• Non ci sono risultati.

SUL MODO DI STAGIONARE I LEGNAMI MEMORIA LETTA ALLA I. E R... Carlo Filippo Aldrovandi. Mariscotti. Digitized by Google

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "SUL MODO DI STAGIONARE I LEGNAMI MEMORIA LETTA ALLA I. E R... Carlo Filippo Aldrovandi. Mariscotti. Digitized by Google"

Copied!
19
0
0

Testo completo

(1)

SUL MODO DI

STAGIONARE

I

LEGNAMI

MEMORIA LETTA ALLA I. E R...

Carlo Filippo Aldrovandi Mariscotti

DigitizedbyGoogle

(2)

SUL MODO

DI STAGIONARE

I

LEGNAMI

MEMORIA

LETTA ALLA

I.ER.

SOCIETÀ FIORENTINA

DEI GEORGOFILI

NELLA SUA

ADUNANZA

DEI6.

MARZO

181T.

DAL CONTE

CARLO FILIPPO ALDROVANDl MARISCOTTI

PRESIDENTEALLAPONTIFICIAACCADEMIA DI BELLE ARTIDIBOLOGNA

'

DALLA

FIRENZE

TIPOGRAFIA MARENIGH

1817

(3)

DigitizedbyGoogle

(4)

I

f »

E

generale opinione, che la

Luna

inassaissime cose influisca:

ma ognun

vede quanto dal solo significato di una parola, assurdo sia il dedurre una conseguenza. Egli è quindi temerario eridi- colopensamentoquellod'incolpare loscemardella

Luna

del diminuimento della tela inquelmentre tagliata,del

non

ricrescimento dei capelli, e dì molte altre cose simili,che ingiustamente all'in-

nocente pianeta si attribuiscono.

Non

pochi sono perciò di parere, chepervirtù delle vociscemai e, e crescere, le quali non altro esprimono se

non

se le diverse fasi in cui si mostrala

Luna,

tutte le altre cose,che

hanno

qualche elasticità per ca- gionedi vita,odi costruzione

debbano

crescere,o scemare. Questo

non

è Terrore, che principal- mente mi fò a combattere;

ma

siccome daquello dipendel'altro, di cui imprendo a parlare, cosi fa di mestiere che quello in prima mi sforzi a di- struggere. Tutti i contadini sono ostinatia crede- re, che la

Luna

influisca assai sulle operazioni

DigitizedbyGoogle

(5)

4

dell'Agricoltura;parlanodicontinuo delloscema- re,e del crescere di untal pianeta

come

di cosa importantissima; e non si avvedono, che mentre stimanodi direuna gran cosa, non ne diconoal-

cuna, e ciòperchè vogliono entrareinmaterie che non conoscono, e <:he loro non è dato d'inten- dere.

Uomini

più dotti ed istruiti sapendo, che loscemare, ed ilcrescere della

Luna

dipende dal rifletterquellapiù o

meno

luce,edinconseguenza maggiore o minor calore eccitarsu la terra, sag- giamente opinano che più

o meno

vita risvegli.

Eglino stabilisconochetra losremare edil crescer della

Luna

vi sono circa dieci giorni didistanza;

e quindideterminanoleparole diverseconle quali variilempi distinguersidebbano; talchéalla

Luna

scema di Agosto si viene ad esprimere un tempo diverso da quellodella

Luna

crescente del medesi-

mo

mese. Virgilio

non

parla di

Lune,

parla di SegnidelloZodiacoper assegnarleepoche dell'an-

no

nellequali piùconvengonoleoperazioni agra- rie; epoche che dimostrano le Stagioni, che in quattro parti quello dividono.

E

qui parmi, che nel parlare delleStagioni vi sia

un

errore,perchè s'intendonocominciaredagli Equinozii, e dai Sol- sti/ii,

quando

questi quattro punti sono da consi- derarsi

come

posti nelmezzo, e nonnel principio di dette Stagioni.

Adì

18,o ip. diFebbrajocirca co- mincia veramentelaPrimavera;a dì 22. di

Maggio

la Estate; adì a3. di Agostol'Autunno;a dì 22. di

Novembre

V inverno; e certamente sul finir di

(6)

5 Febbrajo, il freddo nei climi temperati

non

in*

comoda

, e le piante sono fiorite; nel

Giugno

la

messe si raccoglie;ed al terminardi

Novembre

il

freddo comincia afarsi gagliardamentesentire.Fin quidegli errori:entro adessoinmateria.

