ANNALI
F O N D A Z I O N E
LUIGI EINAUDI
TORINO
A N N A L I
della
FONDAZIONE LUIGI EINAUDI
TORINODirezione: Comitato Scientifico della Fondazione Luigi Einaudi
Manoscritti e pubblicazioni: Fondazione Luigi Einaudi, Via P. Amedeo 34 - 10123 Torino
PARTE I. C R O N A C H E D E L L A F O N D A Z I O N E
I. MARIO EINAUDI, Relazione per l'anno 1977 . . . . p. 9 II. Le persone » 14 III. Seminari, convegni e incontri » 24 IV. Bandi di concorso » 26
PARTE II. SAGGI
DENIS GIVA, Storia dell'analisi economica e teoria dello sviluppo.
Note su Schumpeter » 31
PIER PAOLO PORTINARO, Roberto Michels e Vilfredo Pareto. La
formazione e la crisi della sociologia politica » 99 ALBERTO GUENZI, Il «calmiero del fomento»: controllo del
prez-zo del pane e difesa della rendita terriera a Bologna nei secoli
XVII e XVIII » 143 PIERO BAIRATI, La tecnica europea e le origini della manifattura
americana : 1750-1820 » 203
PARTE III. TESTI E DOCUMENTI
ERCOLE CAMURANI, Luigi Einaudi lettore e giornalista. La colla-borazione con «Risorgimento liberale», il «Mondo» e Mario
Pannunzio » 237
PARTE IV. PUBBLICAZIONI DELLA FONDAZIONE
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INDICE DEL VOLUME PARTE V . N O T I Z I A R I O D E L L A B I B L I O T E C AL'archivio di Agostino Rocca, a c u r a di STEFANIA MARTINOTTI
DORIGO e PAOLA FADINI GIORDANA
Le collezioni della biblioteca . >
La biblioteca economica di Luigi Einaudi, a c u r a di D O R A
1. Premessa.
Due fatti hanno caratterizzato il 1977. Il primo, una espansione senza precedenti delle attività della Fondazione - ricerca, utilizzo ed incremento della Biblioteca e dell'Archivio - prova rinnovata della funzione della Fondazione Einaudi nel campo delle Scienze sociali in un momento difficile della vita del Paese.
Il secondo, l'approvazione, avvenuta il 13 luglio 1977, da parte del Senato del Disegno di Legge n. 569 per il rinnovo del contributo dello Stato. Corre a questo punto il grato dovere di ringraziare il senatore Spa-dolini per il suo appoggio decisivo.
Purtroppo, a causa di problemi di carattere generale, la Camera dei Deputati non ha aggiunto sinora la sua approvazione a quella del Senato. Il contributo dello Stato è così venuto a cessare il 31 dicembre scorso.
Compiti precipui della Fondazione in campo finanziario nel 1978 dovranno quindi essere quelli di:
a) assecondare l'approvazione del Progetto di Legge n. 1653 da parte della Camera, sia come progetto di Legge singolo, sia nel quadro di una « Legge onnicomprensiva » attualmente in preparazione;
1 0 CRONACHE DELLA FONDAZIONE 2. La ricerca.
Nel 1977 il totale dei contributi e delle borse concesse ha superato quello degli anni precedenti. In tutto sono stati assistiti 47 studiosi, con un aumento del 3 4 % rispetto al '76 e del 1 7 % rispetto alla media del triennio 1974-76. Di questi giovani, un terzo si è presentato con programmi di ricerca da effettuarsi all'estero (rispetto a poco più di un quarto nel biennio precedente), mentre il 1 5 % proveniva da Università straniere con pro-grammi di lavoro in Italia. Nel 1977-78 studiosi della Fondazione Luigi Einaudi lavorano in Belgio, Francia, Inghilterra, Stati Uniti, Svizzera, Ungheria, Unione Sovietica.
C o m e in passato la Fondazione ha continuato ad appoggiare ricerche nei campi della storia politica, economica e delle idee, della teoria e politica economica. Esempi specifici sono ricerche in corso su Condorcet, su Karl Popper, sul giovane Kautsky, sull'uso della matematica da parte degli economisti italiani del '700, sul pensiero economico inglese del secolo x i x , su David Hume, Antonio Labriola, Roberto Michels, Antonio Gramsci. E così ancora, sulle attività accademiche di Salvemini nell'immediato periodo pre-fascista, sulle radici russe del leninismo, sulla coscienza sto-rica sovietica, sulla Dogana di Foggia, sul Ministero Nitti, sull'emigrazione politica italiana in Svizzera durante la seconda guerra mondiale. Nel campo della storia economica, la Fondazione appoggia lavori sulla mezzadria toscana nel periodo 1915-22, sulla tenuta di Maccarese, sulla riforma agraria del Delta padano, sulle leggi inglesi sui poveri, sui trasferimenti di tecno-logie industriali dall'Inghilterra agli Stati Uniti nel '700. Nel campo della teoria economica continua il nostro interesse su Keynes e Schumpeter, sulle teorie delle crisi e della bilancia dei pagamenti, sulle applicazioni econo-metriche della teoria bayesiana. Sono state avviate ricerche anche sui recenti sviluppi dei consigli di fabbrica, sul sindacalismo industriale in Inghilterra, su problemi della pianificazione in Europa orientale.
3. La Biblioteca e l'Archivio.
1. La Biblioteca ha potuto mantenere il ritmo di acquisti raggiunto dall'ultimo triennio. I costi in rapido aumento hanno però impedito alla Biblioteca di raggiungere i livelli toccati nel triennio precedente. U n o sforzo particolare è stato tuttavia compiuto nel campo delle riviste, con abbonamenti a più di 60 nuovi periodici, per lo più stranieri, portando così il totale di pubblicazioni periodiche, correnti e terminate, a circa 2.500.
Sono anche continuati gli acquisti di documenti pubblici e parlamentari, sempre difficili da reperire e preziosi per la ricerca: i 45 volumi del T e m p o -rary National Economie Committee del 1940-41, base fondamentale per la storia economica del N e w Deal, una serie di rapporti sul lavoro dei fanciulli nelle miniere e nelle fabbriche in Inghilterra negli anni 1842-45 e sulle condizioni dei poveri alla fine del '700. Sono arrivati altri 200 volumi del National Union Catalog, ormai avviato alla conclusione. Altri impor-tanti materiali bibliografici acquisiti sono stati i 26 volumi della Bibliografia Ispano-americana del Palau e il catalogo generale dei libri a stampa del British Museum colle appendici fino al 1970. Qualche modesta aggiunta è stata anche possibile nelle collezioni di economisti fisiocratici e sansimoniani. L'opera di schedatura dei fondi della Biblioteca è continuata senza interruzione, colla schedatura definitiva o provvisoria di circa 6 mila opere.
C o n strumenti di lavoro sempre più completi, l'utilizzo della Biblioteca è andato aumentando ad un ritmo costante. I lettori sono aumentati del 30 % rispetto al 1976, mentre le opere prese a prestito sono aumentate del 7 0 % . Il personale è rimasto invariato.
2. L'Archivio ha avuto un'annata di lavoro eccezionalmente intenso e fortunato.
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CRONACHE DELLA FONDAZIONEA tutt'oggi sono stati sistemati 321 dossiers della corrispondenza di Luigi Einaudi. La preparazione per la pubblicazione degli scritti parla-mentari di Luigi Einaudi è terminata per quanto riguarda i discorsi e gli interventi anteguerra. È intenzione della Fondazione di mandare alle stampe il primo volume entro il 1978.
La sistemazione dell'archivio R o c c a è stata completata e il suo inven-tario è pubblicato in questo volume degli « Annali ».
4. Accordi internazionali.
È stato perfezionato l'accordo con l'American Council o f Learned Societies di N e w Y o r k in base al quale la Fondazione contribuirà, assieme ad altre Fondazioni americane, al finanziamento di una borsa o due di ricerca negli Stati Uniti a favore di studiosi italiani. Sono state presentate le prime candidature e nel corso dei prossimi mesi la Fondazione Einaudi assieme all'ACLS provvederà alle scelte necessarie.
Possibili accordi sono stati discussi con il National Center for the Huma-nities, diretto dal prof. Charles Frankel. Si tratta di un nuovo Centro, che vorrebbe ripetere da un diverso punto di vista e con altri scopi il notevole esperimento del Center for Behavioral Studies di Palo Alto, in California. Il nuovo Centro, attualmente in costruzione nel triangolo delle tre Università della Carolina del Nord, si propone di ospitare studiosi di tutto il mondo per ricerche e discussioni intorno ad alcuni temi comuni. La Fondazione, su invito del Center for the Humanities, si è dichiarata disposta ad agire come punto di riferimento per i rapporti con l'Italia. 5. Situazione finanziaria.
1. Il 1977.
Il rapporto precedente si chiudeva con una previsione di un deficit di 70 milioni di lire per il 1977. Questo deficit è stato evitato con una riduzione delle spese (rinviando alcune pubblicazioni all'inizio del '78) e con un incremento delle entrate. Il bilancio si è così chiuso quasi in pareggio con entrate di 341 milioni e spese di 342 milioni di lire.
la cui opera a vantaggio dell'economia e della cultura italiana è stata delle più esemplari.
