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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.25 (1898) n.1281, 20 novembre

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L’ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FER RO V IE, IN T E R E S S I P R IV A T I

Anno XXV - Voi. XXIX

Domenica 20 Novembre 1898

N. 1281

A PROPOSITO DELLA CONFERENZA

per i provvedimenti internazionali contro gli anarchici

A vversari dell’ anarchism o, del socialism o e di pa­ recchi altri ismi, che affliggono l’ um anità e cercano di dom inarlo, abbiam o sem pre pensato che I’ a n a r­ chism o, pratico o teorico che sia, rappresenti in spe­ cial modo il traviam ento più profondo e com pleto della um ana ragione. Lo spirito di ribellione sopraffa nell’ anarchico l’ intelligenza, e q u alunque freno, q u a ­ lun q u e vincolo o ritegno dal com m ettere atti violenti e delittuosi cessa di agire su lui. P er qual motivo, per qual processo psichico ciò avvenga, date quali condizioni interiori ed esteriori all’ individuo che d i­ viene preda del sentim ento anarchico, si produca in lui la ribellione sarebbe lungo indagare. Noi crediam o abbia ragione quel valente cooperativista francese, il Conte di R ocquigny, quando scrive che « le « socialism e chem ine dans l’o m b re; il recueille le « fruit des e rre u rs et des fautes de tous les partís »; m a parlando dell’ anarchism o bisogna aggiungere alle colpe e agli erro ri dei partiti, le condizioni dell’ indi­ viduo, per le quali qualsiasi form a di autorità pare un m ale da distruggere, e qualsiasi rap p resen tan te di quella, un nem ico personale da com battere. S e accade che qu ell’avversione nasca in un anim o incolto e im ­ pulsivo, violento, il risultato è fatalm ente l’atto de­ littu o so : la cosiddetta propaganda coi fatti. Ma r i ­ m ane da vedere in qual m isura i fatti esterni, lo am biente, l’operato altru i, concorrano a determ in are quello stato d’ anim o violento, che assum e nom e e carattere di sentim ento anarchico. E d è su questo punto che m eno si pensa da coloro che dell’ a n a r­ chism o s’im pensieriscono e m irano coi loro sforzi a com batterlo.

Pochi anni or sono, uno scritto re francese, il sig. H am on, ha fatto u na inchiesta per definire la psicologia dell’ an archista-socialista, e ha trovato che l’anarchista è « un individuo ribelle, libertario, indi- | vidualista, altruista, sensitivo, sensibile, assetato di giustizia, un poco logico, curioso, anim ato dallo sp i­ rito di proselitism o. » S arebbe questo il tipo m edio, com e lo sono - diceva H am on - tutti i tipi dei na­ turalisti ; esso non corrisponde quindi esattam ente ad alcun anarchico in particolare, ma soltanto a tutti gli anarchici presi collettivam ente. Q uella definizione, in realtà, dice ben poco, perchè alcune di quelle ca­ ratteristich e che l’ H am on ha rintracciato negli anar­ chici, in seguito alla inchiesta da lui com piuta, si possono trovare molto facilm ente in chi non è punto seguace delle dottrine di B akunin o di R éclus. Che '

i B akunin e i loro seguaci siano dei ribelli si ca­ pisce; i rassegnati, gli acquiescenti, non si rivoltano alle autorità costituite, n e tollerano anzi talvolta ec­ cessivam ente gli abusi, ne subiscono silenziosam ente le ingiustizie, perchè la loro natura non com porta nem m eno la resistenza legale o quella che l’Ihering chiam ò la lotta pel diritto. Nè occorre una lunga e tediosa inchiesta psicologica per convincersi che l’anarchista sia am ante di libertà e un individualista a oltranza. T ali caratteri si risco n tran o in lui a tal segno che nel suo odio per qualsiasi coazione legale e quindi per l’assetto politico-econom ico-giuridico odierno perde di vista l’assoluta necessità, pel con­ sorzio civile, di un qualche principio organizzatore, e finisce per abbassare l’individuo um ano al disotto di quegli anim ali che vivono in società. Nell’a n a r- chista le caratteristiche psichiche, che 1’ H am on ha cred u to di poter stabilire in seguito a una inchiesta com piuta su u n certo num ero di anarch ici, pos­ sono certo concorrere a d eterm inare, com e tante altre circostanze personali e delTam bionte, l’ opinione che soltanto fuori della società, q ual’ è ordinata dopo secoli di continue trasform azioni, si trova la vera salute dell’ individuo. In m olti casi le m iserie, le co n trarietà della vita sofferte dall’ anarchico e che egli ha visto altri soffrire, le ingiustizie patite o constatate per esperienza altru i, gli abusi, le p re­ potenze, tutto ciò che vi è di anorm ale, di patologico, di squilibrato - e anche nelle società che alla s u ­ perficie appaiono civili possono notarsi fatti e con­ dizioni di tal genere - produce una confusione, un disordine, u n esaltam ento m entale che può dare origine a d ue idee fisse, che cioè quelle ingiustizie, quelle sofferenze, quegli arbitri non devono esserci e che nell’ anarchia non vi saranno. Ciò avviene non perchè l’ anarchista abbia tutti quei ca ratte ri psichici che H am on gli assegna, ma perchè nello stato di anim o in cui si trova, nella condizione personale di m iseria, di lotta, di irritazione prodotta da fatti che sono o si credono in g iu sti, da abusi di potere, da ingiustizie sociali so rg e l’ idea fissa che tutto il m ale derivi dall’ autorità, dal potere, dalla società così com ’ è ora organizzata. H am on per illum inarci sulla psicologia dell’ anarchico avrebbe dovuto cercare non solo ciò che vi è di predom inante, di eccessivo, di ipertrofico nell’ anim o dell’ anarchico, ma anche ciò che vi m anca, ciò che si è in lui atrofizzato. E gli non avendolo fatto, non si può dire che ci abbia m ostrato dove e com e bisogna agire sulla psiche di chi può pencolare verso l’anarchism o, p e r cu rarlo da una m alattia che

è

form ata dal m isticism o, dalla violenza e dalla perversità.

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738 L’ E C O N O M I S T A 20 novembre 1898

opera sul delitto e la follia, che vi sia una zona m ediana tra lo stato di sanità di m ente e quello di follia : « a uno dei suoi confini non si nota che un po’ di follia e m olta perversità, al lim ite opposto la perversità è m inore e la follia dom ina ». Coloro che per qualsiasi m otivo, e dopo una lotta più o meno lunga e dolorosa si gettano nell’ anarchism o e si abbandonano alle rosee ma anche sanguinose spe­ ranze e illusioni di una rigenerazione com pleta della società m ediante la distruzione, pure com pleta, del- l’ ordine politico, econom ico e giuridico attuale, pos­ sono essere, secondo i casi, più vicini alla follia o alla delinquenza. Ciò significa che uno dei compiti della terapeutica sociale d ev’ essere anche quello di risan a re 1’ am biente e di c u ra re gli abitanti di quella zona m ediana, dalla quale la società riceve pazzi e delinquenti, sotto nom i vari, più o m eno rivelatori del loro stato m entale e m orale. L ’ opera cu ra trice della società, deve esplicarsi per vie e con mezzi vari, ma è sopratutto necessaria là dove governo e sgo­ verno furono e sono tutta una cosa, dove i mali eco­ nom ici e sociali sono lasciati inciprignire, dove si m ira più a nascondere con la rettorica quei mali, che a provvedere alla loro attenuazione. U na Rivista inglese, che nessuno vorrà certo tacciare di sovver­ siva, perchè è organo degli interessi m ateriali della In g h ilterra, YEconomist di L ondra, aveva nel suo fascicolo del 22 ottobre u n articolo che gli uom ini politici, e prim i quelli italiani, dovrebbero m editare. E sso notava i pericoli di accordi internazionali contro gli anarchici, date le tendenze illiberali di certi Stati, e la illusoria efficacia che quei provvedim enti p o ­ tranno avere, e finiva con alcune gravi co n sid era­ zioni, che erano evidentem ente indirizzate all’Italia. Il periodico londinese sostanzialm ente diceva che nelle condizioni del nostro paese la produzione di quel fenom eno anarchico, che ha dato origine alla con­ vocazione di una conferenza, è un fatto che si spiega anche troppo ; piuttosto che ad accordi internazionali l’ Italia dovrebbe, a suo cred ere, fare tutti gli sforzi possibili per m igliorare le sue condizioni e per eli­ m inare quelle che conducono direttam ente alla fab­ bricazione degli anarchici, m erce che p u r troppo ab ­ biam o esportato assai spesso negli ultim i anni.

