cadaveri di molte vittime dovettero calpestare quei mostri.Ipiùfuronopresiedincatenali,glialtrisi ri-fugiarono, chi nelle sepolturee chi
perle
tegole;da ambo
lepartinon
pochi imorti,molloiferiti.I prigio-nieri,chesisuppone
esserestati tredici, inunione
a trentafrati,anch’essiincatenali,ad
ognipassovilmente insultatitrascinavanoglisgherri nelleorrendesegrete.Nei
magazzeni
e nellachiesanon
moltifucilie muni-zioniedun cannone
di legno fasciato diferrofurono rinvenuti. Ogni cosa èmessa
a soqquadro. I soldati vittoriosicominciano
l’opera disaccoe difuoco,di ra-pinae di morte.Nulla sfuggeall’aviditàloro,quanto
dai soldati di Attila fuun
giornorispettato,oggiquesti cristiani,soldatid’unrechesivantacristianissimo,co-mandati da
chisi diceil sostegnoeil baluardo della chiesadiCristo,oggiquestiempi sommergono.
Ditutto capaci,non
altrimenti che soldati del contestabile diBorboné
sicontengono,ostieconsacrategettatealsuolo e calpestateonde
disputarsiivasi preziosi,lecroci d’ar-gento spezzateacolpi di sciabola,isacriarredi laceratiDigitizedbyGoogl
STORIADELLA RIVOLUZIONEDISICILIA 35 abrani e litigati
, gli altari servonodibanchettoalle loro orgie,sgabelloalle vergini violateestuprateepoi sgozzate; tutto èpredato,distrutto,
infamemente
vilipeso in quel luogo sacroaibarbaristessi.La mente ripugna
all’idea d’unsimile trionfo,ilsangue
nellevene
si ag-ghiaccia, l’irae losdegno
suscitano ognicuorcivilea
maledireea vendicare.Intantoil
rumore
delle artiglierie e dimoschettiaveva
destala la città, molti eranocorsi allearmi,quando
leregietruppe
mossero
contro di loro,e dalsobborgo dettoiPorrazzisinoa
portaS.Antonino
fuimpegnata
la zuffa. Il fuocodurò
alcune ore;ma
la soldatesca crescevaed
ilpopolo,cessaloilfuoco,sidileguava.Un
gridoallora
tuonò
pelladesertacittà,un
gridochealle orecchiedei cittadinisuonò
parola maledetta; equesto grido eraun
evviva a Francesco II, almonarca
amo-rosissimo, al padre del suo popolo!E
questo grido usciadalle fauci dellesoldatesche,chetintedelfraternosangue
ritornavanovittorioseaiquartieri,applaudendo
allaoscenavittoria.Ahimè!
che coloroeranopur
Italiani,figlid’una
stessa terra!Questofuil
primo
trionfo,o per megliodire l’ultimo deglisgherri del Borbone.La
storianon mancherà
di registrarlo,argomento
agliuomini
di ognitempo
e d’ogni partito di eterno orrore, esempio solennediquanto
possa inferocire la rabbiadella tirannide nei brevigiorni delsuotrionfo.Da una
parte all’altrafurono mortieferiti; enon
pochi furonoquelliche cadutinellemani
deicannibalicaddero
fucilali,osepoltinelbujod’una
prigione.I ca-daveridei martiri posti sudiun
carrofecero orribile spettacoloallaatterrita città; tacitoma
eloquenteavver-timento
allainorridita einerme
popolazione.E
questoCAPITO! 0I
5G
fuil
primo sangue
che lavardoveva laterra diSicilia eribattezzarla nelnome
delDio delle battaglie e della libertà! Inquestomedesimo
giornoletruppe del pa-ternosovrano saccheggiavano grannumero
dicaseper violenza di quellearmi
chepur
eranoalla custodia dellesostanzedeiprivali,nòvergognar no emuli a’van-dalicontaminar
d’ogni crimine la vincente bandiera.Intoltoquel giornofusqualloree silenzio di sepolcro:
lepubblicheviedeserte, inegozi sprangali,lefinestre fermate; esetaluno necessitava condursi
da un
luogo all’altroguardingo ed evitando ogni incontrocolle pat-tuglieche percorrevano per ogni dovela cittàpericola la vitamentre
lechiese stesse erano chiuseall’ufficio divinoelecampane non chiamavano
piùifedeli alla preghiera.Maniscalco eranelsuo elemento, lo squallore e la
morte
locircondavano;ebbe
a cento a centoprigionieri incatene e persino labadessa ed ilcappellanodella badiadelMonte,
fuori della porlaMacqueda
rei di avere inavvertitamente suonate lecampane,
delittodi -lesamaestà
inquel giornoterribile.CAPITOLO IL
Nuovi tormentienuovotormentati.
