SULLE TINTE CHE
SI ESTRAGGONO
DALLE
CORTECCE DI
TUTTI QUANTI...
Filippo Bellenghi
DigitizedbyGoogle
'* t
I ì
i *
• i
r % »111 T * '
1
r- ».
DigitizedbyGoogle
ALLA ERUDITISSIMA
SOCIETÀ AGRARIA
D
IREGGIO IN LOMBARDIA.
FILIPPO BELLENGHI DI POR LP,
persone d*alto e penetrante intendimen- to nelle belle Arti e nelle ottime facoltà egre*
giamente
istruite, aduomini
amanti delle altrui felicità più che delle sue io punto non dubito di azzardarmi a dirigere la presentimia
Me-'moria
sulleTinte
naturali che si estraggoùo dal- le cortecce dei legni nostrali ri'Italia. Sempre-' rà forse strano esorprendente, cheuna
sì tenue •mia
produzione vada fregi.ua degli Auspicj del- la rinomatissima ed eruditissima Società Agraria diReggio
inLombardia. immersa
nella folla di tante rilevanti vantaggiosissime scoperte e tee-' rie all'uman
genere, quali presso die ne assor- biscono tutti i pensieri e le cure loro. Casserà tutta volta la maraviglia, se.si rifletterà che^.persone nate al
bene
e decoro de'loro simili sispetta esclusivamente non solo il formare a prò e lustro di essi de'vasti ragionati.disegni, e lo spiégar ferrrto coraggio bastevole per eseguirli - felicemente, attraversod^lle molte difficoltà che
DigitizedbyGoogle
4
non ranno mai
disgiunte dalle straordinarie in- traprese;ma
ancora il non perdergiammai
di vista alcunodiquegli oggetti i quali,comunque
piccioli ih 6e medesimi, divengono
sempre im-
portanti per la pubblica felicità, sviluppati
che
eieno e posti in tutta quella energia di cui so-no
capaci. Gliuomini
illustrichehanno
decorato e decorano la rinomatissima Società Agraria diReggio,
fra quali principalmente il SignorCa-
valiere FilippoRe
Presidente di essa celebrass-imo
per il suoDizionario ragionato, per li suoiElementi
di Agraria, e per tante altre eccel- lentissime sue produzioni scientifiche, il SignorPamperi
eruditissimomembro
di essa, emeri-
tevolissimo Vice-Prefetto di Urbino, s-nza no»minare
tanti altri dottissimiuomini
appartenen-ti ad essa, in vero
mi
spaventanoin questamia
intrapresa;
ma
la gentilee sempre
uniforme cortesia dei Signoricomponenti
cotesta Società Agraria sono forti incitamenti all'animomio
per sopprimere questi timori.Me
avventurato pertanto? se dibuon animo
riceverassi questomio
Opuscolo, il quale se le sideve
pero-
gni riguardo, glielo presento a solo oggetto dipromuovere,
quanto sia possibile,uno
deirami
dieconomia
Italiana molto interessanti al prò*fitto e
comodo
de' privatiegualmente
che alla ricchezza generale di tutte le Città Italiane, le cui Manifatture esigono tinte dispendiosissime.Degninsi intanto. Signori, di accoglierlocoli*usa- ta loroamorevolezza, considerandolo ad
un tem- po
stessocome un
veroattestato di quella stima profondi, con la qualeho il piacere disempre
«sguardarli.
DigitizedbyGoogl
1
V '
5
t.
La
combinazione della localemia
situazio ne ed il caso ha fatto sì, che venissi in cogni- zione potersi estrarre dalle Cortecce di qualsi- vogliaAlberonostrale delle tinteottime, delle tin- te dimoda,
e della tinte le quali puntonon
ismontano, non tingonolemani, le carni, lebian- cherie, enon
iscoloriscono$ delle tinte in fine,che
penetrateo da
oglio o da acidi anchemi-
nerali possono ripulirsi, possono lavarsisema che
punto perdano di loro vivacità, che anzi siripurgano e divengono migliori.
Da
cinque an- ni e più fattomi abitatore diun Eremo
situa- to alla parte orientale della selvaggiaed
altis-sima
Montagna
delCatriaa tutt'altro per profes- sione eraintento,fuorché alle speculazionied al- lo studio di Storia naturale; nulladimeno nelle ore che alla giornatasopravanzavanmi
dalle occupazioni chemi incombevano,
e dal disbri-go
degli affari miei, lungi dall'abbandonarmi
all' ozio ed all'infingardaggine,
mi
sonosempre
procuratoun
divertimento edun
sollievo nella contemplazione della bella natura e nei fisiciesperimenti, che vedeva poter poi
un
giorno riuscire utili e vantaggiosi al pubblico e spe- cialmente alla nostra Italia.Comprendeva ad
evidenza essere infelicissima la vita e quasi somigliante a quella de' bruti, di quegliuomi-
ni, i quali neghittosamente passano in vilevo- xio il
tempo,
sène stanno pigrielenti contandoi giorni e gli anni senza procacciarsi alcuna o- pera degna d*ingegno e senza oprare alcuna sorte di bene.
Quindi
ne avvenne, che credetti di dover in questa vasta solitudine impiegareil
mio
tempo, igiorni miei nell'erudizionemia,6
pel procurare
una
qualche utilità,un
qualchetene
al pubblico.5.
La
stessa localemia
situazionesommini-
stravami dilettevolimezzi
per ciò (afe.Lungi
dairumori
e dalle distrazioni che inevitabili sono agli abitatori delle Città, st-nza avere per Io più con chi conversare, e per usareuna
fra*$e, fattomi abitatoredellaCasa del Silenzio, tut- to quanto il
comodo
aveva di contemplar lanatura.
