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PRESA DI TABACCO MILANO F ROSINA ANTONIO S AMBUCETI DA PLACIDO MARIA V 18AJ. ftvxy -V. DA GAETANA ROSA c*.\ COMMEDIA IN DUE ATTI.

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(1)

PRESA DI TABACCO

COMMEDIA IN DUE ATTI D

i

ANTONIO S AMBUCETI

F ROSINA

Commedia

inun Atto

B1DOTTA

PEL TEATRO ITALIANO

DA GAETANA ROSA

c*.\

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A

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*

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ftvxy -V

Vfp\ì

MILANO

DA PLACIDO MARIA V 18 AJ

nei Tre

Re,as.Gio. Laterano

1

838

(2)

La

prima

Commedia

è posta sottola salvaguardiadelleLeggi, qaal

Dodo

fattodall’egregioAutorealTipografo

P.

M.

Visa).

(3)

UNA

PRESA DI TABACCO

(4)

Digitized byGoogle

(5)

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*)t pccòeute/ $d»e*/*o comico, dv cam>loitv

£idea/

da

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blóoimo, ($3edeEfitaliano fEeaixo a*dimoAtmtw

auuatcte e culate ad un- tempo; 04i/ebejra

ijwei/ pocEié4mu cSe> fa uoAbca 4cacacot/teS-

É?e*>o 4cevtxx/ dio&’Cttiw'OubOMepcoduaiom,ucfta»

(6)

^exAMo. aoeòeixuc<&& c&afutnonaX&vcc ad.twv»-

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a^À, bUmue**

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dal!t&abooPoòcukaj&lÙx e fegaXctw,ttw&ptopt-i/e

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ccUejta. ofienoni-òdeijttex-elecjiuajta

umo/ o^exKeCf iuu/ condotta fa 4pet/<xii«x. db

poic-ovì quando eèe 4ut/ ^cuo perente/ di- taf

coòctc£ti

oa^a

iiwx^ioMMenledb ebbeve/

a Voi

fa fatata.

Sii Vob\f(Jo

©C titanio Santlìucett

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(7)

PERSONAGGI

Laura cTIvry,

giovine vedova.

Gustavo Leblanc.

Milord

Dorsky, uomo

di 4® anni.

Caterina,

cameriera

diLaura.

Tom,

servo

di

Milord.

Bernardo, locandiere.

Servi

che non

parlano.

La Scena è a

Calais, in

una

Locanda.

F.299.

I

(8)

Digitized'byGoogte

(9)

UNA PRESA DI TABACCO

ATTO PRIMO.

SCENA PRIMA.

Sala

comune

di locanda con

quadro

porte lateralied

una

inprospetto:a destra sa- rannole

camere

di

madama

d’Ivry; a si- nistradisopraquelle diLeblanc, di sotto quellediMilord; tavolini, sedie ecc.

Caterinadalle camere di

madama

, recando unosciallosulbraccio,indiGustavo.

Cat.

L ho

finalmente trovato il

modo

di partire

un momento

da tavola...

Povero

signor Gustavol..

Quanto

deve essere im- paziente perparlarmi!..

Ora vediamo un

poco:

mi

fu dettoal

numero

dieci... (os- servale porte,poi bussa aquella diLe- blanc)Eccola, questaè la sua camera...

Gus. {esce)

Ahi

seitu Caterina? Era ormai tempo

che

ti ricordassidi me.

Cai.

Siamo

tutti apranzo: se

non

avessi tro- vatoil pretestodivenire a prendere lo

(10)

12

UNA PRESA DI TABACCO

sciai della padrona,

non mi

sarei ancora mossa da tavola...

Cus. Come?.. Lauretta pranza contuttii fo- restieri?

Cai.Sicuramente.

Gus.

E

da

quando

inqua?

Cat. Dal

primo

giorno che siamo arrivate.

>

Che

volete?Essa diceche si

mangia con

più appetitoin compagnia, e quasi sto per direlo stesso anch'io...

Gus.

Ma non

riflette che

una donua che

viaggiasola?..

Cat.

Che

voleteche rifletta? Sapete che te- stolina èla sua

Gus. Molto

bene!.. Orsù, miacaraCaterina,

dimmi

sinceramentequali speranzeti pare che iopossa concepire intornoal

mio ma-

trimonio?..

Cat.

Se debbo

parlarvi

con

sincerità, vi dico che perdete ilvostro tempo,secredetedi poter ridurre la mia padronaa sposarvi.

Gus. Perfida!..

Avrò dunque

pertanti anni consecratoa lei ogni

mio

pensiero; avrò inutilmente ricusatala

mano

di

una

in-

genua

giovinettache il

mio buon padre mi

destinava inisposa,certo diformarela tuiafelicità?..

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(11)

ATTO PRIMO

13 Cat. Per

me non

soche dire: a‘norma di quanto vi promisi

dopo

lamorte del pa- drone,

non

tralasciai ditenerle di

quando

in

quando

discorsosopralavostra costanza, sui vostri meriti;

iasomma, memore

dei benefizj ricevuti dalla vostra famiglia,

mi

adoperai in ogni maniera per voi;

ma

il credereste?

Mi

sono accorta che-il solo

nome

di

matrimonio

laspaventa:e adirla ^ non ha torto, giacché col

primo

marito ebbe tanto a soffrire...

Gus.

Lo

so... pure conviene distinguereda

marito a marito. . ,

Cat. Ditemi ora qual fu il vostro progetto correndole dietro con tanta fretta.

Gus.

E

puoi

domandarmelo?

Voglio ottenere da lei una decisiva risposta; sono ormai pronto a far di

me

ciò che vuole il de- stino,

ma

tentar voglio per Tullima volta di ottenereil suo cuore.

He

nulla otterrò sarà tutto effetto di quelTastro maligno, che

uon

ha

mai

cessalodiperseguitarmi!..

Cat.Io veritàche

mi

fatecompassione!

Gus.

Ma non

è

una

veracrudeltà? Partireda Roano senza

nemmeno

avvertirmene!..

Che

nedici?., basta,

almeno

la vedrò...

Cat.

La

vedrete, e al solito pregherete,

(12)

14

UNA PRESA DI TABACCO domandèrete

pietà;essa vilascerà dire,e

non

siconchiuderà

mai

nulla.

Gus.

Dimmi

tu

dunque come devo

regolar- mi...

Cat

Dovete prima di tutto farlevedere

che una

semplice combinazioneve la faritro- vare in questa locanda;

non

parlarle della vostra passione

nè punto

nè poco...

Gus.

Ed

èpossibile cheio?.

.

Cat. Credetea me:questigiovanottiinconsi- derati.,questi capisventati le

vanno

forse piùa genio deicaratteri serj e

melanco-

nici.

Ne

voleteuna prova?

Dacché

ella re- stòvedova,io

non

lavidimai intrattenersi con alcun

uomo

tanto volontieri

quanto

con

un

certo inglese alloggiatoqui davarj giorni.

Gus. Chi ècostui?

Come

sichiama?

Cat. Io

noa

saprei dirvelo;sobenissimo

che

deve essere molto ricco, perchè

spende

assai, ha quattrocavalli, carrozza bellissi- ma...

Gus.(sospirando)

Ha

qualitàmolto possenti sul cuoredelledonnei s

Cat.

Le

donne?..

Che mai

ditei Egli

non

le cura, anzine dice tuttoil

male

che può, eletratta poieoa molta franchezza.

Or

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(13)

ATTO PRIMO

15 bene,costuidiverte tantola mia padrona,

che

essa preferisce pranzare ogni giorno alla tavola dei forestieri...

Gus.

(sospirando

)

Va

bene!.. Ti son grato, Caterina,diquanto mi dici, esono pre- paratoa tutto. Conoscerò intantoquesto garbato inglese...

