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SUGLI SCRITTORI MODERNI DI STORIE DI SICILIA SAGGIO CRITICO DI AGOSTINO... Agostino Gallo. Digitized by Google

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(1)

SUGLI SCRITTORI

MODERNI DI

STORIE DI SICILIA

SAGGIO CRITICO

DI AGOSTINO...

Agostino Gallo

(2)
(3)
(4)
(5)

h l

3& *

1 ^ SUGLI SCRITTORI MOD

ni

. STORIE DI SICILIA

SABBIO CRITICO

2» AGOSTINO GALLO

*

DELI' ASSEMBLEADI STOMAPATRIA che

wmtm

nr-to* casa ,M SOCIODIVARIE ACCADEMIE NAZIONALI E STRANIERE*"

Openiohi.une.1868$*rmJa«i*in .fcboraro 1887.

_ . r 4.

PALERMO

TIPOGRAFIA BARCELLONA

viadell'Vnivmità,44.

1867.

(6)
(7)

SUGLI STORICI MODERIVI SICILIANI.

I.L" Istoriafabendiffiniladall'ta- pinato oratore:te»ti»

temporum,

lux verilalis,vitamemorine, magislravi- lae,nuntiaveluslalis(2).Bendissean- cora I*eruditocriticoErmolaoRubieri chelasua luce del passaloriflette sul- lospecchio del presente,e riverbera sulfuturo.Essanonsoloe lamaestra dellavitae la guida degli uominiin società,

ma

il palladiodelorodiritti, che possonoaccrescersi,

ma

scemare nè prescriversigiammai,senonperla for- zabrutanemicadelbenviveresociale.

L'istoriainsegnaa'principiaconoscer rindole peculiare de' loro popoli, che puòmodificarsi,

ma

noncambiarsi es- senzialmente, eli avvertearispettarne eaconservarnelefranchigie, ond'evi-

*In un altromio saggio ho trattato espressamente degli storici lln-co-Sicoli chequiappena ho accennato perfarmi riaa'moderni.

Ci)Cic.deOrat.lib.2.L\.

tarlerivoluzionisemprefuneste, o di venirein urtoco'medesimi, elicon- sigliaa guidarlidolcemente per atti- rarsenelabenevolenza, e intalguisa nonesserecostrettia sostener

nume-

rosearmate,lequaligravandodi trop- poisudditidibalzelli,liaizzerebbe- roagli sconvolgimenti.

Lastoriaadunque per adempiere si importante ufficioesserdebboscrupo- losamenteveritiera,diligenteedesalta raccoglitrice de'fatti,chescrvon poscia di normaa'governati eda'governa.1- ti.Sia purel'adulazione degliscrittori versoiprincipi e ilvile interesse la guasta ela corrompe;0sulproposito Ciceronesiespresse cosi: qui»neseil

priniamesse hisioriae legem, ne quid falsidicprcamicai,deinde ne quid veri

non

audeal,ne

qua

suspiciogra- liaesiiin scribendo,

ne qua

simulla- ti»(t).

(!)Cic.deOrat.lib.2.XV.

(8)

A

E

ciòconfermavaTacito,maestroin- signedell'istoria, nonsolocolsuo e- sempìo,

ma

conlesentenze,ondescri-

\en:rara

temporum

felicitate,ubi sen- tirequevelis, el

quod

sentias diceteli- cei(l).e consigliava coloro,cheprendo- noascriver1'istoria, intalguisa:ne riiiulessileanlurutquepravisdiclis fa- clisqueelposleritaleelinfamia metus sii(2).

E

loslessoTariloapprestala idea cornoconvienescriverlaconfilo- sofico intendimento per divenire più utile:non modo,casuseventusquere- rum,qni plerwnquefortuitisunl,sed ralioeliam

caussaeqm

noscantur(3).

II.Ora

me

sembra chola Sicilia, la qualeintulliitempi, einmolte coso

siè spintaa glorioseiniziativeed in- venzioni(4),ancheinnanzi e nel corso dell'epoca greca,goda pure ilprimato nel!' istoriasullealtrenazioni,nècre- dasiciòjaltanza;perocchéIppidallcg-

(1;Hist.I,1.

(2)Annui.Ili,65.

(3)Hist.I,4.

(i)LaSicilia fulaprimaa praticarel'arte di coltivarlaterra cilfrumento,udarenor-

me

nelgovernodellerepubbliche, nellame- dicinaempirica, nelle invenzionimatemati- che,astronomicheemeccaniche, ondefa-

mosadivenneperlasferadiArchimede

,

per Torologio solare, per1*invenzione dell'arterettorica,perlapoesia buccolica, perleleggi iliCaronda, perlaspeculazione deimimie dellacommediamorale,eper varistrumenti musicali edaltrecose.

LeggilaSiciliainventriccdiAuria con leosservazioni eaggiunte del .Mungitore.

Palermo per Marino1701.

gio(I),nostro convicino, e Polizcloda Messina, rammentatidaSuida,prece- dettero o furoncontemporaneidiEro- doto, delloilpadredell' istoriagreca.

Scguironpoco

dopo

Antioco eTemi- sloveno Siracusani,ilsecondocoetaneo diSenofonte, eindiFilisto,riguardato daCicerone

come

ilpiccolo Tucidide,e gareggiaronocoipiù antichi e migliori storicigreci.DiodorodiAggira poipri- meggiasovr* essi peravere abbracciato

I'universalitàdell' istoria, più ampia- mente cheErodoto, eper maggiordi- ligenza, buonacritica, epel corredo»

dellacronologiaglièpursupcriore.

III.NèsoloiSiciliani,com'eralor debito, trattarono dellecosedell'isola nostra,

ma

anchedi quellodiGrecia madre, ecosì,quasiperun ricambio dicortesia,iGreci, degli avvenimenti, e delio cose mirabilidiSicilia

.

IV. Peròdopolaconquista de'Ro- manile armi, e laferocia de'quali invilironoedoppresserolelellere, al- cuniscrittoridelLazio, abbagliali dal nostro antico splendore,si occuparono

(1)Ippi,secondoSuida,nacqueinReggio di Calabria,distanteda Messinacircadue miglia di stretto dimare.EsiccomeIteggio ahanticoè statasempreunapiccolacittà, fondata,secondoAntioco, dai Calcidesiper coopcrazionedegli Zanclei,iReggini quindi considcravansicomeconcittadini di quelli, ivieducavansialle lettereesiframmischia- vano conessipeimatrimoni,emoltopiù dopo cheAnassilacongiunseallasua corona quelledue città,emutò ilnomeantico diZanclainMessene.Ippistesso riguar- davasicomezanclcoe sicilianoedifatti scrisse l'istoria di Sicilia enondiReggio.

(9)

indirettamente dellaSicilia,efratulli bastanominare un Cicerone,

un

Livio cunPlutarco.

V. IN'eli'epoca Bizantina gli autori orientali accennaronole cose nostre;

ma

gli Arabimolte croniche scrissero diquestaterra,cheinondaronodisan- guenella lorotremendaesudatacon- quista,delle qualialcune ancorci ri- mangono, composteinveroseccamente alla lormaniera.

VI.

Ma

già, sindalla nascitadiGesù Cristo,decadutele lettere,scarseggia- ronotra noiglistorici,e solodopola conquista dc*prodiNormanniapparvero, dalor protetti,alcunisicilianied esteri cheistoriaronole lorogloriosegesto.

VII.LaSiciliahailvantoanchenei tempi posterioridiaver datoistoricialle altre nazioni.

Rammentammo

altrove quelli dell*epocagreca ed orfacciamo onoratamenzionediGuidodelleColonne messinese,il qualenonsolosegnalossi nellanuovapoesia volgare,prevenendoil

Petrarca ne*concetti amorosiplatonici;

ma

benanchesiresecelebrenell'istoria, riunendo le notiziesparse delgrande avvenimentodellaguerra trojann. Poscia condotto egliinInghilterrada Eduar- dodirilornodaTcrrasanta, nel pas- saggio per Messina,volle gratificarsicon quel suo splendidomecenateascrivere in Ialino 1*istoriadel suo reame con

somma

curaediligenza;talché quell'o- pera,benchérimasa manoscritta, èser- vitadiguidaaluttiglistoriciinglcsi.chc hantrallatoitempianteriorisinoa quel sovrano.Guidofioriversola finedel seco- lo XIII.Posteriormente nel secoloXV.il

s famosoPiclroRanznnodaPaIcrmo,deH'or- dine de'PP.predicatori,indielevatoda SistoIV.nlla dignità vescovilediLucerò, einvialoambasciatoreinUngheriaalre MattiaCorvino,ivisoggiornando,scrisse l'istoria diquelregno, epoi quella universaledall'origine del

mondo

(ino a'suoi tempi,che rimasein più volu- miineditapressoiPP.Domenicani di Palermo,mancante bensì del volume degliavvenimenti di Sicilia,chefuin- volato,e dal mio amicoAlbertoScom- berg mi Tudettodiaverlo osservatoin unabibliotecadiGermania. Però prima n'eraslatocslraltol'articolodiPaler- mo, cheTupubblicalo nella raccolta de- gliopuscoli siciliani.LaSicilia quin- di hail Tastodiaver datoinDiodoro e inRanzano due

sommi

scrittori di storie universali.

