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SULLA FECONDAZIONE DELLE PIANTE FANEROGAME MEMORIA LETTA... Luigi Calamai. Digitized by Google

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(1)

SULLA

FECONDAZIONE

DELLE PIANTE

FANEROGAME MEMORIA LETTA...

Luigi Calamai

DigitizedbyGoogle

(2)

SULLA FECONDAZIONE

DB1*LB

PIANTE FANEROGAME

Moeiuotia

LetU all'I. •B. Accademia dei GcorgoGli di Firenze

DALSOCIOORDINARIO

NELL'ADUNANZA ORDINARIADELDIIGENNAIO1840

(E,ir. dagliAttideiGxorgofim,Voi.XVIII)

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Xl

cavaliere

Amici

,

nome

avoiedallescienzeca- rissimo,nellaSezione di botanica del Congresso dei Na- turaiisti italianitenuto a Pisa l'anno decorso,con unadi

natura valevasi per operare la fecondazione delle piante fanerogame, intanto che rivendicava quei diritti che gli erano dovuti per questa scoperta da esso fattanel 1821, e poscia illustrata nel

1829

, e schiariva moltecoserela- tive alla

medesima

, e non bene intese dagli osservatori

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(5)

4

d'oltremonte, specialmente daBrongniart, Mirbel,

Du-

trocheip Treviranus ec., nonostante che avessero questi dotti creduto di farsi un giusto criteriodi tale impor- tantissima funzione vegetabile.

E

poiché undesideriovi- vissimo si ha da molti di venire in piena cognizione di ciò che l'illustre autore pubblicava aPisa,per sodisfare a questo desiderio, e per cooperare anch'io quanto è possibile a far cessare ogni dubbio che si possa avere intorno al

modo

col quale si effettua questa funzione organica ,

mi

propongo oggi, onorevoli Colleghi, di trattenervi sopra tale soggetto,chestrettamente sicol- lega colla fisiologia degli animali, e colla agronomia.

Nel l'addossarmi pertanto questo gravissimo incarico,

mio

precipuo divisamento quello si è di fare, col pieno consenso però dell'Amici,un rapportofedelissimo deifalli contemplali nella ricordata memoria, e di tutto quello che l'Amici stesso in varie epoche si è compiaciuto di farmi osservare e concepire sul

medesimo

soggetto col

mezzo

del di lui perfettissimomicroscopio.

All'oggetto però di distruggere ogni prevenzione a carico di quel microscopio, per rapporto specialmente alleillusioni ottiche che sogliono offrire i

meno

perfetti di esso, e che perciò sono caduti in discredito, e le osservazioni fattecon essi tenute per inesatte, non posso astenermi d'avvertire, che chiunque se ne sia valso anche poche volte, purché abbia seguito esaltamente gli

ammaestramenti ricevuti dall'Amici, non dubita più cheil

criterioche si forma di ciòche gli vienfattod'osservare edi scuoprire, non siaesattissimo;imperocchéquesto mi- croscopio, che,

come

voi ben sapete, è provveduto di camera lucidaconche determinarele proporzionideivarii ingrandimenti ottenuti colle diverse combinazioni d'ocu- lari edi obbiettivi, nonsoloè perfettamente acromatico,

ma

presenta ancoracosichiare enitidelecoseingrandite,

DiqitizedbyGooQle

(6)

5 anche vedute ai pio fortiingrandimenti, che pare sieno di fattodi quelle dimensioni; nè è tampoco una esagera»

zione il dire che si scorgono anche meglio che se fos- sero di queste

medesime

dimensioni, attesoché vedute a luce trasmessaprendonounaestremadiafanità, e vedutea lucereflessa ne vengono vivamente illuminale senza che nessuna cosale alteri nè per lafigura nè per il colore.

Prrlochè i fatti che anelerò«sponendo

non

possono ritenersi che

come

verissimi ed inecceziooabilt: sicché seguendo mia propria convinzione, parleròdei mede- simi

come

di cosa positiva,e

come

se fosse per tale ac- cettala dall'unanimità degli scienziati.

Ma

considerando che per farsi un'idea chiara del

modo

col qualesi opera la fecondazione delle piante, fa di mestieri avereuna cognizione estesa ditutto ciòchevi ha parte,in conseguenza, scegliendo la zucca per lipo,

conformefece l'Amici,imperciocchéellasi prestameglio d'ognialtra piantaa fiore visibileaduntaledivisamelo, daròprima di tutto un'idea concisa dellapianta, descri- verò poscia organicamente le partiche hanno principal- mente azione nella fecondazione, ed inultimo parleròdi questa, e la descriverò

come mi

sono prefisso.

E

ciò perchè ioreputo convenientissimoinquesta dimostrazione di procederedal noto all'ignotofo poconoto, perchè

ne

riesca piò facile l'intelligenza.

Questapiantacomunissima fra dinoiperchè coltivata nella maggior parte degli ortiedei campi,

ma

originaria dei climi caldi, appartiene alla famiglia delle cucur- bitacee di Jussieu, ed alle

monoiche

di Linneo. Chia- mata

Pepo

macrocarpusda

Richard

,eCucurbita

Pepo

da Linneo, è piò volgarmente conosciuta coi nomi di zucca, di pepo, edi melopepo.Descrittaminutamentedal

M

(ittiolo perciòche specialmente riguardaledileiqualità commestibili e medicinali, se ne hanno però più eslese

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6

edesalte notizie scientifichedaLinneo, daPersoon,eda

Wìldenow.

