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NUMA POMPILIO. DEL SIGNOR FLORlAN FIRENZE. tomo secondo M D C C 6 X I. rrjdvzionb DAlé FRANCESI SECONDO RE DI ROMA PRESSO GUGLIELMO PIATTI

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(1)

NUMA

POMPILIO

SECONDO RE DI

ROMA

DEL SIGNOR FLORlAN

rRJDVZIONB

DAlé

FRANCESI

tomo secondo

FIRENZE

PRESSO GUGLIELMO PIATTI

M

DC C 6XI.

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(3)

^

8i6gO B

ÀRaOMENTO

DEL LIBRO QUINTO.

iSrsilia e

Numa

respingono iMorsi. Ri- tirata di Leo. Romolo munisee ilsuo

^ampo

.

Nuove

impresedi Leo. Unione dei Morsi e dei Sanniti.Romoloadu-

na

ilsuo consìglio.

Numa

va ad impa- dronirsi delle strette dei monti Trebanj.

Trovainquellemontagne unpopolo,dal qualeèamato. Rottadei M'*rsi ih quel- le strette. Duello tra

Numa,

e Leo.

Màgnanimith

di

Numa. Ha

notiziache Tuliostamorendo;tuttoabbandonaper

•volarealdi lui fianco

.

LIBRO QUINTO.

Siccome ua

enorme masiodìrupe>stac- catodallacimadi

monte

,

rombando

ro- tola versolapianura,e rotolando forza acquistas e svelle o seco porta quanto incontra:le ninfe, edìpastori spaven- teti, urlandofuggono} smarritigliar-

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4

RUMA FOMPItIO

mentisiprecipitanonellevallatelel’ara- tore tremanteresta immobile, sorpreso dallo spavento;

ma

ilmassomentrepiùra- pido precipita incontraduerobustequer- ,che nate1’una all*altraa canto,han-

no

giàdaventi lustriintralciate leloro radici cilororami;ivi s’arresta;idue alberisostengono l'urto, osalvisonogli armenti, edi pastori, cosìs’arresta

Leo

incontrandoErsiliaeNinna.

La

fiera

Amazzone

armatacolceleste scudofu la prima adassalirlo.BarbaroI

glidice;Giovea

me

tiabbandona,ecco giuntalatua ultim’ ora;vain

Averno

a vantarti d’averferito il gran

Romolo,

elladice,econquanta forza puote lan- cia nodoso dardo, che il suo furorele impedìdibenlibrare.Volailferro, pas- sa al fianco diLeo,eva a trafiggereil

valorosoTelone, che stava spogliando

Arunco. Leo

senza sbigottirsi svelleil

dardodalcorpodiTelone,eguardando Ersilia con

amaro

sorriso:

Ti

rendo il tuodardo,ledice,imparaameglio ser- virtene,e loscagliaversolaPrincipessa.

Numa,

iltenero

Numa

sigettaincontro al ferro;egli obliache ilceleste scudo difendeErsilia,ilsuo.corpogliparepiù sicuroscudo.

Lo

aggiungea

meszo

ilpet-

: }

(5)

tIBBO

QUIITTO.

ft>ilferro, la di cuipuntacrudeletra*

passa

l’oro edil

rame

dellucente usber-'

go

fegiungeperancheaferireilseno del generoso amante; ondedi lievetinta di

sangue

rosseggiano lediluiarmi.

Numa vede

scorrereilsuosangue^

ma

pensaso- load Ersilia;quantopiù fu terribile il

colpo,tanto più ringrazia il Cielo d’a- vernepreservata lasua amante.

Ma

to- sto risorgenel di luianimo

brama

diven- detta,esislanciaverso

Eeo

.

Un nembo

di combattentilidivide,sicercano lun-

go tempo

entrambi, nèè loro possibileil

raggiungersi

.

Sigetta allora

Numa

sovraiMarsi,6 li facadereaterra

,qualicadonolebion-

de

spighe sotto la falce del mietitore.

Sempre

alfianco d’ Ersilia,con unama-

no

fere,mentrecoll’altraripara icolpi

che

minacciano1’

Amazzone

.Questas’ab-

bandona

in preda al suo furore,svena

Ocre

9Opitero,- Sorattore ed il giovine

Almerone

;Alineronesolaspeme,eduni- cofiglio dellasventurata Aloieria.Que- sta tenera

madre

aveaprevistatal sorte.

Quando

i Marsi si erano adunati per andarea combattere contro i

Romani

,

0 ^

Al

inerone nelsuo quattordicesimoanno

appena

ora fuggito dalmaternotettoper

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(6)

6

WUMA rOMPILIO

raggiungerel’armata. G-iiinse lamisera

"madre nel

momento

chestava perparti*

rel’esercito,cercavailsuofiglio,aquan*

li incontravane chiedevanovelle.

La

vi- de jlgiovane

Almerone,e

vollenascon- dersi nelle ultime file.

Ma

ove nonpe- netrasguardodi

madre

?loscorge

Alme-

ria; vola verso di lui, lostringefra le sue bracciajlo

bagna

dipianto;e

men-

tre

Almerone,

pallido in viso,chinala fronte,nonosa alzareisuoisguardiver- so lei,i di cui rimproveripaventa^essa singhiozzando gli dice:

Mio

figlio,mio carofiglio,miounico bene;tuvuoi fug- girmi? tu vuoi abbandonare latua ma- dre? echefarai tu nelle

pugne?

il tuo debole braccionon può ancorasostenere

un

dardo,gli stralidate lanciatiposso-

no

appena uccidere

un

tenerocerviottoj

eppuretu vuoiandarcontroipiùfamosi guerrieridi

B.oma.O

miofiglio,

mio

ca- ro figlio, aspetta almeno per abbando- narmi» chetu non abbi piùbisogno di madre,aspettaper farmi morire,chetu possa vivere'senza di

me. Tu

piangi, tu m’abbracci,

ma

tu

non mi

prometti di xcnunziare a questo crudele disegno.

E

voiMarsi, e voi lo soffrite, e voi avre- ste

madre

? ....or

dunque

!datemi anni»

(7)

Z.1BR0

QUINTO.

7

leguirò

ovunque

il miofiglio,dividerò leco iperigli,locopriròcol miocorpo,

•vedrete qualsiailcoraggiofigliodell*

amormaterno

,

Da

quel giornoin poiAlmeria non ab- bandonòilsuoamatofiglio.

Leo

,che ea- trambi

amava,

aveva loro vietato d’al- lontanarsi dal suofianco, ed il giovane AImeronetosto eh*avea lanciatoil suo stralevenivanoa mettersi insalvofra la sua

madre

ed il suoGenerale.

Ma

in quella disastrosa notte e

madre

efiglio furono disgiunti da

Leo,

ed incontrati dalla terribile Ersilia',che malgrado le grida egli sforzi d*Almeria, immerselà spada nel pettodeldebolefanciullo .Al- meronecadde cometensrofiorecoltosull*

incertaaurora,!suoiocchiprimadichiu- dersicercaronoquellidellamadre;lama- drelo vide, emorta cadde.

