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A.1 Il contesto di riferimento

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LE POLITICHE REGIONALI NELLE MATERIE DI INTERESSE COMUNITARIO

IX. A.1 Il contesto di riferimento

La valorizzazione delle risorse umane e del sapere come leva per l’innovazione e la qualificazione del lavoro come strumento per la qualità dello sviluppo rappresentano, in coerenza con i Documenti di politica economico-finanziaria (DPEF), gli obiettivi prioritariamente perseguiti dalla Direzione Generale Cultura Formazione e Lavoro, nell'ambito delle cinque priorità d’intervento: Welfare; Innovazione, Conoscenza, Capitale umano; Internazionalizzazione; Qualità e sostenibilità dello sviluppo; Sviluppo e qualità territoriale.

IX.A.1.1 Welfare

Per contrastare il rischio di impoverimento e di esclusione sociale l'attenzione si è in primo luogo concentrata sulla realizzazione di interventi volti a garantire pari opportunità di accesso all’istruzione, alla formazione e al lavoro. In questa logica le politiche hanno perseguito l’obiettivo del successo formativo e dell’inclusione lavorativa delle persone in condizioni di svantaggio, per prevenire ogni forma di discriminazione nel mercato del lavoro e di marginalizzazione dal contesto sociale, anche attraverso azioni formative e di accompagnamento al lavoro.

Le politiche di formazione e lavoro hanno trovato riferimento nelle “Linee di programmazione e indirizzi per il sistema formativo e per il lavoro 2007-2010” e si sono rivolte, in particolare, all'inserimento e alla stabilizzazione nel lavoro dei disabili, attraverso l’integrazione dei diversi strumenti e delle differenti competenze istituzionali. Gli interventi sono stati finalizzati alla realizzazione di attività volte a sostenere la formazione continua e permanente, in particolare dei lavoratori a rischio maggiore di esclusione, e l’inserimento/reinserimento lavorativo degli adulti, alla promozione di percorsi formativi mirati al reingresso nel mondo del lavoro, nonché al sostegno dell'inserimento lavorativo di immigrati, disabili, persone in disagio sociale, donne adulte e giovani in cerca di prima occupazione con titoli di studio deboli, over 45 anni, lavoratrici straniere addette ai lavori di cura.

Per quanto riguarda le politiche mirate ai giovani, gli obiettivi individuati dalla L. R. n. 14/08 in una logica di trasversalità ed integrazione tra i vari settori di intervento regionale, hanno riguardato, in particolare, il lavoro, la formazione, l’occupazione e il sostegno all’imprenditorialità giovanile, nonché la partecipazione responsabile, l’educazione alla cittadinanza, la mobilità e la cittadinanza europea.

Un primo risultato dello sforzo di operare in una logica di integrazione è stato rappresentato dalla programmazione degli interventi contenuti nell’Accordo di Programma Quadro GECO-Giovani evoluti e consapevoli, le cui linee strategiche si sono rivolte alla promozione della produzione e della fruizione culturale dei giovani, a favorire l’accesso dei giovani al lavoro e all’impresa nei settori produttivi emergenti ed a promuovere l'informazione, la partecipazione, la cittadinanza attiva e il dialogo interculturale.

IX.A.1.2 Innovazione, conoscenza, capitale umano: il sapere e la formazione superiore come leva per l’innovazione e lo sviluppo

Ai fini dell'innalzamento delle competenze di tutti i cittadini, particolare attenzione è stata dedicata alla ricerca di un equilibrio tra le politiche a favore delle fasce più deboli sul mercato del lavoro, per promuoverne l’inclusione sociale e lavorativa, e le politiche rivolte alle alte professionalità, per perseguire l’innovazione delle organizzazioni, nonché tra lo sviluppo delle competenze per i lavoratori (anche per percorsi di carriera, percorsi di mobilità e di riqualificazione) e delle competenze per gli imprenditori e per le imprese, al fine di incentivare la competitività del sistema economico. Le priorità delle politiche di formazione per la crescita, lo sviluppo della società della conoscenza e il sostegno all’innovazione hanno riguardato in particolare la costituzione dei

“Poli tecnici”, previsti dall’accordo tra la Regione e le province per l’attuazione del Piano triennale dell’offerta di formazione alta, specialistica e superiore, e la realizzazione di interventi volti a favorire l’ imprenditorialità innovativa, la ricerca applicata, il trasferimento tecnologico, la ricerca e lo sviluppo precompetitivo, l’innovazione organizzativa e manageriale e la qualificazione del capitale umano.

IX.A.1.3 Internazionalizzazione e rapporti con l'UE: l’internazionalizzazione produttiva e commerciale

Le politiche dell’istruzione, della formazione e del lavoro supportano i processi di internazionalizzazione del sistema regionale attraverso la realizzazione e lo sviluppo di iniziative su base interregionale e transnazionale, con particolare attenzione allo scambio di buone pratiche.