2. Il contributo dello Stato.
C o m e detto all'inizio di questo rapporto, è scaduta la Legge n. 60 del 19 febbraio 1970. Dal 31 dicembre 1977, la Fondazione non riceve più contributi dallo Stato.
Il ritardo nell'approvazione da parte della Camera dei Deputati della Proposta di Legge n. 1653, che, colla necessaria copertura finanziaria da parte del Ministero del Tesoro, è nelle mani dell'VIII Commissione Pubblica Istruzione dal 19 luglio scorso, causa problemi finanziari alla Fondazione tali da minacciare la continuità e il raggio delle sue attività. Il contributo dello Stato rappresenta il 6 0 % delle entrate necessarie quest'anno per far fronte ad un preventivo di 482 milioni di spese calcolate con grande prudenza e senza aumenti per gli acquisti sempre più costosi di libri e riviste.
Ragione principale del ritardo è il desiderio espresso da parte di impor-tanti gruppi parlamentari di varare preliminarmente una « Legge onni-comprensiva » che regoli in modo generale il problema dei contributi dello Stato agli enti di cultura.
La Fondazione si è più volte dichiarata d'accordo con le finalità ultime della « Legge onnicomprensiva » e ne ha discusso con gruppi politici rappre-sentativi le clausole più importanti. Ha tuttavia fatto presente alla Camera e al Governo e fa presente oggi a chi ha appoggiato sin dall'inizio la Fon-dazione, che un ritardo - anche di pochi mesi - avrebbe conseguenze gravi perché, a differenza di tutti gli altri enti ai quali si applicherebbe la « Legge onnicomprensiva », il contributo della Fondazione Einaudi è già venuto a cessare.
La Fondazione non può rinunciare al contributo dello Stato che nasce da un impegno solenne preso 10 anni or sono e più che mai giustificato dall'apporto dato agli interessi generali della cultura italiana.
La Fondazione deve poter continuare a far fronte alle sue responsa-bilità, che sono principalmente due: la concessione anche per l'anno acca-demico 1978-79 di quegli ausilii finanziari e scientifici nel campo delle scienze sociali che sono più che mai necessari in un momento di crisi per le nuove generazioni di studiosi, e il mantenimento e l'aggiornamento di una biblioteca che nella sua specializzazione e agibilità è di primissima importanza per il Paese. La Fondazione quindi continuerà ad operare in base all'ipotesi fondamentale del rinnovo del contributo dello Stato prima della fine del 1978.
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CRONACHE DELLA FONDAZIONEII. L E P E R S O N E 1
C O N S I G L I O DI AMMINISTRAZIONE JONA prof. Luciano
presidente dell'Istituto Bancario San Paolo di Torino; presidente della Deputazione borsa valori di Torino.
A R D I T O G i o r g i o
vice-presidente e assessore all'Istruzione dell'Amministrazione provin-ciale di Torino.
CAVALLO prof. G i o r g i o
magnifico rettore dell'Università degli studi di Torino. D'AROMA dott. A n t o n i o
condirettore generale della Banca dei Regolamenti Internazionali, Basilea (Svizzera) ; segretario del Comitato dei governatori delle banche centrali della Comunità Economica Europea.
EINAUDI p r o f M a r i o
presidente del Comitato scientifico della Fondazione Luigi Einaudi di Torino; Goldwin Smith professor o f Government, Cornell University, Ithaca, N . Y . (U.S.A.).
E I N A U D I i n g . R o b e r t o
vice-presidente della Compagnia Tecnica Internazionale, Milano. LOMBARDINI prof. Siro
senatore della Repubblica; in rappresentanza dello Stato italiano; pro-fessore ordinario di Politica economica e finanziaria, Università di Torino.
N O V E L L I D i e g o
sindaco della Città di Torino.
ROTA dott. Francesco
consigliere d'Amministrazione della FIAT S.p.A., Torino. SAVIO on. Emanuela
presidente della Cassa di Risparmio di Torino. EYDOUX dott. Ermanno
segretario generale dell'Amministrazione provinciale di Torino.
Il Consiglio di amministrazione ha tenuto, nel corso dell'anno, tre riunioni, nei giorni 20 ottobre 1976, 16 marzo e 20 luglio 1977.
C O L L E G I O DEI R E V I S O R I DEI CONTI TABUSSO rag. Giuliano, presidente
ragioniere capo del Comune di Torino. GRANGIOTTI rag. Giuseppe
capo ufficio ragioneria dell'Università degli studi di Torino. MASSARI dott. Serafino
ragioniere capo dell'Amministrazione provinciale di Torino.
C O M I T A T O SCIENTIFICO EINAUDI prof. Mario, presidente (predetto) BOBBIO prof. Norberto
ordinario di Filosofia della politica, Università di Torino. BUSINO prof. Giovanni
professore di Storia dell'analisi sociologica, Università di Losanna; professore di Metodologia, Università di Ginevra.
C o z z i p r o f Terenzio
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CRONACHE DELLA FONDAZIONE FIRPO prof. L u i g iordinario di Storia delle dottrine politiche, Università di Torino. LOMBARDINI p r o f Siro (predetto)
MOMIGLIANO prof. Franco
della Direzione degli studi economici e programmazione della Ing. C . Olivetti & C . S.p.A.
PASINETTI prof. Luigi L u d o v i c o
ordinario di Econometria, Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano. ROMEO prof. R o s a r i o
ordinario di Storia moderna, Università di R o m a . VALIANI prof. L e o
studioso di Storia, membro del Comitato di redazione della « Rivista storica italiana », Torino.
VENTURI p r o f Franco
ordinario di Storia moderna, Università di Torino.
Il C o m i t a t o scientifico ha tenuto nel corso dell'anno tre riunioni, nei giorni 19 ottobre 1976, 15 m a r z o e 7 luglio 1977.
BENEFICIARI DI AUSILIO FINANZIARIO E SCIENTIFICO 1
ANNINO dott. A n t o n i o
(via Leonardo da Vinci, 5 - San Casciano Val di Pesa [Firenze]). Nato a Karlovac (Jugoslavia) nel 1946; laureato in Scienze politiche (Università di Firenze) nel 1971. Tesi di laurea in Storia delle istituzioni politiche: « Il movimento castrista nella sua evoluzione storica e nell'assetto istituzio-nale del nuovo regime cubano », relatore la prof. Laura Sturlese.
L'evoluzione del movimento operaio in America Latina dal 1880 al 1945. El debate sobre emìgración y exspansión a la America Latina en los origines de la ideo-logia imperialista en Italia (1861-1911), «Jahrbuch fur Geschichte von Staat, Wirt-schaft und GesellWirt-schaft Lateinamerikas », XIII, 1976, n. 13, pp. 189-215.
BALCET dott. G i o v a n n i
(via Madama Cristina, 15 - Torino). Nato a Pinerolo (Torino) nel 1950; laureato in Scienze politiche (Università di Torino) nel 1973. Tesi di laurea in Econometria : « Problemi della pianificazione nei paesi sottosviluppati. La scelta delle tecniche e le sue implicazioni sulle strategie di sviluppo », relatore il prof. Bruno Contini.
Imprese multinazionali, trasferimenti di tecnologia e strategie di sviluppo per il Terzo Mondo. Il caso del Maghreb.
Technologies intérmediaires et problèmes du développement: notes pour un débat, « Monde en développement », IV, 1976, n. 16, pp. 335-353.
Chronique économique de l'Algerie - 1974, « Annuaire de l'Afrique du Nord », XIII, 1976, pp. 373-395.
Chronique économique de l'Algerie - 1975, «Annuaire de l'Afrique du Nord», XIV, 1977, pp. 497-529.
BERTA dott. Giuseppe (v. « Annali », X , 1976, p. 18).
La formazione dell'unionismo industriale in Inghilterra.
La povertà nella Londra vittoriana. Alcuni studi sull'East End, « Storia urbana », I, 1977, n. 2, pp. 215-227.
Lotte operaie tra sviluppo e crisi: gli scioperi del Lancashire. 1853-1854, « Studi sto-rici», XVIII, 1977, n. 1, pp. 91-116.
La rendita e lo Stato. Marx, il « laissez-faire » e l'economia politica classica, « Qua-derni della Fondazione Feltrinelli », I, n. 1, ottobre 1977, pp. 1-37.
BERTAZZO dott. Antonietta
(piazza Cesare Battisti, 4 - Vercelli). Nata a Torino nel 1951 ; laureata in Scienze politiche (Università di Torino) nel 1976. Tesi di laurea: « William Morris: dall'arte sociale al socialismo (1883-1896) », relatore il prof. Gian Mario Bravo.
Le teorie di William Morris sul lavoro e sull'educazione e i suoi rapporti con la Social Democratic Federation, la Fabian Society e la Socialist League. Purtroppo la dott. Bertazzo è deceduta in un incidente automobilistico il 13 luglio 1977.
