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DELL'ARIETE GUTTURATO OSSÌA DI UNA SINGOLARISSIMA TESTA DI... Adamo Fabroni. Digitized by Google

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(1)

DELL'ARIETE

GUTTURATO

OSSÌA DI UNA

SINGOLARISSIMA TESTA DI...

Adamo Fabroni

Digitizedby Google

(2)

I

DigitizedbyGoogle

(3)

D E L L»

ARIETE GUTTURATO

ossiA

DI

UNA

SINGOLARISSIMA

TESTA DI QUADRUPEDE

CHB SI CONSBaVA SCULTA IN MARMO NIRO

NELLA

R.

GALLERIA

D* ANTICHITÀ'

B

BELLE

ARTI

DI

FIRENZE

IDEE DI ADAMO FABBRONl

ALLA IMPERIALE ACCADEMIA DEI CURIOSI

DELLA MATURA

Hos httmilem ftriemus Agnum, Hor.

HRENZE MDCCXCII.

tER BASTANO CAMBIACI STAMP. GRANDUCALI

CON APPaOVAZlONE

*

Digitizedby Google

(4)

d byGoogle

(5)

3

L'AUTORE

AI LEGGITORI BENEVOLI

*

Se

lecitafisse comparazione tra di- sparatissime coscy sarei

per

dire che

F

Antiquaria,

come

la Geometria , si ri-

durrebbe

ad uno

sterile ragionamento;

ad una mera

sodisfazione di spirito;

sempre

chedi essa nott sifacessero utili

applicazioni.

Rifletto che

non

potrebbesi appellar giustamenteAntiquario^ qucì^ cbe sicon*

tentasse soltanto di supplire alle

man*

canti lettere di

un

cartello, o ravvisare

il tipo di qualche

immagine

;

ma

colui bensì^ cbe

dalFunoy

e dalt altra^ trae

(6)

limi^ col

mezzo

de' quali schiarisce y 9

la storia

delFVmo^

0 quella iella

Na-

tura .

Non

è gii che io

presuma

aspira^

re ,

neppur

sognando, alla gloria di s\

pregevol

mme^

cbe richiede

eogniàmi

vastissime di lingue^ di tempii e di co-

stumiy unitamente

ad unafamasia

vi»

vaee

, e

una

fedel

memoria

:

So pur

trop*

po

cbe tutto ciò

mi manca

intieramente;

ni

concepir potrei la

piò

piccola

ombra

di Si fatta ambizione: Aia

non

ostan- te il sentimento della deficienza mia^

osai tal volta porre ilpiede sulle basi

pocanzi

stabilite , e sollevarmi alquan-

to jier coìJteniplare le

ammirande

reli*

fjuie della dotta antichitàf risparmiate finora dalle ingiurie dei secoliy e degli

uomini.

(7)

i Situato

per grazia

di

Ckmentissimù

Principe in

mezzo

alle produzioni più preziose^ che la più magnifica Raccolta serbi in questo

genere;

accolto benigna^

mente

dalla insigne

Accademia

Reale di Scienze di

Turino,

e

àalt

inclita

Società degli Antiquarj di

Londra

t

che si degnarono

dar animo

alla insuf- ficienza

mia,

ascrivendogli tra i loro dottissimi individui; doppio possente sti-

molo

mi

spingeva

a

quelle

amene

in*

vestigazioni f alle quali ^ se

da un

lato

mi

scoraggisce il mio troppo angusto ta*

lentoj

dal f

altro

mi

richiama incessane temente

un

interno genio :

Debol

parto di questo^ sono le seguenti

immature

idee^ che ardisco offrire alla pikesatta considerazione dei Naturalisti^ e degli

(8)

6

Jiittquarj ingenerale

non

solo^

ma

spe»

àalmente

alla celebre

Accademia Er»

langense

Curiosorum Natante}

la

qua-

le

miba

ora appuntopartecipato

fomrt

fattomi

cm

la associazione del

mio

oscu- ro

nome

al catalogo dei dotti

membri

^

che la

compongono.

uiyiii<-uu Ly Google

(9)

t

DI UNA SINGOLARISSIMA

TESTA pi QUADRUPEDE

CBI

ti

CONIBIVA

NELLA

R.

GALLERIA.

