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3.2. Dal capabilities approach alla costruzione del questionario

3.2.1. Gli obiettivi di ricerca del questionario

Come abbiamo esplicitato nel titolo del primo paragrafo di questo capitolo: ci interessa la qualità di vita degli immigrati. In una società cosiddetta “sviluppata” come può essere quella italiana o quella statunitense dobbiamo preoccuparci di come ogni membro della società viva, indipendentemente della loro posizione amministrativa rispetto alle leggi migratorie. Indipendentemente, cioè, che questi siano cittadini, residenti o “sin papeles”.

      

11 L’obiettivo politico scritto nella Costituzione del 2007 e condotto dal Governo ecuadoriano è costruire un sistema

economico sociale e solidario, in cui si riconosca la centralità dell’uomo come soggetto e come fine, ma anche la natura come soggetto di diritto e in cui Stato e Mercato siano in equilibrio tra di loro e con la natura. Lo Stato sarà pianificatore dello sviluppo del paese, propizierà l’equità sociale, la trasparenza e la partecipazione. Gli obiettivi dello sviluppo saranno: migliorare la qualità e la speranza di vita, ampliare le capacità e le potenzialità degli individui. Il sistema economico sarà giusto, produttivo, solidario e sostenibile e dovrà generare lavoro dignitoso e stabile.

D’ora innanzi, tratteremo (salvo specificazione opportuna) i termini benessere, livello di vita e qualità di vita come sinonimi, ma il concetto di benessere a cui stiamo facendo riferimento è quello appena approfondito, più ampio dello standard di vita e che include anche fattori non specificamente legati alla propria qualità di vita.

L’ obiettivo della ricerca, e dunque della costruzione del questionario, è duplice:

3. misurare il benessere degli immigrati intervistati nelle città di Roma e New York: al momento dell’intervista e prima di emigrare (giusto nel momento in cui hanno deciso di intraprendere questo cammino).

4. studiare quali determinanti implicano una migliore (o peggiore) performance, in termini di benessere del migrante, nelle due città.

Le comunità migranti oggetto di studio sono quelle Ecuadoriane residenti nelle due città menzionate, nel prossimo capitolo verranno affrontate sia le ragioni della migrazione, sia le ragioni della scelta delle comunità, la definizione del campione etc., in questo invece ci concentriamo solo sulla relazione tra la teoria di riferimento e la costruzione del questionario.

Nella costruzione del questionario si è voluto misurare: 1. i funzionamenti realizzati dagli immigrati residenti a Roma e a New York e quelli realizzati nel loro paese d’origine; 2. le alternative di vita a loro disposizione prima e dopo la migrazione; 3. alcune informazioni relative alla migrazione ed ai rapporti con il proprio paese d’origine; 4. aspetti specifici di soddisfazione, benessere psicologico prima e dopo la migrazione. Oltre alle ragioni teoriche spiegate nel paragrafo anteriore, il questionario presenta questo quadruplo spazio valutativo in virtù di un altro principio “seniano” molto importante, ancor più in questo caso: le diversità e l’eterogeneità delle persone nel trasformare beni o reddito in benessere. L’autore sostiene che:

1. le persone sono eterogenee perciò (un essere umano è diverso dall’altro: un giovane un anziano, un portatore di handicap o una persona in salute, una donna incinta o un atleta) possono recepire diversamente e trasformare in diversa quantità o qualità di benessere gli stessi beni materiali o monetari;

2. le diversità ambientali (ovvero il contesto ambientale) incidono sulla qualità di vita delle persone a parità di reddito;

3. allo stesso modo, la variazione del clima sociale influisce sulla qualità di vita delle persone;

4. le differenze relative tra le persone sono importanti: i requisiti imposti dai modelli di comportamento esistenti nella fruizione delle merci possono variare da una comunità all’altra a seconda delle convenzioni e dei costumi, il fatto di essere

poveri relativamente per esempio può rendere impossibile realizzare alcuni funzionamenti;

5. la distribuzione intra-famigliare, ovvero le regole distributive dentro la famiglia possono far variare moltissimo le situazioni e la qualità di vita dei suoi singoli membri e gli obiettivi che essi possono raggiungere (Sen, 2000).

Questi cinque elementi menzionati hanno una loro ragione d’essere in generale, ma nel caso della migrazione meritano una esemplificazione, simmetrica alla loro definizione generica:

1. l’immigrato vive una condizione di diversità strutturale: a parità di reddito, in genere, un migrante deve sostenere le spese della vita quotidiana nel paese ospite (casa, cibo, trasporti, vestiario, ecc.), risparmiare (o investire) per sopperire alla mancanza di assicurazione per il futuro (nella maggior parte dei casi il migrante non riceverà una pensione) e deve mandare denaro a casa alla famiglia;

2. i migranti soffrono più o meno profondamente del cambiamento climatico da un paese all’altro e può comportare maggiori costi, tanto in termini monetari che psicologici, o di salute fisica, dovuti all’adattamento;

3. il clima sociale che un migrante vive, nella maggior parte dei casi per lo meno nel momento iniziale, non è dei più accoglienti: sentire e vivere, l’ostilità la diffidenza e anche lo sfruttamento, può implicare un incremento negativo di benessere, inoltre non si tratta solo di abuso o diffidenza proveniente dai cittadini del paese ospite ma anche dai connazionali che spesso fanno della prima accoglienza dei nuovi migranti un’occasione di sfruttamento economico;

4. se pure è vero che il migrante generalmente a livello monetario guadagna molto di più nel paese di arrivo che in quello d’origine, egli comunque fa parte dello strato più basso della scala sociale, egli è pur sempre una persona relativamente povera (anche questo ha un peso sul benessere della persona);

5. le disuguaglianze intra-familiari sono rilevanti in due direzioni nel caso della migrazione: a. spesso i migranti (come è il caso degli ecuadoriani in Europa) svolgono lavori domestici o di assistenza e cura nelle famiglie: entrano in un nucleo famigliare ma ottengono un trattamento diverso, per esempio per quanto riguarda l’alimentazione12 (ripercussioni sulla percezione del proprio benessere); b. un'altra caratteristica della distribuzione intra-famigliare iniqua è data dall’uso delle risorse

      

12 Un esempio esemplificativo riguardo questo punto, si trova nelle interviste realizzate a Roma, dove si sono registrate

diverse lamentele come la seguente: “a me controllavano ciò che mangiavo, poi l’armadio con il cibo per il cane era più fornito che nessun altro. “Trattano meglio gli animali che noi” oppure “la signora contava i biscotti che mangiavo, una scatola doveva durare tutta la settimana”.  

o dei beni famigliari a livello transnazionale. Le famiglie hanno una dimensione extranazionale (padre negli Usa per esempio e il resto della famiglia nel paese d’origine), generalmente il membro all’estero gode un paniere di beni di qualità inferiore rispetto a quella di cui godono i suoi membri rimasti a casa, infatti se pure negli Usa, per esempio, si spendono più soldi per l’affitto o per l’alimentazione, con la quantità di denaro che la famiglia riceve, nel paese in via di sviluppo, i beni ed i servizi acquisibili sono maggiori e di maggiore qualità.

In virtù di queste, e molte altre eterogeneità che colpiscono le persone e ancor di più la categoria dei migranti, il questionario si compone di diverse decine di domande e sotto domande volte ad investigare i vari aspetti della vita del migrante, prima e dopo la migrazione, che misurano gli standard di vita materiale come psicologici e gli stati di animo.