Cat. Saresteforse dilui geloso?

Gus. Io geloso!

E

ti pareche?..

Cat.

Ohi

separiamoci;

può

giungerealcuno...

Gus.Addio... soprattutto silenzio.

Cat.

Non

dubitate».^Poverogiovine!) (parte dal fondo).

SCENA

II.

GustavojindiBernardo.

Gus. Dice

bene

Caterinaio

ho

torto anu- triretantoaffettoper una

donna

incapace di

amare

davvero.. Eppure,

quando

ricordo quei contrassegni ditenerezza che io

ne

ebbi

prima che una

barbara sorte

mi

co- stringesse a lasciarla mia patria,la grata accoglienzafattamialritorno!..

Ma

saprò uscire

da

questo penosissimostato: sì, ciò

mi

è

troppo

necessario...(vapasseggiando in aria di riflessione).

(14)

16

UNA PRESA DI TABACCO

Ber. (dirìgendosi versoGustavo)

E

cosi,signor mio,tutti

hanno

giàpranzato, evoi...

Gus.

(sema

badargli)

Guai

a colui che essa volesse preferirmi. Io

non

sarei tale

da

frenarei mieitrasporti...

Ber. (Non mibada). Ehii signore, dico, se volete pranzare l’oraè giàben tarda...

Gus. (

come

sopra) Se coll'amore il più

an

dente

non mi

saròmeritato

un

solo di lei pensiero,saprò conaltrettantaindifferenza renderla infelicepercagionmia...Gilè dico!

Laurettainfeliceper miacagione!..

Ah

no!..

(siedepresso

uno

de’ tavolini).

Ber. (accostandosi) Signore, l’oradel

pranzo

è già passata, e voi

Don

avete ordinato.*.

Gus.

Ah

si!..

È

vero.

Ber.

Sono

aricevere gliordini vostri.

Gus. Fatevoi:recatemi ciò chevolete.

Ber.Volete esser servito incamera?

Gus. Sìe tosto...

Ber.Allabuon'ora...(Voleva vederla che

non

pranzasse). (parte).

Gus.

Ha un

bel dire coleicheio faccia l’in- differente; essa

non

conoscequanto

grande

sial’amor mio,

non

sache alsolo

vedere

Lauretta

non

posso a

meno

diprovare

un

certo fremito;

ma

pure tenterò

anche

di

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(15)

ATTO PRIMO

17 superare il

mio

trasporto.'.

Alcuno

viene;

fosseella mai!.. (siritiraindisparte).

SCENA

III.

futura, Caterinaedetto.

Lau. (a.Caterinaentrandodallacomune)

Le

tue ragioni saranno buone,

ma

intanto

ho

decisodi partiredomani,e partirò...Pos- sibile cheio

non

possa trovare

un uomo

cheriesca a piacermi per

una

sola setti- mana?..

Cai. Io

non

lacredereicosa poi tantodiffi- cile...

Lau.

(Parlapiano: làvi è

un

forestiere).

Ar-

rogante!..

Non

voglio più vederlo...

An- diamo

nellenostre camere,e porta chiusa per tuttoil rimanente della giornata*..

Cat.

{facendo un

segno

a

Gustavo che si avvicina)-Ciò significache avete deciso di

non

uscire

neppure

quest'oggi... .

*-

Lau.

Ciò non

è necessario... (riconoscendo Gustavo)

Ma

io

non

m'inganno:il signor Gustavo!

Cat.(fingendo sorpresa )

Come!

Ilsignor

Gu-

stavoin questo luogo?

Gus.

Oh! Madama

qualfelice

combinazione

fa

che

iovi ritrovi qui?

(16)

18

UNA PRESA

DI

TABACCO

Lau.

Una

vera combinazione.Iosonodiretta a

Londra

pervedereuna miazia:perdonate anzi sela mia precipitosa partenza

non mi

permisediavvertirvi diquesta

mia

gita.

Gtts. Voi voletescherzare.

E

d’onde in voi l’obbligodi avvertirmene?..

Cat.(Vuol porre in opera le mie lezioni.

Vedremo

sene sarà capace), (entra nelle stanze di

madama).

Lau.

Non

dimenticherò mai che voi foste

sempre

Tannicodi

mio

marito,eche

non

cessaste di interessarvi per

me

alsegno di propormi...

Gus.

È

tuttoeffettodella bontà dell’animo vostro, se

non

isdegnastelamia deboleser- viltà.

A

questo

mondo

siamo tenutiad es- sere utilil’uu Tallro... (Barbara!) Tmu. (Quale improvviso cangiamentol)

È molto

tempo

chevi trovate qui?..

Gus.

Sono

pochi

momenti,

e forse partirò

dopo

che avrò pranzato.

Lau. Cornei

Non

avete ancora pranzato?

È

già

molto tardi...

Gus. (passeggiando sempre con disinvoltura)

A momenti

sarò servilo;

ma non

vorrei trattenervi qui...

Se

aveteche fare,

senza

complimenti..^

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(17)

»

ATTO PRIMO

19

Lau» (Ho

capito: egliè offeso).

Vi

sarebbe forse accaduta qualchedisgrazia? Osservo in voi

un

contegno malinconico contro il

vostrosolito (con moine) Sarò indiscreta sevi chiederò quale motivoviallontana dalla vostra patria?

Gus. Ho

intrapreso aviaggiare la Francia

per

distrarmidaitetripensieriche

Sgom- brano

da qualche

tempo

la

mia

mente!..

Lau.

Tetri pensieri!..

Ohimè! Voi mi

spa- ventate.,.Spiegatevi...

Gus.

{con caloresemprecrescente)Io

amava una donna

quanto

mai amar

si

può

crea- tura umana... ilcredereste?

Dopo*

anni

ed

annidifedeltà e di costanza;

quando

il

momento

per

me

sembrava giuntodiessere

compiutamente

felice,

mi

vididaleiposto in

non

cale, deriso e ridottoquasialladi- sperazione.

Per non

dar neglieccessi,per tentare disoffocarnel

mio

cuore lavoce di

un amore

oltraggiato,per imporre $i- lenzioal

mio

furore...

Lau.

(,sorridendo) Perdonatemi, caro sigaor

Gustavo) ma

io vi credeva dotatodi for- tezza

d’animo

bastantearendervi superiore

ad una

trivialissimapassione qual èl’amore.

Io

ho amato mio

marito,è vero,

ma

l’ho

(18)

20

UNA PRESA DI TABACCO amato

perchè

mi

accorgevadiesserne ria- mata. Se voiprimadi darvi inbraccioalla tristezza,edalladisperazione per

una donna

aveste cercato di sapere se

veramente

vi corrispondeva,

non

avresteorabisogno di lasciareiparenti, gliamici,la patria,

per

cercarealtrove

un

sollievo allevostrepene.

Credetea

me,

è la maggioredelle follie

Tamare un

oggetto,

quando

questo,

anche

volendo,

non può

corrisponderci.

Gus. Iocredeitroppo facilmentealle lusin-

ghe

diquel cuoreingannatore...

Lau.

Se

vi ha lusingatopoi

non può

essere cheuna

donna

cattiva. . .

Gus.Si cattiva,indegna diqueiraffetto...

Lau.

E non

siete capacedifarne vendetta?

Gus. Vendetta!..

E

inqual

modo?

Lau. Volete saperlo da

me?

« ..•

Gus.(Perfida!..)SI,davoi. , .. ;

Lau.Abbandonatela per sempre,rivolgete

ad

Un'altra l'araorvostro,esialecerto di es- serevendicato abbastanza.

,

Gus. Rivolgere ad un’altragliaffetti miei!..

Ciò

mi

è impossibile..,;

Lau.

Dunque

soffritee rassegnatevi.

Gus

.

