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N ON SOLO M ADRID E B ARCELLONA L ’ IMPATTO AUDIOVISIVO DELLA GUERRA CIVILE NELLE ALTRE REALTÀ DELLA S PAGNA

ANALISI DELLE STRUTTURE INFORMATIVE NELLA CINEMATOGRAFIA SPAGNOLA DI ATTUALITÀ

2.9 N ON SOLO M ADRID E B ARCELLONA L ’ IMPATTO AUDIOVISIVO DELLA GUERRA CIVILE NELLE ALTRE REALTÀ DELLA S PAGNA

 

Quando si pensa alla rappresentazione cinematografica nazionale della guerra di Spagna, Madrid e Barcellona si prefigurano immediatamente come gli scenari convenzionali di questa attività. Tuttavia, è sbagliato pensare che la grande produzione filmica avviata nei tre anni di guerra abbia avuto come unico riferimento la capitale catalana e quella castigliana. Esistono tante realtà locali che hanno saputo offrire una produzione audiovisiva del conflitto altrettanto importante; una produzione, questa, che non sempre però viene messa in luce dalla storiografia cinematografica spagnola che, fino ad ora, ha proposto un approccio alla questione assai limitato giacché considera unicamente i due grandi centri di produzione come referenti inequivocabili e indiscutibili dai quali si è generata la rappresentazione dell’evento bellico. Alla luce di questa impostazione, non è un caso che gli studi sul rapporto tra cinema e guerra abbiano sviluppato un punto di vista univoco e unidirezionale che trascura l’impatto del fenomeno nelle altre regioni della Spagna. E non è un caso che la diretta conseguenza di questa impostazione si manifesti con una carenza tangibile di studi sul tema. Tuttavia, i timidi studi disponibili sull’argomento hanno permesso, in questo specifico contesto, di effettuare un “balzo in avanti” nella dimensione della ricerca: avvalendosi del supporto delle poche fonti secondarie reperibili e delle frammentarie fonti audiovisive disponibili è stato possibile effettuare un’indagine sul tema con il fine di mettere in rilievo gli aspetti più caratteristici della rappresentazione della guerra a livello locale. Si è così arrivati a dare una definizione dell’impatto cinematografico della guerra nel piccolo centro di Albacete, nei Paesi Baschi, nella zona dell’Aragona così come in Andalusia. Se è

lecito affermare che tanto il Noticiario Español quanto España al dia sono riconducibili, nella coscienza collettiva degli spagnoli, a dei modelli propagandistici ben precisi e geograficamente circoscritti, allo stesso modo è doveroso rintracciare gli elementi che hanno caratterizzato la produzione cinematografica che è fiorita al di là della Catalogna e della Castiglia o che ha investito le piccole realtà appartenenti a queste stesse regioni. Si tratta di un’indagine che mira a verificare non solo la risonanza filmica della guerra a livello locale, ma che vuole individuare i confini di un fenomeno che, contrariamente a quanto si è soliti pensare, non ha investito solo le due grandi capitali.

Nell’aerea dei Paesi Baschi, la guerra civile ha avuto un impatto particolare non solo dal punto di vista politico e militare, ma anche cinematografico.196 La dimensione di tale impatto si deve soprattutto ad eventi di eco internazionale, come è stato il bombardamento aereo da parte dall’aviazione nazifascista sulla cittadina di Guernica. In occasione di quel tragico evento, gli operatori cinematografici di tutto il mondo accorrono sul luogo per filmare quel che resta della città, denunciando di fatto attraverso le cineprese uno degli atti di guerra più brutali della storia del Novecento. Tuttavia, per poter analizzare le caratteristiche e la carenze proprie della produzione basca durante il conflitto, è opportuno fare un salto indietro per capire in che modo si è strutturata la cinematografia durante gli anni della Seconda Repubblica. Come avviene nel resto della Spagna, gli anni Trenta portano anche nei Paesi Baschi profondi cambiamenti sociali e istituzionali. Dal punto di vista strettamente politico, la proclamazione della Repubblica nell’aprile del 1931 apre una nuova tappa storica nella quale, per la prima volta in Spagna, si instaura un regime democratico. Il Partido Nacionalista Vasco (PNV) si converte nella prima forza politica della regione, sebbene sia i carlisti – raggruppati nella Comunión Tradicionalista – che la sinistra del PSOE fossero ben radicati nelle zone di Vizcaya e Guipúzcoa. Durante gli anni della Seconda Repubblica, il PNV si fa promotore e portavoce delle aspirazioni di autonomia della propria regione e il processo per ottenere uno Statuto che sancisca formalmente l’autonomia diventa il problema       

