OSSERVAZIONI SULLA
PROPRIETÀ DELLA SEGALE
CORNUTA DI...
Giovanni Bigeschi
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t
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La
naturaha
riposto nelladonna
lefor«ze proprie per sgravaisi del feto,
quando
vi
sono
tutte le condizioni necessarie peril parto naturale. Afaaccade
non
di rado^che queste forze sono insudicienti per il
compimento
diquestagran
funzione^ chesi prolunga allora
con
grave perìcolo del^^
la genitrice, e del figlio.
Era dunque
na^turale che Tarte venisse in suo soccorso, per liberarla alpiù, presto dai suoi spasì^
wi^ dai suoi timori, e per preservarla in«
aieme
colla sua prole dalle fatali conse^giienze,
da
cui sono entrambi minacciati in tali circostanze*Ma
disgraziatamente l'arte ostetricanon
offriva finora chepo^
che9 e spesso inutili risorse,
per
cui alla fineconveniva ricorrere all'estrazione del feto, operazione, che è per esso il più diDigitizedbyGoogle
movente funesta^ e
mai
priva di pericolo per 1^ genitrice.Ma
se T osservazioni dei Francesi^ e lemie
proprie, chevado a
riferire,continueranno ad essere ripetute coir istesso successo anche da altri
medi-
ci*08tetricij
sembra
cheoramai
siasi for- tunatamente ritrovatoun
sicuro, e puteor te rimedio per rianimare le forze proprie del parto,é
in conseguenza per accelera- re il naturalecompimento
di questa fun-zione,
È
qualchetempo
cheiolessiinun
Giorw naieMedico
, che in Francia si era speri*mentalaefficacissimala segalecornutaper rianimare le doglie del Parto, e poco do^
po venne
amia
notizia che il Sig. Dottor Bordot aveva pubblicato in ParigiunVpe-
rettaintitolata Instruotions surla santò des
femmes
enoeintes suivies de T emploid'unnouveau
medicaraent,propre
à
faciiiteret accélóror l'accouohementm\
opera che cercai di procurarmi alpiù pre- sto, ed alla fine di essa trovai undici os-
^pvazioni^dallequalirisultache Fusodella
«e^ale. (K)rQuta ravviva |^teatemeote ed
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5
in breveteiiipo,lalan^i<!e<3ontrdziotii ute- rine. Affine di conyincerrai dame
stesso di questainteres&antissima
virtù dellagale cornata ^
né
cercai in Toscatia pei*sperimentarla in questo
L
e R* O^pieio di Maternità^ ove ricevendosi solamente ledonne
incinte mUerabili,che sono le piitesposte a trovarsi indebolite dalle fatiche^ e sovente ancora per
un
troppo scarso, é cattivo nutrimento^sonoperciò molto fre^quentiicasi di travaglio del parto languì*
do
e debolissimo.Ma
ad otàta dellemie premure
9non
potei giungere a proc(iran<mi
questo rimedio.Fermo
nelmio
pro«*ponimento,
ne feci venireuna
quantità di Parigi^edecco qualiosservazioni possa presentare oggi al pubblico intornoTei&^cacia.di quei>ta segale <
OSS£BVAZIOIIS. L
ti7
Giugno
1821.Anna
Garfagni di Fi«renze, già ricevuta nell'OspiziodiMater^
nità^ entrò in travaglio del parto. Il suo temperamento,era
buono
, e le doglie fi^DigitizedbyGoogle
rono
assai forii per lo spazio di due ore, da fare scendereh
testa del feto nel^la piccola cavità della pelvi9 e dilatarar
. l'orifìzio dell'utero quanto dieci paoli:
ma
dopo
questotempo
le doglieissarono
af-*fieitto•
Durando
questa inerzia dell'utero^ le amministrai i5 granidi segale cornuta;Pochi iiH>fiienti
dopo
le.sopraggiunseunsi doglia così forte, che si ruppero lemem-
brane.I dolori continuarono^
ma sempre
più debolijné erano
sufficienti perespel*lere il feto,
quantunque
la testa fossealle parti, tanto più che ladonna non
poteva farvalere le sue forzeausiliarie,acagioned'un
forte dolore,che
diceva di sentire nella regione loqpbare sinistra, e che siesacerbavamolto ponzando.
