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Cronache Economiche. N.202, Ottobre 1959

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(1)

CURA

DELLA CAMERA DI COMMERCIO IND

USTRIA E AGR

ICOLTURA DI TORINO

~

~~

~iZL

E

'~II~~BROUNp~~

)

N 202 -

OTTOBRE 1959 -

L.

25

Olivetti

82

Diaspron

Il nuovo modello standard di macchina per ufficio a car-rello integrato: alla originale e rigorosa funzionalità del disegno unisce una qualità superiore di prestazionI. I meccanismi del cinematico ad accelerazione progressi. va, del sollevanastro e del sistema d'avanzamento del carrello garantiscono una

(2)
(3)

N.O

202 - ottobre 1959

M

ENSILE A CURA D

ELLA

CAMERA DI COMMERC

IO INDUSTRI

A E AGRICOLTURA DI TORINO

SOMMARIO

r.

1-1.'>010 -

lIove tecniche espenmentate dall'LP . .

O.A.

3

C. BATTISrELLI - La motOrilLaZlOnc dclle aziende agricole

9

(" F. MICIIELETTI - II calcolo automatico nella stona

13

G. FRA

'co

- VIaggio

In

I

sraele - Gerusalemme, tu Cl l.! mia Patria

19

U.

BARO[ LLI - La conservazione del suolo C delle acque in Italia

24

G. PRIt-

I

ATESTA -

uova tccllica dI impiego degli automezzi mungiton, refrigeratOri e

traspor-ta tori del la lle

29

G. LEGA - L'industria tessile tedesca .

33

R.

FA'>,~

J -

Il problema del decentramento urbano

e

indu~triale

In

Inghilterra

37

CongIUntura economlC-.1 del mese di sellembre

1959

.

39

oIe dI

Crol/aca Call/erale:

CommI

slone

Permanente per l'agricoltura, le foreste C l'economia montana _

Deter-minazione del valon indicatiVI delle scorte e degli affitti per I trapassi agran

a

S.

l\

l

artlnO

43

G.

C.

BIR!\GIII

-

UOVI provvedimentI per lo wiluppo industriale nel Sud

Rassegna del commercIO estero tonnese - mese dI ettclllbre

1959

ino SI dell'lmpart-Export

Borsa Valon

-

R

assegna mese di ottobre

1959

FIere, \10stre, EsposIzIOni e

ongre SI IIltcrnazionali nel

195960

-

Il

Mondo olTre e chiede

44

46

49

54

56

57

COMITATO DI

REDAZIONE:

On. DotI. GIUSEPPE ALPINO - Dott. AUGUSTO BARGONI Pro!. Doti ARRIGO BORDI N - Doti. CLEMENTE CELIDONIO Pro!. DotI. G'"'VANNI DALMASSO - Dott GIACOMO FRISETTI Prof. Doti F. ">ALAZZI-TRIVELLI

Dott. GIUSEPPE FRANCO - Direttore responsab

i

le

(4)
(5)

Nuove Tecniche

esperimentate

a))'IPSOA

F, FASOLO

\!olle lIotizie inleressanti sono

statl' portale

a

COlloscellza

del

pub-hlico

dal

dotto

Enl/(//lllO

Cl/l'go

Sali-cc

11(·1

discorso tenuto durante

la

cerimolli,1 inaugurale dell'a anno

<!ccLlckmit'o

dell'I P

S O

A

(IslitulO

Post- Uniwrsital"io per lo studio

dell'organizzazione aziendale); ma

1111

breye accenno ha aeuito

la

ell-rio~ità

dei più aggiornali specialisti

di questa materia

.•

\

lIueliamo al

pas-!iO

da lui dedicalo

,dI'impiego,

ormai

ill atto all'

l

P S

O

.

\

,

dei business

!.!.(//llC'S,

il più modemo strumento

di addestramento azielldale,

dimo-stratosi utile negli istltuti

statuniten-si più progrediti, Il dr. Gurgo Salice

ha ricordilto come, per la prima \'olta

ili

It

alia, abbia

t

rovato impiego i

l

più per

f

ezionato e complesso di

t

ali

modelli, con l'uso della calcolatrice

t'll'tlronica, grazie alla

collabora-ziolle

d

el Ceutro

t

u

di Elettronici

della

S

oddil Oli\ etti Bull di

~!

ilano;

ba soggllllllo che

l'I

P

S

O

\

impi('g

b

e-r:l alllll'1I0

(1'lilttrn modelli di propria

l'!aboraziolle originale ileI prossimo

,111110

accademico.

Il

tema attualissimo

è di tale

na-tura da apparire interessante non

solo

agli

operatori economici e

a

cluanti si occupano di problemi

r

organizzativi nell'ambito

imprendi-toriale, ma anche al profano di

me-dia cultura. Si tratta infatti di un

argomento

che,

per la

sua

stessa

110\

ità e

P(,1"

le prospettive di

svi-luppo che

gli

sono insite,

è

iudica-t

i

\

'o

della rapida, scientifica

evolu-zione delle tecniche aziendali. Ci

siamo proposti eli riassumere q

u

i i

punti salienti, coordinando dati e

informazioni attillte a fonti

autore-:

'\ella

l

e,

l

a

l

a

80pra a deslra; Duranle L"inaa·

~urazione

del/' 8° Anno Accademico del·

l"

1

.P

. .

O.A.

(,n

aspello della sala.

r

sollO a

sinislra:

Duranle

l"illall~urazione

:

dplI'8° Anno AccademICO dell'J.P,.O,r1.

