DISCORSO
SOPRA UNA NUOVA PIANTA
DA TIGLIO
PRONUNZIATO...
Salvatore Scuderi
•
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SOPRA UNA NUOVA PIANTA DA TIGLIO
Come
è sorla in cicloV
aurora di questo giorno luoiiuoso consacralo alnome
dell'au- gustissimo nostroMonarca Ferdinando
II, cosi i nostri vivi senlimenii di rispetlosasom-
missione, di pura fedeltà, d'immutabile affetto per la realsua persona , eperl'invitta Dinastia Borbonica,han
preso una più forte energia, eduno
slancio più rapido. Prontaci è tornata al pensiero la rimembranza delle sue grandi virtù; sollecita ci si è ravvivata la riconoscenza pergP
incessanti benefizj, checi ha sovranamente impartiti; idonea
P op-
portunità ci si è data di seguiregP
impulsi de' nostri cori bramosi di palesarsi in luttoil nobileardore, di cui sono animati.
Ed
c»!inon
vi ha forse nella civil società più lieto insieme, e piùcommovente
spettacolo di quello dell'universale entusiasmo, onde ipopoli colti rcndon pubblici tributididevo-
4
zionc a'
sommi
Regnanti, edunanimamente
appalesano quantoessi avventuratisi es imi o sotto la benefica influenza del lorsupremo
potere, e delle loro provvidissime leggi .Or
questa è oggidì 1' attitudine di tutto il
Regno
delle
due
Sicilie.A
queste pubbliche dimo-strazioni è oggidì addetto in esso e qualsisia semplice cittadino, e chiunque per altezza di rango, per preeminenzadicospicua autorità
,
per esercizio di rilevante oflicio è rivestitodi
un
segnalato carattere. Queste sono leingenue espressioni,che Jcggonsiin tutti ivolti; questi gli accenti, che da tutti i labbri si profferi- scono: talché dall' estremo capo meridional del Pachino alle spaziose piaggio aquilonari del Sannio odesi
un
concordee fervido voto, che tutte le popolazioni innalzano al cielo per la conservazione , la grandezza, la lunga e faustissima prosperila del nostro eccelso Sovrano .Ma
noi, oSignori,che abbiam soggiorno in questa insignecittà, non possiamscompa- gnaredalla parteche prendiamo nellacomune
esultanza il sovvenimento di aver non ha guari veduto il nostro clcmentissimo
Re
in5
mezzo a noi. Perocché non si è ancorme-
nomata, uè puossi in alcunmodo
scemare la giocondissima impressione che la Rcal sua presenza ci produsse. Tania all'incontro, csì rara occasione di singolar pregio, e di giubilo la sua venuta ci diede, che perenne ne rimarrà edindelebilelareminiscenza nella nostra patria. Si, noi sempre
ram
meriirremo con gioja com' egli onorar degnossidispecial gradimento le umili manifestazioni de' nostri devoti omaggi. Preziosi fur per noi quegli istanti. Felici noi lutti cireputammo
di po- terci prostrare appiè del benevolo moderatore delle nostre sorti. Prendere ci parve a lui intornoun
ridente aspetto lutia la nostra città, e splendente di fulgidi>sima luce trac conforto dalla consolante prospettiva de»li presente fortuna, e dal gradito prcsagimento diun
propizioavvenire.E
bencosì essa, che tutta quanta la Sicilia han già sperimentato gli effetti dell'indolesupremamente magna- nima
diun
Principe, che gode rinnovare gì' illustri esempj di quei Monarchi, rhc per lelorosublimi qualità son giunti al colmo^leir istorica rinomanza. Pienoegli d' intfTa-
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bile benignila ha già covcrlo di obblio il
passalo. Il suo sovrano volere sièannunzialo per via delperdono, e moltedolenti famiglie sonosi già racconsolate. Questo suo bel tratto d' inusitata clemenza, mentre lo rende caro, ed adorabile agli attuali viventi, non passerà inosservato, e senza ammirazione alleelàche seguiranno. Dir solcasi sovente del grande Enrico IV di Francia che V
amore
de' suoi sudditi eraun
bisogno del suo core.Con
quanta più di ragione non dovrassi dire al- trettanto dell' augusto suo discendente; del- l'alto erede delle sue eminenti virtù, del- l'inclito
Ferdinando
II delledue
Sicilie?Che
se io ceunar volessi di volo gli elevati principj con cui egliguida, emeliora tutlo il complesso del nostro esteso governo, tropp' oltre andar dovrebbe ilmio
ragiona- mento. Oggetto nonvihadi privalo, epubblico benessere eh' eglinon
prenda assiduamente di mira, e che non porli impresse le tracce della sua tutelar provvidenza.Ovunque
poiin panicolar
modo
si scorge tutto ciòchedi egregio, e memorabile ha egli operalo per avvalorare, epromuovere l'agricoltura,leani,7
ilcommercio, ovveramentelecopiose inesauste fonti della nazionale opulenza.
