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Accesso a beni e servi di base prima della migrazione e nel paese ospite

4.2. Analisi descrittiva della qualità di vita degli immigratiecuadoriani a Roma e a New York

4.2.4. Accesso a beni e servi di base prima della migrazione e nel paese ospite

In questo paragrafo prendiamo in considerazione: a. l’accesso all’acqua potabile e corrente, b.la copertura ai servizi di base, c. le condizioni abitative.

a. Accesso ad acqua potabile e corrente. Per quanto riguarda l’accesso all’acqua potabile, cioè sana e non contaminata, la prima osservazione è che nei livelli di partenza le persone che vivono a Roma ed avevano in Ecuador un accesso medio all’acqua potabile costituiscono il 17,4%, mentre i migranti a New York, con accesso al massimo di livello medio all’acqua potabile nel paese d’origine, erano il 23%. All’opposto i residenti a Roma che avevano un alto o altissimo accesso all’acqua potabile erano l’82,7 percento

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contro il 76,3 degli attuali residenti a New York. Anche questo conferma il livello di partenza più umile delle persone che ora vivono nella città nordamericana.E’ interessante notare che il 99,3% dei residenti a Roma ha un alto o altissimo acceso all’acqua potabile, mentre a New York è solo il 79,34, ed oltre il 7% ha un basso o nessun accesso all’acqua potabile.La ragione per cui gli ecuadoriani percepiscono di avere un limitato accesso all’acqua potabile nella città di New York è dovuta al fatto che effettivamente l’acqua di New York proveniente dal rubinetto non è un’acqua salutare e bevibile senza l’utilizzo di un filtro, il cui acquisto può essere piuttosto costoso.

Se ci soffermiamo sugli incrementi a Roma quasi la metà di coloro i quali vengono da una zona rurale hanno migliorato il loro accesso, mentre l’altra metà lo ha mantenuto costante; per i provenienti dalle zone urbane un 1,6% avrebbe peggiorato, mentre gli altri sono rimasti nella stessa condizione o hanno migliorato. Nel caso della città statunitense invece il 23% della popolazione proveniente dalla zona urbana ed il 17% di quelli provenienti dalla zona rurale hanno la percezione di avere peggiorato il loro accesso all’acqua potabile.Nella maggior parte dei casi, dalla conversazione durante la somministrazione del questionario si può capire, che in realtà è soprattutto una questione di percezione: in realtà, l’acqua che secondo l’intervistato era di più facile accesso (acqua del rubinetto o fonti naturali) in Ecuador, non necessariamente era realmente di migliore qualità di quella che scorre dai rubinetti newyorchesi.16

Per quel che concerne l’acqua corrente, indipendentemente che questa sia potabile o meno, quasi il 100% delle persone, sia a Roma che a New York, hanno accesso all’acqua corrente, e in entrambi i casi sono i migranti provenienti dalla zona rurale che maggiormente hanno migliorato il loro accesso: rispettivamente il 44% di quelli che vivono a roma ed il 41% di quelli che vivono a New York (si vedano il

Grafico 4.23, il

Grafico 4.24, il Grafico 4.25, il Grafico 4.26).

      

16 Qui rientra il concetto del benessere relativo che abbiamo trattato nel Capitolo 3 per cui è socialmente ritenuto salutare

usare acqua filtrata a New York e sebbene possa essere migliore dell’acqua raccolta nella fonte vicino alla casa (come hanno dichiarato alcuni intervistati), i nuovi stili di vita anche di standard sanitario, richiedono precauzioni di tipo differente.