E

siete voichecosì

mi

parlate?.. (

con

passione). .

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(19)

ATTO PRIMO

21

Lau.

Iosì...

come

vostra amica,

come una

persona che desiderailvostrobene,lavo- stra felicità...

Gus. Oh

dite pur la

mia

morte: che giova ilfingere?

Voi

vidite mia amica,

mentre

sietel'unicasorgentedi tuttii miei mali, colei che ha la barbara compiacenza di

-

rendermi

ilpiù sciagurato degliuomini?

Lau.

Parlatevoisul serio?

Gus Per amor

del cielo Lauretta,non-

mi

trattatecosì...

Lau.

Ma

che sperate da

me?

Gus. La

vitaola morte;io

non

posso vivere piu oltreinquesta crudeleincertezza.

Lau.

Poiché

mi

credete capace ditanto, io viconsigliodi vivere.

Gus.

Ma

sapete

che

senzadivoilavita

mi

sarebbe dipeso? iovi amo...

Lau.(L'usata seccatura!)

Lo

soGustavo; e

mi

rincrescedi

non

potervene dimostraretutta

lagratitudine.

....

. *

Gus. Sì

che

lo potete,con una sola parola

il potete... .

Lau.Per carità...giunge alcuuo, ricompone- tevi...

Gus. Sodo, ben»infelice!.. '

(20)

22

UNA PRESA DI TABACCO SCENA

IV.

Bernardo

ed un

Cameriere cherecano l'oc- correnteperilpranzonella

camera

di

Gu-

stavo edelti.

Ber.Signore,il

pranzo

èall'ordine, {entra, indi ritorna e parte).

Lau.

Andate

a pranzo Gustavo...ci rive- dremo...

Gus. Pensate che sonotantianniche io vi

. amo, che sperodi possedervi...

Lau. Saprò regolarmi io maniera da meri- tarmilavostrariconoscenza...

Gus. {toccandolela

mano)

Lauretta...

Addio

{vanellasua camera).

Lau.

Non

posso a

meno

di

non

sentirmi

commossa:

povero Gustavo!Egli

mi ama

davvero, edio

non

provo perluicRedel- Tamicizia...Vorrei vederlo felice,

ma non

acosto della mialibertà: è meglio disin- gannarlo intieramente, giacché

non

èba- statol’allontanarmi.,.

SCENA V.

*

.,

...

Milord,

Tom

edetta.

Mil.{a

Tom

entrando)11

mìo

cappello,imiei guanti, ed.ilfrustino...

Digitized b

(21)

1

ATTO PRIMO

23

Tom. Sul momento...(entra nella

camera

di Milord, indi ritorna cogli oggetti accen- naii).

Mil.(scorgendo

Laura

)

Ohi

credeva di

non

potervi

nemmeno

darvila

buona

sera,

ma

possoancorafarlo...

Lau.(bruscamente

)

Ve

neringrazio. (Quest'al- trocolle

sue

stravaganze pare che abbia preso aperseguitarmi).

3/(7.

Dunque buona

sera e

buona

notte: siete

piùincollera con

me?

Lau.(come iopra)Io

non

sonoin colleracon

alcnuo... \

Mil.

Eppure mi

avetepiantato a tavolain unamaniera...

Lau.Sgarbata forse?

Mil.Piuttosto. (prende tabacco).

Lau.Se ciòè vero, io

non

avrò lattoche seguireil vostroesempio... ,

Mil.(caldo) Signora no,che

non

l'avetese- guito: se iovi

ho

propostocontuttafran- chezza di condurvi alla passeggiata,per- chè pareva che aveste volontàdiandarvi, perricusarevoidovevate dirmi

un

belno, enon se

ne

sarebbe parlatoaltro.Invece vi sieteposta in serietà,

non

avete più parlato,e poi per esimervi dall'accettare

(22)

24

UNA PRESA DI TABACCO

da

me un

po' difrutta, siete partita

come uu

corriere digabinetto.

Lau. (ride

da

sè).

Mil.(proseguendo)

Siccome

iocredodi

non

avervioffeso,chèle

donne non

sioffendono percosì poco,così

non

aspettate che io vi faccia deliescuse...

Lau. (come sopra) (Eppure

mi

diverte!) Mil.Ridete eh?Ma! Io sonosincero,e

mi

vantodiesserlo.

Lau. Inciò

non

siete solo:anch'io sonotutta sincerità,e per provarvelo, sappiate

che

io

non ho

la

menoma

difficoltàa dirviche sieteil piògran pazzoche io

mi

abbia conosciuto...

Mil. Saràvero...

non mi

oppongo...

Lau. Avrei forse accettatodivenir

con

voi

dopo

pranzo,sein altra guisa

mi

aveste offertala vostra compagnia...

Mil. Inaltra guisa?

come

sarebbea dire?

Lau.

Andate

làche siete

uno

sgarbato.Alla fine poiscommetterei che questo vostro disprezzo perilnostro sesso

non

è altro invoi chelaconseguenza diqualche pas- sione delusa,ecosì per vendicarvi di al- cuna,ciavrete poste tutte in

un

fascio,e ci trattate

con

tanto rigore.

«

Vi com-

DigitizedbyGoogl

(23)

ATTO PRIMO

25 patisco;sivede che ancora ignorate esservi al

mondo donne

che valgono perdieciuo- mini euominidisenno.

Ora

pensate quanti uominidicervello strano vi vorrebbero performareilvaloredi

una

diqueste

don-

nei,. (per partire).

MiL

Ottimamente! Venite qui,una sola pa- rola.

Lau.(ritornando )

Che

volete?

Mil.Voglio

che

restiamo amici (cava lata- bacchiera).

Prendete

una presadel

mio

ta- bacco,e le partite

rimangono

saldale.

Lau.Viringrazio:

non

ne prendo.

Mil.Tanto peggio pervoi:perdete

uno

dei piùgrandi piaceri dellavita.

Lau.Eccoun'altra stravaganza! (ridendo).

Mil.Chiamatela

come

volete: per

me non

hotrovato

un

piacere al

mondo

parago- nabile

ad una

presa di tabacco,

buona

per tutto,ottima poi perdiscacciare lanoia...

Via,provate

anche

voi il

mio

rimedio.

(offrendoletabacco).

Lau.

Nuovamente

vi ringrazio:

non cono-

scendoil

male

dicui parlate,

non ho

bi- sogno delrimedio,ed'altronde seloco- noscessi,avrei

ben

altri mezzi, eforsepiù efficaci

per

combatterlo.

F,299,

Una

presa diTabacco.

(24)

26

UNA PRESA

DI

TABACCO

Mil. (con interesso)

Sentiamo

via;quali sa- rebbero questi vostri mezzi? .

Lati.

La

letturaper esempio, la riflessione, labeneficenza,etuttigli altripiaceri della società...

Ma

voi

non

liconoscete...

Mil

.Li conosco,

ma non

gli

ho

trovatibuoni;

poichéseleggo

mi

addormento,se rifletto

mi

vieneil

mal

dicapo; la beneficenza poi sarà

un

dolce passatempo

ma non

si

può

esercitare tuttoilgiorno.

Riguardo

ai piaceri della società,imiei' amici,osisono burlati di me, o

mi hanno

ingannato: per conseguenzailvero,ilsolopiacereinnocente è iltabacco:

non

vorrete farnela prova?

Lau. (indispettita )

Vi dieodi no.

Mil. Cospetto!..

A me un

simil torto?

Lau.

A

voiche siete

un

importuno,

un

in-

solente. *

Mil.(serio)Madama!..

SCENA

VI.

Gustavo cdelti.

Gus.(si

ferma

a guardaredalla porta della sua camera)

(Che

vedo!.,quale confidenza!) Lau.(a Milord)

Mi

avete seccata:che volete

che io mifaccia delvostro tabacco?