I

l

l

dr

,

Gllr~()

,"'ahce

le~{!,e

la rela'lOne.

lYella

fOia: da

sini.~lra.

il prof, Allora Rettore

de/n niter.~illì:

/"011.

Adriano Olivelli,

il

Jlinislro

.lJrdici e

il l'rof, Capeui, Di,et·

tore del Po/ileclllco.

.. • U

,1S'NESS GsU'ES

"

('osi 8'ono

s'a,i

de'ltlm Inoti ira

A ... rlt· ••

i "n.o.'ell' dlnarni .. i

di

sllIIu'a:lon('

di

gestlo .. e u:l .. nda-'e": "ono g ....

lali

,,'run ... ntl ope -rati .. ; ,,'.e . . . on

'·a .. silio di p ..

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B;

rl ... ano pre:;osl

sia ..

..

.

'a .. oro ad .. nda'" ad 0111",,10,,0

IIl

'e

llo

, ..

io n,,"·od.r,,"'rallle .. 'o d; nuo .. e leI''' di d/.,.;g .. ntl d'a:; .. n.'",

voli: chiarimenti

favoritici dal

diret-tore dell'IPSOA,

dr. Enrico De

Gen-naro

e

dal dr. Basilio Giardina

del-l'Istituto

stesso; spiegazioni avute

dall'ing. B. Casini della Olivetti

BulI; monograne

e articoli

pubbli-cati

in Italia

e

negli

Stati Uniti

sull' argomento,

Il clott. Basilio Giardina,

nel

lu-meggiarci cortesemente questa

ma-teria, ci faceva presente

che,

per

comprendere appieno l'importanza

e

la nahua

stessa

dei business

ga-!1les,

è utile rammentare

i

problemi

che stanno alla base della

forma-zione dei

b

udgets trimestrali,

vale

a dire quei bilanci di previsione in

cui si cerca di prospettare

l'anda-mento di tutta l'azienda. Si tratta di

creare un q

u

adro organico, tenendo

conto di due ordini di dati: da un

lato quelli che dipendono dalla

decisione dell'imprenditore

(prezzi,

campagne pubblicitarie, "

promozio-ne

lJ,

politica clella qualità dei

pro-do

t

ti, gamma di produzione,

ecc.);

d'altra parte,

i

dati cbe non sono

(6)

to il

controllo

dell

'

imprenditore

, a

co-minciare dall'andamento

d

e

lla

con-giunturil. Gli elementi

da prendere in

considerazione sono numerosi e

com-plessi; per di più essi sono

suscet-tibili di inBuenzarsi a vicenda,

il

che

r

e

nd

e ancor

più difRcil

e

l'analisi

e

l

e

interpretazioni. Appunto

n

e

llo

int

e

nto

di superare codeste

difficoltà

gli

specia

li

s

ti hanno

e

laborato

cc

mo

-d

e

lli dinamici))

,

di budget

-

pa-radigmi

in cui

so

no

inseriti

tutti i

fattori in

gioco e

l

e

loro inter-azioni.

Strettissima è

la

parentela

fra

questi

s

tudi

e

i

bu.sinn

ess

games,

la

cui

n

ascita

risale a

pochi

anni or

so

no.

La

loro

origine è stata

sug-gerita a

s

tudio

si

statunitensi

da IIna

argomentazione semplice come

l'uo-vo di Colombo

.

Essi ragionarono:

nell'ambito

d

e

lla

strategia e

della

tatti

ca

militari si compiono

cc

grandi

manovre" n

e

ll

'

intento di

control-lar

e,

m

ed

i

ante

l

e

varie

fasi di una

guerra

si

mulata

,

ciò che

presumi-bilmente accadrebbe

in

un'autentica

guerra guerreggiata, sviluppantesi

in determinate circostanze.

Perchè

,

essi s

i

chiesero, non

s

i potrebbe fare

altrettanto nel camfo

d

e

lla

strategia

e della

tathca imprenditoriali? E

si

convinsero che

per trovare una

ri-spos

ta

a codesto

interrogativo

occor-reva definire un organico sistema

di

regole

,

riflettenti la

politica di una

azienda, con

la massima

aderenza

alla

realtà

,

pur nei

limiti di una

fin-z

ion

e,

di

un

gioco.

Come i militari

idearono gli schemi

e

le norme

con

cui nelle

cc

grandi

manovre"

eser-citi

cont

rapposti

si

mi

s

urano

,

segna-no punti

a

favor

e

o a svantaggio,

movendo

così. verso

il

successo

o

l'insucc

esso

final

e,

alla

strssa

ma-ni

e

ra

gli

scie

nziati d

e

ll

e

t

ec

niche

aziendali, valendosi

eli tutti

gli

ausili

offerti dalla

stati~ti('a

e

clnlla

mate-matica

ai

fini cl

e

P

'a

nali

s

i

e

n

e

lla

interpretazipne

d

e

i fenom

en

i

,

cren-rono le regol

e

di

s

imulate

lotte

da

svolgersi

fra

un

ce

rto numero eli

società

(

da du

e

a quattro),

in

con-correnza

s

u un

prestahil

ito mercato.

Tale in

sostanza

è

il

business

games,

che,

tradotto dapprima

alla

lett

e

ra

in

cc

g

ioco

aziendale ", viene ora

con

maggiore

esa

ttezza

concettllale

in-dicato

con

l'espressione

cc

modello

operativo di

s

imulazion

e

di

gestione

aziendale" .