Tra le azioni prioritarie vengono in considerazione la realizzazione di partenariati con specifici settori produttivi o territori, il sostegno ai processi di mobilità e di reperimento di adeguate competenze professionali, mediante interventi di formazione all’estero, nonché il sostegno a scambi transazionali tra enti dei sistemi regionali del lavoro, formazione, istruzione e Università.

IX.A.1.4. La qualità del lavoro per la qualità dello sviluppo

Nel quadro della strategia di Lisbona, le politiche attive del lavoro, in cui la formazione professionale assume un ruolo strategico per l’innovazione e la qualificazione delle competenze in

quanto leve centrali per affrontare la crisi e favorire la ripresa dello sviluppo sociale ed economico della regione, sono improntate a:

- prevenire e contrastare ogni forma di espulsione dal mercato del lavoro, attraverso il potenziamento dell’adattabilità e occupabilità delle persone;

- sostenere le imprese e i sistemi di imprese che investono nei processi di riorganizzazione e innovazione, al fine di affrontare l’attuale situazione contingente in un’ottica non solo di superamento della crisi ma di riposizionamento, per essere adeguatamente attrezzate ad affrontare la ripresa;

- mantenere la cultura imprenditoriale e del “fare impresa”, patrimonio di questa regione, per non disperdere la ricchezza del tessuto produttivo regionale, valorizzando le professionalità acquisite nel lavoro.

Le politiche attive, intese come opportunità formative, tendono a:

- garantire l’effettività del mantenimento in azienda del personale temporaneamente sospeso;

- favorire il reinserimento occupazionale del singolo lavoratore e pertanto fortemente personalizzate e correlate alla costruzione di un reale percorso di ricollocazione professionale;

- rispondere alle esigenze di professionalizzazione di tutti i lavoratori ai fini della conservazione del posto di lavoro o del reinserimento qualificato, quali condizioni per contrastare l’esclusione sociale e forme di marginalità e prevenire il rischio di clandestinità dei lavoratori stranieri, promuovendone l’alfabetizzazione linguistica quale fattore di integrazione e inclusione;

- favorire la partecipazione dei lavoratori e la conciliazione tra attività lavorative e impegni familiari, anche in una prospettiva di genere, e pertanto caratterizzate da modalità organizzative, tempi e orari di erogazione e distribuzione territoriale, tali da minimizzare i costi e disagi a carico delle persone e rimuovere le cause che discriminano le donne;

- promuovere l’apporto di tutti, ciascuno per le proprie potenzialità, aspettative e attitudini, nel contribuire alla ripresa economica di un territorio che deve mantenere le proprie caratteristiche di coesione sociale;

- promuovere l’assunzione della responsabilità sociale delle imprese, quale strumento per l’innalzamento della qualità del lavoro e per questa via anche la valorizzazione delle competenze professionali.

Le azioni principali si sono tradotte nella:

- definizione ed attuazione del “Piano di politiche attive del lavoro per attraversare la crisi, salvaguardando capacità produttive e professionali, occupazione, competitività e sicurezza sociale", che prevede attività di formazione e accompagnamento rivolte primariamente a lavoratori interessati da provvedimenti di ammortizzatori sociali in deroga, attività di formazione ed accompagnamento per le imprese ed i sistemi di imprese, attività di formazione e accompagnamento dei lavoratori al ruolo imprenditoriale;

- attuazione del “Piano generale degli interventi per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro”

nonché del “Piano straordinario della formazione per la sicurezza”;

- promozione di iniziative di formazione rivolte a giovani assunti con contratti di apprendistato, finalizzate ad accrescere le competenze nel mercato del lavoro e ad acquisire come titolo professionale la qualifica all’interno del Sistema regionale delle qualifiche;

- definizione degli standard formativi per la sicurezza;

- definizione ed approvazione di standard essenziali delle prestazioni erogate dai servizi per il lavoro;

- erogazione di vouchers conciliativi per le famiglie con bambini sotto i tre anni d’età per favorire il contenimento delle spese familiari e l’estensione dei servizi autorizzati, in un contesto come quello attuale caratterizzato da carenza di posti e liste d’attesa consistenti;

- realizzazione del Sistema regionale delle qualifiche, con il repertorio di figure professionali che corrispondono alle esigenze del mondo del lavoro;

- applicazione del Sistema regionale di formalizzazione e certificazione delle competenze, basato sulle qualifiche e sulle unità di competenza, per consentire la certificazione delle competenze acquisite, assicurarne il riconoscimento come crediti formativi nell’ambito del sistema di istruzione e formazione e favorire la mobilità dei lavoratori, coerentemente con gli obiettivi europei di trasparenza;

- promozione dell’imprenditorialità innovativa per la creazione di lavoro autonomo, con particolare attenzione ai settori ad alta innovazione.