DRAGONI dott. N e n è Aloisia
(viale Molise, 65 - Milano). Nata a Milano nel 1950; laureata in Lettere (Università di Milano) nel 1974. Tesi di laurea in Geografia umana: « Una
1 8 CRONACHE DELLA FONDAZIONE
sacca depressa nella bassa pianura lombarda. L'area di Pegognaga e Gon-zaga », relatore il prof. Lucio Gambi.
Bonifica e vallicoltura nelle valli di Comacchio (1860-1976).
L'Oltrepò mantovano, sacca depressa della bassa pianura lombarda (incorso di stampa). FASANO dott. Michele
(v. «Annali», X , 1976, p. 20).
I problemi del finanziamento delle imprese e in generale dei rapporti tra banca e industria nelle fasi di ricostruzione post-bellica.
FONTANA dott. G i o v a n n i
(via Camin, 33 - Schio [Vicenza]). Nato a Schio (Vicenza) nel 1951 ; lau-reato in Lettere (Università di Padova) nel 1975. Tesi di laurea in Storia contemporanea: «Liberalismo e rinascita nazionale nell'esperienza di Valentino Pasini », relatore il prof. Angelo Ventura.
L'evoluzione intellettuale e politica del liberalismo veneto alla luce delle esperienze di Lodovico e Valentino Pasini.
Perequazione tributaria e lotta politica negli scritti di Valentino Pasini, in: Il Lom-bardo-Veneto dal 1849 al 1866, Padova, Società S. Martino e Solferino, 1978, pp. 77-89.
GARDINO dott. Piera
(Frazione Castiglione, 199 - Asti). Nata ad Asti nel 1951 ; laureata in Peda-gogia (Università di Torino) nel 1976. Tesi di laurea in Sociologia urbana e rurale: «L'agricoltura in Valle Varaita dal 1750 circa al 1973 », relatore il prof. Gian Luigi Bravo.
Assistenza sociale e territorio. Le istituzioni pubbliche di assistenza e bene-ficenza della città di Torino.
GOLDEN M i r i a m A .
(Cornell University, Ithaca, N . Y . [U.S.A.]). Nata a Los Angeles (Cali-fornia, U.S.A.) nel 1944. Laureata in Dottrina politica americana (Uni-versità di California) nel 1975.
Pluralismo, egemonia e Gramsci nel dibattito teorico della sinistra italiana,
I975-I977-GRAGLIA dott. R o s a l b a
moderna: «Marco Lastri, giornalista ed agronomo. Economia e politica nella Toscana del '700 », relatore il prof. Giuseppe Ricuperati.
Marco Lastri e il dibattito sull'aritmetica politica nella Toscana del '700. [In collaborazione con G. Ricuperati] I problemi dell'istruzione pubblica, in: Anal-fabetismo e scolarizzazione, in: Storia d'Italia, voi. VI, Atlante, Torino, 1976,
pp. 756-766.
[In collaborazione con G. Ricuperati] L'istruzione primaria, in: Analfabetismo e scolarizzazione, in: Storia d'Italia, voi. VI, Atlante, Torino, 1976, pp. 773-780.
GRIMALDI dott. Piercarlo
(via Fratelli Negro, 1 - Cossano Belbo [Cuneo]). Nato a Cossano Belbo (Cuneo) nel 1945; laureato in Pedagogia (Università di Torino) nel 1973. Tesi di laurea in Sociologia: «L'artigianato nella realtà economica e so-ciale del Cuneese », relatore il prof. Luciano Gallino.
Assistenza sociale e territorio. Le istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza nella città di Torino. (Collaboratore a titolo gratuito). L'ordinamento del materiale folklorico e la gestione automatica delle informazioni, in: G. L. BRAVO (a cura di), Classi, tradizioni, nuova cultura, Ivrea, Enrico Editori,
1976 (coautore, pp. 126-165).
Attività e iniziative del Laboratorio Etnologico per l'Ltalia Nord-Occidentale, in: E. ZANONE-POMA (a cura di), La cultura popolare in Piemonte, Atti del convegno di Bajo Dora, 29-30 gennaio 1977, Torino, Provincia di Torino, Assessorato alla Cultura, 1977 (coautore, pp. 90-92).
GRIMALDI dott. R e n a t o
(via Fratelli Negro, 25 - Cossano Belbo [Cuneo]). Nato a Cossano Belbo (Cuneo) nel 1951; laureato in Scienze dell'informazione (Università di Torino) nel 1976. Tesi di laurea in Linguaggi speciali di programmazione: « Strutture di implementazione di banche dati », relatore il prof. Antonio D i Leva.
Assistenza sociale e territorio. Le istituzioni pubbliche di assistenza e be-neficenza della città di Torino.
L'ordinamento del materiale folklorico e la gestione automatica delle informazioni, in: G. L. BRAVO (a cura di), Classi, tradizioni, nuova cultura, Ivrea, Enrico Editori,
1976 (coautore, pp. 126-165).
Bollettino di informazione LEINO (a cura di), Torino, CELID, n. 3, 1977 (coau-tore, pp. 98).
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CRONACHE DELLA FONDAZIONE GUENZI dott. A l b e r t o(via S. Stefano, 48 - Bologna). Nato a Bologna nel 1950 ; laureato in Scienze politiche (Università di Bologna) nel 1973. Tesi di laurea in Storia eco-nomica: «Debito pubblico, società e prezzi: Bologna sul finire del secolo XVII», relatore il prof. Carlo Poni.
Il « calmiero del formento » (1606-1796).
Un mercato regolato: pane e fornai a Bologna in Età moderna (in corso di stampa).
KOHN dott. Carlos
(Cheviot Gardens, 145 - London [Inghilterra]). Nato a Caracas (Venezuela) nel 1949; laureato in Storia universale (Università di Gerusalemme) nel 1975. Tesi di laurea in Storia moderna: «The transition from democracy to dictatorship in italian fascism (1922-1925) », relatore il prof. J. L. Talmon. Antonio Labriola, il primo filosofo marxista italiano: il suo ruolo politico e la sua influenza nella storia intellettuale italiana del secolo x x .
LA PIRA dott. Gaetano
(via de' Buttinoni, 2 - Milano). Nato a Milano nel 1951 ; laureato in Filo-sofia (Università di Milano) nel 1975. Tesi di laurea in Storia moderna: « Agricoltura e contadini in Russia dopo la riforma del 1861 : l'esempio di Voronez », relatore il prof. Marino Berengo.
L'agricoltura e le campagne russe tra l'età di Stolypin e la «rivoluzione dall'alto » di Stalin.
Il mondo socialista, «Aut-aut», XXVI, nn. 155-156, settembre-dicembre 1976, pp. 145-147.
Recensione di : M. Cox, The politics of the dissenting intellectuals, « Critique », V, 1975, pp. 171-173.
LORENZONI BELLATALLA dott. Patrizia
(via Santa Marta, 11 - Pisa). Nata a Pisa nel 1950; laureata in Scienze politiche (Università di Pisa) nel 1976. Tesi di laurea in Storia contempo-ranea : « Problemi dello sviluppo agricolo italiano nel dibattito politico e scientifico dell'età giolittiana », relatore il prof. Giuseppe Are.
Lo sviluppo agricolo italiano tra la fine dell'800 e la prima guerra mondiale. MARINO dott. John A n t h o n y
and days of the Dogana of Foggia in the sixteenth and seventeenth cen-turies », relatore il prof. William H. McNeill.
La Dogana di Foggia nel '700. MESSORI dott. Marcello
(corso San Maurizio, 10 - Torino). Nato a Biella nel 1950; laureato in Sociologia (Università di Trento) nel 1975. Tesi di laurea in Storia delle dottrine economiche: «Critica ed ideologia nella storia del pensiero eco-nomico », relatore il prof. Fernando Targetti.
L'accertamento del significato del pensiero di Keynes alla luce della critica contemporanea.
[In collaborazione con A. Bagnasco] Tendenze dell'economia periferica, Torino, 1975, pp. 148.
[In collaborazione con A. Bagnasco] Problematiche dello sviluppo e questione della piccola impresa, « Inchiesta », VI, 1976, n. 22, pp. 64-80.
La problematica del mercato del lavoro : una critica, Torino, 1977, Centro Studi di Scienza Politica, pp. 82 («Occasionai papers», 2).
Keynes e Kalecki : un'analisi delle differenze, « Annali della Fondazione Luigi Einaudi», X, 1976, pp. 57-120.
La teoria economica di Keynes, Torino, 1977, pp. 364. MORI dott. Pier A n g e l o
(via San Martino,284 - Viareggio [Lucca]). Nato a Parma nel 1953 ; laureato in Economia politica (Università Commerciale « Luigi Bocconi » di M i -lano) nel 1976. Tesi di laurea in Economia politica: «Alcuni problemi di teoria della distribuzione del reddito nei modelli di equilibrio economico generale », relatore il prof. Giorgio Lunghini.
Sviluppi della teoria dell'occupazione sulla scia di recenti reinterpretazioni della Teoria generale di Keynes. Ricerca svolta alla Faculty o f Economics dell'Università di Cambridge sotto la direzione del prof. Richard M . Goodwin.