INTRODUZIONE

fi VJ

lacciono spesse volte negletti nei

Musei

i più singolari

frammenti,

se V ec- cellenzadell' opera

non

vi richiama l'at-

tenzione dell' Artefice osservatore ; se i caratteri estrinseci

non mostrano

ali'

Antiquario

una

qualche luminosa ana- logìa

con

la Storia ;

o

se

almeno una

rarità singolare

non

li renda preziosi «

a

chi tra i meriti delle cose

annovera, anco

runico

ed

esclusivo possedimento.

RarissimaI e per

ogni

lato preziosa t

parvemi sempre una Testa

di

quadru«

(10)

8

pcde

, che già esisteva in

Roma

, nella

Villa

Medicea, ed

ora in questa cele- bratissima Galleria Reale conservasi: la

contemplai

più volte, sotto ogni aspet- to, e

mi

parve di ravvisare in essa

un

pezzo

unico a noi per la materia,

per

la

forma,

e per l'animale di cui serba

l'immagine.

formata

questa

Testa

di

un mar-

mo nero

venato, del quale

non sono

altre opere in questa vastissima colle*

zione di sculture (0; Ella è di pregevol lavoro i di aggiustata

grandezza

; e rap-

(i)

Ne

senobensìvmrie in Roma di ^eito stesso

mermotle qualipassano per imitazioni di coseEgi^

tiene colk latte fare da Adriano. modo delle

OpereEtnische» moltosomigliava quelle dell'Egic*

to, come ne fiifedeancoStrabone. Sono stati tro«

Tatifi«mmentidiquesto genereinToscana eseguiti in pietra arenaria di Fiesole : Non fu sicnramentt Adriano«che ve li fece ftre.TraUe cose che sire-*

. potano imitariooi Egiziane del Secolo di quelt*

Imperatore, moUe sono Ibrse pift antiche spoglia

d«iU devastata Etruria

.

(11)

presenta

un quadrupede

, che adesso

può

dirsi ignoto al

comune

degli osservatori

moderni

:

Chi non

ha il

comodo

di con- templarla nel luogo istessotove esistey l>otrk prenderne

convenevole

idea^

e

forse farne giudizio, osservando la fi-

gora, che

in tre diverse vedute, sotto

i

numeri

i. t ^.y

ho

unita

a questo

mio

breve

ragionamento:

farò osserva- re, che qualche rassomiglianza

ha

coli'

Ariete

comune

,

quanto

alla fisionomia generale;

ma

ne ditferisce poi in

quanto che

essa

è

priva di

coma

,

ed

è corre-

data di

una voluminosa

escrescenzasotto

il

mento

, la quale a

prima

vista giudi- cherebbesi per quella tal malattìa della tiroide, cui

van

soggetti gli abitatori delleAlpi,

chiamata volgarmente

^022^9

ma

in fiitti altro

non

è

che una mera

giogaja: Si rileverà da ciascuno che

un

talcarattere

sembra

assolutamenteesclu- dere

r animale!

cui questa testa appar-

(12)

IO

tiene,

non

dal genere,

ma

dalla specie

comune

delle pecore » (0 che

ne sono

prive;

come

l'assenza dei barbugli ^ e barba, sicuramente

da

quella delle vol- gari capre (2) lo distìngue .-

manca

essa di corna ;

ma

tal difetto è

comune

tra

le

femmine

della specie pecorina, e

non

raro si nota

ancora

tra i

maschi

in di- verse regioni. (3>

Qual

razza di animale

appunto

» vie-

ne adunque

rappresentata

da

questa ra- ra scultura?

(l) Ovis aries Linnaei.

('J) DallaCapraHircas non tolo»

nm

dalla Ilwx»

e mambrica ancora.

(3) Nella fltrsia parte fectentrtonale d'Europa»

ove sono comiinì le pecore poUceroti» o di molto

coma, si trovano» sulla testtmoniania del celebre

D. Thanberg» Arieti maschi privi al&tto di tali armi, e forniti di breve codat mentre chesolle co«

ste occidentali d*Africa (vedi Hist. gen. des voj.

Par. 467.) cioè in clima diffifrentissimo, si trovano Arieti poUceroti» che han sinoa 6, coma di divee- ta forma*

(13)

Il

Non

cessai di chiederne notiziaai

Na*

turalisti ; consultai , e consultar feci i lor

Libri (0;

ma sempre

in

damo

.