B

en

presto si f'bbe

modo di acc

e

r-tare

che

l'utilità

dei

mo

c

ìelli

opera-tivi

risulta tanto

maggiore quanto

più estesa

è

la

gamma

delle

deci-sioni di cui possono disporre

i

par-4

I

CRONACHE ECONOMICHE

tecipanti al gioco. Quando

si

dice

cc

decisione"

si allude

a

provvedi-menti

che

investono

la

politica di

un int

ero

settore aziendale,

il

che

spiega come

debbano

già

conside-rarsi

complessi

i mod

e

lli

compren-denti una quindicina di decisioni.

Se

si

pensa

che codeste

decisioni

influiscono

su

fenom

e

ni in

atto

nel

p

e

riodo di un intero trime

st

r

e

e che

il

comportamento

di

ciascun

parte-cipante al gioco influisce sui

risul

-tati finali di tutti

gli

altri

,

si

intrav-vede

quanto elevato possa risultar

e

il numero delle ipotesi da

calcolare,

e

perciò

s

i

capisce

il motivo per

cui

si

pmfìli

la

necessità di impiegare

calcolatori elettroni ci

per il disbrigo

di indagini di tanta mole. D'altra

parte

la

portentosa rapidità di

cal-colo consentita

dai

complessi

elet-tronici ha dato

agli studiosi

la

pos-sibilità

di id

ea

re

e

di mettere a

disposizione d

e

lla didatt

,

ica e

del

lavoro

aziendale

modelli di ben

m

agg

iore

complessità.

Il più perf

e

tto

di tutti

è

attualm

ente q'

ueDo c1l

e

consente

78 decisioni

e che,

realiz-zato

dalla Compagnie des Machines

Bull in

collaborazione con

!SHtuti

U

ni~ersitari

francesi,

è stato

pre-sentato

per la prima

volta

al

con-gresso

del T.I.M.S.

(

The Institute of

Management Sci

e

nc

e),

tenutosi

a

Parigi dal 7

al

lO

settembre

dello

scorso settembre.

Un mese dopo

questo medesimo modello

(che,

co-me

vearemo

prestissìmo nel corso

di

quesbo articolo, costìtuisce

un

portentoso m

ezzo

di ricerca)

venne

impiegato dalla terza sessione del

Corso di aggiornamento sui Metoni

Quantitativi

apphcati

all'azienda,

con

la

collaborazione

del Centro

per

la

Ricerca Operativa dell'U ni

-versità

cc

L. Bocconi" di Milano.

Riteniamo

che

il mezzo più

chiaro e

convincente

per lumeggiare le

pos-sibilità

dei

cc

modelli operativi di

simulazione

di

gestione aziendale"

consista

nello

spiegare

in qual

mo-do

si sia svolta codesta esercitazione,

svoltasi a

Milano pre

sso

il

C

e

ntro

di Calcolo Elettronico della Olivetti

Bull

,

con

la

partecipazione di

ven-ticinque dirigenti

e

tecn

ici

di

azien-de italiane di ogni

settore

di

attività.

Vediamo per prima

cosa

quali

siano

le

caratteris

tiche

del nuovo

modello

,

attraverso

le notizie

parti-colareggiate

forniteci dall'ing. Bruno

Casini. Esso

,

per il

grado

di

reali-smo

e

per il rigore

sClentifìco

con cui

riproduce i f

e

nomeni della

mutevole

realtà

economica,

costituisce un

vero strumento

di

studio delle leggi

economiche,

d

e

l

complesso

int

e-grarsi

dei fattori

che operano

nell

e

situazioni

reali

e

delle

conseguenze

delle variazioni di uno

o

più

di tal i

fattori

sulle situazioni stesse. Può

insomma riuscire pre

z

ioso nella

pra_

tica

aziendale ad altissimo

livell

o

(e

infatti un

grosso complesso

indu

-striale

franc

ese

per la

produzione

dell

'oss

igeno

se

ne

servirà

p

er

ana-lizzare

i problemi

connessi a un

suo

piano di

lavoro s'

ul ni

ercato

statuni-t

e

nse);

al

t

e

mpo

stesso può assolvere

alla

funzione di pot

e

nte

,

fl

ess

ibil

e,

efficacissimo

mezzo di istruzion

e e

di

addestramento

p

e

r

le

nuove l

eve

di Dirigenti di Azi

e

nda.

Si adatta

eg

ualmente bene

a svariatissime

politiche di produzion

e,

a mercati di

beni di

consumo o

di b

en

i

strumen-tali,

a

forme di

gestione

cenb-aliz-zata o

decentralizzata,

a

cli

ente

l

e

ripartite

geograficamente o

suddi-vise

per tipi con

comportamento

e

caratteristiche

diverse,

e permette

di impostare per

ciascuna delle

.

"

l

socIeta

Il1

concorrenza c le vi

pren-dono parte una

situazione iniziale

di versa

(cioè

una

cc

ered

i tà

",

li

n

cc

passato,,):

ogni Azienda può così

agevolmente

simulare la f01"l11a

di

ges

tione e

la

situazione

di fatto

che

più si avvicina

a quella

e

ff

e

ttiva.

(7)

sta-bilimento. La

vendita

del prodotto

finito può

esscre

fatta

sia su

scorte

di magazzino

,

sia su ordinazione

ccm consegna

dilazionata.

La simulazione

è eseguita

pren-dendo via via

decisioni

sequenzial-m

e

nt

e

p

e

r

«

periodi dilazionati»

,

corrisponcTenti a

un

trimestre o a

un

semes

tr

e;

per

ciascun

p

e

riodo di

gestione, ogni gruppo

,

che simula la

dir

ez

ione di una

determinata

so-c

i

e

,

può prendere,

co

me si

è

detto,

Dno a 78

div

e

r

se

decisioni

che si

riferi

sco

no:

-

alla

politica di

approvvigiona-mento della

mat

e

ria

prim~;

a

lla politica

commerciale,

alla

even

tuale

costruzione

di

nuove

fabbriche,

-

alle

ricerche

e

sviluppo,

-

alla politica

di distribuzione dei

prodotti finiti

fra

i

vari settori

di

vendita.

alla gestione d

e

i magazzini e alle

vendite,

-

aìla gestione

finanziaria.

