• Non ci sono risultati.

; una madre che cercava di fuggire onde salvare un suo bambino

lat-tante, videselo strapparee uccidere, cpoi

cadde

ella stessa in

un mare

disangue.

Nella nottegliinsortisi

erano

ritirati,

uscendo

dalla via di

Termini

edirigendosiallaBagaria, ove

due

squa-droni diNapolitani, chev’eranodiguarnigione,si rin-chiusero nelle loro

caserme

chiedendo a queidi

Pa-CAPITOLO11

40

lermo un

qualche soccorso,

non

vedendosi

abbastanza

forti

da

resisterea

lunga mano

d’armati,che

combat-tendoalla

maniera

dellespagnuoleguerriglie,appiattali dietro

un

albero

od un

sasso, dietrogli angoli delle case

od

in

cima ad un muro, ad

ognilorocolpodifucile

spegnevano un

nemico,

mentre una

scarica dipelotone

non

poteva abbattere

uno

d’essi.Nel

medesimo tempo

tuttiivillaggidell’agro palermitanoeranoinsorti,

ed una

vocesola

ed

universale echeggiavapeli’

ampio

cer-chiodi

monti

edi collineche circonda

Palermo,

pom-posa coronadi

pomposa

regina.

Ma

il

nerbo

della ri-voluzione siera riconcentrato tra lealture di

Mohte-sarchioe diCorleone, efustabilito

un

governo provvisorio

onde

organizzare potesseleforze delpaesegià libero

,

onde

dirigerepotesseleoperazionieprovvedereai pub-blicibisogni,ed

onde

distenderee propagareil

movi-mento. E prima

azionedìquel

governo

fuil

proclamare

altamente l’annessionedella Sicilia agli Stati del

primo

soldatoitaliano,<fiporsi all’ombradiquelvessillo

che

trionfando

da

Varese

a

Solferino gettò le

fondamenta

dell’indipendenzad’ Italia,ed

un

grido di

entusiasmo

uscidalpetto diquei prodie

magnanimi vedendo

alfine sventolareiltricolore vessillo sullaterra dei loropadri:

e certoche le

ombre magnanime

si

saranno

riscosse allavoce poderosa, eche

avranno

ripiegatoilcaponella polvere

benedicendo

e

cantando Osanna

alialoro prole.

Oh quanto grande

deve esserestato l’effluvio di quell’i-stante!

Qual compiacenza non devono

averprovato quei generosi!

Un’ora

sola di

una

taleesultanza cancella

un

secolo d’abborrita tirannide. Tuttofu ordine, tutto concordia

quelle

masse

d’insorti, chei

documenti fanno

ascendere

da

ventia venticinquemila,

sembrava

agire pell’impulso

d’una

solavolontà;e divisi incorpidi millecirca, coiloro condottieriediloro capi, distendetì*

DìgitizedbyGoogli

ST0B1ADELIAniYOU’ZlOKF.DISICILIA 41 dosiper

guanto

è

ampio

ilgiro di

Palermo

, dalporto allavillapubblica,assediavano i reginella capitale.

E

rupperogliacquedotti,echiusero ogni

comunicazione

colcontado,espessosi

avanzarono

amolestaregli

avam-posti deinemici offrendoairegi

nuovo

pretesto di scagliarsi controildeboleeV innocente,di

nuovo

neisobborghi enelleville

commettendodovunque nuove

rapinee

nuove

uccisioni.ABaidafusaccheggiatoilconvento,e nel con-tiguo spedale civile furono uccisi i

monaci

egli

am-malati rovesciatisottoi loroletti;a

Mezzamonreale fu-rono

saccheggie

fiamme;

alla Favorita,villaregiaa

due

miglia dallacittà,nelluogo

chiamato

pianurade' Colli, furonofucilate; allaspiaggiadelmare,tralaColonnella ela villapubblica,lamitraglia

d’una

fregataa vapore gettòcarneficinaemorte;e net dì

IO

aprile,

due co-lonne

disoldati,

una

giuntaperlavia di

mare,

l’altra perferra,arrivano aMondello,e setteville

cadono

sotto

icolpidelcannone,le villeVerona,Velia, Pareli, Bellia, Perdonaro, edaltre

due

di

minore

importanza; etìon fucasaditjtlelluogoche

non

fossetestimonedi qual-che infamiadei nuovi Vandali;e di

San

Lorenzo, vil-laggiopoco lungi dilà, più

non

restò pietra sopra pietra.

Certamenie

che asimili novellesi apri

ad

infernale giojailcuore dei Maniscalchi, certamente cheairegi crudelissimi, poliziotti e gli agenti di polizia che

erano

algoverno della città, arbitri della vitae delle sostanzedei cittadini,esultarono trail

cupo

edignitoso silenzio di

Palermo —

silenzio dimorte.

Lo

stato d’as^

sedio era rigorosamente osservato.

La

sbirraglia era insultante,minacciosa,ardita;icittadinicupi e medi-tabondichiusi nelleloro case

come

in tanti* sepolcri.

Gli arrestieleperquisizionicontinuavano, lesentenze ediconsigli diguerrasisuccedevano con

una

prodi-CAPITOLOII

42

giosaattività.