Verrebbe

iacilmente in

conseguenza

, il pensiero di crederla

una

testa di animai favoloso, simbolico,

o

bizzarro,

come

lo fu la Chi-

mera

Etnisca, e

V Aquila

bicipite dei

Romani

: (^)

Ma

vi si ravvisano ca- ratteri di fantasìa,

o

di capriccio,

so vedere

una

ragion sufficiente per creder simbolica quella escrescenza, che gli si

scorge simile a

un gozzo

:

molto meno

poi saprei indurmi a pensare , ciie l'au- tore di

non

ignobile scultura , si fosse

determinato a rappresentare

una

malat-

tia ,

un

difetto ; (3) tanto più che chia-

(l)Linneo, sy sterna Nacttrae; BjiSoalìist,Nacur.

Brisson quadrapedibus

.

(a) L' Aquila era insegna Etrnsca . I Romani nei più antichi tempi non aveano alrra insegna che ntk semplice fastellerrodi fienolegatoin cima aun asta.

(3) Scrìve il celebre Gay.Banks, Presidente deUft iQciecà Aeaic di Londca: Lagonfiezia sotto il colto

allo

(14)

t

ts

ramente

si

rede

essere

una

speciale af«

fazione della pelle, e

non un

gozzo.

D'uopo

sarebbe, per

meglio

decidere, di rinvenire il

corpo

, cui questa

Testa

appartenne ; che probabilmente

suppor

dovrebbesi esistente tuttora io qualche

luogo

di

Roma

,

ove

, per altro le

mie

ricerche

furono vane

in addietro

§. II. ricerca quale

Animale

si rap*

f

resenti dalia testa della R. Galleria;

Quale ne

sia la intiera

forma;

e se

fu

noto agli antichi»

Sf

ògliando le

Opere delPAIdovrando,

mi

imbattei in

una

rozza figura di qua- drupede, incisa in legno , (0 nella quale ravvisai

a prima

vista

una

perfetta ras*

«Ue Ptcore spesso sMncontm quivi in una inalar>

tia» ebe chiamiamo A*^» forse cagionata dalla seioh,

(l) Aid. q«adiiip. biml. pag. ^fif.

Digitizedby Google

(15)

»3

somiglianza

con

la sopraindicata

Testa

della

Real

Galleria; e dalia respettiva descrizione

mi

assicurai,

che l'Animale

cuital

Testa

appartenne , era

un

Ariete

e

che

ne

esisteva

T immagine

intiera in

Roma

al

tempo

di queir infaticabile Scrittore.

A me

parve di supplir per

mez- zo

della indicata figura

a

ciò

che man*

cava

al

frammento

nostro ; e

T ho

fatta copiare nella

mia Tavola»

sotto

num.

4.,

onde ognun veda

che , se realmente ella

non

è la figura identica di quello stesso

Animale, da

cui fu tratta la nostra

Te-

sta, ella è sicuramente di

un

altro, si-

mile affatto in ogni sua parte .

Questo quadrupede

nella effigie,

che da Roma

ebbe Aldovrando

,

ha

la testa esso

pure

privadi corna, e fornita della già notata caratteristicaescrescenza alla gola ; e vi è di più :

combina anco

il color del

mar-

mo,

poiché rileva lo stesso

Autore, che

la testa, e le

unghie

di questo

Animale

(16)

erano nere,

mentre

era bianco tutto

quanto

il rimanente del

corpo

suo. (0

Non parmi

fuor di ragione il credere che

la

Testa

( che nella R. Galleria or si con- serva) la quale è nera,

ed ha un

incavo

atto a ricevere

una

spranga , destinata

senz' altro

a

collegarla al suo tronco9

con

più

un

piòlo,

o

pernio ,

appunto

nel centro del collo, sia (dissi) quella stessa testa nera, che al

corpo

di

marmo

bian-

co deir

Animale

delineato dall'

Aldo- vrando

apparteneva.

La

somiglianzadei tratti; il color ne- ro; la

mancanza

di corna; il cardttcre

distintivo della gontìezza nella gola,

non

(i) ...luliaimsGryphonìMsoioris meaefiliiit*Ro*

ma ex Pontificia ne, an ex Cardinalis, vel alteriiu Princip'15 aula, aUad mihi commnnicawt genof Aiutis pianefine corniVus&eauda,loco cjotnetdo quid habens extubcrans,&sttb mento velati palea-

ria ; rotus candicans pTsetet caput, 9c eztremat «n-

gulas , ^uae sunt nigra.

ile féi,

BU

/. I. f, 4I0b

Digiiized by Google

(17)

»5

lasciano per

me,

luogo da dubitarnej e pochi, penso,

ne

dubiteranno, subito

che comparino

le Fig. i.e 3.