VIII.LucioMarinco daVizzini.chefiori versolafine delsecolo

XV

accolloa grande onore inIspagna dal reFerdi- nando,scrisse intersolalino,cconam- mirevole veracitàl'istoriadiquel rea-

me

da' piùantichi tempi fino a'coevi in22libri,ricavandonelememorie da documentidegnidifede; talché l'opera suaTu,ed émollopregiata daglistessi spagnuoli,cheIninserirono nella gran- decollezione,chehapertitolo //('«pa- titaillustrala.

IX.1secoli

XVI

e seguente ci ap- prestarono larga messedi nostri sto- ricipregevoli.

E

tra*primifuquel Nic- colò Speciale senioredaNoto, chego- vernòper diccianni l'isola sello di Alfonsoil magnanimo, e un Mariano Valguarncra da Palermo,e sopra tulli

(10)

e

un

Tommaso

FnzcllodaSciacca dell'or- dine Domenicano, il quale raccolse tulle le notizie degli antichiscrittori, riguardanti la Sicilia, visitò piùvolle le noslrc vetustecittà,dislrulle o ri- sorte, e ne scrisse in elegante lati- nità la topografia nel primo volume, c ne'seguenti la serie degli avveni- mentida'tempi primitivisino nquelli diCarloV. in cui quegli cessò. Vi Aggiunseuna lerzadecaGregorioD'A- gostinodomenicano, dievivrà neli(>31 clasciolla manoscritta alla biblioteca di 8, CitainPalermo. Remigio fioren- tinotradusse in buontoscanol'opera del Fazelloe Martino La Farina I'c- inemlò e Vito D*Amico n'pubhlicolla con noiecriticheedaggiunzioni.Fran- cesco MaurolicodaMessina con piùcri- ticadel FazelloeinlersoIalinocom- pendiò TistoriadiSiciliaed Agostino Inveges daSciaccaillustrò la cittàdi Cedila,eprincipalmentediPalermo,clic riguardava,

come

sua patria adottiva.

Prevalseallora inmollinostrimunicipi

1'usanza discriver le rispettiveisto- rie; talchéquasi tullelecillà dell'I- solavantanolapropria.Peròson gonfie Ni jattanze,e rammassate con poen critica;nulladi

manco

da questiele- mentiparzialichihabuongiudizioda disccrncrcil vero dall'illusorioedal falso polrcbbcricavar l'istorianostra generale.

X.

E

appuntoaquestoscoponell'eia seguente alcuninostri autorida fonti piùpure giudicaronodiricavarl'isto- ria;cioè dalle croniche sincrone, da'pri- schidiplomi,da lapidieiscrizioni,da

medaglie e monete, edaogni altra speciediantichi monumenti.

Antoninod'Amicomessineserifrustò gliarchividi Sicilia, diNapoli,diSpa- gnae labibliotecadell'Escurialo ed anchegliarchividel Valicano e ram- massò un'irvcnle raccoltadidiplomi, riguardantila Sicilia,chesciagurata- mentepoiandaronoingran pariesmar-

riti:sebbenealcunisiconservano nella bibliotecaLucchesianadiGirgcnti, al- triinquella comunale diPalermo, o ditaluni documenti gìovaronsi nelle loroopereilCarusoeilgranMuratori.

XI. linceoPinidi Noto e canonico delia nostra cattedrale,inpiù volumici dièl'origine di tulle lenostre chieseed abadiccolcorredodidiplomie di vasta erudizione,edesordiconlacronologia de" nostri re;laonde per questo suolo- devole lavoropuògareggiarecol fioren- tinoFerdinandoUghelli,suocontempo- raneo,cheillustrò lecose sacred'Italia.

XII. Kavvic.nualPierinonper ragion ditempo,

ma

pelgeneredisludu, Gio- vanniDiGiovannidiTaormina,ilqualo conmaggiorcriticamaneggiòladiploma- tica ecclesiasticanell'ampioprimovolu-

me

delsuo codice,e trattò la poliziaela sacraliturgiasiciliana.Aggiungoalui Antonio MongitorediPalermosuooppo- sitore, chelavoròsullestessematerie esi accinsea correggere ed amplia- re l'opera delPirri,enullaomiseper esaltarle glorie d'ogni manieradel- laSiciliane' santi palermitani, nello sue meraviglie,ne'suoi illustri scrit- toriantichi emodernisinoal1714(I).

(1) Bibliotecasicula sivedescrip.sic.

(11)

Già po'santi sicilianiOttavio

Ga-

lanidaSiracusadatoavcainlucedue grossivolumi,ricchi dierudizione edi sacrozelo;

ma

poveridibuonacritica, inche inciamparono pureilMungitore, edaltri nostri scrittori dicoseecclesia- stiche,e trionfò fra tulli ilDiGio- vanni,ondesoffrilunghee acerbe per- secuzioni che gì'impedironodi pub- blicareirimanenti volumi del suoco- dice diplomaticoccclesiaslico.

XIII. Sene" secoli dopoil risorgi- mentodellelellerel'istoriatranoinon erageneralmenteguidalada'lumi della buonacritica,nelXVIII se ne giovò,

erialzossi co"soccorsi della diplomatica.

IlBurri feri lo Caruso daPolizzi pre- venneil celebreMuratori nel pensiero di raccogliere croniche e documenti, che sonole fontidell' istoria.Del pari operosoe diligente,sebbenein più ristrettacerchia,riunìin due volumi quelli diSicilia,chepotè sottrarreal- l'obbliodagliarchivie dalle biblioteche, prendendola mossadall'epoca sara- cenaescendendosino all'Aragonese, e corredandoli diprefazioni,edi note giudiziose,laondeservi d'incitamento al

sommo

DiGregorioche nefu insi- gne continuntorc.

IlCaruso poitrarvolendoeglistesso giovamentodi tantimateriali, si volse a stenderelesue memorie storiche;

e soinesse fé'malaprovadielegante scrillorc perlatrascuranzadell'elocu- zione, e dellostile pedestre estem- pralo, merita lodeper buona critica esincerità.

. XIV.

A

questo rapido schizzo aggiun- giamo cheilrammentato Carusodal-

7 rultimo scorcio del secoloXVIIfinoal primoperiodo del secolo seguente col suo amico GirolamoSettimo, marche- se di Giarralena, Vincenzo Ventimi*

gliaprincipediVilladorala eFiancesco Bonanno principe di Villafiorita pro- mosseroinSicilia gli studi della no- strastoriaeilCarusoe indimonsignor Testa quelli dell'istoria diplomatica.

Intorno l'imae 1'alIra erano allora frequentieparticolarmente su quella ecclesiastica presso AlessandroVanni principediS. Vincenzole riunionia- michcvoli, lequali sebbene avessero aspellodiconversazionifamiliari,pure tenutedasplendidimagnatierano no- bilissimeaccademie,

come

anche fu quella presso LancellottoCastelliprinci- pedi Torremuzza,eindipresso

mon-

signor Alfonso Airoldi, Giudice delia R. LegatiliApostolica.

Tuttiquestiinsigni personaggierano intcnliad illustrare chiuna brancac chi un'altra dell'archeologia e dell'i- sloriasiciliana,eilTorremuzzainpar- ticolare la numismatica chetantilumi apprestaali'istoriaaulica, sullaquale numismatica,seguendo V esempiodel Parula,che ne avcascritto primari- strettamente,dièlasua famosn opera chetuttaviasostiene1'acquistatasice- lebrità, nonostanteleallre posteriori.

XV.

Ma

quo' consorziletterari di no-

bilietitilliprelatiedigentiluomininon

meno

dottieirapportichediramarono in Italia e inaltri regni di Europa conaltri valentissimi uomini, se giova- ronoal progresso della nostraistoria, nonritenevanocheun aspettoprivato, quandosurse1'accademiapubblica del

(12)

8

buongusto inPalermonel 1718fon*

data priadaPietroFilangieri,principe di S.Flaviainsuacnsa,eindi trasferita nel palazzo senatoriosotto lasua prò- lezione. Eraessa rivolta alla riforma delgusto nellabelle lettereeallasto- riaed archeologiapatria,

come

conte- stanoi volumi pubblicati de' suoialti.

Gliopuscoli degli autorisicilianicon- tinuali finoa29volumi,e prima le memorie perservire allastoria lette- rariadi Siciliaapprestano incontrasta- bili prove dello zelochefervea nelse- colo

XV1H

perlo studio della nostra istoriad*ognimaniera.

Ma

bellaprovain particolareperla storialetteraria nedieancoraI'Acca- demia fondala nel 1777 nella biblio- tecadel Senato.Il P. GiovanniEvan-

gelisti)Di Diasi,GaetanoGiardina eRo- sarioDiGregorio, alloragiovinetto,

ma

pure di allae eultissimamente, hnn

1'onorodi essernestali i promotori.