Numa meno

crudele,

ma

non

meno

ter- ribile,

immola

soltanto quelli che resi- stono.G^iàcadderosottoisuoicolpi Isbo- ne,Marseno,Pri verno,

Nazamone

eSe- ralpino.Ligero,ilprode Ligeroosa a- spettiire1*eroe, e gli lanciaincontro la sua tagliente rotella; cadeva

Numa

se

non abbassavailcapo in quell’istante;

larotellarecidela sfingecheglisplende-

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(8)

S

irUMA POMPILIO

Vasull’elmo,efavolar lontani!

due

p«n- nacchi porporinichel’ornavano.

Nuuia

siprecipitasovraLigcro,e

rompe

1’asta sul di luiusbergo; dato di

mano

alloi’»

allaterribilespadadiPompilio, fendeil

capo adOrimante,recideladestraaTar- cone, atterraQuerceno, ed urtando e stringendoi già fuggenti Marsi,licac- cia in line fiior del

campo.

Xieo soloè rimasto.

Abbandonato

datuttiisuoicompagni,

Xieonon badach’egliè solo, hatitrova- ta lasua clava,questa gli basta.

Ha

i

Sabini l’attorniano,es’avanzailferoce

Useno,

gridando conterribil voce:non è questa1’assemblea de’Marsi,incuiba- sta rompere

un

albero peressere eletto Generale, qui convien morire, netiri-

mane

scampo.

Lo

guarda

Leo

,esorri- de; conunlievesaltosfuggeildardosca- gliatoda

Useno

,e sovraluiscagliandosi lo afferranoi fianchi, lostringe,losof- focacolle nervose braccia, lo gettapo- scia aterra,econunpiede

premendo

il

palpitante cadavere,alza fieramenteil

capo,etranquillo rimira quel cerchiodi lance espade ond’ è attorniato. Impavi- do giragli occhi per cercare illuogod’

ondevuol tentarela fuga.Si slanciaia

(9)

I

/

LIBRO QUINTO. ^

finsovraquellieheglifermanoil passo,

lirespinge,glistramazzaalsuolo,e len- tamentes’allontanacome non bene sla- mato lupo si scosta dalla greggia; tre volte s’ arresta-,ed indietrosivolge, e trevolte respinge colorocheloinsegui- vano.

Raggiunge!

suoiguerrieri,litrat- tiene lasuaterribilvoeejli riunisce,!! rior- dina,emettendosiei solo fraessiedi

Ro-

mani,gliuni difende, e respingegli altri.

N

urnasdegnato, e maravigliato di fatteimprese,

Numa

vuolerivolgersiad assalire

Leo; ma

viene distoltoda uno strepito che odeinrivaalfiume.N’cra cagioneilvecchio Sofanorealla testadel suoesercito,chevenivaacoprirelariti- rata del suo collega.FingonoiHarsidi volervalicare il Fucino;

Numa

per di- fendere lasponda ècostretto a cessare dall’inseguirLeo,equestoterribileguer- rierocontuttor avanzode’ suoi,senza pe- riglio s’allontana dal

campo

,cheriem- pi distrage.

Ilprudente Sofanore, esperto Capita- no, tienel’esercito inrivaalfiumefino allospuntardell’aurora.

Numa

e isuoi Sabini,malgradolastanchezza dellater- ribil notte,non abbandonanol’opposta sponda.

Al

primoalboreSofanorecerto

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(10)

NUMA POMriLT©

olio

Leo

avea avutotempodicompierela propostasiimpresa,ritira lesuetruppe, w

Noma

riconducelesueallelorotende

,

Da

questo

momento

eis’occupasoltan- to deiferitiMarsie

Romani,

tuttiquelli che hannomestieridisoccorsol’ottengo- no da

Numa.

In tutti i luoghi, ove si

pugnò

cercasealcunoancorav’èchere- spiricoll’ardoreistesso,concui nellazuf*.

facercavai più prodi.Più nonpensial- lagloria,

ma

solo all’umanità, edine- mici vinti sonoda lui considerati

come

fratelli.

Poiché ebbe compitoaquesti sacri uf- fìzj, echefucertocheisuoiSabini po- tevanoabbandonarsialriposo;

Numa

cor- reallatendadi

Romolo

senza

nemmeno

medicare lasuaferita;ilbisogno dirive- dere Ersiliaera più perlui premuroso.

Giunge

al padiglione Reale, evede il

Re

di

Roma

coricato sovrapelle di par- do;involto in sanguinosebende,ed at- 'torniato dalla sua figliaedaicapidell’

esercito.

Meno

occupatode’ suoi mali, chedellostato delletruppe,stavainmo- sto silenzio,che interruppevedendo

Nu-

iiia:

Te

aspettava, oprode giovine,gli disse,misono noie letue gesta, tusolo salvasti il mioesercito,vieni,abbraccia-

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(11)

LIBRO QÙIlTT*.

tl mi>ialtuagloriaalleggerisceimiei mali

.

S’inchina

Numa,

e baciala destra dei suo

Re.

Alzati,glidice

Romolo

le pen- saad eseguirequantosono per importi.

'Noi

fummo

sorpresidai barbari,lo sta- to incuimitrovo, micostringe a diffe- rire la vendettakJ?ochi giornimibaste- ranno perriacquistarele perdute forze, inaconvienefrattanto riparareilcani])o contro ogni repentino assalto.

Va

dun- que,o

prodeNuma,

nella selva jteco con- duci dieci coorti,farecidere cinquanta- milapalialti quanto un uoniOiedacu- tissiminella loro estremità

.Tu

Mezioin- tanto fascavare largaeprofonda fossa^

che con un perfettoquadratoattornie chiudail

campo,

una solaentratalascia inognilato.S’impiegherannoa quest’uo*

folemielegioni Latine, che

meno

dell’

altre soffrirono nellanotturnazuffa.

An-

dateor

dunque,

primadel cadere delso- lesiapreparataogni cosa, ritornate po- sciaaudireimiei comandi

.

Disse, ed obbedirono Mezioe

Numa.

Il prudente

Romolo

fa conficcarenella fossa ipali pocodistanti fra loro, forte- menteli lega insieme, acciònonpossa- no veniresvelti,li ricopreposciaditor- ta in

modo

che1’acuta estremitàfuori

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13

WUMAJOMPILIO

nespuntiappena9s’attornia cosìconuna selva didardi.IntregiorniMezioe

No- ma

compiono 1*opera; dispongono alle quattro entrate quattro ridotte,edi

Ro- mani,

tranquillinelloro

campo,

non

me-

no chesefossero nella loro città,

ammi-

rano

come

possa perdere,o salvare mol- temigliajad’uominil’ingegnod’unsolo.