con

laquar- ta della

mia

tavola: Se cosi è; qual di- sgrazia

ne

fiicesse separare il busto dal- la testa, in

tempi non

lontani ,

non

saprei dirlo :

Ma

quasi inclinerei a cre- dere,

che

ciò avvenisse per

opra

di

un

qualche restauratore la cui fantasia re-

stando offesa, nel vedere

una

testa nera sopra

un corpo

di

marmo

bianco, gliela facesse reputar

non

sua, e lo inducesse

a

sostituirvi

un moderno capo, o un capo

d'altro

animale

di egual colore:

Quante

volte

non avvenne

egli , che

una Testa

di

Giove

si vide innestata sul

bu-

sto di

un

Esculapìo; e sul torso di

un Giove

quelladi Plutone ,

o

quella di

un Ganimede

sul collo di

Mercurio? Cosi

forse il tronco del nostro animale sin- golarissimo , se

non

servì di materia

ad

altra

forma

, vedrassi adesso in qualche

(18)

I6

Museo,

portante

una

testa, qual sug- gerita

venne

all'ingannata fantasia dell'

Arceficef

comiinque

abilissimo nellasua professione

.

Ma dopo

ancora aver riconosciuto il

corpo

a cui questa singoiar

Testa

ap- partenne,

dopo

aver ragionevolmente

rilevato dalla semplicità deicaratteri

che

tale

Animale non può

essere immagina"*

rio i Sarà egli

egualmente

facile il rile-

vare qual specie sia,

ed ove

esista?

Se

realmente fu questo

Animale

sulla terra

una

volta,siccome pare; poiché ora nei pili

moderni

Naturalisti, e viaggia*

tori

un

simile

quadrupede non

si trova descritto,

o

figurato; convien credere

che

siasene perdutala razza,

o che

igno- ta

rimanga, vivendo

in remotissimi, e deserti luoghi

.

Ma

se

mai

sia vero,

che

di

nn Ani*

male qualunque

siasi in addietro spenta intieramente la specie,

ad onta

degli

«

Diyiliz

(19)

espedienti presi contro di ciò dalla na- tura, convien dire che questo animale

sia stato o debole, c

non degno

dell'

interessato patrocinio degli

uomini

«

( quindi

&cilmente

distrutto dai voraci e più forti)

o

troppo fiero e

indomito

per esser dagli

uomini

istessi persegui- tato, fino al suo totale annientamento.

Conoscevano

gli antichi nel

FA

tinca

un Animale chiamato

Orige del quale or

non

più si

ha

contezza:

Dicevano

alcuni che era corridore e feroce, e che

niun

animale

temeva

; la sua testa , al dir di altri scrittori, era nera; e,

come

l'Animale dell'

Aidovrandi

, era candido in tutto il

rimanente

del

corpo

suo.

Coinciderebbero certamente questi colori

con

quelli del nostro

Animale, che reputammo

identico, in generale,

con

quello dell'

Aldovrando

; ed il ca- rattere fiero deli'

Orige

indurrebbe ii

sospettodella probabile sua distruzionei

(20)

18

effettuata forse dalle incessanti persecii*

zioni

dell'uomo. Ma

qualora

ad

onta

della incoerente ambiguità degli Scrit*

tori, sivolessse valutare questo fortuito incontro di colori , e

presumere che r Orige

fosse V

Animale

di cui si parla ;

i

si

opporrebbe quanto ne

dice

Appia«

no,

che lo fa feroce superiormente al

Leone

; Alberto , che lo

adorna

di barba

a

guisa di

Capra;

Plinio

che

ce lo di-

pinge timido, e che ne descrive il pelo arricciato contro senso ; Aristotele

che

lo dice

armato

di

un corno

sulla fron- te, (0

non meno

che

ad Oppiano ed Erodoto, che

lo vogliònp

munito

di

due

corna.

Ben

veder

possiamo

dalla ispezione delle nostre figure, e

da

quella dell*

Aldovrando

, ( che per ogni ragióne

vuimmo

qual

supplemento

alle medesi-

(l) Mm'uufmt ì$ ìt^n^'

(21)

19

me

)

che

il nostro

Animale

esser

non può VOrige

di

Oppiano

, di

Erodoto,

e di Aristotele, e

nenimcn

quello di Pli- nio, di

Appiano,

e di Alberto.