Le varie

decisioni prese

sono

ri-portat

e

da ciascuna

Società su

un

«

apposito

foglio d

e

lle decisioni»;

al

termine di

ciascun

«

periodo di

gestione»

l

e

indicazioni

contenute

n

e

i fogli delle decisioni sono

perfo-rat

e

su schede e

introdotte nel

cal-colatore

e

l

e

ttronico

,

il

<:Iua~e

elabo

ra

automaticamente i nuovi

dati, ne

stabilisce

l

e

in tenelazioni

e

deter-mina

la nuova

situazione -

d

el

m

e

rcato

e

d

e

lle

singo

le Società

-ci

l

e

n

e

risulta.

Il

gr

un

;o

direttit

·

o

della" Società n.

1 .. com~/ela

le decisioni relative a un periodo

di

gestion e.

Ogni società viene a

conoscenza,

alla

fine di ciascun periodo, dei

ri-sultati ottenuti, per mezzo di un

ap-posito

«

foglio dei risultati»

stam-pato

automaticamente

dal

ca

lcola

-tore

elettronico;

la

gestione

finan

-ziaria

è

rappresentata

s

u tale

fogl io

da un consuntivo d

el

p

er

iodo di

gestione appena ultimato

e

da

un

bilancio generale.

La disponibilità di mat

e

ria

pri-ma sul

mercato

è aleatoria,

in

quan-to regolata da una

legge gaussiana

di distribuzione,

«

congiunturata »

in modo da r

e

nderne perf

e

ttam

e

nte

realistico l'andamento. Pure

aleato-rio

e

«

congiunturato »

è

il numero

dei

«

punti clienti»

offerto

dal m

e

r-cato da

ogni

p

e

riodo di

gestione;

inoltre

esso

è

influenzato dalle

ini-ziative commerciali combinate

di

tutte le Soci

e

concorrenti, che pos

sono

così

aumentare

il

volume

d

e

lla

clien

tela.

Un momento della discussione

per

l'elaborazione delle decisioni da parte del gruppo

direttivo della

"Societa

n.

2 ".

Anche il succ

esso

della politica

di

studi e ricerch

e ha

carattere alea

-torio: la legge di probabilità

che

la

regola

è

in funzione degli inv

es

ti-menti fatti

(

e cumulati

n

e

l

corso

dei

vari

periodi di

gestione), e

di

(8)

nibilità di materia pr

ima nei du

e

S'Ucc

ess

ivi p

e

riodi.

I pochi

aspetti

sa

li

e

nti

,

fin

qui

elencati,

d

e

l mod

e

ll

o

(c

h

e co

n

s

id

era

tutte l

e

ipot

es

i eli politi

ca e

di

ge-stione aziendale)

danno un

'i

d

ea

d

e

ll

a s

tra

o

rdinaria fl

ess

ibilità

con-sentita a

l

(( gioco».

Ed

ecco

un

a

ltro

aato

int

e

r

es-sante: i

l

calcolatore

e

l

e

tt

ro

ni

co

p

er-m

e

tt

e

alla simulazione

di

attuare

un

progr

a

mma

di circa 8

mila

istruzio-ni

,

che

occupa

32

mil

a

p

os

i

zion

i

di

m

e

moria.

La

"Soc

ietà

n.

3" stud

ia

i

grafici

di

gestione

per prendere le prossime decisioni.

I part

ec

ipanti

al

l

'es

p

e

rim

en

t

o

svol-to

s

i

a

Milano

si

sono s

uddi

vis

i in

tr

e

gruppi

di

8-10

co

mpon

enti

cia-scuno,

che simulavano

tr

e

Direzioni

di A

z

i

e

nda

,

produttri

c

i di m

acc

Ìlin

e

uten

s

ili

; nell'ambito

di

ciasc

un

grup-po

sono s

tat

e

di

s

tribuit

e

fr

a

i

s

in-go

li

co

mp

onen

ti l

e

più tipi

c

h

e

h11l-z

ioni direttiv

e

d

e

ll

a ges

tion

e

azien-dale

(

dir

ez

ion

e

commerciaie,

dire-zione

d

e

lla produ

z

ion

e,

elir

ezione

amministrativa,

dir

ez

ion

e

deTI

e

ven-dite

,

dir

ez

ion

e

d

e

ll

'D

fficio

s

tu

di

e

ric

e

r

c

he

,

dir

ez

ion

e

degli

approvigio-nam

e

nti

, ecc

.

).

Da

questo

m

omento

in poi

i

tr

e

gruppi

hanno

o

p

era

t

o

i

so

lati l'uno d

a

ll

'a

ltro

anche

mat

e-rialm

e

nt

e,

in modo

c

h

e ogn

i

soc

i

e

t

à

non

avesse,

s

ull'

a

tti

'V

ità d

e

ll

e

con-un fattor

e

di

casualità

automatica-m

e

nt

e

introdotto n

e

l

calcolatore

ele

ttr

o

ni

co

.

Codesto successo

ha p

e

r

effe

tto l'uscita di un prodotto nuovo

,

dello stesso

tipo di quello

fabbri-ca

to

e

venduto

fino allora. Ne

risul-tano: un

aumento

d

e

lla L'osidetta

«attrattività

ponderata»

, ela

cui

dip

e

nd

e

la percentuale di m

e

rcato

conqui

sta

ta da!1a Società interes

-sata;

e

una

diminuizione

d

e

i

costi

di produ

z

ion

e

.