Non occorre d ire che la nostra opinioue è da un pezzo identica a quella dell’ Economist. O ra, la c o n ­ ferenza che si adunerà fra giorni a R om a potrebbe avere un com pito ben difficile se qualche delegato, puta caso quello inglese, partendo dal concetto che l’anarchism o è u n effetto di date cause, proponesse di cercarle nei rig u ard i dell’ anarchism o italiano. P erch è, si ha un bel dire che anarchici se ne tro­ vano in tutti i paesi, e questo va am m esso con qual­ che riserva, m a il fatto incontrastabile è che moti a n a r­ chici, che delitti anarchici, che gesta anarchiche in ge­ n ere sono specialm ente opera di italiani. A ltri paesi latini, Spagna e F rancia, e altri paesi non latini com e la R ussia, possono van tare certo i loro an a rch ici, e questo dim ostra che vi sono cause d’ordine generale, oltre quelle speciali ad alcuni popoli ; ma è p u r vero che un esam e delle condizioni sociali italiane rivelerebbe ai delegati profonde divergenze tra i vari paesi, le quali non sono elem enti di poca im portanza per stabilire le ragioni dello sviluppo dell’anarchism o. La confe­ renza non è un congresso di sociologi e quindi nulla di sim ile potrà esservi ten tato ; essa avrà ben altro carattere e m irerà in conclusione a stabilire norm e com uni di vigilanza e di repressione degli

anarchici e delle loro gesta. Ma in ciò appunto sta tutta la difficoltà, la pericolosità, la delicatezza del suo com pito. D ifendere la società contro gli an a r­ chici è dovere preciso e assoluto dei governi, ma I’ esperienza insegna che quella difesa può assai fa ­ cilm ente trasform arsi in persecuzione degli eretici secondo il credo delle v arie scuole conservatrici, nella condanna di ogni idea che non sia favorevole all’assetto sociale odierno, di ogni propaganda che abbia p e r obbietto qualche riform a radicale. Date poteri larghi, sconfinati, discrezionali a certe a u ­ torità e vedrete, specie in un paese dove il senso della legalità difetta quasi del tutto, com e sa­ pranno farne uso. Ciò che è avvenuto in Italia pel dom icilio coatto e in varie occasioni di « strin ­ gim ento di freni » lo prova a sufficienza : la tutela dell’ ordine, la difesa sociale si è talvolta trasfor m ata nella persecuzione più cieca e arb itra ria da parte di autorità inferiori alla loro missione e ani­ m ate dal solo pensiero di p rocurarsi com unque dei titoli di benem erenza p er supposti e spesso il­ lu so ri servizi.

La conferenza di Rom a condurrà certo a qualche accordo, perchè non è supponibile la sua convocazione senza una prelim inare concordanza di vedute, Q uanto alla efficacia di quegli accordi e alla loro portata in ordine alla politica in te rn a, non si può fare oggi alcun apprezzam ento ; si può au g u ra re soltanto che chi deve regolare m aterie di tale n atu ra abbia il senso della m isura e non perda il sentim ento della legalità.

LA FINANZA NEI DISCORSI DELLA CORONA

Ciò che si legge intorno alla finanza nel discorso che la Corona il 20 corrente ha pronunciato in a u g u ­ rando la 2a sessione della X X I legislatura, ci ha ram m entato quello che è stato detto nei discorsi passati inauguranti nuove sessioni e nuove legi­ slature.

Il rispetto che è dovuto all’atto solennissim o non ci perm ette, nè ci consiglia com m enti ; però non possiam o trattenerci di rico rd are ai nostri lettori la lunga via crucis di prom esse che solo negli ultim i dieci anni si fecero su d ue argom enti : la riform a dei tributi ; e la lim itazione delle spese.

Siam o certi che i lettori, leggendo i brani che ripo rterem o testualm ente, prov eran n o 'la stessa nostra im pressione.

Ecco quanto riguarda la trasformazione dei tri­ buti: già vi erano state allusioni più o m eno espli­ cite quando era M inistro I’ on. Magliani e si aboliva il corso forzato e si approvava la perequazione fon­ diaria. Ma com incia l’èra delle precise prom esse nel discorso del IO dicem bre 189 0 nella occasione in cui inauguravasi la X V II legislatura.

i II mio Governo Vi presenterà, signori deputati,

« il bilancio pel prossimo esercizio finanziario coi « provvedimenti da cui attende il pareggio ; e il « Parlam ento saprà trovare, con economie nei p u b - « blici uffici e col riordinamento degli attuali tributi,

« quanto b asti per ottenerlo. »

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20 novembre 1898 L’ E C O N O M I S T A 739

il riordinam ento dei tributi, ma prom ette c h ia ra ­ m ente delle proposte :

« A mantenerlo incolume (il pareggio) a dargli la « necessaria elasticità vi saranno proposte opportune « riforme, per le quali ci si consenta avviarci a « quella trasformazione dei tributi, che È desiderio

« antico e condizione di sociale equità. »

Nel 1893, quando al 10 giugno si inaugurava la X IX legislatura, il discorso della Corona precisa a n ­ cora più determ inatam ente gli intendim enti del Go­ verno :

« consolidata la finanza dello Stato, risollevato al- « l'estero quel credito che agevola lo sviluppo del- « l’economia nazionale e ravvivate notevolmente le « fonti della produzione e del lavoro, potremo poi, « con maggior sicurezza affrontare, col proposito di « risolverlo degnamente, il ponderoso problema delle

< finanze locali, e preparare le riforme negli ordini

« amministrativi, meglio rispondenti alla ragione dei « tempi ed all’indole del popolo nostro. »

Ma il desiderio della trasform azione dei tributi, che era già antico nel 1892, è ancora una prom essa nel 1897 perchè nel discorso della Corona 5 aprile di qu ell’anno ci dice :

« In questa cura di equa revisione dei tributi, in « quest’azione onestamente riparatrice del credito è « lunga la via del bene che si deve percorrere, »

Ma tutto questo sfoggio di aggetlivi non bastò ; all’ ultim o discorso quello del 16 corrente si fa dire alla C orona :

« Cercando di attenuare le asprezze delle leggi di « imposta, sin dove è possibile senza venir meno alla « solidità del bilancio, a cui strettam ente si connet- « tono gli interessi economici della Nazione, sarà « studio del mio Governo di fare, con un’ ammini- « strazione prudente ed oculata, il miglior uso delle « risorse pubbliche, in modo da alleggerire i pesi e « le sofferenze là dove sono maggiori ; e vi saranno « presentate all’ uopo delle proposte, le quali ci av- « vieranno anche, colla cautela voluta in simile ma- « teria, a quella più equa ripartizione di gravezze e « di tributi che la giustizia, la scienza e la ragione « di stato impongono. »

Non è arrischiato, speriam o, m anifestare la speranza, che finalm ente l’èra delle prom esse sia term in ata, e com inci quella dei fatti, e questa desiderata riform a dei tribuli abbia un principio di applicazione.

« gli ordinamenti militari, di far sosta nell’assumerne « nuovi ».

Il 29 N ovem bre dello stesso anno la Corona in a u ­ guran d o la IV Sessione della X V I legislatura, riba­ diva lo stesso concetto :

« L ’esempio di un’ oculata amministrazione deve « venire dallo Stato. E a semplificarne gli ordini, a « rendere più facile o meno dispendioso V interno reg- « pimento della Nazione, il mio Governo vi presen- « terà proposte che ne rendano più proficui i sa- « orifizi ».

N ell’ inaugurare la II Sessione della X V III legisla­ tura il 3 dicem bre 189 4 il discorso della Corona dice che a consolidare il pareggio nel bilancio dello Stato

« mirano i provvedimenti che saranno sottoposti a l « vostro giudizio. Con essi il mio governo intende a « ridurre le spese dello Stato ».

Ma i savi propositi della Corona non furono suf­ ficienti perchè nel discorso del 1 0 giugno 1893 inaugurando la X IX legislatura ripete :

« il pareggio effettivo del bilancio non si potrà al- « trimenti raggiungere senza contenere la spesa entro « i più stretti limiti che le imperiose necessità dei « pubblici servizi possono ancora consentire ed un « breve passo ci pare necessario a raggiungere la « meta ».

E la stessa raccom andazione fa la Corona nel 3 aprile 1897 inaugurando la 1® Sessione della X X legislatura :

« chiusa l’ èra dei sacrifizi - essa dice - deve ormai « mantenersi con un rigido freno delle spese non in- « dispensabili 1’ equilibrio del bilancio ».