—
Organizzazionedellarivolta.—
Pati-bolietorture.—
Insidieborboniche,-rLaPasqua 18GO.—
Cariai.—
Ipreti diSicilia. ,
Il trono dei Borboni si scossedalle
fondamenta a
similinuove
che 1’ultima sua ora presagivano.Non mutò costume
per questo,ma
anzi postosi ingranmolo
spinse truppeemunizioni a gran furia suipuntipiù
minacciati.Le
guarnigionidiCapua,diNapolie diGaeta
ebbero ordinedi tenersipronteallapartenza;eda
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STORIADEI! AMVOLl’ZIONF. DISIC1I.IA 37 polifuronoimbarcate soldatesche d’ogni
arme
ed’ogni corpo,allaflottafu prescritto di porsi incrocieralungo
la costa dell’Isolaonde
impedire sbarchi dal di fuori, e furonoscrittimemorandum
atuttelecortid’Europa,ed
ilrestessoetuttidi
sua
famigliagareggiavanoneidoni eneglieccitamentialmilitareonde
cattivarseload ogni estremità.Dopo una
conferenza avutacol principedel Cassero, ilprincipe Comilini, l’ex-ministro Cassini, ilcommendatore
Carafaed
ilprincipedi Caslelcicala, que-stipartìprecipitosamente perPalermo
eun
regiode*cretonoihinò a ministrodiSiciliailprincipediComitini, cherifiutòvivamentedi
assumere una
talcarica; la po-lizia frattantocontinuò rabbiosamente gli arrestiele perquisizionie,moltepersone distintissimeebbero esi-gliodalRegno;
atuttiiprovinciali fuintimatoilritorno alle loro terre, etuttigliindividuiprovenientidi Sicilia furonosorveglialie ben’ anco carcerati,tragli altri ilprincipediNiscemiedil
marchese
Rodini, genero del principedi Casseroche meglioavveduto seppe fuggire dagli artigli dei poliziotti; editribunaliediconsigli di guerranon mancarono
dipronunciare sentenzedimorte edideportazioni,mentre, traglialtri,due
ufficialifu-rono
fucilali.Tuttalacittà fu in
movimento
edinagitazioneitiquellavitadisepolcro:leunichenotiziechesi
avevano
di Siciliaerano quelle pubblicaledalgiornaledelRegno, organo
dellavolontà deltiranno, ilquale cercava na-sconderela verità dei fatti rivestendoli cogli arlifizj usitati dal serenissimogoverno
austriaco.Eccone
orauna
prova:«Dispacci telegrafici diPalermoci annunciano essere stata colàmomentaneamenteturbitalapubblicaquiete.Questa mat-tinaalcunifaziosihannoosato inquellacittàattaccarlatruppa ela forzapubblica,uccidendo quattrosoldatie trecompagoidi
CAPITOLOII
38
arme.Manon guaridopoquestoattentato,lerr.truppesi sono impadronitedelconventodellaGanciadoveisediziosi si erano chiusi.Ne'dintornidelladetta città sono comparse nel tempo stesso dellebande armate,masonostaleimmediamentedistruttte; sicché latranquillità e l’ordine sonostati interamente rista-biliti.»