Ma
questa parte ancora dellesuesapientissime legislative sanzioni i limiti di soverchio eccede, che almio
discorso si confanno.Pur
tuttaviatra lesue moltiplici istituzioni di tal genere io
non
lacerò quella delle scelteAdunanze,
che in questo lietissimogiornocompiono
ilmedesimo
dovere, chela nostraadempie.Che
di meglio in effetto poteasi ideare aftinché dal gabinetto dello specolativo scienziato penetrassero nel-r
officina dell'industriosomanifattoreleumane
conoscenze adattabili agli artistici lavorj?Vi ha
forse più prontaesollecita viadicondurre a perfezione i metodi produttivi, di rendere spedito ed agevoleV
impiego del travaglio?Non
è saggissimo forseil divisamento d' ispi- rare le foni passioni eccitatrici delle gare virtuose, onde ne seguanorecondili ritrovali, e grandiose scoperte, e la fiaccola del genio inventore, illuminando gli oscuri recessi, in cui la natura asconde i suoi impenetrabili arcani, gli metta alloscoperto a giovamento del corpo sociale?Ecco
schiusa pertanto all' infatigabile8
attività dell,' industria un'ampia carriera, che
può
chiuuqueillustrare co'suoionoratisudori.Ecco
ilmomento
di volgersi ad imprese , ilcui successo è
un
novello dono,un
nuovo benefizio che fassi agli uomini. Egli ème-
stieri venire a cimenti, che dian gagliardo incentivo alle produzioni lucrose, ed aggiun- gere qualche frondaal pregiato serto, di cui le manifatture, e le arti si fregiano, quelle benefiche arti, e manifatture, che ovviata la
dura inopia dello stato naturale, largirono alla
umana
specie le aggradevohagiatezzedel viver civile.Beu
io farommi intanto irre- prensibile pronunziatele del vero, sediròchela nostra Società non hainciòdeluso Paspet- tativa del pubblico. Poiché voi, ornalissimi Socj, dato ne avete irrefragabiliprove. Voi, chi gli argomenti consideri che preso avete a trattare, di molto innokrali vi siete nel-
T
arduo sentiero delle economiche ed agrarie discipline.Ed
or con piùassiduacura darete opera alle vostre dotte fatiche, or che scor- gete esservi guida ed esempio, ed animarvial conseguimento delle cose utili, l'ottimo capo dell'amministrazione civile della
Pro-
9
vincia,
F
Intendente che vi presiede, in cut Ja superiorità de'lumi, eiasaggezzavan con- giunte al vivo zelo per la giustizia, ed allabrama
efficacissima- del pubblico bene.Ma
quaisaggi di scientifiche investigazioniabbiam
da porre iunanzi in questo istante?Di
quali accurati lavori d'ingegno c' intrat- terremo in questa solenne ragunanza? Io,comechè
molta diffidenza avessi dime mede- simo, non
so tuttaviaastenermi dall'addurre in succinto alcune mie osservazioni ed espe- rienze intorno aun
soggetto , che le artiinsieme, e l'agricoltura
comprende.
