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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.49 (1922) n.2496, 5 marzo

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GAZZETTA SETTIMANALE

I SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI

Direttore M. J . de Johannis

Anno M - Voi. l i

ìm rìm

5-12 Mano 1922

I

ROMA

6 : V ia G r e g o r i a n a ,

*• N. 2496-97

S O M M A R IO

PARTE ECONOMICA. Crisi politica

Numeri indici dei prezzi delle merci nel commercio all’ ingrosso in Italia nel gennaio 1922. Riccardo Bachi.

Il mercato finanziario in Italia nel gennaio 1922. Riccardo

Bachi.

I problemi sociologici della guerra. Lanfranco Maroi RIVISTA DELLA PRODUZIONE.

La produzione del petrolio in Italia NOTIZIE VARIE

Dichiarazione delle merci per le statistiche doganali Indice delle valute degli Stati più importanti Alcuni dividendi di Società previsti

RIVISTA DEL MERCATO E DEI VALORI Rassegna settimanale

Mutui concessi dagli Istituti di credito fondiario dal 1* gen­ naio al 31 dicembre degli anni 1920 e 1921

Movimento dti depositi presso le casse di risparmio nel mese di settembre 1921

Datistatistici sulle Banchedi Credito Mo bilia re. Situazione degli Istitu ti di Credito Mo b il ia r e.

Prof. GIORGIO MORTARA

Prospettive economiche 1922

Volume di 342 pag. — Edizione fuori commercio Società’ Editrice « Leonardo da Vinci» : Città di Castello

Prof. RICCARDO BACHI L. 25

L’ Italia Economica nel 1920

con uno studio preliminare dell’anno 1921

Soc. Ed. « Dante Alighieri» — Roma - Milano - Napoli

Metron

Rivista Internar, di statistica diretta dal proj. Corrado Gir i Abbonamento L . 50.

Industrie Grafiche italiane — Rovigo.

PARTE ECONOMICA

1922

Il p r e z z o d i a b b o n a m e n t o è di lir e 4 0 annue per l’Italia e Colonie, e di lire 8 0 per l’Estero, pagate in moneta del paese di provenienza calcolate ‘alla pari ; sempre anticipato. Non si dà corso alle richieste di abbonamento, non accompagnate dal relativo importo.

L’abbonamento è a n n u o e decorre dal 1, gennaio.

Un fascicolo separato costa L . 4 per l’Italia e in proporzione per gli altri paesi.

Trascorso un mese dalla pubblicazione n o n s i t r a s m e t t o n o f a s c i c o l i r e c l a m a t i dagli abbonati.

I cacmbiamenti di indirizzo vanno accompagnati dalla fascetta e dalla rimessa di L . 6.

N o n s i i n v i a n o b o z z e degli scritti favoriti dai collaboratori, i quali debbono rimettere gli originali nella loro redazione definitiva. N o n si d a n n o in o m a g g i o e s tra tti, nè copie di fascicoli. Potrà solo essere tenuto conto degli indirizzi, che preventivamente gli autori avranno designato, per l’invio delle cop;e contenenti i loro scritti.

Per gli estratti richiedere alla Amministrazione il prezzo di costo

Crisi politica

Durante la lunga crisi ministeriale, che si è svolta nel mese decorso, le difficoltà incontrate dai parla­ mentari designati dalla Corona per costituire il Mi­ nistero, sono state di volta in volta attribuite alle cau­ se più disparate.

Chi volle ritrovare nel sistema elettorale vigente la ragione precipua che ha reso difficile fa costituzio­ ne di una maiggioranza compatta nella Camera bas­ sa; chi pose nella azione e nei veti, più o meno certi, di qualche gruppo politico la disfatta nei tentativi di alcuni eminenti uomini, annuiti dal desiderio di dare al paese un governo; chi nella deficienza degli uo­ mini stessi; chi nella poco omogeneità del gruppo de­ finito col nome di democrazia, composto come è no­ to delle tendenze più divergenti e meno conciliabili; chi nella mancanza di una chiara designazione alla soluzione della crisi da parte del parlamento ; chi nel contegno amlbiguo del partito socialista ; chi infine a tutte o a mo* 1: di queste cause o ad altre insieme combinate.

Il fatto si è che la crisi laboriosa risoltasi dopo un periodo relativamente lungo, con la formazione di un Ministero il-quale è privo dell’elemento essenzia­ le che giustifichi un cambiamento di governo e cioè di programma politico-economico, denota la impossi­ bilità /di sottoporre tuttora fi paese a determinate nor­ me e a precise direttive, intese a risolvere i princi­ pali problemi della vita nazionale, attraverso la vi­ sione di un periodo sufficientemente lungo e tale da garantire che il complesso delle riforme e delle prov­ videnze legislative, corrispondano ad un tutto armo­ nico e preordinato, si che i risultati sieno fra loro coordinati e che, ad esempio, la finanza dello Stato cammini e progredisca di pari passo colla economia delia nazione, che ¡ servizi attribuiti alla gestione del­ lo Stato si uniformino in un sistema globale e defi­ nito, ecc.

eco-I problemi del dopo guerra in una nazione la cui economia non è delle più agiate, hanno bisogno di essere non solo studiati, ma sopra tutto risoluti at­ traverso un periodo dii tempo abbastanza lungo, en­ tro i limiti del quale sieno stati predisposti e calcolati gli effetti delle direttive di Governo.

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66 L ’ECONOMISTA 5-12 marzo 1922 — N. 2496-97

rr.ai dal Parlamento una indicazione sicura della via dia seguire e del programma da attuare.

Ci è facile da ciò dedurre che la crisi politica, an­ ziché dipendere dalle cause innumerevoli che sono state denunciate in occasione della recente crisi mi­ nisteriale, rispecchi invece fedelmente la crisi stessa | di Coscienza politica, nella quale si trova la nazione .tutta, che, disorientata ancora a seguito dei cinque | anni dii guerra, non ha, a tutt’oggi, potuto ritrovare in sé stessa una fòrza determinata* di volontà collet­ tiva che possa orientare adeguatamente i governanti. Se ognuno di noi infatti compie uno scrupoloso e- same di coscienza, non poTrà forse non ritrovare uno stato di incertezza e di dubbio intorno alle migliori vie da battere per il riassetto economico e sociale del­ la nazione, a causa del permanere di quel turbamen­ to di tutti i valori, che è conseguenza tangibile della guerra.

Noi tutti comprendiamo abbastanza facilmente come le classi sociali abbiano acquistato e stabiliti rap- | porti reciproci diversi e meno differenziati di quelli j che preesistevano al conflitto europeo; d'altra parte riconosciamo che la conservazione del regime e delle istituzioni offre l’unica garanzia, a che il paese non ■ cada facile preda di un anarchico pericoloso o di un bolscevico, la cui esperienza non attrae più le classi avanzate. Nell’ordine dei fatti finanziari ed economici, ci- troviamo dinanzi a posizioni che sembravano para­ dossali prima della guerra : quali la entità del debito pubblico, il volume della circolazione, non più garan­ tito dalla proporzionale riserva metallica, l ’aumenta­ to costo di tutti i prodotti, la contrazione dei commer­ ci internazionali per effetto delle superlative barrie­ re doganali, la svalorizzazione dèlie classi intellettua- ■ li e borghesi, di fronte alla valorizzazione del lavoro manuale: le crisi parziali di vario genere, quali quelle delle industrie pesanti, della industria armatoriale, della bancaria

ecc-Dinanzi a tutti questi problemi e a1 queste nuove I situazioni assolute e relative, la nostra mente rimane i incerta se non smarrita e non sa più discernere con ! visione sicura, se il migliore indirizzo Dossa risiede- { re verso un conservatorismo, sia pure blando, o ver- J so un evoluzionismo semirivoluzionario,

j Da questa crisi dii coscienza che ci sembra rispec-

i

chiarsi non solo in tutta la stampa, ma anche in tutti ! i discorsi degli uomini più eminenti, in tutte ie ma­ nifestazioni del nostro pensiero deriva, noi crediamo, questa vaga incertezza sulle direttive del paese,_ che informano gli stessi programmi dei partiti politici.