Nel discorso dell’ altro giorno la Corona si lim ita a d ire che il G overno farà:

« con un’ amministrazione prudente ed oculata, il « miglior uso delle risorse pubbliche».

E d ha fatto bene a non insistere nelle raccom an­ dazioni delle econom ie, perchè certam ente non deve essere sfuggito al Capo dello Stato che la sua pa­ rola aveva trovato un ascolto scarso, tanto è vero che le spese effettive dello Stato che sino al 1 8 8 6 -8 7 non avevano raggiunto ancora il m iliardo e mezzo segnarono dall’ esercizio successivo il seguente m o­ vim ento che è proprio in aperta contradizione alle raccom andazioni c h e la Corona faceva al P arlam en to : P e r ciò che rig u ard a la limitazione delle spese,

la storia è ancora p iù dolorosa.

Nel discorso 16 novem bre 1887 inaug u ran te la 2* sessione della X V I legislatura, quasi a form a di monito, la Corona avverte :

« E perchè il buon regime della finanza rimanga « sempre inalterato, il mio Governo vi chiederà, si- « curo del vostro assentimento, che sia lasciato esclu- « sivamente ad esso, come usano gli altri S tati, mae- « stri nelle pratiche costituzionali, l’ iniziativa di « ogni proposta di nuove spese. »

Ma le cose volgevano al peggio per la finanza e non bastava più lim itare la iniziativa al G overno per le nuove spese ; occorrevano econom ie ; e il discorso della Corona del 2 8 Gennaio 188 9 lo dice esplici­ tam ente :

« Le condizioni della finanza impongono di ridurre « le spese nei più stretti confini, e, pur mantenendo « gli impegni già presi per le opere pubbliche e per

1 8 8 6 - 87 (milioni) 1461.5 1887- 88 » 1572.8 1 8 8 8 - 89 » 1735.2 1889- 90 » 1637.0 1890- 91 . 1615.0 1891- 92 » 1568.0 1892- 93 (milioni) 1563.0 1893- 94 » 1611.0 1894- 95 » 1600.3 18 9 5 - 96 » 1699.0 1896- 97 » 1624.0

E ci pare che queste cifre sieno

eloquente. com m ento più

DOPO L’ESPOSIZIONE DI TORINO

O ra che l’ Esposizione N azionale di T orino si chiude, ci vien fatto di esprim ere alcune idee in noi suscitate dal notevole avvenim ento.

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740 L’ E C O N O M I S T A 20 novembre 1898

riconoscendole com e una m irabile trovata del secolo che sta per fin ire, ci sem bra che il loro soverchio ripetersi ne abbia m enom ata l’im portanza e l’utilità. A bbiam o perciò altre volte espresso il voto che di­ ventino più rare, affinchè, con m inor dispendio di tem po e di denaro, costituiscano m aggiore attrattiva, e sopratutto diano luogo a più proficuo insegna­ m ento e rivelino nelle arti e nelle industrie in te res­ santi progressi, che è invece vano aspettare nel breve periodo di pochi anni.

Chi interrogasse a una a u na le persone che ab­ bia m otivo di rite n ere più assennate e più com pe­ tenti in m ateria, le vedrebbe tutte consentire in questo concetto. Ma sì!.... altra cosa sono tanti c it­ tadini singoli, e altra cosa è una cittadinanza. Il d i­ rizzone, com unque nasca, è facile a prevalere fra i più e poi a im porsi a tu tti, e non è raro che la collettività finisca p er fare in modo affatto opposto a quello che i suoi com ponenti, presi alla spiccio­ lata, giudicano più savio. In questa m ateria delle esposizioni, l’ard o re di pochi è contagioso e presto diventa entusiasm o di tutti. E lo spirito di im ita­ zione passa anche i giusti lim iti. Non v ’ ò oram ai città un po’ cospicua che non voglia avere la sua brava Esposizione. Si direbbe che altrim enti le paia d ’essere troppo da m eno delle altre. Le più operose, poi, non si contentano d’ una sola: esem pio Parigi p er quelle m ondiali ( 1 8 8 0 -1 8 6 7 -4 8 7 8 -1 8 8 9 ); esem ­ pio Torino per quelle nazionali italiane (1 8 8 4 e 18 9 8 ). D ato e non concesso che il 8 0 ° anniversario dello S tatuto non potesse com m em orarsi in qualche altro m odo, bisogna riconoscere che i prom otori hanno saputo fare le cose bene. D urante circa d ue anni dando opera a u n lavoro vasto, tenace, indefesso, hanno saputo assicurarsi la partecipazione di m i­ gliaia di espositori d’ogni parte d’Italia e delle sue colonie, e in pari tem po larghi contributi pecuniari, sia a fondo perduto, da P rovincie e C om uni e Corpi m orali, sia in form a di versam enti degli azionisti costituenti l’ im presa. I risu ltati finanziari definitivi non si potranno conoscere fuorché tra q u alch e m ese. Ma fino da ora em erge da quelli conosciuti, che agli azionisti resta assicurato il rim borso totale del­ l’im porto delle azioni, più un 2 0 p er cento circa di utile. Invero, nessuno poteva sp e ra re nè d esid erare di più e di m eglio.

In quanto ai risultati, direm o così, tecnici, a noi non sono parsi altrettanto felici. La roba esposta era m olta e bella, non c’ è che d ire. Ma, ad ecce­ zione delle applicazioni elettriche, che oggi fanno passi da g ig a n te ; le novità di qualche rilievo erano poche.

Com e poteva, d’altronde, essere a ltrim e n ti? F ra l’ultim a esposizione generale italiana e quella che ora si chiude è corso u n periodo di quattordici anni. Ma sono stati quattordici anni di crisi : crisi edilizia, industriale, com m erciale, bancaria, insom m a econom ica. E ra mai possibile che un tale infausto periodo contrassegnasse un progresso m olto notevole? A ltro che m ostrare di quando in quando, e anche troppo spesso, a noi m edesim i di che cosa siam o capaci! Le attitudini non m ancano d a v v e ro ; ma assai m eglio sarebbe fornire al loro esplicarsi un am biente più favorevole, u n tutto insiem e di con­ dizioni più adatte. P ro d u rre ? Ma se poniam o intoppi alla produzione con im poste e tasse d’ ogni sorta ! F a r conoscere i nostri prodotti agli stra n ie ri? Ma se con una politica econom ica protezionista, lesi­

nando sui co n traccam b i, ci chiudiam o i m igliori m ercati esteri!

Siffatta contradizione non è dal paese avvertita abbastanza, e frattanto si hanno sem pre nuove m a­ nifestazioni del pregiudizio di poter progredire eco­ n o m icam en te col m ettere in m ostra di continuo, in casa nostra, i prodotti del nostro lavoro. Giorni sono il Consiglio direttivo dell’Associazione L iberale del mezzogiorno em etteva un voto col quale viene « riconosciuta (?) la necessità di prom uovere a N a­ poli una Esposizione, la quale tenda a sollevare le strem ate condizioni econom iche ed a sviluppare le latenti energie industriali, com m erciali ed agricole delle provincie m eridionali. » E d è superfluo dire che nel voto stesso si fa assegnamento sull’ appoggio del Governo.

Com e si vede dalle poche parole sopra riferite, l’ idea di una Esposizione in N apoli è ancora pa­ recchio im m atura. Ci vien fatto di prevedere che reste rà tale a lungo, giacche per m a tu rare - co n ti­ nuando la sim ilitudine, e chiedendo scusa pel se i- centism o - le m anca il sole della ragion d’ essere. Ma se la nostra voce potesse sperare di v enire ascol­ ta ta dai prom otori, d irem m o : Siate pratici; non vi m ettete in caso di fare entro pochi anni u n ’ altra Esposizione G enerale Italiana. Piuttosto, se non sa­ pete resistere al desiderio elle una Esposizione sì tenga entro la vostra cinta com unale di dazio con­ sum o, fate m eno e m eglio, scegliete qualcosa che non sia una ripetizione, prom uovetene o una sol­ ta n to locale, cioè lim itata alla partecipazione della vostra provincia e di quelle adiacenti, ovvero una m agari internazionale, ma lim itata a una sola categoria principale di cose: all’elettricità, per esem pio, o alle industrie m arittim e, o agli oggetti di effettivo o ra ­ zionalm ente probabile scam bio fra l’ Italia e le sue colonie. Ma in quest’ordine di idee m odesto e pra­ tico non sarem o secondati ; si può m etter pegno.