SALVADORI dott. N e r i
(corso Vittorio Emanuele, 341 - Napoli). Nato a Napoli nel 1951 ; laureato in Economia e commercio (Università di Napoli) nel 1976. Tesi di laurea in Economia politica : « Sulla critica della teoria neoclassica della distri-buzione. U n nuovo approccio analitico », relatore il prof. Bruno Jossa. Le diverse versioni della teoria neoclassica della distribuzione ed alcuni aspetti analitici dell'economia politica classica. Ricerca condotta alla Fa-culty o f Economics and Social Studies dell'Università di Manchester sotto la direzione del prof. Ian Steedman.
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CRONACHE DELLA FONDAZIONE VANGELISTA dott. Chiara(Piazza Enrico Toti, 15/d - Torino). Nata a Sauze d'Oulx (Torino) nel 1949; laureata in Scienze politiche (Università di Torino) nel 1975. Tesi di laurea in Storia dell'America Latina: «Immigrazione e cicli economici in Argentina e in Brasile, 1876-1914 », relatore il prof. Marcello Carmagnani. Industria e mercato del lavoro in Sào Paulo dal 1850 al 1930. Ricerca svolta presso l'Università di Assis, San Paolo (Brasile).
VERNIZZI dott. Achille
(via Cenisio, 59 - Milano). Nato a Milano nel 1948; laureato in Economia e commercio (Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano). Tesi di laurea in Econometria: «Metodi di stima di modelli econometrici con impiego congiunto di dati temporali e spaziali », relatore il prof. Piero D . Giarda.
L'impiego di dati temporali e spaziali in un modello multiequazionale: la stima del modello di Rotterdam per le quattro ripartizioni territoriali italiane dal 1951 al 1973. Ricerca condotta alla London School of Econo-mics and Politicai Science sotto la direzione del prof. S. E. Pudney. VILLARI dott. Francesco
(v. « Annali », X , 1976, p. 22).
La teoria del N e w Deal. Ricerca svolta alla Columbia University di N e w Y o r k (U.S.A.).
Crisi e progettualità nel capitalismo fra le due guerre : le analisi di Korsch e Mattick, «Critica marxista», X V , 1977, n. 1, pp. 143-155.
ZENEZINI dott. Maurizio
(via Pietrastretta, 107 - Trento). Nato a R o v i g o nel 1949; laureato in Sociologia (Università di Trento, nel 1972). Tesi di laurea in Sviluppo economico : « Equilibrio economico e modificazione delle tecniche », relatore il prof. Nicolò de Vecchi.
Il trade-ojf inflazione-disoccupazione in diversi regimi di cambi. Ricerca condotta presso la Facoltà di Economia dell'Università di Cambridge (Inghilterra) sotto la direzione del dott. Trevithick.
Criteri di redditività e condizioni di obsolescenza per i lavoratori e per le macchine, «Studi economici», XXIX, 1974, n. 1, pp. 145-170.
[In collaborazione con E. Screpanti] Progresso tecnico e accumulazione del capitale, in: Scritti sulla teoria marxiana della caduta tendenziale del saggio di profitto (in corso di stampa).
BIBLIOTECA E A R C H I V I O SPINAZZOLA FRANCESCHI dott. Dora, direttrice.
MARTINOTTI DORIGO dott. Stefania, bibliotecaria archivista. D i PRISCO dott. Alessandro, aiuto bibliotecario.
VITTORI CORALLINI dott. Anna Gabriella, aiuto bibliotecario. BRIGANTI GUGLIELMINETTI Laura, vice aiuto bibliotecario. BERTO Daria, vice aiuto bibliotecario.
FADINI GIORDANA dott. Paola, vice aiuto bibliotecaria archivista. MAIONE PICCIOTTI Maria Antonietta, impiegata d'ordine.
PENNA Maria Grazia, impiegata d'ordine. SAGLIO Rosanna, impiegata d'ordine. ALBERGONI Francesco, distributore. RAMELLO Mariano, operatore.
AMMINISTRAZIONE GIORDANO ARMAND-HUGON Estella, segretaria. MOROSINI Giovanna, contabile.
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CRONACHE DELLA FONDAZIONEIII. S E M I N A R I , C O N V E G N I E I N C O N T R I
Dal dicembre 1976 al giugno 1977, il prof. T . Cozzi ha diretto un semi-nario sul tema: Inflazione e sviluppo. Oggetto di studio e di discussioni sono stati gli scritti di J. M . Keynes, The financial prospects of this financial year (1915), The meaning of inflation (1915), The mean to prosperity (1933), Poverty in plenty (1934), The international clearing union (1943), How to pay for the war, il volume di Jackson, Turner e Wilkinson, Do trade unions
cause infation (Cambridge, University Press, 1972) ; è stato pure affrontato il tema: «La teoria monetaria della bilancia dei pagamenti». Hanno par-tecipato ai lavori studiosi della Fondazione e dell'Università di Torino.
Il 20 aprile 1977 si è tenuto in Fondazione il seminario su Rapporto tra Società e Stato in Gramsci, organizzato dalla Facoltà di Scienze politiche dell'Università di Torino e diretto dal prof. Norberto Bobbio. Relatore è stato il prof. R e m o Boidi dell'Università di Pisa.
Dal 31 marzo al 28 maggio 1977 si è svolto il Seminario di Biblioteco-nomia organizzato dall'Istituto di Scienze politiche « Gioele Solari » del-l'Università di Torino. Il seminario, tendente a promuovere un aggiorna-mento e una riconversione del personale operante nelle Biblioteche degli Istituti universitari, era così articolato:
31 marzo: La Biblioteca di un Istituto universitario (prof. Luigi FIRPO). 2 aprile: Esigenze edilizie per l'agibilità della Biblioteca: sale di lettura, sale di consultazione, uffici, deposito libri, ecc. (prof. arch. Pasquale CARBONARA; prof. Stelio BASSI).
7 aprile: Sistemi di riproduzione documentale e meccanizzazione (dott. Oreste PORELLO).
15 aprile: Il personale non-docente universitario di una Biblioteca d'Isti-tuto: categorie, mansioni, qualifiche negli ordinamenti attuali (dott. Franca FISICARO; dott. Angela VINAY).
16 aprile: Possibilità di automazione delle funzioni della Biblioteca. Si-stemi avanzati di trasmissione dei dati (prof. Olimpia GAMBINO; ing. Vittorio M u s s o ; dott. Angela VINAY).
23 aprile: Schedatura e schedari. Sistema di schedatura in uso (dott. Carlo REVELLI).
28 aprile: Sistemi di collocazione del materiale librario in relazione alle scaffalature (dott. Giuseppe DONDI).
30 aprile: Le informazioni bibliografiche. Ricerca dei dati bibliografici non posseduti dagli schedari della biblioteca (dott. Giuseppe DONDI). 5 maggio: Schedatura di tipo internazionale unificato. Schedatura dei
periodici. Soggettazione e C . D. (dott. Carlo REVELLI).
7 maggio: Seguito della lezione precedente (dott. Carlo REVELLI). 12 maggio: Apertura al pubblico. Lettura e prestito esterno (dott. Riccardo
MARENA).
14 maggio: Coordinamento e unificazione degli Istituti universitari (prof. Luigi FIRPO).
21 maggio: Uso e funzionamento della Biblioteca del Senato della R e -pubblica (dott. Enrico ZAMPETTI).
26 maggio: L'amministratore pubblico locale e la Biblioteca di Scienze politiche (dott. Paolo RAVA sindaco della Città di Chivasso).
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CRONACHE DELLA FONDAZIONEI V . B A N D I D I C O N C O R S O
I. Il testo del bando di concorso per il 1977 (anno accademico 1977-1978) è stato diffuso il 17 marzo 1977 ed era così formulato:
La fondazione Luigi Einaudi è sorta a Torino nel 1966 per favorire gli studi economici, storici e politici. Essa ha sede a Palazzo d'Azeglio dove è sistemata la sua Biblioteca. Alle grandi collezioni di Luigi Einaudi, apportate in dono alla Fondazione, si sono aggiunti gli acquisti dell'ultimo decennio. Oggi la Biblioteca possiede oltre 130.000 volumi e opuscoli, archivi politico-economici del periodo fra le due guerre, e riceve circa 1.500 pubblicazioni periodiche, di cui molte fra le più importanti complete dal loro inizio.
Nei limiti consentiti dallo spazio, e tenuto conto dell'importanza della ri-cerca, la Biblioteca è aperta a quegli studiosi qualificati che facciano domanda di utilizzarne le risorse. Notevoli soprattutto i fondi di economia dal secolo XVIII ad oggi; di storia del pensiero economico e sociale, delle classi operaie e del socialismo utopico; di storia delle istituzioni economiche, bancarie e mo-netarie; di scienze sociali contemporanee; di economia e politica dell'America Latina.
