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2.1. Sviluppo come espansione delle libertà reali

2.1.1. Dall’obiettivo della crescita a quello delle libertà: da Lewis a Sen

2.1.1.4 Espansione delle libertà reali e capabilities approach

È l’economista indiano Amartya Sen, che vede lo sviluppo come libertà. Lo sviluppo è concepito come l’ampliamento del processo di continua espansione delle libertà reali godute dagli esseri umani. Secondo Sen il nucleo base delle libertà è l’individuo, dunque le libertà individuali sono l’elemento chiave dello sviluppo. Sono due le ragioni per cui le libertà sostanziali dell’individuo sono considerate decisive: la prima è legata ai valori e la seconda all’efficienza. Nel primo caso Sen spiega che il “successo” di una società va giudicato sulla base delle libertà sostanziali di cui godono i suoi membri: per cui è anche importante essere liberi di fare cose alle quali (non arbitrariamente) si da valore. Riguardo all’efficienza, Sen argomenta che la libertà sostanziale è uno dei principali determinanti dell’iniziativa ed

efficienza sociale di un individuo. La libertà in sostanza permette all’individuo di essere centro di azione e di cooperare ed interagire con la società; conferisce quindi all’individuo, l’agency.

La libertà umana, sarebbe, dunque, l’obiettivo principale dello sviluppo, ma le stesse libertà sono anche strumentali per raggiungere altri tipi di libertà. Pertanto si distingue sia un ruolo strumentale sia un ruolo costitutivo delle libertà nello sviluppo. Il ruolo costitutivo attiene all’importanza delle libertà sostanziali per l’arricchimento della vita umana: le libertà sostanziali comprendono capacitazioni elementari, come l’essere in grado di sfuggire a certe privazioni (fame acuta, denutrizione, malattie evitabili, morte prematura), nonché tutte le libertà associate al saper leggere, scrivere e far di conto, al diritto di partecipazione politica e di parola (non soggetta a censura), e così via. Da un punto di vista costitutivo lo sviluppo comporta l’espansione di queste ed altre libertà di base.

Il ruolo strumentale delle libertà, invece, riguarda soprattutto il modo in cui i diversi tipi di diritti, occasioni e titoli contribuiscono ad ampliare la libertà umana in generale e quindi a promuovere lo sviluppo. Le libertà strumentali sono di differenti tipi e sono tra di loro interconnesse, di forma che possono rendere più facile il progresso di libertà di altro tipo. Sen, in forma dichiaratamente non esauriente, cita: 1. le libertà politiche, 2. le infrastrutture economiche, 3. le occasioni sociali, 4. le garanzie di trasparenza, 5. la sicurezza protettiva. Queste, assumono sì il ruolo di obiettivo, ma al contempo anche quello di strumento per raggiungere altre libertà.

Delle libertà Sen, inoltre, distingue altri due aspetti importanti: l’ aspetto processuale e l’aspetto abilitante. Il primo concerne quei processi e quelle decisioni libere come per esempio la libertà di voto o altri diritti politici o civili, che permettono di esercitare la propria libertà; mentre l’aspetto abilitante concerne le possibilità effettive dell’individuo. Entrambi gli aspetti sono essenziali per lo sviluppo.

Un’altra distinzione (Sen,1997) è tra libertà positiva e libertà negativa: la libertà in senso positivo riguarda ciò che, tenuto conto di tutto, possiamo conseguire o meno (libertà “di”), per esempio, la libertà di passeggiare nel parco. La libertà in senso negativo, invece, si concentra precisamente sull’assenza di una serie di limitazioni che una persona (o lo Stato o altre istituzioni) può imporre ad un’altra (libertà “da”), per esempio, la libertà dal rischio di subire una violenza durante la passeggiata nel parco. Nella distinzione è determinante dunque il ruolo svolto dalle ingerenze altrui nel privare una persona della sua libertà di azione. Una violazione della libertà negativa comporta una violazione della libertà positiva. Concentrarsi solo su un tipo di libertà è incompleto da un punto di vista etico e può risultare incosciente da un punto di vista sociale.

L’obiettivo dello sviluppo è poter vivere molto a lungo, senza essere stroncati nel fiore degli anni, nonché vivere bene e non nella sofferenza e nell’illibertà. Ogni individuo deve poter vivere il tipo di vita cui da importanza. Secondo tale approccio lo sviluppo consiste nell’eliminare le varie forme di illibertà che lasciano agli uomini poche scelte e poche occasioni di agire secondo ragione: la miseria, la tirannia, l’angustia delle prospettive economiche come la deprivazione sociale sistematica, la disattenzione verso i servizi pubblici come l’intolleranza o l’autoritarismo di uno stato repressivo. Qualche volta la mancanza di libertà sostanziali è direttamente legata alla povertà materiale, che sottrae a molti la libertà di placare la fame, nutrirsi a sufficienza, procurarsi medicine per malattie curabili. In altri casi l’illibertà è strettamente connessa alla mancanza di servizi pubblici ed interventi sociali. In altri casi, ancora, la violazione della libertà deriva in maniera diretta dal fatto che un regime autoritario nega le libertà politiche e civili, o impone delle limitazioni al diritto di partecipare alla vita sociale, politica ed economica della comunità.