Soianore tranquillo sull’opposta riva aveaveduti senzasturbarliilavori di

Ro-

molo.Inquietoil

Re

di

Roma

ditanta inazione; non potevacomprendere qual motivotenesse in ozioi

Marsi.Ghe

laor

dunque

quelterribile

Leo

•’eidiceva,gli basta senzadubbiolagloriad’averferito

Romolo, ma Romolo

nonè vinto,laguer- ra è incominciata appena.Perchè quel valoroso guerriero,cosìproprioalleim- presenotturnenontentauna secondavol- ta d’incendiareil

mio campo? O

Giove, oMarte, miopadre!ancora pochigiorni, e ritornerà1’antica forza a questo brac- cio,equesto bracciononstaràpiùinozio dietroletrincee.

Cosìparlava

Romolo

,quando

comparì un

soldato

Campano

copertodisangue e polvere.Ansanteveniva dalla Cittàd’Au- senzio,incuis’era rinchiusoil

Re

diCa- peva. Qualnuova

mi

rechi?esclama

Ro-

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(13)

LlBROQUlirSO.

13 iiiolOjiSanniti

hanno

forsevarcato l’Ap*

pennino?

è stretto d’assedio il mioal- leato?

Nellemanidei nemici è iltuoalleato, risponde il

Campano. Leo,

il terrihilo

!Leocomparvesotto le

mura

d’Ausenzio,

mentre

danoisicredeva intento apugnar tt5Co;eipreselaCitta,edil

Re

s’iiupa- droni dei tesori, delle truppe e delle provvisioni;di ciònon pago,volò asor- prenderel’armata che trattenevaiSan- niti alladiscesadell*

Appennino;

quella sconfìsse, disperse, ed aprì lastrada a queiterribili nemici.

Romolo

atale annunzio chinala fac- cia,nonrisponde, e rimane immobile*

Ma

tosto loscuoteil fragoredelletrom- beeflauticherisuonavanoaidilàdelfiu- fuo.

Era Leo,

l’invincibile

Leo

quegli che conduceva al

campo

diSofanoreil

Re

di

Capeva

prigioniero, quattro mila schiavi, unimmensobottino, elasuper-

}>iiarmata deiSanniti.Si vedonoquesti

avanzare nella pianura fra il suono di millebellici strumenti; il

Re

di

Campa-

nia copertodi splendente oro cavalcafo- coso destriero;

Leo

,copertocolla pelledi leone a piediloaccompagna,1’attornia- noilUarsi,eventi mila Sanniti,coperti

h 2

/

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(14)

14

irtlMAFOMPÌLI©

dilucente usbergo,chiudonoiltrionfo.

In breves’innalzanolelorotendevici- nea quellediSofanore. 1dueesercitiso-

noriuniti;e tostochela nottestendeil

suofoscovelo mille fuochi accesi inriva alfiumetengono i

Romani

agitatieso- spesipertema d’essereassaliti

.

Queivalorosi

Romania

chenelvedere

ilnemico davano sempregridadìgioja, statano mestamente in silenzio vedendo quelterribil campo.Siguardanotra lo- roatterritiisoldati,nonardisconoiCa- pitanisvelareil lorotimore,tuttihanno

gli occhifissisovra

Romolo.

Siraddop- piano le guardie,ognunostapreparato alla pugna,emalgradoiforti ripari,il

valore ed il

numero

delle milizie,l’in- quietudine èimpressa sovra ogni volto.

Romolo

eistesso èturbato,

ma

ostenta viso tranquillo. Appoggiato sopra una lungaasta,lentamente

camminandoaoa-

gionedella ferita, visitaiquartieri,ìn- coraggisceisoldati»emalgradolasuain- terna mestìzia, ringraziapubblicamente

i

Numi,

cheriuniti glipresentano tutti

] suoi nemici

.

Ma

chiama intantoa secon segreto av- viso i primi deiresercito.Mezio, Vale- rio, ilsavio Cutillo.,ilprudente Bruto,

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(15)

llBROfUlNTO.

i5 emolti altri espertiCapitani giàsisono adunati aconsiglio al fianco delMonar- ca.

Chiamata

vicn pure la bella Ersilia peresserefigliadi

Romolo,

edilgiova- ne

Noma

perlesucchiareimprese.JLit- tori veglianosull*ingresso delRea!pa- diglionepertenernelontaniicuriosi.Ro- moloallora cessandoda quella simulata allegriaconcuis’eramostrato,ai soldati, c

guardando

i suoiguerrieri con occhio inquieto:

Compagni

, loro dice, sempre mi furono utiliivostri consigli, e mi sono in questo dìnecessarj. I nostri ne- mici vincitori de’miei vilialleati, sono trevoltemaggioriin

numero

di noi.

Na-

scosto dietro le mie trinceepossosenza dubbioresister loro,

ma

sevalicanoilfiu-

me,

esecistringonod’assedio,qualesa- rà lanostra sorte?consumati sarannoira ottogiorniinostri viveri,enoi perire-

mo

senzapugnare.Prodi amici,che dob- biamo noi fare.^ conviene forse assalire glieserciti riuniti,edevitarecollamor- teun vergognosotrattato?conviene ten- tare

una

pericolosaritirata?

Romolo

tace,s’alzaMezio,epropone di

mandare

a

Roma

a chiedere soccorso aTaziojedaspettare intanto dietro le trinceeISruto airincontrovuole chesi

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(16)

16 NtJMA

POMtlLlO

fesca dal

campo,

ches’affrontiilnemico*

e chesilascidecideredalla sortedellapu-

gna

. Ersilia a ciò s’oppone*,finchenon

può

combatteremiopadre,die’ella,non isperategià divincere;dalbracciodi

Ro- molo

dipendela vittoria, cquesto brac- ciononèancorain istato diottenerla.Si segua l’avvisodi Mezio,nons’escadal

campo

,simandia

Roma

acercarenuovi guerrieri.Per ispaventare intantoine- mici, e trattenerli da nuova impresa,

Numa

,ediopartiremosullamezzanotte, entreremonel

campo

deiSanniti,ementre ebbrj deiloroprosperisuccessi,e stanchi pel latto

cammino

s’abbandonanoal ri- poso, porteremo lastrage fin nelle loro tende.Questoèilmioparere

*, l’approvi

il padre,e tostopartiremo.

L’ascolta

Ruma

contrasporti digiub- bilo;segue coll’occhio accesotuttiinioti d’Ersilia, gli palpitadigiojailcuoreper esserestatodaleiprescelto; e quella not- te in cui

pugneranno

insiemegliparoil piùl'elice

momento

del viver suo.

Ma

di- legua questa speranza

Romolo,

opponen- dosialdisegnodellasuafiglia.Tuttigli altricapitanipropongonomezzi o impos- sibili,opeggioridelmaleistesso.Siven- tilano, si produceinlungoilconsiglio;

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(17)

LIBRO QUINTO

. I7 ed altro

non

sifach’esporreminutamene

teimalisenza trovarvirimedio.

Ilgiovane

Numa

sisente ad untratto ispirato

da

Minerva; chiedeche gli si

concedadi parlare.

Lo

accorda

Romolo

rimirandolo con compiacenza.

.

Gran Re

9 glidice l’Eroe, iocredo, chev’è

un

mezzo, nondico giàdi salva- re l’intieroesercito,

ma

d’assicurarea telavittoria.

