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LUCCHESI-PALLI
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1•
STORIA POPOLARE
DELLA
RIVOLUZIONE DI SICILIA
I
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l‘\
STORIA POPOLARE
DELL*
RIVOLUZIONE DI SICILIA
EDELLA IMPRESA
DI GIUSEPPE GARIBALDI
COMPILATA
PER FRANGO MI STRALI
«VZiDIARIOd:TXTOAdOIATCRSDSIiIiS
AUn
i
Tip.diFrancescoPaglioni.
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*
LA NARRAZIONE
DIQUESTI FATTI
DEGNI DELL ANTICO VALORE
DI
LEONIDA
/E
DICINCINNATO
AL CITTADINO E ALL EROE
CHE ITALIA TUTTA
NEL GIGANTE PENSIERO DELLA SUA UNITA
SALUTA E PROCLAMA
LIBERATORE.
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AL CITTADINO GENERALE
Permettete che a voi nella effusione del- r animo
io intitoli lamemoria popolare dei
fattiinauditi che per opera vostra
gliItalianiabbandonati a sè medesimi vanno compiendo dinanzi
almondo maravigliato.
Voi che del popolo faceste sempre vostra
nobil ambizione, degnatevi accogliere
l’umile
opera che destinata a diffondere nelle umili
intelligenze l’emulazione delle eroiche imprese,
farà più vivamente ancora palpitare
igene-
rosicuori che battono sotto
all’umile sajo nei
santi ed eterni nomi
diPatria e di Libertà
,sicché
ci siadato in breve pel concorso ma-
gnanimo
ditutta
lanazione sgombrar da
ogni straniero questa sacra terra che Dio
ci diè,e che l’astuzia e
lamalignità antica
diun corrotto sacerdozio e
diuna infame ra- gion
diStato, a brano a brano, per succes- sione
diladre conquiste e di mercati iniqui
cirubarono.
Dio e popolo sono con
voi.— Italia e Vittorio Emanuele, quel motto che
sullatri-colorata insegna voi avete
scrittocolla
invittaspada, sarà
ilgrido invincibile
diguerra che raccoglierà
frabreve venticinque milioni
di fratelli inuna sola famiglia, dal Cenisio
al-l'Etna,
dall’Alpi
all’Adriatico.
Salute e
vittoria! r/*
Milano,giugno1860.
IHASCO HI8TIUU.
r
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INTRODUZIONE
La
storia dell’insurrezione di Sicilia del presenteanno
digrazia mille ottoeentosessanta è tal fatto chedeve
interessarenon
solamente noituttiItaliani,schiavi o redenti,ma
tutti quei popoli ancora che aspiranoa quellameta
versola quale Italia nostra procede, ementre
agliuni sarà orgoglio nazionale e imperituramemoria
diquanto
possaedebba un
popoload
infran- gere lesuecatene, aglialtrisarà potente stimoloonde
conseguirpossano
quelloche sinoad
ora1’ambizione
deidespotilorocarpi; la unitàelaindipendenza.Av-vegnaché
larivoluzionedi Sicilia altracosanon
sia in- fatticheiltrionfodelsublime pensiero chedopo
dieci annididoloroseesperienzee dipatimentiinauditi sor- geva gigante nel petto deigenerosi che calpestanola polveredeigrandi dal GenisioalPecchione, del trionfo diquell’idea santissima chespintasi sul sentiero della10 imoncxioxE
vittoria e postasisottoil glorioso vessillo di Vittorio
Emanuele
valseaconciliare agliItalianifammi
raziono edilrispettodell’Europa, deltrionfo diquellavolontàferma
edincrollabilecheresasipadrona
digovernare e sottometterelospirilodi parteelevecchiescissure,ci fecedegnidelnome
dei nostri padri, dicolorochedopo
avereempiuto
ilmondo
delnome
loro,ed irradiatene le tenebre propagatori del vivissimo splendore delle scienze edelle arti,del pensieroe della forza,caddero a generazioniegenerazioni martiri della libertà e del- l’indipendenza, lasciandoperereditàai figliuna
sacro- santa vendetta,E
noi vivendicammo
o padri; si, noigridammo
tulli,papa, imperatori, ree ministriche rodevatelevi- scere santedella patria, avoi ociechi cui l’ebbrezza della
mente
elaperfidiadell’anima toglieogni perce- zionedell’utilee dell’onesto, ostolti, o insensati,o fidiimmondi
epravi diSatana onde
strascinarviato- talerovina,noi Italiani, pollagraziadiDio clementissimo e sapientissimo cheè principio e fined ogaicosa, e di quella leggechebandiva
lalibertà e l’amoresulGol- gotanuovo
codiceall’umana
famiglia, e iunomedi
quellospirilo clicè fonteperenne
di pacee di carità tragliuomini,dogma
primitivoed unicodella religione diCristonon
solo,ina baseincrollabile dellaverafilo- sofia; noi Italiani,in virtù delle invariabili e generali leggidinatura,in virtùdell’amore
chelegal’uomoUla
terrachelovidenascere, in virtù dellememorie
dei nostriDigitizedbyGoogl
ijunoDuziose 1 1
cariche
morendo
ci lasciaronoesecutoridella loro vo- Ionia e vendicaloriad un tempo
dellelorosventure; noi Italiani,tutti,figlid’una
classica terra,seguacid’una medesima
religione ecostumanza,
ditradizioni glorio- sissimeecomuni,
delsacro tempiodiMarta
ediBel- lonaeternisacerdoti, in virtù ditutte queste potenzeumane
e divine, invirtù diluttiidrittiprivati e na- zionali, in virtù dellanostra coscienzae dellanostra volonlàcostituitidifensori diquelvessillodel cuitrionfo esultano milionidicuori generosi, costituiti figlie sol- datidelpiùmagnanimo
re della terra, dellealeeva- lorosoVillorioEmanuele,
costituitifortie ordinalisotto il patrociniod’una
nazione potente e d’un
fedeleal- lealo;noi Italiani,opapa,
o imperatori, ree ministri che tuttaviatentate tenerci solloai vostri piedicome
cosadiconquista, noivischiacceremocome
rettiliat- tossicalie gitteremolapolveredellevostreossaaiventi.Fuoridiquestaterraclicc retaggiodei padri nostri, polvered’eroiimmorlali; lungi
da
questa Italialacui causaèpurissima, lecui cillàsono gemme
cadute daldiadema
delCreatore,icuicampi sono
giardini dipom-
parli e d’oiiveti; lungida
noi che alfinesorgemmo
pieni d’ardiree disanto
amore, da
noi che dal Sern- pione a Marsala stendercivogliamo
lamano
e legarci tulliinun
santissimopatto; fuori d’Italia cui finoad
ora avete profanataed
avvilita, cui sinoad
ora avete lavata nelsangue
dei figli,cui sinoad
ora aveteinfa-memente
tradita: ilDiodegli esercitie delle battaglie,12 mnODuiroNF.
ilDiodei giusti e dei valorosi,ilDiodella libertàe della redenzione
ha
alfinedecretato chesulCampidogliosi librinuovamente
l’Aquilalatina, echel’Alpiedilmar
servano a custodiadellagrande
nazione.La
rivoluzionedi Siciliaavveròinostri voti,lacam- pana
dei vesprisuonò anche
periBorboni.E
voi lo vedeste—
larivoluzionedi Sicilianon
fucome
nell’infaustomilleottocentoquarantottouna
lotta controlatirannide borbonica, guidatadall’idea difon- dareun
regno separatosotto lo scettro delduca
di Ge- nova; fu la lottadella libertà italianacontro l’oppres- sore,una
lottailcuigrido era quellostessocheanimò
ivalorosi diPalestrae di
San
Martino—
VittorioEma*
nuele e
r
Italia.Cosìè
che
ioimprendo
a narrarviquanto avvenne
in questiultimi giorniinquellainfelicissimaemagnanima
parted’ Italia, certocheil forteesempio
valgaa
levar milionidicampioni
per gliinfelici fratelliche ancoragemono
nelservaggio.Ma prima
piacemiinquesta introduzionedare aleuni cennigeografici-polilicidellaSicilia,equestoonde
ren- dere più chiaral’intelligenza di ciòcheandrò
inseguito svolgendo, persuaso nelmedesimo tempo
cheuna
simile digressionemi
saràvolontiericondonala.La forma
triangolare di questagemma
d'Italia le valse neitempi remotissimiilnome
diTrinacria.1ver- ticidegli angolisono
volti,ilcapoBoeo
a ponente, ilcapo Passaro a scirocco, il capo Faro a settentrione.