Parlar qui intendo propriamentedi una nuova specie di pianta da prato, chemi
è accaduto di scoprire, il cui uso economico potrebbenon
rimaner molto indietro a quello del lino.£
convenevole
ho
giudicato favellarne in questopunto
così notabile, perchè ov' ionon
sia incorso in errore, ed abbia pure in avvenireil bramato evento questa eh' io vuò chiamar piuttosto nuova indagine, anziché scoperta,
mi
siaconcedutodiporlaumilmentequest'oggi!come
fo, appiè del Rcal Soglio.La
pianta2 di cui ragiono, è indigena
delle falde orientali dell'Etna, di altri luo- ghi di Sicilia, edella maggiorparte delcon- tinente europeo. Aggirandomi in
una
delle scorse està entroun mio
podere posto iuun
sito di confine tra le
due
regioni piemontese,e
nemerosa etnea, e formato da antichissime lave coverte di terriccio, e disabbia,esparse di alberi boschivi,mi
avvidi chefra levarie piante spontanee destinate a foraggio secco,
una vene
era, che elevavasi sulle altre con più steli tersi, diritti, e coronati allasom-
mità da unaspigacilindricaporporina. Mosso dalla loro vista a strapparne alcuni senzaun
oggetto preciso, osservai nello svellerli che lasciavan molti filamenti tenaci,bianchissimi, elucidi ne'puntiin cuigP
infrangea*Colpito imm.miinenie da tal fatto, e volgendovi lamia attenzione,
mi
diedi a svellerne alquanti altri, e a staccarne condiligenzaifilamenti.E
poiché questa prova valse a confermarmi nella primiera osservazione, concepii tosto ilpensiero che quella pianta esser potea della classedellepiantedatiglio.
Laonde mi
accinsi all'istante a farne esperimento, raccogliendo la quantità che potei maggiore de* suoi steli,ed
usando Tistessometodo
di manipolazione,che
ti adopera col lino.Quantunque
per difetto di esperienza gli avessi tenuti ama-
cerare assai più che
non
dovea, sì che gra- molandoli se ne infranseronon pure i cana- poli,ma
eziandio gli stessi filamenti, ebbinondimeno
di questi tal quantità, chelegati inmezzo
davan la grossezza diun
ditomi-
nore, e la lunghezza di presso adue
palmi.La
loro apparenzaera del tutto simile aquella del lino, senon
che avean maggiore bian- chezza. Il corso però di alquanti anni haor convcrtito il bianco,e lucido in color fosco.
Io
neho
qui recatoun
piccolo saggio, che porràciascunoal fattodigiudicarese risponda,o pur
nò all' idea che neho
concepita.
Altriesperimenti avrei dovutoa dirvero,
e
dovrei ancora dame
stesso ripetere.Ma
proponendomi
di effettuarli da qui innanzi,
quando
meglio saranno opportuni,non
vuò per ora indugiar più oltre a far palese al pubblico ilprimo
già eseguilo,e ad invitare gli esimj cultori delle scienze naturali a metterlo alle prove, e a rinnovarlo. Per lo chemi
èd'uopo
manifestar che la pianta9la
nella quale risiede la qualità pregevole, di cui fo parola, va compresa nella famiglia de9 trifogli, e ne forma segnatamente quella specie, che si è denominata inbotanica trifo-
lium
pratensepurpureutn
.Due
sono le varicià del trifolium pratense: Vuna a fiorpurpureo, l'altra a fiore bianco.
Non
isfug- gironoambedue
alla sagacia del dottissimo Deca ndoIle, il quale dà fine alla descrizione di questo vegetabile co'seguenti cenni: in siipiòus praecipue frequensyJ
oliala saiti-rata virilità saepe
macula
centrali albata subsagittala notata.Variat
Jlorepurpureo
et albo,
Prodromus
sist. nat. ec. ec.Il trifoglio a fior purpureo ha lo stelo rubicondo, il tessuto fibroso consistente, e i
filamenti flessibili e tenaci. Quello a fiore bianco ha esternamente
un
color verdesbia- dalo, ed è pressoché vuoto nell'interno, e privo di filamenti. Assai rileva tener sempre in mira cosi fattadifferenza,onde
peravven- tura non si prenda abbaglio nella conoscenza della specie,chestiam divisando.Giovaquindi toccar brevemente che fra i Naturalisti di maggiornome
alcuninon
nehan
fattomen-
i5
zione, altriV han
particolarmente indiata.Il
Wildenow,
attenendosi alla solano-
menclatura di irifolium pratense, annovera in esso i caratteri seguenti: spicis densis, ovatis calycis, dente infimo tubo corollaemonopetalae
breviore stipulis arislatis,fo-
lialis ovalibus subintegerrimis caule
ad-
stendente. Spec. Plant. II Persoona questa descrizione dedotta dal sistema linneano ag- giunge: habitat in pratis graminosis.Synop.