IX.A.1.5 La cultura

La cultura rappresenta un fattore fondamentale per lo sviluppo della persona e la qualità della vita dei cittadini e dei territori, capace di accrescere le potenzialità dei singoli, promuovere la coesione sociale e realizzare nuove forme di investimento e progresso economico.

Le politiche culturali sono articolate su tre ampi settori di intervento: lo spettacolo, la promozione culturale ed i beni culturali.

Gli obiettivi prioritari delle politiche culturali sono stati il consolidamento e la qualificazione dell'offerta culturale e di spettacolo, la promozione delle attività culturali e di spettacolo, nonché la conservazione e valorizzazione del patrimonio storico, artistico, culturale e naturale nel territorio regionale.

I principali riferimenti normativi per la realizzazione delle attività volte al raggiungimento dei suddetti obiettivi sono costituiti dalle seguenti leggi regionali:

- legge regionale 30 giugno 2003, n. 12, contenente “Norme per l’uguaglianza delle opportunità di accesso al sapere, per ognuno e per tutto l’arco della vita, attraverso il rafforzamento dell’istruzione e della formazione professionale, anche in integrazione fra loro” che, coerentemente alle strategie europee che correlano strettamente le politiche per l'istruzione, la

formazione, l’occupazione e la coesione sociale, si propone di rafforzare e qualificare ulteriormente il sistema formativo nel territorio regionale e di porre le condizioni affinché tale sistema, nelle sue componenti essenziali dell'istruzione e della formazione professionale, accompagni le persone al successo formativo e all'acquisizione di saperi per tutta la vita, nel rispetto delle attitudini personali e per il superamento delle diseguaglianze determinate dalle diverse condizioni socio-economiche di partenza. In particolare, si propone di rafforzare l'identità del sistema della formazione professionale, intervenendo attraverso la definizione dei tratti caratterizzanti del sistema, quali l'accreditamento dei soggetti, l'individuazione delle tipologie formative, dei profili professionali, delle qualifiche e delle certificazioni di competenza, anche per realizzare il principio della pari dignità fra istruzione e formazione professionale;

- legge regionale 1 agosto 2005, n. 17, recante “Norme per la promozione dell’occupazione, della qualità, sicurezza e regolarità del lavoro", il cui obiettivo primario consiste nella promozione e nel sostegno di un sistema di politiche, servizi ed azioni diretto ad accompagnare le persone e le imprese nei processi di transizione al lavoro, di inserimento e consolidamento professionale, nonché di stabilizzazione della condizione lavorativa, nella convinzione che coerentemente con la Costituzione e con i principi e gli obiettivi dell’Unione Europea, il lavoro costituisca il valore e la condizione di riferimento per rafforzare la coesione e l’integrazione sociale e per promuovere lo sviluppo, l’innovazione e la competitività delle produzioni e dei territori;

- legge regionale 27 luglio 2007, n. 15 "Sistema regionale integrato di interventi e servizi per il diritto allo studio universitario e l'alta formazione", con la quale la Regione Emilia-Romagna, al fine di concorrere allo sviluppo e alla qualità sociale della comunità regionale, promuove e disciplina un sistema integrato di servizi ed interventi volto a rendere effettivo il diritto di raggiungere i più alti gradi dell'istruzione, del sapere e delle competenze ed a garantire l'uniformità di trattamento su tutto il territorio regionale, specificatamente mirato a: favorire e promuovere, in condizioni di pari opportunità, il conseguimento dei più alti livelli formativi, con particolare attenzione per i capaci e meritevoli, ancorché privi o carenti di mezzi; favorire e promuovere, in raccordo con le istituzioni universitarie, gli enti di ricerca e gli enti economici, l'internazionalizzazione dei percorsi formativi, di ricerca e professionali; elevare quantitativamente e qualitativamente gli esiti positivi della formazione superiore, della ricerca e dell'occupazione in ambito regionale, d'intesa con Università, enti locali, enti economici e parti sociali; promuovere un sistema informativo di supporto nella scelta delle opportunità in materia di istruzione universitaria e di alta formazione, compresa la formazione per la ricerca; favorire la positiva integrazione tra popolazione studentesca, in particolare non residente, e comunità locali, promuovendo un ampio e diversificato sistema di accoglienza in raccordo con gli enti locali;

- legge regionale 28 luglio 2008, n. 14, "Norme in materia di politiche per le giovani generazioni" con la quale la Regione intende, tra l'altro, favorire l'accesso dei giovani ad attività di formazione superiore, continua e permanente, concedendo assegni formativi, nonché alle attività

transnazionali promosse dalla decisione n. 1720/2006/CEE del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 15 novembre 2006, relativa all'istituzione di un programma d'azione nel campo dell'apprendimento permanente.

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