R iguardo poi M ’appoggio da chiedere al G overno, siccom e la parola, tradotta in buon volgare, significa pretesa o supplica d’un contributo pecuniario, se n ­ tiam o il dovere di m anifestare sino da ora, p er quello che può v alere e senza pretese, il nostro voto affatto negativo. S e si vuole che il disagio econom ico spa­ risca, e che le fortune private e di rim balzo l’azienda pubblica abbiano ristoro, bisogna trovare il coraggio civile di negarsi ad ogni spesa la cui utilità non sia veduta, per quanto in piena buona fede, fuorché dai proponenti. Ad essi non potrebbero all’ occor­ renza scarseggiare quegli eufem ism i che, lu m eg ­ giando u n solo lato della questione, lasciano n el­ l’om bra tutti gli altri. II G overno però, conscio della propria qualità d’am m inistratore del danaro di tutti i contribuenti, dovrebbe te n e r pronta — una risp o ­ sta analoga nella sostanza — non nella form a che il tem po e il regim e d’oggi non consente più — a quella celebre data del granduca Leopoldo I di T o ­ scana ai rappresentanti d’un Com une di "Valdarno, che con tornite frasi chiedevano il contributo dello Stato per la costruzione d 'u n ponte :

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20 novembre 1898 L’ E C O N O M I S T A 741

Il mercato del lavoro in Germania

U no degli ultim i fascicoli dei Jahrbücher für Nationalökonomie und Statistik (Jena, F isch er) con­ tiene una elaborata m em oria del Prof. Ja stro w sul m ercato del lavoro e gli uffici di collocam ento (A r­ beitsmarkt und Arbeitsnachweis) in G erm ania. L ’ ar» gom ento è in parte nuovo e poco noto, m erita quindi che riferiam o alcune notizie raccolte da quel dili­ gente specialista in m ateria di lavoro che è il dot­ tor Jastro w , il quale pubblica anche su cotesto a r ­ gom ento un periodico m ensile *)non privo d’interesse. Il m ercato del lavoro non si può dire che rasso­ migli a quello delle m erci propriam ente dette. A ncora ai nostri giorni il prezzo del lavoro si stabilisce ge­ neralm ente nelle trattative fra im prenditori e operai, perchè le due parti si m ettono personalm ente in r e ­ lazione nell’ intento di fissare le condizioni del loro contratto. Il prezzo delle m erci, sopratutto nel com ­ m ercio internazionale, è ora il risultato delle infor­ mazioni statistiche che i fogli pubblici registrano o che gl’ interessati si procurano in altro m odo. Q ue­ ste inform azioni sono assai abbondanti, spesso parti­ colareggiate, ma il com m ercio non ne ha mai ab­ bastanza e varie istituzioni, le C am ere di C om m ercio, le Borse ecc., si sforzano a com pletarle, a control­ larle ed a volgarizzarle.

Si sta ora per attu are in G erm ania una organiz­ zazione analoga per il lavoro, organizzazione che non sarebbe esatto di chiam are borsa del lavoro, questa espressione avendo ora un senso speciale, ma che si può considerare com e un m ercato del lavoro per­ chè esso vi è offerto e dom andato. Noi prendiam o qui la parola m ercato in un senso ristretto , perchè pensiam o agli interm ediari ossia agli uffici di collo­ cam ento o, com e dicono in G erm ania, indicatori di lavoro (A rbeitsnachw eis). È da notare che fino ad ora non c’ era molto da lodare in quegli uffici indi­ catori di lavoro, 1’ organizzazione ne era rudim entale ; rendeva pochi servizi e nondim eno costava spesso cara e il suo principale difetto era di non dare alcuna idea com plessiva del m ovim ento del lavoro. È desso abbondante o r a r o ? il salario è in aum ento o in r i ­ b asso ? Non si può dirlo. Molte difficoltà si oppongono ancora a questa idea generale m a, com e nota anche il Block, nulla dice che sia im possibile di o tte n erle ; e il Ja stro w , ad esem pio, spera di giungere a quel risultato. Intanto egli ha riunito m olte notizie ed ha m esso in relazione tra loro gl’ indicatori del lavoro che esistono già in m olte città tedesche ; già hanno avuto luogo dei congressi e si sta organizzando un vasto servizio pubblico.

Un certo num ero di città tedesche, austriache e svizzere, com e p ure i governi di alcuni Stati tede­ schi si sono affrettati ad ad erire all’ idea, ma la buona volontà sola non bastava. I servizi indicatori del lavoro essendo organizzati secondo form e diffe­ renti, i risultati in cifre ricavati dai loro registri non erano sem pre com parabili, nè suscettibili d’ essere centralizzati. Inoltre, il nu m ero di questi servizi è ancora ben piccolo per un paese com e la G erm ania. Così il dr. Ja stro w non spera di ottenere subito il mezzo di com binare per tutta la G erm ania dei qua­ *) D er A rbeitsm arkt, M onatsschrift d er C e n tral­ stelle fü r A rb eitsm ark t-B ev ich te. (Esce il 15 d ’ ogni mese e co sta 2 m archi l’anno).

dri rigorosam ente esatti della situazione del lav o ro ; egli si contenta per ora di poter constatare le flut­ tuazioni del m ercato, sia in un sem plice com une, sia tra una città e il territorio che ne dipende in­ dustrialm ente. Ma com e notare queste fluttuazioni, m algrado le difficoltà che derivano dalle differenze di m etodo nella registrazione?

Invero, gli uni non iscrivono che le offerte e le dom ande senza tener conto dei resultati, m entre altri non notano che i risultati, e vi sono ancora altre differenze. Il Jastro w pensa che alm eno provvisoria­ m ente il dato più istruttivo è il num ero delle do­ m ande di im piego o di lavoro che si presentano per cento offerte di posto (o per cento vacanze). Si com ­ prende che I’ aum ento proporzionale del num ero delle dom ande indica il rallentam ento degli affari e la dim inuzione delle dom ande la loro ripresa.

In questi confronti vi è tuttavia una causa di erro re che bisogna saper evitare. È possibile che una delle parti interessate, siano i padroni, siano gli operai, non voglia servirsi dell’ ufficio pubblico delle in ­ dicazioni, o per m ancanza di fiducia, o per altre ra ­ gioni. In questo caso le cifre assolute non daranno una inform azione ce rta, ma si potrebbero assai u til­ m ente confrontare i num eri proporzionali d ’un anno con quelli dell’ altro anno ed anche i mesi tra loro; co sisi constaterà l’aum ento o la dim inuzione.D unque, se si vede che nel servizio di indicazione (ufficio di collocam ento officiale) di Berlino vi sono state nel gen­ naio 1896 per cento vacanze od offerte, 200.3 do­ m ande, m entre nel gennaio 1897 non vi sono che 1 7 7 .2 dom ande, quando nella stessa epoca a Monaco si hanno 2 1 8 .4 concorrenti nel 1896 e 129.9 con­ co rren ti nel 1897 per ogni cento vacanze e quando lo stesso si nota in un certo num ero di altre città si può concludere che la situazione industriale del gennaio 1897 è m igliore di quella del gennaio 1896.

Il dr. Jastrow che pubblica da qualche anno la situazione m ensile del lavoro e che trova che il mezzo m igliore per lui di riuscire è di dare delle buone inform azioni, m ette in guardia il lettore e n a­ turalm en te si tiene egli pure in guardia, contro gli effetti della negligenza di certi servizi pubblici. É evi­ dente che questi servizi devono inviare senza ritardo i loro dati affinchè possano essere utilizzati; è ev i­ dente pure che quando il totale di un m ese non è com posto assolutam ente delle stesse città del totale di un altro m ese, quei due mesi sono poco o punto paragonabili.

Il servizio centrale del m ovim ento dell’ offerta e della dom anda di lavoro è ora in via di organizza­ zione in G erm ania, pertanto queste e altre analoghe osservazioni sono assai im portanti. Il nostro autore crede di dover dunque en tra re in particolari che cercherem o di riassum ere brevem ente. E gli fa co­ noscere le 65 città (fra le quali sono le più im por­ tanti della G erm ania) che gli m andano i loro dati, segnala le obbiezioni che egli ha da fare contro i dati fornitigli da 27 di queste città e li elim ina, indica le 38 città di cui accentra i dati e riassum e così i risultati.

