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Riflessioni di copertina

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Academic year: 2021

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Riflessioni di copertina

Riflessioni di copertina

L’arte di Daniele Galliano non sta mai nel mezzo. Non ci sta perché il suo messaggio non è mai neutro e perché difficil- mente ci lascia indifferenti, spettatori assorti in una dimensio- ne di pura contemplazione estetica.

La sua ricerca artistica si alimenta della realtà più attuale, della quotidianità più prosaica e scabrosa, senza fronzoli, manieri- smi o maquillage. Lo sguardo dell’artista è calato in profondi- tà all’interno del mondo reale. Sguardo critico ma non accu- satorio che racconta, rinunciando a qualsiasi forma di ricerca- to lirismo e senza ostentare alcun pathos, storie di ordinaria contemporaneità, per suscitare sempre una riflessione, inevi- tabilmente di parte e mai di corto respiro concettuale.

I titoli dei lavori, articolati e non banali, sono un primo e sempli- ce indicatore direzionale da cui prendere le mosse per conside- razioni più approfondite su costume e malcostume, cultura e subcultura, emergenze ed emarginazioni nella società di oggi.

Come uno schiaffo, il messaggio veicolato dalla pittura di Galliano, privo di retorica e di automatismi ideologici, dilegua il torpore apolitico e super partes, l’apatia intellettuale di massa, e costringe a spalancare gli occhi, in un momento di fugace lucidità, su ciò che accade intorno a noi traendone conse- guenze a volte tutt’altro che piacevoli. La potenza espressiva però non si limita alle parole, promana soprattutto dalla forza delle immagini. Galliano non ha paura di “pescare nel torbido”

e sceglie di immortalare soggetti non convenzionali, sovente addirittura borderline e “scomodi”: spacciatori e uomini di culto, il politico di turno o il semplice “uomo della strada”. Netti contrasti di luce e ombra, colori saturi e non sfumati, contri- buiscono a consolidare l’incisività comunicativa di questi scampoli di attualità, contando anche sul vigore della materia pittorica, assai corposa grazie all’impiego di pigmenti poco diluiti.

Come un reporter a caccia di scatti a effetto, Galliano si affida alla “presa diretta”, a un punto di vista frontale in cui i bordi della scena sembrano tagliati fuori di netto dai confini della tela, conferendo così al dipinto quel senso di immediatezza tipico della fotografia. In altri casi invece osserva la scena dal- l’alto, in ampie vedute panoramiche a volo d’uccello, le quali, da una prospettiva verticale quasi satellitare, ci raffigurano in contesti comuni – sulla spiaggia d’estate, in mezzo al mare, accalcati in discoteca, chini sui banchi – come un esercito di formichine da guardare al “microscopio”, secondo una poeti- ca di matrice verista: «Volete metterci un occhio anche voi, a cotesta lente? Voi che guardate la vita dall’altro lato del can- nocchiale? Lo spettacolo vi parrà strano, e perciò forse vi divertirà.» (Giovanni Verga, Fantasticheria, 1880). Ci è preclu- so sapere, tuttavia, a quale precisa altezza o distanza si ponga di volta in volta l’artista, in che misura ricorra allo

“zoom”, quanto aderisca fisicamente ed emotivamente ai suoi soggetti, quanto “distacco” insomma ritenga indispensabile tenere.

In queste trasposizioni pittoriche della realtà “nuda e cruda”, che raccontano le consuetudini, le idee e l’aspetto della nostra epoca, sembra quasi di scorgere una riproposizione attualizzata delle istanze tipiche del réalisme ottocentesco, passate tuttavia al setaccio della “fine delle utopie” e private quindi di qualsiasi declinazione ottimistica ed emancipante.

Avvizzito lo spirito positivista, fiducioso nei progressi e nei metodi delle tecno-scienze, non resta ormai che la possibilità di una denuncia documentaria, talvolta velata di sottile ironia,

per non arrendersi alle brutture della società dei consumi sul- l’orlo della dissoluzione.

Nell’immagine scelta per la copertina, Galliano descrive un momento marginale dell’attività medica, qui totalmente esen- te da qualsivoglia traccia di epica professionale o connotazio- ne di valore: un manipolo di dottori discorre nella corsia di un imprecisato ospedale. Da pochi cenni fisionomici intuiamo che non si tratta di imberbi specializzandi alle prime armi, quanto piuttosto di esperti professionisti, brizzolati, dal piglio sicuro.

La luce del dipinto e la nostra attenzione si concentrano sulle insegne più evidenti, esteriori e universalmente legittimanti del- l’autorità attribuita agli eredi di Ippocrate: i bianchi camici ina- midati, in questo caso, a ben vedere, l’unico indizio che con- senta di situare la scena.

Veronica Liotti

Daniele Galliano, Prima di tutto la salute, 2012, olio su tela, cm 40× 50,

Courtesy l’artista

Daniele Galliano nasce a Pinerolo nel 1961; negli anni Novanta prende avvio la sua carriera espositiva a Torino, città in cui vive e lavora ancora oggi.

Autodidatta, si forma all’interno della scena pittorica italia- na nascente sul finire degli anni Ottanta, e conquista in breve tempo il favore di critica e pubblico anche all’este- ro. Oltre a un numero consistente di esposizioni naziona- li e internazionali, Galliano ha al suo attivo una vasta e varia gamma di esperienze trans-disciplinari avendo colla- borato con registi, musicisti e scrittori.

Nel 2009 è stato tra gli artisti invitati a partecipare al Padiglione Italia, a cura di Luca Beatrice, all’interno della 53esima Biennale di Venezia diretta da Daniel Birnbaum.

Inoltre, proprio in questi giorni, si sta concludendo al Castello Svevo di Bari la collettiva il Giardino Segreto, con opere dello stesso Galliano.

Del ricco curriculum espositivo ci limitiamo a segnalare, per ragioni di spazio, solo alcune tra le più recenti personali:

Daniele Galliano, Palazzo Leone da Perego, Legnano (2012); Urbi et Orbi, SALe, Legnano (2011); Constellations, Livingstone Gallery, Den Haag-Olanda (2011); I’m going up and I’m going down, testo di Marco Ponti, Galleria In Arco, Torino (2010); Jesus’ blood never failed me yet, Södertälje Konstall, Luna Kulturhus, Södertälje-Svezia (2010); All good things, a cura di Marco Meneguzzo, Studio d’Arte Raffaelli, Trento (2008); Martians, Esso Gallery, New York-USA (2008); Beyond differences. Daniele Galliano, Claudia Grassi, James Rielly, Galleria In Arco, Torino (2007); Daniele Galliano. Recent paintings, Livingstone Gallery, Den Haag- Olanda (2006); Inadecuados, Galería Distrito Cu4tro, Madrid-Spagna (2004); Il sale della terra, Marco Noire Contemporary Art, Torino (2003); Daniele Galliano, Galerie Voss, Düsseldorf-Germania (2002).

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