Le
replicai io granidi segale, e pochissimotempo dopo
le dogliecrebberoa segno, che cacciarono lìlorì il feto•
OSSERVÀZIOIVS
IL*
Annunziata
Guarini dì questa città,mnmessa
nell'Ospizio, era giàmadre
diOigitizedby
tfe figli, dei quali sf era ogni volta sgra- vata
eoo
moltissimostènto^ edinun tem«
po
assai luDgo^ permancanza
di forze^ at- teso il suo debolissimotemperamento
.£otrò
in travaglio del parto la sera del5
febbrajo 1821.
Le
doglie erano langui- dissime^ e ti partonon
avanzava: l'orifi- cio dell'utero era dilatatocome
tre paoli^ma
assai molle.Le
amministrai i5 gra- ni di segale^' le doglie ai rianimaronoquanto poco
dopo
9ma
eranosempre
in*^sufficienti per produrre V espulsione del feto.
Dopo
un'orale replicai alt/i 15 gra- ni dì segalej le doglie crebbero ancora^ealtri dieci grani di questo rimediolafe- ceropartorire in poco
tempo
4Osservazione
ni,»
Nel
mese
di febbrajo 1821^ fiiricevuta tieirOspizio Teresa Mazzini diquesta cit- ta, diuna
debolissima costituzione. Essa raccontò che aveva fatti due figliyma
iltravaglio era stato in
ambedue
iparti lan- guidissimo^ ed aveva durato pertre gioi^Oigitized
8
ni intieri^ talché(k credutoche esaà oret^
se il bacino
un
poco ristretto^ma
io ve-rificai che aveva le sue ordinarie
dimen-
sioni.
La
mattina dei sa detto^ entrò in travaglio del suo terzo parto^ ledoglie e- rane languidissime e rade.Dopo
cinque ore di questo inconcludente travaglio, le'amministrai 20 grani di segale^* cinque minuti
dopo
le doglie divennero più fortie frequenti9e si
mantennero
in tale stato per lospazio didue
ore, alla fine delqualtempo
si sgravò felicemente d'un
figlio,
che aveva la testa assai voluminosa e so*
lida.
È
probabile cheuna maggior
dose di segale avrebbe prodottoun
più pronto ef«fetto«
OSSBETÀSIIONI
IV.U 14
FebbrajOj si presentò all' Ospiziola Luigia
Tani
di questa città9 incinta dinove
mesi revoluti, e che era già in tra«vaglio da sette ore. Essa eranella massi^r
ma
debolezza9esommamente
estenuata^e le doglie erano languidissimej rorinzio dell'utero era
moUe^
e dilatcìtocome
die-«ci paoli. Questa
donna mi
raccontò che aveva partoritoun
figlio per lemani
del cbinirgo^dopo
quattro giorni d'un^incoii-»eludente travaglio.
Yedendo
che i dolorinon
erano abbastanza forti da fare avan- zare la testa del feto^ le diedi venti gra^^ai di segale, e la messi a Ie^to. Per lo spazio di un'ora ledoglie si rallentarono
^
ma
poiripreserocon
forza, efecero avan-*zare
un
poco la testa.Dopo
due oreleri«petei dieci grani di segale; i dolori
non
parveroaumentare
di molto,ma
furonoperò sufficienti a farla sgravare natural-
mente,
tre oredopo
l'amministrazione dellaprima
dosedi segale•Nel suo
primo
parto, questadonna
an-»dò soggettaalleconvulsioni, e dopo le so- praggiunse un' emorragia uterina, che la ridusse agli estremi,e nestette malata per
sei mesi• In questo parta si affacciarono le convulsioni, che
non
disturbarono per altro il travaglio^ma aon
sofXerse alcuuaemorragia•
10
Osservazione V#
Giterìoa
M
apsooi di questa Città,ann messa
a partorire nell'Ospizio, entrò in travaglio la mattina del 12 Aprile182U Le
doglie erano debolissime, e rade^ la testa del feto era molto alta, ne' cinque ore di questi dolori furono sufficienti a£u:le traversareintieramente lostretto su- periore del bacino .
Le
diedi venti gra- ni di segale, e pochi itiinutidopo
creb»Jbieroledoglieasegno,chesi sgravò pron-»
tamaute di
un
figlio.OssKavAziONS VL
Maria
Giovanna Gambi
di Signa, di de«lx>le costituzione,
ammessa
nell'Ospizioj raccontòche eramadre
di due figli^ e che persgravarsene, erastataambedue
le voi*tequattro giorni di sopraparto.