Mi
trovoadunque
abitatore dell'ermo
selvaggio
Monte
diCatria, alparere dell'erudi- to Boscovich, il più alto fra gliAppennini
d' I- talia,che ha di perpendicolo al livello delMa-
ye Adriaticoun
miglio italiano,quindici miglia di diametro, quarantacinque di circonferenza, a piè diuna
delle di lui più alte rupi, lungida
qualsisia Città dieci miglia,
da
qualsivoglia a- bitazione quattro miglia, con impraticabili, er- te e tortuose strade e piene di pericoli per accedervi.Cingono
questa abitazioneovunque
alpestri e scoscese rupi, la circondano
da
ogni Jato rovinosi pensili scogli ,V ingombrano
fitte Jiante. Apresi inmezzo
ad essa spaziosa valle a sei altissimeeminenze
formata, in cuian-
che nel fitto meriggionon
penetra la lucesenon
con tremulo dubbioso raggionellapiù lieta sta- gione , per lo che il DivinoDante,
eglipure
abitator forzoso di questo luogo, ne'suoi Cantiebbe
a dire:Gente a
cui sifa
notteinnanzi
sera. Quasimai
si scioglie oe'dì i più sereni la densa nebbia,checoi suoi pesanti vapori ri-stagna ed aggrava l'aria .
Sono
i silenzj della notte intorbidali e rotti dagli urli orribili de*Lupi
e dal melanconico gridare de'Gufi e degliDigitizedbyGoogle
Avolioj lordi
e
stomacosi.Quivi non
ispiri placido zeffiretto, che fra le frondied
iramo-
scelli lieto
mormorando
sussurrie
diletti;ma
intorno ai ciglioni chelorecjgnono, soffia furio»
so l'Euro e l'Aquilone per iscuotere con orri»
bile fragore le querce, i cerri
ed
i faggi,e
per riempire l'annosa selva di orrori e di tri»stezza. Per
due
soli mesio
poco più, ne* qua»li esperimentasi la primavera, consolano gl'in»
Docenti Pastori col loro
gfegge
l'alture di que- stoMonte;
poscia dal crudo verno e dallespe*
se ed altissime nevi intimoriti cacciano di
quà
gli armenti, e cedono l'albergo alle fière, alla malinconia, allo spavento. , '
4,
Eppure
inmezzo
a sì orribile soggiorna ritrova il Filosofo il suo piacere,il suo conten- to. Il Catriada
questa Orientai parte tuttoè
rivestito di frondosi alberi di varie specie,
che
sono più di cinquanta, i quali ergono la lo»ro superba e ritta
cima
più che i Cedri del Li-bano;
Alberi attissimi a' lavori di lusso, quali sarebbero il Tasso,V
Agrifoglio, il Tiglio,V Acera
riccia, 1'Olmo
riccio, il Faggio ric-cio ed altri molti di questo genere; Alberi di costruzione in quantità, attissimi a fabri~
car
Navi,
sepur
vi fosse strada praticabile a' carri per trasportarli, lo che facil cosa sa- rebbead
eseguirsi con ispesa tenuissima di poco più di Lire cinque mila,trattandosi di al- largareuna
strada per il solo spazio didna Le- ga
; quale inoltre riuscirebbe vantaggiosissima alle Ditta vicine cheassaisorseggiano di legnada
fuoco: ed altronde invecchiando gli àlbericadono
per il fuigre de' venti,marciscotfi?*e so»DigitizedbyGoogle
8
Do
di niun uso; Alberi in fine vantaggiosissimi alle arti ed alle tinte; Quivi contempla il Fi- losofouna
quantitàimmensa
di semplici raris- simied
ottimi per la medicina, talmenteche
i più illustri Botanici d' Italia si partono
da
lontane regioni per osservarli , raccoglierli
ed
ispezionarli• Si rallegra il Filosofo col vedervicave
di Alabastri bianchissimi e di qualrtà va- rie, col vedervi quantità di Diaspri agatati e rossi, spati fosforici, ossidazioni dirame
e di ferro in quantità grande, col vedervi stalattitie
dentriéi ; ed al rotolar de' macigni e al di- laniar delle rupi veder apparire alla superficie quantità di corni d'Ammone,
de7quali giàne
tcrisse ri celebre Meròati airarticolo:
De
Zapi-dibus
jiguratisMontis
Catrice.Tutto
ciò ral- legra il Filosofo, e nulla più fa conto nè del•cupo silenzio,nè della vastissima etetra solitu- dine
di
questo luogo.5* 1° pure,benché
non
abbia l'ardimento diannoverarmi
fra i Filòsofi attese lemie
scarsis-sime
cognizioni ed i tenuissimi miei talenti, dalla varhétà e dalla bellezza di tutti questi prodotti- dell'ammirabile natura sorpreso,non
faceva che dilettarmi in essa, e
mirando
intempo
d'estate il vago ridenteMonte
decoratoed
adornodi tanta varietàdiAlberi e di Piante, che di colori, di struttura, di frutti e di sughi fra di loro diversificano,meco
stesso diceva:E
perchè tutte queste diverse specie di Alberi
e
di Piante esser nondebbono
utili alle arti,co-me
lo sono i legni oltramontani ed oltrarnari- ni?Quanto
oro ed argentonon
risparmierebbe la nosftaItalia, se ciòfosse, per la provvisioneDigitizedbyGoogle
de'legni forastieri ed indiani
onde
estrarne le tinte? Tolta ad essa sarebbe per questa parte la schiavitù dell'Estero. I legni de* nostriMon-
ti perchè esser
non
possono utiliegualmente ad un
tale oggetto? I legni nostralinon
sono for- coloriti, sugosi, oleosi e resinosi, quanto lo sono i legni indiani che con tanto dispendio sifanno trasportare di là dal
mare? Anzi quando
questi forestieri legni
giungono
a noi, non sonoessi di già diseccati,
non hanno
i loro sughi e- sinaniti, gli ogliaggommati,
i sali evaporatie
quasi direi affatto distrutti?Quando
noi a- ver potessimoapiacimento nostro dei legni ve- geti e verdi, coi loro sughi, coi loro ogli, colle loro resine, coi loro sali in pieno vigoree per- fezione,onde
prevalersi di essi ad oggetto di estrarne le tinte che ci abbisognano, senza al-cuna
spesa, enon
sarebbe questoun
progetto di pubblicaeconomia
e diuna
grande utilità?6.