Il

modo

di preparare i legnami, perchèagli usi ed ai comodi della vita sieno opportuni, e

non

accada ildispiacevole accidente, che costrutto

un

armadio, un cassettone,

un

uscio, una imposta,

si veggano accartocciarsi, fendersi, ed intarlarsi, sarà il soggetto della mia

Memoria,

nella quale dimostrerò la inutilità dei metodi, dei quali si è fatto uso fin ora per evitare inconvenienti di tal sorte.

Anco

nel tagliare illegname molti visono, che allo scemare, ed al crescere della

Luna

cre-

dono

assai;

ma

siccome questa opinione

non

di- pende se

non

se da un giuoco di parole, e

non

ha alcuna influenza sulle leggifìsiche,è inutileche ione facciamenzione.Moltihannoinusodi lascia- re il legname,

dopo

averlo tagliato, esposto a tulle le intemperie delle stagioni, al sole, alla pioggia, ai venti, ed al gelo; credonodi stagio- narloin tal guisa;es'immaginanodirenderlocosì inaccessibile a qualunque cambiamento, suppo-

nendo

stoltamente che ai legnami possa accader quello che avviene agli

Uomini

, i quali in gio- ventù accostumatisi al caldo,ed al freddo robusti divengono assai. Coloro i quali fattamente opi-

nano

non riflettono,che degl'Uomini ciòsi vede accadere mentre sonvivi; e chei legnami tagliati

(7)

6

soncorpi morti,iquali

non

sono più in isfato di assuefarsialle varia/ioni delle intemperie, sebbene per lungotratto di tempo a quellesi lascinoespo-

sti. Chi nato nel mezzo-giorno

può

accostumarsi al clima del nord,chi natonelnord può almezzo- giornoadattarsi: e l'uno e l'altro o presto perisco- no, olungamentevivono,edivengono inquest'ul- timocaso forti e robusti. Egualmente ciòaccade alle piante vive, giovani trapiantatedauno inun altro din.a, le quali, se nel

nuovo

sul principio resistono, lungamente vegete vi si consei-vano. Il

tenere mollianni un legno tagliato in

un

magaz- zinocrcdesi,che basti per renderlo perfettamente stagionato;

ma

l'esperienza mi ha dimostrato, che ciò a nulla giova. Nelle mie case essendo stato tolloun abeto posto già in opera 5o. anniprima

come

trave sotto ad un tetto benissimo coperto da un mattonato; e ridotto questo abeto intante assi,

dopo

pochi giorni si accartocciarono, e scre- polarono, talché si vide allora che il

tempo

non aveva quella trave in alcun

modo

stagionata.

credutoche fosse stata tagliata in

tempo

noncon- veniente;

ma

non ne fui.persuaso, giacché quan- tunquesappia che mollo gioviil tagliare ilegnami nel Solstiziod'Inverno, pure non credo checiò sia assolutamente necessario; e non mi sarà quindi difficileildimostrarlo.Moltialtri,

come

me,

hanno

provato a togliere il legname da vecchie fabbriche per lavorarlo,

ma

tostosi sonoavveduti, che untal procedere a nulla giova per renderlo più atto ai

(8)

7 lavori ai quali si vuol destinare. Per poter bene intendere

come

i legnami abbiano da esser pre- parati perservirsene,bisogna principiare dallosta- bilire in qualgrado

debbano

essere nel

momento,

che sivogliono porre in opera.

Perchè il legname non possa più crescere nè scemare non basta, che sia assolutamente secco ( nel quale statosarebbe privo delliquidoacquoso che nel fermentare sviluppa il calorico necessario a farnascere leuovadegl'insettiividepostedall'a*

ria);

ma

conviene che sia così compatto da

non

lasciare alcun* interstizioove laumidità possa pe- netrare. Nella estatei legnami che sonoimbevuti di qualche pocadiumiditàsidilatano,edil calore della stagione disseccandoli, si ristringono neces- sariamente, e se

non

hanno giuoco entro i canali ovesuncommessiscrepolano;motivoper cuiipa- vimenti di legno ed i mobili scoppiano improv- visamente con assai fracasso. Bisogna

dunque

tro- vare un

modo,

per cui i legnamiuna volta disec- cati non possano di nuovo assorbire la umidità.