U
16Mag-
gio 1821, si dichiarò il travaglio^- i dolori arano debolissimi, e questa
donna
si a^spettava di soffrire in questo parto cosà
lungamente
^come
nei precedenti• DojpoDigitizedbyGoogle
IJ tre ored'inconcludenti doglielefecipren- dere
3o
grani di segale;le doglie crebbe- roa
pocoa
poco, e sebbenenon
fosseromai
fortissime jdue
oredopo
partorì fe-*lioemente•
>
OssBavÀztovB
VII.•
Maria Mansonì
di S.Lorenzo a
Vierle^madre
di sei figli^ diuna buona
costituì zione , entròintravaglio del settimo par«pto nell'Ospizio, il 16
Maggio
1821.Le
doglie erano deboli erade,
ed
ilfetonoa
si avanzava.
Essendo
scorse quattr' ore di questo insufficiente travaglio, le diedi5o
grani di segale^dopo mezz'ora
i dolori crebbero, e divennero più frequenti, e un'altra mezz' oradopo
partorì•«
OSSERYAZIOFS
YIILElisabetta Turchini di questa citta
, già
madre
di quattordici figli , fuammessa
nell' ospizio alla fine della sua quindice<«
dma
gravidanza. Essa raccontò che in tutti ipai^tinon
eramai
statameno
di treDigitizedbyGoogle
giorni in travaglio, e
dopo
rultlnrto, aveva ancora soffertoona
grave emorragia u^e^rina• Questa
donna
erain ^n'estrema de- bolezza,non
solo.permalattie soffertend
corsodi questa gravidanza,
ma
ancora peressersi
mal
nutrita.11 lòGiugno
1821,co*-minciòa sentire deipiccolissirni dolorialF utero,che sisospesero poco dopo.Si riaìf-
facciarotio di
quando
inquando
nei due giorni consecutivi,ma sempre
languidis- simi. Il collo dell'uteronon
avevasoffer- to alcun carnLiamento,onde non
fu fat- ta passare nellacamera
dei parti , ne si fece cosa alcuna peraumentare
queste doglie•La
notte del 18 , si riaffaccia^rono con più forza^ ed il collo delF ute- ro si dilatò
come
dieci paolima
nellamattina del 19. si rallentarono di
nuo-
vo . Allora la feci trasportare sul letto, del travaglio e le diedi 15 grani di se- galef i dolori crebberoun
poco^ma
pre-sto tornarono ad illanguidirsi, e passò in questo stato tre ore^senza
che
la testa si avanzasse nella filiera del bacino. Intak
Stato,di cose le au^iiiulstrai altri
3o
gr4«i5 ni di segale;
un
quarto crora dopo le do-glie crebbero assai, ed in pochi niinuti si
sgravòd'unfeto^ lacui testaeramoltovo-^
lumiuosa
, nè questo parto fu seguitoda
emorragia9di cui ladonna
aveva gran ti«mora
•• Atteso lo stato d'estrema debolezza, in cut era questa
donna
^mi
parve realmente che la segale avesse operatoun
prodigio^giacché
temevo
fortemente di essere alla fine obbligatoa
procedere all'estrazione dei feto,OSSEBVAZIONS
IX»Angiola Celli di questa città,
madre
di4
figli, dotatad'un buon temperamento^
entrò in travaglio neli' Ospizio, del suo quinto partoy la mattina éel 29
Giugno
I&21. I dolori erano piccolissimi e radi';
il collo dell'utero era assai molle,
ma
in*gorgatoje ristretto.
Le membrane
si ten-devano
a pena.Le
cose durarorono cosV tuttoilgiorno9e alle24
ore di sera, l^ori-*fmo
si evàun
pocoassottigliato,e dilata*^Digitized
^4
,
to^
ma
i dolori erano i medesimi.Le
die-di 5o grani di segale^ ele doglie crebbe- ro
dopo
20 minuti,ma
passatipochimo-
menti
tornaronoa
illanguidirsi.Dopo
mezz' ora le ripetei 15 grani di segalej e
i dolori cessarono del tutto^ in vece di a^mentarsi•
Due
t>redopo
le feci prende- re un'altra presa di i5 grani di segale,
che
non
produsse alcun effetto sensibile.Allora ebbi ricorso agli altri
mezA
usati per rianimarele doglie delp4rto,ma
tut- to fu inutile. Finalmente sentendosi sti^molata a andar di corpo, e
ponzando a
quest'effetto^
venne
fuori la testadelfeto^ma
dovei dare qualche ajuto al troncoper farlo venii^ in luce.Questo è l'unieo caso^ in cui
non ho
os-^rvato
i soliti buoni effetti della segale^ma non
é peròda
tacersi ohei]iiestadòn*
na
era caduta neltempo
di quest'ultima gravidanza, per cui l'era rimastoun
forte dolore al sacro, che forse disturbava lo coatraa^ioni dell'utero.,5
OjKSIRYAZIOirB X.