Niun

carattere di ferocia ravvisasi nel

suo

' aspetto;

non

particolar direzione di fe- lo :

non

parlo della velocià , che dilE-

cilmente rilevasi ;

non

delle

armi

, giac-

ché al genere pecorino spesso trovansi moltiplicate fino

a

sette , e piiV corna, e talvolta

mancano

intieramente :

mclto

meno

poi

farem

caso dei colori,

che

ariano

spesso

con

singolare inccstan/a

.

E

poiché gli

Animali

dell'ordine delle

pecore

non possono

esser fieri e terribi- li, se

non

in

quanto sono

armati di corna;

può

situarsi VOrige degli Scrit-

tori, tra gli

Animali

di

dubbia fama

,

di dubbia natura , e

mal

noti; e dichia- rar francamente , che , o

non ha

esistito

giammai

,qual si descrisse ,

o ne

fii tal-

mente

sfigurata la descrizione, .che.si

b 2

(22)

20

equivoca

una

feroce bestia, dagli

Ani*

mali più imbelli . (0 Privo di

coma

co-

me

si disse e si vede , è il

quadrupede

nostro; privo pure di zanne, delle quali

non ha

vestìgio ; e tra la gran famiglia dei ruminanti (2), privo è forse ancor dei denti superiori anteriori, giacché il

suo

muso

troppo somiglia la pecora, che ne

manca

per principal carattere.

Egli è indubitabilmente

un vero

Ariete qnal Io descrisse

Aldovrando

: e per distinguerlo da quella

comune

razza, che vive fra di noi,

non

saprei

meglio

chiiinìarlo che Ariete gtttturato .

Ma

come adunque

un'

Animale

, che inno-

(l) Belon reputò c^-e t'Orige degli antichi fi>ss«

ta moderna Gaizella: questamal somiglia alle de*

scrizioni degli Autori» enon haniuna somiglianza alla nostra Scultura.

(i) Anzi dell'ordine V. della prima classe Lin- neana alqualesi daper carattere essenziale den*

tes primotet inferiorei incisores plures; soperio- ret nulli.

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(23)

at

ccnte

sembra

(per difètto,

almeno,

di strumenti atti a nuocere) sarà egli stato inseguito si dagii

uomini

, che siane ve- ' nuta

meno

intieramente la razza? e

come mai

la natura, che lo

formò, non

provvidde poi alla sua ulteriore

conservazione?

§. II. Si cerca ove abita avuto esistenza questa specie , o varietà iT Ariete .

gmurato

.

Ctle

siano state distrutte dalle perse- cuzioni tiranniche

dell'uomo

più, e diverse razze di animali in molti luo- ghi , ne fa fede la Storia : Ala

non

per questo oserei assicurar

giammai

,

che

sopra l'intiero Pianeta nostro, fossero state totalmente annientate , e tolte dalla natura.

Vero

è

che

il

Mammut,

per

esempio, non

si sa più ove esista (')

(t) Huncer Asteiìclie lÌMse setto distratto .

Ma U

(24)

nel vecchio

Mondo,

forse, perchè si

unirono

gli

Animali

tutti

con

V

uomo

a farli guerra. Gl'Inglesi,

iSardi^non conoscono

più

Lupi

nelle loro respct-

tivc Isole;

ma

ciò è perchè gli

hanno

inccsFantcmentc inseguiti.

La Toscana non ha

più Francolini, perchè

non ha avuto

cura di conservarli : Ella

ha

dei

Cammelli

attualmente, che la trascu- ranza di

una

sola generazione, sparir farebbe dal

primo

all'ultimo in

breve tempo:

Dirassi, che l'Inghilterra, la

Sardigna

sono

Isole;

ma una

Isola è

pure

r Europa

, V Asia , e

V

Affrica in-

sieme

La

ditferenza consiste solo nella estensione

maggiore

,

o minore

: e

non

è irragionevole il credere che se gli uo-

de Ift Condrentere opina che tiisstfta tuttora net Canadk: dtcesiche sU stato vitto nellaGroentaodta oveti ckiama il grand'Orio nero.( Hisf, det Voyag.

T. 19.) Non so se questo battiper assicniarsi della identitk del fogoetto.

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(25)

mini

avessero coperto tutto il continea«

fé di abitatori,

come vediamo

esserlo la

Toscana

nostra; i

nomi

di. tigri, par- di, pantere, orsi, leoni, e di ogni altra terribile fiera, sarebbero ridotti quasi-

chè ad un

equivoco fantasma nella Sto»

ria d*

Europa. Ciò

peraltro

non

è ;

onde

inutile diverrebbe il perdersi in

con*

gcttnre.