Se tale quindi è la coscienza del paese, se tale è il suo stato-di crisi, è più che.naturale che se ne trovi la sua riproduzione e ripercussione nella formazione della Camera elettiva e che questa a sua volta non sappia, con designazioni ben definite, determinare u- na condotta di governo che possa essere assunta da­ gli uomini che vi aderiscono. * . .

Per noi perciò la ragione principale della crisi di governo va ricercata e quindi ritrovata nella crisi di coscienza del paese stesso.

Numeri indici dei prezzi deile merci

nel commercio all’ingrosso in Italia

nel gennaio 1922

In base alle nonne metodologiche _ diffusamente esposte nel «fascicolo 24 aprile 1921 di questa rivi­ sta, il nostro computo dei numeri indici del livello dei prezzi delle merci nel commercio all’ingrosso ha luogo contemporaneamente col metodo della media geometrica, della media aritm etica semplice e con base mobile : la base e data dalla media dei prezzi di ciascuna merce considerata nell’anno immediata­ mente precedente. Questa mobilita di base e stata adottata col fine di potere ampliare la lista delle merci prese in considerazione e mutare soltanto le qualità di merci e i mercati osservati, secondo le

opportunità date dalla disponibilità del materiale statistico primitivo.

Con l ’anno 1922, adunque, i nostri calcoli pog­ giano sui prezzi medi p leticati alla fine di ciascun mese dell’anno 1921 e così gli indici figuranti sia per le singole merci, che per 1 gruppi nelle tabelle analitiche saranno rapporti con la media dei prezzi nel 1921. Però, per rendere più agevole la perce­ zione della curva dei prezzi attraverso il tempo i ■dati sintetici raccolti nelle tabelle riassuntive sa­ ranno pur sempre riferiti alla media dell’anno 1920 e — per il dato generale — anche alla media del quinquennio 1901-905, cosi da mantenere la conti­ nuità con le anteriori cifre.

Nel presente articolo si presentano per il gen­ nàio 1922 unicamente indici medi aritmetici, riser­ vando al successivo articolo i più laboriosi dati medi geometrici.

Con l ’anno 192^ i nostri calcoli sono stati estesi a ioo merci, numero che riteniamo adeguatamente cospicuo date le condizioni dei mercati italiani e la disponibilità del materiale primitivo : riteniamo che tale numero non potrà essere agevolmente su­ perato nel prossimo , avvenire, senza prendere in considerazione, inopportunamente, anche merci di scarsa rilevanza economica a ristretto mercato o per cui non si abbia una nozione di un livello uni­ forme di prezzi praticato rispetto a qualità ben de­ terminate, secondo i criteri accettati prevalenta- mente per la formazione dei numeri indici. I/allar- gàmento notevole apportato ora ai nostri calcoli, è stato reso possibile principalmente per la pubblica­ zione iniziata nel maggio 1921 dalla Camera di Commercio di Milano, di un listino settimanale di prezzi, il quale contiene molte centinaia di merci e rispecchia Tandamento di uno tra i principali mercati del nostro paese.

Le merci da noi considerate sono tutte a largo traffico, prevalentemente derrate o materie prime o materie semi gregge di qualità ben definita. La distribuzione merceologica della più lunga lista feor- risponde quasi perfettamente a quella della lista precedente, come appare dai dati seguenti :

Nuova Serie precedente

serie N. delle Proporzione

(100 voci) voci percentuale

Derrate vegetali 25 19 . 25 Derrate animali 13 10 13 Prodotti chimici 11 8 19 Materie tessili 12 9 12 Minerali e metalli 16 12 16 Materiale da costruzione 6 5 7

Prodotti vegetali vari 5 4 5

Merci industriali varie 12 9 12

*

N ell’ampli amento dell’indagine, si è dato ulteriore applicazione all’espediente di includere parecchie voci affini per lo più corrispondenti a qualità di­ verse per le merci di maggiore importanza econo­ mica (grano, vino, olio, caffè, formaggio, carne, co­ tone, lana, seta, carbone, ferro e articoli siderur­ gici ; legnami, pelli, carta). Per parecchie voci già incluse nella precedente lista, si è preso a conside­ rare il mercato di Milano, in sostituzione di altri mercati a minore traffico : fra le cento merci con­ siderate, per quaranta sono presi in considerazione le*’quotazioni di Milano, per quaranta quelle di Ge­ nova, per otto quelle del mercato di Roma per cin ­ que quelle del mercato di Bologna, per una quella di Reggio nell’Btnilia e per sei merci le quotazioni sono di generale riferimento a tu tta l’Italia. Colla definitiva deposizione della « bardatura di guerra » sono presso che scomparse le quotazioni fissate dalla pubblica autorità.

Presentiamo qui appresso le medie degli indici del 1921 (76 merci), medie che servono per il con­ catenamento degli indici del 1922 ai dati anteriori.

Derrate alimentari vegetali 107.3

Derrate alimentari animali 117.3

Prodotti chimici 7 7 .0

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5-12 mareo 1922 — N. 2 496-97 V ECONOMISTA

----6 7 í

Minerali e metalli Materiali da costruzione Prodotti vegetali vari Merci industriali varie Indice generale 67.1 100.7 110.6 9 6 .4 92.48

Presentiamo qui appresso gli indici di gruppo per il gennaio 1922 (100 merci) posti a riscontro con quelli degli ultimi mesi anteriori (76 merci),

agosto sett. ottobre nov. die. genn. N. di merci Derrate vegetali 19 Derrate animali 10 Prodotti chimici 8 Materie tessili 9 Minerali e metalli 12 Materiali da costr. 5 Prodotti vegetali 4 Mater. ind. varie 9 Ind. gen. (base 1920) 76 Ind. generale (base

1901-1905) 76 106.7 113.6 112.7 124.8 6 7 .9 7 1.2 61 .7 59 .7 9 2 .3 96.1 86.8 75 .2 58 .9 9 0 .9 102.2 9 2 .9 115.8 114.1 128.5 125.8 7 4 .6 75 .7 7 5 .6 7 5 .4 64.1 65.2 9 0 .9 89 .7 114.4 113.7 9 4 .2 9 3 .7 115.3 111.6 120.6 113.7 7 3 .5 7 3 .0 7 9 .4 74 .2 6 6 .0 6 3 .9 89.1 9 6 .6 113.7 112.4 9 3 .8 9 4 .3 86.77 92.89 95.95, 9 5 .2 7 9 5 .2 3 9 2 .4 682.65 730.80 754.88 749.53 749.21727.29

L ’indice generale segna una diminuzione di circa il due per cento in confronto con quello del pre­ cedente dicembre, pur attraverso parécchie varia­ zioni nei dati relativi a merci singole. Iva curva generale dei prezzi segna oramai da parecchi mesi una tendenza pressoché statica a un livello oscil­ lante intorno al 5 % al disotto della media del 1920 : sembra prolungarsi la tendenza all’assesta­ mento dopo l ’anteriore gran mobilità : il ribasso nei cambi delineatosi nella seconda metà del gen­ naio, avrà, però, una immancabile tardiva ripercus­ sione sul livello dei prezzi nel nostro mercato.

Per le derrate alimentari vegetali, lungo il mese di gennaio, attraverso parecchi spostamenti di prezzi, è prevalsa la tendenza al ribasso. Per il frumento il mercato è decisamente orientato alla debolezza e la discesa dei prezzi risulta sensibile sopratutto per la merce estera, anche in conseguenza dell’at- teuuqzione nei cambi : a favorire il ribasso hanno concorso le condizioni meteoriche, fattesi più pro­ pizie alla vegetazione ; in previsione di ribassi ul­ teriori gli affari sono stati piuttosto scarsi. Qualche discesa di prezzi si è verificata anche pel risone, sopratutto per le qualità di grande consumo ; spo­ stamenti poco notevoli si hanno fra i cereali mi­ nori : pel granturco prosegue la tendenza al rialzo.