MariaPrilli di questa Città, di debole costitazioDe, 81
preMOtò
airOspizio il j Settembre 1821.con
piccolissime doglie del parto^ che continuarono nello stesso stato per ^^inque ore } indi crebbero al-»quanto,la testascese nel piccolo bacino, e rorifìzio si dilatò per la grandezza di piii di 10 paoli«
Le
coserimiro
in questo stato per altre quattr'ore. Allora le diedi Zo grani di segale,eun
quartod'oradopo
le doglie crebberoassai^ e iqmezz'ora di
tempo
partorì•OssEEVAzroiri
XI.II i5 Ottobre 1821. Luigia Merciai di questacittà^ incinta e dottata di
una
de»bole costituzione , entrò nell'Ospizio in*
uno
stato infermiccio. Essa raccontò chemangiava
pochissimo^ e che spesso aveva delle febbri efimere • Il 16sentì de'pic^coli dolori di parto , che durarono in tale «tato fino alla mattina del 17 ^
m
Digitized
i6
cui crebbero
un
poco ,ma
erano ra- di •La
testa erasempre
alta, Vorifizio dell'utero verso il sacro, e dilatato quaii*to
un
soldo. SI passò tutto il 17, senza che il parto avanzasré di pièi,NeUa
séra di detto giorno, le dogHe siaumentar9ao
ancoraun
poco,e divenneropiùfrequen-ti• orifizio
venne
al centro delbacino, .e si dilatò
come
tre paoli.Ma
siccome la partoriente eraoltremodòestenuatadifor*ze,
non avendo
preso ìù questidue
gior- ni cheun
poco di brodo,non
avea fiatodaponzare^eilparto
non
avanzava dipìil.Alle ore 9 di sera le furono dati
So
grani di seggle^ e JOGMezz'oradopo
le doglie creb- bero,e si fecero più frequenti,ma
erano v-aemprecorte.La
testa scese nella piccQla pelvi,elemembrane
si ruppero,ma
sic-come
ilpartoprogredivalentamente^aoreimdid
le <fiedi altri 10 grani di segale.Le
doglieaumentarono
un'oradopo
in -forzay e frequenza, e partorì adue
or©dopo
lamezza
notte. L'uterodopo
ilpar- to minacciò di cadere nell'inerzia.Lo
stato di languore^ in cui ai trovavaDigitizedbyGoogle
questa
donna
àra tale^ che vi èda
cre«-dere^che senza il soccorso della segale^ il
parto farebbe stato
ben
più lungo, sepu-
reaves»
potuto effettuarsi naturalmente*Osservazione
XII.La ma
ulnadel5
1•Marzo
1822. fuichia- iriato per soccorrereuna
partoriente nel Reclusoriodi Orbatelto^ la quale era stata sorpresa da un'abbondante emorragia
u-»terina
dopo
il parto.Quando
arrivaipres- so questa partoriente,trovai chek
perdi*ta si era sospesa^ e sentii che vi era un^
altro feto nell'utero , che si presentava per le natiche.
Le
doglie erano affatto cessate•Siccome
questa giovaneem
di.un
fortetemperamento,
e piuttosto san-guigna,
esembrava poco
indebolitaper
la sofferta emorragia,
non
credei neces-sario di fare l' estrazione del secondo feto5
ma
vollitentaredifarla sgravarena-»turalmeote coll'ajuto della segale: le
ne
diedi 3o granile mezz'ora
dopo
rinacque-ro
le dogliey e ixppiedialaiQente diede in2
Digitized
i8
luce il figlio9.
e
seccmdòanche
naturala ipeate, senza che ricomparisse l'euiorra*già,
OSSEBVAZIOIVS XUL
Nunziata Moretti di questa città,d^una
buona
costituzione^ aveva fatto parecchifis;\i 9
ma
tutti avanti termine• Sulla fine della sua ultima gravidanza, le §i rup- perospontaneamente
lemembrane,
esco- larono le acque.Il 25Maggio
1822.sipre- sentò alFOspizioj V acque scolavano tut- tavìa senza dolori. Il 37cominciò
a sen- tire delle piccole doglie,chepresto cessa«*rono^e
passò la iioUe tranquilla.La
mat- tina deldtt si riaiiaooiarono le doglie,ma
piccolissime, corte erade.