Tale
era il discorso chemeco
stesso face- va, allorché passeggiando al silenzio dellecupe
valli del Catria meditava sui naturali loro prodotti. Considerava di più, che
anche
i no-stri Italiani Tintori sogliono prevalersi di
un
qualche nostrale arbusto per quindi estrarne le loro tinte,come,
per esempio, della Ginestrella edello Scotano,a fine di estrarneun
color gial-lastro^
che usanole cortecce d-lle radici del- la noce, a fine di ricavarneun
colore oscuro,il quale poi non regge, scolorisce e
smonta. Da
ciò ne
deduceva
che anche gli arbusti nostrali ed i nostri Alberi ottimi riuscir potevano alle tinte.Nè
inconto alcunocomprender
poteva, per- che volersi prevalere delle cortecce della radi-DigitizedbyGoogle
cedella
Noce
per estrarne tìn colore oscuronon
solo con pregiudizio notabile,
ma
ancora col sicuro esterminio diun
Albero cotanto utilee
fruttifero per averne
un
vile ed abietto coloreda
Contadino, enon
usare piuttosto dalla, cor- feccia deirami
senza disvantaggio alcuno della Pianta,Non
som> forse imedesimi
sughi, ime-
desimi ogli quelli che circolano per le radici dell'Albero, e quelli che circolano perlirami ? I sali e le resinenon
sono forselestesse? I su- ghi , gli ogli ed i sali nell' Estate e odi*Au- tunno
specialmente sono neirami
degli Alberi nellamassima
Ior perfezione ed attività, tal-mente
chehanno
la forza di dareil colore, l'o- dore ed il sapore ai frutti che essimaturano:
sicché rifletteva potersi estrarre in tali stagioni specialmente dei vaghi e belli colori dalle cor- tecce degli Alberi nostrali
.
7. Col riflettere su di ciò la cosa
sembrommi
evidente; poichéognuno
sa che gli Alberi e le Piante stendono ediramano
entro la terra innumerabili radici,mediante
le quali attrag-gono perpetuamente
il succo piùpingue
eV u- more
piùpuro
dalla terra stessa, lo ricevono nei loro tubercoli, anzi di esai se ne riempio-no
e lo trasmettono al fusto dell' Alberòche
vegeta sopra la terra. Questo lotramanda
airami
, irami
alle foglie ed ai frutti , sicché Tistessoumore
che circolaper le radici,è quel- lomedesimo
il quale circolaancora perlirami;
ese estrar si possono delle tinte dalla corteccia delle radici degli Alberi, estrarre ancora si po- trannodalle cortecce dei
rami
di essi .Non
vi èdubbio
parimenti, cheisughi nutritivi, gli ogli,DigitizedbyGoogle
II isaTi che le radici degliAlberi attraggono dalla terra,
non
ascendanoanche
allacorteccia sì del fusto che deirami; imperocchépuò
daognuno
osservarsi,che moltissimi Alberi invecchiati che sono, il midollo ed il legno del fusto si putre- fa , e si
decompone
in guisa che altro non virimane
se non la corteccia,come
suol per lo più accadere nell'olivo e nel castagno; e nul-ladimeno
tali Alberi sieguono a verdeggiare, a produrre foglie, fiori e frutti in quantità per molti anni.Anzi
dirò che i sughi delle cor- tecce sono quelli che coloriscono,maturano
edanno
l'odore ed il sapore ai frutti; sono quel-li i quali propagano il
*eme
della Pianta.Che
se si toglie la corteccia dal fusto della Pianta a
modo
di circolo, in guisa che la corteccia di sottonon
abbia piùcomunicazione
colla cor- teccia di sopra, la Pianta non produce piùnè
fiori , nè frutti, nè semi ,
ma
totalmente si di- secca.Ora
i sughi, le resine, i sali sono quel-li che coloriscono,
danno
il sapore e l'odore ai frutti, inuna
parola liproducono;
gli oglied
i sali generanoi
semi, quali tutti sono per sestessi oleosi, copie si ha dalleMemorie
del-l'Accademia
di Parigi dell'anno
1709. Gli ogli, i sughi, i sali, le resinevengono comunicate
dalla terra alla corteccia delle radici degli Al- beri in ispecial
modo,
ascendono alle cortecce del tronco, poscia alle cortecce dei rami.Dun- 3ue
le cortecce sono la causa della produzione ei frutti e dei semi dellePiante.Lo
sono an-che
perciòdelle tinte, lequali,come
siha dalleMemorie
dell'istessaAccademia
diParigi dell'an-no
i'{q6. derivano dalle resine, dagli ogli, daiDigitizedbyGoogle
sughi e dai sali di esse.
Quindi
non viha dubbia
alcuno , che dalle cortecce degli Albe-ri estrar non si possanodei colori e delle tinte*
8.
Su
di questa teoria fondatomimi venne
inmente
di esperimentare, 9eriuscir potevami, di estrar delle tinte dalle cortecce degli Alberidel Catria. Rifletteva che se ciò con felicità ri- uscito fosse, sarebbe stato al certodiuna
gran-de
utilità al pubblico ed insieme di grandis-sima economia.
Imperciocché senfca gettare ildanaro
italiano all'estero per farsi recarede'le-gni oltramontani
ed
ottramarini dall' Indie a fine dicomporre
le tinte, prevaler cipotremmo
a beneplacito nostro delle cortecce di qualsivo- glia Albero d' Italia senza
scomodo
e senza spesa alcuna.Aver
possiamo delle cortecce in quantitàgrande
neirami
superflui che si po- tano e tolgono dagli Alberi , servirsi di queste per le nostre tinte,ed
adoprare il fusto perle-gna da
fuoco.Aver
possiamo con facilitàe comodo
senza pregiudizio alcuno della Pianta quantità di tinture tanto varie fra loromede- sime,
quanto fra di loro diversificano i sughi, gli ogli, i sali e le resine di qualsivoglia Al- bero.Un
talemio
pensiero chemi
si aggira- va nellamente
7comunicar
lo volli nello scor- soanno
1809. inAgosto
all'eruditissimo Sig.Giuseppe
Gautieri Ispettor Generale de*Boschi nelRegno
d' Italia, che onorar volle di sua pre- senzaT Eremo
dell* Avellana, eloapprova
.Lo comunicai pure
nello stessoanno
emese
al Sig. Buratti diCamerino
Giudice di Pace nel- la Città di Fabriano,uomo
anch'egli erudito sulla scienza d^ila Storia Naturale, emi
esor-DigitizedbyGoogle
tò a farne degli esperimenti su di quei, legni
che
ritrovati avessi coloriti assai. .3. Determinaipertanto di accingermi a que- st'opera^
ma
frattanto d'investigar procuravaun metodo
sicuro, facile e di poca spesaonde €-
seguirlo con sicurezzae
riuscimento.La
.sorteche
destinatoaveva
che riuscir felicementedor
vessi in questa intrapresa,
me
nesomministrò
all'improvviso i mezzi. Nell'avanzato Ottobre dell'anno scorso 1809. gettai per caso gli occhi su diun
grossoramo
di Spino nero tagliato dal tronco ed abbandonato inun
cortile della casa,;su del quale per varj giorni e varie notti pio- vuto era, e vidi
che
il legno alle estremità del cilindro nei luoghi del taglio di vivaci co- lori eramacchiatoci un
color giallocupo,
diun
rancio, diun
violaceoa
guisa diun mar- mo.