Fino ad ora gl'arteficisi son contentati di avere

il legname facile a lavorarsi, il che accade sem- pre

quando

sia ben secco;

ma

ciò

non

contenta chi ha ordinato il lavoro, poiché

dopo

averavuto

un

mobiledell'ultima lindura, e finimento glidi- spiaceassai, al cambiardella stagione,di trovarlo

sommamente

danneggiato.Se il mobilesiriceve in autunnorincrescenon pocodivedereletavolegon- fare, itelaii chele contornano uscire dalle

com-

(9)

mettituredegli angoli;e, sericevuto in primavera.

vederlo nella estate screpolare. Ciò accade perchè nel1' inverno riempiendosi .i legnami di umidità crescono oltre misura; e nell'estate perdendotutta la umidità assorbita dalla siccità dell'aria, ed il

legname diminuendo di mole, se può staccarsi dallecommettiture,sivedonofessure fraun pezzo, el'altro; e se non può staccarsi per esser tratte-

nuto da chiodi di ferro, o di legno, od anche

-xlalla sola colla tedesca nelle commettiture

me-

desime, all'improvviso scoppia, e sivedono nella estate disgustose screpolature, che nell'inverno riunite si trasformano inmostruose gonfiezze.Per provvedere a tali ingratissimi efFetti suppongono alcuni, che basti il tagliare i legnami nelle cre- dule convenienti lune, e certamente quelle,che corrispondono al «olstizio d:inverno sono le mi-

gliori, perchèallora la umidità non circola negli alberi;

ma

questo però non è sufficiente,essendo quel tempo opportunissimo por trapiantarli, e non già per ridurli in istalo di servire agli usi dei le- gnaiuoli.Vitruvio insegna una regola per tagliare

i legnami, che èadottatada molti;esebbene non

sia spregievole,pure nonriesceassolutamenteper-

iiIla. Egli vuole chegli alberisi taglinoorizzon- talmente permetà nell'inverno,cioè quando

hanno

sospesa la circolazione degli umori, o

come

suol dirsi, quando son fermi: il che avviene appunto nel solstizio d;inverno: e soggiunge quindi che

si lascino così attaccati al piede finché tutta la

(10)

\9

umidità non nesiauscita,che èquantodire finché più non gemano, lo crederei che fosse meglio ta- gliarli affatto,esostenerquesti alberiritticon oppor- tuni puntelli,perchè neho veduto unotagliatoper metà,

come

insegnaVitruvio,e lasciato in talgui- sa per un

anno

intiero, germogliar di

nuovo

a

suo tempo. Cosi operandosi è dimostrato dalfatto, che le piante si rasciugano totalmente; e che i

legnami bianchiprivi in tal guisa della umidità,o che scorreva per i loro canali,riescono bianchis- simi,forseperchè quella linfa, che circolava per le accennate pianteconteneva unapartecolorante, che si depositava sul legno,

non

bene asciutto.

Resulta quindi una gran differenza tra i legnami bianchi chiamati dolci, e gli scuri chiamati for- ti; e questa differenza era nota ancora ai tempi di Vitruvio.

Non

istaròqui afarnemenzione,

non

essendo su questo punto il

Romano

Architettoin- telligibile, ed appoggiando egti le sue ragioni a principi! assolutamente falsi; nè altramente pote- vanoesserloaisuoitempi,nei qualilaFisico-Chimi- ca

non

era

come

aigiorni nostri conosciuta. )

Certoè che tra i legnami bianchi, ed i forti \i è

una

gran differenza, perchè mentre la quercia

si pone nell'acqua e non sj altera, tutti i legni bianchi al contrario posti egualmente nell'acqua o anche solamente inumiditi, si contorcono, e si

accartocciano.Il noce però soffremoltoall'umido, ed all'arido; e cresce,e cala dimole. Queste va- rietà che

non

hanno fino .ad ora appoggisicuri,

(11)

IO

meriterebbero moltissime esperienze, e

non

è an- che ben chiaro con qual metodo siano esse

da

tentarsi. Il

modo

insegnatoci da Vitruvio non è così sicuro

come

alcuno crede: egli è benvero, die l'albero tagliato conle regolech'eiprescrive, si privadellaumidità,che contenevanoisuoitubi,

ma

èaltresìindubitatoche perduta questa umiditài

tubisiriempionotosto diaria, chegliobbligaasta- recontinuamenteaperti, e quasi nellaistessaforma di

quando

eranoripieni dilinfa.