La
testadel feto scese nella piccola cavità del bacino^Fori-^io
dell'uterosidilatòquantotre paoli} le doglie in vacadicrescere^diminuironoassai, e ladonna
sul lettodel travaglio, scherza-va
coiralunne, ohe Fassistevano•U
tra-vaglio durava in questo stato da. quattr' ore^ allorché le diedi
3o
grani di segale.Dopo 40
minutilevenne ms(
forte doglia,per cui la partoriente si accese in viso, e cominciò a lamentarsi.
Poco dopo ne
ri-nacque un'altra simile^ indi
una
terza doglia, durante la qualevenne
in luce il%lio.
Osservazione XIV.
Luigia Salimbeni di Fiesole, dotata di
un buon temperamento
, fu ricevuta nelF Ospizio per sgravarvisi del suoprimo
fi*glio. Essa entrò in travaglio il
3o Maggio
a ore ii di mattina. I dolori erano assai forti e frequenti, e V acquescolarono
pcH
codopo mezzo
giorno.Essendo
andatoa
ore !2 a fare lamia
lezione neìVl. e R.Arcispedale di S.
M. Nuova
, neiruscire trovai uu'imbasciata della Maestra Leva-i>trice dell'Ospizio, che
mi
richiamava in detto stabilimento•Appena
arrivato essam'informò
chedopo
loscolo delle acque, praticando il riscontro,aveva sentito cheil fetopresentava la facciaall'orifiziodeUt utero.
Avendo
verificato questa presenta*;&ione contro natura«e sentendochi^ilvor
DigitizedbyGoogle
20'
lume
della testa era piccolo,mi
limitaia
richiamarne il vertice al cen'tno del baci*Tìò.
La
testa presentò per qualchetempo
questa parte, e si
avanzò
alquanto,ma
nel presentarsi allostretto inferiore-si ro- vesciò
nuovamente
9 e tornò a presentare la faccia^ corrispondendo il vertice al sal-erò^e il
mento
al pube.Le
doglie si era-no sempre
sostenute vigorose e frequen- ti^ e ladonna
le secondava benissimopon/audo.
L' uiero era fortemente con- tratto sul feto, e dolente nella sua parte anteriore inferiore^ le piccole labbra era«*no
molto tumefatte. In questo stato di cose,vedendo
che la testa siavanzava,
sebbene lentissimamente , sotto ciascuna doglia,.nella posizione, in cui si trovava, e giudicando che atteso il suo piccolo vo-lume
,sarebbe venuta in luce naturalmen- te,mi
risolsi di lasciare il parto in brac- cio alla natura, invece di ricorrere alFuso della ieva,o della tanagliarla cui applicai zione poteva riuscire assai pericolosa per la paziente^ atteso lo stato d^irritazione 4^11'utero^ e di tumefazipae delle partiDigitizedbyGoo
genitali esterne. Allorché b.faccia era 11117
pegoata nello stretto inferiore, e faceva sperare di venire prestoio lucerle doglie divennerodeix>Ii^erade,ela
donna
stan- ca dai lunghi sforzi fatti,non
poteva pid secondarle. In questo stato di cose peusai di darle la segale,ma
stiedi alquanto tirtuhante^
temendo
che questo,stimolo po«tesse cagionare rinfiammazione dell'utero, al cui stato si trovava vicinissimo. Final-*
mente mi
persuasi che Tuso di questo ri-.
medio
sarebbe statosempre meno
perica-ìoso di quello degli strumenti, e
k
diedi3o
grani di segale.Un
quarto d'oradopo
rinacquero delle forti doglie, lunghe, e frequenti, ed in mezz'ora la testavenne
in luce per la faccia. Il fpto era vivo, la facciaera rosso-fosca, leJahbra,e special^mente
il superiore, molto tumefatte, e itegumenti corrispondentialla hozzafron-*
tale sinistra erano stati portati via per la
^grandezza di due paoli, dagli ossi del ba^
cino. '
... ,
La dpona
ebbeun
pueiperio felicissimo, epresto la faccia.del suo figlio tornò nelDigitizedby
22
SUO Stato naturale,e guari*dall'escorìaziò*
ae.
che ri era successa.OsSfiaTAZlONS XV.