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INTRODUZIONE 15
La
sua posizione astronomica è tra il 36° 37’ ed il38° 18’ grado di latitudine settentrionale, e trail
10° 5’edil13° 20’gradodilongitudineorientale.
Ha l’Europa da un
lato,l’Asiae<l’Africa dall’ altro,ch’essa tieneperdir cosisoggette standole in mezzo.Ilmare
Tirreno, odiSicilia,ne bagna
lacostasettentrionale;l’Ioniol’orientale. IlcanalediMaltaladivide dall’A- frica,
da
cuiè
distante33
leghe;il Paro, ostretto di Messina, largo2,500
metriladisgiunge dai continente italiano,da
cuiifisiciedigeografisuppongo
fossedivisada
qualchegrande
cataclismae infatticonsiderandola direzione elanaturadellemontagne
della Siciliaun
qualchefondamento sembra
avereuna
simile ipotesi.La
catenadeimonti
Nettuni,considerata dai geograficome una
prolungazionedegliAppennini, fronteggiano tutta lapartesettentrionale dell’Isolaprocedendo da
orientead
occidente periltratto dimiglia439
circa,nella qualeilmonte
SoriedilTrapanisono
ipunti piùcul- minanti;leramificazioni minoriprocedendo
versomez-
zogiorno dividonol’Isola in tregrandi valli, quelladiDemona,
quelladiMarsara,equelladiNoto, limonte
Etna,o
Monzibeilocome
lochiamavano
iSaraceni,vul-cani
attualmente reputatoestinto, giacedistaccatoda
ogni altromonte
sullacostaorientalea settentrionedi Catania.Ha
esso Laforma
diun cono
isolato, altotre migliaeconuna
base chene ha
centoventi.Una
quantitàdifiumie torrentiattraversano ifera- cissimicampi
diSicilia.IlNiso,il Claretto,ed
il Noto14 INTRODrZlOSR
sboccanosullacostaorientale;ilSalso,ilPlatani,edal- tridi
minor
contomettono
focenelMcdilerraniosulla costa mezzogiorno-ponente edilTermini
sullacosta set- tentrionale. Ilsolo lagonotevole della Sicilia è quello diBeverio.Tanto
gliantichicome
imoderni
autori,sia Italiani chestranieri, diconcertonon
fanno che decantarelafer- tilità della Siciliac la dolcezzadelsuo
clima. Ivi è eternaprimavera;ivilanaturasembra
avere sparso ogni suotesoro,isuoitreregnifannoinquest’isolasolenne testimonianzadiraremagnificenze.Le
produzioni ve- getali ditulliiclimi viabbondano,
grano,vino, olio, seta, lino,cotone,canapa,
zucchero,caffè,manna,
pi- stacchi,tuttoproduce questaterrabenedettadall’eterno fecondatore d’ogni cosa. Nel regno minerale possiede miniere d’oro, d’argento,dirame,di ferro, dipiombo,
dicarbonfossile;non
che cavedimarmi
preziosi, di porfido,d’agata, didiaspro;fonticopiosediacque
mi- nerali,qualisono
quelled’Imera, ediTermoli. Nel re-gno animale abbondando come
intuttoilresto d’Italiaipascoli
non
èmeno
ricca in questa produzione. Ivi buoi ebufalirinomatissimi,ivirazzedi cavallichenellabontà
e nellabellezzanon
invidianoquelli diSpagna
e diNapoli, ivivolatiletantodomestico cheselvaticoenumeroso
e diottime qualità, e nellesuemontagne
e neisuoiboschi trovansiincopialepri,camosci,caprioli, cervi ecignali,e sullesuecostemarittime, particolarmente su quella cheguarda
l’Africa,moltoe squisito pesce, e crustacei pregiatissimi, riccoramo
dilargocommercio.DigitlzedbyGoogli
WTROOt’JIlOTfR 15 In
quanto
alle specialitànaturalicheoffrela Sicilia 10non
stimodidover ricordarecheiltantocelebralo vortice diCariddi sottolapunta
settentrionale delFaro di Messina,ilcastagnodei100
cavallisulmonte Etna
la cuicirconferenza è di208
palmi, elagrotta delBue Marino
nell’isola Felicari,una
delleLipari,cheha una
cavernadi200
piedi dilunghezza,122
dilarghezza,o05
dialtezza.Su
diuna
superficiequadratadi20,582
chilometri avviuna
popolazionedi S:,051,399
abitanti, relativia 77,16 per chilometro quadralo. Tutte questesuperficie è divisa iu setteintendenze,equestein distretti e co-muni. Le
intendenze sono:Quelladi
Palermo
che conta483,206
abitanti.Pa- lermo,capitale di tuttaY
Isola,n’è
il capoluogo, città vastaecospicua,situalanelmezzo d’una
valle deliziosa cuigli antichi appellavano conca d'oro,circondaladi villeo di castellanumerosissime, conun
portosicuro egrandioso, con palagi sontuosi eduna
cattedraleche certamentepuote stare in confrontocolleprime
d’Ita- lia,attraversalada
vaste e simmetriche vie,ornatedi fontane,dipiazzespaziosee di pubblicigiardini, ricca diognigenere
distabilimenti dibeneficenzaed’indu- stria, d’istituti letterarie scientificiconuna
popola- zionedi180,000
anime.QuelladiMessina
ha 351,362
abitanti,Messina n’è11capoluogo. Cotestacittà, lapiu anticatralecittàita- liane,altrevoltefusplendidae poderosa;
ma
il terre-16 INTRODUZIONE
moto
del1783
fuquasiperdistruggerla, epiùnon
fu quellad’un
giorno.La sua
felicesituazione, situata sul Faro delsuonome,
l’hafattaperò pervenirealgrado
dicontenereuna
popolazionedi93,822
abitanti,e di ricostruiretemplie palazzi epiazzee vie emonumenti
d’ogni genere,ben
degnidisederesullerovinedell’an- ticasua magnificenza. Essacittàpossiedeun
porto spa- zioso,un
arsenale,ed operedi fortificazione infinite.^La
intendenza diCataniaha 476,968
abitanti; Ca- tania,chen’è
ilcapoluogo,ne ha
56,515.Questa
città,ad
ontadei disastridell’eruzionedell’Etna, e la quasi suatotaledistruzione cagionatadal terremoto del 1693, sorse piùbellaepiù cospicuadalleproprierovine.Quelladi
Girgenti, eh’ èpopolatadi233,187
abitanti,ha
percapoluogo Girgenti, l’anticoAgrigento, quella cittàche contavaaltempo
d’Annibaie,chene
fecel'as- sedio,dugen
tornilaabitanti,e che oggitoccaappena
a 18,600.Disua
celtica grandezzanon
restachelame- moria ed
alcune rovineditemplie di sepolcri.NellaintendenzadiNoto visono
245,255
abitanti;Noto
capoluogo,ècittà dipoeaimportanza eon 10,962
abitanti.InquestaintendenzaavviSiracusaeModica, laprima
popolatada 16,916
abitanti,’ laseconda di 27,406. Siracusaè tra tuttele altre cittàdi Sicilia e dell’ Italiatutta,trannePenna,lapiù celebrefieli’anti- chità;oranon
lerestacheilnome
e lamemoria.