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Un esaustivo studio sull’argomento, è il lavoro di S. De Pablo, Tierra sin paz. Guerra civil, cine y propaganda en el País Vasco, Madrid, Biblioteca Nueva 2006.

chiave della politica regionale. Ma allo scoppio della guerra civile, lo Statuto non è ancora stato concessso.197

Gli anni Trenta, in Spagna come in Europa, portano cambiamenti importanti anche a livello sociale e culturale; nei Paesi Baschi, immersi nel processo di transizione da una società tradizionale ad una socieà moderna, il cinema diventa uno dei simboli della nuova cultura di massa, convertendosi nel mezzo di intrattenimento popolare più amato. L’introduzione del sonoro, apparso per la prima volta a Bilbao nel novembre del 1929, e l’estensione delle sale cinematografiche in diverse località della zona si inseriscono tra le novità più rilevanti del periodo. La maggior parte dei cinema proietta lungometraggi realizzati dai produttori americani. Secondo uno studio proposto da J. B. Heinink, “delle 3307 pellicole sonore proiettate a Bilbao tra il 1929 e il 1937, più di 2000 provengono dal Nord America e mantengono il sonoro in lingua inglese”. 198 Così, a fronte del grande successo dei film stranieri, si genera in Spagna una “crisi” delle pellicole nazionali, dovuta non solo alle preferenze del pubblico dell’epoca – affascinato dalle produzioni nordamericane e, in misura minore, da quelle francesi e tedesche – ma anche ad un arresto della produzione a causa dei costi elevati introdotti dal sonoro. Al contrario, la realizzazione di documentari e notiziari, che comporta minori investimenti ma maggiore diffusione, sembra avere più fortuna. Tra questi figura il Reportajes Mezquíriz de última hora, un notiziario locale proiettato nel 1935 a Bilbao, creato dal fotografo navarro Miguel Mezquíriz, futuro operatore del campo franchista durante la guerra civile nonché corrispondente nei Paesi Baschi per diversi notiziari europei.199 In un’epoca di

      

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Per una storia politica della regione basca si veda, J. L. de la Granja, Nacionalismo y II República en el País Vasco, Madrid, Centro de Investigaciones Sociológicas-Siglo XXI, 1986

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Le pellicole americane che arrivano sugli schermi cinematografici baschi non sono doppiate. Di fatto, nel periodo compreso tra il 1927 e il 1939, solamente 258 pellicole erano in castigliano, delle quali ben 114 erano produzioni straniere filmate però in spagnolo. Sull’argomento si veda lo studio di J. B. Heinink, Catálogo de la películas estrenadas en Vizcaya, 1929-1937, Bilbao, Museo de Bellas Artes 1986

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Nel corso degli anni Trenta, i Paesi Baschi diventano lo scenario di riprese filmate dai produttori di notiziari cinematografici europei. Il più importante è il documentario francese Au Pays des basques del 1930, prodotto dalla Gaumont, le cui immagini saranno riutilizzate per montare documentari durante la guerra civile. Il documentario è passato alla storia per essere il primo film sonoro in lingua basca, anche se in realtà si tratta di un’opera di transizione dal muto al sonoro, con sottotitoli in francese. Il documentario, che contiene soprattutto immagini della costa e dei Pirenei, dava una visione idilliaca del popolo basco e della sua libertà originaria, simboleggiata dal famoso albero di Guernica. Tuttavia, il caso francese non è un’eccezione: anche il notiziario americano Hearst Metrotone News include, già nel 1932, immagini folkloristiche di Bilbao all’interno del proprio cinegiornale. Ibidem p. 15 

intensa vita politica, la possibilità di utilizzare il cinema come strumento di propaganda e di socializzazione viene presa in considerazione dai diversi partiti, in particolar modo dal PNV. Il lavoro più interessante che muove in questa direzione è il documentario di propaganda Euzkadi, prodotto dal dirigente del PNV, Teodoro Hernandorena.200 Se è vero che l’avvento del sonoro comporta delle difficoltà nella realizzazione di film di alto livello, è vero anche che per la prima volta proprio il sonoro avrebbe permesso l’avvio di una produzione esclusivamente in lingua basca.