P

e

r En

a

n

zia

r

e

una

nuova

op

e

ra-zione

co

mm

e

r

cia

l

e,

di produzion

e

o

di

s

tudi

e

ric

e

rch

e,

l

e

So

c

ietà

pos-sono so

tt

osc

ri

ve

r

e

pr

es

titi pr

esso

una

(( banca»

c

h

e s

t

a

bilisce

l'ruTI-montare

d

e

l

prestito

e

fissa

il

tasso

di int

e

r

esse

in ba

se

a

un

esa

me d

e

l

bilancio

d

e

lla

Società

ri

c

hi

e

d

e

nte

.

In

t

a

l

caso,

c0I1

1

e

d

e

l r

es

to n

e

lla

even-tualità

c

h

e s

i

s

i

a

verincato

uno

sco-p

e

rto in b

anca,

compaiono nel

con-suntivo

a

n

c

h

e

l

e s

p

ese

finanziari

e

.

I

prestiti possono

esse

re rimbor

sa

ti

in

tutto o

in part

e;

analogamente gli

utili

r

ea

li

zza

ti possono

essere

par-z

i

a

lm

e

nt

e

o

int

eg

ralmente

distri-buiti

so

tto forma di dividendi agli

azionisti.

Ogni Soci

e

che

partecipa

alla

« simulazione»

può richi

e

d

e

r

e

in-form

az

ioni

s

ull

' a

ttività d

e

lle altre

So

c

i

e

t

à

e sull'andamento

del

mer-cato

(

il

che

com

porta

il

pag

a

mento

di una

spesa

prefissata); in tal

caso,

sul

a

foglio dei risultati

D

relativo

6

I

CRONACHE ECONOMICHE

a

l

p

e

riodo in

cui

è

stata

fatta la

richiesta

compaiono

an

c

h

e

l

e

p

e

r-centuali

di m

e

rcato

conquistate

dalle

Società concorrenti

n

e

i

v

ari

settori

di

ve

ndita

,

n

c

nchè notizie

sulla

t

e

nd

e

nza del

pr

ezzo e

sull'an-damento

co

ngiuntural

e

della di

s

po-I partecipanti

all'esercitazione osservano

la

stampa dei

risultati

elaborati

dal

Calcola·

tore

Elettronico Gamma

ET . .

In primo

piano, a

destra,

il

Prof.

Francesco

Brambilla

,

(9)

correnti, se

non

le

nof

i

z

i

e

even

t

ua

f

-m

e

nte richieste a pagamento,

pe-riodo

per periodo

.

La

s

imulazione ha

coperto

in

to-tale otto

cc

p

e

riodi di

gestione ",

eq

uiv

a

lenti

a due anni

eli

gestione

e

fF

e

ttiva

.

A

I

term

i

n

e

di

ciascun

pe-riodo

la p

e

rfora

z

ione de

ll

e

decisioni

s

u

sc

h

e

de

c

la r

e

lat

iva verifìca

hanno

richicsto

c

ir

ca

di

cci

minuti. I

cal

-co

li

necessari per

1'

e

laborazione elei

dati

p

er

forati

sulle schede e

l'ag-g

iornam

e

nto d

e

lla

situazione

del

mercato

e

di

ciascuna socie

tà è stato

c:'

JT

e

ttuato

ogni volta

in

circa

100

seco

ndi

,

dal

ca

lcolator

e

elettronico

Gamma ET con

m

e

moria

a

tamburo

magnetico

dalla

capacità

di 100 mi

la

posizioni

d

ec

imali. Sl1f5ìto dopo i

l

termine

d

e

i

calcoli

,

il

calcolatore

s

tampava

automaticamente

i

cc

fogli

dei

l"isultati ",

che venivano

distri-bu

iti

in

più

copie a ciascuna società,

per agevolare

la

consul

tazione da

parte

d

e

i

co

mpon

e

nti del gruppo

direttivo.

Il

cc

gioco"

ha

assunto

presto

aspetti

di

es

tr

e

mo interesse

che

hanno appassionato

molto i

parteci-panti. Le

tr

e

società si

trovavano in

partenza

in una

s

ituazione

abba-stanza

div

e

rsa l'una da

ll'altra e,

d

i

co

n

seg

uenza, di

s

ponevano di una

diversa

potenza

economica:

la

pri-ma aveva

un

capitale

di 20 miliardi

e

un

solo stabilimento

di

produzio-ne; la

seconda,

un

capifa1e

di

30

mi-lim'di

e

due

stabil

imenti; la terza,

un

capitale

di

40

miliardi

e

due

stab

ilimenti. La

gestione era

tutta-via

inizialmente

attiva, sia

pure in

varia

misura, per tutte le tre

società.

Ma quasi

sùbito la terza

società,

facendo leva

s

'

u

lJ

a prop

r

ia maggior

pot

e

nza

economica,

tentava una

po-litica di

speculazione e

accappara-mento di mat

e

ria prima

(acc

iaio

),

allo scopo

di porre in posizione

dif-Rcile le due

società concorrenti.

Aveva cosÌ

inizio un

graduale

au-m

e

nto del prezzo della materia

pri-ma

sul

m

e

rcato

(

in

conseuuenza

ckl1'aumentato

rapporto fra la

do-manda

e

l'off

e

rta

,

accentuato

da

una fl

ess

ione

,

casu~lmente

conco-mitante

,

nella disponibilità

congiun-turale

della

materia prima): tale

prezzo

raggiungeva

alla

fine del

t

e

rzo

periodo

di

gestione valori

tali

da

m

e

tt

e

re

presto

in

gravi

difficoltà

110n

solo

le du

e

sOcletà

più deboli,

ma

ancl1e queIla che aveva

organiz-zato

la speculazione.