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Grafico 4.19. Accesso all’acqua potabile (Roma)

 

Grafico 4. 20. Incremento nell’accesso all’acqua potabile per area d’origine (Roma)

 

Grafico 4.21. Accesso all’acqua potabile (New York)

 

Grafico 4.22. Incremento nell’accesso all’acqua potabile per area d’origine (New York)

 

Grafico 4.23. Accesso all’acqua corrente (Roma)

 

Grafico 4.24. Incremento dell’accesso all’acqua corrente (Roma)

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Grafico 4.25. Accesso all’acqua corrente (New York)

 

Grafico 4.26. Incremento di accesso all’acqua corrente (New York)

 

b. Copertura dei servizi di base. Come possiamo apprezzare dal Grafico 4. 27 e

Grafico 4. 30, con la migrazione gli ecuadoriani hanno raggiunto una migliore copertura in termini di accesso all’acqua calda, passando da un 60,14% in Ecuador al 100% in Italia e da un 58,33% al 100% a New York; in termini di fognature passando da un 93,71%in Ecuador a un 100% a Roma e da 82,67% ad un 100% a New York. In termini di accesso a gas e cucina partendo da un livello già alto, il miglioramento è del 2,10% per coloro i quali si sono diretti a Roma ed un 3% per coloro i quali si sono diretti a New York. Se l’analisi si scinde sulle zone di provenienza, ancora una volta le persone provenienti dalle zone rurali, partendo svantaggiate rispetto ai connazionali proenienti dalle città, hanno un beneficio maggiore(si vedano i grafici Grafico 4. 28Grafico 4. 29Grafico 4. 31Grafico 4.

32). Occorre sottolineare il fatto che, in Ecuador, non avere l’acqua calda in casa non è necessariamente misura di indigenza perché in alcune zone, a causa del clima, non è abituale utilizzareacqua calda.

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Grafico 4. 27. Miglioramento della copertura dei servizi di base nell’abitazione (Roma)

 

Grafico 4. 28. Miglioramento dei servizi di base per zona di provenienza rurale (Roma)

 

Grafico 4. 29. Miglioramento dei servizi di base per zona di provenienza urbana (Roma)

 

Grafico 4. 30. Miglioramento della copertura dei servizi di base nell’abitazione (New York)

 

Grafico 4. 31 Miglioramento dei servizi di base per zona di provenienza rurale (New York)

 

Grafico 4. 32 Miglioramento dei servizi di base per zona di provenienza urbana (New York)

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c. Condizioni abitative. Delle condizioni abitative degli ecuadoriani a Roma ed a New York ci interessa: la titolarità dell’abitazione (chi è il proprietario), il materiale di costruzione e il rapporto stanze/persone.

Per quel che concerne la titolarità, vediamo dal Grafico 4. 33. che degli attuali residenti a Roma, il 20,7% in Ecuadorviveva in casa propria ed il 54,7% in casa propria di familiari o amici (generalmente i genitori), mentre il 22% viveva in una casa in affitto. A Roma, al momento dell’intervista, oltre il 40% vive in un’appartamento in affitto, il 20% in una camera in affitto ed un altro 20% sul luogo di lavoro, solo il 7,64% ha una casa di proprietà.

Il quadro si fa più chiaro se consideriamo la somma tra chi, in Ecuador, viveva in casa propria o dei genitori: erano un totale del 75%, mentre a Roma scendono all’11%, mentre un 40% delle persone vive o in una camera in affitto o nel luogo di lavoro. Si può dunque concludere che a Roma, rispetto all’Ecuador, dal punto di vista della titolarità di proprietà dell’abitazione, la condizione di vita è peggiorata.

Degli attuali residenti a New York, come si vede nel Grafico 4. 34,il 13,67% in Ecuador viveva in casa propria ed il 67% degli intervistati viveva in casa di proprietà di familiari o amici, anche qui generalmente genitori (il numero più alto degli immigrati a New Yorkche al momento di lasciare il paese vivevano con familiari, rispetto a quelli di Roma è dovuto al fatto che l’età di migrazione è più bassa per le persone che migrano verso New York). Il 18% viveva in una casa in affitto. Dopo la migrazione, a New York, il 50% vive in un appartamento in affitto, il 29% in una camera in affitto, solo il 9,7% ha una casa di proprietà. Anche qui il quadro si fa più chiaro se consideriamo la somma tra chi viveva in casa propria o dei genitori: erano un totale dell’80,6% in Ecuador, mentre a New York raggiungono il 32%. A New York dal punto di vista della titolarità di proprietà, la condizione di vita è peggiorata, ma Roma è più acuta dovuto anche alla sostanziosa percentuale di persone che vive sul luogo di lavoro.