Nella zona franchista basco-navarra, il cinema di evasione è durante la guerra civile uno degli spettacoli più popolari. Si stima che fino al 18 luglio del 1936 sono presenti sul territorio basco oltre 200 sale cinematografiche sparse tra Vizcaya, Giupúzcoa e Álava, alle quali si devono aggiungere altre 20 sale allestite per proiezioni in pubblico appartenenti ai collegi dei religiosi.201 Le sale cinematografiche sorgono nelle zone con maggiore concentrazione di abitanti; di fatto, nei piccoli centri e nelle aree rurali, il grado di penetrazione del cinema rimane decisamente scarso. In conformità a quanto avviene nelle altre zone della Spagna, anche nei Paesi Baschi le sale cinematografiche diventano il luogo in cui lo spettacolo del nazional-cattolicesimo imperante si manifesta; un fenomeno dal forte impatto propagandistico che, attraverso l’esecuzione obbligatoria dell’inno nazionale prima di ogni spettacolo accompagnata dall’immagine di Franco sul grande schermo, coinvolge lo spettatore in un rito di partecipazione emozionale ben strutturato. Tuttavia, se si considerano i gusti del pubblico, sembra esserci una continuità       

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Euzkadi è il frutto delle riprese realizzate dagli operatori catalani in occasione della visita di alcuni rappresentanti nazionalisti catalani nei Paesi Baschi, nel marzo del 1933. Proiettato per la prima volta nei cinema di San Sebastián e Bilbao nel dicembre del 1933, il film ottiene subito un enorme successo. Si tratta del primo lungometraggio spagnolo di propaganda di un partito politico. Di fatto, il contenuto del film riflette le idee fondamentali del nazionalismo basco dell’epoca, che si ritroveranno in alcuni documentari presentati durante la guerra civile: origine remota e indipendenza secolare del popolo basco, visione idilliaca della famiglia tradizionale e religiosità naturale. Ma l’intento propagandistico della pellicola anima gli animi dei soli nazionalisti, dato il nullo eco che la stampa estranea al PNV dedica al film e alla distribuzione rivolta esclusivamente ai centri nazionalisti. Passato l’entusiasmo iniziale, l’interesse per il film va scemando. Gli storici sostengono che durante la guerra civile la pellicola sia stata sequestrata e distrutta dai franchisti e che, allo stato attuale, non esistano copie del film. Sull’argomento si veda, A. Del Amo, Catálogo general del cine de la guerra civil, op. cit., pp. 95-102

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Vizcaya e Giupúzcoa sono le città con il maggior numero di sale cinematografiche, 119 in totale, 91 delle quali dotate di impianto per il sonoro. Al contrario, la provincia di Álava possiede 11 sale, solo 4 attrezzate per il sonoro. Sull’argomento si veda, C. Garitaonandia, “La escasa producción del cine vasco durante la guerra civil” in A. Del Amo, Ibidem, pp. 95-102

evidente tra il periodo della Seconda Repubblica e lo scoppio della guerra civile: ancora una volta, le pellicole preferite dalla popolazione basca sono quelle nord americane, poiché permettono di evadere dalla dura realtà a cui costringe la guerra.

Ma la guerra porta con sè il dovere di informare e soprattutto di costruire una propaganda che accentui gli aspetti dell’una e dell’altra parte in campo. Nei Paesi Baschi, il carattere propagandistico degli spettacoli è fortemente ricalcato dall’abbondante presenza di notiziari e documentari realizzati dall’Istituto Luce e dalla casa di produzione tedesca UFA.202 C’è da dire però che nei tre anni di guerra, la produzione basca relazionata al tema del conflitto è decisamente scarsa; di fatto, le grosse difficoltà che affliggono il cinema nazionale prima della guerra si accentuano con lo scoppio delle ostilità. Le poche pellicole realizzate tra il 1936 e il 1939 sono opera di imprese radicate fuori dal territorio basco. Tuttavia, una concentrazione nella produzione si ha nel 1937, anno in cui la zona si rende, suo malgrado, protagonista dei principali avvenimenti bellici. L’offensiva franchista su Vizcaya, il bombardamento di Guernica, la presa di Bilbao e la conquista del fronte del Nord danno origine ad una serie di produzioni cinematografiche che ricalcano alla perfezione la visione franchista della guerra.