Plant.Postosi il Savi a descrivere in
un
elabo- ratissimoOpuscololediverse specie de'trifogli,
si fa del nostroa favellare in tal
modo:
caule adscendente,stipulisglabris caudis,brepibus aristaeformibus
ciliatis, capitulis ovatis, obtusis dentibus, calycinis subpilosisJlessi- billbus, inferiore carina breviore.Non
son certo da comparare i metodi descrittivi degli antichi botanici con queidei inoierni.E nondimeno,
a chiarir vie mag-r giormente ilmio
soggetto,non
ometterò cheil Mattioli nel trattardel trifoliumpratense
ne
distingue la specie a fior purpureo con singoiar precisione. Flores, dice egli, in]<
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capitulis sunt
UH
purpureiinfloccimodum
.Compendium
etc.Nè
inaltraguisa ne ragionaronoilMorison, che il classificò cogli espressi vocabolidi tri- folhirnpratense purpureunt, ed il Parkinson con quei dì trifolium pratensepurpureurn
rulgare. IlisL Plant.Oxon.
Theat.Bo- tanieum
ec.Jìi ugual sinonimiafecerousoil
Bauhino
,
ed il Fuchsio nei
Sinax
, e ncll*HistoriaPlantarum
. IITrew
però nelP Erbario Blackwelliano lo significò col semplicenome
dì trifolium vulgare; il
Dclachamp
ncl-l'Istoria Generale delle Piante con quello di tmfmlium pratense, e di quest'ultimadeno- minazione si valseroilCamerario, ilTaberna,
ed
il Tragi. Epitom.de planL
Icon.plant
Ilislor. stirp.
Germanio?
ec ec.In tutte le Opere di questi profondi investigatori dellaprodigiosa varietà di piante, che adornano le parti terrestri del globo, si
hanno
i disegni del trifoglio purpureo.Uni-
formi son essi, e quasi affatto similifra loro.
In quello ciò
non
ostante del Fucbsiomi
e•
sembrato di ravvisare una piò perfetta rasso-
15
miglianza col vero•Laonde
il Desfontaines.
accennandolo nella sua Fiora Atlantica, lo qualifica
come
iconbonQ. L'ho dunque
scelto fra gli altri,edè quelloeh*
ho
aggiunto a questo scritto, per essere da chi ne abbia voglia osservato.Nuli'altro par che
mi
avanziadesporre di tutto ciò che l'esatta conoscenzaconcerne di questo novello vegetabile.Da
quelpoca
intanto chemi
i venutofattodi sperimen
taratrar si possono, s io
mal non mi
appongo, alcune illazioni, che albuon
resultameneconducono
del molto che rimane a compire*E
parò si porràmente
innanzi a tutto chel'epoca opportuna allo sveltimento di tal pianta coincide in Sicilia col principio di
, luglio, sendoche allora gli steli sonsi latta-
mente
venuti a maturità dasomministrarenn
tiglio pieghevole e molle. Il
tempo
della loro macerazionenon
eccederà la duratadi giorni dieci, chesegnailmomento
,nel qualeP
epi- dermide staccasi agevolmente dal tessuto le- gnoso.U
acquainfinein cui faransimacerare sarà pura più presto che limacciosa, certo essendo,come
il celebreChaptal hadimostrato,i
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i6
clic la stagnante e putrida eccita sovente, e conserva una fermentazione sì forte da recar
danno
all' intero fusto .Ma
assai più che da siffatte precauzioni molto utile ricaverassi per fermo dall'accu- rata coltivazione della pianta.A
che terminesia questa nel suo stalo naturale primitivo ciascheduno di leggieri si avvede. Priva di copioso* alimento, confusa colle altre erbe spontanee, che continue le cagionano offese
,
soffocala nelle radici dall'estrema durezza di
un
suolo incolto, lasciata in balìa delle av- verse inclemenze atmosferichenon
è al caso di conseguireuna
rigogliosa e completa ve- getazione.Che
se ravvalorata per lo contra- rio sarà da pingui concimi, da reiterate sar- chiature, da abbondantiirrigazioni, se a'gra- vissimi danni verrà sottratta delleerbeselva- tiche e nocive, perverrà fuor di ogni dubbioalla più vegeta floridezza e vigorìa.
