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Adeguamento dell’ordinamento regionale a quello comunitario e nuove opportunità di intervento

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LE POLITICHE REGIONALI NELLE MATERIE DI INTERESSE COMUNITARIO

VII) ATTIVITÀ PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO

VII.1 Adeguamento dell’ordinamento regionale a quello comunitario e nuove opportunità di intervento

VII.1.1 Ambito comunitario: il programma di lavoro della Commissione per il 2010

Il 31 marzo 2010 la Commissione europea ha adottato il suo programma di lavoro per il 2010. Il programma, ispirato agli orientamenti del presidente Barroso nel settembre 2009, definisce il quadro delle priorità e delle iniziative che saranno perseguite e promosse dalla Commissione nel corso di quest’ anno e delinea gli impegni e gli obiettivi politici principali che essa intende affrontare fino al 2014. Si tratta di un programma ambizioso che si caratterizza rispetto ai precedenti, focalizzati su obiettivi annuali, per la prospettiva pluriennale che consentirà una migliore collaborazione con le altre istituzioni comunitarie e garantirà la necessaria flessibilità per adeguare la visione di lungo periodo alle sopravvenute circostanze. La commissione auspica, per tale motivo, che il programma di lavoro per il 2010 divenga uno dei principali pilastri della programmazione interististuzionale comune prevista dal Trattato di Lisbona.

VII.1.2 Ambito regionale: diversi strumenti di attuazione dell’ordinamento comunitario

Ciò premesso occorre anzitutto considerare che lo scenario economico nel corso degli ultimi anni è stato caratterizzato dagli effetti della crisi economica sull’economia mondiale, generando preoccupazioni anche per l’economia regionale sia sul versante delle imprese che del lavoro. Per contrastarne gli effetti, la Regione Emilia-Romagna ha adottato interventi volti a rafforzare il sostegno agli investimenti delle imprese e ad assicurare liquidità al sistema produttivo, attivando tavoli di confronto permanenti con associazioni imprenditoriali, banche e consorzi fidi.

Alle priorità strutturali per lo sviluppo economico regionale e agli obiettivi di innovazione e competitività, si sono affiancate le priorità legate al superamento della crisi e alla creazione delle condizioni per una pronta ripresa. In tale contesto, sono state messe in campo misure straordinarie per contrastare la crisi, in un’ottica di stretta integrazione con le politiche per il rafforzamento competitivo del sistema economico-produttivo di più lungo periodo. I primi interventi hanno avuto come obiettivo il rafforzamento del sistema della garanzia e del sostegno al credito a breve termine per favorire e assicurare la continuità nell’erogazione del credito alle PMI regionali. A tal fine sono stati, infatti, sottoscritti accordi con Unioncamere, Consorzi fidi e 48 Istituti di credito, finalizzati a far fronte alle esigenze di liquidità delle aziende e favorire il consolidamento dei crediti dal breve al medio termine, garantendo condizioni di finanziamento adeguate con i piani di rientro delle imprese. Nel frattempo la Regione ha attivato il Tavolo con associazioni imprenditoriali e sindacali, enti locali ed Unioncamere, per condividere obiettivi, indirizzi e criteri che ha portato nel mese di maggio 2009 alla sigla del “Patto per attraversare la crisi”, e la definizione delle modalità per la

gestione degli ammortizzatori sociali in deroga. Tali interventi, che si sono affiancati anche al rafforzamento delle politiche per l’innovazione e la ricerca e l’internazionalizzazione del sistema produttivo regionale, messe in campo dalla nostra Regione, hanno costituito una prima risposta concreta per il sistema produttivo regionale in un contesto contraddistinto da crescente incertezza e da difficoltà produttive e di mercato che ha interessato tutte le principali economie industrializzate, per costruire le premesse per il superamento della crisi e per il rilancio competitivo della regione. In particolare, nel 2009 le politiche regionali in materia di attività produttive e sviluppo economico hanno riguardato l’operatività del Piano Triennale per le Attività Produttive e del Programma Regionale per la Ricerca Industriale, l’Innovazione e il Trasferimento Tecnologico, del Piano Energetico Regionale e lo sviluppo della piena operatività degli interventi previsti dal Programma Operativo Regionale del Fondo europeo di sviluppo regionale 2007-2013. Gli interventi del POR FESR 2007-2013, che conta su uno stanziamento di 347 milioni di euro, consentono di rafforzare diversi ambiti di programmazione della Regione volti a realizzare politiche di sistema già avviate attraverso strumenti propri come il Programma Triennale per le Attività Produttive, il Programma Regionale per la Ricerca Industriale, l’Innovazione e il Trasferimento Tecnologico (PRRIITT) e il Piano Energetico Regionale. Attraverso la sinergia tra i diversi strumenti di programmazione, la strategia regionale punta da un lato a rafforzare le reti per lo sviluppo del sistema produttivo regionale e dall’altro ad indirizzare le misure di incentivazione diretta delle imprese verso la ricerca industriale, l’innovazione tecnologica e organizzativa, l’internazionalizzazione delle imprese e delle principali filiere produttive perseguendo i seguenti obiettivi specifici: -consolidare il sistema regionale della ricerca e del trasferimento tecnologico, incentivando la collaborazione tra università, centri di ricerca e mondo imprenditoriale e produttivo;