Ma dove adun^u^

esisteva qjiesto no- stro animale, dicui era nel Secolo pas*

sato

r

effigie in

Roma

, e del quale sus- siste ancora la testa scolpita in

marmo

nella Galleria di Firenze ?

Temo

quasi di

non

esser creduto: Esisteva

non

lon-

tano da

noi ; esisteva nelle Alpi; scese talvolta nelle vicine pianure , e

ne

avia*

mo,

oserei dire, certissime testimo-

nianze*

Polibio, l'esatto, il preciso, e

sem-

pre veritiero Polibio, riferì, che nelle

Alft nastevé un Animék

di speciat

(26)

24

forma

y di

una

quasi

razza

di cervo^ (0 toltone il colloj

ed

ilpelo ^wl cbe russo*

migliava piuttosto al porco ;

ed aveva

sotto il mento^

una

escrescenza lunga

un palmo

, grossa quanto la coda di

un

piccolopuledro (2); confesso il vero,che^

se la

mia immaginazione non mi

sedu-

ce, io

non

saprei ravrisare in questa descrizione altro

Animale

, che quello antico, figurato dair

Aldovrando, e

(1) Oggetto di queftft somiglianza per gli Anti- chi era il pelo cortissimo, e

U

mancanza di coda:

anco il Mufloneche tanto. e per tanti caiatteii so- miglia l'Ariete volgare di cui è certamente una

specie , f\i a cagione delle due sopraddette circo- stanze , avsomigliaro piuttosto al cervo. I più esatti lo assomiglitjrono al cervo, ed all' ariete insiemCf e con misto nome lo chiainaron Tiaghelafo.

(2) 'l-'.o"* ll«>.t/di^ x«i *Jw>t</'f 1^9» 71 ^Ìm 7iiàtir3«i c#

icfKtiUi KUTftv, v:a et tu '^jjm* xvit.ftm ijjjli» ir»» rxUm*

fi,ii\:i Ùkicuculi» t y*iAtX4i itifKty ri s«;^e( .

TtT. p. A08.

(27)

qnelb

cui apparitene la

Testa

della

R. Galleria.

Vi

è di più:

Ci

fu chi

traile etimologie del

nome

della Città di

Milano

registrò ,

che

così fosse detta perchè nel luogo della sua fondazione

comparve un quadrupede» che

coperto parca di qualcosa di

mezzo

tra lana

e

pelo : forse sia questo

uno

degli animali

descritti

da

Polibio, che ivi discendesse allora dalle vicine

Alpi? ma

le

Alpi

oggidì dovrebtyero esser

ben

conosciute in tutti i loro recessi, ai Viaggiatori Naturalisti (0;

eniuna

bestia selvaggia

mie noto

dai lor racconti,

che

si trovi

in quelle scoscese balze, somigliante

alla già enunciata descrizion di Polibio ;

ninnasene

trova nei

Musei, nemmeno,

che

più vi rassomigli, eccetto

che

la

Testa marmorea

di cui ragiono;

niuno

più della figura dell'

Aldovrando,

priva

(0 Niente di piik comune che i... Vojrtge dant

la tiiifse voiage vqk alpet &c»

(28)

«6

* essa pure di lana, e ricavataf senza

dubbio

dalla scaltora dell'.animale, fpk intiera in

Roma,

di cui

or possediamo

il

frammento

,

o

di quella di loston co*

piata forse

con

pià elegante bulino, dalla figura in legno dello stesso

Aldo*

yrando

.

Ghinnque ha

in pratica la

minata

.esattezza di Polibio, che descrivendo

i

luoghi

da M

stesso visitati,

enumera

le gcixti, e ricorda i

costumi non

solo,

.ma

gli animali , le produzioni agrarie

,

jlvalor delle coj» perfino;

chiunque,

.dissi, conosce

bene

il carattere di si .stimabile Autor^e ,

npa

addirà di r^vo-

* . -

care

indubbio

i suoi racconti « situar vorrà traile cose

non

vere, resistenza

dell'

Animale Alpino

,dei ^ua^e ci serbi»

la

memoria

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(29)

2?