Ed
è qui sopra ogni altro da riflettere che il primo, e più giovevole effetto della sua diligente cul- tura sarà queldi ritrarnepiùlunghisteli, tal-ché meglio torni inacconcio all' uso, a cuisi
brama
rivolgere.Imperciocché la fisiologia ve-*7 getalc hacori piena evidenza messo in chiaro che tutù i vegetabili anelano avidamente il calor solare, precipuo efficacissimo fautoredi tutti i loro fenomeni.
Ove
essi sono investili in tutti i punti dal sole, nedanno
a divi- dere l'attiva influenza conmandar
fuori molti rampolli laterali. Tutte le volte però chenon
ne son di fianco avvivati e soccorsi,
ne
van bentosto in traccia alla solaestremità superiore in cui la trovano.Da
ciò proviene che tendon sempre ad elevarsi in direzion verticale, e a crescere oltremodo in altezza.È bea
ovvia quindi nella scienza selvana la pratica di seminar folti gli alberi boschivi, a findiottenerne tronchi lunghissimi,etersi.Ed
è al pari notissimo in agronomia che le erbe da tiglio van seminate anco folte,mi-
rando allo scopomedesimo
di averne steli assai lunghi, emondi
di germogli laterali.È
questoadunque un
vantaggionon
lieve,che dall'arte agraria al trifoglio purpureo deriva.
Ne
ardue, o vane oltracciòsaran lecure che porranst in opera nelben
coltivarlo.Agevole riuscirà fuor di
modo
il raccogliernei8
lasementa,clicin forma di minutogranellino color giallo vivo nitidissimo sta in fondo ai calicetti della spiga; non raro il terreno che
le sarà confacevolc,
comechò
si debba scie- glicrc il leggiero, sabbionoso, e di media compattezza; non lunghe, nò troppe le fac- cenda rurali che ne eseguonolacoltura.Ma
se
una
volta poi si giungerà a produrne in estesa copia, e con costantinorme
agrono-miche,
non si accrcsceran ben tosto, e va- lleranno a dismisura i moltiplici lavoridi un opificiorilevantissimo eprezioso?Non
s' ignora con quanta assiduità si vada al presente in cerca di vegetabili da fìlaccica , e da tiglio, ecome
sian tornati vani a quest'uopo inul- tissimi esperimenti, e tentativi. Estrema siè durata fatica a questi ultimidiper ridurre a
metodo P
estrazione della poca sostanza dafilo, che rinviensi nelle diverse specie delle side, nel lupino
comune,
nel saracchio, nel lupolo. Valorosi agronomi, c sagacissimima-
nifattori d'ogni maniera di telerie sonosi in- gegnati di venirne a capo.
Ma
i travagli, ele indagini di pochi osservatori
non
sou daunto
-che bastino ad elevare una sco-J
9
perla al più allo grado di certezza. Onci' io desiosa ognor più di esser guidato, soccorso, ed istruito da chi sente molto avanti nello conoscenze georgiche efisiche, mi recherò a dovere di sottoporreilsaggiochehoabbozzalo c al nostro RealeIstituto d'Incoraggiamento,
e ad alcuna ancora delle piùrinomate Acca- demie Italiane di scienze, ed arti.
Con
ispe- cialiià poi mi farò il pregio di sommetterloall'esame dell' illustre Congresso degliscien- ziati di
Europa,
che si adunerà da qui apoco
in ClenuoDt, e henmi
terrò avventu- ralo se avrò data almeno la prima mofsa al ritrovamento diun
fatto nuovo, da cui ri-dondar
potranno all'universale efficaci mezzi d' immediata milita.TRIFOLWM PRATENSE PIIRPUREUM
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