-sviluppare la società dell’informazione nel sistema regionale a livello di infrastrutture, sistemi, servizi, conoscenza, attraverso una stretta cooperazione interistituzionale e con la fornitura di servizi avanzati alla società civile; migliorare l’ambiente economico per la nascita e lo sviluppo delle piccole imprese e delle loro filiere produttive, con un’attenzione particolare alla semplificazione dei rapporti con la pubblica amministrazione; -favorire i processi di internazionalizzazione del sistema produttivo e del sistema fieristico; promuovere un sistema regionale del credito innovativo, efficiente e accessibile soprattutto per le piccole e medie imprese;

stimolare l’adozione di forme innovative di organizzazione e gestione delle imprese; -promuovere l’efficienza, la sostenibilità e la qualità energetica nel contesto regionale. Tali politiche sono promosse dai principali strumenti di programmazione dell’Amministrazione regionale:

– il Programma Triennale per le Attività Produttive che comprende anche il Programma Regionale per la Ricerca Industriale, l’Innovazione e il Trasferimento Tecnologico (PRRIITT);

– il Programma Operativo Regionale FESR 2007-2013;

– le leggi per l’artigianato e la cooperazione;

– le misure in materia energetica ed in primis il Piano Energetico Regionale, come previsto dalla Legge regionale n. 26/2004;

– le misure a gestione regionale del Programma Operativo FEP 2007-2013 per lo sviluppo dell’economia ittica;

– Il Piano ittico regionale 2006-2010 (PIR) ; il Piano Telematico Regionale.

Nella valutazione della qualità dello sviluppo, l’Emilia Romagna ha da tempo superato la considerazione di reddito ed occupazione come uniche variabili di riferimento: allo stesso tempo, i termini “sviluppo e coesione territoriale” sottintendono un concetto di territorio inteso non solo come distribuzione spaziale, ma anche come concentrazione locale di relazioni sociali, produttive, culturali, istituzionali con un forte effetto identitario. Sulla base di questa interpretazione strategica dello sviluppo, l’Emilia Romagna è riuscita a riprodurre un diffuso equilibrio tra sviluppo economico e coesione sociale, favorendo il rafforzamento delle identità dei territori, garantendo ai cittadini buone condizioni in media nell’accesso ai servizi. Ciò ha consentito all’Emilia-Romagna, grazie anche alla posizione geografica, di giungere a far parte del gruppo delle regioni europee più avanzate.

Tuttavia, le sfide per i prossimi anni non sono meno importanti: l’allargamento della competizione fra territori e dell’Europa nel suo complesso a livello mondiale, le forti pressioni esercitate dai fattori demografici e sociali, oltre che le recenti crisi nei mercati economici e finanziari, hanno evidenziato la necessità di ripensare modelli e strategie. Per questo motivo la Regione ha intrapreso negli ultimi anni la costruzione di un nuovo Piano Territoriale Regionale, che punta ad elaborare una visione fortemente innovata dello sviluppo regionale, fondata partendo da un concetto ampio di sostenibilità, che includa sviluppo economico, coesione sociale, qualità ambientale, capacità istituzionale di governo, per assicurare alla comunità regionale un maggiore e migliore equilibrio nell’accesso ai servizi ed una più alta qualità della vita.

In questo modo, l’Emilia Romagna intende cogliere le opportunità di sviluppo che derivano dalla propria collocazione di snodo tra le aree forti dell’Europa centro-settentrionale, il bacino del Mediterraneo e l’area adriatico-danubiana, contribuendo ad un processo di sviluppo che vede come protagonisti non solo le più importanti realtà metropolitane europee ma anche le città e le regioni di medie dimensioni.

Attualmente l’Emilia-Romagna, come l’Europa in generale, deve trasformare le sfide cui deve far fronte (invecchiamento della popolazione, maggior concorrenza mondiale, cambiamenti tecnologici, pressioni sull’ambiente) in nuove prospettive per modernizzare l’economia, proponendo nel contempo soluzioni sostenibili ma anche in grado di garantire, seppur trasformandolo, il modello sociale europeo. Tra i grandi obiettivi:

– sostenere la conoscenza e l’innovazione;

– attirare maggiori investimenti e facilitare il lavoro;

– creare più posti di lavoro e di migliore qualità.

Tali obiettivi non sono soltanto al centro dei programmi dei Fondi strutturali ma più in generale l’essenza delle politiche di sviluppo economico della Regione Emilia-Romagna, vale a dire: l'investimento nella conoscenza e nell'innovazione, il potenziale delle imprese e delle PMI, la modernizzazione dei mercati del lavoro e il settore energetico nel quadro delle sfide connesse al cambiamento climatico.

Al fine di rendere le regioni europee motori di nuova conoscenza e innovazione è necessario un cambiamento strutturale dell'economia ed un nuovo orientamento verso le attività basate sulla conoscenza. Perché ciò possa avvenire, è necessario:

– incrementare e migliorare gli investimenti nella ricerca e nello sviluppo tecnologico ( RST ), in particolare nel settore privato (compreso, ad es., il ruolo dei partenariati pubblici/privati (PPP), delle piccole e medie imprese (PMI) e della cooperazione fra imprese);

– agevolare l'innovazione e incoraggiare l'istituzione di imprese, al fine di perseguire l'obiettivo di promuovere un clima favorevole alla produzione, alla diffusione e all'utilizzo delle nuove conoscenze (imprenditorialità);

– promuovere la società dell'informazione e la diffusione delle dotazioni in tema di tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) delle imprese e dei privati;

– migliorare l'accesso al finanziamento creando dispositivi di ingegneria finanziaria, sostenendo al contempo strumenti finanziari diversi dalle sovvenzioni.

In tema di occupazione, per creare e mantenere posti di lavoro qualitativamente migliori, è necessario attirare in modo duraturo verso il mercato del lavoro un maggior numero di persone, modernizzando i sistemi di protezione sociale, migliorare la capacità d'adattamento dei lavoratori e sviluppare la capacità delle amministrazioni e dei servizi pubblici.

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