(25)

ATTO PRIMO

f ; Sì?

Mil. Se

non

'volete gustarlo, gettatelo via,

ma non

lo ricusale. « <

;

Lau.

Non

ne prenderei per tutto

Toro

dèi

mondo.

. r. . , . >

Mil.(insistendo)

Avete

torto: ed iò

non

vi lasciose

non ne

prendete una presa.

Lau. Questa è

una

tirannia. (

smaniando

).

Mil. Saràtuttociòellevolete, ina io

nou me ne

vado,se...

Gus. (avanzandosiinaria decisa )Signore!

Mil. (volgendosi)Ditea

me?

Gus. Dicoa voi:con qual dirittovi fatele- citodiinsultare una

donna

rispettabile?

{conalterezza).

Che

cosaè tanta insistenza?

Rispondete.

Lau.{ridendo in disparte)(Gustavo è capi- tato a proposito).

Mil.(prendendo tranquillamente tabacco

)

Di- temi prima

con

quale diritto entrate in

un

colloquio senzache alcunovicerchi?

Che

cosa é tanto ardimento?

Lau. Signori miei, calmatevi: qui

non

c'è

motivo

d'alterarsi••• i t4*

Mil.

Non ho

bisogno che

mi

diciatevoi se il

motivo

ci sia

o

no. Ilsignore che

non ho

la sorte diconoscere èmolto temera-

rio... ' . .

(26)

23

UNA PRESA

DI

TABACCO Gus.

(a milord,condisprezzo) Chisiete voi

per usare con

me un

similelinguàggio?

Lau.(piano

a

Gustavo)

Per amor

delcielo.

Gustavo, badateaciò chefate.

Gus.

(L'iniqua loama).

Mil. Volete sapere chi sono?.,(ridendo)Io sonotale da farvi al bisogno pentire.

Lau

.Milord,compatite nelsignore

un

ec- cesso di zelo...

Gus.

Per

una barbara, per uu'ingrata... (a Milord) Costeiche voi circuitecolle vo- stre noiose

premure

devefra

poco

appar- tenermi..-.

Lau. (Vedremo)-

Mil.

Tanto

peggio per voi... (Sta fresco il

poverodiavolo!) *

Gus.

Ed

io

non

permetterò

mai che

alcuno ardiscadi oltraggiarla.

Lau

.V'ingannate, Gustavo,io

non

possodir—

7

mi

offesa da milord...

Gus.

Or bene

se

non

ha offeso voi,

ha

offeso

me.

Mil.(prendendotabacco) In questo caso ce

la intenderemo.

Lau. Io credo che entrambi vogliate scher- zare.

Gus,

(conflatosorriso) SI,scherzo

ieL

»

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(27)

ATTO PRIMO.

.*r ; 19 Mil.

È ben

facile ('accorgersene:questo

non

è che

uno

scherzo, una mistificazione.

Lau.

Voleva ben

direche per

una

follia,per una cosa

veramente

danulla...

, » t

«’

. * *

SCENA

VII.

Bernardo

edetti,

* » 4

Ber. (recando candelieri accesiche

posa

sui tavolini)Notte felicea lor signori.

,

Mil.

È

giàsera,edintanto io

non ho

fatto la miacorsa a cavallo... Pazienza!.. Profit- terò del

momento.

(mettendosiilcappello).

Gus. (piano

a

milord)(Leggio parlarvi,mi- lord).

Mil.

Sono con

voi. (ridendo)

Madama,

ri- cordatevi che avete ricusata da

me una

presa ditabacco.

Lau.

Finché

saretesgarbatocolle donne,vi vedretericusar molto:meno... Signori,vi riverisco,(prende

un lume

e va nelle sue camere).

Mil.(aBernardo) Locandiere, dite a

Toni

dipreparare il

mio

cavallo,ed avverti- temi tosto...

Ber.

Vi

servo. (parte).

(28)

30

UNA PRESA DI TABACCO

Mil.(aGustavo)

E

così?

Che

voleteda

me?

Gus. Ciò che avetedetto meritail

mio

ri- sentiinentoy eperciò vichiedo

una

;ripa«*

razione. 1 '

Mil.

Benché

io

non

sappia qualedinoi

due

possa pretenderla dall’altro, pure

sono

prontoadarvela,

qualunque

sia il

modo

con cuila domandiate...

Gus. Venite all’alba di

domani

al bosco di Florville col vostro testimonio:avròilmio.

Mil.

L’arma?

Gus.

A

vostrascélta.

1 " '

Mil.

La

pistola.

_ % •* r tr I» o>**

Gus. Sia pure.

Mil.

Non

mancherò.

Se

mai volesselasorte che io soccombessi,

non

dite che milord t)orseysia mòrto per

una

donna... ciò to- glierebbeilriposoalle mieceneri.

Gus. Dirò che lavostraarroganza ha incon- tratola dovuta pena.

Siamo

intesi {parte dal fondo).

Mil.Sii faveramente compassione!..

Per

pia- cereaqueldiavoletto...

Oh

dove

mai

tanti balordifanno consisterela felicità! '

*

*#f .V . . •* W* i * ' '

.J fJ

..n'

.'.7 . V

DigitizedbyGoogl

(29)

ATTO PRIMO

\

31

SCENA

VIIT.

Bernardo e détti.

Ber. Milord,ilvostrocavallo è pronto.

Mil.Ditemi,locandiere,chiè queiforestiero chepoco fa eraqui?

Ber

.

Sichiapoa

Gustavo

Leblanc. *

Mil.

La

sua professione? '

Ber.Credo

che non ne

abbiaalcuna: ciòche v’hadicerto siè che egliè

un innamo-

ratodelia vedovella

venuto

qui a bella

posta perlei.

Mil.

Lo

so, e ne

ho

piacere.

Non

rai

sono

mai battuto con innamorati!

Ber.

Come,

milord!

Dovete

battervi conlui?

(corisorpresa).

Mil

All'alba didomani.

Ber.

E

perchè,seè lecito?

Mil.

Non

lo so

nenimen

io...

Ah!

per

una

presadi tabacco. (partedal fondo).

Ber.

Ho

io

bene

inteso?..

Un

duello!

Questo

mirincresce perchèciò

può

nuocerealla riputazionedella

mia

locanda.

È ben

vero che io

non

entroinquello che

non mi

riguardo...

(30)

33

UiNA PRESA

DI

TABACCO SCENA

IX.

Tom

edetto.

Tom.

(infretta )

Signorlocandiere, siete qui?

Ilointeso che a bassosicerca divoi...

Ber.

Vado

tosto...

La

sapete,

Tom,

l’avven-

,tura? !

Tom.

Quale?

Ber.Milordsibattedomattina

con

quel gio- vinottogiunto qui quest' oggi...

Tom.

Buono!..

Povero

giovine!..

Se

sapeste

come

è terribilemilord!..

E

ilmotivo?

Ber.Volete ridere?

Una

presa di tabacco,

ab,ah!.. * (parte).

Tom. Lo

direi,ilmotivo, e credo di

non

io*

gannarmi. Intanto sono giàdieci giorni che citroviamoinquésta locanda, e

una

ragione deve esserci. Milord

non

pensa

punto

poco apartire..*

Non vedo

il

momento

di ritornare a Londra: è or»

mai un anno

chesi girail

mondo,

e in tuttoquesto

tempo

possodire diessermi cordialmente annoiato, fuorché in Italia...

oh

caraquell’Italia!..

Che

belcielo! Quali magnifichecittà!

E

le

donne

poi:.,ohi la cameriera'di

madama

(vedendo Caterina cheescedallestanze diLaura).

Buona

sera..

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(31)

ATTO PRIMO

33

SCENA X.

Caterina e detto.