Stra-bone
leassegnavaun
circuito di22
migliaeduna
po- polazioned’un
milione emezzo
d’abitanti.DigitizedbyGoogl
DìgitizedbyGoogle
INTRODUZIONE 17 QuelladiTrapani
ha 182,809
abitanti.Trapani
n’èil eapoluogo, antichissimo porlo,ove
Enea approdò
e deposeleceneri d’Anchisc suo padre,econiauna
po- polazionedi24,928
abilanli.QuelladiCallanisella, popolaladi
179,512
abitanti;edi cuiCaltanisettaòil capoluogo, piccola cittàcon
\
17,292
abitami.La
storia di questa nobilee classicaparted’Italia si perde nellopiù segrete caligini dei tempi. IGreci ricordanocome
Cose si par!isso di Siciliaonde
intro- durreinAtenei ritieleusini,edOmero
negliimmortali suoi versirammentala
quale terradel soie, terra dei Ciclopi.Ciòammesso
laSiciliafucoltaepopolata avantichej
quattrofigli di Javan fondasseroi primi regni d’Europa,ilregnodelPeloponeso, d’Acaja,diMacedonia
e di Tessaglia; sicché lasua esistenzadata daltempo
dei primiEgizii,daltempo
diAbramo,
circaventi secolidopo
lacreazione.Come
sopragià dissi il suoprimo nome
fuquellodiTrinacria;iSiculi, cherespinti dal centrod’ItaliadagliUmbri
siricoveraronoinCalabria, echepoianche
dilàsnidali dagliJapezisigettaronoin Sicilia, e che gli oriundi di questa cacciarono nellemontagne,
edominarono
intuttal’Isola,edirozzarono, ereseroflorida efelice,lecangiarono quelnome
inquello di Sicilia. Gliabitanti cheda
questi invasori furono dispersi, epoidomali estrettiinuna medesima
fami*glia, si
chiamavano
Sicani.ICartaginesi
ed
iFeniciposero coloniesullesueco-Rivoluzionedi Sicilia. 1
18 lftiTnoDUZIONB
ste,e
now
indifferentecommercio
esercitarono permezzo
dicambi
coniprimi popoliitaliani,particolarmente coniTirrenie gli Opici; edallorchélaGrecia caddenel selvaggio,sorseroper opera degli esuli e deifuggiaschi letantecittà che incoronano il suo lido, eche a tal grido giunserodipotenzaericchezza
da
rappresentare individualmenteuna
fortenazione.La
storiaciricordacome
talunadiquestecittàardilottare collarepubblica cartaginese,ecome
spessone
riportasseiltrionfo e det- tasse allasuperba
leleggi e lapace.Ma
lacittà*che più d’ogni altrasiresecelebre, tantoper opulenza epreponderanza quanto
per ogni sorta di vicendepoli- tiche, certamente fu Siracusada
Archia di Corinto fondalaseianni avantidiPenna.
Moltefurono lefon- tesedicoloniacon colonia,molteleguerre elerivalità diquei popoli mercatanti;ma
le lotteimpegnate
controiCartaginesi,iqualigiàpadronidella vicina
Sardegna
edellaCorsicaanche
su quella volevano liberamente im- perare,per annieanniimperversaronoemai
fu riuscito l’animo
disnidare quei superbidell’IsolaOra avvenne
cheavendo Gerone
voltelearmi
contro Messinaonde
sottometterla, ed atale effetto stretta alleanza con iCartaginesi ed iMamertrici, chiamatii
Romani
inloro soccorso fossedatoprincipio allaprima
guerra punica, laqualedopo
ventiquattro anni di battaglieaccanite e strepitose aprì ildominio
dell’IsolaaRoma. Ma
solodopo
molti anni, allorché lacorruttelae la viltàpene-
trarono inSicilia, funestisemididiscordiae dirovina.INTRODUZIONE 19 allora solamente poteronoi
Romani
darsi padroni di quel grasso paese.IrediSiracusa
che
piùsidistinsero furono Cerone,ilqualevinti gliEtruschi atalegliridusseohe
mai
più fosse lorodato risollevareil capo;Dionisio, ilNerone
di Sicilia,che defilò
e costrinse Nicea,generaleate- niesed’ altafama
e diprudenza
grandissima, adesi- stere dall’ideadiconquistarelaSieilia.È
nell’assedio di Siracusa, fatto daiRomani
che perì ilfamoso
Ar-chimede. .. •*. > 'V;
La
Siciliadopo
avere spesso servito di teatro alle guerrecivili,orapreda
diMal
toed oradiSiila,diPom- peo
odiCesare,dopo
esserestataper piùfiateinbalia disollevazioni di schiavi e diconcussioni proconsolari, alfine riposò per più secoli sino allaetà di Gostan- tino.Allora disputatacome
ognialtrobrano
dell’imperoda
chi pretendeva allacorona
dei Cesari allorché iVandali
passarono
dallaSpagna
in Africa;e dilàin Italia,essanon
altrimentichetutta laPenisolafucoperta di rovine e.disangue,
ed orribilmente umiliatada chiunque ambì
calpestarelapolvere. : •,.»}.,Venne
il regnodei Saraceni—
Ased-ibu-Forat ri- dussetuttala Siciliasottoilpoteredegli Sceriffi;Ibra-him-ibu-Almed ne
sterminò tuttiiCristiani, e passato in Calabriaminacciòl’Italiad’una medesima
sorte.Ma
la morte, che lo colpi sotto le
mura
diCosenza
nelmedesimo tempo
die Alarico,troncòi suoi fieri dise- gni.Anche
oggigiorno esistonoreliquie dellagrandezza20 INTRODUCIOHE diquei
monarchi
;lescienzee learti
devono
aisovrani mussulmani
della Siciliailprimo
lorosviluppo,lamu-
sicaelapoesia
dopo
tanti secoli d’ oblio furisvegliala dallevaghe
Almes,lefavorite diquei grandi.In sul cominciare doli’
undecimo
secolo, Ruggiero, figliodiTancredi d’Altavilla, ilfamoso normanno,
si gettòsulla Sicilia;efresa Messina,di làpalmo
apalmo
conquistatolaai Saraceni,ne
fu dal popolo tuttopro- clamalo signore.Ma
ladiscesa diBarbarossain Italia tolseaiNormanni
quel prezioso gioiello,ilqualesino allavenuladiCarlod’Angiò edalla disfalla del reMan-
fredia
Benevento
fupossedutodagliSvevi.Ma
la superbia e lacupidigia dei Provenzali,ed ilgoverno sordo ed impassibileai lamenti delpopolo di Erbcrto d’Orleans e Giovanni
da San
Remigio,in talmodo
ccon tanta arroganzadisponevano
dell’onore
e degli averi dei Siciliani, cheil30 marzo
del 4382, giornodi Pasqua, alsuono
dei vespri rispose Sicilia tuttaconun
talgridodi vendetta, clic fuesempio
so- lennediquanto
possa laforza diun
popoloanimato
alconquistodeisuoidritti
infamemente
concussi.Gio-vanni
di Proeidu fuilGaribaldi diqueltempo
disu-blime memoria
, il capitanoa
cui accorsero quantimai avevano
braccio per pugnare,onde
animati dalla paroladifuocoedall’esempiodelvalorosoinbreve oranon
restòsegnodi tiranniasulla terra diSicilia.Don
Pietro d’Arragona, spesato a Costanza, figlia diMan-
fredi, fu elettore.DigitizedbyGoogle
INTRODUZIONE 21 Sinoallapacedi Utrecht,chetolselacorona di Si- ciliaaisovrani d’.Arragona elaposesulla fronte del- 1’eroedi .'avoja Vittorio
Amedeo,
nullaavvenne
dime-
morabile senon
le guerre civili deiChiaramonlani
e deiPalici,cdivanitentativi diArudge-Raise diAria-deno