Di qui si svi

-lupparono ulteriori

comportamenti

di

politiche aziendali.

Un altro gruppo di partecipanti all'esercitazione.

Al

ce

ntro

il

Dott.

Enrico

D

e

Gennaro

,

Dir

etto

re

dell'I.P.S.O.A.

-,

1

Il

prof. Francesco Brambilla, di

-rettore del Cen

t

ro di ricerca

opera-tiva dell'D niversità Bocconi di Mi

-lano

p.

direttore de

l

Corso di

ag-.siornamento

dell

'

IPSOA,

alla

fine

Jell'esperimento

,

chi

arendone il

si-jli.ficato con acute

considerazioni,

ha m

esso

in risalto come la

simula-zione sia stata

usata nell'intento di

riprodurr

e

l'azienda ne

lla sua

con-cezione

più

ampia, vale

a dire n

e

lla

sua

attività

di

coordinamento

di

operazioni verso

uno scopo:

opera-zioni che a

loro vo

l

ta

si

ottengono

mediante decisioni. Partendo da

questa definizione

si è cercato

di

mettere in risalto h'e

e

lementi:

a)

le

finalità d

e

ll'azienda

;

b)

l'importanza

d

e

lle decisioni;

c)

l'esistenza di s

·

che-mi

caratteristici

di organiz

zaz

ione

aziendale.

Per quanto riguarda la

finalità dell'azienda, il

gioco

ha

messo in

evidenza come

non sia più

possibile

attenersi all'obbiettivo

clas-sico

di

elevare

al massimo i

p

rofitti

a

breve scadenza. Questo obbiettivo

Jgg

i

appare

decisamente limitato di

fronte

alla

più ampia

esigenza

della

sopravvivenza a

l

ungo termine

del-l'azienda

.

Il

profitto div

e

nta

quindi

soltanto

una funzione

guida da

cc

ottimizz

a

r

e"

per

assicurare

lo

sviluppo;

per prima

cosa

Y

az

i

endJ

deve

concentrare i propri

sfo

r

z

i

su

di una politica di

sviluppo,

ba

sata

sul

potenziamento d

e

ll

'

organizza-zione

interna

e su

di

una visione

costante

del futuro

su cui la politica

aziendale deve

essere proiettata.

La

dinamica

d

e

lla

sim

ula

z

ione h

a

poi messo in risalto

come,

nell'am-b

i

to d

e

lle decisioni

azie

ndali

,

il pro

-b

lema

non verta tanto

sul

loro

nu-mero

,

quanto sulle

loro possibili

interdip

e

ndenz

e.

Poich

è

ogni

deci-sione

si

rifl

e

tte

su

tu tto

il sistema di

relazioni, occorre poss

e

d

e

re mod

e

lli

generali cui riferir

s

i p

e

r

conseguire

l'optimum

nei

risultati d

e

lla

gestione

aziendale

.

C'è

inRne un

altro aspetto

di

ecce-zionale importan

za

: la

sim

ulazione

consente di

analizzare

i

comporta-menti dei gruppi direzionali nel loro

procedere verso il raggiungimento

di decisioni. Codesta

analisi

è

essen-ziale nello

studio

d

e

lle

componenti

(10)

Micron lau

per grandi e medie sale

CINEMATOGRAFIA

Microndella

per grandissime sale

Micronsigma

per medie e piccole sale

PROIETTORI

SONORI

A

PASSO

NORMALE

(11)

La

motorizzazione

delle aziende agricole

E. BATTISTELLI

La fisionomia fondiaria d'ogni

Paese ha luci

e ombre.

Secondo

al-cuni

l

e

prime

s

imbole

ggiano

le

grandi e

medie aziende,

le

altre

le

piccole.

Chi non fosse mentalmente

legato a pregiudizi dovrebbe

tutta-via riconoscere che

dei tre tipi di

azienda,

potendo congiuntamente

sussistere e

operare, non ce n'è

uno

che sia asso

lut

amente migliore

del-l'altro,

ogni tipo di ampiezza

esse

n-do,

in

via relativa,

il

migliore nelle

particolari circostanze di

luogo

e

di

tempo

che

lo inquadrano

e

lo

giu-stificano

.

Evidentemente nell'attuale eco

no-mia di mercato, le aziende di media

e grande ampiezza hanno assai più

delle piccole diritto di

citta

dinan-za, essendo più idonee

e

qualificate

a

produrre a prezzi internazionali

di

costo.

Ma quando diciamo

am-piezza non alludiamo all'estensione

fisica,

bensÌ all'intensità

coltura

le

,

chè

un'azienda può essere di

esten

-sione

limitata, configurarsi

simbo-licamente nel fazzoletto, nel

franco-bollo, nel

coriandolo, e avere, nello

stesso

tempo, un'alta efficienza

eco-nomica, quante volte

sia

protesa a

produrre generi

ortofloro-frutticoli.

e abbiamo esemp

i

suggestivi nelle

aziende floreali della cimosa

ligure

,

in quelle imminenti ai grandi centri

cittadini,

la cui

unità

di misura è

più l'ara

che

l'ettaro,

l

e

cui

attrez-zature

fondiarie, piuttosto costose,

sono tuttavia rapportate all'alto

red-dito ricava bile. AI contrario ci sono

-

o quanto meno c'erano

-

azien-de di

grande estensione,

ma di

pic-co

l

a consistenza econom

ica

,

indivi-duabili nelle piaghe a

latifondo

pa-storale

o a

latifondo

cerealicolo.

