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AL SIGNOR BENEDETTO LUTI CELEBRE PITTORE IN ROMA. PER LO NOBILISSIMO... Brandaligio Venerasi. m Digitized by Google

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AL SIGNOR

BENEDETTO LUTI

CELEBRE PITTORE IN ROMA. PER LO

NOBILISSIMO...

Brandaligio Venerasi

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AL SIGNOR x

BENEDETTO LUTI

CELETt\E TITTOHE IN %.OMA.

PER LO NOBILISSIMO QUADRO

DA.

ESSO FATTO

,

E

COLLOCATO

NELLA. GRAN. CHIESA FRtkfAZIALB

DI PISA*

ESPRIMENTE IL GLORIOSISSIMO

S. RANIERI,

SPARDO NEL TEMPIO DI GERUSALEMME

SI

VESTE

*J>ELU ABITO DI PERITERAI E*

CANZONE.

PISA MDCCXIL

CON

Per

Franccfco Bindr.

LICENZA DE' SUTET^IO^l

.

ed byl^OOgle

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3

ALL' ILLUSTRISSIMO, E REVERENDISSIMO

MONSIGNOR

ORAZIO PANCIATICHI

« i .

VESCOVO DI FIESOLE.

».

. .

'

.11

IL CAVAL1EK DOMENICO COSI "DEL FOGLIA

I

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• -

*o

A

maggiore 5 ?piùgenerofa ricorri"

penfa, che aver pofta unTrofeffo- redi arti, o difetente è lapub- blicaacclamatone St_teft

y

ampliffima mercede nonmanca al Sig. benedetto Luti Celebre Dipintore, che pochi egualiha

nellafua Uberai Trofejjioney e forfè ninno fupertore . Oltre tante eccellentiffimeOpere,

fa

di ab fplendtda teflimonian^a

ildilut nobiliflimoQuadroperS.

!{ENlEKl

y collocatoiru

A

2 qusfta

:ed£yGoogI

(9)

4

.

queftaTifana2a/iliea

iefprimente quandotiGloriofifimo San-

tonelTempio di Gerofolima vefle l*abitodi Penitente.

La grande^

delmedefimo

?

che occupagranparte della Sacra Tarete, e la perfetta dtfpoftyonedelle, a maraviglia dife- gnate, ecoloritefigure , dichiarato quefl*OperaperAngo- lare.

Onde

io eh* ebbi laforte di prowovcrla, e {limolato ancora dali amore della virtù, ho pregato il Sig. Jlbate

3

ratdaligio Venerofi de

%

Confidi StrìdoCavaliere di quel talento, che tuttifanno acomporre in lode delrinomato

Au-

tore laprefente Cannone : qualemifo lecito di prefentare

a

VJS. Illuflrifltma, comeprincipale, ed amorevole Trotct~

tore di quefto infigne Soggetto: /limandodifarle conciò co-

fa

grata :

1

dicheV.S. llluflrijfima refluendo aleredito di Lui,fi rallegrerà con fe medefima di averecon tanto buon fuccejfo impiegata Utfuaprotettrice affiften^a.

E

nello ftcf-

fo tempoeonofeerà in quefta riverente dimofi ragione lagran*

daga

del mio rifpettoverfo la TcrfonadiVJi*llluflriffima che con tanto decoro^e gloria dellaCbiefafoftiene laSacra EpifcopalVigniti.

%4

cuiumilmente inchinandomi leaugu- ro lunga vita,e felicità.

Del

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-63-

EL

portentofo, c

grande Teatro

di

Natura

:

[fpande:

Di quanto

in

Terra

,eperlo

Gel

fi

Emula

imitatrice,

alma

Pittura.

X

dicr vita

ne

più antichi

tempi

1

Le

dotte fcole

Argive

,

Poi

navigando

i coloriti

efempj, La

beli*Arte illuftrò

T Aufonierive

n'

E

per

Tafpro

pattando orror dell'Alpe, L'

Europa empiè,

dal

Tanai

infino a

Calpe.

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A ovunque

tlla feri (Te

P*r

l'

ampia Terra errando

:

Sempre

in Italia più

famofa

vifle, Gli alci Palagi, e i Sacri

Templi ornando

,

Ed

or fui

Tcbro

altier fplendc

non meno, E

fui belli

flW Arno:

In riva al

Pò fuperbo,

c al picciol

Reno, Dagli

anni,e dall'oblìosfidata

indarno

,

E

yic più riverita in pregiofalc .

Da' gran

feguaci fuoi fatta

immortale.

«

-63-

O

Ab

(12)

r

A H che

ufarpiù

non

pofTo

^ Carme

foave, c lento;

Son da

pofientc

fiamma

acccfo5 e

modo

,

E

i fervidi di

Febo

impulfì io Tento.