Nellaprimatornata de' 17lugliodi quell'anno ilDi Diasilesse un suodi- scorsod'introduzione, eindiseguirono quellidel DiGregorioedaltri,cheri- masi ineditifinora,noicisinmoor de- terminali dipubblicare nella serie dei nostrialti.Quell'illustreAccademia non

sisà quandoeperchècessasse.

XVI Non intristì peròilbuon se-

me

dell' amore della patria istoria nel secolo in cui viviamo; che anzi diebuon fruitodiopere pregevolissi- me.Già Vitod'Amico daCataniancl- Vultimo scorciodel secoloXVIII pub- blicalo aveail suo lavoro magistrale:

Lexicon topographicum Siculum,ove raccolse ccompendiò ed esaminò con

buonacritica quantocrasi scrittopri-

ma

sututte le cillàdell'isolanostra antichecheposteriori.

XVII.L'istoriaelevossiin Sicilianel sccol nostro amaggiordignitàed im- portanzacoisoccorsidella diplomatica odellacritica,esidisteseperledi- verse branche,piòchenelpreceden- te.Sistudiaronogliantichidocumenti esifeceroulterioriampieraccolte di diplomi,dicroniche sincrone,odipo- coposteriori,edimonetee medaglie.

Sul!'esempiodellenazioni straniere

1'uso della severa critica miglioròla storiacivile,laquale narrò più accu- ratamenteifatti,eperoperaditaluni nostriscrittoriconsociossi piùstretta- mentecolladiplomaticaecon la filo- sofiaindagatrice dellecause occullcde- gliavvenimenti.

Quellaecclesiasticaspogliossi dimolti errori e pregiudizi, elaletterariaela biografica poseroinmiglior luceinostri uomini illustri.Rolli scrittoriprestan- tissimi sioccuparonopoi delle vicende diquest'isola ed altri delle parziali de'Municipi(I).Fraessituttifaremo

(1)Fraglistoricicheillustraronoimu- nicipisiannoverano per Palermo, Valguar- ncra,Hanzano,Baronio,Inveges,ilcav.

Gaspare Palermo, e per Messina Bonaglio, CajoDomenicoGallo,Giuseppe Grasso Ca- copardo, Carmelo La Farinaeilsuofiglio Giuseppe,Reina;Catania vantaDeGrossi, Vito Amico Guarneri,FrancescoFerrara, MarioMusumccieilDucadi Carcaci;

Ad

Realeilcan. Lionardo Vigo Calanna;Gir- gcntiltaffadlo Politi; SiracusaMirabella, Bonanno, Capodicci,iduefratcUiAvolio,

(13)

noionoratomenzionide'principaliche possonosostenereil paragone coimi- gliorid* Italia.

E

primo accenneremo chetra glistoricidiplomaticiinnolzossi Francesco TestadaNicosia, il quale meritò per lasua dottrina di essere elevaloalvescovatodi Siracusa, ove adornòdi sacrisimulacri1'anticacat- tedralc,già all'epoca grecatempiodiMi- nerva, e poiall'arcivescovatodiMon- reale,acuilasciògloriosamemoriadi sèperpubblici stabilimentiivifondati, eperlamagni Beascala che conduce a quelmonte,ornata difonti edi sta- tuemarmoree,scolpile dal Marabilli.

Ha

noi quinon riguardiamo il Testa peraltrochequal insignescrittoredi patriiargomenti.

Mollilavoridi minorconto pubbli- cato avea ne"suoi verdi anni,

come

quellosullacoronazionedi CarloIII, su ladifesadelleprerogative delsuo capitolo,su la pestedi Messina del 1743e sulevitedialcunisanti,sce- verandole dagli errorichelamalizia o ilfalsozeloaveavi appiccato.

A

tema piùarduoelcvossi poi nelle biografìe storichediGuglielmoII.il

Normanno

edi Federico II.YAragonese, sovrani famosi perleloronobili gesteelebe- neficenzelargiteallaSicilia.In essesi

Laminiina,Luogoteta edaltri;CefalòPas- safiumc,Auria;Caltagironc P.Pace,Apri- le;NotoCTttara;Modica PlacidoCaraffa;

PiazzaPaolo Chiarandà;CaccamoInvegcs;

MilitelloPietroCarraraeVincenzoNatale;

Termini AgostinoSolito; Mazzara Giova»

GiacomoAdria; ScicliMariano Perdio;Tra- paniOrlandini eilcav.BerardoFerro,Sor-

ammira, olireunaseverissima critica, e mirabile concisione, innobile lati- nilà, lanarrazione de'falli sostenuta da'documenti.

Volle anche ordinare indue ampi volumiicapitolidelnostro regno,ope- ra meritamente lodata dal

sommo

Di Gregorioperlediligenti ricercheepor laconcordanzade'capitoli coliecosti- tuzioni e le prammatiche dell'antico nostro reame, eperl'erudite disser- tazionipremessevi:deortuelprogres- sujxtrissiculi,ti de maifiilrulibus siculis.Lequalidissertazioni presen- taronoil primoegregio schizzocritico del nostrodirittopubblico.Questola- voro, dice loScinà,èdariguardarsi

come

un incremento dellanostra let- teratura;perchèdiretto ad illustrare unaparto principale della legislazione alloratranoidominante, eintornoa cui niunoerasi rivoltonellaprima metà del secoloXVIII(1).

È

da ammirarsi inoltro in quell'insigne prelato

non

sololabeneficenza eladottrina;

ma

ilcoraggiocivile el'amor di patria*.

Perocché essendoegli statoelevato a sublimi dignità ecclesiasticheda quel nuovomonarca nondimenticò,

come

ministro dell'altare,e buonsiciliano, dirammentargliildoveredirispettar

ha;Ericc(MonteS. Giuliano)VitoCorvino;

Sclinunte eMazzaraDeFrcdericio; Nicosia GiuseppeBeritcllielaVia,Bonanno, Spa- daro.

(I)Leggi DiGregoriolutrod.aldiritto pubblicosiciliano,

eScinà

Prospetto dellalcttcr.delsecoloXVIII.

(14)

10

lepatrieleggi;e nellevitedelsecondo Guglielmo, edì Pi«-ko d"Aragona di presentargli i modelli da seguire in

•quegli ottimi principi.

IlTestachiuse isuoigloriosigiorni dianni69a17maggio1773, elasciò

sommo

rammaricoe desideriodiséalle duediocesieliecon tantosennoe sa- pienza avea governato, ealla Siciliache illustratoaveacon lasua dotta penna.

Francesco Aprilo daCaltagironc fu ancheil primo che conlaguida del-

l'eruditoPetavio cidiè la cronologia unitaali*istori» generale deltaSicilia, publdicata in Palermonel17*25.

AncheGio.BattistaPagani daCarini, umil fraticellofrancescano, giovò alla storiaeoisuo metododicomputare% tempifjiuslalaformadell'

anno

nuo- vo Gregoriano, e vi aggiunse anche quellosecondo laformadell'annovec- chio detto Giuliano, connettendo con quei metodi glianni degli Egizii,de- gliArabie degli Ebrei.

Il Pagani può riguardarsi

come

il nostro piccolo Petavio, e mostrossinon che benromitodierudizione ecclesia- sticaeprofana,

ma

buon matematico conle multipli.'itavoloche accompa- gnano I*operasua,laqualedovrebbe essereristampaladopo la prima edi- zione diPalermo dell'anno 1726 per Bayona, ad uso principalmente degli scrittori distoriaecclesiastica.

XVIII. Erano, giàaqueir epocastali svollitulliglielciitcnlidellanostrasto- ria,ederanobeneinizialele utricsue ramificazioni,cioè la civile coi lumi della cronologia,e dellacritica,el?ec- clesiastica ncll'ermeneutica, ed anche

lamunicipale eladiplomatica.Questo poifattoaveanonotabiliprogressi

coK

Ic opere delPirri,del Gaetani, del Mongitore,dell'Integes e più delCa- ruso,diVitoAmicoe del Testa. Laon- degran parie di materialisi avevano per scrivere unaistoriagenerale più, esaltaepiùcoscienziosa.

XIX.Giovanni Evangelista Di Diasi, nato inPalermoa23luglio1720,be- needucato allelettereealle scienze sacre colsuo fratelloSalvatoresiad- disse colmedesimo all'Ordine Bene- dettino. Giovanni Evangelista scelsea suo soggiorno Palermo, Salvatore crasi ritirato nelmonistero della Cava nel regnodiNapoli, ^inoltratisi posciaa- menilueneglistudiprofani,csvolgendo bibliotecheed archiviacquislaronsi ri- nomanza

come

scrittoridistoria. Gio- vanniEvangelistastaloerain gioventù professorediteologiainPerugia,edivi mostratoaveailsuovalorein dninilù;

talchéscrisse indi in Ialinopelsemina- riode' chiericidiPalermoleistituzioni teologiche,che quistampate nel1771 e 1777furonoposte all'indiceperintri- ghi e rancori privali.Disgustatosi di questi sludispinosi eseveri, diessi di proposilo a quellidell' istoria patria, eprimapubblicò quella de'Vicerédi Sicilia, frugando archivi,egiovandosi de'pochiaccennidell'Auria cheavea leggermentetrattato lostessoargomen- to. Si occupò poscia dell'istoria ge- neraledell'isolanostra;esiccome era apparsapocopriain luce inFrancia, quelladel Burigny, tradottadal fran- ceseinitalianodaLuigiRomeo, anno- latada MarianoScasso, cstanipalain

(15)

Palermo,i! nostro Giovanni Evangelista credette rilevarne glierrorinellesue letteredi Filotcte.