Barbarossa,ferocicorsari algerini,iqualigettarsi volevano sull’Isola,ma
cheda
FerranteGonzaga
eda Andrea
Boria furonotenutia dovere.Fu
il24 decem-
bre del4713
cheViltorioAmedeo
ricevette inPalermo
quella coronacui attualmente sta per cingere 1*au- gusto nipote liberatore d’Italia;ma
allorailgridodi quegliItalianinon
eraItalia, laloro patria aveva per confineilFaro;aldi làv’erano
stranieri.GliSpagnuoli riconquistaronolaSicilia, laqualefu poco
dopo
occupata militarmente dagli Inglesi, e nel trattalo diLondra
del4720
fu toltaalBuca
diSavoja, dandoglicompenso
laSardegna, edataall’imperatored’Allemagna
CarloVI.Ma anche
questaconvenzionenon
fulungamente
rispettataperchènel 4773
fucedutaal- l’infante B. Carlodi Borbone.È
questo trattalo che sinoad
oraimmacolato,l’Italiaora infrangee calpesta.Nei tempi napoleonici laSicilia servi di rifugioai reali di Borbone,
mentre
cheda Bonaparte
e poida
Murat
rimpiazzalasulcontinente.Ed
eraallacadutadel vincitore diMarengo
che reFerdinando
IV, volendo inqualchemaniera
ricompensare 1’ospitalitàe la fe- deltà dei Siciliani, toglie loro la costituzione c tutte lefranchigie che sinda
tempi remoli possedevano, eINTRODUZIONE
±
ì
proclamata rimila del
suo regno
comincial’èra in cui lasupremazia
austriacaponeva
inItajiailsuo
piede di ferro, in cui ilre delleDue
Sicilieinunione
atuttiisuoicolleghicominciava
ad
adorare ead
ubbidire1’o- racolodiVienna.Ma
laDiomercè
larivoluzionefranceseaveva seminato
talseme
neicampi
dellenazioniche la tirannidenon
valse adimpedirne
lo sviluppo; anzi sotto lapressione sorse più viva chemai
l’idea san- tissima, esiformarono
cuori ementi
vigorose, e ilsangue
deimartiriaccumulò
vendettesu vendette in- nanzialtribunaledi Dio.Nel
1820
larivoluzionedivampò
in Siciliacome
in tuttoilresto d’Italiaenon
fucopertadiceneresenon
chequando
gli Austriacisbarcarononumerosi
inPa-lermo
edinMessina.La
scuredei Colletta e deiWalmo- den cadde
sui capi,ma
ilseme
restònelsenodella terra d’Italia, efecondatoda
quelsangue
santissimoanche
nel1848
rivegetò.—
L’oranon
eiaancora suonata.Le
stragi diMessinanon
sono ancoraabbastanza
vendi- cate.—
Noiglivogliamotutti,osotterraonelfango.i , •
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CAPITOLO PRIMO.
Sialodelregno.
—
Primi motidiPalermo.—
Ilconventodelia Ganci;».Isoldati diFrancescoII.
,
.
...
. . .•Fin
da quando
lenostrearmi
cominciarono atrion- farea Palestroed a Varese, e ehelastellaaustriacasi ottenebròminacciando
di eclissarsi persempre,
sin d’alloralacorte delredelleDue
Sicilietemendo
cheilfuocodella libertà edella
indipendenza
penetrasse nel troppo infelicesuo regno,evolendoad un medesimo tempo
dare solenne testimonianza di devozioneevas- sallaggioai principiiemanati
dalle rivedel Danubio,non
ascoltandocon ciòcheglistimolidelpropriosan- gue,a
taltorturaed
oppressionegettòisuoisudditida
vietar loropersinoilpiangereeilgettareuno sguardo
di speranza ediconfortolàovesorgevalasfolgorante stella d’Italia,versolaquale anch’essiirresistibilmente trasportati,da una mano
diferro costretti all’inerziaed aldolore anelavano; edilregnotutto,fuoscenoludi- brioagli insultiedallevessazionidei poliziotti e delle soldatesche, ilregnotutto fugovernato militarmente.Soldati mercenari arruolati a
torme
in Baviera, in Austria, in Isvizzera, gente rinnegata e ripudiata dalpropriopaesevennero ad
ingrossare edemoraliz-zando l’armata
napoletana, già a forzad’oro
e di larghezza inaudita di licenze, avvezzataad amare
senon
a stimare quellamala
signoria che Paveva
chia-24 CAVITOl.OI
mata
a partedeigodimenti sfrenati deliatirannide.E ben
tostolecarceriegliergastoli rigurgitaronodivit- time, e leisoledeserteelontane furono popolatedide- portali,.senzadistinzionedi sessoo dietà, digrado
o di merito,tullisospettiorei dilesamaestà,reidiavere palpitato sulle sorti della pallia, diaveremandato un
tacilosalutodinazionale
compiacenza
aglieroimagui-
nimidifensori,del drittoedell’umanità.Salito sul tronodel padresuo,il Caligola dei no- stri tempi, di eterna esecrazione a tulligli uomini, Francesco II giurò essere insaziabile fiera, giurò di essere insaziabile di
sangue
, giurò rendere ilsuo
paeseatalechesembrasse un
sepolcro,giuròfare dei suoisudditinon mandre
diarmentima
spettrie larve agonizzanti, giuiòrenderelavitapiù odiosadellamorie;e
mantenne
ilgiuramenlo
piùbene
di quellochenon
manici esteroisuoi avi lacostruzionee igiurali patti elomantenne
siscrupolosamente cheglieffettisupera- ronolabrama. Morta
fu 1’ industriae ii commercio, avvilito e calpestalo ogni progettod’un
più lieto vi- vere, dimenticata nell’inopia la borghesia,smonta
e avvilita la nobiltà, il pubblicobene
sottomesso allemene
gesuitiche, la politicastessacircoscrittada una
sfera ignobile ed angusta; i’unico pensiero del go- vernofuquellodiabbattere edistruggerela più lievenube
diciviltà,dicrearebaluardicbastionisullemino
della patria,d’aizzarel’odioelavendetta,didivideree
smembrare
tuttoun
popolo,di farePalermo
straniera a Messina, Napoli a Siracusa, d’annientare ogniumano
consorziorendendo
gliuomini
affamati cd egoisti, e ciòonde
governarlicome
ilmandriano governa
gli ar- menti, gettandoloroun
tozzo dipane
per la sod- disfazione di vederselischiavi a’ piedi.Ed
allo scia- guratonon mancarono
fiereda
scagliar sulle desolaleDigitizedbyGoogle
STORIADFXLARIVOLUZIONI; D! SICILIA 25 caterve,a succhiarneilsangue,ea infonderviilveleno dellasimulazionec dellasuperstizione;chese
un
so- spetto,un mero dubbio, una
parolasloggila incon- siderala,una
lettera passatada
sospettamono, uno
sguardo,un
sospiro, allraversasse latoromente,
le birreschefiereaddentavano,equalunque
fosselapreda, scannavano.*r
!aiefuilprincipiodiquesto regno,tale nefui’au- rora
— Immaginiamo
qual fosse ilgiorno,quante
e .quali miserie si accumulassero su quella miseraterra allorché la
campana
della riscossa destò gl’Italiani,
quanto
fosseildolorediqueipopoli, che pari a noi
hanno
nellevenesangue
dei Cesari e degiiSeipioni, che paria noiserbanoin seno quel fuoco d.vino che è scintillaimmortaledelprimatod’ Italia,non
polendo slendcie anoilamano, non
polendo esternare queila giojache ispirail trionfo,non
