle lavo-razioni all’interno dei vari reparti. Il valore soglia dell’indice IMA, non viene mai superato in assenza di lavorazioni, mentre in presenza di lavorazioni viene superato nell’80% dei casi.

L’inizio delle lavorazioni produce pertanto un evidente aumento dell’inquinamento micro-biologico.

Le metodologie applicate, anche se con grandezze diverse dei valori assoluti, hanno fornito risultati comparabili. Entrambi i metodi hanno permesso l’identificazione di specie fungine appartenenti a generi potenzialmente patogeni e allergenici quali Aspergillus, Penicillium e Cladosporium. La metodologia attiva ha consentito di identificare un numero maggiore di specie fungine. Si tratta quindi di due metodologie in grado di fornire un attendibile descri-zione dell’inquinamento microbiologico dell’aria, evidenziando situazioni di rischio.

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M. Gullo*

* INAIL - Direzione Regionale Piemonte - Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione

RIASSUNTO

Vengono presentati i risultati preliminari dello studio effettuato sul fenomeno tecnopatico amianto-correlato manifestatosi, nel decennio 1994-2003, nel territorio regionale della Valle d’Aosta con riferimento al territorio nazionale. L’obiettivo che ci si è posto è quello di meglio comprendere in quali cicli lavorativi il fenomeno è maturato e da quali ci si può ragionevol-mente attendere che pervengano denunce di tecnopatie, quale potrà essere la sua dimensione futura e quanto i caratteri geologici regionali possono essere stati, o potranno essere, con-causa nell’insorgenza di tecnopatie amianto-correlate.

I risultati ottenuti indicano che in Valle d’Aosta il fenomeno è caratterizzato da un andamen-to in crescita; la prevalenza di forme neoplasiche, mesoteliomi pleurici in particolare, sulle asbestosi induce a ritenere, dati i periodi di latenza, che non sia ancora stato raggiunto il picco delle denunce. Inoltre dal confronto con i dati provenienti dall’USL di Aosta si può rite-nere realisticamente probabile l’esistenza, anche in Valle d’Aosta, del fenomeno delle “malat-tie perdute”.

Lo studio comparato delle anamnesi lavorative dei lavoratori che hanno presentato denuncia di malattie professionali e dei curricula professionali dei lavoratori che hanno presentato istanza di rilascio di certificazione di esposizione ad amianto ai sensi della L. 257/92 e succ. mod., fa ipotizzare la crescita del fenomeno tecnopatico all’interno del comparto siderurgico.

SUMMARY

Are here illustrated preliminary results coming from studies carried out on the asbestos-con-nected occupational diseases occurred during the 1994-2003 ten-year period in the Valle d’Aosta Region. The aim of these studies is to define from wich productive sectors derive the asbestos-exposure diseases as well as to understand from which productive sectors they are expected and their numerical dimension. Also we need of detailed knowledge of the Valle d’Aosta geo-petrographic characters to better understand their role in the developments of asbestos-exposure diseases. Results are as follow: (i) in Valle d’Aosta Region the these occu-pational diseases are increasing in time; (ii) neoplastic diseases prevail, mainly represented by pleural mesothelioma; (iii) mesothelioma lengths suggest that was not reached their pik; (iv) comparisons with the INAIL data and the data provided by the Aosta USL revealed the presen-ce of the so called “lost diseases” even in the Valle d’Aosta region.

Finally, the comparative analysis between occupational asbestos exposures of sik workers and professional curricula of workers which have claimed to have the certification in conformity to the Law n. 257/92 (and subsequent modifications) make us understand that these diseases can increase in the iron and steel industry.

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1. INTRODUZIONE

La Valle d’Aosta è una regione cui l’amianto non è estraneo, sia perché è stato ampiamente uti-lizzato nei cicli lavorativi sia per i caratteri geologico-petrografici del suo territorio dove il minerale è presente in varie località una delle quali, in particolare, è stata oggetto di sfrutta-mento minerario (miniera di Emarese).

Di qui la scelta di approfondire, per il decennio 1994-2003, lo studio del fenomeno tecnopatico sul territorio regionale, con riferimento al dato nazionale, confrontando il dato ottenuto con quello rilevato dalla USL di Aosta, per lo stesso periodo di osservazione. Tale studio è stato anche implementato dall’analisi dei comparti produttivi da cui sono pervenute le domande di accesso ai benefici previdenziali previsti dalla Legge n. 257/92 e succ. mod. L’obiettivo che ci si è posto è quello di meglio comprendere in quali cicli lavorativi il fenomeno è maturato e da quali ci si può ragionevolmente attendere che pervengano nel futuro denunce di tecnopatie, quale potrà essere la sua dimensione futura e quanto i caratteri geo-petrografici del suo territorio pos-sono essere stati, o potranno essere, concausa nell’insorgenza di tecnopatie amianto-correlate.

Qui vengono presentati i risultati preliminari di tale studio ottenuti sulla base dei dati conte-nuti nella banca dati statistica dell’INAIL, sulle conoscenze acquisite direttamente sul territo-rio dalla Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione, sulla base dei dati forniti dal Dipartimento Prevenzione - SPRESAL USL di Aosta oltre che sui dati presenti in letteratura.