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Grafico 4. 33. Titolarità dell’abitazione del migrante a Roma (prima e dopo migrazione)

 

Grafico 4. 34. Titolarità dell’abitazione del migrante a New York (prima e dopo migrazione)

 

Grafico 4. 35. Titolarità dell’abitazione del migrante proveniente da zona rurale (Roma, prima e dopo)

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Grafico 4. 36. Titolarità dell’abitazione del migrante proveniente da zona urbana (Roma, prima e dopo)

 

Grafico 4. 37 Titolarità dell’abitazione de migrante proveniente da zona rurale (New York, prima e dopo) 

Grafico 4. 38. Titolarità dell’abitazione del migrante proveniente da zona urbana (New York, prima e dopo)

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Per quanto riguarda l’altro elemento di nostro interesse, cioè il materiale dell’abitazione, possiamo osservare dai grafici Grafico 4. 39, Grafico 4. 40, Grafico 4. 41 e Grafico 4. 42, che per i residenti a Roma sia che essi provengano da zona urbana che da zona rurale, il materiale della casa era prevalentemente di muratura nel paese d’origine ed è, anche a Roma, di muratura. Nel caso dei residenti a New York, è ancora una volta rilevata l’origine più umile dei migranti: il 26% (10%) dei provenienti dalla zona rurale (zona urbana) aveva casa in fango (chiamato adobe) e un 8% in legno.Per quanto riguarda il materiale della casa a New York più del 40% ha una casa di legno o misto, cioè una particolare tecnica di costruzione, che non necessariamente è sinonimo di indigenza. 

 

Grafico 4. 39. Materiale dell’abitazione per migranti da zone rurali prima e dopo migrazione (Roma)

 

Grafico 4. 40. Materiale dell’abitazione per migranti da zone urbane prima e dopo migrazione (Roma)

 

Grafico 4. 41. Materiale dell’abitazione per migranti da zone rurali prima e dopo migrazione (New York)

 

Grafico 4. 42. Materiale dell’abitazione per migranti da zone urbane prima e dopo migrazione (New York)

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Delle condizioni abitative dell’ immigrato ecuadoriano, non ci interessa solamente conoscere la proprietà o il tipo di materiale con cui è costruita la casa,ma anche quale sia il rapporto stanze-persone, ci interssa,cioè come gli immigrati vivono anche all’interno delle loro case.

Vediamo per tanto dal Grafico 4. 43. che a Roma si triplica la percentuale di persone che gode di un rapporto stanze-persone molto cattivo ed aumenta di 8,5 punti percentuali la quantità di persone con classificazione cattiva, diminusce di 11 punti percentuali la quantità di persone che avevano una classificazione molto buona. In questa città le condizioni abitative sono decisamente peggiorate.

A New York, come è evidente dalGrafico 4. 44, diminuisce la percentuale di persone che hanno un rapporto stanze-persone molto cattivo, slittando a cattivo, aumenta la percentuale di percentuale di persone che godono di una condizione ne buona ne cattiva, mentre diminuiscono le persone che registrano una condizione molto buona del’11%. In sostanza a New York migliora un poco chi aveva una pessima condizione di stivamento abitativo e peggiora chi aveva un’ottima condizione. Si nota dal grafico che quanti migliorano, sono percentualmente di meno di quanti, invece peggiorano la propria situazione. Inoltre la percentuale delle persone che migliorano, migliorano meno (secondo gli scaloni della condizione abitativa individuati) di quanto, invece , non peggiorino quelli che perdono posizioni.

Grafico 4. 43. Spazi a disposizione nella casa prima e dopo la migrazione (Roma)

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Grafico 4. 44. Spazi a disposizione nella casa prima e dopo la migrazione (New York)