Fra

imoltiarrestativi fuil

barone

Riso, il principeGiardinelli,ilcavaliere

San Giovanni,

il

principe Monteleone e l’olivetano Ottavio

Lanza; ed ammanettati come

malfattori,e ricoperti d’ingiurie e strascinati

a

traversoalla cittàfuronotradotti al castello.

Ma quantunque grande

fosse latracotanzadei birripure travedevanonelcontegnodei cittadinie nella concor-diaed

imponenza

degli insorti

un

qualchetristefine;

e di ciò faprovalaquantitàdel regiiimpiegatirifugiati a Napoli,tra iqualiilpresidentedelleconsultedi Si-ciliaprincipediSpaceaforno,

non

chelafugadella fa-migliadelManiscalcoe di altremolteprivate persone, partigianedelgoverno edin

mala

vista delpopolo.

quisolamentesi restringeranno i malidella di-sgraziata

Palermo

;lascarsezza delle vettovaglie

, la

siccitàdellefontane,lecomunicazióni interrotte colle

campagne

minacciavanladialtrepiùfatalisventure;la

fame

e la sete.

Ma

in questostato dicose arrivavano provvigioni

da

Napoli;algoverno arrivavano truppeemunizioni sicché

prender

potessepiù lenaepiùardire.

Non bastando

i

legni delloStato,ilgovernodel resi eraimpadronito di undici vapori mercantili,e caricatoli di munizioni

da

boccae

da

fuoco,d’armati edi

cannoni

glispinsero in Sicilia;mezziefficacialriconquistodei pretesisuoi diritti.

E

si ordinavano trecolonne mobili

comandate da

Salzano,

Wittenbach

eCataldo, generalidelle regie truppe,

onde prendendo da

piùIati il

nemico

poterlo ridurre agli estremi;e fusuggeritodi offrire agli in-sorti lapace,

promettendo

loroconcessioni d’ogni ge-neree liberoregime.

Ma

controtuttiquesti decreti

ed

ordinamenti v’era lavolontà dell’uomo edildecretodiDio. Sì, la rivolu-zione

non

erapiù parziale,

ma

sidistendeva dal

Faro

DigitizedbyGoogle

STORIADELLA RIVOLUZIONEDI SICILIA 43 alLilibeo

,dal capo Passero a

Santa

Rosalia;sicché

niuna

forzapotevasoffocarla,ed ancorchésiavesse po-tutorinserrarela Siciliaentro

un

cerchio diferro

,il

cherubino chegià difese eBetuliaeGerosolima teneva

snudata

la

spada

a suadifesa. Sì, appieno si cono-scevadiqual valore sianole

promesse

fatte

da

casadi Borbone,

quanto fondamento

fardovevasi diquelle; e la

memoria

del

45 maggio 4848

e del

bombardamento

diMessina era

ognora

nellementi;sicché altro

da

lui

non

era lecito sperare che agguati o tradimenti,che esilioo

morte

,

ed

ilconfidareinluieralostessoche invidiarelasorte dei

Carmagnola

e deiCarrara.

La

rivoluzione si era distesa pertutta Sicilia: più

non

restavano integreal

Borbone

diNapoliche

Paler-mo

, Messina eCatania;in tutt’altraterradell’Isola sventolavalacrociatabandiera. Ciocchési disse dello statodi

Palermo

anteriormenteallasollevazionepuossi applicareatutta

quanta

laterra deiProcida: squallore e persecuzione, congiuree patiboli.IlgiornodiPasqua,

8

aprile

4860,

giornodieterna esolenne

memoria a

tuttiquanti

nacquero

e

nasceranno

sulla terra dell’Etna, giornodimistica redenzione, quel giorno

appunto, da Messina

a Siracusa, e

da

Siracusa

a

Marsala,

suonò

la

campana

dellaredenzione.

Ma

ahiI

quanto sangue

e

quante

lagrime,

quante

devastazionie

quante

rapine,

non doveano

pagare ilsantoriscatto!

A

Messina,dove

come

intutte lealtre città(chegià levisceredeli’Isola

erano

in

fiamme)

agivasi di con-certocolgoverno provvisoriodiCorleone,ildettogiorno di

Pasqua

fu

impegnata

fiera zuffatrapopolieregi; i

fratellisgozzavanoifratelli,il

sangue

deimartirisi con-fuse con quello dei carnefici;

ma

segreti

mandati

del comitato rivoluzionale

avevano

predicata prudenza,

sic-ché

latranquillitàsiristabilì.Ilgenerale Russo,

coman-44 CAPITOLO H

dantelapiazza,aveva

promesso

il

bombardamento

ove piùpersistessero queicittadini

a

molestareletruppe, siaconscaricarleaddossofucilatesincollanciarle dalle finestremobili e sassi,e nel

medesimo tempo

aveva

promulgato

lostato d’assedio, econcentratelesueforze neiforti,efacevacaricare icannoni edimortai ed ap-puntavali versolacittà,ed ordinava atuttiibastimenti cheeranonelportodi

sgombrare immantinentemente,

lochefu eseguilo tranne

da un

bastimento diguerra inglese; egiornoe nottefacevapercorrerelevie

da

nu-merose

pattuglie; tuttoquesto

mentre da

altro lato la polizia riempiva d’infelici la prigione edilcastello,

mentre una

continua emigrazionedi cittadini,siaper