Per gli ortaggi e i legumi prevale decisamente il rialzo sia per la riduzione dei depositi che per il dilatarsi della esportazione : notevole il rialzo nei prezzi delle patate ; piuttosto pesante il mercato delle frutte secche ; prevalentemente fiacco quello degli agrumi, essendo ancora scarsa la domanda estera; piuttosto critica la situazione del mercato vinicolo essendo sensibilmente ridotto il consumo da parte della classe operaia : la richiesta è alquanto migliore per i vini ad alta gradazione alcoolica. Prosegue una certa fiacchezza nel mercato oleario in relazione all’ulteriore declinare nei prezzi degli oli di semi. Pressoché invariate le quotazioni del caffè, dello zucchero, del cacao,

Prosegue la tendenza al ribasso, in complesso, per il gruppo delle derrate di origine animale

Per i pesci conservati, malgrado il risveglio di affari e di consumi provocato dalla temperatura ri­ gida) si hanno solo lievi spostamenti nei prezzi. Per il burro e per i formaggi di pasta molle pro­ segue il movimento di discesa mentre si manten­ gono elevati i prezzi dei formaggi di pasta dura in vista dell’esportazione rilevante. Prosegue la di­ scesa stagionale nei prezzi delle uova. Per il be­ stiame bovino la tendenza è stazionaria, con qual­ che debolezza rispetto ai capi da macello in con­ seguenza della cospicua importazione di carpe fre­ sca dall’Ungheria ; piuttosto ristretta ancora la cor­ rente degli affari nel commercio dei suini ; in ri­ basso il lardo e lo strutto.

Per il gruppo dei 'prodotti chimici l ’indice segna un lievissimo spostamento nel complessivo livello dei prezzi. Per parecchi concimi le quotazioni sono

in discesa e la richiesta scarsa, malgrado la evidente conseguenza di stimolare con la concimazione la vegetazione del frumento, in ritardo per la tardiva semina. In qualche sostegno il solfato di rame, ma con scarsa richiesta.

Per il gruppo delle materie tessili l ’indice segna un ribasso di circa 11 '5 %. Per cotone sul mercato britannico e su quello americano prevale sempre la tendenza debole in relazione alla scarsa domanda di tessuti, malgrado che il rapporto sulla quantità di cotone sottoposto a sgranatura abbia indicato una quantità assai inferiore a quella corrispondente nelle campagne precedenti ; la tendenza ribassista è stata favorita, anche dalla mala riuscita di un tentativo di sindacato al rialzo nell’India : in forte discesa i prezzi sul mercato egiziano ; una lieve fa l­ cidia si è constatata già nel prezzo medio dei filati sul nostro mercato. E ’ in prevalenza fiacco il mer­ cato nazionale per le lane, sia indigene che estere, mentre nelle ultime aste australiane si è consta­ tata una qualche tendenza al sostegno. Il movi­ mento rialzista per la canapa ha avuto uno svol­ gimento effìmero, essendo privo di base con la e- norme disponibilità di materia e la scarsa domanda industriale, sia interna che estera. Piuttosto inattivo il mercato internazionale del lino e fermo quello della juta. Piuttosto scarse le transazioni nel nostro mercato serico : il movimento speculativo ribassi­ sta dell’Estremo Oriente ha avuto anche fra noi qualche parziale ripercussione: la scarsità di richie­ ste di filati riduce sovra tutto le transazioni sui bozzoli, provocando sensibili falcidie sui prezzi.

L ’indice per il gruppo dei minerali e metalli segna anche esso una lieve diminuzione nei prezzi. La crisi economica influisce sempre a mantenere scarsa la domanda di carbone fossile e a intonare alla de­ bolezza il mercato : in Ita lia le falcidie sono state specialmente marcate per le qualità inferiori, men­ tre qualche sostegno si è avuto rispetto alle qua­ lità primarie da vapore. La crisi economica man­ tiene l’orientamento debole anche per il mercato metallurgico, per il quale il consumo è ristretto e gli affari lim itati. Perda ghisa in Inghilterra si è avuto un nuovo ribasso, mentre sono rimaste in ­ variate le quotazioni per l ’acciaio e il ferro , sul nostro mercato si ha qualche riduzione nel prezzo della ghisa e lieve rialzo in quello del ferro e in qualche articolo di prima lavorazione ; variazioni lievi in vario senso sono registrate per i metalli minori.

Per i materiali dot, costruzione il nostro indice se­ gna un lieve rialzo prevalentemente dovuto al rin­ caro per la calce : pressoché stazionarie le quota­ zioni dei legnami al basso livello precedentemente raggiunto.

Per i prodotti vegetali vari si ha una lievissima variazione nell’indice che riflette un qualehe ulte­ riore movimento di rialzo nel prezzo del foraggio con la più larga richiesta determinata dalle «ondi- zioni meteoriche e specialmente con le maggiori difficoltà nei trasporti che riducono le disponibilità nei centri di consumo. Questo rialzo è neutraliz­ zato nel nostri calcoli dalla falcidia avvenuta sulla quotazione della legna da ardere nel mercato di Genova.

Per il gruppo delle merci industriali varie l ’in­ dice segna un lieve rialzo. Una considerevole di­ minuzione è avvenuta alfine nel prezzo del gas il­ luminante. Il mercato dei pellami è decisamente orientato al rialzo con la più larga richiesta di conciato da parte dei calzaturifici, specialmente per i vitelli al cromo : il rialzo è meno pronunciato per le pelli da suola, mentre è più sensibile per qualche tipo di pelli esotiche. Invariati i prezzi del petrolio, della benzina, della carta, del sapone per i tipi considerati nei nostri calcoli.

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"TF . -, "-y!". .

«8 L'ECONOMISTA 5-12 marzo 1922 — N. 2496-97

11 mercato finanziario in Italia

nel gennaio 1922

Presentiamo qui appresso i numeri indici compu­ tati per il mese di gennaio rispetto ai prezzi di com­ penso delle azioni della maggiore parte delle società anonime che sono oggetto di quotazione nelle nostre borse. Secondo le norme metodologiche già note ai lettori di questa rivista, la base per il computo dei nostri numeri indici è mobile ed e data dal prezzo di compenso alla fine del dicembre dell ’anno immedia­ tamente precedente,: per-ciascun anno il complesso delle società considerate subisce variazioni in dipen­ denza. della cessazione di imprese e della quotazione dei rispettivi titoli nelle borse, e per la creazione di nuove imprese ed introduzione di nuovi titoli nei listini di borsa : qualche variazione nel complesso delle società considerate deriva specialmente dalla e- liminazione di qualche azienda i cui titoli .risultano ora poco trattati. Tra le innovazioni, sono special- mente notevoli la esclusione della Banca Italiana di Sconto, essendo, con la moratoria, cessate le quota­ zioni :d'i .borsa e la introduzione nella lista delle so­ cietà esaminate di parecchie società triestine di si­ curtà, di banca, di navigazione e di costruzione na­ vale. Le società considerate sono 130 ed il capitale sociale complessivo alla fine dello scorso dicembre ammontava a circa milioni

6893-Numeri indici Numeri indici uj E CM Cd<M

sulla base sulla base O i—• *-•

TITOLI deldicemb.1918 del dicembre 1921 tu d..~ C(J . . -a c dicemb. gennaio dicem. gennaio 'C rz; cuo__

1921 1922 1921 1922 <D

Istituti di credito. 94.19 94.20 100.00 100.02 + 0.02 E x ferroviari . . . 50.84 50.80 100.00 9 9.93 —- 0.07 Trasporti terrestri. 58.45 58.86 100.00 100.71 + 0.71 Trasporti marittimi 53.97 48.49 100.00 89.85 — 10.15 Industria del cotone 125.08 120.16 100.00 96.07 — 3 39 Industria della juta 102.15 102.15 100.00 100.00