§. III. Se

r Animale

di cui si

farla

fossa appartenere al

Musmone,

Si

conosce nelle Alpi or

non

già ,

ma

nei deserti della Tartarìa^ nelle

Mon-

tagne della Grecia ^ nelle Isole di Ci-

pro

y Sardigna , e Corsica ,

un Animale

di aspetto simile all'Ariete i agile, ve- loce, selvaggio, indomito;

non meno

somigliante all'ariete,

che

al cervo;

copertodi pelo, e

non

di lana,

con

corta*

coda,

unghia

nera \

ma

fornito di corna;

bianco nelle

zampe

,

e

pancia bensì,

ma non

nel

dorso

;

non nero

nella te- sta; crinito nel collo, e

non

già deco- rato di giogaia :

Questo è

quel

che

i

Sardi e i Corsi

chiamano Muflone

(0,

(I) Al cenpo di'Plinio ne enno nfblti anco ia

Spagna:adessonoo re noesistealcuno.IlCettl nella Storia della Sardigna presame che Plinio in ciò si

Ingannaste dal vedereche Carillo, eVico(e segna- tamente qucst'ulcimo nella snaHUcoria de Sard^

(30)

98

Mufolo,

c

Mufolone; Musmonc

dei Greci, e dei Latini; e che l'elegante Buffon

suppone

esser lo stipite origina- rio dei nostro bestiame caprino, e pe- corino (0,

Convengo

che la presenza

o

assenza

delle corna

non

costituisce in questo genere

un

carattere

inequivocamente

distintivo , poiché

non

costante, poiché

ne mancano

alcuni individui or maschi, or

femmine,

altri

ne sovrabbondano;

molto meno

è da fondar sicurezza sul colore i

mi

avanzerei a dire ancora

che

per nulla contar si dovesse il difetto della giogaja

con

tutto che per

me

sia

gna) chiamaooil musinone»animale proprioaqnell' Isola.

Ma

se non ne esistono più in Spagna adesso}

ciò non prova che non ti abbiano giammai esistito (f) Seconda questoAutore un raccontodi Alberto

«dottato poi da Gesnero; questi pretesero che daU*

accoppiamentotracapre, e pecore resultiil Musmo*

ne &c. Musmo ex Capra

&

Ariete nascìtor» 9c

Cinirat ex Ove

&

Hirco Alb. 1. 29.

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(31)

*9

una nota

essenziale,

e

caratteristica;

ed

allora taluno quasi creder potrebbe identico il citato

Musmonc, con T Ani- male da

Polibio descrittoci,

come

abi- tatore dell'Alpi

.

Ma

Strabonc, queir ìstesso accurato

Scrittore ,

che

ci serbò nella sua

ma-

gnifica

Opera

il passo di Polibio pocan-

zi riferito, conosceva benissimo il

Mu-

smone,

poiché

ne

parla;

non

lo con- fonde col

quadrupede

di Polibio e lo

descrive qual diverso

animale

(0, cioè quasi Ariete,

ma

vestito di pelo capri-

no, e

non

di lana;

non Alpigeno, ma

abitatore delle Isole di Sardigna e

Cor-

sica,

ove

tuttor sussiste, e conserva quasi rantico

nome;

Polibio al contrario parla degli

Animali

naturaliallaCorsica,

(i) nwT«r( parla delle Isole di Sardegna, e Cor- sica) «v ì>T«b^'« •/ Tfiff/» ^tfwiif KtytMi» «*t' iftmt "f*^*

1. 5. p. 98|.

(32)

do

c tra questi

non novera

il suo

quadru- pede

Alpino.

Farmi da

concludere

adun- que

, che

r

effigie dell'

Animale

guttu-

rato di cui

possediamo

la testa, e l'Al-

dovrando

specialmente preservò la figu- ra,

non

sia attribuibile al

Musinone^

come

sicuramente

non

lo è all' Orige degli Antichi f

conosciudssimo

in

Ro- ma,

giacché

Columella

riferisce che conservavasi al

tempo suo

questa fiera traile altre nei ^erragli.

§. IV. Se la

Pecora comune

derivi

da un

particolare stipite selvaggio; e quale sia .

Ben noto

ai Filosofi in

quante

va-

rieiÀ divaghi la bizzarra natura nelle

apparenze

esterne di alcuni generi di animali, quasi

non meno

che nei colori di alcuni fiori : la sagacia

dell'uomo ha

profittato delle più importanti» procu-

(33)

81

rando

di perpetuarle ; e le ricérche del Naturalista

han

saputo richiamarle al loro tipo originale9 indicandone itran*

siti ,

fondando

per

canone

, che gli in- dividui diversi per semplice varietà^

producono

individui ancora fecondi ac- coppiandosi; che le specie congeneri producbilofradi loto rieiraccoppiamen*

to, lìia

producono

sterili

muli;

e

che

finalmente la copula di maschi, e

fem- mine

di diverso geniere, nion

mai

òtten-

He

propagazione

0

.