Ognuno

saquanto

l'aria sia bibola dell'acqua, e per conseguenza possono nuovamente riempirsi di umidità quei tubi o canali, che si erano alcun poco ristretti neli'introdurrisi l'aria, ed allora rintenerirsi, al- largarsi, ed il legno apparire sensibilmente dila- tato. Conviene adunque fare in

modo,

che quei tubi si chiudano,esi disecchino affatto,onde

non

siano più permeabili, e che il legno perciò

non

sia più soggettoati alcuna alterazione. Per

mezzo

della distillazione qualunque corpo privato della umidità, e dell'aria, che conteneva, si ristringe quanto sia possibile; e benché resti dimostrato, che i corpi penetrati dal calorico sieno assai di- latati, pure

quando

sono per

mezzo

di quello privati della

umidità^

dell'ariadivengonoristret- tissimi, ed una volta,che i meati siano assoluta-

mente

chiusi, divengono allorai corpiimpenetra- bili dall'acqua, e dall'aria.

Un

budello di ani- mare asciutto fino alla siccità siriunisce in

modo,

che 1acqua, el'aria

non

lopossonopiù penetrare

,

DigitizedbyGoogle

(12)

If secon

somma

diligenza

non

si procura di

ammol-

lirlo con acqua tiepida pura o mista. Molte volte accade,che alcuni ritrovati

un

tempo utilissimi,e di facileesecuzionenon sono oraconosciuti,cheda pochi, poichéperiticoloròaiquali eranonoti,nulla più se ne saa'giorni nostri;econ questoassioma

si vienea spiegare

come

in tempiposteriori

non

si sia potuto riusciread oltener ciò che intempian- teriori siamocerti che si otteneva facilmente.

Le

guerre che

hanno

talvolta distruttenazioni intiere ci

hanno

impedito di saper ciò,che inqueitempi di grandezza presso quellenazioni eranolo ad al- cuni,e forse

comune

a tutti;equestaistessa igno- ranzadellecose altrui

può

a noi esser tramandata anche dalle rivoluzioni, edai cangiamenti di co- stumi. Nulla sappiamo diCartagine, degliantichi Americani,emolto sono oscurelecose degliEtru- sci; male si spiega

come

i

Romani

trasportassero dall'Egittoenormi massidi

marmi

per arricchirRo-

ma

, sebbene

non

vi sia luogo a dubitarne.perchè tuttoraesistono. In Italia destaancora sorpresa co-

me

iviolinali Cremonesiriuscisseronel 1600. a co- struireeccellentistrumenti musicalidi legno;e

come

ainostri giorni adalcuno

non

riesca di costruirne cosìbuoni,benchéricopinoìnostriartefici leslesse misure di quelli eccellenti maestri di Cremona. I

(violinisono verniciatialdifuori,énonaldidentro, talché è da credere che sì sia

«6

fatto per sola eleganza, e nongiàper ottenere,chei* legno con cui sono fabbricati

non

siaalterato dalla umidità,

(13)

12

e dall'aria; e dico dall'ariaperchèqualunquecosa esposta al vento si risecca ed il legno riseccato screpola. I nostri artefici

dopo

esser riusciti a costruire un

buon

violino, in breve diviene asso- lutamente inservibile;

dunque

è facile il persua^

dersi, che li strumenti Cremonesisieno formati di legnami inalterabili,benché noninteramente difesi dalla vernice; e che i nostrimodernisieno alterabi- li, perchè costrutticon legnami non preparatialla foggia degli antichi Cremonesi.

E

non è da dire che li strumenti musicali tanto più sieno buoni quantopiù sieno antichi, perchè

come

ho mostrato di sopra anche il legname antichissimo posto in opera si scorge non esserbene stagionalo. Dai più valenti artefici si contrappone la direzione delle vene del legno, sicontornano le tavole di robu-

sti telaii, acciò non si contorcano;

ma

se laumi- dità può penetrare nel legno quando i telaii per esser bene steccati non si possonodisunire,allora si contorcano, e le tavole, che da quelli sono costrette gonfiano nell'inverno, e screpolano nella eslate. Molti vi sono che coprendo di cera o di vernice tutte le parti visibili dei legnami posti in opera lasciano scoperte quelle, che non si ve- dono, eda queste s'introduce l'umidità ad alterare le operecostrutte con apparente ed elegante per- fezione; e fattamente procede anche per il disotto dei telaii delle finestre, per quello dei ta- volini, e per il di dentro delle cassette, che non inverniciano, nèincerano mai. 11 perchè a

me

pia"

(14)

r5 ce che i pezzi dei miei mobili di légno, prima chevengano commessi,sieno ben ricoperti di olio cottoin tutte leloro parti, di maniera chelaumi- dità non abbia

modo

di penetrare in alcun lato.