Industria della lana 118.41 116.33 100.00 98 24 ex 0.24 1.52 Ind. del lino e can. 155.41 124.92 10Ô.00 80.38 ex 6.67 — 12.95 Industria della seta 153 85 147.82 100.00 9 6 .0 8 — 3.92 Miniere... 53.23 53.26 100.00 100.06 e x 0.09 + 0.15 Ind. siderurgiche. 17.77 18.46 100.00 103 89 e x 0.64 + 4.53 Ind. meccaniche. 32.81 31.16 100.00 94 98 — 5.02 Ind. delle autom. 56.29 5 0.46 100.00 89 64 — 10.36 Ind. elettriche . . 67.95 65.35 100.00 9 6 . 17 — 3.83 Ind. chimiche . . 58.98 5 4 .6 6 100.00 9 2.67 — 7.33 Ind. dello zucchero 101.54 95.52 100.00 94.07 e x 3.19 — 2.74 Ind. aliment. varie. 107.33 105.00 100.00 9 7.83 — 2.17 Acquedotti . . . . 90.35 88.46 100.00 97.91 e x 0.1 4 — 1.95 -ocietà immobiliari 100.64 9 8 .0 6 100.00 9 7 .4 4 — 2.66 Società diverse . . 112.26 107.61 100 00 95.86 ex 0.91 — 3.23

Indice gener. 63.84 61.68 100.00 96 61 ex 0.26 — 3.03

Gli indici sono, adunque, computati rispetto alla j base del -dicemlbre 1921 e riferiti anche (mediante concatenamento con g l’indici computati nel prece­ dente triennio) alla vecchia base del dicembre 1918.

Due tabelle esposte nel prossimo fascicolo pre­ sentano i dati analitici rispetto a ciascuna singola' so­ cietà e indici di gruppo che risalgono attraverso il precedente biennio.

Il mercato finanziario attraverso il mese di gennaio ha avuto uno svolgimento irregolare ©di assai anor­ male ancora in conseguenza della crisi bancaria : è , perdurato il divieto delle transazioni a termine, così che le quotazioni figuranti nei listini hanno significato diverso dal consueto; nelle prime sedute del mese il mercato ha avuto svolgimento anormalissimo conti­ nuando il panico e non essendo ancora assestata la liquidazione del mese precedente, ma anche di poi il volume degli 'affari è stato sempre molto ristretto rispetto ai titoli azionari nella generale astensione del capitale privato e nella prevalente tendenza ai realizzi : da parte del capitale privato si è svolta una sensibile corrente di investimenti in titoli di Stato,

la quale ha determinatto per tali titoli un certo soste­ gno; al rialzo nelle quotazioni delle rendite di Stato ' ha contribuito anche l ’acquisto da parte di Istituti bancari in dipendenza delle richieste per ritiro di titoli affidati a tali istituti in comodato da privati.

L ’indice complessivo segna un ribasso di circa il 3 °ó rispetto alla fine del mese precedente; il ribasso sarebbe ben maggiore se si potesse tenere conto an­ che della imponente discesa avvenuta per le azioni

della Banca di Sconto, le quali in private transazioni verso la fine di gennaio sembra sieno discese sino a circa L. 100, molto lungi dalla quotazione formale di 500 registrata quale prèzzo di compenso per il

dicembre-Rispetto ai singoli gruppi di società, è notevole la stasi registrata dagli indici per le azioni bancarie, il cui mercato è stato indubbiamente difeso : la stasi deriva da variazioni particolari in vario senso per i singoli titoli. Notevole anche la lievissima variazione di livello registrata per i titoli ex-ferroviari malgra- d'o la connessione fra le aziende delle meridionali e taluna delle società più colpite dalle recenti vicende : vero è che questi titoli hanno ultimamente subito già imponenti falcidie. Minima ancora la variazione per i titoli dei trasporti terrestri, mentre un grosso ri­ basso è registrato per i valori marittimi in relazione al sempre sfavorevole andamento di questo ramo di attività e ai nuovi conflitti con la' massa lavoratrice : la discesa si è verificaia sia rispetto alle azioni di al­ cune grosse società del vecchio territorio che per le maggiori imprese triestine : la discesa massima si è

avuta per le azioni della SNIA. Sensibili diminu­ zioni si sono verificate per vari rami delie industrie tessili. I titoli minerari sono rimasti quasi invariati in complesso al ¡basso livello cui sono discesi mentre per i valori siderurgici l ’indice segna un rialzo del 4 1/2% dovuto prevalentemente a una tenue rivalu­ tazione nelle azioni dellTlva dopo le ultime-discus- sioni sul riassetto dell’impjresa : l’indice segna pur sempre falcidia di oltre i 4/5 rispetto a ll’entità vigente alfa fine del

1918-Per i valori meccanici si è constatata una nuova I diminuzione del 5 %, prevalentemente dovuta alla Ansaldo : anche per questa società la falcidia -rispetto j al 1918 è veramente imponente, pari ad oltre i due | terzi. Un grosso ribasso del 10 % si ha per i valori i automobistici in reazione alla precedente ascesa spe­ culativa. Per i valori elettrici si ha ribasso di quasi

j

il 4 %, al quale contribuiscono parecchie fra le a- ziende esaminate e che si riattacca alla crisi dtell 'in­ dustria determinata dalla deficenza di forza idrica. Sensibilissimo il ribasso per le società chimiche in I previsione di qualche svalutazione o mancanza di di­ videndo. Le falcidie del 2 o del 3 % avvertite per gli ultimi gruppi di società, oggetto di meno frequenti transazioni corrispondono in complesso alla generale fiacchezza del

mercato-Per il complesso dei titoli -esaminati, la compara­ zione col livello praticato alla fine del 1918 segna | svalutazione per circa i 2/5.

Riguardo Bachi. (Le tabelle complete saranno pubblicate nei prossimi fascicoli)

1 problemi sociologici della guerra

La letteratura, non sempre serena ed imparziale, a cui il grandioso fenomeno della guerra ha dato oc­ casione e materia, si è di recente accresciuta di una notevole opera di Corrado Gini ( 1).

Essa si presenta come una raccolta di studi apparsi su periodici o in atti di congressi o -di commissioni e nei quali sono trattati problemi di sociologia, ¡di sta­ tica demografica, di eugenica, di economia politica. E ’ frequente il caso in cui pubblicazioni del genere,

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5-1 2 marzo 1922 — N. 2496-97 L’ ECONOMISTA 69 che riuniscono studi su vari argomenti, trattati in

diverse epoche, risentano della mancanza di omo­ geneità e di unità; ma diremo subito che questo ap­ punto non può muoversi al presente volume del Gini. La guerra nel suo aspetto sociologico è l ’argomen­ to del volume; e nulla vi si contiene che non si rife­ risca a tale argomento non solo, ma i vari argomenti

possono addirittura considerarsi altrettanti capitoli di un libro pensato nel suo insieme e scritto in rispon­ denza al programma prestabilito. Bisognava studiare le cause della guerra; ed i primi tre capitoli trattano di quelli che dal punto di vista sociologico sono da ritenersi i principali fattori del conflitto in genere, meno visibili degli altri per la loro natura e per il modo col quale operano sulla vita e sul destino dei popoli, ma non meno essenziali quando si voglia spie­ gare un fatto che ha profondamente mutato l ’Europa

nell’essenza delia sua costituzione materiale e morale. Nel campo demografico ed economico la guerra ha fat­ to sentire effetti di una importanza decisiva, se, come ora abbiamo detto, l ’organismo di tutti gli, Stati ha subito le scosse più gravi, ed appositi capitoli esami­ nano alcuni dei più imiportanti effetti demografici : l'au­ mento di mortalità, la mortalità infantile, le conse­ guenze eugeniche e disgeniche della coscrizione mili­ tare; effetti economici : il costo della guerra, il pre­ sumibile ammontare dei danni di guerra, la indennità a cui l ’Italia avrebbe diritto, i criteri di valutazione della ricchezza nazionale in genere e deli’Italia in particolare in rapporto altresì al costo della, guerra.