potendo cooperare an-eli’essiallosviluppo del gran principio,
non
polendo versareilpropriosangue
suicampi
della patria indi- » pendenza.E
ciònonostante,a*rischioche lamannaia
troncasselegenerosecervici,collospettacoloinnanzigli occhi di tortureinaudite,dipersecuzionie proscrizioni d’ognigenere,ciononostanteiSiciliani d’ogni sesso, d’ogni condizione,d’ogni età,eludendo
nelloscorsoaquo
l’esosasorveglianzadeiManiscalcoedeiFerronon
mancavano
diporgereall'Italiaquantisoccorsi ladura
circostanza loropermettesse.Onde sempre
più irritata la ferociadei regii,esempre
piùaccumulata
sugli in- felici la tirannide,più chemai
fu lascialo libero freno aicarnefici edaglisgherri, sicchépensando
aquante
cenlinnjadipersone furono massacrate perfinoinsugli allari,alledonne
sgozzateesventrale,ai saccheggi ed alledevastazioni, allecrudellà mostruoseun
brivido invadeI’anima
nostra,una
maledizionesuona
suite labbradiogni gentecivile.CAPITOLO I
26
Qual
contrastonon
offrìalloral’Italia,qnal differenza di vitaaidue
estremidellaPenisola.SulPo
esull’Arno tutto giubilo e tripudio, alle falde delVesuvioedell’Etna fupiantoetortura;mentre
quiregnava
laconfidenza el’ammirazionepur un
miracolodire, làsilevavauna
segreta maledizione controaltronoesene minavano
le
fondamenta
dall’odioe dallavendetta;mentre da un
lato tuttoeravitaesplendore,dall’altroeran tene- bree silenzio disepolcro,mentre
che l’una parte gua-dagnava
la simpatiadi tutti i popoli, dall’ altra era compassionevole universale
argomento
diorrore.Ma enormezze
siorribili, colpe sìgrandi, tanti la- mentietantosangue innocentemente
versatonon
poteva laProvvidenza permetteredivedere impunito.Non
sola-mente
isuoidelittipendevano
sulcapoaltirannocome bipenne
scure pronta a vendetta; sopradi lui tuttele stragi e leenormezze
de’padri suoi,itradimenti del- l’avo,lecarneficinedelpadre,leoscene infamiediCa-. rolina,leconcussionidiRuffoe diActon, emille e mille giuramenti calpestati, azioniindegne,e tutto
quanto ha mai
d’orribileed’esecrandolastoriadeiBorboni,dal-l’infanteD.Carloall’altualejena, pesava.Sì, laProvvi-
denza
decretòl’espiazione ditantecolpe, diqueltrono infame decretòlarovinaeperciòloresesordoaisalu- tariconsigli di sudditi e dimonarchi
, loreseimpas- sibilead
ogniminaccia, ciecoonde non
vedesseil pre- cipiziocheglisispalancavasottoonde
per sèmedesimo
visiscagliasse,persèscoperchiassela
tomba
e suggel- lasselapietra colmarchio
dellainfamia.Ed
intantoche questo fuocosiaccumulava
eche an- cora coperto di cenere cercavadilatarsi, e cheda un
capoall’altradell’Isolasipreparava a sorgereea
scin- tillare d’una
luce irresistibile, intanto Francesco IImandava
lesue ordea’confinidello Stato;elà pieno1 • • •>
Digitizedby vjO<
STORIA DELLA RIVOLUZIONEDISICILIA 27 d»tracotanza minacciavaairedentiItaliani,minacciava ajutoallapericolantebarcadiPietro,e nelsuo
animo meditava
recareall’Italiacome
giàun
diDarioallaGre- cia,lecatenedelselvaggioed imarmi
sontuosionde
innalzareun monumento
altrionfo della tirannide.E
certamente che ove
non
avesse trovata opposizione,dove
potentivocinon
gli avessero intimatoilrispetto alla volontà provvidenziale dei popoli,dove
trovato avesse piùpotentialleati diquellochenon
lo fosseroun
papato edun impero
,ambo
sfinitodi forze e di ardire, certamente che osato avrebbepassatoilRubi- cone
,non come
Cesare pienodi vtloree diconfidenza nellacausa cheandava a
propugnare,ma come
Claudio imperatorealconquistodellaGran Bretagna
recòarmi
tiranne.Ma un rumore
sordoelontano,una romba
diterre-moto
minaccioso troncò ogniveduta
dibellicoseimprese;la Siciliasisollevò
dinanzfa
luicome
spettrosangui- noso,ovunque
inseguendolo, dai consigli allamensa,
allepiume onde
giàilsonno
erada
moltiannifuggito, ovenellelunghe oreuellanotteun
ferro vendicatore lo minacciava.E
ciòè poco o ultimodeiBorboni che rechi sulla fronte italiana corona,seegli èpur
vero che ogni gocciadisangue
innocente gridivendetta al cospettodi Dio. .'
La
rivoluzioneintantosiavanzava
inesorabilee già lasuavampa
difuoco bruciavainviso glisgherri del Maniscalco,supremo
direttore di polizia,ben degno
d’appartenerealsuo regalepadrone
,i qualivolendo seguirneleIraccienullacosa omisero,ecarcerazionie deportazioni,eperquisizioni,onde
raggiungere l’infame scopo,onde
salirealfavore deltronosullerovinedegli uccisi fratelli.11 governo allora si diedead armare
e fortificarsi sottomano onde non
far palese ditemer
28 CAPITOLO1
mene
difacinorosi c diribelli,ecoi banchetti e colle frequentiparatee colie feste e colle gozzovigliesipensò
illudere edistrarre la pubblica opinione.Molli cuoriill.usi, desiderosi di riconciliare la nazionecol trono, aprironoaliorai loro pensiall'impassibile
monarca;
irappresentantidi
molte
potenze europee, piùfialecon- sigliaronoa risparmiareall*Italiauna
guerradi fratri- cidearmi,di risparmiarlealtro tributo disangue,
di stendere lamano
almagnanimo
VittorioEmanuele
se- ,guendone
l’esempio, epromettevano
chelasua corona
rifulgerebbediuna
luce novella,clicl’amoreela felicità dei suoi popoli innalzerebberoilsuo
irono soprabasi incrollabili.Lo
slesso suosangue
ardisollevareuna
voce: il contediSiracusa, addi 3delmese
di aprile cosialcorrottonipote scriveva:Sirei
Ilmioaffettopervoi,oggiaugnalocapodelianostra famiglia, lapiù lunga esperirò*» degli uominiedelle co>e che necir- condano, l'amoredelpaese,mi dannoabbastanza dirittopresso V. M., neisupremilinimentiin
em
volgiamo,did*-porreaipiedi deltronodevoteinsilitiiZ;omsuifuturi destini politici*ielRame, animatodal medesimosentimento chetega voi,oSue,aita for- tunadeisuoipopoli.Ilprincipiodellinazionalità italiana, rimastoper secolinel campodeil’idea,oggièdisceso vigorosamenteinquellodell'a- zione.Sconoscere noisoliquc4ufattosarebbecocilà delirante, quando vediamoin Iuriqaaltriaiutarlopotentemente,altriac- cettarlo, altrisubirlo cernesupremanecessitàdeitempi.IlPie- monte,eperlasuagiacitura e perdinaslnhetradizioni, strin- gendonellemanilesortidei p<polisubalpini, efacendosiini- ziatore delnovelloprincipio, rigettaleleantiche idee municipali, ogiiiusufruitadiquesto politico concetto,erespingelesuefron- tiere sino allabassavalledel Po.