Essaèuna piantaannua,cheilfreddo uccide al primo di lui giungere. ProTveduta di

un

fusto cavo pentagono, giacente e strisciante, ella scorre sulterreno

,

o si arrampica su per i muri, e per gli alberi ad allo fusto,dovesisostienecol sussidio dì moltissimi capreoli, che hanno origine dalfusto

medesimo

; sicché la sivede bene spesso anche sopra i tetti delle case coloniche e delle capanne.

Le

sue foglie grandissime, spesso d'un palmo e

messo

d'estensione,cuoriformi lobate scabre, e disposte alternativamente, con pexiòli più lunghi delle foglie stesse, producono sotto di sé un'ombra folta, ed una difesa dalla pioggia, edal sole troppococente della stateai grandi Gori ascellari, che dal

momento

che la piantasisviluppa aquellocheperisce,sisuccedonosenta posa, ed attirano all'aperta campagna anche da lon- tano gli sguardi dei Viandanti per la lóro

grande»

e per il loro colore giallo vivace. I quali fiorii siccome monoici,sonodisesso diviso,edisposti sulmedesimopiede;

ina tanto i maschi che i feminei hannolacorolla

mono-

petala campanulata divisanel

lembo

sino a metà in cin- que parti eguali, e sono provveduti di piccolissimicalici quasi coalili alla base della corolla, con cinque denti,

ognuno

deiquali corrispondentead un senodella corolla medes'unn. I fiori maschi sono sostenuti da lunghi pe- duncoli, ed i feminei da cortissimi. Si distingue altresì

un rigonfiamento, che si osserva alla base dei fiori fe- minei, ilquale va gradatamentecrescendo collo sviluppo del fiore, e persiste nel di Ini crescereanche

dopo

la

liorilura. '

^

Inferiormenteosservatiifiorimaschi,visiriscontrano tre stami riuniti all'estremila superiore perifilamenti in

un

solo fascetto, ed un corpo di un bel color giallo,e della figura quasi cilindrica,che sisolleva dall'apice dei

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7 filamenti,echeèformalo dalle antere, che tono fra di lorostrettamente unitee disposte ameandro.Ilpulviscolo cheda queste antere è versatoabbondantemente,èanch'es- sod'un bel giallo carico.

Quanto

ai fiori feminei, anche la

meno

attenta os- servazione vi fa conoscere unpistillo molto voluminoso

,

ilcui stilo bianco solcato in tre parli dalla base io poi

si diyideparimentein tre parti verso la meta, ognuna delle qualiporta uno stimmagiallo molto espanso, scu- diforme, ovale, fesso longitudinalmente, coi bordi ro- vesciati in fuori, e di una superficie scabra prodotta da un

ammasso

di cor piccioli,

o

piccolissime prominenze, che vedutea lucereflessasembrano cristalline. L'ovaio,

che peressere infero,

come

dicono i botanici, produce quel rigonfiamento, che hogià dettoosservarsiallabase dei fiori feminei, è liscio, ovato, oovato allungalo, o cospersodi peli.

Se

questo poisi taglia, siaper un verso sia perl'altro,visiscorgonoimmediatamenteirudimenti del vero peponide, poiché fa vedere che ne verrà un pericarpio carnoso, echeisemi ne sarannodisposti lontani dall'asse, ed attaccati allaperiferia. Nel fondodel fiore vi siosservaaltresìun corpo checirconda il pistillo il quale par formato di due invogli, uno interno giallo, l'altro esterno biancastro, d'un uso sconosciuto, che alcuni bo- tanicihanno riguardalo

come

un'appendice nettarifera, e che io ritengo

come

un ordine d'involucri florali abor- iivi.Al difuori diquesti, esu su fin versolameta della corolla, si osservano molti peli, alquanto ira loro di- sunti, lunghi circa una linea, semplici,

ma

formali di tante cellule annestateuna a capo all'altra, cave e ri- piene d'un

umore

viscoso in cui nuota unamateria gra- nularegiallo-ranciata, e terminati daunaspeciedi papilla costituita per lo più da cinque o sei celiale più piccole delle altre, ed unite fra loro irregolarmente. Questi

(9)

8

peli versando dai l'apice un

umore

dolciastro, considere- voluieole appetito dalle api o da altri insetti,souo perciò

\en

Di questi pdi sono parimente provveduti i fiori

ma-

schi. Nel resto, tantoifioridiungenerechequelli dell'al- trohanno all'esternogran copia di peli semplici, artico- lati, scoloriti, altri lunghissimi, edaltri glanduliferiassai sottili e coni.

Però, di tutte queste partiche rapidamente ho de- scritte,quelle di cui necessita ora conoscere la partico- larecostituzioneorganica, sonoilpistilloedilpulviscolo, fesa fu estesamente riconosciuta dall'Amici, edè perciò tutta opera di luiquello che ne anderò dicendo.

il pulviscolo,o polline di

Linneo

, ofarina fecon- dantedella maggiorpartedei botanici, nellazucca (Jig*4) è sferico,deldiametrodi circaj|di linee,ecompostodidue

membrane

, una esterna e l'altra interna.