Dopo

moltissimi anni d'incessanti fatichepubblicòalfinenel 1811la suastoriagenerale, e presele mossedall'epocaoscura e favolosa ela condussesinoal 177.1.Salvatoresuofra- tellocompilato avenl'istoria,fin'allora sconosciuta, de'principiLongobardi,che dièinlucenel17831).Fuautoreanche dell'eruditelettere intornoall'archivio dellaCava, c del carteggio diplomatico stigli annali del regnodiNapoli,die priaevulgatoaveainCatanianel1788.

Le operodiquesti duoillustri sto- riografison tenute ancorainpregio,e quelladi Giovanni Evangelista è stala piavolto ripubblicata,anchene'tempi nostri,tropposchizzinosieseveri.

Essendo io giovinettoconobbi que- stovalentuomo, giàcieco otroppo in- noltratoneglianni.E;Jinarravami che avendo compiuta lasua istoria,ecol- pito dagrave infermila,un suoservi- tore glirubòimanoscrittipervenderli adunmerciajo. Riavutosi dal

morbo

il

DiBlasisiavvide del furtoe perram- marico poco

mancò

chenonfossenuo- vamenteassalitodalmalore.Peròdiesai animo esopra alcune bozze informi rideltòper interola suaistoria;

ma

non potè aggiungerviIn strie do'do-

ti)L'istoriade*principilongobardi,in- seritainquella del medio evo,è stata dottamente illustrata dall'insigne Carlo Trova, mioamico,innove grossivolumi, ricchissimididocumentieditiedinediti

,

I'ultimode'qualipubblicato inNapolinel 1833.EgUcessò di vivere nel1838.

n

cumcnli, ch'estratto aveacongranfatica dimoltianni dagliarchivi,essendoquei documenticompresi nel furto; nò a- vrebbe potuto più rivangaregliarchivi perlasuaprotraila HA.

L'istoriadel DiBlasi,amioavviso, òstata la fontedi toltelealtre po- steriori;sebbenegli autori che se ne sonogiovati etuttaviase negiovano, degnatisiappenadicitarlo.Egli è vero cheil suosiileètroppoprolissoe tal- voltadimesso;

ma

questodifettoècom- pensato dalla diligenzaedesattezza(ec- cellopochissimicasi)eanche da plau- sibilecritica nel giudicar degli avve- nimenti;ed èpregevolein particolare pei tempiin cui hninizio veramente

I'istoria, cioèdopo In tradizionale e lafavolosa; giacché questeduo parti sonoinfrascatedimitiedicongetture, appoggiateall'autoritàde' poeli.Volle egliaggiungervialla fine diogniepoca alcunicapitoli,riguardanti inostrico- stumi, 1'agricoltura, lo scienzeelo arli;

ma

questi in verosono troppo brevi e leggieri,mentretulto ilcom- plessodellasua istoriaèassaicopioso eridondante, e meriterebbedifarsene un compendio daabileautore.

Allripiccoli lavori istoricifeceanche

ilDiBlasi,

come

quellosuicostumi del reMnnfrcdi,sullo leggi proibitive di Siciliadellusso,e delgiuoco,eh'egli stampava Ira la serie degli opuscoli siciliani,opera da lui promessa, la quale foceonoreallanostra letteratura delsecolo XVIII.

XX. Il moncionnto Caruso comin- ciatoavea a pubblicarenel17Ì2lesuo memoriesullanostraistoriacherimasero

(16)

12

sospese peraltri suoi lavori. Perù il

suo fratello Francesco nedièin luce nel175-0ilsecondooterzovolume,per lamorteavvenutadiGiambattista a15 Ottobre del1724nelsuo31°anno(1).

Il Caruso,coni'eraI'uso de' tempi, mostrossimigliorescrittore latino clic italiano,equindinellememorieislorichc ilsuostileèlanguido,trivialee prolis- so,né sempre va esentedi

mende

per la partecritica.

Onde

ncll'opera dei Tastidi Sicilia,compilaladaVincenzo Castelli suimaterialidelSuofratelloLan-

«cllotlo, principediTorrcmuzza, insi- gne numismatico, rilevatisi nellanota .13al 1"volume tulliglisbagliistorici,

come

purequellidella cronicaaraba dalCarusopubblicata. Ciò nonostante lucrilori; lile lodidello Scinà(2),pe- rocchéquestisepperilevareconmag- giorsennoilmerito dellefatiche islo- richcdelmedesimo chelautovantag- giòla nostra diplomatica,nondandosi briga de' piccolisbagli dinomie di date.

Michele delGiudicefu anche ope- roso nel raccogliere diplomi sacri e profani, elessòconnotabili aggiunte Tistoriadrillicattedrale di Monreale, iniziatadaGiovanni Lello.

XXI. GaetanoSnrri,naloinPalermo nel1722, valorosogiureconsultoe inte- gro magistrato, chepromossoovealostu-

(1)Avevaegliincominciatoaraccogliere intregrossivoltimituttelecronichesto- richeantiche,editeeinedite,cuna rac- coltade" passi deglistorici,poetieoratori

grecielatiniche parlanodellaSicilia;

ma

quest*operenon avendoincontrato stam-

dio deldrillonaturale,elico,cpolitico, diè posciaoperaalgius pubblicosiculo, stabilendoidirittidisuccessione de'no- striredaRuggieriilconquislalore sino aquellidella dinastia Austriaca eBor- bonica,condissertazionirelativeavari punti delnoslr>diritlopubblico,lavo- rodistribuito in tre parlieinduevo- lumi,chefupubblicato inPalermocoi tipidel Rcnlivenga nel 178C.

IlseveroScinà lo giudica pienodi sapere, estesocon

uno

siilepiano,

ma

talvolta sfregialo

da

alcuneopi- nionicheinostriavevano con poca criticarecali

da

tempiinnanzi (3).

Il Sarrimori nel 1797.

XXII. Amaggiorgridodifamaintanto innalzavnsiRosario DiGregorio, natopa- reinPalermonel1733, e dotatodipiù gagliardoingegnode'precedenti,di te- nace memoriaedi severo e maturo giudizio. Fornitoeglisieradeglistudi di letteratura,difilosofìa, discienze sacre, de'drilli, civilee pubblico, e di storia. Ascesoalsacerdozio fuprofes- sordileologia,e nescrisse un trot- talo,cheè ancorainedito.

Sin dallasua prima gioventùcrasi rivoltodiproposiloallanostra istoria letterariaperlaquale, nel 1777, oppor- t'inamenlo erastalafondata un'accade- miadalsurriferitoP.Giovanni Evangeli- staDiBi.isi,indefess:!cultore de'fastie

potori,che ne assumesserodiproprio conto

l'incarico,nonvidermailaluce.

(2)Prospettodella stor.Ictt.di Sicilia lem.1 pag.61a 69.

(3)Prosp.della stor. lettor,di Sicilia nelsecoloXVIIIvoi.2.

(17)

deglistaili!pnlrii.IIDi Gregoriovilesso diversi discorsi sulla letteratura dei tempi greci,chepoi compendiati da luistessofurono successivamenteinse- riti ne*calendari di corte,e cheio raccolsi e pubblicaiconnoto e giunte nel1821 po'UpidiPedonee Muratori in Palermo(1).

Non

contento egli di questi lavori stesi in vero conlargo stile e che perciò lasciòinedili,rivolsesind' al- lora il pensiero a raccogliere

monu-

menti istoricide'tempi in cui gliara- bi dominarono la Sicilia,scorgendo chequellirecatidalCarusoedanitri meritavano miglior correzione, e crit'u* illustrazione.Aquest' oggetto, e nnclie per(smentir Vimposturadiun suppo- stocodice arabo, datoin luce in Pa- lermodal maltese abateGiuseppeVelia, ilDi Gregorio,conl'ajutodi un padre domenicano, avendostudialola lingua araba, pubblicò inPalermonel1700la

sua gran collezione delle cose arabe, spellantiall'istoriasicula, ingranvo- lumeinfoglio(2).

Nell'anno successivo stampò anche indue volumi in foglio la collezione dellecose nostresottoil governode- gli Aragonesi.

Tulli questi materiali,daluidiligen- temente raccoltiedaltrimolli dissep-

(1)Idiscorsipiù estesi, ecorredati di copioseautoritàdiantichi scrittori,rima- seroineditipressounsuonipote,e alcuni andaronoperduti,giialtri furono adesso ricuperatipermezzodelbenemeritonostro socio cav.SalvatoreVigo,esaranno pub- blicatinegliattidelnostro istituto storico.