Noi

abbiamoalle spallele

montagne

dei Trebani; si trovano fra questiorridimontialcune strette, nelle qualicentomiladominipossono facilmen- tevenire,sbaragliatida pochemilizie di- sposte sullefiancheggianti cime. Lascia- mipartireinquesta nottecollametàdei miei Sabini, dimane pria del finir del giornoiosarò sui monti.

Tu

,gran

Re

, tuperlaprima volta fuggiraiin facci»

alnemico, nè te questa parola offenda,

poiché t’assicurala vittoria. T’insegui- rannoiMarsied i Sanniti,efacilmente gliattirerai nelle strette dei Trebani, Ti fermerai allora, voltandofaccia,gli assalirai,edio eimiei Sabini glioppri-

meremo

cogli Strali

,co’dardi,e coimassi che sovraessifaremorotolardall’ alto.

Così parla

Numa,

el’abbraccia

Roim^

lo:valoroso giovane,glidico,»t«dovre

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(18)

18

WUMA POMPILIO

piùdella vitaancora,tu avrai serbataa

me

lamiagloria.Corri acompierela di»

segnata impresa;conduci tecotuttiiSa- bini,fuorchéicavallichea tesarebbero inutili,edi cuiavròd’uopo sopra tutto sulprincipiodella ritirata.

Una

solanot- tedevebastarti; parti inquesto

momen*

to,esefelicementeriesceiltuodisegno, ecco qualesaràiltuopremio;e gliaddita .Ersilia

.

Numa

rimaneattonito,la sorpresa,la gioja,etuttìisehtimentioheloagitano, glitolgono1’usodellalingua,isuoioc- chivannoerrantida

Romolo

adErsilia^

daquesta aiRoniolo; siprostrainfinea- vantial

Re

di

Roma

:Figlio d’un Dio*

esclama,tumirendi invincibile.S’unisca- no puro contro

me

i Morsi,i Sanniti,i

f

opolituttid’Italia,iosperodi vincerli.

1

nome,

ilsolo

nome

d’Ersilia

me

rende quasiateeguale,el’onoredidivenirtuo nglio

me

rende egualeaiSemidei

.

Mentrecosìparla,brillanone’ suoi oc- chiamoreecoraggio; gli volge versola suaamante,eleggenelle di leipupille, cheessaconfermalapromessadi

Romo-

lo, e già anelandodi pigliar

cammino,

corre afarprenderl’armiaiSabini

.

Esconotosto al

comando

di

Romolo

le

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(19)

LIBRO QUINTO.

I9 lejp'oni Latinodalle lorotende,e v.iiuiei adisporsiinordinedibattagliasullari- va delfiume,per celareallo sguardodei nemici la partenza del prode

Numa.

1 Marsi,che si credono assaliti, corrono

sull’altra sponda.Scagliansi strali alla ventura, e cosli[Romani tengonoabada »

inemici,mentre che

Numa

escedall’op- postaparte delcampo.

Ei s’avanza, attraversalefolteselve, chesistendonoverso Sora,con

un

lungo girosfuggeleperigliose

maremme

d’

A-

ratria, evolgendo il suo rapido viaggio versoAssilo,sullospuntardelgiornosco- prelealto

montagne

deiTrebanj.Prima d’inoltrar visiilprudente

Numa

sifapre- cedere

da

alcuni veliti, e lasciaindie- troleguide che devono condurre

Romo-

lo.Penetranellemontagne, es’avanza per {scoscesi sentieri.I suoiguerrieri stan- chiperlamarcia,astentopossonoarram- picarsisuperquello rupi,

ma Numa

gli avvalora, e li sostiene;

Numa

sempreil

primocon una

mano

afferra gli alberiohe possono ajutarloqellasalita,accennacoll’

altra a'suoi’soldati diseguirlo.Seincon- traun torrenteIovarca eiprimo,nèor- dinaa*suoi soldati di varcarlo fuorché quando egli è già sull’opposta riva;se

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(20)

WUMA POMPILI#

una rupegli impedisce ilpasso,conficcu in qualche fenditura o spada,odardo, poneilpiede suquesto debole appoggio, esislancia sovraorribili precipizj;egiun- tosolo allacima,chiamai^uoicompagni.

T/imagine

d’Ersilia loprecede,egli a- gevola ogni strada. L’esempiodi

Numa

rende 1*esercito sprezzatore d’ogni pe- riglio.

Giunge

infine sullacimadei

monti,©

conmaravigliavede campicoltivati,ver- di prati,epascoliripienid’armentiGli

siconduconoavanti alcuni pastori, che

!Nuiiia rassicura con tali parole; ionon

vengo

peropprimervi, nulla paventate,

pervoi,nèperle vostregreggio,noi conducetesoltanto alla vostra principale abitazione, provvedeteci vettovaglie,di cui riceverete ilprezzo, e lasciateciper ère giornisoliad occuparelestrettedelle vostre

montagne.

1pastori senzatema conduconoiSabini al loroprincipalevillaggio.

Qual è la sorpresa?qualela gioja di

Vp ma?

riconoscendo negli abitatorique- glistessiR.eatini,acui egliaveaconces»

5alibertà.11 vecchiochegliaveaparlato neldìdel sagrifizio,s’avanza,efisoguar- dandolo:

O

giorno felice,eigrida, miei

.^

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(21)

LtBItO

QUIITTO?

fi figli,mìei amici,eccoilnostro liberato»

re.Eccoquell’Eroe

umano,

che ruppei

nostriceppi,ecco Nuiiia ...

A

tal

nome

ungrido universale interruppeildiredel vecchio,tuttiiReatini s*inginocchiano avantia

Numa. E

che?seitu, diceval’u-

no,che m’hai ridonata la

madre

?Tide- voil

mio

sposo,diceval’altra.Senzate, gridava

un

fanciullino, m’hanno detto cheio sareiorfano!Figlio dei

Numi,

e- sclaman tutti.Figlio dei

Numi;

poiché tal èchi giova agiiuomini, quantegra- aieadessinon dobbiamo,checiconcedo- noilpiacere di rivederti,dibaciare quel- lemani,che hannoinfrante lenostre ca- tene;dicontemplare uneroe,cbesaper- donare

.Ah

!disponi atuo piaceredi noi, dei nostribeni, della nostra vita; tutto quiè tuo, tu seinostro

Re,

nostro pa- dre,epiù ancorapoichétufostiilnostro liberatore.

Numa

non puòpiù udire tali parole senza versare lacrime ditenerezza.

Non meno

diluicommossi sonoiprodi Sabi- ni,giàsono divenuti amicidi quelbuon popolo. I soldati, egli abitatori si mi- schiano tradiloro,s’abbracciano, dan- no,0ricevonoquantol’amicizia el’ospi- talità

può

offrire.