Pubblichiamoiragguaglipervenuteciincontinuazionede’ di-spacci telegraficichejer l’altrociannunziaronol’attentato com-messodaalcuni faziosi inPalermocontrolapubblicaquiete.E innanzitratto vienconfermato che1’ordineelatranquillità fu-ronocolàprontamenteristabiliti;echeglisperperatiavanzidelle bandedistrutte checomparveroBe'dintorni della città,erano senza posaincalzatidappertutto,ilche potèforsecagionarealla valorosa truppa nojasoltanto, trattandosi dimasnade che son pronte del pari a dileguarsi alla vista della forza ordinata,e sconfitteraggranellarsiin altri punti.
Quantoall’attentato del 4,noncirimaneadaggiugnere,se nonche l'ardoredellereali troppeinreprimerlofusuperiore ad ognielogio. Unbattaglionedel 6.°reggimentodi linea, al gridoentusiasticodi Viva,ilRe!siimpadronìinpoco d’ora e conslancio irresistibile delconventodellaGancia,nonmenoche de’ ribellichevisi eranofortificati,e delle loroarmi.Lospirito cheanimacolàisoldatiè quale da per ogni dovesimanifesta nel reai esercito enell’armata.
Lacittà diPalermo,solo a tutela de’ suoi pacifici abitanti, fu messain istato d’assedioper ordinedel generale Salzano, co-mandantelearmidellaprovinciaediquellaR.piazza.
Secondoidispacci telegraficidelle3 pom.dioggi,checi per-vengono datutte lealtreprovinciedella Sicilia,tranquillissima ètuttal’Isola,siccome tranquillissimafu lastessa città di Pa-lermo,duranteilconflitto,eprima edopodi esso.
Ma
segretecorrispondenze dettero novelladel vero, sicchénel Venerdì SantolastradaToledosiscosseal grido diViva
VittorioEmanuele,
Vivala Sicilia;e lapunta
delle bajonette respinsela calca.Nelmedesimo tempo un proclama
del clandestino CorrierediNapolichiamava
allariscossaanche
ifiglidiMasaniello,colie nobiliparoleche riportiamo:DigitizedbyGoogle
STORIADELI,ARIVOLUZIONEDISICILIA 39
«Napoletani!
«Almomento che ilreVittorio Emanuele pronunciavanel parlamento solenni parolesulpresentee sull’avvenire dell'Italia, ivalorosi fratellidiSiciliascosseroilvergognoso giogo che da grantempociopprimeeciumilia. L'iniziativa nelmovimento fu ardita, elalottagigantesca.La bandiera d’ Italiasventolava sullebarricatedell’invittaPalermo,eivilissimisgherridel Ma-niscalchifuggirono da codardi.11 governonon mancò, nè man-cheràcerto di chiamarfaziosigl’insorti,ediresommessala Si-cilia. Questeartison vecchieabbastanza,enon meritanofede, ricordando cheal1848 anche pochifurondetti colorochepoi costrinseroreFerdinando ad offrirefranchigiee statuto.
«Lalottacontinua,eitrionfio le sconfitte parzialinon
isce-mano
l’imponenzadell’evento.—
Orl’oranostraèvenuta:orl’indifferenza è fratricidio,l’inerzia tradimento, e il concorso asgominareil governoèilmaggiordovere checicorrainquesti momentisupremi.»
Ilgiorno seguente
a
quellodicuiabbiamo
raccontatoinefandi avvenimenti la cittàdi
Palermo
fuspauritanuovamente
dalrimbombo
deicannoni
che investivano lecascinediFumo
ediMantegna,
nelsobborgodi Por-razzi;ividigran mattinosierano portate lemilizie,e trovatolovuotoedesertosi posero a saccheggiarne le case,poiad
appiccarviilfuocoed a scatenarsi su coloro chev*eranorimasti, ea uccidere ea
farneun
orribile macello. Ivi furono vecchi calpestati, fanciulli infilati nellebajonette,donne
nelleproprie case orribilmente uccise,dopo
aver serviteleoscenevoglie;