Ma

siccome mentre che il legnosi riduce dall'ar- teficepuòessere alteratoavantiche venga il

tempo

d'inoliarlo;sarebbedi gran sodisfazione prima che fosse toccato dalla pialla, e dalle seghe più fini l'aver ridotto il legname inalterabile, al che

ho

ritrovalo molto opportuno il seguente metodo.

Si abbia una stanza non più glande della lun- ghezza delle assi, che si debbono'adoprare,

non

più alta di sei, in sette braccia, dove all'intorno siano conficcati dall'altezza di tre braccia in sd alcuni beccatelli di legno, o di ferro; sia anche

la stanzatraversatada correnti di legno, e meglio da spranghe dell'istesso metallo; si adatti

aduna

delle pareti, epotendo sicollochi nel

mezzo

della stanza,

una

stufa di ferro,aliaqualesi faccia fuo- coper di fuori dellastanza medesima, o se si

può

di sotto;esiapraunpertugiosull'alto della stanza di otto soldicirca,ovverosi levi

un

vetro o due, se sieno piccoli, dalla finestra, che dà lume alla stanza. Così preparato il locale, si abbozzinoroz- zamente ì legni a quella misura all'incirca,che

si richiede per poterli mettere in opera; misura però che sarà sempre maggiore, perchè il legnò nel rasciugarsi molto diminuisce di mole.

Quei

legni dei quali

uno

si vuol servire per formarne piccoleviti, sarà beneche siano primaintonacati,

(15)

v dirò cosi, di cera unita alla pece greca, e tre-

mentina, che in tal guisa i vermi delle viti si

ottengono con più facilità e non si riducono in polvere nello stamparle. I legni

come

sopra roz- zamente abbozzatisidispongono intorno alla stan- za sopra i beccatelli,esoprai travicelli ospran- ghe, avvertendo solo di collocare più vicinoalla stufa quelli, che si credonoi piùasciutti, inqua- lunque tempo o

modo

sian'essi stati tagliati,

ma

gioverà sempreche sianorecisi

come

consiglia

Vi~

truvio, perchè allora non essendo nelle vene dei legni, che pochissima o nessuna umidità,il calore della stufa

non

avrà da discacciare, che Paria contenuta in dette vene, ed allora rimarrannofa- cilmente, e con sollecitudinechiuse affatto eper sempre. Riempita la stanza di tutto quel legna-

me

, che potrà contenere, lasciatoperò

uno

spazio vuotod'intorno alla stufa, ed al suo tubo di

un

braccio almeno, si appiccherà il fuoco alla stufa

*

medesima,

avvertendo però, che per quattordici o quindici giorni

non

s' inalzi il calore a più di quindici gradi, giorno e notte, ed allora

non

tedendo piùuscire alcunvaporedal suddetto per- tugio si accrescaappocoappocoil calore a quanti gradi

uno

voglia, finché il legno siaben ribecca- to,finchénuovi vapori peril caloreaccresciuto

non

escano più dal pertugio,e finché le vene del le-

gname

sienoaffatto schiacciate, e chiuse. Si può vedere lo stato del legname tentandolo con sega;

e

se facilmente si seghi, e se la segatura»

DigitizedbyGoogle

(16)

A

che produce sia perfettamente polverosa, allora sarà riseccato del tutto, siccome del pari lo sarà*

quando, tentato al tornio, si otterrà collo scal- pello piuttostopolvere,chetrucioli. Questo

modo

di stagionare i legnami non è totalmente nuovo:

quei pochi che lo conoscono, Y usanodiversamen- te,econtantaminore esattezzaper cagionedieco- nomia, e per

meno

perdimento di tempo.

Da uno

stipettajohoavuto diversi mobili, traiqualialcuni cassettoni, che

uno

grandissimo conmoltecassette per custodirvi stampe in rame, carte da disegno grandissimed'Inghilterraec.questimobilinonhan- no

dopo

molti anni sofferta la minima alterazio- ne, mentre che qualunque mobile avuto daaltri stipettai è statosoggetto ad ogni specie di varia- zione.