Nel maggior Tempio

dell'Etrufca Pifaa

Veggio

fplendor novello*

Veggio

dipinta tela,in nobil guifa

Da

faggioy inimitabile

Pennello»

Quale ingegno

il

guidò,

qual

man

lo teflc?

Chi

fa, che tanto fc,

che

tanto efprefte?

*

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T L rinomato LUTI

Fu

'1 Dipintor

Maeftro;

. '

Per

Lui

rifuonin gli aurei ftami arguti

Di

quefta Cetra,

con

infolit'cftro.

Stiam

fermia vagheggiar l'ampia Parete,.

Dove

il gran

Quadro

fplende* .

V

Infra i colori, c le fembianze liete,

Con Natura

Findurtrearte

conrende.

*

„:

Maoca

il parlar, di vivo altro

non

chiedi$

„ Ne

queflo

manca ancor,

fe agliocchicredi.

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A

Prcfi

Augufto Tempio

^

Entro '1 vivace lino

,

Nella Città, che l'efecrando feeropio

Feo

del tradito

Redcntor

divino.

Protrato

alla grand'

Ara, umil

fi

vede

11 Pellegrino

Santo

RANIER

,

che

a

Dio giurando Amore,

e

Fede

Vette dì penitenza ifpido

Manto:

Tutte

lafciando le

mondane,

indegne

Di

ftolta vanità miferc Infegne,

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O •&<&<&<&

^tS*

J

L mi

rabil difegno

Senfi di vita efprime»

Danno

i colori

un animato fegno, Luce

, efoftegnodell'idea fubliine.

Deliramente

diftefe,

or

gravi,

or

lievi

Sono

le

vaghe

tinte.

Dan

le fcurc, alle chiare i Tuoi rilievi,

E l'ombre fono, or

vincitrici,

or

vinte.

Quali

han

retta

armonia,

quai dolce piega

3

E

tutte

fanno

in bel contratto lega.

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1

Iocrcdefli degliocchi

Al

dilcttofo

inganno,

Del gran

Pennello ai riTentici tocchi

,

Dirci

che

parlan le figure, e

vanno.

Direi

che! Santo Eroe prende U

vcftc

Con

vive

mani,

e vìva

E* del fuo volto l'umiltà Cele(le,

Chiufa nè

raggi di pietà giuliva; Direi

che

1 Sacerdote auredi vita Spira: cotanto

è

1*arte al verounita

.

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O--

.

LI Angeli

fpettatori

,

Librati in fulle

penne,

Sembran

difeefi da'fuperni Cori

,

E ch'uno

all'altro il Penitente accenne.

Vero

rafTcmbrà quell'etereo

lume

,

Che

lor fi

fpande

intorno:

Efce dal volto, e dall'aperte

piume Di

luce effluvio sfavillante,

adorno.

Onde

chi dentro vi riguarda fifo, S'abbaglia a quel fulgor di Paradifo.

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\/f

IE confufcPupille

L'effigiata cela

Lafciate ornai,

che

troppe èfcon faville;

Ed

in cflfa vigor

troppo

fi cela

Più non reggo

al riverbero poflTente

Del

color macftofo;

E

infiem coli'

occhio,

l'affannata

menu

Nelle lodi di

Lui prenda

ripofo.

Di Lui

,che mirabilmente pinfe

;

m

E Natura emulò,

fe fteffovinfe.

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-63-

(19)

«4

Hicommifm fonedalSom- moPontefice Clemente XI.

perun Qua-

dri ejprime n-

U

unmìrteo*

lodi5.PioV.

iM

-53* -53-

TP

I ncirinclita

Roma

Apre

vafto

Teatro

u

L

f*-

v:Pi gloria^ può

moftrarl'invidia

doma

Fremer

coldente fanguinofo,

ed

atro

.

11

fupremo

Signordel

Vaticano Al

fuo Pennello

applaude

j

Ed

ora

impiega

l'ingegnosi

mano,

Barche -maggiore ottega^epremio^elaude.

Egli però nel fegnalato

onore, Trae

jàamodefliailpiùgentil colore.

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*3-

V Per AN

T

r

Italeopre

Contrade,

fuc

non

folo *

Ma

in ogni più ftraniero illuftre fuolo,

Per ornamento

alla futura Etade

.

Che

nulla

può

contr'effe ilVeglio edace

Con

Tue terribil

armi.

Ma

fe per cafo reo , rovina ,o face

Struggeffc;

non morranno

i noftti

carmi

;

Che

pieni del fuo

Nome

, in tanti fogli

Sapran

di Lete fupcrar li Scogli.

IL FINE.

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