La

esternaè co- lorala di giallo, ed è molto grossa in rapporto al volu-

me

del grano medesimo. Esso ha 9 o

10

aperture ro- tonde, che comunicano coli'interno, lequalisono chiuse ermeticamente da coperchini movibili. La superficie in*

ternane è liscia,

mah

esternaè scabra perchè cospersa equabilmente didue speciedi peligli unì cortissimi, fitti

ed innumerevoli, egli altri conici più grossi, più lunghi e più radi, che possonocontarsi facilmente, edei quali ne ho noverali circa

1S0

per grano. Ogni coperchio ne ha di questi

uno

solo situato nel centro, e degli altri moltissimi.

La membrana

interna all'opposto è bianchis- sima, e trasparenItasi

ma

quantoilcristalloil piùperfetto, e riveste le pareti interne della

membrana

esterna^

formando un sacco senza nessuna apertura. Ella è però distendibile, e per questo puòcrescere di

volume

, edi capacita,

come

avviene in alcune circostanze, nel qual caso solleva immediata

meo

le i coperchini che chiudono

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9

le aperture della

membrana

esterna; ed allontanandoli più o

meno,

forma con quella porzione di tè che esce dalle aperture ridette, delle apparenti campanelle eie- sopra le quali persistono gli accennati co- Quesio sacco è pieno di

un umore

viscoso nel qualenuotaunamateria granulare cinerea amorfa, laqua- le,assieme all'umoreche lacontiene,circola di continuo nel grano

medesimo

finché non se ne estinguela vita.

Nel pistillo, composto

come ognuno

sa,e

come

ho accennato, di stimimi, distilo e di ovaio

(fig. 1.*), è osservabile

un

tessuto che principia dallo stimma dì cui occupa tutta lasuperfìcie estema, chesi prolungaen- tro lo stilo, che s'inoltra nell'ovaio, e che finalmente

si distribuisce entro di esso in nna maniera particolare.

Questotessutosiravvisafacilmente perilsuocoloregiallo che pende alcun pocoal verdastro, mentrete parti che lo inviluppanosonobianchissime. L'inspezione microsco- pica lo rappresenta formato di tanti otricoli allungati uniti per il lungo gli uni acapoagli altri, e disposti in tante serie pressoché parallele 11qual tessuto è molto floscio, ed umettato da un'abbondante quan-

tità di un liquido molto viscoso, che tiene collegati i .suoi otricoli, che li penetra, ed a cui èdovuto il loro

«olore. Esso venne chiamato tessuto conduttore molto prima che se ne conoscesse la vera organizzazione, no-

me

però che gli è stato conservato dall'Amici per le ragioni che dirò successivamente. Principia,

come

dissi, dallo stimma, dove,riunito a gruppi,costituisce

un am-

massodi papille coniche (Jig. 7),che sonoquellestesse alle quali è dovuto l'aspetto cristallino e brillante degli stimmi; s'interna negli stili, deiquali occupa il centro a guisa d'anima,

ma

siriunisce allorchégli stili vengono a formare un sol tronco.

Anche

inquesto caso però

man»

tiene la forma che aveva in ciascuna divisione, esi riu-

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10

nisce soltanto eoo una porzionedi tessuto nel punto in cui le tre divisioni sono ravvicinate fra loro; di

modo

che tagliando lo stilo trasversalmente dalla metà in giù

si vedono queste tre porzioni di tessuto, riuniteinsieme, rappresentare delineata la base d un trìpode (Jig. 5).

La

qualfigura,proseguendo lesezioni trasverse di tratto in tratto,simantienesinorasente all'ovaio;

ma

da questo punto in poi si cangia a poco a poco in tre raggi sot- tili (fig-

2)

,

ognuno

deiquali si dirama in due parti piucchemmai sottili, chedivergendo s'avvicinanoalla pe- riferia dell'ovaio

medesimo

5 dalchesiconcepisce chepo- tendoloisolare

avremmo

seilaminedi tessutoeccentriche, riunitedueadue,e annestalesopra trelamine parimente eccentriche, più grosse, e fissate al centro dell'ovaio.

Le

sezioni verticali praticate lungo queste lamine ci fanno conoscere, che le tre lamine verso il centro non giungono inferiormente che fino a due terzi dell'ovaio (Jig. i), e che verso la periferia si espandono in alto ed in basso, raggiungendo in certo

modo

i suoi due punti estremi. In tutto questo diverso andamento siflailo tessuto non cambia mai nò di figura, nèdicolore, sen- nonché- lefile otricolarie che lo

compongono

, seguendo costantemente la direzione delle divergenze perdono di necessità quella primitiva verticale.