Alle cause delle guerre in genere e di quella eu­ ropea in particolare si riferiscono dunque i primi tre capitoli ( Fattori latenti dielle guerre ; Cause apparen­

ti delle guerre,- Teorie sulle cause delle guerre, pa­ gine 1-93). Con analisi acuta l ’A. dimostra come quel­ le -che ordinariamente si adducono a cause delle guer­ re ne sono soltanto motivazioni, a cui le classi diri­ genti o i popoli ricorrono una volta che la guerra ap­ pare inevitabile o è scoppiata. Si intende che queste motivazioni rispondono per lo più ai sentimenti o agli ideali dei popoli ed è perciò che esse variano col tempo in armonia col variare dei sentimenti che sono i più diffusi o appaiono i più nobili. Non può ne­ garsi ancora che queste motivazioni col progre­ dire _ della civiltà e dello sviluppo dei popoli, han­ no via via acquistato un carattere più generale e più profondo fino al punto da presentarsi nella loro ap­ parenza, come effettive cause d!i guerra. Ed, infatti, dai tempi in cui le guerre si facevan derivare da una mancata promessa di matrimonio, da una contesa reli­ giosa o da ragioni dinastiche, si è passati alle guerre che sarebbero state dichiarate per scopi più plausi­ bili; ribellione allo straniero, risveglio del sentimento di nazionalità, accaparramento di colonie, solidarietà con nazioni alleate o amiche ecc.

E con l ’andàr del tempo non solo sono mutate le giustificazioni delle guerre, ma si è cercata ancora una spiegazione deile guerre passate più confacente alla natura umana ed all’ordine delle cose. Gli storici mo­ derni, ad esempio, sembrando assurdo che i popoli ri­ corressero alle armi per costringere la coscienza reli­ giosa di altri popoli o per lavare l’onta di un talamo re­ gale violato o di una mancata promessa di matrimo­ nio, si sono sforzati a ricercare con ogni cura quali conflitti economici potessero nascondersi sotto le mo­ tivazioni coniugali, dinastiche, religiose sul cui nome si combattevano le guerre passate. Il-fattore econo­ mico, neg-Ii attuali tempi, infatti, è quello che più si presta a spiegare l ’atteggiamento e l ’azione degli Stati.

Da questa continua varietà e mutabilità di argo­ mentazioni addotte per giustificare un fenomeno così grandioso e terribile quale una guerra, appare chiaro come quelle che si sono finora esposte non costituisca­ no delle guerre le cause essenziali, ma solo cause apparenti. E ’ possibile infatti, pur tenendo conto del mutamento delle relazioni internazionali e delle con­ dizioni interne-dei vari popoli, che le stesse cause che

in un’epoca avrebbero provocato lo scoppio di un con­ flitto, in un’altra epoca fossero completamente scom­ parse?

Egli è, per vero che cause più generali e profonde debbono esistere, in ogni luogo ed in ogni tempo, per spingere i popoli con rinnovato accanimento a com­ battersi.

Anche queste teorie generali il Gini prende in e-, same, confutandole ; quella -che attribuisce la guerra a cause storiche.. aH’a'zion-e cioè esercitata! per una specie di forza -di inerzia; l ’altra della naturale ed ir­ riducibile combattività umana ; una terza che riguarda la guerra come una necèssità biologica e sociologica, destinata a salvaguardare i popoli dall’apatia, dalla de­ cadenza, -dalla rovina, ed un’ultima teoria che ricer­ ca le cause nelle diversità psichiche delle varie popo­ lazione. In ultimo passa alla teoria demografica delle guerre, facendo rilevare come debbiano considerarsi unilaterali le motivazioni con -cui quella teoria è stata presentata; e cioè che le guerre siano dovute alla tendenza da parte degli abitanti di Stati a! popolazio­ ne più densa di riversarsi entro gli Stati a popola­ zione più rada, in quanto che non si tiene conto della diversità di rendimento che, a parità di superficie, possano avere i territori di due popolazioni ; oppure che la pressione demogra,ficai di una nazione su di. un’altra deriverebbe -dal diverso rapporto che in esse intercede fra po-po-lazione e sussistenze; oppure che le guerre derivino dalla pressione demografica che si origina tra le nazioni per il diverso rapporto che in­ tercede fra popolazione e ricchezza.

Nelle varie teorie, dunque, sopra enunciate, alcune delle quali pertanto contengono elementi -che al fine, paiono accettabili, l ’A, ne sostituisce una più com­ prensiva non solo, ma più adatta ad indicare le cause prime dei conflitti armati fra nazioni diverse, oltre -che spesso quelle delle guerre civili e delle rivoluzioni formulandola -così : a I conflitti armati tra i popoli o- fra le classi sociali sono dovuti al risveglio ed all’e- siasperazione, in tutte od in alcune classi, -della com­ battività umana, di fronte agli ostacoli che le diversità fisiche e psichiche delle popolazioni oppongono alla ten­ denza -dei vari elementi sociali a distribuirsi conforme­ mente alla loro naturale forza di espansione ».

Fra gli argomenti che il Gini ha trattato per stu­ diare gli effetti demografici ed economici della guerra alcuni meritano di essere particolarmente ricordati.

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antenatale, si diffusero i soccorsi alle famiglie povere e provvedimenti speciali furono disposti quasi in ogni Stato per assicurare ai bambini una quantità di latte sufficiente. Altro risultato notevole è che i concepiti durante la guerra non mostrano una costituzione più debole dei concepiti in tempo di pace.

Problema che dà luogo a discordi conclusioni è quello intorno agli effetti eugenici del servizio mili­ tare- Gli avversari della guerra sostengono che il ser­ vizio militare contribuisca al peggioramento della raz­ za rendendo difficile durante la prima giovinezza il matrimonio e diminuendo così la prolificità della popo­ lazione fisicamente più robusta, ed in secondo luogo esponendo al frequente rischio di malattie veneree, le quali, quando non portano alla sterilità, hanno sulla costituzione dei figli effetti deleteri. Per con- veiso osservano i difensori della' guerra che il ser­ vizio militare rende il soldato più robusto e, quan­ tunque le moderne vedute biologiche portino ad1 esclu­ dere che la robustezza, in quanto sia carattere acqui­ sito, si trasmetta ai figli, pure non si può negare che le condizioni favorevoli dell'organismo giovino alla sa­ lute della) prole. Tutta la questione sta se debbano ri­ tenersi prevalenti, nei loro effètti, le circostanze sfa­ vorevoli messe in luce dagli uni e quelle favorevoli poste in evidenza dagli altri.

Il Gini ritiene, in base ad una esauriente dim ostra­ zione statistica, che coloro i quali sono sottoposti alla ferm a militare si sposano, è vero, più tardi dei loro coetanei, ma si sposano con maggiore frequenza. Fino ad una certa età, poi, che varia da 2 5 a 4 0 anni il numero medio dei figli viventi risulta inferiore per coloro che hanno compiuto la ferm a m ilitare, in r e la ­ zione con la minore durata dei loro matrimoni ; ma ol­ tre i 40 anni, se non prima, coloro che hanno com ­ piuto la ferma m ilitare hanno in media un num ero di figli viventi superiore ai loro coetanei, pure idonei alle arm i. P er quanto amm agliatisi pi tardi, gli idonei alle armi sembrano dar luogo a matrimoni più prolifici, co­ me se il favore di cui godono nella selezione m atrimo­ niale perm ettesse loro di impalmare donne più giovani o più sane e robuste e quindi più feconde. L a conclu­ sione a cui perviene l ’A. è che la ferm a m ilitare favo­ risce o almeno non ostacola la riproduttività di coloro ch e vi sono sottoposti.