Tom

.

Possoservirvi in qualchecosa?

Cat. Ditemi, caro

Tom,

milordstarà

molto

a ritornare?

Tom.

E

chilosa!..Bellissima...

come

vichia- mate?

Cat.Caterina,

ve

l’hogiàdettopiùvolte.

Tom.Avete ragione: che bramate da milord?

Cat.Nulla...

Da

voi vorrei

un

favore...

Tom. (Non c'è male.) Parlate. (osservandola).

Cat.{mostrando

un

biglietto)

Appena

arriva ilvostro

padrone

dategliquesto biglietto;

faffaredi cui sitrattaèimportantissimo...

ne

dipende

lavita di

madama.

Tom.(sorpreso

)

La

vita!

Cat.Certamente:

mi

promettete voi di con-

segnarlo?

Tom. Figuratevi,bellaCaterina! pervoi farei moltodi più... date qua. (prende il bi"

glietto). .

Cat.

Mi raccomando.

Tom. Diteil vero: Milordsi ferma qui per

leisola...

F.aU9. a

(32)

34

UNA PRESA DI TABACCO

Cat.Potrebbe ancheessere...

Guardate

di tro- varvipresente

mentre

egli legge questo biglietto,osservale seva in collera,o se puresimostraallegro.

Se mai

mostradi

non

alterarsi, fatemi

un

segno

bussando

alla porta dellenostre camere.

Tom. E

sepoi,

come è

più probabile,lace- rassequesta carta?

Cat.Intalcaso

avremo

pazientai

/

SCENA

XI.

Gustavoe detti

Gus.(dal

fondo

con

lume

accesodirigendosi verso lasua camera)

(Anche

Caterina

mi

tradisce).

Cai. (rivolgendosi) Ohi., signor Gustavo...

(pressolaporta) Signor Gustavo!..

Gus.(entra e chiude).

Tom.

Si è rinchiuso.

Cat.

Non mi

sente.

Buona

sera,

Tom,

siamo

intesi. (parte).

Tom.

Addio..;dormitebene...

Che buona

fan- ciulla!

graziosa quanto un'italiana.

Le

nostreinglesi

non

voglionochesi dica,

ma

iosono persuaso che solamenteinItalia

ed

in Francia si trovano

donne

che riuni-

DigitìzedbyGoogle

(33)

ATTO PRIMO

35 scanoalla bellezza la grazia e Io spirito.

Eh!..Sefossi giovanevorreiportarne

un»

aLondra;

ma

già ora quel che èfatto è fatto.

SCENA

XII.

Milord

,

un

Servoe detto.

Mil.{precedutodal servo col lume)

Al

dia- voloil cavalloelapasseggiata.

Tom.

Buona

notte, milord, {il servo parte).

Mil.

Buona

notte.

Hai sonno?

Tom.Finora no.

Mil, {posandocappello, frustino,ecc.)

Dammi

ilmio

punch,

e vaiti a coricare...

Tom.

Come

volete.

Ah! debbo

darviquesta carta. '{porgendogliilbiglietto).

Mil.

A me? Che

cosa è questo! {osservala soprascritta)

A

milord Dorsey:chi scrive?

Tom. Guardateci.

Mil. {apreilfoglio)

Laura

d’Ivry...

Ho

capito, (staccosta al

lume

elegge).

Tom.

{osservandolo)0\roki\^otxse

ne

fanulla...

Mil.{ridendo) Ci

ho

gusto:

ho

piacere che dimandi compassione.

Tom,

la

mia

pipa,

il

mio punch

e felice notte.

Tom.

Yi

porto l’unael'altro...(Ride?Si dia

(34)

36

UNA PRESA DI TABACCO

ilsegnoa Caterina)(picchiaalquantonella portadi

madama

e parte).

Mil.(leggendo forte)Se

non

avessiconosciuto invoi

un

nemicodeciso del

mio

sesso,sa- reivenutaio stessa

ad

implorare

da

voi questagrazia

=

Maledetta!..

Non

so

come

costei abbia preso sudi

me una

certapre- ponderanza,per cui'non posso paragonarla atutto ilrestodelle donne.

Se do uno

sguardo'alle sue qualità, le trovotanto stranel...Sarà

appunto

perchèlatrovostra- vagante che

non mi

dispiace.

Ma uon

isperida

me

altroche questo elogio:quel suo innamoratoè

un

insolente;mi ha pro- vocato, ed io

non

posso senza parere

un

pusillanime rifiutare di battermicon lui:

e poi

sembrerebbe

che la sola preghiera di una

donna

avesse bastalo..#Giammai!., fosse lastessa

mia

madre!

Tom.

(collapipa accesa e il

punch

,e

posa

iltuttosultavolino).

Mil.

Va

bene:a proposito,

Tom,

cava fuori dal baule le

mie

pistole...

Tom. Oimèl Che

c’è di

nuovo?

Mil.(caldo)

Le

pistole: hai inteso?

Tom. Caro

padrone, voi

mi

spaventate.

Mil.

Non

vuoi prenderle?

Va

a dormire; le prenderòio.

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(35)

ATTO PRIMO

33 Tom. Poverome!...

È

sullefurie (entra inca-

meraetorna poi con duepistole).

Mil.(fumando)

Vedrà

chi souio...

Se mi

crede

un

sempliciottosiinganna.

E

così le

hai trovate? (a Tom).

Tom,(ritornando

)

Sono

qui,eccole...

| Mil.

Mi

divertirò acaricarle: tu intanto va a dormire.

Tom. Ubbidisco... (posa le pistoleestaper partire)Milord...

Mil.

E

così?

Tom, (imbarazzato)

Non

andate a battervi, credete

ad un uomo

che vi ama.

Mil.Parti:

mi

fai compassione.

Tom.(Si trattadì

un

aliare serio assai) (parte dalfondo).

\

SCENA

XIII.

Milord

tindi Laura.

Mil.(sedendo) Sarà bene

che

ioscriva a

mio

cugino*.,

che

lo avvisi del

mio

prossimo ritorno...

ma

sarà egliaLondra, onelsuo castello di Devonshire?... Scriviamogli a Londra... (siapre laportadi

madama) Chi

viene

da

questa parte?

Lau.(piuttosto timida)Milord, perdonatese a quest'ora...

(36)

38

UNA PRESA DI TABACCO Mil

(

non

movendosi)Oh!.,

madama. Le

ore

sono tutte

buone

per parlare,per bere e perluraare,

come

vedete che io sto fa-* cendo.

Lau.

(Non

so

come

cominciare).

Mil.(scrivendo)

Avete

fattobenissimo à ve- nirmia tenere

un

po' di compagnia... già

non

è troppo tardi.

Se

volete sedere...

Lau.

Vi

ringrazio, (siede)

Non

potete

im-

maginarvi quantoiosiadolente perciò

che

è accaduto questo

dopo

pranzo...

ho

pas- sata lasera in

un

-modo...

Mil.(come sopra) Vostro danno:

dovevate

venir

con me

adiportoper lacittà...

Vi

assicuroche

ne

saresterimasta contenta.

Vi

erano moltissimepersone... giàil

tempo

è bellissimo,e l'ariafresca della sera in- vita chiunque...

Lau.11vedervi di

un umore

così gioviale

mi

fa sperare chesia per rimanere senza

verun

effetto...

Mil. (interrompendola)

Quando

voi

mi

siete vicina

non

possoa

meno

diessere allegro...

ilmerito è tuttovostro.(<chiudelalettera che

ha

scritta e sialza sempre

fumando).

Lau.

Non

l'avetepiù veduto?..

Mil.Chi?

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(37)

ATTO PRIMO

59 Lau.Quel giovinecoti cui

dopo pranzo

per

causa mia...