1. — Come in passato, la Fondazione è in grado anche nel 1977 di offrire ausilio finanziario e scientifico ad un certo numero di giovani studiosi, di ogni paese, che abbiano già dato chiara prova di maturità e di capacità nella ricerca, ed i cui interessi possano essere così definiti:
a) storia del pensiero e delle istituzioni economiche nell'età moderna e contemporanea ;
b) teoria economica, finanziaria e monetaria;
e) sviluppo economico e politico italiano dall'Unità ad oggi; d) storia intellettuale dal xvin secolo ad oggi;
e) problemi di storia piemontese con particolare riguardo agli aspetti eco-nomici e sociali.
2. — Le assegnazioni verranno effettuate per periodi di tempo variabili, di regola, da un minimo di sei mesi ad un massimo di due anni, a seconda della ricerca proposta. I beneficiari riceveranno un assegno mensile di L. 200 mila, che potrà essere maggiorato in caso di ricerche all'estero.
3. — Le domande potranno essere inoltrate alla Fondazione: a) direttamente dal candidato ;
4. — Ogni domanda, sia diretta che indiretta, dovrà essere accompagnata da : a) un curriculum vitae, di non meno di una pagina, la cui narrazione, rigorosa e senza soluzioni di continuità cronologica, inizi con l'indicazione del luogo e dell'anno di nascita e dello stato civile e sia atta a chiarire gli studi, la carriera e le attività del candidato ;
b) copia della tesi di laurea e degli eventuali lavori a stampa;
c) una relazione di non meno di cinque pagine che indichi in modo preciso : 1) il programma di ricerca; 2) i tempi necessari per portarlo a compimento; e indichi altresì in modo particolareggiato (ove la natura della ricerca lo com-porti), i materiali a stampa e le fonti di archivio o altre da utilizzare e i luoghi nei quali la ricerca dovrebbe svolgersi;
d) nel caso di domanda diretta (lett. a dell'art. 3), i nomi e gli indirizzi di almeno due studiosi qualificati in grado di attestare le attitudini scientifiche del candidato.
I documenti di cui alle lettere a e c, presentati in forma dattiloscritta e su carta semplice, dovranno essere redatti e firmati dal candidato.
5. — Le domande che non soddisfino integralmente le condizioni di cui agli articoli 3 e 4, non potranno essere prese in considerazione. I candidati potranno essere convocati a Torino, o in altra sede, per colloqui con membri del Comitato scientifico.
6. — Il beneficiario :
a) sarà tenuto ad inviare alla Fondazione rapporti trimestrali scritti sull'avan-zamento della sua ricerca;
b) potrà svolgere altre attività, retribuite o meno, compatibili con l'adem-pimento del suo programma di ricerca e salva, ove giustificata, una congrua riduzione dell'assegno mensile. Sono esclusi dal godimento dell'assegno della Fondazione coloro che ricoprono nell'Università funzioni di incaricato o di assistente, i beneficiari di contratti di ricerca o di assegni di studio, così come coloro che percepiscono borse di studio di qualsiasi genere;
c) potrà usufruire, su richiesta, di un posto di studio a Palazzo d'Azeglio; d) sarà tenuto a presentare al Comitato scientifico il frutto delle sue ricerche. Il Comitato scientifico, su richiesta dell'autore, potrà disporne l'eventuale pub-blicazione gratuita nelle collane della Fondazione.
7. — Le domande dovranno pervenire alla segreteria della Fondazione entro il termine non prorogabile del 31 maggio 1977. Le decisioni della Fon-dazione verranno comunicate agli interessati entro il 31 luglio 1977.
II. Il testo del bando di concorso al Premio di Storia « Antonietta Bertazzo » è stato diffuso il 31 ottobre 1977 ed era così formulato:
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CRONACHE DELLA FONDAZIONEPotranno concorrere al Premio di Storia «Antonietta Bertazzo» giovani studiosi italiani o stranieri (in grado di esprimersi correttamente in lingua ita-liana), laureati da non più di quattro anni alla data di pubblicazione del presente bando, che conducano ricerche nel campo della storia politica e sociale inglese
contemporanea (dall'epoca della rivoluzione industriale a oggi), i quali presentino
opere, saggi e articoli a stampa, o tesi di laurea.
Il Premio di Storia « Antonietta Bertazzo », dell'entità di lire un milione, verrà assegnato entro il 31 marzo 1978 da un'apposita commissione giudicatrice, costituita da rappresentanti della Famiglia Bertazzo, da membri del Comitato scientifico della Fondazione Luigi Einaudi e da docenti dell'Università degli studi di Torino.
Le domande di partecipazione al Premio, corredate da un curriculum vitae e dal certificato di laurea del candidato, dalle opere a stampa o manoscritte e dalla lettera di presentazione di un docente universitario, dovranno pervenire alla Segreteria della Fondazione Luigi Einaudi (Via Principe Amedeo, 34
-10123 Torino) entro la data del 31 gennaio 1978. Dovranno recare sull'esterno della busta l'iscrizione: Premio di Storia «Antonietta Bertazzo». I candidati, se del caso, potranno essere convocati dalla Commissione giudicatrice per un colloquio.
Storia dell'analisi economica e teoria dello sviluppo.
Note su Schumpeter
« Ein guter Sinn liegt in dem gefliigelten Worte : Alles ver-stehen heisst alles verzeihen. Treffender noch konnte man sagen: Wer alles versteht, sieht, dass es nichts zu verzeihen gibt. Und das gilt auch auf dem Gebiete des Wissens ».
Le grandi opere classiche si pongono al culmine delle epoche scienti-fiche e ne dominano la scena intellettuale perché vengono a disporre di una sorta di « sovrappiù » scientifico. Nella trama di un'opera classica è sempre organizzata una grande sintesi di una fase di storia del pensiero, attraverso questa sintesi i precedenti contenuti analitici vengono inseriti in un unico quadro teorico, in questo quadro infine funzionano le proce-dure tipiche della normalizzazione scientifica. La comunità scientifica, al-lora, si riconosce nell'opera classica e ne afferma nella pratica di ricerca la superiorità perché scorge un'essenziale differenza fra il classico e il re-sto delle opere di un'età re-storica.
I meccanismi dello sviluppo scientifico lasciano in possesso all'opera classica un « sovrappiù » che le consente di dominare la problematica affrontata in una certa fase storica: questo « sovrappiù » coincide con qualcosa che si può definire la forma della scienza.
Nessuno meglio di Schumpeter ha individuato per la storia dell'ana-lisi economica la grande forza e le ragioni del successo storico della forma classico-sintetica della scienza. La postuma History of economie analysis ( 1 9 5 4 ) è programmaticamente centrata su questi importanti momenti di sintesi, su quelle che Schumpeter chiama « situazioni classiche » nella storia dell'analisi: in esse « le opere maggiori con il largo tratto di terreno comune che esse rivelano e con il senso di tranquillità che ispirano, de-vono aver suscitato una sensazione di compiutezza: la compiutezza di un tempio greco che staglia le sue linee perfette contro un cielo senza nu-bi » \
1. J. A. SCHUMPETER, Storia dell'analisi economica (tr. it. di P. Sylos Labini
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DENIS GIVAEppure l'opera di Schumpeter esprime in alto grado proprio l'oppo-sto di ciò che nella Hil'oppo-story viene esaltato in riferimento alle « situazioni classiche ». Lo sviluppo parallelo di linee d'indagine omologhe nei fini ma distinte negli esiti teorici: linee che coincidono da un lato con la produzione teorica e dall'altro con la riflessione storiografica di Schum-peter. L'intersecarsi di due grossi blocchi scientifici come la teoria mar-ginalistica, con le sue procedure normali e la forza dei suoi presupposti epistemologici, e il complesso delle proposizioni della nuova scienza webe-riana della società. Il conflitto fra le istanze e le assunzioni della teoria neoclassica e il quadro emergente dell'economia keynesiana. Il mancato incontro, infine, fra una grande teoria dello sviluppo e la dinamica ciclica del capitalismo al cruciale appuntamento con la grande crisi del 1929, appuntamento al quale non manca il grande contemporaneo di Schum-peter: John Maynard Keynes. Un mancato incontro che si traduce in una mancata corrispondenza di scienza e politica in Schumpeter.
Tutti elementi che mentre individuano molto bene alcuni aspetti spe-cifici dell'opera di Schumpeter all'interno di quella fase storica, ricca e complessa, che vede la transizione a Keynes, testimoniano altresì della lontananza dal modello di scientificità cui proprio la History, fin nell'ana-lisi dei più riposti svolgimenti storici, si richiama.
una speranza di poter ordinare quest'ammasso di cose in una struttura architettonica » 2.
Il significato del contributo dato da Schumpeter alla critica del pa-radigma marginalistico nel pensiero economico fra le due guerre (quella che, seguendo Shackle, si è ormai soliti definire « l'età dell'alta teoria »3), non è legato solamente ai successivi perfezionamenti e alle progressive complicazioni del modello dicotomico (« flusso circolare »-sviluppo) de-lineato nella Theorie der wirtschaftlichen Entwicklung ( 1 9 1 2 ) e siste-mato nei monumentali Business cycles (1939), ma anche alla dimensione storiografica dell'opera schumpeteriana ed alle scelte e prospettive che la caratterizzano. La considerazione di questa dimensione, che tanta fortu-na ha avuto nella storiografia del pensiero economico, risponde ad esigen-ze di approfondimento « interne » ed « esterne » all'opera di Schumpeter.