13 pollilidagliarchividel governo, e dei monistcri,lodeterminaronoa scrivere unastoriadiplomatica dellaSiciliadal-

l'origine della nostramonarchiacosti- tuzionale.

E

volle questa iniziarecon unaintroduzioneallostudiodeldiritto pubblicosiciliano,operadisagacissi-

ma

critica, chediè un soddisfacente saggio diquellache sparger doveva nellasuaisloriudiplomatica,suocapo- lavoroelaborassimo che inlaigenere superadigran lungatuttiiprecedenti, elo Te*denominareilMablydellaSi- cilia, equi e fuori riscosseplausi e segnatamentedui dottoLeonella sua storiad' Italia.

Verosièche itempi, e ladinastia incui egliscrisse nonfavoriva!) l'in- tera libertà, indispensabile al severo istorico, particolarmente per Vepoca piùvicina agliultimidominatoridique- st'isola;ond*egli con finoaccorgimen- to,nonfalsandomaiilvero,seppeam- mansarnetalvoltailrigido giudiziocon frasi lenitive,altrimenti non avrebbe potutopubblicarl'opera, perla quale dovette durare stentie fatiche e re- carsi in Napoli, e alterarne sin'anco

iltitoloprimitivo didifillo pubblico inconsiderazioni sulf istoria diSici- lia (3).

Queste lievi

mende

che ormai in

(2)Inquestaoccasionecon moltasaga- cia volleavvertireilpubblicoletterariodi quella impostura,evulgandouna lettera scrittainfrancese, estampatainMalta sotto ilnomediMr.Vaillant,che corrispoude a quellosuoingrecoGrtgorius, HyitaiM.

(3)Unaneddoto ne riferiròBea f*m»-

(18)

U

tempi liberali siosservano inqueiro- pera noscemanodipocoilpregio.Solo ilDiGregorio è incolpabiledinonaver ritenuto l'antico manoscritto senza i

cambiamenti,perocebènell'epocaat- tualesisarebbe potuto pubblicare nella suaprimitivaintegrila;

ma

egli,timi- dissimod'indole,ne laceròle pagine censuratecheancheprivatamente avreb- bero potuto comprometterlo; laondel'au- tografomanoscritto,chediconsegnalo dall'abateTognini,suoscolare,per con- servarsinellanostra bibliotecacomuna- lecorrisponde perfellamenlc a*volumi priastampalidall'autore,cagli ulti- mi pubblicali postumi. Vi sono altri breviscrini inediti dimaterie estranee ni dirittopubblico,chesaranno stam- patinegli atti dalla nostrasocietà di storia patria.

Ma

se il Di Gregorio recò nuova luce allascienza della legislazione ci- vile epolitica di Sicilia, prima altri

scinto finorache neappresta incontrastabi- leprova.Ksscndomitrasferitoin Napoli nel

1»H

persostenereunconcorsoindiritto pubblico,onde conseguirlacaricadire- ferendario pressoilsupremo consigliodi Cancelleria, destinato allacompilazionedel- lenuoveleggi,e riuscitoessendoinquel ciinento.dovetliperconvenienzaringraziare l'esaminatorealiateSarno,esimio profes- sore didiritto.Quelbuonvecchio,dopoa- vermiaccoltobenignamente, michiese se ancorvivesse ilDi Gregorio,eh' eglico- nosciutoaveagiovane, essendostato dal Governoincaricato diesaminarne per la stampal'opera sul dirittopubblicosiciliano.

E siccomelarivoluzione franceseminaccia- va allorailregnodiNapoli, dolcasiilSarno

gliene avevanopreparata lavia, che pureerarimasa bitorzolutaedaluiTu resa piana. Innanzi al Di Gregorio erano staliutili alla nostra istoriaci*

vile ilsurrifcrilo AgostinoInveges col suoapparato preliminare agli Annali Siciliani,evulgatoinPalermonel1709 conmolla erudizione, e pocacritica.

EsimilmenteOttavio Gaclanicollasua Isagogealla nostra istoria sacra, che vide laluce in Palermo nel 1708.

XXIII. Èd'avvertire chela Sicilia dopoli conquista de'Normanni sog- giacqueal dirittofeudale,

come

molli altri reamidiEuropa.

Scgnalaronsi quinditranoi dottissi- mi giureconsulti,chea voce pressoi tribunali,econ laslampa sostennero

ipiù ardui edintricaligiudizi,chelo riguardavano,edalcuni pubblicarono opereinteressanti, che netracciavano l'istoria,esireseroFamosi.Fraquesti sono danoverarsi Micheledo Piazza,

chenongliera stato indulgente, emolte modificazioniglipropose,cominciandodal titolo,chea quello di Storia deldiritto pubblico fu sostituito l'altro di minore importanza:considerazionisopralastoria diSicilia.Esul propositolodava la do- cilitàe pieghevolezza delDiGregorio, e

isuoitalentinonordinar)neltrattar dot- ta'iientegravi materieinlimpidostile.Si dispiacquepoialsentire eh' eglieramorto sin dalliWJ. Glislessielogimifacea dilui ilcelebrestorico diplomatico napoletano Cari.»Trova,eil suofratelloFerdinando, presidente delconsiglio de' ministri,che essendostatinellaprimagiovinezza in Pa- lermoloriguardavanocomelorprecettore, unzifudientrambidircttor di coscienza.

(19)

Bernardo de Medico,MartinodeMari- nis,Gualtieri doPaterni»,GiovanniAn- satone,

Adamo Asmodeo

, Guglielmo Perno, Blnsco

Uin,

MarioCotelli,che sopraglialtrisegnnlossi, Garzia Mae- strini,PierLonguLandulina, e Giovan LucaBarbieri,cheapprestòanche ma- terialiperlaSiciliasacra delPirri;tal-

chécostoroaccrebbero lumealgiure pubblico, principalmente feudale diSi- cilia,callastoriadelmedesimo. Però alcuni secondarono purtroppo le re- gieprerogative, altri coraggiosamente leoppugnarono,

come

CarlodiNapoli.

Del BarbieridaNolo,chefiorìnel1300, cvisse sottoFerdinando il Cattolico, convienefarquiparticolar menzione, essendostalooperosissimo a raccogliere atUantichi, notarili e diplomi,dicui posciaformòl'opera suaintitolataCa- pibrevi.Recatotiegli inIspagna,siof- fri a quel Sovrano,

come

sostenitore de* dirittiregtedopposilor de' baronali, e neottenneil titolo disuosegretario.

Qucsl'operasebbeneavesse incontrato ilreal favoree quello del dotto Luca Marineo daVi/tini,chetrovatasiallora allaCortediSpagna;tuttavia,perl'ec- cessivo spirilo fiscale contro idiritti baronali, fumalgraditaamolli, oper lafinaprudenzade'ministrispagnuoli lasciala inedita,fu depositala manoscrit- tanello nostrarealcancelleria,eso- venteall'occorrenza consultatada'ma- gistrati. Però Carlodi Napoli,nobile giureconsulto, ne fugagliardo oppu- gnatore, esecondo ladeterminazione didueParlamenti, dichiarollalavoro indigestoditorbido impostore edibu- giardofiscale.11 Gregorioscrissepoi,

18 chel'autorepersozzo appetito dilu- cro maculòtantesuediligenze e fa- tiche.

Il Corazza fu in Siciliail più ope- roso giureconsultochesovèrchiodidot- trinamollianteriori eposterioria lui,

come

ben lo dimostrano i numerosi volumilascialimnnoscrilli alla nostra bibliotecacomunale,alcunisuidiritti feudali.

XXIV. Per nondilungarminonparlo dei

sommi

giuristichesvolseroildiritto pubbliconel trascorso e corrente se- colo finoa'treultimi FrancescoFinn- co,Antonio Agnello, ed

Emmanuelc

Viola, iqualisostennero solennissimi piali a tempi nostri, e pubblicarono dottememorie percauseancordipendenti dal diritto feudale, benché estinto pel Parlamentodell'anno 1812, eper leleggi del 1819 (I).Nò è da me- ravigliareche unaturbadi

sommi

giu- reconsulti, scrutatoridellastoriadella nostra antica legislazionesia sorlain Palermo,in Messina,inCatania ein altrecittàprincipali,perocchémollidi essilinoalsecolo

XVI

eransirecalia studiare ogni manieradi diritto nella celebre universitàdiBologna, e n'eran ritornati insignimaestriedivenuti autori famosi.

E

fraquestirammento

Tommaso

CaloriadaMessina,amicodelPetrarca, Antonio Beccadelli, dettoil Panormita, chepoi fu egregio poeta, oratore,stori- co e ministro del

magnanimo

Alfonso,o Nicolò Tedeschi,ossia l'abatePanormita,

(!)Leggi V operaerudita del Doti.Diego OrlandoConsigliere dellaCortediAppello suinostri giureconsulti.