Vidi nelle incisioni chesofferteaveva
nel-; la corteccia, essere assai resinoso.Me
lo presi*lo recai in
camera,
lo scorticai,ne
trinciai- Ja corteccia, la infusi nell'acqua pura in pro- porzione di un* onciadi.corteccia conuna
librad'acqua;
entro vi misi delle pezzuole alluma- te di lana e di seta, feci ogni cosa bollire in- sieme sinjantoche
Y acqua fosse permetà
eva- porata,.Conobbi
allora,che
i sughi, g]iogli,le resine della corteccia comunicatiAvevano
alle pezzuole biancfbeun
colore di arancio di Por-togallo.. Pochi giorni
dopo
passeggiando inmez- to
adun
Bosco del JCatrià vidi per terraun ramo
verde di Castagno staccato dall'albero, lo presiinmano,
e quasi per divertimento lo scor- ticai.Mi
accorsi, chela superficie interiore deiU
corteccia , la qualeprima
era di color,capiih
dido lattiginoso/ a poco a "poco incominciava
4
rosseggiare.
La
recai in casa, Ja trinciai econ F
istessomètodo
diprima
la posi a bollire ed essami
tinse le allumate pezzuole di lana è di seta, che entro la Bollitura collocata viaveva,
diun
colore carico di ruggine. Fatte questedue
esperienze che a meravigliami
c-rano riuscite , attentai di esperimentare le cortecce di tutti quanti gli Alberi de' quali è adorno il Catria ,
ed
inmeno
didue
'mesine
posi in prova più di trenta Piante tutte di di- versa specie e qualità, ene
estrassida
ciascu-na
belli, varj é diversi colori tutti fra di loro differenti.Una
tale varietà di calorisecondo ilparer
mio
nascerdeve
dalladiversità dei sughi, dei sali, degli oeli e delle resine di ciascuna pianta.E
qui riflette ilBoumar
nel suoDizio- nario agli Articoli Albero e pianta, che ogniAlbero ha
dei sughi diversi, alcuni de*qua-li sono
amari,
altri dolcied
altri acidi: cosìanche
le resine sono in essi di yarie qualità ecolori.,,
io.
Siccome
perònon io tuttele stagioni dal- l'anno istighi degli Alberi sonp irt attività neirami
di essi,così riesce impossibileil poterestrar- re in ogni stagione dalle loro cortecce imede-
simi colori, senon
sipone
in opraun
efficacemezzo
di ajuto, ilquale neestragga gli oglied
i sughi che vi
rimangono
a forza,ed
a forzanon
si procuri di sciogliere le resine;oppure
se
non
si ritrovaun mezzo onde
conservare sipossano nelle cortecce
medesime
i sughi, gli o- gli e le resine estive ed autunnali. Ioho
fat- ta osservazione, che le cortecce degli AlberiDigitizedby
*5
nell'estate e nell'autunnoproducono un
colo*re pi Cr vivo.,
un
colore piùcnpo,
specialmente in quei tempi nei quali sogliono condurre a maturità i loro frutti; eproducono un
colorepiù
deboleed un
colore più leggiero nella Primavera, e quasi muri colore nelP Invernò,sesi voglia far uso della sempliceebollizione.
La
ragionedi
una
tal variazione è chiara/'NrIP E- state e nèlPAutunno, tempo
in cui "li Albe-ri
Conducono
a maturiti i loro fruttagli òglfvi sali ed i sughi sono nella
massima
attività, nelmassimo
vigore. Essi don tutta la forca'&
virtù loro agiscono sui rami, da' quali
pendono
i frutti insieme ai semi, che?
^turandosi
per- fezionano, per cosi dire, l'opera loro: le resine trovami in tale stagione sciolteed umettatedai*sughi e dagli ogli. Nella
Primavera
i sughi, gli ogli ed i sali- delle Piante«ono
scarsièd im-
perfetti nei
rami
;nonhanno
chei principi del-' lafom
ed attività loro, meschiati ed involti xitrovansi inuna
quantità diun umore
total-mente
acqueo, ed atti non sono su quei prin- cipj della novella Jor vita, senon a
spingere fuori i bottoni, a dispiegare le foglie,a pro-
durre i ijorii
ed
a poco a poco cteare i fruiti ed i semi, i quali insensibilmente poi si per- fezionano.Le
resine persistono in gran parteaggottate, nè
arteorabastaWemente
sciolte si ritrovano. Neil'Inverno
la Prantà che* vegeta sopra terra, cioè fl tronco ed ifami
quasi dirsi possono morti; poiché,
come Ognuno
sa,qua-
si tutti i sughi e gli ogli scendono
&
concen*trans* allecadici,* sali in gran pàrte si ttiseo*
cano
o
volano,e
le resine jsctìr^e V***
DigitizedbyGoogle
i6
ve
diumore
siaggommano. Da
ciòne accade
tche
neir Estateenell'Autunno
i sughi, gli oglied
i sali delle Piante essendo piùabbondanti e
ridotti alla perfezione loro,le resine essendopiù
disciolte, più si spandono nelle tinte,e
nella totale loro perfezione attratti
vengono
e penetrati dalle lane, dalle sete eda
altridraj>
pi che pongonsi a tingere;
ond'èche
inque-
ste
due
stagioni dell'anno le tinte riesconopiù
belle, più vivaci e più colorite* Nella
Primave-
ra,perchèisughi, isali egli ogli in pocaquan»
tità rientrati sono nelle cortecce e nei
rami
degli Alberi, e le resine ancora affatto disciol- te
non
sono,nè ben
penetrate, umettate edam-
mollite dagli ogli
e
sughi,! quali involti ritiro- vansi e meschiaticon
moltoumore acqueo,
ne risulta, che quei colori che si estraggono dalle cortecce, riuscirdebbano
assai più deboli e più chiari di quello che riescano nell'Estate e nel-F Autunno.