Egli è quindi alle estremità di questo tessuto che sono disposti i semi preformati, o per meglio dire gli ovuli i quali vi sono approssimati per la base, che è pressoché rivolta verso il centro dell'ovaio, evisono te nuli fermi da ligaraeuli vascolari (

fig.2). In tale stalo di preformazione presentano (Jig. 5), prima di tulio un involucro esterno chiamalo

primina

, il quale è for-

mato

perla maggior parie di corti vasi eccentrici, e di uno strato d'altri vasi situati solto a questi# eche pare girino attorno alseme; quindi un altro involucro deiu>

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11

minatosecondina,ilqualeconsta di quasi solo tessuto cel- lulare ripienodiglobulina leggermente tintadi verde, e finalmente la mandorla che ne occupa il centro del- l'ovulo.

I predetti ligamenti non sono che i funicoli

om

bi- licali , i quali composti di trachee e di piccoli tubi

,

o vasi fibrosi, hanno orìgine dal tessuto vascolare distri- buito nell'ovaio, e che vi giunge per mezzo del pe- duncolo del fiore. Iquali funicoli circondano i semiper

il di fuori ad una certa distanza, traversano il tessuto conduttore prossimamente alla base di ciascun seme, e quindi s'insinuanonel

seme medesimo

dalla di luibase,

v contornandolo, e distribuendosi nella sola secondina in prossimità della mandorla.

Questa

non

apparisce in allora formala che di un semplice tessuto cellulare assai compatto,

ma

presenta verso il di leicollo un sacco piccolissimochiusodatutte le parti, e ripieno di un

umore

cristallino, nel quale inanca assolutamente ogni traccia d'organizzazione, ed è

il cosidettosacco embrionale. Si osservaancora nel collo dellamandorla, a traverso il tessutoche la costituisce,

un'apertura tenuissima,cilindrica,che arriva finoal sacco embrionalee non più oltre.

Le

parli circostanti agli ovuli, tranne il tessuto conduttore, sono composte del vascolare e cellulare.

Il primo

come

dissi s'interseca nella polpa dell'ovaio,

edècostituitoperlopiùdatracheeedapochivasifibrosi

.

Alla periferia però si riscontrano dei fasci voluminosi di vasi traiqualiabbondanoquelli delsucchio proprio,iquali sono unacontinuazione dei vasideltronco, destinati alla nutrizione dell'intero ovaio e delle parti sovrastanti. Fi- nalmenteil tessuto cellulare, checostituiscelapolryi del- l'ovaio, è bianconel centro e verdeallaperiferia, perchè contiene nell'interno delle sue cellule molta cromuta.

(13)

12

Tutto questo si riscontra nelle altre piante fanero-

game

con alcune differenzi*, le quali sono cnaisemprc relative ali* costituzione della pianta in cui si osserva- no. Infatti chi non sa esservi piante che portano delle cassule invece di pericarpii carnosi, dei frutti

mo- nospermi,

invece di quelli polispermi, alireche hanno

U

frutto supero invece d'averlo infero-, chi non sa parimente che non tutte lepiante a fiore visibile hanno dei fioriunisessuali> che in alcune gli stami possono mancaredifilamento, edi pistilli distilo-,che

Unto

gli

stami cheipistillipossonoesseremoltissimi anziché uno,o pocopiùd'uno?

Ma

quantoaltessutoconduttore,all'ovulo o ovuli, ed al pulviscolo, nellepiantefertiliquesteparti nonmancano mai, ese nelle varie specieogeneridiversi C- cano daquelle già descritte, egli èsoltanto perlafigura, e per il colore.

Questoèquanto avevamoaconsiderarerispetto all'or- ganizzazione delle parti che cooperano alla formazione deigermi.

Ora

è

tempo

checioccupiamodiessa.Ella av- vienecon uncomplessodifenomenigliuninon

meno

degli altri maravigliosi. Infatti incominciando dalla fioritura

,

che è il primo passocheconduce la piantaaquesta fun- zione vitale, ella si presenta con tale imponenza da ri-

chiamare l'attenzione anche dei

meno

sensibili, sia che

si considerinole moltiplici varietà delle forme e le biz- zarre disposizioni deifiori,ibrillantissimiesvariati colori con che essisiabbellano, oiprofumati odori che span- dono nell'atmosfera, o i movimenti particolari che si os- servanodal

momento

delloro aprirsi fino aquellodel chiu- dersi per sempre, o io ultimo il

modo

particolare col qualesi opera la diffusione del pulviscolo.

Nella zucca questa fioritura attesta specialmente i

saggi provvedimenti della natura.

Non

fornite le an- tere di questa pianta d'eiaierii propri* a lanciare in

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15 disiati** il pulviscoloperchè cada sui pistilli, i fiori ma- schi hanno invece degli steli che li tengono più in alto dei fiori ferainei , ed i fiori

d'ambo

i grneri un colore in cornane ed una medesima configurazione per richiamare egualmente l'attenzione degl'insetti, e soprattutto delle api. Imperciocché queste, scientidell'umoredolciastro che possono succhiarvi dai pelinettariferi, accorronoa sciami, si fermano prima sui fiori maschi, siccome i primi ad esser trovati,e caricate di pulviscolo lo trasportano nei fiori ferainei che trovano dappoi, e lo depositano sui pistilli , sui quali aderisce tenacemente per la propria configurazione, e per quella degli stimmi, e per l'umore viscoso che gli spalma.