Le

case,locapannete-

c

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(22)

22

WUMaPOMPTLTO

Itosono ripi«neda’ j^uorrieri di

Noma

^

ledonne,gli sposi,ifiglisono diligenti nelservirli,nel portar loroquanto pos^

seggono; Sabini e^Reatini non formano piùche

un

solopopolo, anziunasola fa- miglia;tutti

amano,

erispettano

Numa,

e questo sentimentogliharesitraloroco-

me

fratelli

.

Dopo

concesse poche ore a cosi dolce spettacolo,l’eroedàilsegno per richia- mareiguerrieri,e tutti gli abitatori cor-

V

mono

alsonodelletrombe.

Ognuno

d’essi èarmatoconquantoglivennefatto ditro- vare;l’uno porta

una

spadagiàdalungo tempoirrugginita; 1’altro unpolveroso scudo, questi un vomeredell’aratro, da luiacconciatoinguisadi dardo: la

mag-

gior parte sono armatidi

mazze

allora re- cisedaglialberi.

Noi

vogliamo combatte- reperte,dicevanoalgiovaneNuina,noi vogliamofarparte del tuo esercito, ecre- di,cheseilcuore basta perfareunsolda- to,maituneguidastidinoi piùprodi

.

Così parlandoordinanoda se stessi

,

tentando d’imitare i Sabini. Siserrano gliunicontroglialtriinmalallineatefi-

le,equestaclaiHorosafalange richiede di occuparelaprimailpostolipiù periglioso.

Numa,

ilsensìbile

Numa

invano vuol

Digiti^ed byGoogle

(23)

Libro QUINTO.

2^

frenireillorozelo,invanoricusad’espor»

reaiperigliouominiche non

hanno

altro motivodi pugnare, che l’amorechegli portano;

ma

questoamoreprevaleall’au*

toritàdi

Noma

,emalgradoisuoicoman-

di,malgradolesuepreghiere,iIfigliuolo diPompilio ècostretto divedereraddop- piata in

numero

Jasuaarmata.Allora a questaspiega qualsìa ilsuodisegno;le confidachevuole impadronirsi dellealte cime,edei luoghid’ondepotràopprime- reinemici.

IReatini tostologuidanoessimedesi- minelleforre,e ne’piùperigliosipassag- gi,glimostranoquali luoghieldebbaoc- cupare,e visifermanolorostessi recido- noalberi,

ammucchiano

rupi perischiac*

ciareiMarsi,e misti coi soldatidel loro liberatore, risolutia dividereconessiipe- rigli,impazienti,aspettano Varmatadei

Romani

.

Fra

poco giunge

Romolo;

con ingegnosaritirata eglierauscitodalsuo' campo,tirandosi dietro, ed a vicendare- spingendoi Marsi ed i Sunniti

.

Quanto

piùs’avvicinavaallemontagne,tanto più l’esperto

Romolo

affettavadisordine nel- lamarcia.

La

sua retroguardia apposta- tamentefuggiva,el’entrarede’

Romani

nelle

montagne

rassomigliavaad unarot-

(24)

NUUA POMPIJLI»

ta;Sofanoree

Leo

istesso, e sovra tutl*

i capì dei Sanniti,furonoingannati;0 'questo esercito d’ alleati, composto di guerrieri più prodi che prudenti, s’inol- trò nelle strettecredendod’inseguireifug- gitivi.

Romolo

avvertito dai messidi

Numa

»

guidòinemicinellefaucipiù perigliose, eristetteallora duliafuga .Voltafaccia, alla testa diterribilecolonna,aspettaim- mobileiMòrsi,e gli sfidaagiornata.Leo,

ilvaloroso

Leo

silanciasovrai

Romani

;

odiSanniti eiMarsi contendonotralo- ro chi sarà primo a piombarsulnemico,

quando un nembo

di rupi editronchid*

albericadedall’alto de’monti,eviene a Schiacciareilorobattaglioni.1capiedi soldati atterriti s’ arrestano, alzanogli occhi, evedonotuttelelateralicime guar- nited’aste.Talvista gliriempie di spa- vento, non osano avanzare un sol passo contro

Romolo,

non possono ritornare in dietro,che lorovenne chiusa la strada dalprudente

Numa

:Strettidaogniparte inun angusto

campo

di battaglia, impe- ditidal troppo loronumero, schiacciati sottolerupi,cheiSabiniediReatinifan- no continuamente rotolaredall’ ulto,gli alleati, vintisenza poterpugnare,gctta-

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(25)

Lt«RO QUIWTO.

no

ieloroarmi,echiedono di venire a parlamento.

Chi

potrebbedipingereilfurorediLeo?

Similea tigre Ircanacadutainun agguato teso vicinoallasua spelonca,eche vedo rapireisuoipartisenza poter difenderli^

r

ugge

5s’agita, e stritola furiosa fra i

denti lepietrechepuò abboccare,econ occhio acceso seguee divorailnemico, che non può raggiungere;cesisiraddop- pialarabbiadi

Leo

,udendolegridadel- la vintaannata.

No,

no, loro dice con terribil voce, finché

comanda Leo, non

isperategiammai ch’ei soffra una viltà.

Idarsi e Sanniti,prima di chiedere sup- plicilavita,abbiateilcoraggiodiveder-

mi

morire.Disse,e slanciandosifral’ar-

mi

efra le rupi, malgrado le pietre ei

tronchid’ alberi ingiùrotolanti,impren-

de

eisoloadarrampicarsifino allacima.

1Reatiniei Sabinisiriunisconotosto nelluogoverso cuitonde,quiviadunano molterupi peropprimerlo.

MaNuma

cor- readessi

, osi oppone, e fa cessareda ognidifesa:amici,eigrida,rispettate la diluiaudacia, iocercai un vantaggioso sitoper oppormi al vantaggio del

mag-

gior

numero

eh*essisovradinoiaveano,

ma

alvalord’unsol

uomo

oppongoilmio

c a

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(26)

ifVMAPOMPlLld

y-alore solo.Arrestati

Leo

, ti vo’rìspat»

niiaremezzalastrada.

Dice^e tranquillo discende, tien lon- taniiSabini,chevoglionoaccoiiipagnar<k lo,edincontrailsuoterribilenemicoso- praun*appianatarocca, attorniatadapre- oipizjecheloro lasciaappenasitooveuc- cidersi.Quivi s’arrestanoentrambijSiguar- danosenza parlare,equel

mutuo

silenzi»

pareeffettodelia reciprocaammirazione, ì due eserciti cessano dalla

pugna

; lo sguardofìssosovraidueeroi,ogni solda- toobbllasestessoper rimirar quei

due,»

la sorteche li guidò sovra cosìaugusto edelevato teatro,parelipresenti spetta- coloaiduopopoli5ildicuidestinostaper decidersidaidue combattenti

.

Leo

parlòilprimo,e così dissea

Nu*

ma

:valorosogiovane,estimoilcoraggio chemostri, ed a stento mirisolvoami- surarmiteco.Ritorna ne* tuoibattaglio- ni, e lasciami soddisfare lamia rabbia contro guerrieridi te

men

prodi.