noto il frutto di reciproca con- giunzione traile capre, e le pecore (s),

(1) moltoequivoca ancoralaStoria del Gimerro

IiliMrt, preteso frutto deU'accoppiamento del

Toro con l'Aiina,. Niun Satiro nacque per opera 4el celebre»enùà fiivolòsoCcproocdiMeodes: Fui*

•aro cànt8

Mendetia «è vicin»

man

prtecipitia,

' Cbrnuquè Nili extrèmom, qui sàlas Capra J^ritus humànàm aaJet mire Ibeminam

(2) Vedi la nota (l) p. s8. e 33. Gemerò dico»

chi il fiotto non Inagamcatè téprtrTive al parto.

(34)

e ciò le

mostra

esser specie congeneri soltanto , perchè se

ne

dicono sterili i figli (0;

ma non

varietà della specie istessa,

come

lo sarebbe, per

esempio

,

il bracco col mastino,

che produce e propaga

.

Era

anticamente

noto

l'accoppiamen- to del

mnsmone

, e la pecora ;

ed um-

bro se ne

chiamava

il frutto (^) . L' espe- rienza

ne ha confermato

la verità ai giorni nostri nella Sardigna; e

da

que*

sto, oltre la somiglianza perfetta delia

voce,

e belato oltre quella

ancora

dei

costumi

; si trae

nuovo argomento

per

stabilire

come

specie congeneri la pe*

cora,

ed

il

musmonc.

(t)V\ìn. Est.Sr in Htspania , ttà mtiiiilt Cortict

,

non maxime absimile pecori ( sciUcet ovili) genut

Musmonum ,caprinovUlo, qnampecoritYelleripio*

prius quorum e genere Se OTÌlms natos pritcì nm-

bros vocarunt. Hist. nat. 1. Vili. cap. XLIX.

(j) Il citato Otti lasciò sospetto che fòueio tte-

riU soltanto ^accoppiandosi tra di loro

.

*

t Digilizedby Google

(35)

33

Cib non

è

quanto

basta , per altro

,

da non

riguardare

come

dubbioso il

pensiero di Baffon,

che

vuol prove- niente il

domestico

bestiame pecorino dal

musmone

selvaggio .

Ma

'non è

men

Tero

ciò

che

dice questo elegantissimo

Autore;

cioè,, che gli animali, oggi do-

99 mestici)

debbano

essere stati selvaggi

,9

una

volta . ..che sesi riflette alla de-

19 bolezza ed alla stupidità della pecora

,

99 se si considera nel

tempo

stesso

che

99 questo animale , senza difesa^non

pub

99

nemmen

salvarsi nella fuga; che ha per

99 inimici tutti gli animali carnivori , ì

,j quali

sembrano

preferibilmente ccr-

99 carlO) e divorarlo per inclinazione

ec

99 si sarebbe tentati di pensare che sin

9, dalla creazione la pecora sia sta-

99 ta confidata

^

patrocinio dell' uo-

(l) Hist. natar. pag. 4 T, 5. Ed. 4. Ptr. 175^,

Tanto dUsMto Aristotele» Varr. 9ce.

(36)

S4

^ mo,

(0 e che abbia avuto bisogno della

^

sua protezione per sussistere, e delle

^

sue cure per moltiplicarsi; poiché in

9) fatti

non

trovansi pecore salvatiche

9, nei desetti ;

che

ovunque^l'

uomo non

^ domina

, il leone , la tigre, il

lupo

fi

gnano

per la loro forza, e

crudelà;

19

che

questi animali sanguinar) e car*

99 nivori

vivono

pià

lungamente, e mol-

99 to più si

propagano

che la pecora;

99 e

che

finalmente, se si

abbandonasi

,5 sere ancora al di d'oggi nelle nostre

99

campagne

le greggi

numerose

di que-

99 Sta specie ,

che aviamo

tanto molti-

,5 plicato , sarebbero presto distrutte sot-

99 to gli occhi nostri, e la specie incie-

(l) Ed in fitti nel più antico dei libri» legga Voit Abel Pastor Oviam; Geoesit IV.

(a) Ertno altro frequenti e note una volta»

e non erano sicuramente

M

asmoni: I Romani a*

ebbero a centinaia nei loro spettacoli,come si legg«

in Capitolino ( de GordiaM ) «4 ÌA Vopiico néUa

Storia di Piobo

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