Di

questi principi!si trovano alcunetracce anche tra gli Agricoltori i quali sanno che i le-

gnami,e lematerie vegetabili giammaisialteranoi

quando

sienoespostiad

un

fortegradodicalorico

r

quindi i pali delle vigne che sogliono usarsi di castagno sifanno pure di qualunque legno anche bianco,purchélaparte,chesi fa penetrarenelter-

reno sia incarbonita per

mezzo

della ustione. In questo

modo

il legno sepoltonella terranonèpiù penetrabile dall'umidità dellamedesima,

non

s'in- fradicia, ed il palo, benché di legno dolce, dura molti anni.

Ma

la parola indagine essendo quasi da tutti gliuomini e specialmente dai manifattori abbonita, ne avviene,che molte arti

non

fanno progressi;e questavocediventa solo la base delia

(17)

i6

maggior parte delle maravigliose operazioni dei cerretani, e deisegretisti.

Un

altro

modo

nondel tutto sconosciuto è quello d'intonacarei legni di olii, e di vernici. Nella China quelliche s'inver- niciano sono bendisseccati prima nei forni,

come

da qualche torniajo si usa ancora in Italia; altri-

menti nonsarebberocosì leggieri edinalterabili.

Questo

metodo non

conviene soltanto che sia praticato da ogni legnajuolo, eda ognistipettajo

?

ma

deveessernoto ancoraatutticoloroiqualisono in istato diprovvedersi di mobilidi lusso.

Quando

ciò Sarà fatto

comune,

tutti ivenditoridi legname avranno nei loro magazzini le stufe, che io ho di sopra descritteperridurre i legni atti ad ogni piò delicato lavoro, e potranno allora ottenersi mobili perfetti.

La

pratica, e l'uso insegneranno forse mezzi più facili, e più brevi per ottenere l'intento;

ma

il

metodo

da

me

descritto sarà utile alli artefici,ched'ordinario servendosi delle faci- lità appresedai loro maestri, preferiscono sempre

lepiù brevialle piùsicure, e quelle che obbligano ad un minor perdimentoditempo;é verrà, lospero, accolto con aggradimento da tutti coloro ai quali saràdi necessità il commetter mobili per proprio uso.

(18)

Errore occorso

nella

presente Memoria

III!

Alla pag. il. sisopprima ilperiodo che comincia

~Moltevolteaccade ec.,etermina -chesiotte- neva facilmente; ed

a

quello si sostituisca il seguente:

••

Egli è indubitato che alcuni ritrovati

un tempo

utilissimi, di facile esecuzione, ed universalmente conosciuti, sono oggi affatto perduti; poiché quei pochi ai quali potettero in gualche

modo

esser notidopo, non avendoliadalcuno comunicati

non

ebbero luogo di propagarsi, e rimasero con loro sepolti.

Con

ciò si viene a spiegare

come

in tempi posteriori

non

si sia potutoriuscireadottenerciòf chein tempi anteriori siamo certi chesiotteneva facilmente.

33

(19)

Google

Riferimenti

Documenti correlati

addotto Autore ) sono indecentilfimc^e grandemente pregiudicia li ad ogni forte digentcj pvche.moÙo poche fono quelle , cho non fieno di cofe lalciuc » c di Amori ditone fti .ili

no sempre le migliori di tutte l'altre attesa la quantità degli ossidi di ferro che esso contiene, tirando la paglia più morvida, di collo più svel- to, e meno organata di tutte

Il primo volume corrispon- de per lo più al corso del 1833, e contiene dieci lezioni di prolegomeni intorno alle vicende letterarie della Divina Commedia, allo stato poli- tico

Allorché in questa pianta il gra- no pollineo si é portato sullo stimma , supposto che esso grano non abbia subita nessuna alterazione dipendente dalle vicissitudini atmosferiche

cade , di star così dubbiosi su questa pittu- ra ; imperciocché molti ancora de’ paesani non sanno che significhi. Nè già è un’ obla- zione cittadinesca; ma è gran tempo venne

rotti , e Dott. Antonio Frizzi l’esisten- za de’ primi nostri Vescovi per tre se- coli e più nel Vico- Aventino , detto poscia volgarmente Voghenza^ mi cre- dei , che dimostrata

ftruzione la relazione di tutto , e per ogni grado della sfera , Per altro quando fi abbia , come per noi accade efattamente , la vera eflenfione delle parti fuperficiali della

Allorché mi accorsi di un tal fenomeno io stes- so ne rimasi sorpresa Mi accorsi che, per esem- pio, dalle cortecce dei rami della Noce ricavar poteva un color giallo, un