P er 100 vacanze (offerte d’ impiego o di lavoro) vi è stato il num ero seguente di dom ande, nei mesi sotto indicati :

I sei primi mesi:

G ennaio Febbraio Marzo A prile M aggio Giugno

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742 L ’ E C O N O M I S T A 20 novembre 1898

1 sei ultimi mesi :

Luglio Agosto Settem bre O ttobre Noverob. D icam bre

189 6 .. . . 131.4 1897.. . . 112.4 127.7 111.1 124.8 109.8 138.1 121.6 163.9 148.9 164.4 153.3

Da queste cifre resulta che nel 1897 un m aggior nu m ero di lavoranti era occupato in paragone al 1 8 9 6 . La dim inuzione nella dom anda di lavoro è stata constatata ogni m ese e le dodici osservazioni statistiche si conferm ano scam bievolm ente, il che viene a conferm are la loro esattezza. E ’ giusto di far notare che il prospetto su rrip o rtato è un risultato sintetico, cioè una m edia e quindi la buona condizione del m ercato non risulta uniform em ente dai dati di cia­ scuna località; vi sono fra queste degli alti e dei bassi e nei vari mesi il m ovim ento non è identico, il che si spiega sufficientem ente per la diversità delle in ­ d u strie stabilite o agglom erate nelle v arie parti della G erm ania, le urie possono soffrire m entre le altre pro­ sperano.

M algrado queste restrizioni il Jastro w ha ragione di considerare le cifre suesposte com e una indica­ zione generale,sufficientem ente approssim ativa, perchè giudicando il m ovim ento della industria tedesca in questi due anni in base ad altre fonti più dirette, si nota la grande prosperità delle m iniere e delle officine che im piegano u n num ero così im portante di lavoranti. L’ elettricità ha veduto au m en tare le sue applicazioni, m olti tram s a trazione anim ale hanno adottato la trazione elettrica. Poi, il ciclism o ha creato una g rande industria, sopratutto in questi ultim i anni.

Si è detto che sopra 65 città aventi un servizio di collocam ento o di indicazione di lavoro, l’A utore ha dovuto elim inarne 27 perchè i dati non erano com parabili con quelli delle 3 8 città che perm ette­ vano di m ettere la dom anda di contro a ll’ offerta. F ra queste 27 c’è, ad esem pio, G ottingen. Nel m arzo 1897 erano state inscritte in tutto 72 v a ­ canze e 361 dom ande di la v o ro ; nel gennaio 1897 di contro a u n totale di 15 vacanze figuravano 598 dom ande, cioè a u n dipresso 2 4 0 0 dom ande p er 100 vacanze. Q ueste cifre sem brano singolari, insolite, m a la spiegazione della cosa sarebbe questa : G ot­ tinga è una piccola città situata su u na grande strad a frequentata dagli operai che fanno il loro giro per la G erm ania. Di qui il gran num ero di dom ande e queste non sono che di rado serie ; esse signifi­ cano oggidì com e in passato la richiesta di un pic­ colo soccorso per proseguire il viaggio. Un altra città elim inata nei com puto è A m burgo ; le dom ande vi sono num erose, q u an tu n q u e m olte in d u strie si rivolgano all’ufficio di collocam ento m unicipale ; ma queste dom ande o queste vacanze non si applicano ad occupazioni di qualche d u rata, bensì a sem plici servizi tem poranei, com e il carico e lo scarico di u na nave.

La statistica m ensile dell’offerta e delle dom ande di lavoro può re n d e re u n servizio speciale ch e ha il suo p re g io ; essa può perm ettere di constatare esattam ente e p e r ogni località le stagioni di m an­ canza di lavoro, le loro fluttuazioni, le circostanze che esercitano su esse qualche influenza, in modo da essere preparati a com battere la disoccupazione, riservando del lavoro o rdinario o straordinario per quei periodi poco favorevoli al lavoro. P e r avere su questo punto dei dati attendibili bisogna poter confrontare il risultato di u n certo num ero d’anni.

Il servizio del collocam ento a B erlino li fornisce per otto anni ; la m edia delle dom ande p er 100 of­ ferte o vacanze è a Berlino, per m ese, la seguente: gennaio 1 7 9 .8 , febbraio 158.5, m arzo 110.5, aprile 1 6 0 .1 , m aggio 167.4, giugno 166.2, luglio 147.4. agosto 117.8, settem bre 110.8, oltohre 135.5, n o ­ vem bre 1 7 1 .5 , dicem bre 131.1. È adunque in gen­ naio e in novem bre che si hanno m aggiori dom ande e in settem bre e marzo un num ero m inore. Il m o ­ vim ento non è identico p er le varie città, nè per gli uom ini e le donne, ma la tendenza è la m ede­ sim a, cioè vi è aum ento e dim inuzione per gli operai e p ar le operaie a un dipresso alla stessa epoca.

Com e si vede, non si hanno ancora che inform a­ zioni assai generiche, la cui utilità è incontestabile, ma che nulla dicono su un punto di prim aria im ­ portanza ; quali sono le industrie che m ancano di braccia e quali quelle che ne sovrabbandano? Quali sono le industrie che soffrono e quelle che prospe­ rano? Si pensa ad accentrare le inform azioni per poter stabilire delle com pensazioni nella distribuzione del lavoro, ma sarà difficile farle se tutto si limita a do ­ m andare delle braccia, senza dire di quale professione. I rilievi statistici delle località notano, è vero, la professione, ma è difficile riassum ere in poche cifre questa indicazione. P er poter fornire le braccia n e­ cessarie a località più o m eno lontane bisognerà organizzare dei servizi speciali per professione, com e ve ne sono nelle trade unions, organizzazione che pare veram ente pratica. F inora adunque sono ten­ tativi piuttosto incom pleti ; essi m eritano tuttavia d’essere attentam ente seguiti.

Rivista Bibliografica

A. Souchon. — Les théorie économiques dans la Grèce antique. — Paris, L. Larose, 1898, pag. 205 (3 fr.J. Ernest Nys._Recherches sur l'histoire de l’économie

politique. — Bruxelles, Castaigne, 1898, pag. xv-247. André Lichtenberger. — Le socialisme et la Révolution

française. Etude sur les idées socialistes en Franee de 1789 à 1796. - Paris, Alean, 1899, pag. 316,

(5 fr.)

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rie-20 novembre 1898 L’ E C O N O M I S T A 743

chezze. Vi sono in questa trattazione osservazioni acute e ravvicinam enti interessanti. Egli fa notare che la ripartizione è il solo cam po ili studi econo­ mici che sia parso v eram ente interessante a gli autori greci e quindi è quello che a tentato m aggiorm ente il loro spirito di indagine.L a parte del libro che p re ­ senta m aggiore interesse è forse quella consacrata a confrontare le idee di Platone e di A ristotele sulla proprietà. L’ A utore precisa meglio di quello che co­ m unem ente si faccia il carattere del com uniSm o di P latone e le idee di A ristotele. 11 libro del Souchon, frutto di ricerche coscienziose, è degno della m igliore accoglienza e fa nascere il desiderio ch’egli prosegua i suoi studi sulla storia delle dottrine econom iche.

— Un valente cultore del diritto internazionale, il prof. Nys dell* U niversità di B ruxelles, pubblica un dotto volum e di ricerch e sulla storia dell’ eco­ nom ia politica, nel quale v eram ente si propone di stu d iare i fatti econom ici più caratteristici dell’età trascorse. Il titolo del libro potrebbe far cre d ere che si trattasse di ricerch e storiche sulle dottrine eco­ nom ich e; in realtà, delle teorie non si è occupato che in un capitolo; p er com penso i vari argom enti di storia economica presi a trattare dall’A utore sono pressoché tutti di grande interesse. Nell’introduzione il prof. N ys tratta della collaborazione civilizzatrice, ossia della parte che ebbero le varie civiltà nell’ opera del progresso, e passa poscia a discorrere dell’ in ­ fluenza bizantina e di quella m ussulm ana, della S i­ cilia norm anna e del governo di F ederico II, delle città nel m edio evo, dell’ E uropa com m erciale e in­ dustriale, della politica com m erciale nel m edio evo, delle teorie econom iche in quell’ epoca, degli ebrei p u re nel m edio evo, dei m ercanti e dei banchieri, del tesoro della C hiesa, della m oneta, dell’ im poste, delle istituzioni di diritto com m erciale, e finalm ente dei prim i tem pi dell’ E u ro p a m oderna. L ’opera del N ys è pregevole p er la chiarezza dell’esposizione e l’ abbondanza delle notizie che offre ed è particolar­ m ente interessante p er noi stante il posto notevole che le città e i com m erci italiani hanno nello svol­ gim ento della m ateria.