L’offensiva franchista su Vizcaya, tra il 31 marzo e il 19 giugno del 1937, dà origine alla pellicola Frente de Vizcaya y 18 de julio, prodotta dalla Sección de Cine de la Delegación Nacional de Prensa y Propaganda della FET.203 Il documentario, della durata di 45 minuti, racconta le fasi conclusive della campagna nel Fronte del Nord, utilizzando un linguaggio duro contro il nemico invasore e servendosi delle immagini delle città distrutte, “…víctimas de la locura roja separatista…”. Ma il punto centrale della pellicola risiede nella falsa interpretazione e nella deviante rappresentazione del bombardamento di Guernica; interessante è il commento della voce fuori campo che, con un linguaggio in cui abbondano espressioni retoriche, attribuisce la distruzione di Guernica ai repubblicani:

      

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Le pellicole e i notiziari cinematografici tedeschi godono nei Paesi Baschi di una buona distribuzione, nonostante le reticenze della Chiesa, contraria a far entrare in Spagna pellicole dal carattere violentemente razzista, come erano di fatto quelle prodotte dalla UFA.

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Il Partito denominato “FET y de las JONS” nasce in seguito alla fusione della Falange Española Tradicionalista (FET) con la Juntas Ofensivas Nacional Sindicalistas (JONS), con un decreto di unificazione politica firmato da Franco il 19 aprile del 1937. Il nuovo partito, conosciuto come il Movimiento, raggruppava al suo interno tutti i falangisti, i carlisti e i monarchici e conferiva a Franco la possibilità di affermare la sua autorità e di avere ai suoi ordini tutti i gruppi politici conservatori.

“…de Guernica no queda más que el nombre, porque la meca del legítimo fuerismo vasco ha desaparecido. La prensa judía y masónica del mundo y las hipócritas plañideras de Valencia rasgaron sus vestiduras ante el Caudillo, cuyo nombre limpio como nuestro cielo pretendieron manchar con la baba de su información calumniosa. La cámara fotográfica que no sabe mentir dice bien claro que tanta y tamaña destrucción no fue obra sino incendiarios y dinamiteros…”. 204

Allo stesso modo, la presa di Bilbao, nel giugno del 1937, diventa il tema di Bilbao

para España prodotto dalla CIFESA, mentre la conclusione della campagna del Nord

viene celebrata nel servizio Liberación del Norte de España, contenuto all’interno del Reportajes Mezquíriz de ultima hora. L’anno successivo, nel 1938, la Sección Cinematográfica della FET produce Los conquistadores del Norte (Homenaje a las

Brigadas Navarras) e nel 1939 la Jefetura de Propaganda de Vizcaya realizza Bilbao en el segundo aniversario de su liberación. In realtà, anche il 1936 è un anno chiave

per l’evolvere del conflitto nella zona Nord della Spagna;205 ma le carenze strutturali che colpiscono l’apparato cinematografico nazionalista sono talmente gravi da impedire una produzione propagandistica adeguata. Ne consegue una assenza totale della produzione relativamente al 1936.

Due mesi e mezzo dopo la sollevazione militare franchista, le Cortes spagnole, riunite a Madrid, approvano lo Statuto basco di autonomia. Si conclude così il processo per la richiesta di autonomia che il PNV aveva portato avanti a più riprese, soprattutto dopo la vittoria del Fronte popolare. Nell’ambito della comunicazione, lo Statuto concede al governo basco poteri esecutivi in materia di stampa, spettacoli pubblici e radiodiffusione; all’interno della nascente amministrazione vi sono diversi organismi incaricati di curare la politica di produzione cinematografica. Merita di essere menzionato il Departamento creato appositamente per strutturare la propaganda al cui interno si dirama una sezione per la fotografia, una per la stampa e una per il cinema; tuttavia, il lavoro del Departamento de Propaganda resta estremamente marginale durante tutto il conflitto.

      

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Il commento è stato trascritto in seguito alla visione della pellicola, presso la Filmoteca Española de Madrid.

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Nel settembre del 1936 si ricorda l’occupazione di Irún, la conquista di Badajoz con conseguente chiusura dei collegamenti tra la Francia e i Paesi Baschi e la conquista di San Sebástian e di quasi tutta Guipúzcoa. Si veda, G. Ranzato, La guerra di Spagna, pp. 58-62

G. L. Steer, giornalista statunitense corrispondente del Times durante la campagna del nord, sostiene che: “...i Paesi Baschi non erano particolarmente interessati alla

propaganda...è certo che mancarono di astuzia e che non furono in grado di controllare la popolazione civile utilizzando la propaganda...erano troppo sinceri...I baschi detestavano la propaganda e il controllo del pensiero. Censura, si; propaganda, no...”.206