Le esigenze « interne » muovono dall'assunzione che la produzione storiografica di Schumpeter, dalle Epochen der Dogmen- und Methoden-geschichte ( 1 9 1 4 ) fino alla History, ad onta della sua straordinaria in-fluenza sulla letteratura successiva, è rimasta sostanzialmente un territo-rio o poco indagato o altrettanto facilmente ridotto di complessità. Essa può fornire invece utili indicazioni intorno ai punti centrali della scienza schumpeteriana, ampliando il quadro interpretativo corrente.
La rilevazione dei nessi che connettono la dimensione storiografica a quella teorica contribuisce a saturare alcuni spazi vuoti, fra la teoria dello sviluppo e la storia dell'analisi, tipici dei lavori su Schumpeter; con-sente, in altri termini, una più precisa approssimazione ad un'immagine « unitaria » di Schumpeter.
Le esigenze « esterne » non sono meno importanti e danno luogo ad una vera e propria scheda delle ragioni d'attualità dell'opera schumpete-riana. La dimensione teorica tocca molti dei temi sui quali si fonda l'at-tuale travaglio critico dell'Economics. Ciò è dimostrato dalla relativa fa-cilità con cui grossi nodi teorici post-sraffiani possono essere rinvenuti ex post anche nella teoria schumpeteriana. Q u i basterà ricordare per in-ciso tre ambiti di rispondenza ai problemi attuali. L'ambito costituito dall'insieme di proposizioni sulla teoria del capitale e della crisi, quello
2. J. A. SCHUMPETER, A. Marshall (1842-1924), in: Epoche di storia delle dottrine e dei metodi. Dieci grandi economisti (tr. it. di G. Bruguier Pacini), To-rino, UTET, 1953, p. 265.
3. Nell'importante lavoro di G . L . S. SHACKLE, The years of high theory. Tra-dition and invention in economie thought 1926-1939, Cambridge, Cambridge Uni-versity Press, 1967, però, il contributo di Schumpeter non viene preso in conside-razione.
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DENIS GIVAche ruota intorno alla teoria dell'innovazione e alla rilevazione dei ca-ratteri discontinui dello sviluppo capitalistico, infine quello che affronta la tematica, tanto cara soprattutto all'ultimo Schumpeter, relativa alle possibilità future del capitalismo (con la annessa famosa tesi-profezia di un'inevitabile, « ma non per questo desiderabile », march into socialism 4).
Problemi che dopo Sraffa, nel « decennio di fervore critico » di cui ci parla D o b b 5, sono stati costantemente al centro sia del dibattito sulle incoerenze della teoria neoclassica sia di quello, spesso strettamente con-nesso al primo, sull'economia marxiana e sui suoi problemi.
Ma se la dimensione teorica ha importanti riflessi in riferimento ai problemi attuali, ugualmente importante è la gamma di soluzioni che la dimensione storiografica dell'opera schumpeteriana fornisce ai problemi collegati alla presente insoddisfazione per i metodi e le forme tradizionali della storia del pensiero economico. Un'insoddisfazione che è sorta in simultaneità con la tematica della « crisi della teoria economica » e che porta a rimettere in discussione le assunzioni consolidate in campo sto-riografico, proponendo nello stesso tempo nuovi ambiti di intervento cri-tico e di analisi.
A questo proposito il confronto con i classici della storiografia, e ancor più l'esame delle risposte che questi classici hanno dato ai problemi epistemologici attuali (come quelli relativi al mutamento concettuale, al-la dinamica interna dei programmi scientifici in competizione, alal-la perio-dizzazione etc.)6, può avere una consistente valenza euristica.
Il confronto con la storiografia schumpeteriana, l'esame dei suoi pre-supposti e delle sue strutture, ha poi un significato particolare, che aiuta a far luce su questioni interpretative specifiche. Poiché la History si pre-senta come una tarda razionalizzazione della teoria dell'equilibrio, in essa ritroviamo espresse ex post e sviluppate in campo storico, alcune delle
4. J. A. SCHUMPETER, Capitalismo socialismo democrazia (tr. it. di E. Zuffi),
Milano, Etas Kompass, 1970, p. 59: « La prognosi non implica di per sé la desi-derabilità del corso storico prognosticato [...]. Si può odiare il socialismo — o, quanto meno, vederlo con spirito freddamente critico — e tuttavia pronosticarne l'avvento ».
5. Cfr. M. DOBB, Storia del pensiero economico. Teorie del valore e della di-stribuzione da A. Smith (tr. it. di F. Grillenzoni e C. Argenti), Roma, Editori Riu-niti, 1974, pp. 237-60.
procedure che spiegano la forza e la solidità della teoria neoclassica. Rin-veniamo una chiave sia per comprendere l'egemonia esercitata dalla scien-za costituitasi dopo la « svolta » del 1870, sia per spiegare la natura an-fibia e il carattere contraddittorio della teoria schumpeteriana, che della impostazione neoclassica avverte allo stesso tempo i gravi limiti e la gran-de forza.
Elementi della « visione » schumpeteriana. Storia e sviluppo.
1. Schumpeter teorico dello sviluppo e storico dell'analisi economica. È opportuno soffermarsi sulla ricchezza di temi racchiusi in questa du-plice dimensione dell'opera. Fin dagli anni giovanili di Vienna e della partecipazione (accanto a Hilferding, von Mises, Bauer, Lederer e altri) al famoso seminario economico di Bohm-Bawerk del 1905-1906, questi due lati della personalità scientifica di Schumpeter si sviluppano paralle-lamente 7.
Elisabeth Boody Schumpeter, alla quale si deve il riordino dei mate-riali che costituiscono la History, ricorda che l'ultimo lavoro di Schumpe-ter venne composto con l'intento di « tradurre, rivedere, e aggiornare il breve profilo delle teorie e dei metodi » 8 delle Epochen, scritte per il Grundriss der Sozialokonomik di Max Weber e pubblicate nel 1 9 1 4 8 In questi stessi anni inizia a delinearsi il progetto della teoria dello svi-luppo, prima nell'ancora « ortodosso » Das Wesen und der Hauptinhalt der theoretischen Nationaldkonomie (1908) e poi, compiutamente, nella Theorie.
In questa prima fase, l'impegno scientifico di Schumpeter è organiz-zato su questo duplice piano principale e su un terzo piano, secondario ma non meno importante, che si può definire sociologico, ma che è in realtà il risultato di una sintesi di approcci diversi e complementari: di
7. Sulla formazione metodologica e in generale sull'opera si vedano i classici-G. HABERLER /. A. Schumpeter (1883-1950), « Quarterly Journal of economics»
(Cambridge), L X V , 1 9 5 0 , pp. 3 3 3 - 7 2 ; F . PERROUX, La pensée économique de Schum-peter Genève, Droz, 1 9 6 5 , pp. 1 5 - 5 4 ; E. SCHNEIDER, J. Schumpeter. Leben un Werk emes grofien Sozialòkonomen, Tubingen, Mohr, 1970, pp. 9-21 Inoltre i te-sti raccolti in Schumpeter social sdentisi, ed. by S. Harris, Harvard, Harvard Uni-versity Press, 1950. Importante per il punto di vista sostenuto in diversi passaggi del nostro lavoro M. ECIDI, Schumpeter. Razionalità dell'impresa e irrazionalità del processo capitalistico, Milano, Etas (in corso di stampa).
8. E BOODY SCHUMPETER, Prefazione della curatrice, in: J. A. SCHUMPETER Storia dell'analisi economica cit., voi. I, p. XI.
9 J. A. SCHUMPETER, Epochen der Dogmen-und Methodengeschichte
in-Grundnss der Sozialokonomik, tomo I, Wirtschaft und Wirtschaftswissenschaft,
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D E N I S GIVAteoria politica, di storia, di sociologia. I l terzo piano comprende non solo la giustamente famosa Soziologie der Imperialismen ( 1 9 1 9 ) , vera e propria risposta weberiana a Lenin, ma anche altri particolari contributi del periodo, come i saggi Wie studiert man Sozialwissenschaft? ( 1 9 1 5 ) e Vergangenheit und Zukunft der Sozialwissenschaften ( 1 9 1 5 )1 0.
Le due linee principali del discorso scientifico schumpeteriano sono rappresentate fin dall'inizio dal concetto di sviluppo e da quello di sto-ria. La contemporaneità delle elaborazioni nelle quali queste categorie ri-vestono un ruolo essenziale, e a fortiori la loro applicazione combinata sul terreno interdisciplinare della sociologia, mostra che entrambe ten-tano di convergere verso un unico fuoco problematico. U n fuoco appros-simato in due ambiti teorici differenti, ma sempre suscettibile di trovare una sistemazione unitaria nello spazio storico-sociologico. Nel primo pe-riodo dell'attività di Schumpeter si ha così una dislocazione dei centri motori della sua teoria destinata a mantenersi inalterata fino alla matu-rità. La teoria economica e la storia delle teorie nell'unità di un progetto scientifico, la riflessione sociologica a mediare entrambe, a fonderle, ad « applicarle ». Questa disposizione è ribadita con forza dalla trilogia del-la maturità americana: i Business cycles (1939), i corsi ad Harvard poi raccolti nella History, l'ultima sintesi nei testi di Capitalism socialism and democracy (1942).