Non

havvene unsolonel nostroeserci- to,risponde

Numa

,1*ultimofrai

Roma-

ni è aineuguale*,e tu conosceraifrapoco

,

s*iodeggiodestartipietàinseno.Disse, enon potendoper V angustia delsitolan- ciareildardo,adueuiani1*afferra,e fu-

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(27)

1

iiiBiio QtJiirio' »7 yiòsolospingenelpettodi

Leo

.Terribi- lefailcolpo,

ma

la ferratapuntaincontrò la pelle delleone, ove incrocicchiate1«

zanne formavanountripliceusbergo.Que»

stoimpenetrabile riparo spunta il ferro di

Numa

,elaviolenza del colpo facb«

si

rompe

ildardofralesuemani.

Vacilla

Leo

,

ma

siaccresceil suo fu- rore.Alzalaspaventevole mazza, e gi- randolasulsuocapo,ne

mena un

terribil colposulloscudodi

Numa

, che vola in- frantoinmillepezzi.

Knma

cadeinginoc- ehiato a terra,

ma

s*alza ben tosto.

Già ha

sguainatalaspada,laspada di

Pom-

pilio, sola difesacheorgli rimane.Con,

un

secondocolpo tentacoglierloLeo,

ma

agilelosfugge

Numa.

Entrambiglioc- chifissisopra leloroarmi,attentisopra

iloromoti s’aggirano l’uno all’altro in- torno, ecostretti di

non

uscire dall’an- gustositoaccerchiatodaprecipizi,sisten- dono, siripiegano,

menano

centovani colpi,sfuggonocento colpi mortali; si- mili adueaquaticiserpentigettati in

im

ampiostagno, annodantisi, esnodantisi senzapotermaitrafiggersicollavelenosa, lingua

.

Allafine

Leo

sdegnato di tanta resi-

«teaza stringelaclava adue mani, eda-

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(28)

2S

kvma

pompitti»

anzan«losL sovra il suo neuiioo tlentìla mortesospesasul di luicapo.

Non

può

«fuggirla

N

urnajsicoprecollaspada,de- bole soccorso chenongliavrebbesalvata la vitaj sesovraluinonvegliava Cerere

.

Cereredall’altoOlimpo vedevaattenta

^questoorribileduello.

Vede

alzatalacla-

va,trema,vola$egiunge prima chequel- la cadasopra

Numa

; l’invisjbiledilei braccio traviailcolpo, e

Leo

trascinato dallosforzojedal pesodellaclava,ilgran

Leo

cade

come

unpinodicent’annisvel- todafolgore.Sovra luisiprecipita

Nu- ma,

con una

mano

1’afferra, coll’altra glidrizzaalpettola punta della spada:

latuavitaèmìa,glidice,

ma

ienonpos- so ucciderecosìprodeguerriero..Vienia conchiuderelapace, io voglioesserti a- mico,ononvincitore .Cosìdicendolibe- rolo lascia

Numa

,eringuainalaspada. Rialzatosi appena

Leo

abbraccia il suo generoso nemico, odentrambitenendosi per

mano

discendono verso l’esercitodei Siarsi, intentigià a prescieglieregliam- b’asciadori,chedovranno abboccarsicon

Romolo

.

Numa,

seguitoda Leo,liconduceegli

«tessoal

Re

di

Roma: Numa

parla fnfa- vorede’Narsi,e

Romolo

concedolapa-

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(29)

L1BH0 QUINTO.

29

'tc.Voidaretelalibertà, die’ egli,alile di

Campania

mioalleato, gli restituirete

isuoi tesori ed i prigioni

. Quanto alle terre degli Aurunci, chequel

Monarca

richiede, siccome sarebbero soggetto di eterna discordia da qualunque dei

duo

fossero possedute, questo resteranno in

mio

potere.Per compensarvi di tal ces- sione, il

Re

di

Gapova

vilascieràlacittà d’AusenKÌo ed ildiluifiglio.Capistarà pressodivoiostaggiofinoairinterocom-

pimento

deltrattato

.

Questa pacepiù favorevole ai Marsi^ oheal

Re

di

Campania,

fusenzaindugio da^ medesimi accettata, e

Romolo

che acquistaun nuovopaese,punto non cura gli interessi d’un allealochesprezza.Ei vuoleintantoricompensare

Numa;

valo- roso giovane,glidice, tutrionferai inve- cemia,tuentreraiin

Roma

sovrailmio carroalla testadellamia armata, ti pro- cederà

Leo

,o tu sposerailamiafigliaa- vantiall’aradiGiove.

Gran Re,

glirisponde

Numa,

atesolo 9’attieneil trionfare,bastaallamiaglo- ria la

mano

d’ Ersilia.

Quanto

alprode Leo,ionoivinsi.

Romani,

non sotto

me

eisoggiacque,Cererelasciòl*

Olimpo

per darmivittoria. Ritorna

adunque

tue

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(30)

50 irUMA.

COMPILI®

popolojò

LeOj

tusei libero, ed invin- cibile,poiché cedesti solo agli inimoi'»

tali

. ^

I

Romani

e i Marsi credono udire un Dio;

Leo

sigettanelle diluibraccia, lo stringealsenopiangendoperammirazio- ne. Ei vuole opporsiai detti di

Numa

,

vuoleesserii vinto.

Ma Numa

palesaaidue esercitiilsoccorsoche glidiedeCerere, ringrazia ad altavoce la

Dea

d’avergli salvatalavita,ed acquistagloriaimmor- tale,ricusandoegli stessoquellachenon merita

.

51conchiude intantolapace; liberoè

il

Re

di

Campania;

Capiresta ostaggio, e giài.soldaii di

Romolo

s*avviaronoper impadronirsidelpaese degliAurunci.

Nu- ma

e

Leo

nonpossonolasciarsisenzagiu- rare eterna amicizia,che cimentano con reciprocidoni

.Numa

regalaalsuoamico

ilpossente corridorediTracia,donatogli

daTa

zio.

Leo

presenta a

Numa

un elmo lavoratoda Vulcano,eh’egliebbedalG-c- neraledei Sanniti: Serbalo sempre,gli dice,eserbami sovra tuttolatua amici- zia, ioti giurodi raggiungerti,edivi- veresempretecotostochesarò io libertà di ciòfare: tale fu1’addiodiquestidue

£roi

.

4

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(31)

LIBRO

<5uiirro. St B-omolo chesidispone a riprendereil

cammino di

Roma,

fa ascendere

Numa

•ovra ilcarro d’Ersilia,e vuolecheen- trambiprecedanol’esercito

.Numa

alcol-

mo

de’suoi voti non può frenarela sua gloja.Egli è vicino a quellache

ama

,egli è sicuro dipossederla.Questo pensierogli togliea

un

tratto1*uso della parolae del- laragione

Numa

copertodi gloria,

Nu- ma

favorito di E.omolo,

Numa

,chesal-l’esercito,trema ancoraalfiancod’Er- silia.

La

guarda,nèosaparlarle;invano rottenne,

non può

credereancorad’aver-

lameritata.

.\ .