—
Maquesto principionazio- nale,oranelsuo svolgimento,coni' ènaturaicosa,direttamente reagisceinEuropa,everso chi l'ajuta,eversochil’accetta,e su chi In subisce.La Francia deevolere,chenon vada perdutal’operasuapro-
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STORIVDELLA RIVOLUZIONEDI SICILIA 29 lettrice,e saràscmpremaisollecitaacrescerd’influenzain Ita- lia,econ ogni modoa non perdereilfrollodelsanguesparso, del l'oroprodigato edelliioiporlanzacadutaalvicinoPiemonte.
NizzaeSavojalodiconoapertamente.
—
L’Inghilterra,che pure accettandolosviluppo nazionaled1Italia,dee peròcontrapporsi all'influenza francese,perviediplomatichesiadoperaastender pnressalasua azionesullaPenisola,ed evoca sopite passioni neiparlili avantaggiode’ suoimalori di epoliticiinteressi.La tribunaelastampainInghilterraaccennanogià lontanamente 2doversi opporreallaFranciabenaltrainfluenzanelMediterra*neo, chenon sonoNizzae Savojiapiè delle Alpi. L’Austria, dopolesortidellaguerra, respinta nei confinidella Venezia, sentead ognioravacillareilmalfermo potere, cbenchéforse presaga,elleilsoloabbandonidiquesta provincia potrebberi- donarlelaperdutaforza,purtutta'ollanonha l'animodirinun- tiare altisperanzadiuna rinnovatasignoriainItalia.
Nèoccorrecheioquidica aV.M.dell’interesse,che lepo- tenzesettentrionaliprendonoinquestomomentoallemutatesorti deliaPenisola,giovandoin litepiù<he avversando lorolacrea- zioned’un forteStato neicuored’Europa,guarentigia contro possibili coalizioni occidentali.
Intanto conflitto di politica influenza,qualeè l’interessevero delpopolodi V.
M
,equellodeliasua dinastia?Sue!LaFranciao l’Inghilterra,perneutralizzarsiavicenda, riuscirebberoperesercitarequi unasivigorosaottone,da scuo- terfortementelaquiete del paese edidirittideltroni.L’Au- stria,cuimancailpoteredi riafferrarelaperduta preponderanza, eche vorrebbe rendersolidaleilgoverno diV.M. col suo, più dell’lnghillerra sle»saedeila Francia tornerebbe anoi fatale, avendoafronte l’avversità nazionale,glieserciti diNapoleone111 cdelPiemonte, laindiHciema britannica.
—
Quile via dun- que rimaneasalvareil paesee ladinastiaminacciati da cosi gravipericoli?Unas-da.Lipoliticanazionale,che riposando soprai veriin- lereS'idello StatoportanaturalmenteilReamedelmezzogiorno d'Italiaa c.ilteg.rsicon quelladell'Italiasuperiore; movimento questo cheI’Europa nonpuòdisconoscere,operandosi fradue parti diiìnin»destinopaese,egualmentelih. riedindipendenti fra loro.Co>i soloV’
M
sottraendosia qualsivogliaestraneapres- sione potrà unito politicamentecol Piemonte, essergeneroso moderatoredellosvolgimentodiquelleciviliistituzioni, cheilrinnovatoredellanostraMonarchia nelargiva, quandosottratto
CAPITOLOI
30
il Reamealvassallaggio dell’Austria, lo creava sui campi di Velletriilpiù potenle Slatod’Italia.
Anteporremonoiallapoliticanazionaleunosconsiglialo isola- mentomunicipaleY
L’isolamento municipale nonciesponesolo allapressionestra- niera,
ma
peggio ancora,abbandonandoilpaesealleintornodi- scordie,lorenderàfacilepredadeipartiti. Allora saràsuprema leggelaforza;mal’animodiV.M. certorifuggeall’ideadicon- tenersolo col poteredeliearmi quellepassioniche lalealtàdi un giovaneRepuò moderare nvece e volgere«Ibene,opponendoairancoril’oblio,stringendo amica ladestra alRedell’altra parted'Italia,econsolidandoiltronodiCarlo HI sovrabasi,che lacivileEuropa o possiede » dimanda.
SidegnilaM. V. accoglierequestelealiparoleconaltrettanta benignità,per quanto sincero cd affettuosoè l’animo mio nel dichiararmi novellamente.
DiV.M.
Napoli,5aprile4860. >•
Affez. zio.
Leopoldo, conte di Siracusa.
Invano.Ai consigli furisposto chei
Borboni
erano abbastanzafòrtida
schiacciarechiunque ne
minacciasseiltrono,che
nessuno
avea meglioa
cuore lafelicità deipopoli;alparente fuadditalala viadell’esiglio; al popoloedaisuoilamenti corrisposeronuovidecreti di proscrizione,nuove
catene, nuovipatiboli.Ma
P oradellariscossaerasuonata,lacampana
dei vespririmbombava
in Sicilia.A
Palermo, a Messina,a Catania, a Trapani,tuttopresagivaimminente
loscop- pio;epperòlapoliziaovunque
teseagguatiedinsidie,
non
trascuròpersuasioni o minaccie persistendosempre
piùnelvolerediopprimeree diannichilire. Fortinella volontà enella concordia,certi del trionfo dellaloro causae delle loroarmi, conmemorabile
rassegnazione attendevanofrattantoipopoliun cenno
che venir do- vevada una
segreta congiurastabilita nelconventoDigitizedbyGoogle
STORIA DELLA RIYOLU7.IONF:DISICILIA 31 della
Gancia
dei fratiMinori diPalermo;
elàintantoarmi
si apprestavanoemunizioni d’ogni genere,ecan- nonisi fondevano,esiorganizzavanosegreticomitati,ed
agentiperognibanda
della Siciliasispandevano ad armare,
a collegare, astabilire'unitàd’azione,certo
governo
che valesse a reggerelagran mole
della rivo- luzione.A
Messinasidovettechiudereilteatroprima
chele rappresentazionifinissero,per ordine dell’intendenzache conosceva doverfarsidiquelleclamorose dimostrazioniche preparano
loinsorgere deglioppressi;aPalermo
pure, el’impresario principe di Sant’Elia, persona influentissimapersocialecondizioneepercivilivirtù,dovè
protestare controun
simileabuso
dell’intendenza,onde
arrestaloed imbarcato sudiun
piroscafovenne
a forzatradottoa Marsiglia.InNapoli l’agitazioneeragrande.
Una
notafuman-
dataalgabinetto di S.James
nella quale il governo osava chiedere chefosse laflottabritannica allontanala dalleacque
della Siciliapotendo esserelasua presenza causad’inquietudinee(l’incitamentoai facinorosi.Ma
la
Gran Bretagna non
potevaabbandonare
isuoi sudditi inermi allaferocesbirraglia,ele navi rimasero.E
a Vienna, Pietroburgo, Brusselle,Monaco
e Parigi fu in- vialo permezzo
del corriere di gabinettoCastelliun memorandum,
nel quale il governo, dolendosi degli ostacoli suscitatiglicontro,domandava
aquellepotenze cheadoprarsivolesseroonde
farcessare1’atluale stato di cose,nelmedesimo tempo impudentemente
chiedendo guarentigiaalpossessoedallatranquillità dello Stato;edatuttigl’intendentidella Sicilia, alManiscalco,al
Russo,
alSalzano, atuttiicapi infine dell’esercito e delgoverno, atuttiisegretiagentidella tirannia furono spintiordinisuordini,perchèsolo collaforza e colter*CAPITOLOI
32
roresisorvegliasse
ad
impedirelosviluppodella rivo- luzione, eperchèsiperseguisseroe inqualunque modo
sidistruggessero iprogetti della reazioneche evidente-
mente man
'festavasi; efuronospintiordini in tutte le parli de! regnoonde
raggranellareun
forte corpo di truppenellacapitaleedin quelleProvincieUie più da-vano
a temereuna
crisi, pronte agiltarsiove piùne
nascessenecessità.Ma a
chetuttoquesto?—
ilg:orno quattro apriledelTanno
sorgeva;lamano
diDioavei,agiàvergatala sentenza, laspada
eratrattadai fodero—
infamia a chiatal passocostrinse! acolordisangue
ricorderà lastoriailsuonome.