Ma a prescindere da questi due

gruppi

di

casi estremi,

normalmen-te

l'azienda di

piccola ampiezza è

tale sia sotto il profilo fisico che

sotto

l'a

s

petto

economico.

Essa

quando

non è affiancata alla sede

di campagna

dei

reddituari o

dei

professionisti, in quelle ville con

ru-stico che popolano, tanto

per

fare

un

esempio,

la

collina

torinese

,

o

quando non sia

inserita nei

com-prensori di

riforma,

dei

quali

confi-gura

la

minuta scacchiera, è

presso-chè onnipresente nei territori

colli-nari a vocazione e coltivazione

viti-cola, e nelle pIaghe in cui

l'industria

prevalendo

sull'agricoltura

ne

as-sorbe

la mano d'opera. Peraltro la

piccola

azienda si

trova più

o

meno

diffusa

anche altrove, essendo figlia

per

lo

più

di incaute divisioni

e

sud-divisioni ereditarie o

di

parziali

alie-nazioni immobiliari.

In vista

del Mercato unico

euro-peo

le

piccole aziende familiari

po-tranno

vivere e durare?

Se

non

lo

potessero non

resterebbe loro

che

dar

forma e corpo a cooperative

di

coltivazione, o fondersi con aziende

o

in

aziende maggiori.

È

presumibile che

sopravvive-ranno quelle affiancate alle ville

pa-dronali,

di

cui rappresentano

l'int

e-grazione territoriale, e

quelle delle

pIaghe

popolate di

officine e

cantie-ri. Quivi

le piccole

aziende sono,

come è noto, ad economia

mista, in

quanto i

proprietari

hanno

un'occu-pazione agricola a tempo

perso,

coa-diuvati

peraltro in quest'ultima

da-gli elementi

liberi della

famiglia.

Coltivare bene aziende

del

genere

è un'impresa eroica, come

l'eserci-zio

dell'agricoltura

in terre

disa-datte.

La loro

coltura

prevalente

è,

purtroppo

,

il grano e ciò

dipende

da

un

complesso di circostanze

c

h

e

trovano origine nella

famig

lia

con-tadina,

la quale

-

afferma

il

Me-dici

-

sostiene da

seco

li

, con

inal-t

erab

il

e

impassibilità

e con serena

tenacia

l'ingrato

sforzo

produttivo.

La

ricerca quotidiana del pane, del

so

lo

pane, indipendentemente da

ragionamenti sul costo comparato

con altri

po

ss

ibili

alimenti offerti

dal mercato, spinge il piccolo con

ta-dino-operaio a

co

ltivar

e

ogni anno

almeno

il

grano

di

c

ui

abbisogna

la

s

ua

famiglia.

È

evidentemente il

s

uo un

errore

di gestione aziendale.

La

piccola azienda non

può,

deve produrre generi

di uso

per sè,

ora che

impera

, e

più

imper

erà

do-mani

,

l'

economia

di

mercato. Essa

d

eve

piuttosto darsi un'altra

diver-sa organizzazione

economica,

che

tenga conto della vocazione del

ter-reno e della disponibilità

di

mano

d'op

era

e di capitali. La sua nuova

fisionomia non potrà perciò che

es-sere zootecnica,

per

ricavarne

latt

e

e carne

-

più carne che

latte

-onde soddisfare

l

e esigenze

del

con-sumo

interno

e

quello della

istituen-da

Comunità europea.

Va da

sè che ove

le

forze

disponi-bili della

famiglia

lo

consentissero

non sarebbe

diss

ennato

agganciare

all'ordinamento prativo-zootecnico

una qualche

coltura

di

gran

reddi-to,

o qualche zoocoltura

di

integra-zione economica e

di importanza

sociale come

l'avi

co

ltura,

visto e

considerato che

il Paese importa

annualmente

dall'estero

carne

di

pollame

per un

quantitativo di 180

mila

quintali

,

cui corrisponde

un

onere di 9 miliardi di

lire;

e

impor-ta uova per un

quantitativo

di

346

(12)

IO

I

c

R

o

N A C H E E C O N O M I C H E

mila

quintali cui corrisponde un

sa-lasso di 14 miliardi.

Ora

,

quali

consigli

si

potrebbero

dare

per conferire alla gestione di

una piccola azienda a economia

fa-miliare il crisma d

e

lla

razionalità

e

della

convenienza

eco

nomi

ca?

Volendo

e

dovendo

rispondere

per grandi

linee dir

emo

che

biso-gnerebbe prima di tutto dar

e

un

av-vicendamento alle

co

ltur

e,

n

e

l

qua-le sia intercalato il prato poli

enna

l

e

di erba medica o

di trifoglio ladin

o

.

Se l'avvi

cenda

m

en

to

è

una

neces-sità funzionale

d

e

ll'azienda

,

l

a

mec-canizzazione delle operazioni

cam-pestri ne è

un'altra.

In assenza del

trattore

la

stessa impresa

zootec-nica diverrebbe passiva, dovendo

abdicare a

una funzione

bovina

da

reddito (latte o

ca

rn

e)

per una

fun-zione di

lav

oro.

Ma c'è di piì.l. Ogni

prodotto colturale recherebbe con

sè il p

esan

te

onere

di mano d'op

era

per

i

serv

i

z

i

più

ur

ge

nti

e

impe-gnativi.