— Del doti. L ichten b erg er abbiam o annunciato, or non è molto, u n volum e sul socialism o utopistico cioè su alcuni precursori ignoti del socialism o; ora l’egregio A utore presenta u n volum e che ha m aggior im portanza, perchè è uno studio sulle idee socialiste in F ran cia dal 178 9 al 1796. La questione se e in qual m isura nel periodo della rivoluzione francese le idee socialiste trovarono difensori e seguaci è delle più interessanti per la storia di quel m ovim ento po ­ litico e sociale. L e indagini del L ichten b erg er m et­ tono pienam ente in luce il carattere e il grado di sviluppo che ebbe il socialism o nella rivoluzione francese. Come elem enti socialisti, si chiede l’ A u­ tore, poterono trovare posto ne! grande m ovim ento di pensiero che com m osse la F ra n cia alla fine del X V III secolo? La ragione è nella form a particolare che presenta questo m ovim ento, forma che hanno visto benissim o u n gran n u m ero di storici. La r i ­ voluzione non fu soltanto un sollevam ento politico e religioso, com e era stata la Riform a al X V I secolo, com ’erano state le due rivoluzioni inglesi del X V II se­ colo. E ssa non fu una jacquerie sociale, com e le r i­ volte dei contadini al X IV secolo. Non fu un solle­ vam ento politico ed econom ico, com e quello d’A m erica che la precedette di poco. Essa fu un poco di tutto questo e qualche cosa di più, e il rivolgim ento che

suscitò non può guari paragonarsi a quello che r i­ sultò dalla propagazione del cristianesim o nell’Im pero Rom ano.

Il dotto A utore esam ina successivam ente questi punti : se vi fu del socialism o nei cahiers e nelle brochures del 1789 ; quale fu lo sviluppo delle idee socialiste sotto la Rivoluzione, prim a del dom inio g ia­ cobino e sotto i giacobini, nonché per opera del B u- b e u f; se vi fu u n pubblico socialista sotto la rivolu­ zione, la sostanza delle idee socialiste in quel periodo e se certi atti della Rivoluzione furono ispirati proprio dalle idee socialiste. Com e 1’ opera precedente del L ichtenberger sul socialism o nel secolo X V II, questa ha pregi non com uni di chiarezza, di ordine, di dottrina.

Rivista Economica

// risparmio e la donna maritata.Bilanci di fa­ miglie operaie.

Il risparmio e la donna maritata. — Da q u al­

che anno si è venuto delineando un m ovim ento a favore dell’ estensione dei diritti della donna, al quale si è dato il nom e poco sim patico di femmi­ nismo. F ra gli apostoli di questa nuova dottrina vi sono gli esaltati e gli utopisti, ma vi è anche chi sostiene riform e giuste, pratiche e ragionevoli.

T anto che, in F ra n cia , la Cam era ha creduto di doverne adottare talune che evidentem ente si im ­ ponevano. Così oram ai le donne possono servire com e testim oni negli atti civili e sono elettrici per la nom ina dei giudici del tribunale di com m ercio.

Q ueste nuove prerogative accordato in F rancia alla donna non sono certam ente le più utili per lei, ed anzi presentano talora qualche inconveniente. Ma, oltre queste disposizioni legislative recentissim e ve ne sono di più antiche, la cui im portanza è ben altrim enti gran d e, perchè hanno tratto cogli in te­ ressi finanziari e m ateriali della donna, e sono quelle che concernono il risparm io della donna m a ­ ritata e la libera disposizione dei prodotti della sua industria personale.

Legislazione e pratica si sono date la mano per quanto riflette il risparm io, e sono arriv ate così a m odificare profondam ente i principii del Codice Ci­ vile in senso liberale e largam ente favorevole ai di­ ritti della donna.

Ciò è dim ostrato con m olta chiarezza dal signor E doardo Payen in u n recente num ero dell ’Économiste français.

I| Codice civile abbandona la donna delle classi povere, sotto l’assoluta autorità del m arito. N on le dà i mezzi di costringerlo ad adem piere il suo do­ v ere alim entare, e l’obbliga a ric o rre re all’ autoriz­ zazione m aritale per concludere validam ente un con­ tratto di lavoro.

Se la donna è costretta a concludere u n tale con­ tratto e im piegarsi com e operaia o com e dom estica per provvedere al proprio m antenim ento e a quello dei suoi figli, essa non è libera di d isporre com e vuole del danaro che si sarà g u adagnato; il m arito può infatti esigere dal padrone che gli rim etta di­ rettam ente il salario di sua m oglie, salario di cui farà l’uso che più gli piace.

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rie-744. L’ E C O N O M I S T A 20 novembre 1898

scire a raggranellare, può essere reclam ato e scia­ lacquato dal m arito.

Q uando la famiglia possiede qualche bene e la m oglie ha qualche cosa del suo, il Codice provvede a salvaguardargliene una parte.

Ma questa garanzia più non esiste quando la donna nulla possiede.

La pratica ha portato delle restrizioni al rig o re dei principii del Codice per ciò che riflette i diritti del m arito nelle classi operaie.

P er esem pio, in pratica, esiste per la donna la libertà di lavoro, poiché il padrone non dom anda l’ autorizzazione m aritale, sia per ignoranza della legge, sia per indifferenza.

Èppoi è difficile che il m arito pensi di esercitare il diritto di vietare a sua m oglie di la v o ra re fuori di casa; ma invece si prevale spesso di quello di riscuotere lui il salario della m oglie, la quale è così im possibilitata di realizzare delle econom ie.

Q uesta situazione della m oglie riguardo ai risparm i che può fare sul proprio salario ed anche sul de­ n aro che il m arito le consegna pei bisogni d o m e­ stici, ha preoccupato il legislatore francese, il quale ha giustam ente pensato che sarebbe bene che la donna potesse effettuare in nom e proprio dei m ode­ sti depositi dei quali il m arito non potesse im p a­ dronirsi nem m eno colla violenza. Ciò si è ottenuto com e si è detto in F ran cia, m ediante il concorso della pratica e della legge.

La legge francese ha riconosciuto alla donna m a­ ritata il diritto di affidare le proprie econom ie ad u na cassa di risparm io senza l’ autorizzazione del m arito, anzi anche contro la sua volontà.

11 diritto di ritira re i v ersam enti è m eno assoluto ed è tem perato dall’ eventuale opposizione del m a­ rito ; ma questa eventualità non ha tratten u to la donna di usare largam ente del diritto conferitole dalla legge del 1881.

Ecco, per la Cassa postale di risparm io, i conti aperti con o senza l’assistenza del m arito dal m o ­ m ento della prom ulgazione della legge al 1 8 9 6 :

Conti a p erti

con assistenza senza assistenza dei marito del marito

1 8 8 2... . 7 , 6 4 8 3 8 , 9 2 7 1 8 8 3... . . 6 , 6 9 1 2 6 , 7 8 3 1 8 8 4... 4 3 , 5 9 9 1 8 8 5_____ . . 1 2 , 4 2 7 5 7 , 5 6 3 1 8 8 6... , . 4 , 7 0 4 5 4 , 6 3 9 1 8 8 7... . . 4 , 6 3 2 2 3 , 1 3 6 1 8 8 8... , . 2 , 0 0 4 2 8 , 7 9 8 1 8 8 9... , . 3 , 4 1 4 3 1 , 4 7 0 1 8 9 0_____ . . 4 , 8 6 1 4 2 , 7 1 4 1 8 9 1... . . 4 , 0 1 5 4 4 , 8 7 7 1 8 9 2... . 4 , 8 7 4 5 9 , 4 1 2 1 8 9 3..., . 5 , 0 4 4 4 9 , 2 5 5 1 8 9 4... . 4 , 6 0 5 5 9 , 5 8 3 1 8 9 5... , . 5 , 7 4 9 6 4 , 8 4 0 1 8 9 6... . 4 , 5 9 8 5 3 , 0 7 2 T o ta le.. . 8 5 , 5 9 1 6 7 8 , 6 6 8

Da questo specchio risu lta che se la cifra dei v er­ sam enti fatti ogni anno con 1’ assistenza del m arito rim an e stazionaria, o piuttosto tende a decrescere, quella dei versam enti fatti senza una tale assistenza è cresciuta di m o lto ; nel 1 8 9 6 più dei nove decim i dei versam enti ricevuti da donne m aritate furono effettuati senza l’assistenza del m arito.