All’alba di quel giorno celebre nei fasti d’Italia,
mentre
ancoralacittà diPalermo
era avvoltanelsonno, quasinelmomento
istessocheun
gagliardo fuocodi moschetterialeannunziava
lasollevazione, ilgeneralecomandante
la piazza,Giovanni Salzano,proclamava
colseguente decieto lostatod’assedio:Ilgeneralecomandanteleanninellaprovincia ereaipiazza di Palermo.
Essendosi,al fardell’alba di questo giorno,osato da una manodifaziosiattaccarelerealitruppe conarmi dafuoco,per provocare una insurrezioneinquestacittà,eccitando1sudditiad armarsi control'autoritàreale;
Ilgeneralocomandantedellearmidellaprovincia e reaipiazza inforza delle facoltà della reale ordinanza dispone quanto ap- presso:
Art. I.LaoitfàdiPalermoesuodistrettosono da questomo- mentoinpoi,dichiaritiinisiaW d’assedio.
Art.‘2.| ribelli,presiconle armialla mano, non chetutti coloroche presteranno concorsoallainsurrezione,sirannogiu- dicalidaunconsiglio diguerrasubitane:»,che da orainpoire- stainpermanenza,e ciò anormadei r.:aldecretodel27dicem- bre 4858.
ied byGoogli
Buon
numero
di
zattere
raccoglieva
a
poco
a
poco
i
sopravvegnenli
,e
senz’
altro
segnale
prendeva
il
largo.
—
Tutti
ignoravano
la
precisa
destinazione,
i
mezzi,
il
tempo,
l’
itinerario.
—
li
loro
generale li
aveva
chiamati,
erano
accorsi!.-
Altro
non
sapevano,
né
domandavano.
Fedi
png.
G6.
STORIA DELLARIVOLl'ZIOME DI SICILIA 33 Art.5.Tatticolorochein attodetengonoarmidiqualunque natura,dovrannofarne, inore24dallapubblicazionedellapre- sente,consegna?questocomandomilitare, sito nellapiazzaBo- logni, amalgrado che avessero ottenuto legalepermessodella polizia;il quale permesso da oggiinpoirestaannullato.
Art.4.Duranteilgiornogliabitanhdovrannocamminareper lestradeisolatamente. Lanottedaun’ora inpoidovranno por- tareima lanternao fanale.
Art.B.Èvietatoaiparticolari di riceverepersonainlorocasa che non siano parenti, equalora volessero riceverealcuno al- loggiandolo, dovranno munirsidilegalepermesso dell'autorità civile.
Art.6.Èvietatoilsuonodellecampanetantodigiornoquanto dinotte;comepureè vietato di affiggere qualunquesiasi car- tellooproclamasedizioso; icontravventori saranno giudicati dalconsiglio diguerra subitaneo.
Durantelo stalo d’assedioletipografieresteranno chiuse.
Art.7.11consiglio diguerradiguarnigione resta elevato da oraaconsigliopermanentesubitaneodiguerra.
IIdetto consigliosederàinquestacasacomunale.
Palermo, 4aprile4860alleore7antim.; . .
Ilgeneralecomandantelearmidellaprovincia e reaipiazza diPalermo
Giovarmi Salzato.
• • • < • • •. I.. !.. ‘
.
Ma
la poliziaessendo venutaa
cognizionecome
nella chiesae neimagazzeni
del conventodeliaGancia,esi- stesseroarmi
e munizioni,e;come
in esse sitenessero segretecongreghe,e fosseilnodo
dellacospirazione,in sull’alba diquel dìmemorando
si preparavaad
agire ea dispiegare ogni suaforza. Il solenon
aveva an- Gora irradiate del tulio le tenebre che giàuna
fortemano
d’armaticircondavada
ogni Jianda queljemura,
che già lo stato d’assedio era decretato nella città,che
già itelegrafied ognicomunicazione
col difuori era rotta, che la guarnigione erapronta alla offesa, cheicannoni
edi mortai deiforti erano prontia
vo- mitare la morte, che gli altri sgherri dell’Isola giàRivoluzionedi Sicilia, 8
34 CAPITOLO1
avutol’avviso alla volta di Napoli sin
da
quell’ora correvanoidispacciannuncio
dellatrama
e delleprese misure.Ben
tostoicannonisitualisulpianodellama-
rina,in linea rettaall’entrata principaledella chiesa,cominciavano
acolpi dimitragliaad
atterrarneleporte.Le
milizieeglisbirri,digià avidi disangue
e di sac- cheggio,ne
varcavano con ardirelasoglia;ma
acolpi difuoconel santuariodella religioneedella libertàliaccoglievano
quaranta
valorosi,animatida
quell’amor santodi patriachesuscita all’eroismo;quaranta
petti italianisioffrivano lorobarrierainsormontabile,qua- rantacuori italianisfidavanol’impetodegli assalitori;e secederefu
d’uopo
allapreponderanza
delnumero, pure palmo
apalmo
fuabbandonato
il terreno, e sui cadaveri di molte vittime dovettero calpestare quei mostri.Ipiùfuronopresiedincatenali,glialtrisi ri- fugiarono, chi nelle sepolturee chiperle
tegole;da ambo
lepartinon
pochi imorti,molloiferiti.Iprigio- nieri,chesisuppone
esserestati tredici, inunione
a trentafrati,anch’essiincatenali,ad
ognipassovilmente insultatitrascinavanoglisgherri nelleorrendesegrete.Nei
magazzeni
e nellachiesanon
moltifuciliemuni-
zioniedun cannone
di legno fasciato diferrofurono rinvenuti. Ogni cosa èmessa
a soqquadro. I soldati vittoriosicominciano
l’opera disaccoe difuoco,dira- pinae di morte.Nulla sfuggeall’aviditàloro,quanto
dai soldati di Attila fuun
giornorispettato,oggiquesti cristiani,soldatid’unrechesivantacristianissimo,co-mandati da
chisi diceil sostegnoeil baluardo della chiesadiCristo,oggiquestiempi sommergono.
Ditutto capaci,non
altrimenti che soldati del contestabile diBorboné
sicontengono,ostieconsacrategettatealsuolo e calpestateonde
disputarsiivasi preziosi,lecrocid’ar- gento spezzateacolpi di sciabola,isacriarredi laceratiDigitizedbyGoogl
STORIADELLA RIVOLUZIONEDISICILIA 35 abrani e litigati
, gli altari servonodibanchettoalle loro orgie,sgabelloalle vergini violateestuprateepoi sgozzate; tutto èpredato,distrutto,
infamemente
vilipeso in quel luogo sacroaibarbaristessi.La mente ripugna
all’idea d’unsimile trionfo,ilsangue
nellevene
siag- ghiaccia, l’irae losdegno
suscitano ognicuorcivilea
maledireea vendicare.Intantoil
rumore
delle artiglierie e dimoschettiaveva
destala la città, molti eranocorsi allearmi,quando
leregietruppe
mossero
contro di loro,e dalsobborgo dettoiPorrazzisinoa
portaS.Antonino
fuimpegnata
la zuffa. Il fuocodurò
alcune ore;ma
la soldatesca crescevaed
ilpopolo,cessaloilfuoco,sidileguava.Un
gridoallora
tuonò
pelladesertacittà,un
gridochealle orecchiedei cittadinisuonò
parola maledetta; equesto grido eraun
evviva a Francesco II, almonarca amo-
rosissimo, al padre del suo popolo!E
questo grido usciadalle fauci dellesoldatesche,chetintedelfraternosangue
ritornavanovittorioseaiquartieri,applaudendo
allaoscenavittoria.Ahimè!