In effetti, contrariamente a quanto avviene nelle altre zone della Spagna, il governo basco non riesce a creare un Dipartimento di Propaganda efficace e funzionale; solo la sezione cinematografica filma alcune immagini della guerra che vengono subito utilizzate per la propaganda diretta all’estero e per la realizzazione di due cortometraggi. 207

Nell’ambito dei notiziari cinematografici, España al día filma diverse immagini su quanto avviene nei Paesi Baschi. Un esempio lo si trova nel Noticiario di Laya Films n. 3, del febbraio 1937, dove si riporta la seguente notizia: Un batallón

de Milicias Vascas, dispuesto para marchar al frente, desfila delante del Presidente Aguirre y del Gobierno de Euskadi en pleno, di cui si conserva però solamente il

titolo, ma anche nel Noticiario de Laya Films n. 4, in cui si riporta Las milicias

vascas atacan en el sector de Villarreal. Tuttavia, il lavoro più importante è

riconducibile all’opera del navarro Miquel Mezquíriz,208 corrispondente da Bilbao,

      

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Si veda G. L. Steer, El arbol de Guernica, Madrid, Felmar 1978, pp. 187, cit. in A. Del Amo, op. cit, p. 97

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Nel 1937, il Gabinetto cinematografico del Dipartimento di Propaganda realizza due cortometraggi intitolati, Entierro del Sacerdote José Maria Korta e Semana Santa en Bilbao. Il primo narra il funerale del capo dei Cappellani baschi, morto sul fronte delle Asturie, celebrato con grande solennità nel marzo del 1937; il secondo racconta la festa della Settimana Santa. Entrambi i documentari riflettono l’intenzione di mostrare un governo basco rispettoso della religione cattolica e dei valori tradizionali ma soprattutto evidenziano “la compatibilità della religione con i diritti nazionali”, come si sente nel commento del secondo documentario. Le pellicole furono proiettate più volte nel cinema “Actualidades” di Bilbao insieme ai documentari della Laya Films e a diversi notiziari. Sembra che abbiano orientato l’opinione pubblica internazionale, soprattutto la frangia cattolica della Francia, insistendo sensibilmente sul problema della persecuzione religiosa che affliggeva la zona. Nella locuzione iniziale della Semana Santa en Bilbao si dice esplicitamente: “…Bilbao apre una parentesi nella lotta che il popolo porta avanti contro l’invasore, celebrando la festa religiosa del Giovedì Santo con la stessa fede che ha sempre mostrato attraverso la storia, nonostante le insidie e le falsità che,giorno dopo giorno, lanciano la radio e la stampa sulle pretese di ateismo dl popolo basco. Questo documento è una prova in più di fronte al mondo del fervore religioso che anima questo popolo in mezzo alla crudele lotta fratricida che insanguina il suo suolo...”. Cfr. A. Del Amo, op. cit. p. 99

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Il 7 luglio del 1902 viene filmata a Pamplona quella che oggi è considerata la prima pellicola girata in terra navarra, La procesión de San Fermín por la calle Mayor. Si tratta di una pellicola breve, puramente documentale, senza sonoro, né commento sottotitolato, che ritrae uno degli scenari di festa più famosi del mondo. A partire da quell’anno, le riprese della festa del Santo patrono di Pamplona si ripetono più o meno regolarmente. Poi, dalla fine degli anni Venti, proprio il giovane Mezquíriz filma

già nel 1926, per l’Éclair-Journal, per il Pathé-Journal, per il Fox-Movietone e per il cinegiornale Universal News. Il contributo di Mezquíriz permette di comprendere l’eco della guerra che risuona in un notiziario più anonimo rispetto agli altri già largamente menzionati, ma anche di individuare i tratti peculiari della cinematografia basca di attualità. Con una consolidata esperienza alle spalle, nel 1935 Mezquíriz inizia la produzione di un suo notiziario, il Reportajes Mezquíriz de última hora, proiettato regolarmente nel “Teatro Trueba”, nel “Cine Actualidades” e nel “Salon Gayarre” di Bilbao. Con lo scoppio della guerra, le immagini folkloristiche che il reporter era solito filmare, lasciano il posto ad una documentata realtà bellica. Ponendosi al servizio dei nazionalisti, Mezquíriz riprende, senza trascurare il conflitto, uno spaccato culturale non indifferente della vita degli abitanti di Pamplona, arrichendo il notiziario con servizi sportivi e religiosi. La sua