Mil. Colui

non

l’hopiù veduto,

ma

lovedrò domattina a

buon

1ora.

Lau. (alzandosieseguendo milord che pas- seggia

sema

guardarla)

Non

vorrete

com-

patire inlui

Timpeto

di

una

stolta pas- sione?.

Mil.(con affettata serietà)

Le

passioni sono terribili:

preghiamo

ilcielochevogliaguar- darcene.

Lau. Egli

mi

ama...

Mil.Male!

Lau.Vuole sposarmi

ad

ognicosto...

Mil. Peggio!

Lau.Si disperaperchè io

non mi

curo di luinè

punto nè

poco...

Mil.

(fissandola) Brava!

Vi

stimo: fateotti-

mamente

a goderelavostra libertà.

Lau.

Ma

trattandosi di veder esporre alla morte

due

innocenti p*ercagion mia, per un

mio

capriccio••• «

Mil,Ci vuol coraggioaquesto

mondo.

Lau. Milord... se è verociò

che mi

dicevate anche quest'oggi a pranzo.

Mil.

Sentiamo che

cosa io vi diceva.

Non

me ne

ricordo più.

(38)

40

UNA PRESA DI TABACCO

Lau.(esitando)

Che

iosiala sola

donna

di cui tolleriatela conversazione...

Mil.

Ho

dettocosì?..

Non

vorrei però

che

voi deste a queste parole una troppolarga interpretazione.

Lau.'(conqualcheartificio)

Non

sono

dunque

vere? Pazienza!Io pure hodettoalla

mia

cameriera qualche cosadi voi,

ma

ho detto assai

meno

di ciò chesentivail

mio

cuore.

Mil.

(Or

oralalascio quisola.) Vostrabontà.

Lau.(stentatamente) Milord... sappiate che

domani

io parlo da questo albergo per

non

esserela favola ditutto il paese... e

qualunque

siaper esserel'esitodel vostro duello, ioviperdonerò. Promettetevoidi

perdonarmi?

< '

Mil.

Ho sempre

perdonaloachi

mi

fece del male,eperchè

non

dovrei perdonarea voi?

Lau. (fiuge di asciugarsi

una

lagrima)

Non

odierete la mia

memoria?

Mil. [divagandolosguardo)No., siatenecerta...

Lam.

(come sopra)

Uomo

crudele,sareteap- pagato: io sarò infelice...

Mil.

E

perchè mai?

Lau. (abbandonandosi sucf

una

sedia) Pe.- chè

non

vi vedrò mai più.

Mil. (volgendosi'

ad un

tratto) Come!..

Che

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(39)

ATTO PRIMO

4f siasvenula?..

Chiamiamo qualcheduno

(Bi- sogna allontanarsi...

mi

sento

un

caldoalla

testa... * (partedalfondo).

Lau.

Che

quest*ultimotentativo

mi debba

andarfallito?

Vedremo.

Iovoglio far tutto perchè questo duello

non

abbia luogo.

Sperocosi diridurre

Gustavo

a cessare di tormentarmi collesue pretese,1

SCENA XIV.

r

Caterina,Milord,

Tom

edetta.

Cai.{accorrendodallecamere)

Ah!

povera la mia padrona!

Tom. (recando

un

bicchier cTacqua)

Ecco

dell'acqua fresca...

Mil. {aCaterina)Voi che conosceteilsuo tem- peramento saprete checosale

può

giovare...

Cat.{avendofattoberedeIVacqua a Laura)

Oh

signor sì!

Lo

stare lontana da voi le gioverà assai•••

Md. E

che cosale

ho

fattoio ? _

Cat.Siete

un

verocane: trattarla

con

tanta asprezzai..

Guardate

chetroverete

una donna

che farà levendetteditutte.

Mil.{freddamente) Taci là,cameriera...

Cat.(a

Tom)

Sentite

come

è^redda!..

(40)

42

DNA PRESA

DI

TABACCO Tom.

Pare che rinvenga...

Cai-(

a Madama)

Signora Laura, mia

buona

padrona...

(scuotendosi)

Dove

sono? Caterina,

dove mi

hai condotta?..

Mil.

(Non

vuol morire no...tulle uguali!..) Cui. (a.

madama)

Siete nella sala,

comune.

Questi èmilord... ,. .

k . .,

Lau.(peralzarsi)

Ah!

fuggiamo...presto fug- giamo... - / •’

Mil.(avvicinandosi)^isonoiodivenuto lanlo odioso?

Lau, (sospiro,indisialzasorretta

da

Cate- rina) lo

non

viodio...iodovreiforse,

ma non

posso.

Mil.

Come

stale?Vi ha giovatol’acqua fresca?

Lau. A’miei mali

non

vi èche

un

solo ri-:

medio. . ., .

Mil. Additatelo,e noi tutti

procureremo

di

pdoprario. *

Lau.

Non

è possibile. Milord,voisolo...

Mil. Proseguile.

Lau, Saprete

un

giorno...(si

abbandona

nelle braccia diCaterina eparteconessa).

Cai.

Buoua

notte!..

Mil.

Tom,

fa lume...aceompagnale... (l'om eseguisce

)L’^peompagnerei quasiiostesso,

} I

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(41)

ATTO PRIMO

« / ' J 43

ma

alla finepoi...

Non

so'cheaosa abbia indossocolei: sefossi

imo

sciocco crederei che

mi

avesse stregato!./ ;

,

•> .*n‘.

Tom

iMilord,vioccorrenulla?..

Mil. Yatleue... <>

Tom.

(Non

l’ho

mai

veduto così riflessivo).

(pariedal fondo).

Mil.

(passeggiando)Perdir

H

veroquellosve- nimento

mi

parvenaturale.

Ah

se

domani

essa

non

parte,partirò io...(.scorge

un fall

colettobianco^lasciatoda Laura' sul tavo-

lino) Che

cosaè questo?

Se

dimen-

ticato...

Che

vedo!

Un

nodo, una carta piegata!.,(guarda intorno) Posso per

puro

passatempo veder checosasia...(spiega il foglio

annodato

nel fazzoletto)

Ùua

lettera!., senzasoprascritta (legge)'

Amica

diletta. Il caratterepare di

madama

'*=iTiscrivo per darti

mie nuove

ecc-ecc.credo,amica

mia

, diaver trovato

un uomo

capacedipiacermi (fadei

moti

collatesta). Questiè

un

inglese alloggiatoalla stessalocanda oveio

mi

tro- vo.

Sono

già diecigiorni che‘sonoqui,e, atelo

posso

dire,soltantoperlui (ri- mettendo ilfòglionel fazzoletto

)

Bastacosì.

Domani o

quello stordito ini regala

una

palla e parto per l’altro

mondo,

o iola

(42)

44 .

UNA PRESA

DI

TABACCO

regalo a lui,.e parlotosto per Londra...

Ci vuolerisoluzione, fermezza...(prende

un lume

estaperentrare in camera, in

que-

stos'odono dellegrida confuse)

Che

vuol, dirciò?.(voci di dentro

)

Alfuocol

Al

fuoco!.*

'

SCENA XV.

v

Milord, indiBernardo e

Tom.

/ , t;

AHI.(osservadalla finestra) Io

non m’ingan-

no...Il fuoco siè attaccaloallerimesse-..

La fiamma

siavanza...

Che

vedo!..

Quella

è la camera di

Madama.

(

bussando

alla porla)Madama!.. Caterina... aprite:

non

sentono... Sciagurate!..Esse

sono

perdute!..

Tom.

(infretta)

Ah

milord,fuggiamo...

Ber.

(agitalo

)

Per carità venitein

mio

soc- corso,

mi

va in

fiamme

lalocanda.

Mil.(aBernardo indicandolastanzadi

Laura

) Apritequella porta.

Ber.