Iohoosservatopiù anni di seguito questa operazione, e mi sono maisempre accorto, in qualunque luogo fosse coltivata la zucca, anche in distanzada ogni alveare,che pochi istanti dopo l'aprirsi dei fiori, ciascuno dei femi- nei conteneva tal quantità di grani pollinei, non traspor- tativi che dalle api, da esserne difficilissima la enumera- zione, mentre nei maschi, o non se ne rintracciava la presenza, o vi se ne trovava un ristrettissimo numero.

Cosi, essendo questi grani pollinei quelli che,

come

dimostrò

Linneo

nellasua prima gioventù,dopo tanti se- coli che si conosceva U sesso delle piante, rendono fe- condi gli ovuli, pure malgrado la investigazione di tanti osservatori altronde profondissimi, e le loroinstancabili ricerche, non si è mai conosciuto ciò che avvenga di questi grani, e

come

si comportino dacché sono deposi- tatisugli stimmi. Ciò è tanto vero, che rivolgendo i no- stri sguardi indietro non scorgiamo che contradizioni

,

che ipotesi, non pochedelle quali ancheinverosimili, ad onta che vi figurino i nomi immortali di

Linneo

, di

G

eoffro

j

, di

Malpighi

, di Banner, di Duhatnel, di

Gleditsch,

Gaertner

,

Morland

,

Adansnn

, e di tanti altri luminari dei secoli presente e passato.

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(15)

*4

Quindiquelpulviscolo,rhe peralcunis'insinuava

m

i

pistillo, ed era trasportalo lino al germe, o che per al- tri versava col mezzo de' suoi pori un

umore

oleoso- cereo che mescolato adaltroterebintinaceo trasudatodallo stimma, per incognita virtù scendeva

Gno

agli ovuli, o che lilialmente secondo nitrispingevaisuoi globetlt negli ovuli osemi, e ne produceva esso stesso gli embrioni ora in luti'altro

modo

di quellochelosiastato maipen- sato esso opera la fecondazione, dacché l'Amici ce ne ha disvelato il segreto cogliendo pressoché nel fatto la natura.

Giustal'idea che noi ci siamo formati dell'organiz- zazione del grano pollineo,del tessutoconduttore,e delle allre parti chea quello si atteggiano , nulla ci sarà più faciledi concepire

come

ciò avvenga. Però noi ne se-

guiamo semprela zucca. Allorché in questapiantail gra- no pollineosi é portato sullostimma, supposto che esso granononabbiasubitanessunaalterazionedipendentedalle vicissitudiniatmosferiche, tenendoinavantiperfettamente chiuse le sue aperture, da quel

momento

in poi ne ve- diamo sollevarei coperchi, e formarsi quella specie di cnmpanette di cui abbiamo fatta parola, prodotte dal rigonfiamento dellasua

membrana

interna; e dalla parte più prossimaallepapille dellostimma vediamo ancorauna diqueste campanelle allungarsi pifi dellealtre,eformare una specie di budello (Jìg-

4

), il quale prolungandosi di continuo e con celerilà, s'intromette fra le papille medesime, nedilatailtessuto, e s'insinuae scorrelungo le filedegli otricoliche lo

compongono

(ino all'estremità oppostadel tessuto medesimo. Di

modo

chedallostimma questo budello vivente passa nello stilo, e da questo nell'ovaio. Giunto cola tiene una direzione non incerta né casuale,

ma come

se avesseunaguida o unsentimento s'avvicina agli ovuli, e trovatone uno. facendosi strada

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(16)

T

15 sempre io mci/ua) tessuto conduttore, raggiungeil foro che

pedone

longitudinalmente il collo della mandorla, s'interna iu esso, si spinge fino in gran prossimità del sacco embrionale, ed ivisiarresta. Tutto ciò si compie nel breve periodo di

24

ore circa, sotto l'influenza di una media temperatura, e sotto le coperte degl'invogli florali, che immediatamente

dopo

l'effusione del pulvi- scolo siripiegano sopra il pistilloa propria di lui difesa.

Questo budello, tanto nel formarsi quanto al

mo-

mento d'aver raggiunto il sacco embrionale, apparisce di uno slesso diametro in tutta la sua lunghezza, egua- lissimo a quello del foro osservato nel collo della

man-

dorla, dove egli s'insinua.

È

sempre trasparente,

ma

pare opaco in grazia della materia cinerea che dall' in- terno del grand pollineo scende in esso a proporzione che si allunga. Questa materia stabilisce nel budello ri- detto una particolare circolazione, che si effettua dal grano pollineo lungo il budello per uno dei lati fino all'apice, e dal budello per l'altro lato rimontandofino nell'interno del grano stesso, e cosi di seguilo.

Può

dirsi senza errare che la materia circolante del grano segue

il suo

movimento

anche nel budello a proporzione che ue lo riempie; può dirsi altresì che nel budello mede- simo si stabiliscono due correnti assolutamente l'unaal- l'altra opposta, inquanlochè una è discendente e l'altra ascendente. I quali movimenti sono d'altronde così evi- denti da fare la più viva sensazione in chi gli osserva la prima volta, e da nonrendersiin nessun

modo

equi-

voci. Essi poco o punlo anchediversificano daquelli che scoperse il Corti nella chara, e che

V Amici

cosi bene illustrò, sennonché il liquido circolatile della chara è assai più aqueo dell'

umore

pollineo, e la materia gra- nulare contenuta in questo

umore

assai più minuta, in

maggior quantità e d'altro colore.