Per quanto è relativo agii effetti economici della guerra si deve attribuire all'A. il merito di avere, per il primo, presentato nelle sue linee caratteristiche ed essenziali la questione del costo della guerra di aver mostrato quanto fossero erronee le impressioni che si ritraggono da un’osservazione superficiale del proble­ mi' e di aver vagliato, con criterio scientifico e pra­ tico assieme, i danni ed i vantaggi immediati e me­ diati dalla guerra' nei riguardi finanziari! ed econo­ mici. Avvenimenti successivi, imprevedibili quando lo studio venne eseguito, indurrebbero oggi a modificare taiune affermazioni ; ma lo scritto resta sempre la fon­ te più precisa e lo schema più compieto di tutti gli elementi che occorre considerare per chi voglia com­ prendere il complesso bilancio del costo della guerra. In un successivo capitolo l ’A. passa ad una valu­ tazione effettiva del presumibile ammontare dei danni di guerra delle terre invase e sotto fuoco e, per ne­ cessità di calcoli e di confronti, offre un preziosis­ simo e nuovo contributo aliai valutazione della ric­ chezza italiana prima delia guerra ed alle variazioni subite dalia nostra ricchezza durante la guerra stessa.

In due .altri capitoli la questione della ricchezza viene considerata da un punto di vista essenzialm en­ te teorico ; ed in essi, cogliendo occasione dà alcune critich e m osse all© valutazioni delia ricchezza, f ’A. ri­ prende in esam e i principali elem enti ch e entrano nel computo del calcolo della ricchezzai mettendoli assai spesso in relazione al fenomeno particolare delia guer­ ra e spiegandone, in questo caso, la diversa pestata.

II capitolo dell’indennità di guerra a cui l ’Italia a- vrebbe diritte , pubblicato appena dopo- lai fine della guerra, conserva ancor oggi un valore grandissime

co-5-12 marzo 1922 — N. 2496-97

me cqjcoio delie perdite incontrate dalla nazione italia­ na per danni subiti e per mancato incremento della ricchezza, e più che per le cifre esposte è importante per l'Indicazione dei '."iteri da seguire per giungere alla valutazione -ompieta di dette pe»dite.

Lanfranco Maroi.

RIVISTA DELLA PRODUZIONE

La produzione del petrolio in Italia

Il pospetto che segue — troviamo nella rivista “ L ’in­ dustria M eccanica „ — si riferisce alla produzione del petrolio in Italia, che, affatto trascurabile nel periodo anteriore al 1900, è venuto gradatamente aumentando nel primo decennio del secolo attuale, superando le 10 mila tonn. nel 1911, per decrescere negli anni suc­ cessivi a meno di 5 mila tonnellate :

Anno Tonn. Anno Tonn.

1860 5 1913 6572 1870 12 1914 5542 1880 283 1915 6105 1890 417 1916 7035 1900 1633 1917 5(68 1910 1069 1918 4907 1911 10390 1919 4851 1912 7479 1920 5475

La produzione è quasi tutta concentrata nell’Emilia, dove si trovano le miniere di Velleia, Montechino e

Raliio (nel Piacentino) e di Vallezza, Ozzano e Miano di M edesano (Parm ense).

Soltanto neli’ultimo quinquennio si è ripresa la pro­ duzione della V alle del Liri, che aveva avuto a S . Gio­ vanni Incarico ed a Pico — una certa attività nel ven­ tennio 1870-1890 ma era stata poi abbandonata. La pro­ duzione è stata ripresa" specialmente a Ripi e a Castro dei Voisci, in seguito alla convenzione conchiusa dal soppresso Commissariato generale combustibili nazio­ nali con le Società “ Petroli d’ Italia „ e “ Italiana P e ­ troli e Bitumi Si tratta, però, di una produzione tut­ tora scarsa che, dopo aver raggiunto 742 tonn. nel 1915, si aggira intorno alle 400 tonnellate.

Anche dal 1915 è stata ripresa la produzione nella Valle di Pescara, di cinquanta tonnellate annue, che in passato era stata attivata saltuariamente (nel periodo 1880-87 e nel periodo 1890-1900) raggiungendo in qual­ che anno 290 (1884) e perfino 363 (1899) tonnellate.

P er intensificare la produzione del petrolio in Italia fu emanata la legge 1° marzo 1911 n. 250 recante premi per !e trivellazioni (di L. 30 per metro scavato oltre 30 metri di profondità, ridotto a L. 20 per fori situati tra loro a meno di 150 metri, ed aumentabile a L. 40 per escavazioni in provincie dove non esistono impianti pe­ troliferi per la durata di 15 anni). Tale legge non ha dato risultati apprezzabili, poiché, a causa sopratutto della guerra e dello sconvolgimento dei mercati, è ri­ masta quasi inapplicata.

NOTIZIE VARIE

Dichiarazione delle merci

per le statistiche doganali

Il Ministero delle Finanze comunica :

Nell'intento di porre su nuove basi l ’importante servizio della rilevazione dei valori delle merci, oggetto di traffico con l’estero, questo Ministero, con Decreto del 28 giugno 1921, faceva obbligo agli importatori, agli esportatori ed ai vettori o loro rappresentanti di fornire alle dogane, a partire dal 1. luglio u. s., per tutte le merci che attraversano la li­ nea doganaleg, sia in entrata che in uscita, insieme con le altre indicazioni, che sono già prescritte agli effetti statìstici (quantitativi, provenienza, destinazione), anche quella del valore.

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5-12 marzo 1922 — N. 2498-97 L ’ ECONOMISTA peritine dei prezzi, determinate sopratutto dalla mutevole

vicenda dei carnai.

! Avveniva perciò che le statistiche commerciali, in un primo momento, non davano, per l’anno cui esse si riferi- j vano, che una indicazione provvisoria del valore delle merci importate ed esportate, ben lotana, per il rapido avvicendarsi l dei prezzi, da quella reale; indicazione che, in via defini­ tiva, l ’apposita Commissione dei Valori era poi incaricata di j fissare sulla base dei prezzi medi effettivi, e ciò attraverso ; ricerche laboriose, indagini complicate, confronti e controlli I resi più diffìcili dalla distanza di tempo in cui venivano effet- ;[ tuati. Donde inevitabili inconvenienti e notevoli ritardi per j| cui veniva a mancare quello che è lo scopo precipuo ed im- || mediato dell'indagine statistica : la valutazione in lire dei i: nostri traffici con l’estero; valutazione qhe è l ’indice della situazione economica e commerciale, e che esprime il pas- !} sivo o l ’attivo della nostra bilancia commerciale in confronto : con l ’estero.

j , 11 nuovo ordinamento introdotto col Decreto surriferito, j che ha fatto già buona prova presso gli Stati meglio progre­ diti, consente, invece, con la dichiarazione del valore al- | l’atto dell’importazione o dell’esportazione delle merci — | dichiarazione controllata dalle dogane sulla scorta delle fat- j ture o degli altri documenti commerciali —• di poter fissare, ¡j con criterio il più possibile esatto, il valore reale delle merci ' e di seguire le variazioni in ogni momento. — Ma, perchè il j nuovo ordinamento risponda allo scopo cui è stato preordinato e trovi regolare applicazione, occorre che esso sia favorevol­ mente accolto e pienamente osservato dal ceto commerciale. Questo Ministero, non si dissimulava, certo, le prime dif­ ficoltà di applicazione derivanti dalla naturale riluttanza del commercio per ogni innovazione che prescrivesse obblighi e che turbasse antiche abitudini, ma esso confidava che, su­ perati i primi ostacoli, l’importanza delle nuove disposizioni non sarebbe sfuggita, alla classe dei commercianti, degli a- gricoltori e degli industriali, i quali avrebbero senza dubbio prestoi compreso come, specie in questo momento che se­ gna l’inizio di un nuovo periodo economico, le statistiche commerciali devono-essere l’indice, quanto più possibile pre­ ciso, della situazione del paese nei s'uoi cambi con l’estero, i Senonchè, il Ministero ha dovuto con rincrescimento con­ statare che, nonostante siano trascorsi alcuni mesi dalla data del provvedimento, il ceto commerciale, non solo non ri­ sponde al nuovo obbligo ad esso imposto con quella spon­ taneità che era desiderabile, ma cerca, anzi, di sottrarsene, dando indicazioni spesso non veritiere e qualche volta addi­ rittura fantastiche del valore delle merci.