che coloroeranopur
Italiani,figlid’una
stessa terra!Questofuil
primo
trionfo,o per megliodire l’ultimo deglisgherri del Borbone.La
storianon mancherà
di registrarlo,argomento
agliuomini
di ognitempo
e d’ogni partito di eterno orrore, esempio solennediquanto
possa inferocire la rabbiadella tirannide nei brevigiorni delsuotrionfo.Da una
parte all’altrafurono mortieferiti; enon
pochi furonoquelliche cadutinellemani
deicannibalicaddero
fucilali,osepoltinelbujod’una
prigione.Ica- daveridei martiri posti sudiun
carrofecero orribile spettacoloallaatterrita città; tacitoma
eloquente avver-timento
allainorridita einerme
popolazione.E
questoCAPITO! 0I
5G
fuil
primo sangue
che lavardoveva laterra diSicilia eribattezzarla nelnome
delDio delle battaglie e della libertà! Inquestomedesimo
giornoletruppe delpa- ternosovrano saccheggiavano grannumero
dicaseper violenza di quellearmi
chepur
eranoalla custodia dellesostanzedeiprivali,nòvergognar no emulia’van- dalicontaminar
d’ogni crimine la vincente bandiera.Intoltoquel giornofusqualloree silenzio di sepolcro:
lepubblicheviedeserte, inegozi sprangali,lefinestre fermate; esetaluno necessitava condursi
da un
luogo all’altroguardingo ed evitando ogni incontrocollepat- tuglieche percorrevano per ogni dovela cittàpericola la vitamentre
lechiese stesse erano chiuseall’ufficio divinoelecampane non chiamavano
piùifedeli alla preghiera.Maniscalco eranelsuo elemento, lo squallore e la
morte
locircondavano;ebbe
a cento a centoprigionieri incatene e persino labadessa ed ilcappellanodella badiadelMonte,
fuori della porlaMacqueda
rei di avere inavvertitamente suonate lecampane,
delittodi -lesamaestà
inquel giornoterribile.CAPITOLO IL
Nuovi tormentienuovotormentati.
—
Organizzazionedellarivolta.—
Pati- bolietorture.—
Insidieborboniche,-rLaPasqua 18GO.—
Cariai.—
Ipreti diSicilia. ,
Il trono dei Borboni si scossedalle
fondamenta a
similinuove
che 1’ultima sua ora presagivano.Non mutò costume
per questo,ma
anzi postosi ingranmolo
spinse truppeemunizioni a gran furia suipuntipiù
minacciati.Le
guarnigionidiCapua,diNapolie diGaeta
ebbero ordinedi tenersipronteallapartenza;eda Na-
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STORIADEI! AMVOLl’ZIONF. DISIC1I.IA 37 polifuronoimbarcate soldatesche d’ogni
arme
ed’ogni corpo,allaflottafu prescritto di porsi incrocieralungo
la costa dell’Isolaonde
impedire sbarchi dal di fuori, e furonoscrittimemorandum
atuttelecortid’Europa,ed
ilrestessoetuttidi
sua
famigliagareggiavanoneidoni eneglieccitamentialmilitareonde
cattivarseload ogni estremità.Dopo una
conferenza avutacol principedel Cassero, ilprincipe Comilini, l’ex-ministro Cassini, ilcommendatore
Carafaed
ilprincipedi Caslelcicala,que- stipartìprecipitosamente perPalermo
eun
regiode*cretonoihinò a ministrodiSiciliailprincipediComitini, cherifiutòvivamentedi
assumere una
talcarica; lapo- lizia frattantocontinuò rabbiosamente gli arrestiele perquisizionie,moltepersone distintissimeebberoesi- gliodalRegno;
atuttiiprovinciali fuintimatoilritorno alle loro terre, etuttigliindividuiprovenientidi Sicilia furonosorveglialie ben’ anco carcerati,tragli altri ilprincipediNiscemiedil
marchese
Rodini, genero del principedi Casseroche meglioavveduto seppe fuggire dagli artigli dei poliziotti; editribunaliediconsigli di guerranon mancarono
dipronunciare sentenzedimorte edideportazioni,mentre, traglialtri,due
ufficialifu-rono
fucilali.Tuttalacittà fu in
movimento
edinagitazioneitiquellavitadisepolcro:leunichenotiziechesi
avevano
di Siciliaerano quelle pubblicaledalgiornaledelRegno, organo
dellavolontà deltiranno, ilquale cercava na- sconderela verità dei fatti rivestendoli cogli arlifizj usitati dal serenissimogoverno
austriaco.Eccone
orauna
prova:«Dispacci telegrafici diPalermoci annunciano essere stata colàmomentaneamenteturbitalapubblicaquiete.Questa mat- tinaalcunifaziosihannoosato inquellacittàattaccarlatruppa ela forzapubblica,uccidendo quattrosoldatie trecompagoidi
CAPITOLOII
38
arme.Manon guaridopoquestoattentato,lerr.truppesi sono impadronitedelconventodellaGanciadoveisediziosi si erano chiusi.Ne'dintornidelladetta città sono comparse nel tempo stesso dellebande armate,masonostaleimmediamentedistruttte; sicché latranquillità e l’ordine sonostati interamente rista- biliti.»
Pubblichiamoiragguaglipervenuteciincontinuazionede’ di- spacci telegraficichejer l’altrociannunziaronol’attentatocom- messodaalcuni faziosi inPalermocontrolapubblicaquiete.E innanzitratto vienconfermato che1’ordineelatranquillità fu- ronocolàprontamenteristabiliti;echeglisperperatiavanzidelle bandedistrutte checomparveroBe'dintorni della città,erano senza posaincalzatidappertutto,ilche potèforsecagionarealla valorosa truppa nojasoltanto, trattandosi dimasnade che son pronte del pari a dileguarsi alla vista della forza ordinata,e sconfitteraggranellarsiin altri punti.
Quantoall’attentato del 4,noncirimaneadaggiugnere,se nonche l'ardoredellereali troppeinreprimerlofusuperiore ad ognielogio. Unbattaglionedel 6.°reggimentodi linea, al gridoentusiasticodi Viva,ilRe!siimpadronìinpoco d’ora e conslancio irresistibile delconventodellaGancia,nonmenoche de’ ribellichevisi eranofortificati,e delle loroarmi.Lospirito cheanimacolàisoldatiè quale da per ogni dovesimanifesta nel reai esercito enell’armata.
Lacittà diPalermo,solo a tutela de’ suoi pacifici abitanti, fu messain istato d’assedioper ordinedel generale Salzano,co- mandantelearmidellaprovinciaediquellaR.piazza.
Secondoidispacci telegraficidelle3 pom.dioggi,checiper- vengono datutte lealtreprovinciedella Sicilia,tranquillissima ètuttal’Isola,siccome tranquillissimafu lastessa città diPa- lermo,duranteilconflitto,eprima edopodi esso.
Ma
segretecorrispondenze dettero novelladel vero, sicchénel Venerdì SantolastradaToledosiscosseal grido diViva
VittorioEmanuele,
Vivala Sicilia;e lapunta
delle bajonette respinsela calca.Nelmedesimo tempo un proclama
del clandestino CorrierediNapolichiamava
allariscossaanche
ifiglidiMasaniello,colie nobiliparoleche riportiamo:DigitizedbyGoogle