Ho

citata la chara

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(17)

16

perocché essa presenta così Lene questa circolazione da non aver bisogno di forti mezzi microscopici (>f| ravvi- sarla, e perchè ella ègià coaosciulissima.

Mn

ritornando al budello, principio e scopo delle nostre considerazioni,egli non si apre giammai in nes- suna sua parte, e il di lui apice che giunge in prossi- mità del sacco embrionale, sia chequestisi sviluppi,

o

che rimanga sterile, si mantiene della Ggura primitiva, eper quanto si sia potuto vedere non lascia sfuggire la

benché

minima

porzione della propria materiacinerea.

Senuonchè i movimenti testé citali lungi dall 'accrescersi dopo che il budello è rimasto stazionario, vanno anzi gradatamenteadiminuire, e dopo un

tempo

piùo

meno

lungo a cessare del tutto.

Lo

che avvieneegualmente a tuttii budelli che i molti grani pollineidisseminatisugli stimmi sviluppano, dei quali é forza dire, che insieme scendono lungo il tessuto conduttore nel

modo

da

me

iudicato, e gli uni anche in prossimitàdegli altri,quasi che vi fosse una gara fra di loro per raggiungere uua meta

comune

; é poiosservabiledie occupato il postoda uno dei budelli, che é stato più degli altri sollecito di entrare in un ovulo, quello che ne viene dappoi lo scansaperportarsiad altro ovulo, e trovatoloparimente occupato, si dirige ad unterzo e cosid'ovulo in ovulo gira per la massa del tessuto conduttore, ora flettendosi in basso, ora in alto, e non trovando doveinsinuarsi ri-

mane

per il tessutoinoperoso.Inconseguenza,seil

numero

dei budelliinsinuati nel pistilloéstato digran lungamag- giore diquello degli ovuli contenuti nell'ovaio,

numero

«henella zucca

somma

i

540

circa, noine vediamoquasi distrutto il tessutoconduttore, perchè serveloro di nutri- mento nell 'accrescersi eprolungarsi che fanno, ed aque- sto tessutosostituitiquestinuovi corpi, che non. esistevano avanti la fioritura, e che hanuo tutto l'aspetto vascolare.

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(18)

Ecco

il perchè molti osservatori hanno veduto lungo rinesto tessuto otricolare molti vasi, che altro non sono che un prolungamentod«l pulviscolo,

come

iocredo d'aver

ilimostrato, ed hannosuppostodie ilpulviscolosiservisse di questo

mezzo

per spingerela propria materia fecon- dante (ino agli ovuli, il che

maoc»

di verità per non dire che sia falsissimo.

Frattanto gliovuli huchè nocisonoraggiuntidai bu- delli pollinetrestano qualinoi gli

abbiamo

descritti, vale a dire col sacco embrionaletotalmente pienod'un

umore

cristallino,

e

senzanessunrudimentod'organizzazione.

Mn

dacché questo budellogiungenell'internodella mandorla l'umore che ne riempie il sacco embrionale a poco a poco siturba, perde la sua diafanità, e non tarda a dar segni manifestid'organizzazione. Sièalloradiein forza di quel

movimento

vegetativo,chevagradatamentecrescendo in tuttele parti,perciocchétfunicoliombilicaline nutrono

V

intero

seme

, accrescendosi questo e perfezionandosi

,

saccresceesiperfezionaancheilsaccoembrionalenelquale

si vede col

tempo

formato, nelpuntodelsacropiti pros-

simo

albudello,uncorpicciolotrigono,che èil cosidetto cuoricino o embrione, eche è destinato,

come

ognuno sa, a riprodurre uoa pianta eguale a quella che lo ha prodotto.

Questifattideterminarono

Y Amici

aconservarel'epi- teto di conduttore al tessuto otricolare ridetto perchè serve a condurre ibudelli, ed a distinguere i budelli pollinei con quello di fecondanti, perchè difatto sono essiche operano,

come abbiamo

veduto, lafecondazione degli ovuli,iqualiio altro

modo

rimarrebbero infecondi.

Da

tutto ciò adunque

emerge

che ad ogni ovulo necessita per essere fecondato uno di questi budelli.

Ma

èellaperòunalegge costante cl»e abbisogninotanti grani pollinei quanti sono i semi contenuti in ogni ovaio del

(19)

11

genere dei

...

polispcrmif

Quanto

*alla zucca non possiamo che affermare, imperciocché ogni di lei grano non svi- luppa più d'un budello$

ma

quantoalle altre piante non è cosi, perchè già ne conosciamo assai i cui grani poi- linci sviluppano molti budelli ,e perciò

ognuno

dique- stigrani può fecondare moltiseminel

tempo

istesto.Tali sono, a cagione d'esempio, i granipollineidéìVHibiscus trionum e Syriacus,dell'

Oenothera

biennis,di tuttele

malvacee

ec.