Caterina Gioni di Monterarchi, si pre^
aentò all'Ospizio la mattina del 26 Giu*^
gno
1822.con
piccolissime doglie del parto, che le sierano
risve^iate giàda
qualchetempo
•U
travaglio continuò codi fino a un'oradopo
lamezza
notte^ epoca in cui rorifinio dell' utef-o si ei^ dilatato quanto dieci paoli^ e la testa era scesa nella piccola pelvi• Allora le furono dati
3o
granidi segale:una
mezs' oradopo
ìdolori divennero forti, frequenti, e luo- ghiI e a ore due in circa di mattina si
sgravò del figlio•
Osservazione XVI.
MargheritaBigazzidiFirenze, già
ma«
dre di più figli, di
una
debolissiaaa costi- lozione, entrò in travaglioddlsuo ultimo parto in quest^ Ospizio la mattina del27
Oigitizedby
s5
Giugno
i8^2.a
<xesei.Le
doglie erano piccolissime^ cortissime, e radere siman*
tennero
coA
fino die óreMite
di se- la) senza far tendere lememl^rane
,nè
obbligarmai
ladonna
alamentarsi. Si senh tiva a tnréìfÈO le pareti del coHo^ déirùte*-ro che la testa del feto era
molto
volumi*uosa
9esolida.U
orificio di questaviscera simantenne
situato verso' il saero fmib verso le oresei pomeridiane^allora siav«vicinò al centro del bacino , si
ammoUV^
•6si dilatò quanto iopaoli in circa.
La
testa era scesanella piceola pelvi^ma
atteso ilsuo
volume
e consistenza,sembrava
im- possibile che potesse venire in luce pertMmo
di qfoelle languidissiime doglie •A
aett' ore^ e
un
quartoamministrai a que- stadonna 40
grani disegale .Dopo
dicci Kiinuti prectei levenne una
doglia così forte, che fece tendere lemembrane
, e r obbligò a lamentarsi.Quindi
ne segui-rimo
altrèsempre
pih fotti e lunghe,*che la fecero partorire nello spazio di un' ora,
dopo
presa la segale . Il feto' pesava
14
lìbl»n^} lasua iestaùa
dellepiùiDigitizedby
24
.yoluminoMj
ela j^hcealia pesava 2. libbre emezzo
•Queste
sono
legenuine ossen^ziofii^cbeho
fntto sulla virtù delJa segale cornuta'^di alcune delle quali è staio testimone aa- il Sig. Dottor Roncatidi
Modena
, giovine di molta espettativa, che il suoGoverno
Jia spedito a Fireuze^
onde
perfezionarsi .nell'ostetriciai.Potrei riportare ancora tre altre ossero zioni,
ma
siccomesono
quasi simili uelle circostanze all'osservazioneX
, credo so-perduo
di trascriverle•L' uso della segale cornutaper rianima- re ledogliedel parto^
non
ènuovo
inme-
dicina.
U
Dottor Bordot racconta che nelVexin
questo soccorso ofltetrico erain usoda molto
tempo. L'Abate
Rosier, esuama-
dre conoscevano questa virtù della segale,je se
ne
sono serviti in molte partorienti colmaggior
successo^come
pure il DottorDesgrangesdi
Lione.U
DottorUeama,
in
una
lettera inseritanelMediaUr-Repo-
sùory
diNuova
Yorck, ha assicurato chegiammai k a^le
carnutaaivevainganna*lo
lasua espettativa. Essaha
prodotto gli stessi buoni effetti anche nelle vacche, e nelle pecore• Bordot pensa dietro molti dati^che ilmisterioso rimedio, tanto van- tato dall'ostetricoRatlhaw,
il quale assi-curay che alla seccmda dose
non ha mai mancato
di rianimare le contrazioni del- Fulero, e di condurre adun
felice termineiparti i piàdifacili, senza rajuto d'alcuno strumento^
non
fosse altro, che la segale cornuta.Le
recenti osservazioni dei Dotto-fiVìlleneuve, eSerrurier
confermano
pa- rimentela viitùdiquestorimedio
, ilqua- le sipuò
riguardare ancoracome
un'ec- cellente preservativo dell' emorragie per inerzia dell'uterodopo
del parto•MODO
, DI IMBOmSTRÀEE LÀ SEGALE CORNUTA.