La stessa tendenza, benché m eno accentuata si r i ­ scontra nei depositanti alle casse di risparm io o rd i­ narie. Nel 1882 erano stati consegnati 3 3 ,8 0 3 libretti nuovi a donne assistite dai loro m ariti e 2 3 ,5 4 2 soltanto, ossia i due quinti, erano stati aperti a donne non autorizzate. Nel 1896 la proporzione è in v e rtita ; le donne che hanno fatto a m eno dell’autorizzazione del m arito sono 5 0 ,3 4 3 , contro 3 1 ,9 7 6 che 1’ hanno avuta.

Q uesti brevi cenni debbono essere com pletati ri­ cordando che la donna in F rancia può collocare li­ beram ente i suoi risparm i alle Casse, ma può anche investirli in rendite di Stato nom inative, acquistate per mezzo delle Casse stesse. La facoltà di risp ar­ mio della donna m aritata, che senza di ciò si tro ­ verebbe lim itata al m assim o del libretto, è estesa indefinitam ente.

L ’acquisto di tali rendite nom inali ha il grande vantaggio di m ettere in m ano alla donna dei titoli che potrà più facilm ente canservare di quello che se fossero titoli al portatore.

La legge francese ad u n q u e ha singolarm ente m i­ gliorato la condizione della donna m aritata riguardo al risparm io, con inestim abile vantaggio delle fami­ glie operaie.

Bilanci di famiglie operaie. — Sette anni a d ­

dietro il M inistro dell’agricoltura, industria e lavori pubblici nel Belgio, ordinò u n ’ inchiesta sulle con­ dizioni delle classi operaie. Il com pito di ottenere le necessarie inform azioni fu affidato ai Consigli del - P industria e del lavoro ; le osservazioni, oltre che sulle m ercedi m edie giornaliere, furono rivolte an­ cora sulla com posizione delle famiglie dei lavoratori, sull’età dei bam bini, e via discorrendo ; sopratutto si sottoposero ad esam e accurato le risorse generali p er ciascuna fam iglia, le spese per il n utrim ento, per l'abitazione, per i com bustibili, le spese a scopi intellettuali e di educazione, le spese infine per i divertim enti e per quello che rappresenta il s u p e r­ fluo. I dettagli di questi risultati, insiem e con la quantità di cibo consum ata e le liste dei prezzi delle v arie m erci, furono pubblicati nel 4892. Ora il sig. E d ­ m ondo Nicolai riassum e le inform azioni dettagliate e i dati ufficiali — ignoti fin qui ai più — in un a rti­ colo che si trova nel Bulletin de la Commimon cen­ trale de statistique di B ruxelles, articolo veram ente interessante, in quanto offre un quadro della vita so ­ ciale contem poranea di un notevole num ero di operai provvisti di lavoro, confrontala — e qui è l’essen­ ziale interesse dello scritto — con la vita che gli stessi operai conducevano qualche decennio addietro.

L ’inchiesta del 4891 fu estesa a 488 fam iglie di operai, che com prendevano 800 fanciulli; il num ero m edio dei farciulli per ogni famiglia era, dunque, di 4 ,2 5 ;aggiungendo i genitori, si ha una m edia di 6,25 persone per ogni fam iglia, m entre il censo generale del 48 9 0 dava una m edia di 4,5 6 . D unque le fa­ m iglie esam inate erano alquanto più num erose della m edia. I padri di fam iglia considerati avevano un ’età m edia di 4 2 anni, le m a d ri 40 anni. L ’età m edia dei ragazzi che guadagnavano un salario era di 16 anni. Ma il 74 per cento dei ragazzi non lavorava e quanto alle donne, solo 8,5 p e r cento avevano un occupazione fuori di casa.

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20 novembre 1898 L’ E C O N O M I S T A 745

le m adri rappresentavano soltanto 1’ 4,21 p er cento, i ragazzi m aschi il 2 5 ,6 6 , le fem m ine il 3 ,4 3 per cento. I guadagni m ensili d’ogni famiglia (e qui av ­ vertiam o una volta per tutte che parliam o sem pre di dati m edii) erano nel 4891 di 451.40 franchi, a cui vanno aggiunti fr. 2 ,4 2 di guadagni per lavoro supplem entare e sussidi di im prenditori.

P er quel che riguarda le m ercedi giornaliere, i dati dell’inchiesta sono q u esti: m ercedi dei padri, fr. 4 ,1 0 ; delle m adri, fr. 4 ,4 5 ; dei ragazzi, fr. 1,4 5 , delle ragazze, fr. 0,82. Notiamo che pel 1 8 8 0 si hanno dati molto prossim i a questi ; invece nel 1840 le condizioni delle classi lavoratrici erano assai piti depresse. Infatti un uom o guadagnava allora fr. 4,49 ; u na donna, fr. 0,71 u n ragazzo, fr. 0 ,5 4 , una r a ­ gazza, fr. o,39. D unque in cinquant’anni s’è fatto un b ell’aum en to ; e non bisogna dim enticare che dal 1840 al 4891, la m edia giornaliera delle ore di la­ voro è discesa da ore 40 e 53 m inuti ad ore 10 e 2 4 m inuti.

* »

T ediam o ora in qual modo queste en trate siano spese dalle fam iglie. P rem ettiam o che i dati che si riferiscono al bilancio di u na famiglia operaia sono di una attendibilità assai lim itata. Son poche le fa­ m iglie che tengono il conto esatto delle loro spese, e in ogni caso la sincerità dei dati offerti alle in ­ chieste non può non essere u n po’dubbia. P er altro i difetti, quando si prenda in esam e un num ero notevole di casi, si elidono.

F ra le spese m ensili totali, che am m ontavano a franchi 30.3 7 9 , le spese indispensabili di n atu ra m a­ teriale erano rappresentate da 2 8 .4 3 9 franchi, ossia il 93 per cento. Di queste spese, 18.641 franchi andavano pel cibo, 9 4 9 8 per l’abitazione, il mobilio, gli abiti e via dicendo- In com plesso, il grosso delle spese va per le prim e necessità della vita. F e rm ia ­ moci u n m om ento sulle spese per la nutrizione. Il prospetto seguente m ostra le quantità di cibo in chi­ logram m i, consum ato da un operaio adulto in due anni d iv e rsi:

Consumo A rticoli alim en tari 1853 1891

P a n e ... 210,7 264,1 P a t a t e ... 311,6 2 4 1 ,7 C arne ... 9,6 2 9 ,6 B u rro , lardo, ecc. . 8,0 18,9 C a ffè ... 5 ,0 5,4 Bastano queste poche cifre per m ostrare i pro­ gressi che si son fatti in m eno di q u a ra n ta n n i. Le condizioni degli operai sono di gran lunga m iglio­ r a te , il nutrim en to si è fatto più abbondante e so- pratutto più sostanzioso; il consum o d ’ un articolo solo, le patate, è dim inuito; m a in tu tto il resto ab­ biam o un aum ento m eraviglioso : il consum o del pane è cresciuto d ’assai; quello del b u rro e del lardo, si è più che raddoppiato, e quello della carne si è triplicato. E se scendessim o a p articolari più m inuti, vedrem m o altri vantaggi, altri progressi. La qualità del pane, per darne un esem pio solo, ce ne offre u na prova. D apprim a su 400 chilogram m i di pane consum ati dagli operai, 47 erano di pane di segale, e 31 soltanto di pane di fru m e n to : oggi l’uso del pane di segale è stato quasi com pletam ente b an­ dito, si è ridotto al 2 per cento; e il pane di f ru ­

m ento lo ha sostituito sulla tavola del lavoratore, poiché il suo uso è solito all’82 per cento.

O ve poi esam iniam o le spese proporzionali fatte dagli operai pei loro alim enti, troviam o che su 400 fr., 30 sono spesi pel p ane; 27 p e r ii latte, le uova il b u rro e sim ili; 21 per la carne, il latte, eec.; 14 per le patate ed altri vegetali; 8 per caffè, cicoria e sim ili ; 4 per birra e liquori distillati. Questi dati m ostrano che la spesa principale è p er il pane; ognuno vede dunque di che im portanza sia il m i­ glioram ento sopra notato della qualità, di questo che è principalissim o fra lutti gli alim enti.

S e ci sofferm iam o su queste cifre consolanti, gli è che esse sono davvero eloquenti, e rispondono a coloro che vorrebbero sostenere che i progressi eco­ nom ici m oderni siano tutti se non a pregiudizio delle classi operaie, certo non a loro beneficio.