Ma

èella parimenteunalegge costanteche

un

ovulo peresserefecondato non riceva mai più d'un budello pollineo? L'Amici ha veduto in alcune piante più budelli entrare nella mandorla

ma

non però nellazucca.

La

qual cosa lungi dal distruggere la leggedellaconcor- renza dei budelli ad operare la fecondazionedegliovuli

,

anzi la convalidasemprepiù.

Sicchéeccoin

compendio

,senon erro, toltequante le scoperte dell'Amici intorno la fecona>zione. Esse non sonoche una serie di fatti luminosissimi,iquali condu- cono a queste importantissime conclusionifisiologiche:

1.*

Che

gli embrioni vegetabili noti sono formati avanti la fioritura,

ma

sono indubitatamente il risultalo esclusivo della fecondazione,opermegliodire del ravvi- cinamento degli organi maschili e femminili.

Che

per organi maschili s'intendono i grani

pollinei* «j , » . .•!«•i-

. 3.*

Che

per organi femminili s'intendonogliovuli e le loro attenenze» . , .-• . ,

4.*

Che

il saccoembrionale è il vero ovulo vege- tabile.- «.. - l ) ••»:.,. «li'-'iil

5."

Che

le altre partidel

seme

sonolavera matrice da cui l'ovulo riceve il nutrimento, e la propria difesa nel successivo di lui sviluppo.! - w.

6.*

Che

gli stimmi egli stili non solo fanno gli uni da vulva egli altri da vagina,

dando

ricettoe passaggio

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(20)

Ì9

al corpo fecondante,

ma

da mitrici ancora apprestando a questo il bisognevole onde s'accresca,si prolunghi, ed arrivi al sacco embrionale.

7.»

Che

i grani pollinei sonouna speciediglandule seminifere.

8.* Finalmente che il budello pollineo è il media- tore ira il sacco embrionale ed il grano che lo ha svi- luppato, e perciò il vero pene vegetabile, così

come

lo disseil Turpi*.

Ma

perquanto si trovi in questi fatti, ed in queste Conclusioni di che appagare la nostra ragione intorno ai mezzi deiqualilanaturasiserveperformaregliembrioni, pur tuttavia sembra a

me

resti ancora asapere non solo

come

forminoi budelli ridetti,esottoquale influenza essi si sviluppino,

ma

eziandio

come

agiscano lostochè sono giunti in prossimità dei tacchi embrionali dóvenoi gli

abbiamo

lasciati. v

Quanto

alla prima questione,

mi

farò lecito didire, che,senza escludere la forza*vegetativa che in

sommo

grado risiededi per se neigrani pollinei, ed alla quale è dovuta la di loro

somma

attività , tengo per certo che la materia viscosa in essicontenuta hannagrandissi-

ma

avidità per l'acqua;che ipeli dei grani pollinei ad altronon sono destinati che ad assorbirla con più facilità dai corpi circostanti,e che la

membrana

interna deidetti grani ha tali pori clic mentre lasciano passare la pura umidità, non permettono di ciò fare alliquido viscoso,

così

come

avvienerispettoadiversi tessutiartificiali,iquali ritengono le materie crasse e mucillagginose, e lasciano immediatamentefiltrare quelle liquide ed acquose.

Ciò posto spiego l'aumento di

volume

dellamateria viscosa per l'umiditàassorbitaj quindi la formazionedelle campanelle già descritte; quindi quella de! budello, perchè la parte dove si sviluppa è la più prossima al

(21)

20

tessutoconduttore, che è umidissimo, echeforseglisom- ministra un mitri

meato

necessario oer ildiluisviluppo, equindi la configurazione vermicolare del budello

me-

desimo, perchè èforzato a passare daun foco circolare chefa l'ufficio di filiera.

La

qual teorica è appoggiata all'osservare: i.° che nelle giornatemolto asciutte le aperture del granopolli- neo sono perfettamente chiuse ancor

quando

ècaduto sul pistillo; 2.° che in quelleumidissime all'opposto, sn- elle quandodetto grano non è cadutosulpistillo, lesue rantpanette sono moltissimo sviluppate; 5.° finalmente che gettando i detti grani nell'acqua, tale è la forza espansiva che acquista la materia inessicootenulachegli fa immediatamente scoppiare, e la materia distendersi ed aumentare a dismisura di volume.

Ma

quantoallaseconda questione, vale a direall'in, fltien/a che il budello può avere sul sacco embrionale perchèti siorganizzi l'embrione,è ciò forse

uno

diquei molti segreti che non èdato a noi di svelare.

Ma

chi peraltro non è tentato a credere, considerando le leggi che governano la materia organica,chespintoilbudello fecondante in prossimità del sacco embrionale, sebbene non siapra enon versi apparente-inenie nessuna materia, perfezionato che sia, non trasudi dalle sue pareti

mem-

branoseun

umore

limpido. cristallinoedinvisibile, che portato sopra ilsaccoembrionale non lo ecciti e nonlo vivifichi, sicché in lui crescendo

U

forza vegetativa si organizzi il

germe

in vietò di quella vita

che

gli è co- municala da tutto l'organismo insieme, o che diversa- mente assorbito questo presunto

umore

pollineo dalle pareti del sacco embrionale, e portalo iti contatto di quelloivi contenutonon si mescoli con esso e non for- mi,asimilitudine dellecombinazionichimiche,

un

nuovo corpo dotatodiparticolari virtù,e specialmentedi quella

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(22)

a*

«li organizzarsi, di ricevere, di riteneree di trasfondere

la vita, econ ciò di riprodurrelaspecie?