Per cogliere il significato dell'unità del programma scientifico in cui troviamo sviluppate prima in parallelo le Epochen e la Theorie, e poi i Business cycles e la History, si deve far riferimento all'omologa esigenza che sottostà ad entrambe le linee di ricerca e che ne informa le strategie cognitive. A quella più nota che porta al « modello » schumpeteriano e a quella che porta alla caratterizzazione della storia del pensiero econo-mico come storia dell'analisi.
2. G l i elementi che entrano a costituire la problematica della Theorie sono parte di un processo. Il processo parte della rilevazione di un « vuo-to » scientifico all'interno dell'economia marginalistica (i termini di rife-rimento di Schumpeter sono soprattutto la scuola austriaca, Walras e Clark), passa attraverso una denuncia di ristrettezza dell'apparato teorico neoclassico e si concreta nel recupero dei tratti e dei momenti del capita-lismo meno inseribili nel quadro concettuale della scienza dell'equilibrio.
1 0 . J . A . SCHUMPETER, Sociologia dell'imperialismo (tr. it. di G. Fantozzi),
La « rottura violenta » contro l'equilibrio, gli « sbalzi » contro la conti-nuità lineare della crescita, l'innovazione contro la « routine ». Per Schum-peter la forma stessa dello sviluppo capitalistico contraddice la logica statica, la scienza normale dei marginalisti, se è vero che è il ciclo a de-scrivere il modo dello sviluppo nelle condizioni specificamente capitali-stiche. « Non appena si abbandona il terreno della teoria dell'equilibrio — dice Schumpeter — , si nuota già nel flusso dei cicli economici e nes-sun fenomeno può essere pienamente spiegato senza che lo si rapporti ad esso: ogni asserzione, qualunque sia il suo oggetto, si rivela in definitiva un'asserzione su un rapporto ciclico, confermando l'affermazione di Spie-thoff, secondo cui l'avvicendarsi dei cicli è la forma di vita del capitali-smo »
Il modo nel quale si presenta in Schumpeter quest'esigenza estranea all'apparato analitico della teoria tradizionale è analogo a quello di altre critiche contemporanee al marginalismo. Un collegamento di tipo analo-gico può essere istituito, per esempio, con almeno una delle grandi cri-tiche all'ortodossia nell'età dell'« alta teoria », con la critica di Keynes 12.
La problematica della General theory, esattamente come quella schum-peteriana. si organizza in tre momenti. Il momento della scoperta de-gli spazi sui quali la rete della concettualizzazione neoclassica (per Keynes, come noto, « classica ») non riesce a distendere le proprie maglie: nel ca-so di Keynes questo spazio è quello della dica-soccupazione strutturale, men-tre in Schumpeter è quello più ampio dei fenomeni dello sviluppo. Il mo-mento del passaggio attraverso il problema della costruzione di una vera teoria generale (nella General theory questo problema ha diversi sviluppi, tutti sintetizzabili nella contrapposizione macroeconomia-microeconomia), e infine quello del recupero degli ambiti di realtà rimasti esclusi dalla pro-spettiva tradizionale.
In Schumpeter, come in Keynes, l'operazione critica si propone di controllare un ambito che la teoria egemone non riesce a coprire con le proprie categorie: la lotta è diretta contro le false pretese di un corpo teorico, per esprimerci con i concetti empiristici della cultura cambrid-geana di Keynes, non adeguato a spiegare i « fatti dell'esperienza ». La
11. J. A. SCHUMPETER, Prefazione alla IV edizione tedesca, in: Teoria dello sviluppo economico (tr it. di L. Berti), Firenze, Sansoni, 1971, p. XLI.
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DENIS GIVAcritica, in altri termini, vede nella teoria neoclassica una « geometria eu-clidea » dell'equilibrio in un mondo « non euclideo » dello sviluppo 13.
La genesi della Theorie, come quella della General theory, è connessa a questi fini di controllo e si contrappone ai fini « parziali » dell'analisi marginale. Non a caso Schumpeter introduce proprio il concetto di « flus-so circolare » (Kreislauf ) per indicare l'oggetto del marginalismo, mo-strando come quest'ultimo sia in definitiva diretto a studiare, al di là delle affermazioni e delle intenzioni dei singoli autori, le semplici condizioni di riproduzione dei fenomeni indagati e non quelle di trasformazione e di « rottura » nell'oggetto dell'analisi.
L'analogia con Keynes non si arresta ovviamente a questo livello, ma è già estremamente significativo un rapporto di corrispondenza così pre-ciso del movimento più generale della ricerca di Schumpeter con quello concretatosi nella General theory. E soprattutto ha il suo rilievo la coin-cidenza dei momenti ordinati al medesimo fine.
3. Ricercare i presupposti più diretti dell'esigenza di controllo e de-terminatezza che guida la critica di Schumpeter al marginalismo, significa allo stesso tempo esplicitare l'esigenza che dà forma alla parte storiogra-fica dell'opera. In entrambi i campi, infatti, il rapporto con Weber e la sua influenza risultano determinanti.
G l i elementi della « visione » di Schumpeter sono diversi e complessi e si radicano nella grande stagione scientifica europea successiva alla « svolta » del 1870. Oltre al marginalismo, che è presente in Schumpeter nella forma di una sintesi dell'equilibrio generale walrasiano con l'impo-stazione austriaca della teoria della produttività marginale dei fattori (il metodo cosiddetto dell'« imputazione »), si intersecano nel progetto linee di indagine provenienti dai punti di confine della problematica dell'Lco-nomics. Linee tangenti le tematiche delle nuove scienze della società e provenienti contemporaneamente da Marx, che è esplicitamente ricordato come l'autore dell'« unico grande tentativo » di elaborare una teoria
gena dello sviluppo, un'analisi dei fattori interni del mutamento 14, dagli sviluppi del pensiero socialdemocratico nell'« austromarxismo », dall'ope-ra di Weber.
In special modo il confronto con Weber, che è evidentemente legato al proposito di superare le impostazioni tipiche del « clima » storicistico precedente la riflessione metodologica weberiana (il saggio su Roscher und Knies und die logischen Probleme der historischen Nationalókono-mie, rimasto incompiuto, è degli anni fra il 1903 e il 1906), risulta di decisiva importanza nella determinazione del progetto schumpeteriano 15. Nell'elaborazione weberiana, come del resto in modo più mediato in Marx, Schumpeter trova le condizioni generali della propria scienza.
È infatti la categoria weberiana di razionalizzazione che consente a Schumpeter di porre il problema dello sviluppo economico in forma e metodi profondamente differenti da quelli che avevano contraddistinto sia i tentativi della scuola storica tedesca (da List al « giovane » Som-bart1 6), sia quelli della nascente Soziologie (da Tonnies a Simmel), di concettualizzare i fenomeni dello sviluppo.
La scuola storica aveva indagato le « leggi » di sviluppo dei sistemi economici nazionali nella teoria degli « stadi economici » (Wirtschafts-stufen), ed aveva poi specificato la propria impostazione nella grande opera di Sombart con l'introduzione del concetto di « sistema economi-co », indicante l'unità di una formazione sociale intorno a dati princìpi di attività economica. Il problema dello sviluppo, attraverso l'uso com-binato di questi due strumenti di analisi, era fondamentalmente ricon-dotto al problema della genesi delle forme spirituali intorno alle quali si era venuta costituendo la formazione sociale moderna 17.
1 4 . Cfr. J . A . SCHUMPETER, Teoria dello sviluppo economico cit., p. 6 2 . La
alta considerazione dell'opera di Marx ed il riduzionismo interpretativo si combi-nano in Schumpeter.
15. Riferimenti di questo tipo a Weber in J. A. SCHUMPETER, Epoche di sto-ria delle dottrine e dei metodi cit., pp. 150-51. Su questo punto M. CACCIARI, Al-l'origine del concetto di innovazione. Weber e Schumpeter, in: Pensiero negativo e razionalizzazione, Padova, Marsilio, 1977, pp. 147-67.
16. Già Sombart, ponendo il problema dello sviluppo storico e delle caratteri-stiche del capitalismo moderno, aveva dovuto far riferimento a Marx, in polemica con l'impostazione di Schmoller. Si veda A. C A V A L L I , Introduzione, in: W. SOM-BART, Il capitalismo moderno (tr. it. K. Pedretti Andermann), Torino, UTET, 1967,
p. 35.