È

chiusa perdidentro:

converrebbe

at- terrarla...

Mil.

Ebbene

perlafinestra...sicorra,sisal- vinoquelle sventurate.Amici, seguitemi,il

pericolo

non

v'atterrisca... Iosì, iovisarò d'esempio(parte;tuttiloseguono perla co- mune).

'•'T- Fine delt Atto

Primo

.

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(43)

45

ATTO SECONDO.

SCENA PRIMA.

* * il » »t x'

Altra

camera

di Locanda.

Gustavo seduto presso

un

tavolino,indi

Tom.

Gus.

La vedrò

perl’ultima volta, e tosto partiròper

non

ritornare mai piùinquei luoghi,

ove

potrei forseincontrarmi

nuo-

vamente

cou

lei... (sialza) Ah!..

Che ho

maifatto!..

Tutto

concorre a rendermiin- felice.Jeri ioaveadeciso diesporre questa mattina

per

lei la mia vita,

onde

tentare di

commuovere

l'anima sua;

ma

oracon qualcuorepotrei ioinfierirecontro ilsuo liberatore? Senza ilcoraggiodicolui

Lau-

rettasarebbe rimasta vittima delle

fiamme

che divorarono parte di questo albergo.

Ah perchè

son io giunto troppo tardi?

Ho dovuto

vederla nellesue braccia e re- sistere agliimpeti del

mio

geloso furore.

In questo istanteessagli deve tutto: io*

che avrei

pur

data la

mia

vita .peressa,

non ho

altro dirittoalla di lei tenerezza che la

mia

costanzanell’adorarla!..

(44)

46

UNA PRESA DI TABACCO Tom.

(dalla

comune) Buon

giorno, signor

Leblanc...

Cus.

Buon

giorno.

Tom.

Sapete

come

stia

madama

d’Ivry?

Gus. Non ho

avutofinora dileialcuna no- tizia.

Tom.

Chi mai avrebbedetto jersera

che

il

mio

padronee voi,da nemici giuratiche eravate, doveste diventar questa mattina cordialissimi amici?

Gus.(serioassai)

Non

sai che le disgrazie

quando

sono

comuni

estinguonogliodj,e portanogli,uomini ad amarsi

come

fossero fratelli?

Tom.

Ma!..

Fu

veramente

una

disgraziaper

ilpovero Bernardo!

Gus. L’hai veduto?

Tom Poco

faera nelcortile,e

guardando

le

rovine dell’appartamento sopraifenilipian-

,8eva

Gus

.Milord

non

ha poi soffertoneldiscen- dere da quella finestra?

Tom.

Pochissimo, ad eccezionedelsuoabito che si èfatto in brani.

Gus. Se

meno

pronto fossestatoilsoccorso, iocredo chel'intiera locanda sarebbestata preda dellefiamme...

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(45)

ATTO SECONDO

47 .

Tom. È

giunta proprioa

tempo

quellabanda

di ussari... *

*'*

Gus.

(osservando

una

dellelaterali) Sia prie quella porta...

È

Caterina. »

' .

* *

.SCENA

IL.

Caterinacdetti.

Cai.

Buon

giorno, signor Gustavo.

Tom,

ad- dio.

Giis.

E

così?

Come

ha passata la notte?

Cat. Meglio che

non

si potevasperare,

dopo

le scosse sofferte jersera...

Tom. Ha

corso un gran rischio!..

Cat. Certamente, L'assopimento in lei pro- dottodal

fumo

che occupavala

camera

le tolse l'uso de’sensi; eperciò ora

non

si ri-

oorda

di uulla...

Gas. Mi

sarà

permesso

divederla?

Cat. Figuratevi!.. Essa

brama ardentemente

di vedere isuoi liberatori.

Ha

saputo da

me

che tanto voi,quantomilord...

Gus.

Io

non ho

fatto nulla per lei...è stalo milord,

che

dispregiandoil pericolo...

Cat.{piano

a

Gustavo

)

(Ma

volete tacere?..)

Tom. Vado dunque

adireal naio padrone che

madama

sta bene.;

(46)

48

UNA PRESA DI TABACCO

Cat.

Non

benedel tutto... ditegli che si è alzata pocofa.

Tom.

(Ilsignor Leblancè

un

po’morlificato)!

Cat. (dopo partito

Tom) Voi

volete precipi- tarvi: è

mia

intenzionedi farcrederealla padrona cheessa deveavoi,

come

a

mi-

lord,la suasalvezza,

supponendo

che ciò possa giovarvi moltissimo.

Ma

se

comin-

ciate adarmi

una

mentita infacciaaldi lui servo...

Gus, Caterina,il

mio

cuore

non

samentire.

Cat.

E

voi tacete,e lasciale parlare a

me.

{guardando) Essa viene.

Gus. Caterina, badadi

non compromettermi.

SCENA

III.

Laura

e delti.

Lau. {saràpallida e inabito dimesso)

Mi

parvediudire lavoce...

Non m*

inganno...

siete voiGustavo?...

Gus. {baciandole la

mano)

Lauretta;

come

stale?

Lau.Così...

un po

di

mal

di capo,

ma pas-

serà... v

Gus. Sarebbe

bene

che prendeste

qualche

cosaper confortarvilostomaco.

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(47)

•ATTO SECONDO

49 Lau.Berò una tazza di cioccolato.

Cat.Volete chevada ad ordinarla? (Lascia- moloqui

con

lei...)

Lau.S),va pure..

Gus.

Anderò

io...

Caterva,

rimani qui

cou

essa. (parteinfretta)

Cat.(Nonne indovina una,poveretto...)Ilsi- gnor

Gustavo non

hasofferto

meno

divoi:

finché foste in pericolo

non

cessò di di- sperarsi:

sembrava

frenetico... Ahi..

Quel

gioviuevi vuole

un

gran bene!

Lau.

A

proposito,

non mi

haiancora raccon- tatochi fuquegli chedallamia

camera mi

hatrasportata altrovesenza cheio

me ne

accorgessi...

Cat.(Se milordfosse partito, potrei raccon- tare lacosaa

modo

mio).

Non

vel’ho detto?

Ilsignor

Gustavo

appoggiò unascala dal terrazzoalla finestra dellacamera, lecein maniera che...

Lau. Vi salìegli stesso?

Cat. Cioè stava già alla

metà

della scala,

quando

milord salendo infretta

dopo

di lui gli passò innanzi ed entrando perla finestra sull’angolo...

Lau.

È

stato

dunque

milord che

mi

ha por- tata a basso?

F. 299.

Una

Presadi Tabacco. 3

(48)

50

UN^ FRESA

DI

TABACCO

Cat.

Fino

allametàdella scala:da quel punto vi portarono in due, milord ed ilsignor Gustavofìuo inqueiraltracamera, ove vi trovaste questa mattina,

Lau.

Ma come

mai milord è statocapacedi tanto?

Cat.(interrompendola

)

Il siguor

Gustavo

è statoalzalo tuttalanotteper essere pronto a soccorrervi nelcasochevi fossesoprag- giuntodel male.

Lau.

Ho

capito...

Guarda

chi giunge.

Cat.(osservando)(Povera me!

E

quel diavo- laccio).

Lau.

Chi

è?

Cat.

Credo

che sia milord..,se

non

volete incontrarlo...

Lau.

E

perchè no? Lascialovenire...

Cai,(Io resto quifinché

non

se

ne

vada).

SCENA

IV.

Milord

edette.

Mil

,(con qualche imbarazzo) Madama...

posso

venire?

Lau

.(andandogli incontro

)

Ah! mio

libera- tore, venite...Venite che io possain

qual-

che

modo

dimostrarvi tuttala mia ricouo-

/

(49)

ATTO SECONDO

SI sceuza... sedete qui vicinoa me...(siedee milord ac*sta

a

lei lasuasedia).