Nell'Inverno, siccome quasi affatto gliumori
abbandonatihanno
irami
dellePiana- te, concentrati trovandosi alle radici, cosi rica- varnon
sipuò
dalle cortecce di essi quasi ni-un
colore.Non
è però che nell7 Inverno emolto meno
nellaPrimavera
privi affatto sie«*no
irami
e le cortecce di ogli, di sali e di resinetno
certamente.Sono
essi diseccati, coa- golati,aggommati;
poiché se con Parte e co*gli alcali ricavar si possono delle sufficienti tin- te
anche
dalle cortecceda
più anni diseccate,come
sarò per dire in appresso,ne
siegue po- tersene conmaggior
facilità estrarre dalle ver- di cortecce sì neirInverno che inPrimavera
;e che in
dettò stagioninon
del tutte perdonaDigitizedbyGoogl
i
rami
degli alberi i loro sjughi, gli ogli, isali, le resine. .
li. Pertanto io
non
vorrei che qui alcu*no mi
opponesse, essere questamia
speculazione di estrar delle tinte dalle cortecce degli Albe-ri quasi affatto di niuna utilità,
quando
preva- lersenenon può
senon
nelledue
indicate sta-gioni di Estate cioè e di
Autunno.
Così sareb-be
in fatti,seimmaginati non
avessi deimez-
zi ,
onde o
conservare gli ogli, i sali ed i su- ghi,e mantenere
sciolte le resine nelle cor- tecce anche nell'Inverno e nella Primavera, per ' poterne estrarre quei colorimedesimi
che es- * traiti si sarebbero intempo
di Estate e diAu-
4tunno, oppure
di sprigionare, estrarre e sepa- rare dalle cortecce, d'Inverno e di Primavera, tutti quanti i sughi, sali ed egli che rimasti vi fcono, ed ammollire le resine che già incornineciano
nell' invernale stagione adaggommarsi
fPossonsi
primieramente
tagliare i rami inutili degli alberi nell'ottobre, separando quellidi una
pianta da quelli di un'altra, formarnedei ; fasci ecomporne
dellemete
a piramide,come appunto
far sogliono i Contadini dimontagna
per conservar fresche e sugose le foglie della Quercia o di altri alberi per alimentare le be- stie intempo
d'inverno, con questa differenzaperò,
che essi cuoprono le punte delle fascineammucchiandone
l'tina sopra dell'altra, col la- sciarne i fusti al di fuori ed allo scoperto;ma
noi
dovremo
cnoprire e nascondere i fusti, la- sciando alloscopèrtolepunte: e meglio ancona4 '«e
in
vece di ,*omporne lemete
jpiranaidaii,u
\
DigitizedbyGoogle
seppellirnnoo i
rami
recisinn palmo
e poco più» sotto terra. In tafguisa iSughi, i salie gli oSli dei rami e delle cortecce autunnali rimarran-no
conservati nel ioro stato diprima
in cui tro- vavansi, allorché vennero recisi e staccati dallaPiantale
le resine rimarrannosempre
umetta-te dai
medesimi
sughied
ogli checonservaci
neirami
recisi, cosicchépotremo
s-rvirc-necon
efficacia per le tinte nell'Inverno e nella
Prima-
vera.E
siccome dissi, che le Piantenon
per.dono no
nell'Inverno tutti quanti i sughit, gli ogli ed i sali,ma
nerimangono
airami una
certa quantità,
benché
tenue, altrimenti disec- candosi affatto gli Alberi perirebbero; cosìpre- valerci possiamo diun
Alcali di potassao
diun
caustico, qual sarebbe, per esempio, la liscivia es- tratta dalla cenere
comune
ossia il rannodi bu- cato,onde
sprigionare i sughi, gli oglied
isaliche
rimasti sono nell'Invernoai ramidel- le Piante, e sciogliereleaggommate
resinepera- verne quella stessa tinta, che sarebbesi avutaintempo
di Estatee
diAutunno.
12. In fatti
mi
sono assicurato dell'efficaciail
questo mezzo. Sul principio dell' Estate del correntesnno
iSio. nelmese
di Luglio, situato in questa località nel più cupocentro dellospa- ziosissimo Catria,ove
al solstizio estivoappena
si esperimenta e si conosce la
Primavera
,^inun.inno,
come
il presente,dominato sempre
da'fred- di orientali venti volli dinuovo
esperimentare lemie
tintaVedendo
che le cortecce degliAl-
berinon mi
producevano che deboli e fiacchi colori, provar volli di estrarli a forzamedian-
te la liscivia forte Catta colila cepere cCon
*isdebhVi
cóloiidia
avutiaveva
nell'ot- tóbre dell* arino scorso., allorchéi sughi degli Al- beri etàno nellamassima
loro attività e perfew zione; aiiz? li trovai molto più Vivaci*
perfet^ti. Aitacitami
Bene
-questa esperienza, Ja;mia
immagffhaziorie pfù oltre assai si inoltrò, ed ini-
maginai poter estrarreiltta qualche tinta ancora dallecortecce secchedegliAlberirecisi edatterra-
ti
da
molti anni.Mi
arriserifa sòrte, edalla cor- teccia*H una
Noce, la qualè erano già ottoan- ni dache
era stata recisa, tie estrassi perjjfra-«lazione 4iove
o
dieci varj -cólcìri. ffi'xmnrr*--
' proseguire, e quindies$eritnìe*rtafrvoi!? la coi eia del JFaeeio.secco, quella «lellà seccaQuercia
1,J quellatfelFAfceto, degli Spini e <Htutti' gli *Itu legni i piùcomuni per
usòdeli fuoco,-rprùvì*
li
ed
i più abietti, che alla fine poi ntóh sòiio senon
-chele immondézzé
e *pa2£atfciredelle1; legnare.Tutte