La convinzione, purtroppo, profondamente radicata nell’a­ nimo di molto che richieste dei genere nascondano uno sco­ po fiscale, la cura sospettosa che si suole, porre nel con­ servare il segreto sulle fatture e sugli altri documenti, in­ ducono, forse, a dare notizie errate o assai approssimative ; ma non si considera che le dichiarazioni in dogana non ven­ gono, nella generalità dei casi, presetate a nome delle sin­ gole dite importatrici o esportatrici, bensì delle case di spe­ dizioni (il che viene ad escludere tra l’altro che i docu­ menti stessi possano servire per le indagini del fisco a carico dei singoli proprietari) e non si pensa che le frequenti con- testazi»ni che sorgono tra i funzionari e speditori per le er­ ronee dichiarazioni dei valori, vengono in sostanza ad in­ tralciare la normale speditezza deile operazioni doganali, con evidente danno dello stesso commercio.

Questo Ministero non ha mancato di fare, a mezzo dei fun­ zionari delle dogane, opera persuaisva presso gli spedizio­ nieri, chiarendo loro gli scopi del nuovo ordinamento e l ’im­ portanza assunta dalle statistiche commerciali, che sono la espressione meno fallace dell’attività della Nazione nei suoi traffici con l ’estero. Ma poiché continua, sebbene alquanta attenuata, la riluttanza degli spedizionieri ad otetmperare al- Lobbligo che loro incombe, riluttanza eh'essi giustificano col rifiuto da parte delle ditte rappresentate a dare precise indi­ cazioni sui valori e ad esibire i relativi documenti commer­ ciali, il Ministero deve rivolgere vivo appello alle Associa­ zioni commerciali, agrarie e industriali perchè vogliano, con efficace opera di propaganda, far conoscere ai propri conso­ ciati le alte finalità che l ’Amministrazione si propone di rag­ giungere, e persuaderli ed incitarli a dare volenteroso e pieno contributo alla completa applicazione del nuovo ordi­ namento, il quale non serve ad altri fini che a quelli della compilazione delle statistiche del commercio, e risponde per ciò a un vitale interesse del commercio estero.

Ora che ¡ .vecchi trattati sono decaduti, e nuove stipulazio­ ni commerciali si vanno prospettando, ora che gli Stati tutti, amichi e nuovi, tendono con ansia tormentosa, attraverso grandi difficoltà e incerti tentativi, a ricostruire e a formare la propria economia, o riallaciando antiche relazioni di traffi­ co o tentando nuove vie alla propria espansione economica, la esistenza di statistiche esatte, complete e sollecite ci può

mettere in grado di conoscere in qualunque momento con precisione quali siano e di quale importanza le nostre cor­ renti di traffico con l ’estero, quali i mercati che meglio si prestino al collocamento dei nostri prodotti.

Epperò il Ministero confida nella sincera cooperazione del- le Spett.Associazioni perchè i commercianti, gli agricoltori e gli industriali; dando segno della loro progredita coscienza economica e della loro conaspevolezza dell’attuale difficile momento, vogliano corrispondere alle aspettative di questa Amministrazione e contribuire con buona volontà a conse­ guire i fini cui lev an e disposizioni sono dirette.

■ Indice delle valute degli Stati più importanti Diamo nella seguente tabella, riportata dalla Frankfurter Zeitung, il movimento dell’indice delle valute per alcuni paesi importanti per il commercio internazionale:

Paesi l"lug. r a g . r s e t t . l° o tt. l°nov. l°d ic.

Germania 11.4 9 .7 9 .6 7 .4 4 .8 4 .8 Austria-Tedesca 1.5 1.1 1.1 0 .7 0 .5 0 .3 8 Stati Uniti 250 223 195 220 214 224 Inghilterra 184 159 172 193 194 195 Olanda 198 162 177 202 204 207 Svezia 18'. 163 133 211 216 221 Italia 54 43 47 47 4 6 .4 4 6 .5 Svizzera 228 185 203 236 Ì242 245 Spagna . 155 139 141 168 166 163 Belgio 90 76 82 83 84 75 Francia 93 79 85 92 86 82 Rumenia 16 12.2 12 9 .7 7 11

Per cui il valore del marco all’estero è disceso in media da 11.4 per cento al principio di dicembre. Cosi pure la valuta austriaca peggiorò fortemente. Ali’incontrc migliorarono dopo un primiero ri­ basso (in agosto), di mese in mese: il dollaro, la sterlina, il fiorino e la eorona svedese; rimasero circa nella stessa posizione la Svizzera, la Spagna e quasi anche l’Italia, mentre il franco in Belgio e Francia è disceso nuovamente, dopo ripetute oscillazioni, che dinotano la grande sensibilità di queste valute.

Alcuni dividendi di Società previsti

SO C IE T À ’ Corso attuale Dividendo Dividendo

approssimativo 1920 presunto

B a n c a d ’I t a l ia 1337 60 60

B a n c a Com m erc. 894 70 70

C redito Ita lia n o 624 45 45

B a n co d i R om a 112,50 8 8

M erid ion ali 272 25 8

M ed iterranee 158 9 7 F i a t 164 15 7 A n sald o S a n G iorgio 19 0 0 A nsaldo 39 0 0 E lb a 45 0 0 U va 16 0 0 T e rn i 410 45 0 E rid a n ia (31 marzo) 295 25 25 R a ffin erie » » 343 24 24 In d u s tria Z u c c h e r i (31 m arzo) 320 24 24 E le ttr ic ità A lta I t a l ia 273 17 20 N ip 124,75 8,75 IO

C o ton ificio V a lli di

E an zó 57 7 3 ,5 0

C o ton ificio P ie m o n tese 240 40 30

B a u ch tero (30 giugno)1 76 0 8-10

M o n te ca tin i 144 14 14-15

P a ra m a tti 148 18 15

F e co le rie Ita lia n e 131 IO IO

N ebiolo 236 35 35

O fficine di S a v ig lia n o 700 70 70

1edeschi 162 12 12

Gaz T o rin o 366 20 25

G h iaccio A rtificia le 41 2,50 3

Seco n d arie Sard e 152 0 7

B o n ifich e F e rre ra si 315 20 20 F o rn a c i R iu n ite 85 6,50 6,50 S n ia 25 0 0 G ilard in i (31 m arzo) 70 0 ■ 0 W a lte r M artin y 90 0 0 T ra m w a y s G enovesi 285 0 0 O fficine E le ttr ic h e Ge novesi 220 , x5 15 Ju tific io Sp ezia 103 IO , 5

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L ’ ECONOMISTA

RIVISTA DEL MERCATO E DEI VALORI

Rassegna settimanale

Settimana di vivacità e di buon umore nelle nostre borse, con nuovi e quasi insperati rialzi sui Fondi di Stato e su buona parte dei valori bancari ed! indu­ striali. A giustificare l ’aumerito concorre oltre alla ri- dazione dell’interesse sui Buoni del Tesoro, l ’abbon­ danza del denaro, che va crescendo vieppiù. 11 feno­ meno non è soltanto italiano, è europeo. Assistemmo alla riduzione in Inghilterra del tasso ufficiale dello sconto; in ¡svizzera si svolge da tempo un’intensissi­ ma campagna di rialzo sui titoli a reddito fisso che guadagnano giornalmente terreno e verso i quali afflui­ sce il denaro che si ritrae degii affari. Ed è forse questa per l ’Italia l ’unica, vera e fondamentale ragio­ ne che potrebbe mantenere e consolidare il rialzo in borsa dei valori di ogni specie. Inoltre, di fronte al- l'imminenza della pubblicazione dei bilanci delle no­ stre società anonime, potrebbe darsi che un piccolo gruppo di operatori volesse ripetere la solita campa­ gna delle cedole dei titoli azionari. Non si può inoltre tacere che la ripresa dei valori va in gran parte at­ tribuita alle compere e ricompre della speculazione. Da una quindicina di giorni numerosi ordini di ac­ quisto giunsero precisamente da Genova, ove pare esistesse da qualche mese un notevole scoperto. Han­ no già voltate le batterie?