(20)

16

cheTuprorossorerinomalodi dirittoe lutiloparte ebbenelle controversieec- clesiastichedel Concili» di Basilea

,

e nel pontificatodiEugenioIV. c me- ritòquindidiesser promosso all'ar- civescovato di Palermo. Molte opero scrisse di ogni maniera ed anche un trattatosu quel Conciliolasciò eglial- l'nmtiiìfbzioncdeiposteri, solleciti «Ielle discipline e controversieecclesiastiche;

ma

nessuna a vero direcheriguardi specialmentelaSicilia.

XXV.Tutteleramificazioni della nostra sloriaebbero,

come

abbiamoosservalo, scrittori rinnovali più per diligenza che peralacre giudizio. CarloVsembra che neabbia volutopromuoverelostu- dio;perocchéTuilprimo cheslabiliin Sicilial'onorevole caricadistoriografo, scegliendoClaudioMarioArezzodaSi- racusa. Indi successeroAntonioD'Amico daMessina,Rocco PirridaNoto,Fi- lippoParuta da Palermo,OttavioGae- tanidaSiracusa, Vitod'Amico cala- nesc,ArcangeloLconlini daSalcmi,

ene*tempi piùvicinia noiGiovanni Evangelistadi Diasi,il canonico Rosario DiGregorio,DomenicoScinà daPaler-

mo

eFrancescoFerrara daCatania.

Ma

nel1862fuabolitoqueirofficioapro- posizione delsig.cav. Michele Amari, alloraConsiglierediLuogotenenza, seb- benefosse egli finsigne istorico del VesproSiciliano,e degliArabiIn Si- cilia. Credoio eh' eglisiasi indottoa quel divisamento, severo com'egli è dicarattere, dallaideach'essendoalla carica assegnalo un soldo, gliparvo chefossedegradala einvilitaladignità istorìca

,q-iasichèilgovernocompras-

se la pennadelloscrittore.

Ma

l'Amari considerardoveva che nessunode'no- stri storiografi scrisse do'tempi del governo dominante, se non vogliasi fareeccezione d'unsolostoriografo, dieabbiam tralascialodi nominare,il

quale nel 1849maneggiossi perotte- nerquellacarica,econpoco senno scrisso allasua manieradi vedere e di sentiregliavvenimenti dellarivolu- zione del 1818,che bensì non potè pubblicare.

L'emolumentodi onze 100all'anno assegnato a tale ufficio era destinalo allespeseche occorrevanoallostorico enon giàperolTerta diprevaricazione che sarebbestala insignificante.Però l'onordì quella carica spingevagli eletti ad esserveritieri,

come

tutti fecero i

sopranominnli,e perchè gelosamente osservassero questo dovere evitando l'epocade'principisottoiquali vivevano, sirivolseroalla storiaanticaoallalet- terariao all'ecclesiasticache sono in- nocue;

ma

abolitasiora lacarica di storiografo, chisi darà brigadi rac- cogliereimaterialiistorici?esehavvi alcunocheilTacciapersemplice

amore

di patriaedi gloria,erispettarvoglia lasevera verità, mancar devedi un sussidio allespese occorrenti.

Ma

lasciamoquesteinutiliquerimo- niechesarebberotroppo prolisse;es- sendosi voluto distruggereinSicilianon solociò eh'cravi dicattivo(ed erapur giusto)

ma

quelloancoravcb'cravi dì buono,suggerito daisagaci siciliani e strappalodirei algoverno, eritorni,imo agli storicidell'etàmia.

E

fra questiaccenneròil canonico

(21)

GiuseppeAlessidaCaslrogiovanni, pro- fessoredi sacricanoniinCatania,egre- gioarcheologo ebuonnaturalista.Egli inseguilodiprofondistudipubblicò i

primiduevolumi inquattroparlidel-

l'istoriaanticacriticadellaSicilia,clic dove»estendersifino allaconquista dei Romani;

ma

perlasua morte avve- nuta nel fatalecholera del 1837lasciò ineditipressoilfratellogli ultimidue volumi,edio mi sonoinvano aitalicalo conreiterale letterea spingerlo alla pubblicazione.

Quell'opera,

come

puossi osservare da'volumidati in luce,contieneincom- pendiolutto ciòchesièscrittodagli antichi c da*moderni suimiti,suil'i- storia, sulle scienze, le letteree le artidell'isola nostra. In essa 1'au- torecon immensosapere archeologico esamina ediscute da buon critico i

puntipiù controversi dellenostre vi- cende da'tempifavolosifinoalla

men-

zionataepocadella romana conquista.

PrimadiluiMichele CalcagnidaPa- lermo,numismaticoeruditissimo,trailo dilTusamentein un volumediFinzia e Lipari,regi diSiracusa, ediFilistide di cui scoverloavea e pubblicato le medaglie.

VincenzoNataledaMilitello,egregio ellenistaedarcheologo,oltrevarie o- peredi minorconto, pubblicòinNa- polinel1843 un primo volumedo'di- scorsisullastoriaanticadi Sicilia,ove passaarassegnail periodo eipopoli cheT abitaronoprimadell'arrivo dei greci. Zeppa èI*operadi non comu- neerudizione, principalmente ricavata da'passidegliscrittori greci,recalinel

17 lestoconlasua versionelatina,

ma

es- sendol'autore disolidissimo ingegno e di professione forense, promuove tanli esi intrigalidubbi che spesso abbandonanell'incertezzaillettoreede- strude ognilarvadi credenzaislorica.

Però non lascia di farsi ammirare si

perlacopiadelle notizie,esiperlo

acume

dell'ingegno. Rimase inedito allasuamorte,avvenuta pocodopoil

1848ilsecondovolumede'discorsiin- tornoallecoloniegreche, chefuac- quistilodalcav.Lionardo Vigo Calan- nnper conto dell'accademia diAci- Realc suapatria.—Speriamoch'egline promuovalastampa ad onor delsuo amicoedellaSicilia.

IlNatale nelprimovolumedellano- stra storia antica,senonvadiaccordo intutto conle opinionidel canonico Alessi,ove questi piegasiall'autoritàdei piùplausibiliantichiscrittori,puòser- vire di comcntario critico ali*istoria diquello, c soventedisoccorsoadin- vestigare,ovesiapossibile,ipiùve- tustiavvenimentisottoilvelo de' miti edelle allegorie.

Il N'alale pubblicòanchegli elogi dogi' illustri uominidiMilitellodicui raccolsele notizieconesimia diligenza, el'esposein facilee purgatostileal suosolito.

Pietro Longo da C 1itifimi stampò inPalermonel1810iragionamentiisto- ricisullecolonie de'TrojaniinSicilia,e conbuongiudizio ne esaminòl'origi- neelevicende; laichelasciapoco o nulla a desiderare su quell'interes- santeargomento.

Ma

giù era sorto Domenico Scinìi

(22)

18

daPalermo, nato nel 1765 per domi- nareconlasuamentealtissima l'ultimo scorciodi quel secolo e ilprimodel seguente (I). Egli datoaveva molli anni Innanzi l'esempioa'siciliani,già ereditalodal suo insigno maestroDi Gregorio,d' illustrareinostripiùfa- mosivalentuomini didiverseeia, rac- cogliendone con

somma

cura le no- tizieecribrandolealvagliodella filo- sofìaedellacritica. Ellenista,buon ma- tematico, insigne professordi fisicaspe- rimentale nella nostra regia università, eindistoriografo; riguardòsuo dovero diadempierea questo ufficio e pub- blicòprimala vitadiBlaurolicoda Mes- sina, slimalo meritamentenel secolo XVI,ene'successivi nellamatematicail

secondo Archimede.In deltaoperamo- strò coi calcolide'teoremi delsuoen- comialo.Poco dopodièilprimo volume degli clementi dellafisicageneralecol soccorso delle matematiche, facendovi precedere un* introduzione chepuossi riguardarepropriamente

come

l'istoria ela logicadi quella scienza.

Fcrmossièveroalseguentevolume, Attendendogliulterioriprogressidella fisicache giàapparivan in Francia, In Inghilterra e in Italia,

amando

di esser guidatodall'altrui espedienza, ch'eglidusè farnonpotevaperman- cautadimezzi ediajutinella nostra università. Inquestointervallononri-

mase inoperoso e diè in lucei suoi discorsi sullavilaelafilosofìadi

Em-

pedocle,il più celebre pillngoricoa-

(1)Morìeglidicholeranel1837.

grigenlino, raccogliendone, erecando dalgrecoin italianoinumerosi fram- menti beneordinali eclassali.

Queir opera penetrò in Italia per mezzodiunesteroqui residente, e fu accollaagrandeonore, e meritòdies- sereinlunghiarticoliesposta nellabi- bliotecaitalianaedesaltataacieloda un Giordani,e fattadegnadicontro- versiedidottioppositori.

Continuò lasua carrieraistoricacon una memoria sopraArchimede,un' al- tra sopra ilpoeta grecoArchestrato, corredata anche do'suoi frammenti greciverseggiatiin italiano.

Questilavori istoricieccitaronoilpa- catoingegnodell'insigneellenistaMon- signorCrispiadoffrirci lavita di Lisia siracusanofamosooratore,con leora- zioni superstitida luirese dal grecoin volgare.