È

chiaro che

il

trattore di

un

a

piccola azienda debba appartenere

alla categoria dei

tipi utilitari, p

er-chè abbordabile è

il

costo

di

acqui-sto e

sopporta

bile la

spesa

di

eser-cizio. Che se

utilitario non

fosse o,

pur essendolo come

s

pesa di

acqui-sto, non avesse

un'o

cc

upazione

di

800 ore l'anno, al piccolo agricoltore

converrebbe associarsi ad

un

altro

nell'acquisto

e

nell'uso

del

mezzo

motom

ecca

nico

,

oppure

noleggiar-ne uno

nei vari momenti più

impe-gnativi del calendario agricolo.

Senonch

è

bisognerebbe

che egli

avesse

una

educazione

cooperativi-stica e

uno

spirito associativo che

lo portassero a contemperare i

pro-pri desideri con quelli altrui.

Di

so-lito, purtroppo

,

c

i

asc

uno

vede nelle

proprie

esigenze

un

'

importanza

e

un'urgenza

che

nega

a

quelle d

eg

li

altri.

Di qui l'insuccesso nell'uso

in

comune

delle macchine.

Stando così le cose, la risoluzione

del problema

è a

no

s

tro avviso

nel

dare

alle

piccole

aziende

trattori

che siano di minor costo -

a

parità

di potenza -

rispetto

ai

tipi

nazio-na

li

e stranieri attualmente in

ser-vizio e in commercio.

Il

pIU numeroso parco trattoristico della

Comunità

economica europea

appartiene alla

Germania

che

ha

1 trattore ogni 12

ettari.

mentre

noi

ne

abbiamo

1 ogni 90. Ma

in

Germania

i

trattori di limitala potenza

raggiun{(ono

il 90%. mentre nel nostro Paese

non

raggiungono il 70.

La

scena

riprodu

ce

(13)

La risoluzione ideale

è

perciò

nel

trattore ulilitario

a

benzina,

il

qua-le

potrebbe

essere

impiegato

con

soddisfazione

nelle arature fino a

25-30 cm

.

su

terreni di facile

lavo-razione

e

in

tutti i

lavori

coltu

rali

e complementari

in

campo e

in

se-de,

così come già avviene

in

Germa-nia,in Inghilterra

e a

ltrove.

Rispetto

al

motore

a çiclo

Diesel

-

il quale

è stru

tluralmentc simil

e

a

qualunque motore

a scoppio,

ma

è

più robusto per i maggiori

sforzi

che

deve

sopportare

-

quello

a

ben-zina è

meno pesante, più pronto, più

elastico, e

di piLl facile

manutenzio-ne

e riparazione.

Attualmente, in mancanza di

trat-tori del

genere,

le

piccole aziende

ripiegano

su]]

'impiego

dei

motocol-tivatori

che

però non

autotraspor-tano

chi

li

guida.

Affinchè nasca

e s

i

affermi

un

trattorismo

agricolo a

benzina

biso-gnerebbe

mettere

su

un piede di

pa-rità

fiscale il

carb

urante

.

Come

il

gaso

lio

che

a

lim

enta

il motore

Die-sel

ha

un'agevolazione

tributaria

(esenzione dell'imposta di

fabbrica-zione),

così

dovrebbe averla

la

ben-zina

uso

agricolo,

estendendole

i

benefici previsti dal

D. M. 16

giu-gno 1937

«

per

i

motori di macchine

agrico

le

».

Il

Ministero delle Finanze

teme

però

che la

benzina

agevolata

possa

essere in

parte adibi ta

dall'assegna-tario a

scopi extra agricoli, come

il

servizio logistico e

turistico delle

automobili

e delle

motorette.

Ancor-chè

un

pericolo

e

un abuso del

ge-nere

avvenissero,

il danno

sarebbe,

per

l'Erario,

irrisorio rispetto

al

vantaggio

che

invece

la

motorizza-zione

delle piccole

aziende

darebbe

all'agricoltura e di riflesso

all'eco-nomia del Paese.

Ma quand'anche il Ministero

del-l

e

Finanze recedesse da

l

suo

dinie-go,

non

per

questo

la

motorizzazio-ne

agricola potrebbe raggiungere il

traguardo

auspicale delle 600 mila

unità.

Resterebbero preclusi i

terri-tori di

a

lta collina e

di

collina, più

che

alta, ispida.

Giova

qui

analizzare

l'argo-mento.

Un quinto della

superficie

nazio-nale

seminati

va ha un proftlo piano

o pianeggiante

su

cui

i

trattori a

ruote,

sia

nazionali

che stranieri

,

che sono,

per usare un termine

sportivo,

più passisti

che

arrampi-catori, operano con sufficiente

disin-vo

ltura e

facilità. Gli

unici ostacoli

al

loro

servizio

di trazione

e

di

trai-no

veicolare essi

lo

trovano,

talvol-ta, nella disordina ta

arbora

tura

e,

tal

'altra,

nell'umidità degli

appezza-menti

concavi e sortum

osi.

Ma

la

rimanente

superficie commisura

un

territorio che nella

gamma

delle

pendenze

e

delle

contropendenze

perde

ogni uniformità, e che, se

dal

punto

di

vista

panoramico

offre al

turismo

le

maggiori attrattive, dal

punto di vista trattoristico

è

invece

La s

c

ena d

e

l cavallo adibito ai trasporti che va

perdendo d'attualità

in

p

i

anura

tiene invece purtroppo

ca

r/

ello

in

collina. Essa

non

è

soltanto

italiana. ma è anche visibile.

La fotoincisione

rip

ete

infatti un

quadro

logistico

r

eale

e

attuale della Foresta nera

(Germania),

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