queste .sécchissime e tarlate cor. 3 feccemi
diedero vaghi colori e tinte sufficieni ti,come
risultada un Campionario
che'hof3f- : xnato con istoffe e -drappi4i
varie specie tiriti*
-coti le cortecce sécche degli Alberi nostrali.L
LÌ
'iragione di
un
tale felice riuscimeuto 51 è,che"
neppure
dai legni vecchie
secchi volatizz&n*' si tutti quanti i sali, disperdonsi tutti quanti^ gli ogli,ma
essi di diseccano e si aggorprrìafaci'indiscreta quantità; molli sali ivi si
fissando
le cortecce di:questi legni secchicònsèrvafiò^ut- torà lelororesine, sebbenediseccate
ed
in poca*'^ntitì
L'Alcalidi potassa o il xaftno scioglie questi egli, sprigionaed
attrae questi sali, aiti£«itóllisce e distempra le resine
\
inuna
parotardecompóne-
i coloriche
ittérétati sonoalU'tir^
za
leccia ancorché seccaf ja se gli
attw
eforma
delle densissime tinte. Sedunque
è vero, cJ?c le resine,, gli qgli, i sali ritrovine nelle secche cortecce degli Alberi, C9*ne.lojfapnovederean-
cora quei secchissimi legni che sino dall'Indiegiungopo
a noi per tingere, per qual ragionenon dovranno
esservi nelle cortecce degli Albe»ri verdi delle resine, degli ogli e deisali in
tem- po
d'Inverno e diprimavera? E
ss l'alcali op-pure
il rinpQ atto è adecomporre
e,ad attrae re gli ogli, i sali e le resine delle corteccesec- chissime., perchè poi non dovrà esser atto ad at- trarle e decoinporle conmaggipr
efficacia dalle cortecce verdi invernali? ^ ;ix, Confesso il vero che, sino
ad
ora nonho
esperimentatol'altro indicatomezzo
di recidere in Ottobre i.raxp
degli Alberi e di accatastar- li a piramide;onde
conservare in essi i sughi, gli ogli ed i sali autunnali; poichéavendo
in- cominciate lemie
esperienze su qwejsta inven- zione dinuove
tinte senpn
chead
Ottobre a- var^ato del trascorso anno 1809.,mi
convien procrastinarlo sino all'Ottobre venturo,o
p§r dir meglio, al venturo Inverno ed alla venturaPrimavera
del iSii-Ciò nondimeno
concepir ppsso fondatissima
lusinga, ed anzi posso averenpa
certezza chedebba
felicemente riuscire. ;. 14. Quello, che a colpo d'occhio recamaravi- glia rapporto a queste
mie
tinte,si; checolle cortecce delmedesimo
Albero, ed anche coll'V*stessissima operazione formo
una
gradazione dx .jsei^ sette, alto e talvolta anche dieci colori fra essi
medesimi
diversissimi.Nei
mieiCampioni ne
faccio vedere le prove, e nelmw
di Ag**:DigitizedbyGoogle
I
sto di quest'almo 1810.
ne
feci gli esperimenti sotto gli occhi dell' eruditissimo SignorPam-
peri nativo di
Reggio
inLombardia
, orame-
ntissimo Vice-Prefetto diUrbino, assaissimo be- nemerito della letterariaRepubblica,
il quale volle onorarmi diuna
visita in questomio
so- litario soggiorno, ed egli pure ne stupì. Certa egli è questauna
scoperta novissimagiam- mai
da alcuno esperimentata non che ideata:.Allorché
mi
accorsi diun
talfenomeno
io stes- so ne rimasi sorpresaMi
accorsiche, per esem- pio, dalle cortecce deirami
dellaNoce
ricavar potevaun
color giallo,un
olivastrochiaro, altro olivastro oscuro,un
colornapoleone fondo oscu- ro,un
color castagno, urr color caffèabbruciato *<*i
anche un
color nero. Vidi che dal Cerro ri- fcavavasiun
colormarrone
chiaro,un
colormar-
rorte oscuro,
un
colorcioccolata,un
color caffè,un
color scorza secca di limone,un
color di Al- bicocco; e così dimano
:in;mano
dalle cortecce di tutti quarti gli Albori nostrali. Ponderai se- riamente su diun
tale 'fenomenoemi do
a ere- fiere^
jtót^lo facilmente spiegare;' :cf .
l
15.
É^ri'ma
di tutto détfò avvertireche que- stagradazi^
dei colori estratti dalla medesi-ma'
corteccia'deriva da più cause. i.° dalla qua-lità dei? 'dfappi che si tingono. 2.0dalla
maggio-
reò mfnore
dose della corteccia che si espone alla ébolliiiiri^^biàpui-eche si colloca ubila fortetiscWà'
fredda*à decomporre. 3.0 dallamaggio-
fèf
è
mirtò>e "evaporazioneche
si fa fare alT&c.qua
oveihfuse*ònoleCortecceed
idrappi ^dal
ìiscivàré' ti'non liscivate i drappi
dopai'
ebollii zione. d^l^titi^erfe*l'iirajpprjtfùttoro %bagno
DigitizedbyGoogle
freddonellaliscivi forte
^he ad
ebollizione6. daltempo maggiore
ominore
in cpi i drappida
tingersi tengonsiinfusine|la lisciviaforte. dal jiscivareo non liscivereidrappi
dopo
essere sta-Jti tinti a
bagno
freddo.-„ i(5.
V
esperienzami
;ha
fatto vedereTche
le cortecce delmedesimo Albero comunemente
^producono
una
tinta edun
colore assai più cu-po
e più forte nelpanno
e nella lana, edun
co- lore più delicatoe men curo
jiella s$taTed
as- sai più chiaro nel lino, canapa e cotone^ e ciò jbeiroperazionemedesiraa,sìa-questa^bagno
fred-do
nella lisciviaforte, sìa perebollizione.Ciò
pian- tonon
deve sorprendere; imperciocché è notoa
JÉutti , qhe variano i colori secondo che variano quelle superficie cheli rappresentano alla retina dell'occhio.