E

similmente spinseroilbene- ficiatoLuigi Garofalo,buongrecista,ad illustrareGorgia,altrooratorediLeon- lino,nella parte biografica econla versione italiana dellesuo splendide orazioni.IlDr.GelidonioErratile di so- prarammentatosioccupava intanto di raccogliere e tradurreiresti de* no- stri antichistorici,edi lumeggiamo con buonacritica lavita.

Altrinoslri scrittori di minor gra- do(1)impresero agara simililavori

(1)Ancheiopiù tapino deglialtri ho pubblicatoun saggiosugli antichistorici e legislatori siciliani.

Ilo rivendicato a Cornee cTisia la retlorica inunicolibro, attribuitoadAristotile,eall'EracleadiSi- ciliailgrandipintoreZeusi,ea Messina

il

sommo

matematico, astronomo,medico

(23)

laondelanostra antica letteratura fu megliosroltachene' secolipreceden-

ti.

E

ciòdevesiall'immortale Scinà,

mioprecettore ed amico;

ma

eglia- spiravainquestogeneredisludiamag- giorrama, eil destro gliene fu of- fertoda unincaricodelgoverno, amio suggerimento, essendo io allora nel ministeroal carico d"istruzione pub- Mica.

XXV.

Erastata interroltndnmoltian- ni In seriedegli opuscolisiciliani,pro- mossa daGiovanni Evangelista DiMasi edaaltri nel trascorsosecolo,ebene accolta in Italia,einGermaniaprinci- palmente,perledissertazioni istoriebe e nrcbeologicbcde' nostripiùdotti let- terali diquellempo.

Fudesignato loScina,chepregiava mollo quell'opera,di pubblicarne a spese delgovernoInconlinuazionecon un discorso preliminare clic mostrar dovevaivalentuomini chedato aveala Sicilia inquell'intervallo d'interruzione, quantoadire dallafinedel secoloXVII atuttoilseguente.

Scinà accolse conpiacerel'incarico, scorgendo chegloria provenirne po- tevaallasuadilettaSicilia;

ma

accio- tosiappenaall'hnpres.i >iavvideebe largamesseofTrivasialla >uaCalcenel

e naturalista Alfonso Borelli, usurpatoridai napolitani,Ciualtre varieoperette, parti- colarmenteintornoa'nostriartisti,mi sono occupatodilavoriistoricie biografici d'il- lustrisiciliani,edhoscrittoancheristoria dellanostra antica pastoriziaedagricoltura a cui fecerobuonvisoigiornali diFrancia e diItalia.

19 secoloprecedentealnostro;benchéla prudenzadisennatoscriltore gì'impe- dissedigiudicarliberamente diquelli che appartenevano più dn vicino al tempoin cuiviveva.

Raccolti tuttii materialisiaccorse, che eccedevano ilimitidiundiscorso preliminare,echeanzi apprestavano lenotiziedi un'istoria letteraria ben ragionalaefilosoficadel secolo XVIII, ebefupernoi l'epoca avventurosa del risorgimento delle scienze, delleIelle- roe dellearti.A quesf operaquindi die subitomano,ecominciònpubbli- carneil primo volume nel1824colti- tolodiprospetto dellastoria letteraria di Sicilianel secoloindicato,eInpro- segui sinoalterzovolume, datoinluce in Palermonel 1827.

Quesfinsigne lavoro,eondollosulle normedi quello d'Italiadel celebre Gingucne, dieiviavea frugalotulle le biblioteche nel suo lungo soggiorno,

e studiatinegliscrittori,dimostrò

come

lo Scina snpen maneggiar queirargo- mento,riguardoalla Siciliaconvedute filosofiche,consagacecriterio,bencal- colai). lo 1'influenzadel secolo, dello circostanze ede' governanti sull'in-

I nalzamenlo odeterioramento delle no- stre lellere.

E

avero direintalecom- pitosuperò lostessoGinguenè,svol- gendomeglioconcriticasintetica l'ar- gomento nazionale, e lumeggiandolo conla suamenteelevataefilosofica.

Queir operafuaccoltaagrande o- noreinItalia, inFranciae anche in Inghilterra.

E

pure potendoessa ser- virdiguidaal sicilianoPaolo Giudice, chescrisse inFirenze un*isloiiaIelle-

(24)

20

rarìa d' Italia, fu da lui trascurala, sdegnosoaltronde,com'eglisimostra, delleglorienostre,fralequaliappena accennaMcli,rappresenlandolo bensì co-

me

un donnajuolo ed unubbriacone(I).

Ria IoScinàvagheggiaisin d'allora ne) pensiero un'istoria filosofica cri- ticaa cominciare dal periodo della no- stra letteratura greco-sicola;però te-

mendo

cheper lasua grave eianon potesse interamentecompirla sinoa"no- stritempi,sicontentòdi fermarsialla conquista dell' isola da'romani. Quel- l'operafidalui divisa in treperiodi.

Redioa

me

il manoscritto delprimo, allìnchclo inserissinel giornalediscien- te, lettereed arti,da

me

rondato nel l>23.

Spentosventuratamente loScinà nel fatalecholera del1837rimaseroinediti glialtridueperiodipresso glicredi, eileultissimocav.SalvatoreVigo d'Aci- reale,suo amico, curò poi difarpub- blicarelillal'operainNapoli nelI8M) col rimatodell'autore, ricavalo dalla

(1Giudicenon conobbeMeli,ch'eramorto ilamolti anniquandoitaMussomcli suapatria venneaPalermo. Improvvisònel giuilirar del medesimoperalcuni temi poetici dalui Irattatiperbizarria. Ioloconohbi intimamen- te,edavendopiùvolte pranzatoconesso

Iosservaimoderatissimonelvinoein so-

«irta costumato .sempre e riserbato colle donne,inosensibileolleloro graiie.onde neperisselelodieonlinosentimento. Per altronessunfattoda'suoi contemporanei

iligioventùsiriferivache polcaincolparlo discostumatezza.IlGiudice che dovea co- nosrerecomesic.lianoifattiantichi emo- dernidvllan(lstra|oUoraturauon ragionò

copia delmio,edipintientrambidal celebreGiuseppePalania.

Siffatta opera avrebbe invero co- ronalodimaggiorgloria loScinà(2)so nonfosserimasaincompiuta perlamorte dell'illustreautore,mancandoalla stes- saI*ultimavicenda della nostra lette- ratura.nll'epoca del divino Archime- de.LoslessoScinà dicevami,(ahime- moria acerbissima!)passeggiando me- co unbelgiornodimaggio sulla no- straridentemarina:Possodirediarer quasi terminalo la

mia

istoria,

non

restandomi che compilar brevemente la ci/a delgrande Archimede, era- gionar dellesue operemeravigliose,

e lo farò, riassumendo quanto ne scrissiseparatamentein

una mia

pre- cedentememoria.

Ed

io risposi:

ma

Ella

non

cidarà la letteraturadei tempiromani?

Ao. //opreao per

me

lapolpagustosa dclFepocagre- ca,elascio

a

voiV osso della ro-

mana.

Peraltroilcolerachetninac-

nellastoriachedell"origine della linguae poesia volgare sottoFedericolo Svcvo,e poscia solo di Meli, diGregorio,diPalmer!

ediessiconpoco senno;ondepuògiu- stamente meritar danoiilrimproverodi avere trasandatoed oscuratoleglorie patrie.

(2)L'altrasua operasullalisica.sebbene avesse levatogridoioItaliaquandofudata inluce e meritatocinque edizioniinMi- lano,è divenutaormaipocoutile pergli ulteriorierapidiprogressi dellascicuza,

menochelaintroduzione,eh'èdi elevato ingegnodi estesicognizioniedigagliardo stile,presentando1*istoria,e direilalogica delle tisiche discipline inunbelquadrodi- pinto agranditratti.

(25)

eiala Sicilia

mi

fa temere cheione

rimanga

vittima.Bicoi

dala

idi

me

,

espero dalvostroaffetto(qui scher- zosamenteparlavaal suo solito)of- frendomi in morte qualche canzon- cina, qualche oliatina,o

un

busto, te

non

di

marmo

,

almeno

di creta colla(1).

Nella seconda edizione dell' istoria della letteratura greco-sicola da

me

eseguita nel1847inPalermocoi tipidel Barcellona,enella terzadallavedova Sodi nel 1839, credettimiodovere dì supplirlarenderlacompiuta,conl'ar- ticolodelMazzucchelli sulla biografia diArchimede,acui feciseguireildotto discorsoluttointero dello stessoSciu«\

sullooperedelgrangeometraemecca- nico,cdue mieappendici,unodialcuni storicigreco-vicoli,omessi dallo Scinà, e l'altrode'nostriantichi legislatori dicui trattarvolevauccessoriamentoin quel- r opera,e non potè,sorpreso dalla morte.