L’ esercito

Romano

avea già ripassato

ilLiri

,

quando

uncorrìero copertodi pol- verechiama gridando

Numa

,e glisipre- sentadavanticol visobagnatodilagrime

.

L’ interroga inquieto l’EroeSabinoete-

me

chesiasuccessoqualchesinistro acci- dente a Tazio.. Io

non

vengo da

Roma*

quellorisponde,vengodalla sacra selva cdaltempiodiCerere.11venerabileTul- iononpotè sopportarela tua lungalon- tananza soprattuttononpotè reggere adesseredateobbliato*, staper mori- re, etichiedeingrazia di vedertiancora unavolta

.

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(32)

Sa

irUMA FOMFILI»

A

talparole

Numa manda

un grido,fi

slancia dal carro,esenza dire addio ad Brsilia,senzaparlare a

Romolo,

sale so>

prailprimocorridorecheincontra,% ve- laversolaSabinia

.

(33)

33

\ \

ARGOMENTO

DEL LIBRO SESTO

Giojadi Tulio vedendo

Numa.'

Tenere e

pie cure chehaperlui

V

Eroe.

Swj

con- siglidel Pontefice.Morte diTulio.

Do-

lore e cordoglio di

Numa

.

V

uoleritorna- re al fiancod'Ersilia.Passain unpaese saccheggiatodaquesta Principessa,eri- tornaa

Roma

pienodi orrore. Discorso diRomoloalsuopopolo.RispostadiTa»

zio. Sifanno ipreparatividell’Imeneo d’Ersiliae

Numa

.VieneassassinatoTa- zio.

Numa

losoccórre,egligiuradispo^

sarela di lui figlia.

LIBRO SESTO.

INfuraaspronavi alcorsoil destriero,

€ seguivapiangendolacorrentedell’

An»

nio; s’allontanava dall’adorata

amante

nel

momento

che dovea esserne sposo, e renunzlavaaglionorideltrionfo.

Ma non

questi sacrifìzj lo moveva:no al pianto

^

Tom, II. / d

t

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(34)

3^.

HUMA POMPILI#

piangevapelperiglio diTulio,pel rimor- sod’averquasiobbliatoquelvecchio per pensaresoltantoall’

amore

/

Temeva

idi luirimproveri, e più ancora

temeva

di trovarloestinto.

Ah!

dicevatra se,se io

non r

avessiabbandonato,forseavrei prò- lungata la sua vita, avrei per lo

meno

alleviatiisuoi mali; a

me,

a

me

s’aspet- tava avercuradella sua vecchiaja,

come

egliebbe curadèliamìainfanzia.Iosono

un

ingrato, questo rimorsoattristeràil vivermio, nèpotrà consolarmilagloria.

A

oheservonolelodi del

mondo

intero,

quando

ilnostrocnoreèinprodaairimorsi.

Cosìparlava

Numa,

e già avea attra- versateletorredei Carseoli. Senzaper- dere

un

sol

momento

sieralasciato alle spalle il delizioso Tìburro, la cascata dell’

Annio,

laselvadiEreto, e già co- minciaa scopriredalungiilsacrobosco, edilcolmodeltempio.

Oh

quanti dolci etristisentimenti a

un tempo

in lui si sveglianea tal vista!oh quantoilsuo ani-

mo

ècommosso,rivedendoiluoghiov’ ei nacque!

Ma

più possente

brama

lo trasci- na, corre, giungealla casa delFonte- lice, locerca,lo

dimanda

,e lotrovain fine stesosovrailletto dimorteattornia- todaSacerdotiedapoveri

.

Dk-| ' k., '..jlt

-- M

(35)

JLIBRO SESTO. 35

A

talvista

Numa

da

un

altostrido,si precipita,s*agg^inocchia, aiFerrala

mano

diTulio,la copre di baci e lacrime. It vecchio, ledi cui deboli palpebreerano socchiuse, leriapre, e riconosce

Numa

...

tostoceleste raggiopareche gli scenda

sullafronte, sirianimanoi diluiocchi,

sicolora

nuovamente

il di lui viso.

Oh

mio figlio,esclama,

mio

caro figlio, ti rivedo

adunque!

gli

Dei

udironole mie, preci1Vienifrale

mie

braccia,vieni sol- lecito,poiché

temo

dimorirdi gioja pri-

ma

d’averti abbracciato. dosi dicendosi sollevaa stento,e stende e

Numa

le

ma-

nisue tremanti; lo stringe alseno, nè può parlare, nèpuòsoffrireches*allon- tani;edilgiovane, che

bagna

di lagri-

me

lalungae biancabarbadel suopadre, rispondeconsinghiozzi.

La commozione

che prova Tulioviep- piùloindebolisco, ricade senza moto, e quasisenza vita;

ma non

lasciaperò la

mano

di

Numa.

Si sollecitano tuttiattor- noalvecchio;lavoce delsuofiglioloria- nima,apre gli occhi,ed appena ei può parlare,che

comanda

chesolo lo lascino col figlio'.Allora

nuovamente

abbraccian- dolo,tiriveggoalfine glidice,ahdispon- gano pureadesso della miavitai

Numi

}

(36)

36

'

NUMA POMPILIO

nerecidalo sfarnelacrudeleParca,tiri-

vedosecontentoio

moro

.Sepiùalungo potessitecorestare, potrei fartiqualche rimprovero;

ma

lepocheoreche

m*

avan- zano,non basterannoalla

mia

tenerezza.

Di

questa or

dunque

,edi tesoltanto par- liamo.K.accontami,omio'figlio,raccon- tami ciò^cb*haifatto;tufostisenza dub- biofelice, poiché mal avesti bisogno di venire aconfidarmiituoi affanni.Narra-

mi

tutteletue imprese;questo racconto

•tratterà lamia fuggente

anima

,o perlo

meno

più dolce a

me

sarà lamorto,sele

ultimeparolecheudirò,m' assicureranno chetilasciofelice.

. ,Ah! mio padre,glirisponde

Numa

,or piùesser

non

possofelicese gli

Dei

non allunganoilviver tuo;senon1’accorda- noalmiopianto, al mio pentimento,al

mio

doloreche provoperaverti abbando- nato, peraverpotuto obbliareil

mio

pa- dre,epor ....

Sempre

di

me

tu parli,interrompe il

vecchio,mentre eh’ io di te sol

bramo

udire.

Tu

non m’baiobliato, poichétu

m’ami,

poiché' tu sempre m’amasti.Io sonocontentodeltuocuore,nè tu esser devi piùdifficiledeltuo anticomaestro.

•Parlamidel miofiglio, eccoil maggior

\

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(37)

X.IBBO

8BST0.

37 bisognodeir

animo mio

.Sohai

commos-

soqualchefallo,

non

temerdisvelarme- lo;tuconosciil tuo padre^enonlotro- veraicertamentesevero nel

momento

che develasciarti

.

Cosìdicendo,stendala

mano

a

Numa,

emalgradoisuoiacuti dolori,loguarda conun tenerosorriso.