Le
diversità delle superficie sono causa di diverse vibrazioni dei raggi della luce secondo- che cangiasi la riflessione di essa e se-condo
che variano le modificazioni, V intensitàed
altre an?ìoS he afferro
' alla ragion*e*
air ostessa,y^ne
sono le attribuzioni della lana dalle attribuzioni della sejau diversa è r intensità della Tana dall'intensità della setayM'rfàmt 4
e,If
ài*er*e sono fra tutte queste materie le vibrazioni che-L^giona U
luc^f te triodificaz ioni , le affezioni : onci
7
è che
sebbene^
.medesima tinta agisca nello stesso*?^r& n
*stè^
proporzÌon^/;Bftt'istps»ma-
Wffft W°
suIT*T
?M
' che *u,la'*i*,m*t
TtJfgé^ìl
H*P* *
u"^
canapa; pure^perchè
variano^
jt'utt^a^^te
materie tesuperficie* ijiodiffr&p$HVMey&b te
*&zionr, produconoem
*
DigitizedbyGoogle
r
gì della luce,
ne
accade die vària ancora e di- versa siaVimpressione che la stessa tinta estrat- ta dallemedesime
cortecce diun
qualche Alte- ro produce sulla lana, daquellache
produce sul- la seta, sul cotone, sul lino, sulla canapa.Pomo
di più a tutto ciò aggiungere, che essendo la lana atta assai più della seta edelle altreenun- ciate materie ad attrarreisughi, gli ogli, i sali, le resine delle quali si spogliano o coìr ébotH- zione
o
colla forza degli Alcali le cortecce de- gli Alberi , da cuine
risultano i colori e sicomunicano
ai drappi, ne siegue che questi istessi coloridebbano
apparite più cupi e più oscuri nella lana, emen
dupi e più chiari nét- ta seta, nel cotone, nel lino^
nella canapa. Io credo di dover giudicare essereQuesta la causa per cui i coloniche si estraggono dalla cortec- cia degli Alberi nostrali,riescono^piii oscuri nel»la lana di quello che sia nella seta cottone lino
e
canapa.Ben
volontieri però sottomettoil de-\bole
mio
giudizioall'opinione degliSniditiche -abbondano
difisiche cognizioni, daiquali, se er- ro,bramo
essere corretto.^w
317.
Ma
ilfenomeno
che più difficilmentespie- ,gar si può, «quello <H ricavare dallemedesime
cortecce,
«
nella stessa operazionecolori del tut-<to fra di loro diversi colla
maggiore
ominore
ebollizione, infusione
o
doséjcome
sarebbe, per -addurreun
qualcheesempio,
dallaNoce primi
-ricavasi
un
giallo color d'oro, poiUn
giallo o*rliva,
un
olivastro marcio,un
colore oscuro ta- bacco,un
caffè carico,e cosigradatamente
si*no
al colorfumo
dicannone, ed anche
nero.Con
tuttociòk>procurerò indagante«na
qual-DigitizedbyGoogle
..gfcs ragione.
Prima
però iodevo
premettere,
.che la .materia Ja qualeè atta a produrre tutti questi diversi colori nelle stoffe e pei drappi chesitingono, trovasi inerente alle cortecce che ,psse di tal materia si spogliano per comunicar- la
die
stoffeed ai drappisuddetti.La
causadrgli accennati colori trovasidunque
inerentealle cor- tecce.Qui
non vi èdubbio,
e dir si potrebbe che i colori tutti i quali ne risultano, trovimicornea
strati disposti nelle cortecce suddette,e che di roapo inmano
livadano comunicando
ai drappi o stoffeche si tingono.Non
vi èdubbio
.parimenti, che gli ogli, i sughi, i sali,leresine quali trovansi inerenti allecortecce, non formi-,
no
questi strati e flon sieno la causa efficace .4Ìeì colori.Ciò
posto, persistendo nelF addotto e-sempio
dellaNoce,
io spiego ilfenomeno
in tal .guisa. Sia per ebollizione,sia per decomposizio- ne i sali, gli ogli, i sughi, le resinesiattraggo-no
e si sciolgono dalle cortecce, eprima
di tut-ta
dal caloricoo dall'alcali si scioglie ed attrae^rpglioye
prima
ancora le parti piùsottili di es- so insieme ad una tenue porzione di resine.Noi
per esperienzavediamo
che gli ogli più sottili e più puri sonosempre
diun
color giallo o di paglia o di zolfo purificato o diun
colord'oro.
Gli altri ogli più impuri e più grossolani sono
sempre d'un
color verdastro; e questi attrattie decomposti vengono
insecondo luogo insiemead
.unamaggior
quantità di resine.Anche
nei no- stri oglicomuni
di olivavediamo
accadere lo stesso. Gli ogli più puri, più sottili ed imi-
gliori sono
sempre
diun
color giallo,e
sortono dall'*liv$iprimi,come
sarebbero, per esempio,gli ©gli fletti 95 polpa e gli ogli vergini.
GK
altri ogli cioèi più impuri i più grossolani,co-
me
sarebberogli ogli dettidi nocchio, sonosem-
pre di
un
colore verdastro.Dunque
il color giallo0 che
più si accosti algiallo,deve
essere il pri-mo
a sortire dalla cortecciaed
a comunicarsiai drappi o Moffeche
si tingono, poscia gradata-mente
sortirdebbono
e debbonsicomunicare
gli altri colori più oscuri. Per ultimo il calorico eP
alcali, estratti gli ogli,terminano
didecompor-
re e di attrarle le resine ed i sali inerenti al- le cortecce; ecosì dimano
inmano sempre
più le tinte si incorporano di materiesalinee
resi- nose, egradatamente
in proporzione cresconoe
variano i colori.
La Noce però e
laQuercia che
sonòdue
piante le quali contengono in se dei sali vetriuolici,producono
in ultima analisi degli oscurissimi colori i quali si avvicinano alnero. Sembrami
che questa ragione possa esse- re sufficiente a spiegare ilfenomeno
dei varje distinti colori che sortono dalle cortecce diun medesimo
Albero nel ristessa operazione, o di ebollizione o dibagoo
freddo nellaliscivia forte, -r- 18.Poco
vi vuoleaspiegareP
altrofenomeno
4elP accrescimento ed anchecangiamento
dei colo- li,che accadedopo
Pebollizioneo
ilbagno
fred- do, coli'immergere
i drappi©
stoffenella liscivia forte e fredda per qualchetempo dopo
cheasciu- gati si sono.V
ebollizione eP
alcali seb-bene
attraggano dallecortecce i sughi, gli ogli, 1 sali e le resine, e di queste sene imbevano
le stoffe o i drappi posti insieme
ad
esse,pu-
re gli ogli, i sali e le resineegualmente non
penetrano n?lla lana 0 «etào
altrotappo* ma
DigitizedbyGoogle
25
grossolanamente s'insinuano nci.filamentidiesse.