Neil'unae1'altraediziono poiag- giunsicopiosemienote e schiarimen- ti:talché l'operachein quel genere certamente eralamiglioreuscita in Si- cilia,sebbene rimasain parie monca, supplita in lai

modo

. fu bene ac-

(I)Chequesti detti fosserounoscherzo, enonvanitàn'èprova1'avereegli ricu- satoun bustodi

marmo

che volevanoin- nalzargli vivente,il cav.Liominlo Vigo,

egregio poeta,edaltri amici, talché insi- stendocostoro disseiratamente,chesemai esegui vasisulritratto dipintoperla mia privatacollezionedaPutauia,sarebbeegli statoilpruno asfregiarlo.

21 coltaeapplaudilain Siciliaeall'este- roove pervenne.

Sembrarpoteva a talunicheScinà, buon matematico edottimo professore escrittor di fisica,concisoedenergico, riuscirnonpotesse ne' lavori storici

,

che richiedonounaltrogeneredicri- ticaedunaltrosiilepiù largo ed or- nalo;

ma

lasuamente era multifor-

me

,eguidala dall'allosuo intendi- mento,picgnvnsia tutto;laonde nelle svarialeopere sue conseguìsempreil primatoinSicilia,edoso asserireche questisuoilavori istorici,condonicon vedutesempre nuoveefinogiudizioe forzadielocuzione, passerannoa'po- steri più che quelle scientifiche, le qualirimarranno soloperfasto della antica scienza,

ma

non saranno piùri- cercateperI*avanzamento semprecre- scente della nuova.

XVI.inanticoemulodi lui,Francesco Ferrara, nato nel 1767inTrccaslagne, villaggio sullefaldedell'Etna,giàpro- fessoredifisica nell*Università diCa- tania,eindidistorianaturalein que- stadiPalermo,folletentareanch'egli I'arringostorico, dopoessersi acqui- stalafuma nellasuafacoltà,promoven- donelostudioconlesuelezioni econ leopero.

Avevaegli pubblicato nel 1829 la storiadi Catania sinoalsecolo XVIII, che pel riguardo scientifico-letterario earcheologico supera quella anteriore diVitoAmico,della qualegiovossibensì.

Scrissepoi1*istoriagenerale dellaSici- lia.Ecconeilpianotracciatodaluisles- so.Abbracciainquell'operainnovevo- lumiristoria civileeletterariacon lo

(26)

biografie deprincipali valentuomini

;

esponeil suoantico e presentestato, conundizionario topografico,l'istoria dellebolli* arti,el'illustrazione d'iscri- zioniemedaglie, presentala descri- zione fisicaemineralogica e de* vege- tabili edanimali, e promise una gran caria corograficade'luoghipiùimpor- timi!dell'isola,ele\cdule pittoresche che non Furono poidate in luce.La edizionefucomincialain Palermonel 1830e terminalanel1838 pe'tipidi LorenzoDato.

Quell'istoriae ulilc,perchècomples- sitàdiluttociòchepuòriguardarla Sicilia,ericca «linotizie,cavale dalle prischefonli de' classici perla parte aulica,concriticaperò tropposeve- ra,escrilla inunosiilerapido, espez- iato,conpiccolicsaltellanti periodi efrasi allafrancese.Lespesseinesat- tezze dilingua, etalvoltadigramma- tica, la rendonosgradilaa'tempino- stri,in cuiI*Italia ha rivendicalo il

patrimonio del propriosermonegrave, sonatileepuro.

Lecopiose cognizioni diogni ma- niera, benché appenaaccennale,m»>.

slranoche I*autore era versalissimo non che nellanostra istoriacitile,

ma

ne'rumiscionlifiri,letterari], artistici earcheologici.

Sciitacon più fino accorgimentosi circoscrisse alla sloriadellanostralette- raturadel secolo XVIII. e delperiodo greco-sicolo,eseparatamentealla bio- grafiadiEmpedocle,diArcheslralo,di Archimedee diMaurolico: luondein unacerchiapiùristrettafece miglior provadi giudizio e d'ingegno cheal-

tronde erain luipiùeminente chenel Ferrara,il qualevollestringere inun fascio tuttiiramiistorici dell'Isolano*

slra,e falciando unaamplissimames- se, lasciòmoltissime spighe intatte

,

nelpercorrereil

campo

diiroppafrella.

Nulla«limancol'opera sua perlaviva- cità delladizione, e perl'ariadi pre- sentaresemprequadri comparativi,si legge con piacereda quellielio non sono troppo schizzinosi infallo di stilo edilingua.

E

ainech'erasuoialino amicoiiell'averlounavolta avvertilo di cambiarealcunevoci,efrasi,mentre il suoprimo volumeera sulloitorchi, dis- semi: vi toglierei delle

gemme;

giaccfiè quelle espressioni sono più vicari e graziose;io

non

ho ilanliscrupoli perlalingua,che

predominano

molli ingegnitapiniinquesto secolo.Ione

risi,perocchénon eranoscrupoli,

ma

yocì emodial tulioestranei allaita- lianafavella La fuma di Feriaraper leoperescientificheera andatameno*

mando

nucheinvita; dappoiché egli nella sloria naturale si era ostinala- meulefermatoalleteorie diDlumebali, quindi io apposi sotto al ritrailodel Ferrara perlamiacollezionedesìiil- lustrisiciliani Inseguente epigrafe:

/misteriindagòdellanatura E,coltiiprimiallor,d'altri

non

cura.

Sè eglichelesse incasamiaquella iscrizionesene tannaoITcso,anzidis- semi:Avete espressoilvero,perocché ioriguardo

come

fantasticheriele re' centispeculazioni,bastandoalla scien- za quanto ne

ha

scrittoil

mio

amico Plumebak,

(27)

Negli ullimianni della suavitavolle farritorno all'universitàdi Catania,e prescelsela cattedradi archeologia

,

vago troppo,coni'era,dell'universalità delloscibile. Egli

menando

una tila frugali&imaprorogòlastessasino ad 84anni,enel1831fucolpitodiapo- plessia e trovato ainane estintocol caposopra un libro; morte eguale a quelladel Petrarca, e del recente Gio- berti,granfilosofo italiano.

XXVI.CclidonioErrantedaPolizzi, c- gregioellenista,soggiornante inPaler- mo,segnnlossico"suoidottissimi discorsi condottirotifiordi criticae di ermli/.io- nc,il primosui difettidellastoriaan- tica siciliana da' prischiabitatori fino all'imperodiAugustoe de'mezzidiri- pararti,el'altro intornoagliscrittori distoria siciliana.

A

siinteressantescopodiediseguito lenotizie,dalui con

somma

cura rac- colte, su Tcmislogene daSiracusa, ove esaminòla quistione se a Senofonte o alprimo, com'egligiudica,delibasia*

scrivere l'opera della spedizione del giovine Ciro. Trattòanchedi Filislo sira- cusano,dellasua etàe dellesueope- re,cdiquei nostriantichi storicirac- colseetradusse iframmenti chepotè rinvenire, sparsinei classici autori. Egli intendeva su lutti inostriantichisto- rici,

come

spesso dicevami,di fornirci un interoed ampiolavoro;

ma

lesue gravi occupazioni di magistrato ela cadenti' etàgì'impedironodicompier- lo,econ graverammaricodegli ami- ci,edeletteralicessòdi \ivcrcdian- ni70, nel 1838.

AicolòSpala nativodiPalazzoAdriano

nostracolonia greca, allievoin quella lingua del celebreMons. GiuseppeCri- spi,vescovo de'greci,dopodiaverpub*

blicalola traduzioneitalianadell'epi- stole diPlatonealtirannoDionisio ead altri,raccolse,adimitazione dell'Erran- te,e volgarizzòi frammentidiTimeo, EforoeTcopnmpo, Cnllia e Diodoro, e pubbliculliin Palermo nel 1817.

Diquesteoperedie unscintalogiu- dizioildottop.AlessioÌN'arbonenelse- condo numerodella nuova serie del giornale di scienze, lettere ed arti.

Pocodopo loSpala,ancor sul boro deglianni,moriva di lisi(I).

Bernardo Serioda Palermoleggeta nella nostraaccademiadiscienze eleu tcrcunerudito discorso sull'influenza dellavitae dellafilosofiadiAristippo, sui costumi de' siracusani sottoidue Dionigi edaltriragionamenti storici e letterari chegli procacciarono lodo,

benchéfosseinfresca età,nellaquale chiuseisuoi giorniversoil 1814.

Peròmaggiorene oltenneinvero nelle nostre tornateaccademiche ilcav.An- tonioDiGiovanniMira,anchediPaler- mo, conisuoivarii critici discorsi in

(1)EmmanuclcDidcra,su:>compntriot-

tii,glienescriveva l'elogio,esufalsein- formazioniattribuivaalloSpalailmiola- vorocriticocolqualerivendicaiaCorace e TLsia, antichi oratori siracusani,iltrattato dellarettorie* inunicolibro,attribuitoad Aristoleie,operetta da

me

pubhlirata nel 1817inPalermocoitipidiBarcellona, cu.

me

appendiceall'istoriadel

sommo

Scinà e lodalaanchedallostesso Sp:ttaintrisuo articolo.

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