L a pesca in Italia nel 1897

I battelli e le barch e da pesca esistenti alla fine del 1897 ascendevano a 2 3 ,2 6 6 per una portata com ­ plessiva di tonnell. 6 3 ,9 0 8 , con una differenza di 170 galleggianti in più e di 769 tonn. in m eno in con­ fronto al 1896.

La pesca generale dei pesci, dei m olluschi e dei crostacei ha dato un prodotto m aggiore di quello dell’anno precedente colle reti a strascico tirate a mano - da te rra , colle m ugginare, coi palam iti, con le lenze e gli am i, con la fiocina e con le nasse, com presa la pesca dei crostacei, per un com plessivo valore di L. 3 9 8 ,7 0 5 ; invece ha fruttato meno del 1896 per L. 1 ,0 1 7 ,2 7 3 con le reti a strascico tirate da galleg­ gianti, con quelle di posta e con le altre usate per la pesca del pesce da sem ina, dei m olluschi e quelle speciali delle diverse località.

T utti i suaccennati m etodi di pesca hanno dato un prodotto totale per la som m a di L . 14 ,3 2 1 ,3 1 7 con una differenza in m eno, in confronto al 18 9 6 , di L. 62 7 ,5 6 7 .

P oiché ¡ galleggianti addetti agli svariati metodi di pesca usati lungo il nostro litorale ascesero a 2 2,777 con 1 0 2 ,9 2 6 pescatori, se ne deduce che il prodotto m edio per ogni barca fu di L. 6 23,29 e quello di ciascun pescatore di L. 1 3 9 ,1 4 , quote in ­ fime che attestano purtroppo della povertà di questa industria.

La cam pagna di pesca del corallo nel 1897 nelle acque della Sicilia, benché lontana ancora dall’ im ­ portanza di una volta, tuttavia, a differenza del 9 6 , in cui riuscì ad d irittu ra disastrosa per gli arm atori, fu alquanto migliore nel suo complesso.

Infatti, nel 1897 non solo si poterono com pensare le spese sostenute in L. 5 8 0 ,4 0 0 , ma si ottenne u n utile netto di L. 71,3 0 0 , che induce a sperare in un risveglio dell’industria per gli anni prossim i.

Non altrettanto può dirsi per la pesca in S ard e­ gna, giacché quei banchi, quantunque diano sem pre un prodotto superiore di m olto a quelli della Sicilia per la qualità del corallo, la quantità ne è però tanto esigua, che nell’ultim a cam pagna il ricavato non è stato sufficiente a com pensare le spese per l’ allestim ento delle b arche.

(10)

-746 L’ E C O N O M I S T A 20 novembre 1898

plessive 9 1 9 tonnellate con 717 persone di e q u i­ paggio.

Il totale delle spese fu di L. 58 0 ,4 0 0 e la q u an ­ tità di corallo pescato di 1 8 6 ,2 0 0 kg., per un v a ­ lore di L. 65 1 ,7 0 0 .

S u i banchi della S ardegna, nelle acque di A lghero dell’A sinara e di S. T eresa G allura recaronsi 103 barche della portata com plessiva di 309 tonnellate, con 5 4 4 persone di equipaggio.

La spesa totale fu di L. 1 9 2 ,5 2 0 ; il corallo pe­ scato 1625 k g . per un valore di 1 8 4 ,5 8 0 lire.

Sono cifre m elanconiche e che fanno disperare sull’avvenire di una tale industria in S ardegna.

Il num ero delle barche, sia italiane che estere, che si dedicarono alla pesca delle spugne a L am pe­ dusa nel 1897, raggiunse la cifra di 1 9 4 per 341 5 tonnellate e con 1307 persone di equipaggio.

L e barche suddette erano rip artite per nazionalità e p er metodi di pesca, nel m odo seguente :

Spese. Piastre-oro P ia stre-carta Congresso n azionale... » 2.270. 00. » I n t e r n o ... » 15.029* 311. » A ffari esteri... 237.441.20 249.792. » F in a n z e ... * 6.872.113.84 Debito P u b b lico ... 22.746.731.66 11.249.408.32 G iu stizia ed Istru z io n e ... » 10.331 465.64 G u e rra ... •... * 14 027.582-12 M arina ... » 11.256.614 19 L a v o ri p u b b lic i... 6.086.000. » 4. 400.000. * Nuovi m in is te ri...3. » 96.000 » T o ta li... .. 29.070.172.86 75.782.687.11

L e spese sono coperte dalle entrate in oro per 3 2 ,4 2 3 ,8 0 0 piastre, e da quelle in carta p er piastre 6 7 ,5 4 0 ,6 0 0 . Concorrono a form are le prim e entrate principalm ente i

bandiera numero tonnell. equip- metodo usato

— — — — — italiana 9 6 1 7 5 0 4 9 4 cava greca 4 6 8 6 3 2 2 6 id. id. 51 7 8 9 5 7 4 m acchina da palom baro turca 1 1 3 1 3 id. totale 1 9 4 3 4 1 5 1 3 0 7

L a pesca dette u n prodotto totale di kg. 1 5 3 ,4 3 0 p e r un valore approssim ativo di L. 1 ,7 4 8 ,4 6 4 .

Il prezzo m edio fatto a L am pedusa fu L . 13,20 a 1 3 ,4 0 il kg. p er la prim a q u a lità ; di L . 4 per lo scarto e di L. 1.20 p e r le cim uche, se pescate con la c a v a ; di L. 18 p er la prim a qualità e di L . 5 per Io scarto se raccolte dai palom bari.

È q uindi da deplorarsi che quest’ultim o m etodo, che profitta ai pescatori esteri, non si voglia a d o t­ ta re dai nostri.

Nel 1 8 9 7 , lungo le coste italiane, furono poste in esercizio 47 tonnare, le quali presero com plessi­ vam ente quintali 44,207 di tonno del valore di L . 2 ,0 1 3 ,9 9 3 .

Nell’ultim a cam pagna si ebbe un prodotto m ag­ giore di quello ricavatosi nella precedente per L i­ re 2 5 3 ,0 0 7 , senza tener conto della vendita di altri pesci grossi e piccoli, cioè : pesci spada, palam iti, bestini, lacerti, ecc., che spesso vengono presi nelle tonnare.

Il tonno fece i prezzi m igliori a M addalena, ove fu venduto in m edia a L . 1 1 8 .5 8 il quintale, e a P ortoferraio e Napoli ove variò da L. 9 0 a 100.

L e tonnare riuscite più proficue furono quelle di F avignana (q u in t. 4 6 8 0 ); M essina Tonno (quintali 4 0 0 0 ); T rapani-F orm ica (quintali 3000) e Cagliari- PortO scuro (quintali 29 2 3 ).

IL U H OLII» m w BEITI PER IL «

ed il premio sull’ oro

Ecco il progetto del bilancio argentino p er il 1 8 9 9 , tale com e è stato presentato al C ongresso:

D iritti di importaz. ed espovtaz. 27.000.000 D iritti di p o rto ... 1.062.700 D o c k s ... 925. 000 le seconde gli: Alcool . . . . Fiammiferi . . V in i. . . . • Tabacchi , . . Imposte fondiarie Banca Nazionale 18. 000.000 1.670. 000 6. 000. 000 8. 800. 000 2. 000. 000 2. 000.000

Le entrate del 1898 furono invece piastre 3 4 ,7 5 9 ,1 4 6 in oro e di piastre 5 2 ,9 1 8 ,0 0 0 in c a rta . Q uindi, calco­ lando le eutrate totali, osserviam o che queste su ­ perano nel 1899 di piastre 1 2 ,2 8 7 ,2 5 4 quelle del­ l’anno precedente.

Il potere esecutivo può disporre per spese strao r­ d inarie ed im previste, delle risorse seg u en ti:

Avanzo di bilan cio ... 801. 306 Credito m unicipale...1- 589. 366 V endita dei terreni del porto . . 2.000.000

Totali . . . 4.390.672

E d ora passiam o al prem io sull’ oro, il quale ha raggiunto negli ultim i tem pi il 1 4 6 per cento. Dal 1891 il saggio non è mai stato cosi basso, com e si rilev erà dalla tabella se g u e n te :

1° genn. 1o aprile 1o giugno 27 ottobre

1 8 9 1 . . • 221 251 278 313 1 8 9 2 . . . • 272 250 212 212 1 8 9 3 . . . . 192 211 248 217 1 8 9 4 . . . . 229 254 261 240 1 8 9 5 . . . . 257 248 246 229 1 8 9 6 . . . . 229 224 192 180 1 8 9 7 . . . • 183 205 186 183 1 8 9 8 . . . . 174 164 177 148

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