1 7 . Sulla scuola storica tedesca B. H O S E L I T Z , Theories of stages of economie growth, in: Theories of economie growth, ed. by B. Hoselitz, Glencoe, The Free Press, 1 9 6 0 , pp. 1 9 3 - 2 3 8 , e le indicazioni di P. R O S S I , LO storicismo tedesco
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D E N I S GIVAMa su questi esiti dell'impostazione storicistica troppo grave risultava il peso della tradizione romantica e del suo organicismo. Questi esiti era-no in definitiva assai vicini a quelli cui aveva condotto in campo socio-logico la prosecuzione della ricerca scientifica lungo le coordinate fornite dal modello tonnesiano. Il problema dello sviluppo veniva collocato al-l'interno delle diverse varianti della dicotomia Gemeinschaft - Gesel-schaft18 e risolto, spesso attraverso i risvolti ideologici regressivi di una argomentazione controfattuale, con il confronto e la contrapposizione delle caratteristiche della « società » moderna (meccanizzazione e cristal-lizzazione delle sue « forme » culturali, razionalismo diretto alla compe-tizione e al successo) a quelle della « comunità » organica, vitale e spon-tanea, delle relazioni sociali precapitalistiche.
Il concetto di sviluppo diveniva così il cardine di un'interpretazione metafisica della società industriale, formulata in termini pessimistici, e de-stinata ad avere importanti sviluppi, soprattutto dopo la distinzione spen-gleriana fra Kultur e Zivilisation, che segnò un vero e proprio ritorno a Tònnies negli anni '20, nella cultura tedesca successiva 19.
Nel contesto culturale definito da questa impostazione, l'introduzione della categoria weberiana di razionalizzazione, cui Schumpeter si richia-ma, rappresenta un profondo riorientamento teorico. Schumpeter coglie la novità e la funzionalità della categoria non solo in relazione al proble-ma della determinazione dei caratteri specifici della forproble-mazione capitali-stica — quel problema dell 'individualità storica del capitalismo che è al centro dell'indagine sociologica weberiana di Wirtschaft und Gesellschaft — ma anche in rapporto alla dinamica sociale del capitalismo, come è provato dalle tarde considerazioni di Capitalism socialism and democracy sulla progressiva incompatibilità fra il complesso dei comportamenti eco-nomici « razionalizzati » indotti dallo sviluppo capitalistico e la natura del sistema sociale che entra a costituirlo.
Nella Theorie l'uso della categoria di razionalizzazione, che Schum-peter utilizza anche nella polemica con Lenin in Soziologie der Imperia-lismen 20, coincide con la possibilità di « analizzare quei mutamenti della
18. Cfr. P. Rossi, Introduzione, in: Lo storicismo tedesco, Torino, UTET, 1977, pp. 26-7 e, per l'operatività del modello, M. CACCIARI, Teorie della innova-zione, in: Ristrutturazione e analisi di classe, Padova, Marsilio, 1973, pp. 13-15 e seg.
19. Sui « recuperi » del modello, le varianti, e la presenza latente le osserva-zioni di P . FARNETI, Theodor Geiger e la coscienza della società industriale, Torino,
Giappichelli, 1966, pp. 28-9.
20. Cfr. J. A . SCHUMPETER, Sociologia dell'imperialismo cit., soprattutto pp.
necessa-vita economica che non sono ad essa imposti dall'esterno, ma scaturiscono dall'interno, dalla sua propria iniziativa »2 I, e quindi si accompagna al-l'abbandono di ogni ipotesi extra-empirica di spiegazione dei fatti stu-diati. Dice Schumpeter riferendosi all'elaborazione di Weber come ad un presupposto necessario del suo progetto: « Il processo sociale che razio-nalizza la nostra vita e il nostro pensiero ci ha allontanato da una consi-derazione metafisica dello sviluppo sociale e ci ha insegnato a vedere la possibilità di una sua considerazione empirica » 22. Vedremo in seguito come nella struttura stessa del modello schumpeteriano entrino, attra-verso l'applicazione di una metodologia tipologica alla teoria economica, precisi contenuti weberiani. Qui ci interessa mostrare ancora che anche l'esigenza scientifica collegata alla genesi della storiografia schumpeteriana si colloca nel medesimo quadro di condizioni e strategie cognitive we-beriane.
L'ambito « pre-analitico » della storiografia schumpeteriana è omolo-go a quello nel quale matura il programma critico della teoria dello svi-luppo. Anche in questo ambito la presenza di Weber è condizionante.
La breve prefazione bibliografica alla Epochen sottolinea la necessità di una ricostruzione storica che sia allo stesso tempo in grado di « abbrac-ciare a grandi linee » tutta la materia e di allontanarsi dalle prospettive storiografiche « parziali » dell'Ottocento. Dalla Kritische Geschichte ( 1 8 7 4 ) di Duhring, afferma Schumpeter, « non si. è più avuta in Germa-nia una così significativa esposizione di tutta la storia dell'economia teo-rica » 23. Nel contesto del programma del Grundriss der Sozialokonomik, e seguendo l'esplicito invito di Weber a fare un po' di luce su ciò che « i teorici dell'economia effettivamente facevano », al di là da quello « che essi ritenevano di stare facendo » 24, le Epochen tentano di ovviare al « vuoto » storiografico caratteristico del periodo precedente e successivo il Methodenstreit fra Menger e Schmoller. Questo « vuoto » era stretta-riamente un processo di complessiva « razionalizzazione » sociale e che tale proces-so è antitetico alla strategia del dominio imperialistico. Quest'ultima viene ricon-dotta alla permanenza, all'interno della classe dominante, di frazioni di classe e di ceti d'origine precapitalistica, estranei alla logica di movimento razionale del siste-ma. Su questo punto F . JONAS, Storia della sociologia (tr. it.), Bari Laterza, 1 9 7 0 , p p . 605-06.
21. J . A. SCHUMPETER, Teoria dello sviluppo economico cit., p. 73.
22. Ibid., p. 67; cfr. la nota ed il riferimento a Weber.
23. J. A . SCHUMPETER, Epoche di storia delle dottrine cit., p. 1.
24. J . A. SCHUMPETER, Storia dell'analisi economica cit., voi. Ili, p. 1007:
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DENIS GIVAmente legato, come lo Schumpeter della History ricorda molto bene, alle lacune emergenti dalle interpretazioni epistemologiche che gli economisti davano del proprio metodo, lacune sulle quali proprio Weber, « nella misura in cui la quasi completa ignoranza in materia gli consentiva di giudicare » 25, aveva attirato l'attenzione.
Si può allora specificare il senso weberiano della storiografia schum-peteriana: l'indagine storica è diretta a razionalizzare il corso dello svi-luppo scientifico, a sottrarlo ad ogni ipoteca metafisica, a cogliere per questo, come poi risulta esplicito nella lunga introduzione sul metodo alla History, l'essenziale crescita della « cassetta degli strumenti » degli economisti entro il discontinuo succedersi delle « visioni » e delle « ideo-logie » economiche. Il concetto di storia, in altri termini, coincide con quell'idea di un controllo teorico-razionale della dinamica che avevamo visto essere il cardine del progetto della Theorie. Tuttavia, proprio que-sta omologia metodologica fra la teoria e la storiografia schumpeteriane è all'origine delle specifiche tensioni che inizialmente sono state anticipate. In entrambi i campi d'indagine, infatti, le istanze weberiane che risultano dall'ambito « pre-analitico » schematicamente richiamato, si trovano con-trapposte al solido blocco della scienza tradizionale. Esse si trovano ad agire come strumenti analitici opposti al complesso delle proposizioni marginalistiche in una forma e all'interno di quadri teorici del tutto pe-culiari. In questi contesti, tanto in quello teorico come in quello storico, il marginalismo è una condizione imprescindibile del discorso critico di Schumpeter: e ciò nel senso preciso che la scienza tradizionale non si colloca all'esterno del progetto schumpeteriano, ma occupa un posto rile-vante all'interno della nuova scienza che Schumpeter tenta di costruire.
Per chiarire questo problema, che è tra l'altro un nuovo punto di col-legamento generale con la critica di Keynes 26, è necessario spostare il di-scorso sugli elementi costituenti la scienza che le istanze « pre-analitiche » intendono sottoporre a critica. Ma per far questo è opportuno entrare nella sfera analitica della teoria schumpeteriana in modo non tradizionale, e cioè passando prima attraverso la problematica della History.
25. J . A. SCHUMPETER, Storia dell'analisi economica cit., p. 1 0 0 7 .
26. Entro una dialettica generalità-particolarità si colloca il rapporto di Keynes con i « classici ». Tale dialettica è uno dei nodi più discussi della letteratura keyne-siana. Nell'ambito di questa dialettica si giocano non solo le interpretazioni storiche della General theory (linea Hicks-Hansen-Modigliani-Klein, interpretazione di Cam-bridge, linea Clower-Leijonhufvud), ma anche gli sviluppi del pensiero economico contemporaneo. Si veda F . V I C A R E L L I , Introduzione, in: La controversia keynesiana,
a cura di F . Vicarelli, Bologna, Il Mulino, 1 9 7 6 , pp. 1 0 - 4 6 e M. D ' A N T O N I O , Intro-duzione, in: La crisi post-keynesiana, a cura di M. D'Antonio, Torino, Boringhieri,