Si delinea dunque un concetto di libertà alternativo rispetto a quello espresso dall’impostazione liberista secondo cui la libertà è quella dell’operatore di agire nel mercato senza condizionamenti esterni, senza l’intervento limitante del settore pubblico, si tratta al contrario di un innalzamento della dignità dell’individuo al di sopra di tutto e del diritto di questi (e l’obbligo per la società di garantirlo) di vivere senza essere ammorbato dalle illibertà. A questo fine potrebbe anche rivelarsi fondamentale il ruolo statale di azione positiva volta ad evitare l’esposizione delle persone alle illibertà. Parliamo di libertà “umana” come obiettivo preminente dello sviluppo, anche se altri autori hanno dato importanza al concetto di libertà (si veda per esempio, Friedman, 1980), tra cui la libertà di scelta. Anche Sen difende la libertà di scelta, ma non può esistere una libertà di scelta effettiva dentro un paniere limitato di possibilità. L’individuo nell’ambito della persecuzione dello sviluppo, deve poter scegliere ciò che sia meglio per lui, però la libertà di scelta è inconsistente se una persona non ha aperte di fronte a sé tutte le opzioni dell’insieme dei “poter essere” e dei “poter fare” tra i quali scegliere con razionalità ciò che pensa possa essere meglio per sé.

Ritornando alla definizione di sviluppo come un processo di continua espansione delle libertà reali di cui godono gli esseri umani (Sen, 1999), segnaliamo gli elementi di “processo” e “continua espansione” come le due caratteristiche fondamentali della definizione. Vale a dire che lo sviluppo non è raggiungibile solo con la soddisfazione di determinate necessità o libertà elencabili in una lista di base, ed è caratterizzato da un processo infinito, basato sul raggiungimento e sull’espansione degli obiettivi dello sviluppo che poggiano sui concetti di capabilities e functioning. Per capabilities, si intende, l’insieme dei “poter essere” e “poter fare” delle persone, cioè l’insieme delle alternative di vita che si possono realizzare, o detto in

altro modo, di "tutte le alternative combinazioni dei funzionamenti” all’origine. Un

functioning è la realizzazione di una o più capabilities tra quelle alternative e disponibili; due

persone possono realizzare lo stesso funzionamento ma avere un insieme di capabilities all’origine diverso.

Questo processo di sviluppo, non è solo un processo circolare orizzontale del tipo

capabilities-funzionamenti raggiunti-capabilities, ma lo possiamo descrivere come una

“spirale ascendente” il cui raggio concentrico cresce man mano che si realizzano nuovi funzionamenti, e in misura in cui si trasformano in strumenti per ampliare la gamma delle

capabilities a disposizione dell’individuo e raggiungere livelli di funzionamenti più elevati.

Questi stessi funzionamenti, di livello più alto rispetto agli anteriori, contemporaneamente, ampliano la gamma delle “opzioni alternative di vita a disposizione dell’individuo (capabilities)”. Questo processo, che rappresentiamo in Figura 2.1, si caratterizza per essere “inclusivo” e “non finito”: ci sarà sempre la possibilità di ampliare l’insieme dei “poter essere” e “poter fare” degli individui.

Perché questo processo non termina? Non termina perché la natura stessa del processo non lo prevede. Il tipo di sviluppo al quale ci riferiamo non appartiene al concetto dominante di sviluppo economico e alla concettualizzazione di ricchezza che tradizionalmente si riconosce come tale. Di fatto si potrebbe giungere, nel processo di ampliamento di capabilities e funzionamenti, ad un punto nel quale l’individuo desideri funzionamenti che non appartengono a quelli che tradizionalmente vengono individuati come obiettivi attesi per una vita agiata e benestante (esempio, essere proprietari di un appartamento di lusso), ma piuttosto a fini quali il benessere della comunità, l’opportunità di poter vivere in contatto con la natura o qualsiasi altro tipo di vita che si possa raggiungere in funzione di una idea di felicità o soddisfazione personale e ragionata e che si differenzia dall’idea comune e preconfezionata del benessere.

Allo stesso tempo, questa nuova ambizione verso il raggiungimento di funzionamenti non tradizionali secondo la cultura occidentale, può essere indotta dal raggiungimento di altri funzionamenti così elevati (livello d’istruzione elevato, benessere sociale da welfare state, ecc), che offrono la possibilità di realizzare alternative di vita alle quali, all’inizio della “spirale ascendente”, l’individuo o la società non avevano dato importanza. Ciò che vogliamo sostenere è che man mano che scaliamo la spirale ascendente dello sviluppo, non solo si amplia la gamma dei funzionamenti desiderati, ma può succedere che si verifichi una sostituzione degli stessi funzionamenti desiderati, perché l’ampliamento delle alternative di vita a disposizione induce gli individui a cambiare il proprio ordine di priorità.

Figura 2. 1. La spirale ascendente dello sviluppo.

Il concepire lo sviluppo come espansione delle libertà sostanziali ci porta a focalizzare l’attenzione su quei fini che rendono importante lo sviluppo stesso, e non solo su alcuni mezzi che svolgono in questo processo un ruolo di primaria importanza. Sen, sottolinea che all’aumentare dell’opulenza globale il mondo contemporaneo nega le libertà elementari ad un numero immenso di esseri umani e che a volte la mancanza di libertà sostanziali è direttamente legata alla povertà materiale. In altri casi l’illibertà è strettamente connessa alla mancanza di servizi pubblici e di interventi sociali (come per esempio assenza di programmi epidemiologici, organizzazione sanitaria e scolastica debole, istituzioni incapaci di mantenere la pace o l’ordine locale); in altri ancora, la violazione delle libertà deriva direttamente dalla negazione/restrizione delle libertà politiche, civili e di partecipazione alla vita sociale, da parte di un regime.

Le illibertà, hanno un peso rilevante nella emigrazione delle persone, e saranno riprese nella definizione dell’ individuo migrante. Nel prosieguo di questo capitolo, infatti, cercheremo di carpire la multidimensionalità della decisione migratoria mettendola in relazione con il contesto di illibertà che vive il migrante potenziale ed il contesto di disguaglianza nel quale è immerso, e che spesso lo spinge appunto a migrare.