\
noto che la segale prende il
nome
dì cornuta , o digrano
sprone,grano
ghiot*.tane^chiodoec. da
una
malattia^che con*'aiste in un'eccessivatumeiasuonedei
semi
DigitizedbyGoogle
26 '
di questocereale,ìquaiisi
cambiano
incor*netti nero-violacei , lunghi talvolta anche i5
o
1-8 lince4PòlverìsMndo
questisemi
inalati,
danno una
farina,o
polvere ce^ruleo*grìgia9fetida^ e caustica. Questaè la segale, in coi risiede la virtù di rianimare
k
doglie del parto,eche
sideve •ammini- strare a taluopo
•Si
può
j^rescrivere in polvere, insostan-za
, in decotto ,m
infosione, in estratto iM^quoso,od
alcoolico, ed anche sotto laforma
di sciroppo, e di tintura.La
Sig. Dupille, secondoquelloche ne
•dice Bordot,
amministrava
la segalepolve*»rizzata in dose di SSgranijin
una
cucchia- iata di tisanacomune
^o
dibrodo
^Una
donna
diLionene ha
portatala doseimo
ai5o granimbellitilo infusi inun
bicchier d'acqiuu11dottor PrescottAmericano^suo»le amministrare
da un
denaro a5o
grani di segale polverizzata in quattr'oncie d'ap-qua, che fa incendere in trervolte, e ri- pete la seconda dojse
dopo
dieci minuti', se laprima non ha
convenientemente agi- .|D.JSbveatesi èusataT
incisione della sé-DigitizedbyGoOgle
gale alla dose di due danari^ ^^giungen^
dovi,
dopo
colataV
infusione,an
pocòdimoscato
9 e di zucchero•A
Lione è stata data la tintura, e Iosciroppo dì segale, sidice9
con
successo meraviglioso. Alcuni praticihanno
però osservatochegli effet^ti della segale cornuta sono più pronti,- e aicuri
quando
si amministra polverizzata, e passataper setaccio,alla dosedi40
gra- ni sciolta inuna
cucchiajata di tisana,
o
di acqua addolcitacol zucchero. IoFhó sempre
amministrata nello stato polveru- lento inuna
cucchiajatadibrodo, o dimo-
acado.
Non
conoscendo in principio permia
propria esperienza, lavirtù di questa segale,ma
sapendo bene i tristi effetti,che può
produrre, cominciaidall'ammin^
atrarla alladose disoli quindici granii mia ebbi luogo di verificare l'osservazione di BcHrdot, cioè,che questo rimedio dato
a
piccole dosi^ fatigaTuteroinutilmente,e presto la portai alla dose di trenta grani
^
e ne ho
ripetuta ancoranuova
dosedopo
qualchetempo,
selaprima non
avevaagi- to^ epossoassolutamente assicurare dinon
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a8
aver
mai
visto nascere ilminimo
sconcèr*to nelle
donne
, alle qualiV ho
amoiinì-Il più volte lodato Sig. Bordot avverte^
che ie dosi della segale*
devono
variarese*.condo che laoostitiuione dalia partorien- te è vigorosa, debole
,rilasciata,nervosa
^
linfatica, o che ella è coraggiosa, pusilla-
nime,
edanche
^secondo la suaetà,lo sta- to di jsalute, o di malattia, e che è piii^x>
meno
indebolita dal tra'vagliodel parto, e che le acquesono
scolate,o no
. Egli ci avverte ancora (ciò che io.stessoho
veri- ficato),che questo rimedio oraagisce nel- lo spazio di pochi minuti,etalvoltadopo
un'ora,e più, e qualche volta ancora
non sembra
influire sulFandaaaento naturale delpaiix>,conforme mi
successenelladon-na
^ cheforma
ilsoggetto dell'osservazio-ne IX
^-ma
inun
caso di tanta debolezza, bisc^navaforseavereamministratalapri-ma
segale indose molto più generosa.