Cai.

(Cominciamo

male!)

AHI.

Avete

dormito la notte scorsa?

Lau. Convien

direche ilsonno

non mi

ab- bia mai abbandonata,se

nemmeno mi

sono accortadiessere statatrasportata in un'al- tracamera., e

ho

saputosoltanto

poco

fa

che

voi visiete esposto per me...

Mi

l.

Siamo

tuttiobbligatia soccorrerci

Tua

l’altro nei pericoli,trattandosi poidi

una

persona che ioaveva conosciuta, ed an-

che

stimala...

non

esitai

un

solo istante...

Lau. Avete

col fatto dimostrato che

non

siete poitanto avversoalle

donne

quanto djte, e che...

Mil.

Ho

fattoper voi «itiehe forse

non

fa- rei per un'altra; e sevolete sapernela ragione, vi dirò sinceramente perchè

ho

trovalo invoi un’eccezione allaregola...

Lau. Che mai

dite!...Imieimeriti sonocosi circoscritti, che...Basta: vicredo.Caterina, sarà,

ben

fattoche tuvada a vederesesì

è

salvato cosaalcunadel

mio

guardaroba...

Cat. (con dispetto) Dite bene...

me

ne era quasi dimenticata.(L’orso siè mutatoin

«{nello,

ma

purelofaremoballare),(parte).

(50)

52

UNA PRESA DI TABACCO SCENA V.

Milord

e Laura.

Mil. Il duellochevoivolevateimpedire

non

ha avuto luogo.

Lati.

Ma uon

già pervostracondiscendenza;

se

non

fosseperil disastroavvenuto...

Mil. E’vero: senza l’incendio io

mi

sarei battuto colsignorLeblanc, echi sa

qual

di noi

due

sarebbe rimasto vivoa

que-

st'ora!..(siassicuradi

non

essere udito,indi prosegue con tuonotenero)

Mi

accorgo

però

diessere vinto in

un

duellodiben di- versa specie...dallavostraamabilità,dalle attrattive della vostra persona che

mi

fu _ dato disottrarread

una

iaevitabil morte...

Lau. Perdonate,

ma

io

non

viposso credere.

Jerimi avetetrattatacon

una

taleasprezza...

Eppure

se dovessi confessarvi tutto...

ma

in altro

momento, quando

però

non

abbiate decisodi partire.

Mil. Partire!..

Perora non ne

parliamo.

Co-

nosco i miei demeriti presso divoi;vor- reiripararli.Ditemi,caraLaura,

come

posso fare?

Voi

meritatetutto;sento che la

vo-

stra

compagnia mi è

grata.

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(51)

A

I

TO SECONDO

' 53

lan.

(alzandosi e seco milord)

Voi dunque

mi amale?

M'd. Temo

di esservi costretto. Siete

una donna,

è vero,

ma

degnad> tuttalastima, ditutto

Tamore,

ed io...

non ho

rossore a confessarvi che siete la solache abbia

saputo

piacermi.

Non

andateorgogliosa di

questa mia

dichiarazione,che èfiglia della schiettezza...

Imu. Troppa bontàL Vedo che

sietedotato di

un

cuoresensibilissimo

ad

ontache

vo-

gliale farvi creder burbero equasi misan- tropo.

Mil. Sfido tuttiimisantropi del

mondo

a resistereallevostre attrattive,{prostrandosi

a

3dileipiedi

)

Amabile

Laura...

Lau.

(imbarazzata

)

Ah

che

mai

fate!..

Alcuno

arriva...

Mil. Maledetti gliimportuni!(sirialza e si

ricompone

)

(Non

riconosco più

me

stesso)*

SCENA

VI.

Gustavo

, Bernardoedetti.

Gas.

Buon

giorno,milord...

Sapendo

che voi eravate qni>

ho

fattoportare lacioccolata

anche per

voi, cosìla

beremo

insieme.

(52)

54

UNA PRESA DI TABACCO

Mil.{brusco

)

Bene

obbligato. . ,

Ber.{posa Coccorrente perilcioccolatosul tavolino)

Come

sta

madama?

. . Lati. Bene,graziealcielo,e voi?

Ber. Per

me ho

trovato chi

mi

haguarito da ogni male;ilsignor Leblancsièofferto dipagare per

me

tulliidannidell'incen- dio,e perciò potetecredere...

Gus.Sei una lingua lunga.

Ber.

E non

voletechesi conoscail vostro

buon

cuore? . ,

..

Lati.Gustavo, questo (rattoè

degno

di voi.

Mil.

Non

crediateperò diimpedirmidal far qualchecosaanch'io \a Bernardo).

Locan-

. diere,ciparleremo. ,

Ber.Milord, facesteanche' troppolascorsa notte.

Mil.No, no,ciparleremo.

Ber.Fareteilpiacervostro. {parte).

Gus. {porgendo

una tana

dicioccolato

a

Laura).Poveretto!..Piangeva

come un

fan- ciullo...

Lau.{amilordoffrendogliilcioccolato)

Per-

mettete?

Mil. Signora no, che

non

permetto: ricor- datevila presa di tabacco, {prende

da

una tana

ebeve). J .

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(53)

ATTO SECONDO

55 Lau.

Non

parliamopiù del passalo:oggi

non

siamo piùquelli dijeri.(fissandoGustavo).

Gus.(bevendo)

Dobbiamo

essere amici,e

per

sempre.

Mil.Giacché siamo tutti di

buon

accordo, pranzeremo insieme, equesta sera poi,

madama,

credo

non

ricuserete divenire a teatro con noi.

Lau. Volentieri.

Gus.

Madama

èlastessa bontà,(unpo*piccato), Lau.Gustavo, voisiete

sempre

gentilecon

me.

Mil.

Mi

pare

che

abbia ragione di esserlo;

equando lo dico io potete

ben

credere

cl*e sia vero...(avrannofinitodi berela.

cioccolata)

Ohi madama,

sevolete intanto venire a prendere

un

po' d'aria sullagal- leria,vedrete i guastidell'incendio...

Lau.

Andiamo

pure...

Mil.(Con bel

modo

vorrei allontanare co- stui)

Se

ilsignorLeblanc vuole... >

Gus.

Mi

rincresce,

ma dovendo

sbrigareal- cune faccende...(Ogni speranza èperduta perme!) .

Mil.

Come

vipiace... (a Gustavo).

Lau.Gustavo, a rivederci a pranzo.

Gus.(serio)Vostro servo,

madama

d’Ivrjr.

(Lauraparte

con

milord).

(54)

56

UNA PRESA DI TABACCO scena vn.

Gustavo,inriiCaterina.

Gus. L'eventodella scorsanotte contribuirà, 10spero, a rendermi

meno

acerba la per- ditadi Laura, poiché veggo

almeno

in co- lui che

me

la rapisce

un

diritto diposse- derla...

Andrò

a daregli ordiniopportuni perla

mia

partenza;

non

voglio che ella sappia quanto

mi

costa

Tabbandonarl^

Cat. {dal

J

ondo)

Credo

che abbiate

perduto

11cervello:lasciarla da sola asolocon

mi-

lord?

Non

avere

neppure

la presenza dì spirito dientrare perterzo nella loro con- versazione?

Gu$‘

È

inutile che tu voglia ancoralusin- garmi: io sono pronto ad incontrare il

mio

destino»

Cat-

Se

siete prontovoi,

non

lasonogiàio:

credeteche ogni speranza sia perduta al

punto

in cuisiamo? Io crederei dino»

Gus. Credilo pure... ioparto fra

momenti.

È

probabile che

non

rivegga la Francia che da qui aqualcheanno...

Cat. (presto)Via, andate,partite, appagatevi...

Chi è chevihafattovenir qui?

Chi

è

che

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