A

pocoapocosiras- sicura

Numa,

ritorna serenoilsuo volto, e isuoiocchi, ripieni di lacrime, s’ag- girano verso irvecchio con dolcezza o confidenza:cosìvermiglia resa.Ohefiero turbo curvò sul'suo stelo, dolcemente rialza 1’

umida

testa ai primi raggi del sole.

Allora

Numa

raccontail suo arrivo in

Roma,

e 1’accoglienza fattagli da Ta- ajo; l’ardente

amore

che lostrugge, e quantopersuacagione intraprese.

Sem-

pliceveritàglistasul labbro;

Numa

si riconosce colpevole di

non

aver seguiti i consigi

jdel Pontefice, ed’avere abban- donatoTazio;eitentadinascondere

isuoierrori

,piuttosto obliaisuoiglorio-

sifatti .

L’ascoltaTulio,e piùnon senteisuoi Diali, sospèndeisuoidolorila tenerezza Sua.

Ma

purèinnalza gli occhialCielo, quando ode che

Numa

arde perErsilia

^ '

da

\ t

DigilizedbyGoogle

(38)

$8

KllM

A

POKPtLIO

crudeleamorei esclama,iobenriconosce in ciòituoi colpi! tuaccendi questovir- tuoso giovaneperla''figlia diquell’em- pio

Re

checicostrinse colpiùcrudeleol- traggio a diveniresuoi alleati,chesiser- vi del

nome

degli Diiperattirarci nell’

agguato,eper ricoprirelaSabiniad’ob- brobrio edilutto! oh quanti perigli te attorniano,miocarofiglio! tu credies- serealcolmodella felicità, perchè

Ro-

moloti ha promessa la sua figlia-,ed io piango sopra gli orribili mali, che na- scerannoda questo Imeneo,.

Appena

la quella^avrai sposita,che te piùnona-

meranno

ìSabini,riesciraisospetto aTa- zio istesso,efors’anche,diverraialuine- mico.

Non

sperare che duri eternala concordia che sussiste fraidueRe.;in- ternamentes’odiano tra loro, bastauna lieve scintillaper suscitare l’incendio; o tu saraicostrettoa sceglierefra ilpadre della tua sposa,oil parente, 1’amicodi tuopadre;frailtuo

Re

legittimo, ilpiù giusto,ilpiù virtuoso degliuomini,e

un Ko

d’assassini,che mai

non

riconobbe altrodirittochelaforza,altravirtù che

ilvalore,la di cui prima impresa fu di svenareilpropriofratello,c cfao cimen- tò l’alleanxa contratta coi Sabini, col

/

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(39)

*r

-LIBR08ESTO4'

- 3

^

sanguediPompilio....

Tu

fremi! Eoe»

pertantoqnaleèquell’

uomo

chetudovi chiamarecol

nome

dipadre. Dei

immor-

tali,allontanate questi funesti presagi, >

0 toglietedaquesto cuoreinnocentel’av- yelenatostrale,cheinluistaper distrug- gerelavirtù, la pietà e il sacro

'amor

della patria. ,

Cosìparlavailvecchio,»

Numa

gli oc- chichininonardiva rispondere; 1’avea istupiditoilsolo

nome

diPompilio. Sen- teTuliopietà deldi luidolore, teme di troppo.affliggerlocollesua severe rifles- sioni,o ponendo fine a quell’affannoso colloquio,differiscead

un

altro

momeato

1precetti,che ancora vuol dargli. Cusì

^1discepolod’Esculapio in più partidi- videla violenta,

ma

salutare medicina

che

deveguarireildeboleinfermo.'

Da

questo

momento Numa

eisolovuol

'servireilPontefice.Giornoenotte sem- preal dilui fianco, sempre sperandodi salvarlo, o

temendo

di perderlo, veglia sovradiluicóntinuamente,soffro tuttii

' malichequeglisoffre;nè latenera ma- drecustodisceilsuofiglio alletto dimor- tecon maggiorezelo, maggioratlénzio- ne pazienza maggiore. Se Tulio prendo una

bevanda,

glielaporgeilsue figlio;

I

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(40)

4o

NUlfA?OM»lI.lO

^ ^

SOTuliodice una sola parola

non

altri che il suo figlio glirisponde»

Lo

com- piange,loincoraggisce, sopprimoilpro- priopiantopermostrarsegU sorridente', odaffettannagioja ed

una

speranzach’ei

non

ha.

Gpmpie

nel

tempo

istessoal fian- codiTuliogliuifizjd^amico,idoveridì figlioe di servo, esolobasta pertutti;ed

ilvincitore di

Leo non

trovò nella sua vittoriacosì dolce e grato piacere qual trova nel servireilsuo benefattore

.

Ma

in pochi'giorni cresceil male,e

•*avvicina1*ultimaoradiTulio.

Non

lo spaventaquesto

momento,

il venerabile Ponteficeha sempre vissutoper morire,

^i fusemprepreparato intutti gli istanti del viver suo a presentarsidavantial ter- ribil6-iudice;sempretutti similitra loro furonoigiornisuoi,e1*ultimo

momento

de* suoimali sarà,il primodelmeritato premio.

Egli èoccupatosoltanto di

Noma,

vuo-

leches*allontani

ognuno

,prendela

ma-

nodel suofiglio,nelle sue la stringe, o glidicequesteparole:

Mio

figlio, io sto per morire,tu hai

abbondantemente

sod- disfattoa quanto

mi

dovevi celle cura verso di

me

usate; ora è Tùlio chea

,tedevegratitudine,e gli piace che tal

(41)

m

tlB

RO

SfiST». 4f pensieroIoaccompagniallatomba.

Fr»

un’ora io nonavrò bisognodi

Numa

,e forsefrapoco

Numa

avràmestieri diTul-

io.

Oh

,miofiglio,quantoquest’idea ren- de dolorosa la mia morte!il tuo ainoro^

per Ersilia riepipie d’amarezzae di spa- ventogliultimiistantidellamiavita. 11 tuocuoresièingannato,stretto dal bi- sognod’amore,sièaccesopelprimoog- gettochelollasedotto, edivennein es- soun lungoerrore ciòche dovevaessere un breve

momento

d’ebrietà.

Numa,

duesonogliamori natiper la felicitàela sventura degliuomini.L’u- no,ilpiù

comune,

e forseilpiùardente, èquello che ti strugge. Questo impera sovraisensi ,.daessinasce,eperessivi- ve;questononstanelnostro cuore,

ma

scorre nelle-noslrevene3noninnalzal’a- nimonostro,

ma

Iosoggioga; non,habi- sogno distima,

ma

soltanto di piaceri.

Questo sprezzabileamorenullahachefa- recoll’

animo

s ©rpensa se puòrendere felici;no,miofiglio, gliDeiIomanda- ronofra gliuominisoltantoper abbassare

ilnostro orgoglio. L’altroamore, dono delCielo,nascodallastima,eperleivi- ve.Essoèpiuttosto virtù chepassione,

nonèaccompagnato dafocosi trasporti,»

'GoogL V

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