Le donne
chehanno
lostomaco
irrita- bile^ continua Bordot, e quelle,cheFhan*
no
avutosconcertato nei primimesi de%
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^9
gravidanza9 sono esposte a vomitare que- sto rimedio.
La
segalenon
deve amministrarsi a quelle partorienti, nellequali il collo dell'utero è duro, dolente ed ingorgato, giac- ché è
da
temersi che in questo casonon ne aumenti
la tensione .Le
condizioni nelle quali deve usarsi, sono le seguenti :Dev'essere già cominciato il travaglio del parto9 giacche la segale
non ha
la virtù di provocarlo, e deveavere ancheprogre- dito per qualchetempo, mentre ammini-
strata tropposollecitamente
non
giova• 11. collo dell'utero deve essere bene
ammol-
lito,ed avereincominciato
almeno a
dila-*tarsi• 11 feto deve presentarsi
con
alcuna di quelle parti^per cuipuò
venire in luce naturalmente,né devono
esisteredei vizi tali di ristrezza nel bacino, o nelle parti mollij capaci diopporreun
forte ostacolo air uscita del feto. Insomma,-
videvono
essere tutte le condizioni necessarieper il
parto naturale.
Dopo
aver reso Gonto delia proprietà,
' idie
ha
lasegalecornutadi rianimareledo*DigitizedbyGoogle
.
3o
glie del parto^ è certo che
mi
8Ì doiiìan^derà: in qual
modo
agisce ella suirutero?Jlispondofrancamente che
non
lo so. Po- trei trattenere i mieilettoricon
delle ipo»tesi,
ma
la medicina n'è oramai tanto in*gombrata
daquelli,che pretendonodiren«*dere ragione di tutto, che
non
credodo*
verna aumentare il mostruoso
numero* Mi
basta di potere asserire che questa segale riattiva le contrazioni uterine,
ed
è per questo che i Francesi, inun tempo,
in cui si fa granpompa
di creare deinomi
nuovi^ rhanno
chiamata polvere Ocio(«- ca^ forse dal vocaboloGreco,
àijbyrojcioy^partum
accelerans.Ma
in favore di colo- ro, che amassero di occuparsi in questa indagine, credobene
di far conoscere i resultati, che ilcelebre Vauquelinha
otte- nuto dall'analisichimicadella segalecor-juuta: I
una
materiacolorante d'un
gial-lo pendente al rossiccio, solubile nelFal- cool, d'
un
sapore simile aquello deirolio di pesce . aJ"Una
gran quantità dimate-
ria colorante , bianca , di sapor dolce.
yna
materia colorante violettadellQil stesso colore dell'oricello, insolubile iielT alcool. 4*®
Un
acido libero,che sipresume
essere il fosforico. ò.""
Una
aiateria vegeti*to^animale abbondantissima
, putresoibi*^
lissima, che somministra nella distillazio*
: e niok' olio
denso
y e dell'ammoniaca
•6.^
Un poco d'ammoniaca
, cbepuò
sepa- iwsi alla temperatura dell'acqua bollente,.
È
molto da desiderarsi che si ripetane leesperieuze intorno questa virtù dellase-»galecornuta, e che si giunga anche a de- terminata finoa qual dose
può
esseream-
ministrare senza pericoli, giacche
sembra
che quantomaggiore
è la quantità, che se ne prescrive inuna
sol volta, tanto piiipronti e sicuri sono i suoi buonieffetti•
Se da
nuove
esperienze verrà confer-mata
questa virtù delia segale,
potremo
• allora dire
con
sicurezza, che l'ostetriciaha
acquistatoun
mez/,o prezioso per nb-*breviare le angoscie delle partorienti, e preservaileinsiemecollaloroproledaquei tanti ^ra\i pericoli, cui l'espongono e
un
travagliotroppo lungo, e
F
operazioni,a
cuisiamo
alla fine costretti di ricorrer»Oigitized
32
^per terminare il parto-, e ne risulterà poi un'altro vantaggio
non minore
perTuma-
nitàj ed è che gli agricoltori, allettati dal lucroso ritratto, che potranno fare della segale cornuta, la raccoglieranno diligen- temente, nò sarà più panizz;ata insieme colla segale sana , onde
non saremo
pih spettatori delle funeste conseguenze , cheba
sovente prodotte in coloro , che se sonoabbondantemente
cibati.
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