E

quando non

si provasse questo trasudamento, non

potremmo ammet-

tere che a tantaoperazione della natura nonavesseuna parte attivissimaquel fluidoimponderabile, dieèlacausa d'ogni reazione molecolare,eche sottovarieformeregge l'armonia dell'universo, vogliodire l'elettrico? Avvenga- diochè l'avvicinamento di un corpo eterogeneot

come

è

il budello pollineo, al saccoembrionale, potrebbe,a

mio

credere, suscitare tali correnti organiche da disporre la materia a ricevere dall'organismo, col quale si trova a contatto, le impressioni che gli sonoproprie.

Le

quali due ipotesi, lungi dal pretenderechesieno ammissibili,

mi

pregio d'averle allacciale sol perchè of- franoaiillusoti materiadi disquisizione,ondeelleno rice- vano da essi ovita o morte.

Checché sia però dietro le molleverità dimostrate,

mi

sembra resti allattoesclusoquello che

Mori and

,Hill ed altri s'immaginarono nei tempi perduti, vale h dire che gli embrioni dei semi risiedessero nei glubetli del pulviscolo e scendessero a prender postoinciascunodegli ovuli; imperocché nèessi ,

Mot

land ed Hill, nè suc- cessivamente altri Gno ai nostri giorni , hanno o possono aver veduti i delti embrioni sotto qualsiasiforma,e per qualunque

mezzo

, sfuggire dal globello o globeUi poi liuei ed insinuarsi nel sacco embrionale; e per le stette ragioninonènientepiùdaammettersi l'opinioneaffacciala ora di recente dal dott. ScìUaidendiBerlino,edaesso validamente sostenuta con credute prove di fatto, e perciò abbracciata con un certo fanatismo dalla maggior parte dei botanici tedeschi, checioè,i budelli fecondanti

s internino nel sacco embrionale, e formino essi stesiti

1embrionecolsolo organizzarsi e svilupparsi. Ciò essendo

1grani pollineisarebberoillutto nellafecondazione anziché

(23)

22

lasola parte mascolina. Controlaquale opinioneperò,al- trettantoerroneaquantoinapparenta sembraragionevole, Io stesso

Amici

, che ha>veduto tutt'altrimenti,obietterò quanto prima con argomenti tali, da distruggerla radi- calmente, il che ad essopiù che ad altri spetta.

1

Quanto

a

me

basta 1'aver contribuito con questo

mio

lavoro,qualunquesia,arendere piùpopolarelacogni- zionedifatti,ilcuicomplessostabiliscelapiùesattateorica della formazionedegliembrionivegetabiK,edi averfatto conoscere più generalmente che la scopertadiquesti fatti è dovuta ad

un

italiano, ad

un

nostro collega, voglio dire

allumici

, e così

non

tanto per

amore

del vero, per la ferma convinzione d'essere indubitato quello che

i miei occhi hanno veduto,quanto perchè con piùsolen- nità si aggiunga questaalle molte altre glorie italiane.

Spiegazione deliefigure rappresentate nella Tavola.

« i i *

Fig. i. Sezione verticale della metà del pistillo del fioredi zucca

(Pepo

macrocarpus)ingrandita5 dia- metri. In essa è osservabile

a

lo stimmaj b lo stilo; cgl'invogli floralij

d

porzionedell'ovaio;eilpeduncolo?

/

ildecorso del tessuto conduttore5

g

gli ovoli co*loro

rapporti$ h il funicolo ombilicale.

Fig. 2. Sezione trasversa dell'ovaio nella di hit

metà ed ingrandita 5 diametri. Vi si osserva

a

iltessuto conduttore distribuito in treporzioni, ognunadelle quali divisa in due parti; b gli ovuli fissati all'estremità del tessutoconduttore;cifunicoliombelicalichetraversano il

tessuto conduttore e s'intemanonegli ovuli. N Fig»

3

Sezionetrasversa dellostilo ingrandita 5 dia- metri ed in cui si vede,

a

iltessuto conduttore; b lo stuccio che loracchiude.

Fig. 4.

Un

granopollineo ingrandito

200

diametri

,

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(24)

21

nel quale sono visibiliale sue aperture;bi peli conici;

c le campanette prodolle dalla

membrana

interna;

d

il

budello pollineoprodotto dalla stessa

membrana;

eico- perchini movibili delle aperture ridette.

Fig. 5.

Un

ovolo ingrandito

35

diametri dicui si

vede

a

la primina; bla secondina; c la mandorla;

d

il foro o aperturadella

medesima

; e ilsacco embrionale;

/il

funicolo ombilicale.

Fig. 6.

Due

Gle otricolari dì tessuto conduttore ingrandite

200

diametri.

Fig. 7. Alcunepapilledellostimma ingrandite

35

dia- metri.

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