•Se pertanto si lasciasciugare^ delqual
modo
gli -ogli, i sali, loresinesiconsolidano, si ristringo- (»oed
inefenti: divengono alle stoffee
drappi-tinti, ponendoli. poscia in
bagno,
questesi sciol-gono, si affinano, si dilatano, sidistendono alla superficie, si carica il colori>ed alle volte af- fatto.si cangia. In
somma
la lisciviaforte serve diun
mestruo .per .alterare e>cangiare i colori primieri.Non
«è cosanuova
il sapere, che ime-
strui
producono
su i coloriun
-tei(nutgiamento.Anche
ilLemery
nel suocorso-diChimica
par- te i.capo
18. discorre eli simili mutazioniche
i mestrui
operano
sulle tintee
su icolori.Ione
ito fatta il?esperienza. Feci bollirò a
norma
delmio metodo
dei pezzi di lana e di seta con le cortecce deirami
del Pero domestico, . le feci asciugare,che mi
cagionòun
giallastro cattivo:-quindi posi in infusione le pez2e tinte nella li- scivia iforte,
e
are le lasciai par itre orej e que- stobagno mi
trasmutò il giallo in color carico*èd oscuro di cannella. Feci parimenti bollire la corteccia del legno Sette
macchie,
ossiaMadre
fica,
e mi
diede sulle pezzuoleposte a bollitu- raun
color chiaro di cannella: le asciugai po- scia, le infusi i» detta lisciviaforte per treoref ene
rilevaiun
colorpampadur
oscuro. Io posso dire per esperienza, che regolate in talguisale tinte estratte dalle cortecce degli Alberinostra- li, «cioè infusi i drappidopo
tinti ed asciugati nella iiacivia forte, specialmentesesi estraggono per ebollizione, paragonar si possonocolle tinte Cinesi ; poiché esse puntonon
ismontano,non
«tingono le.mani., -come accader suole nelle cor
DigitizedbyGoogle
I
2? jnuni tinte artificiali che sogliono farsi in ltar
lia.
Ciò
recar non deve meraviglia : impercioc- ché continuamente esperimentar possiamo, che se per accidente cade unaigoccia d'aceto su diuna
biacca .tovaglia o di linoo
di canapa, li-sciviandosi essa col bucato, asciuttache è,
forma una
tenacissimamacchia
colordi ruggine, laqua- le cancellar jnon sipuò
inmaniera
alcuna.U-
jja tinta
adunque
con talmetodo
regolatariesceuna
tinta tenacissima e forte, la qualemai
più scolorisce.Anzi
dirò di più che seun drappo o
stoffa di lana che sia stata tinta in talmanie*
ra, macchiasi congrassoo con oglio, lavarsi
può
con sicurezza nellalisciviaforteadoprando
il sa-pone
senza pericolo che smontio
perda. Io alla presenza di persone sagacied
eruditeho
fatta1'esperienza di macchiare a bella posta con o- glio delle pezze tinte da
me
colle cortecce dei nostri alberi, poscia leho
lavate nella liscivia jforte e fredda col sapone, enon
solosonoscom- parse lemacchie; ma
di più la tinta si è per così dire rinovata, ed il drappoo
stoffaha
ri- preso un- bellissimo lastro,come
se di fresco foss^ stata ritinta. Di più azzardatomi
sono dimacchia/?
le pezzuole tinte dame,
prima' col*;igo di limone, poscia anchecolTacido vetriuu- licp, e«
dopo
alcuni .giorni leho lavate nella lir scivia senza adoprar sapone, e nonsolo èscom-
parsa lamacchia,
ma. eziandio si è ravvivata la tinta e divenuta più lucida e bella.La
ra- gione di ciò siè,
chel'Alcali della liscivia di- strugge Vacido sì vegetabile che minerale. Sipuò
pertanto fare con i panni tinti in talecon- formità ciò che ai fa.coi panni bianchi,usando
DigitizedbyGoogle
*8
del bucate che ripulisce
e
rinnova i*pantribiam
chi di littore di canard;' poiché il btìtato resti- tuisce questi panni la
&anchèZZà
rj CO&Vla li- scivia forte ed il sapone rinnova te*drappi e
stoffe tintecon questo
metodo
il colore, l'i.npu-
'lisce e^cjuasì le rinnova/-- ' - hcarrì
-'<"
19.
6H
altri fenomeni di variazióni e di gra- dazioni di queste tinte sono per se stessi -evi- dentissimi; poiché in -proporzione deltempo
iti*>ùi tfcngonéiin infusioneleCóttGGcetìelìà.liscivia forte insieme ai drappi* o
tèngon^
in bollito*ra
ed
in proporzione della -quantità di cortec- cech5
ittfondonsinelbagno
dellaliscivia,0
pon*gonsi a bollire,
sonde
resine, gli tigli ed i sa*4i chfe di efce si estraggona e si attraggono dai drappi.
La
'maggiore
ominore
quantità di que-sti sughi, sali o resineproducono
un
coloreó
piùchiaro^
più oscuro nei drappio
stoffe che si -tingorio a proporzione di essa.Ed
eccocome ne
nasce la gradazione e la varietà» dei-colori dalla corteccia delmedesimo Albero anche
nel*ìf istéssa operazione;'» » f>> f?.^vonn fero 20.
La
basecomune
di tutte fe libreche ri*«avansi dalle cortecce degli Alberi nostrali
è
il giallo, poiché esse sempre-cominciano dal gial- lo, quale poi io progresso delle operazioni si caricae
va à cangiarsi jit varj altri coloria
«orma
che variano Te resine, gli oglied
i sali de'<qftatfc ciascuna Piantaè
dotata. Fuori di es*stf non
mi
è riuscito sinoad
ora, confessate lo•dèvov di rinvenire nelle cortecce degli ^Alberi neutrali nitro colore primario e prismatico che -serva di base alla varietàdeicolori
che da
es- sene
risultano. INè il verde nò il turchinouè
DigitizedbyGoogle