Sono questi i principali motivi -che permisero l ’a­ scesa dei prezzi proprio nei momento in cui la situa­ zione politica italiana era d’elle più confuse ed incerte ed avrebbe potuto sconsigliare qualsiasi velleità d'au­ mento. Ed è tanto più rimarchevole il movimento ve­ rificatosi, se si considera che nessuna modificazione sostanziale è avvenuta nell’insieme della situazione ge­ nerate, la quale, sia dai punto di vista economico che da quello politico, appare tutt’altro che rischiarata. II movimento fondamentale è dunque quello cui accen­ navamo dianzi: la crescente abbondanza del denaro im parte stato sottratto alla borsa nei mesi scorsi sotto I l ’influenza dei gravissimi eventi verificatisi in fine d’anno e che oggi ritorna verso la borsa a cercarvi un’impiego. Ad eecentuare questa corrente vi sarebbe un senso di maggior fiducia nell’avvenire. Pei fondi di Stato poi s ’aggiunge probabilmente il fatto di note­ voli acquisti per parte di Istituti di Credito cui furono ritirati grossi quantitativi di titoli dati in passato a co ­ modato.

In Germania si adducono più o meno gli stessi mo­ tivi dell’abbondanza del denaro per giustificare i no­ tevoli aumenti verificatisi nelle ultime ottave sui prin- , cicali valori della borsa, aggiungendo inoltre la spinta che deriva in- tal senso dalla crescente inflazione mo­ netaria, che assilla quella nazione. La quale, nell’il­ lusione di potere porre argine al deprezzamento pro­ gressivo della propria valuta, ripristina le restrizioni per i -cambi che non potranno più essere trattati so non con l ’intervento delle banche autorizzate al com­ mercio delle divise. Queste non potranno alienare le divise estere se non dopo d'essersi accertate delia personalità del compratore tenuto a giustificare lo sco­ po dell’acquisto. E ’ proprio il caso di dire che scap­ pati i buoi si chiudono le staile, dappoiché molti mi­ liardi di divise estere sono ormai posti al sicuro al- l ’este-ro per parte di sudditi tedeschi. E ’ anzi inte­ ressante a questo proposito riferire l ’opinione di un banchiere svizzero di passaggio in questi giorni a To­ rino che conosce assai bene le condizioni economiche ; e finanziarie della Germania.

In Germania, egli afferma, industriali, banchieri, commercianti e capitalisti tutti posseggono forti som­ me all’estero. Egli formulava l ’ipotesi che la miseria monetaria della Germania fosse più che altro appa­ rente e non reale, abile manovra allo scopo di otte­ nere una forte riduzione dell’indennità di guerra- da pagarsi agli alleati. Egli è convinto che il giorno in cui l ’indennità tedesca fosse ridotta a-d una, cifra non

5-12 marzo 1922 — N. 2496-97

molto lontana da 30 miliardi oro, la Germania in 24 are avrebbe potuto pagare tutta la somma concordata facendo anzi immediatamente fronte ai suoi impe­ gni. Società e privati tedeschi, -rigurgitano di franchi svizzeri, dollari, sterline, fiorini olandesi ecc. E del resto ai tecnici è noto che in nessuna borsa d’Europa si trova con tanta facilità qualunque cifra di queste divise, come appunto a Berlino e F-rancoforte senza spostare i corsi dei cambi esteri.

La costituzione del Ministero Facta viene accolta con un- senso di sollievo giacché nonostante l’inva­ dente scetticismo verso la nostra vita politica un grave incubo pesava sugli affari. Il nome de! Sena­ tore Teofìlo Rossi a capo del Ministero della Indu­ stria e Commercio ha vive simpatie nel mondo indu­ striale e finanziario.

Infatti il valoroso industriale piem ontese attual­ m ente Presid ente della nostra C am era di C om m er­ ciò conosce a fonuo le -condizioni presenti ed i bisogni • della nostra vita econom ica e -certamente egli saprà tutelare i veri interessi nazionali dell'industria e del com m ercio. Anche i nomi dei titolari dei dicasteri ■delle F in a n z e e del Tesoro danno affidamento che il P aese non è esposto al pericolo di una finanza allegra o demagogica. Dunque, speriam o bene per il pros­ sima andamento degli affari nostri.

Come dicemmo, ottimo veramente fu il contegno dei Fondi di Stato. La.Rendita 3/2 % .da 73,50 lunedi sale intorno a 74 lire, la Rendita 3 1/2 % 1902 vale circa 6 7 ,5 0 ; il Consolidato 5 % con moto più accentuato da 77,45 si porta a 78,85, le Obbligazioni Ferroviarie 3 % si trattano a 256, ed i Buoni Settennali 5 % in­ torno a 99 lire. Venne ora decisa una prossima emis­ sione di un secondo miliardo -di buoni settennali ; spet­ terà al nuovo Ministero fissarne le condizioni. Da al­ cuni si indica con.e possibile una nuova riduzione in un prossimo avvenire del tasso- sui Buoni del Tesoro, e, se le cose dovessero continuare alla stregua odier­ na questa possibilità non dovrebbe davvero essere mol­ to remota, preparando cosi il terreno verso un primo scaglione di consolidamento dei debito fluttuale.

Desta interesse a questro proposito un nuovo pre­ stito emesso attualmente in Francia e scadenze sca­ glionate. Il prestito è emesso al 6 % al prezzo di 497 franchi per 500 di valore nominale ed è rimborsabile a piacimento dei detentori alile tre seguenti sca­ denze e nelle -cifre indicate :

a 50C Franchi il 1. Febbraio 1924 a 507 » il 1. Febbraio 1927 oppure a 525 » il 1 . Febbraio 1932

Notevoli miglioramenti segnano pure i valori ban­ cari. La Banca d'Italia dal minimo di 1325 giovedì sale oggi a 1340; la Banca Commerciale da 898 a 92 5 ; il Credito Italiano da 623 venerdì a 631 oggi con fluttuazioni incessanti. Il Banco di Roma si man­ tiene a 112 . Offerte le azioni -della Banca Sconto a 20 lire senza trovare compratori. Che parte diffi­ cile la ricostituzione dell’Istituto e l ’accordo coi cre­ ditori!! Credito Marittimo distribuirà 6/10 come nel 1920. Corso attuale 110.

Vi è chi teme che l ’èra delle vacche grasse per gli Istituti di Credito volga al tramonto e che special- mente le banche di carattere più spiccatamente finan­ ziarlo possano risentire le ripercussioni della crisi ge­ nerale economica e finanziaria che imperversa.

E ’ evidente che, mentre per un lato la stasi attuale degli sft’ari, la riduzione di lavoro, si riflettono sulle Banche, dall’altro non sono certo per diminuire le enormi spese di amministrazione e le gravosissime imposte accollate alle banche.

E ’ evidente pure, che l ’arresto delle operazioni fi­ nanziarie che già si verifica e che speriamo di non lunga durata, la sospensione di nuove creazioni indù- striali, trasformazioni e fusioni di aziende toglie alle banche fonte importanti di utili,.

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