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ANALISI DELLE STRUTTURE INFORMATIVE NELLA CINEMATOGRAFIA SPAGNOLA DI ATTUALITÀ

S PAGNA IN GUERRA

L’analisi del cinegiornale España al día proposto in questa sede consente di mettere in risalto le caratteristiche e le problematiche della rappresentazione del fenomeno – la guerra – insite in una buona parte dello schieramento repubblicano all’indomani del colpo di Stato franchista. Il lavoro effettuato sulle fonti filmiche ha infatti permesso di individuare i punti principali sui quali insisteva la propaganda di stampo marxista, collocandola in un panorama storico ben definito. Le riflessioni e gli esiti di ricerca più fertili cui conduce un’indagine svolta attraverso l’ausilio di fonti audiovisive hanno spostato il tradizionale studio dell’evento bellico verso una nuova realtà della storia che, in questo specifico contesto, si è avvalsa della sollecitazione e del supporto fondamentale di altre discipline quali l’analisi delle fonti filmiche, privilegiando una lettura delle immagini basata sull’indagine dei linguaggi e dei contenuti narrativi utilizzati nella messa in scena degli episodi bellici. Tuttavia, il quadro generale che ne esce fuori non può che delineare una rappresentazione parziale della guerra, sia perché il lavoro su fonti audiovisive presenta, si è detto, dei limiti naturali che generano perplessità nell’interpretazione dell’evento, sia perché quel che si conserva di España al día è un materiale estremamente frammentario, caotico e lacunoso. Tale “difetto”, però, non ha impedito di portare a termine una ricostruzione, organizzata tematicamente e cronologicamente, delle modalità di azione e di trasmissione dell’informazione cinematografica comunista.

Il contrappunto ideologico – a cui fa eco quello cinematografico – alla produzione anarchica è offerto dalle diverse organizzazioni marxiste, associate o vicine alla III Internazionale, come il Partito comunista di Spagna (PCE), il Partito socialista unificato della Catalogna (PSUC) e la Gioventù socialista unificata.156 All’indomani del “levantamiento”, l’organismo cinematografico comunista più attivo

      

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Tra le altre associazioni vicine alla III Internazionale, figurano la Alianza de Intelectuales Antifascistas para la Defensa de la Cultura, il Socorro Rojo Internacional e alcuni corpi dell’esercito agli ordini dei comunisti. Sull’argomento, cfr. G. Jackson, La Repubblica Spagnola e la guerra civile (1931-1939), Milano, Il Saggiatore 2003

è la casa di produzione e distribuzione «Film Popular», con sede a Barcellona, alla quale si deve la realizzazione del notiziario España al día, editato dal dicembre del 1936 fino alla fine della guerra. Per un breve periodo di tempo, il notiziario viene editato in collaborazione con «Laya Films», una casa di produzione appartenente al Departament de Cinema del Comissariat de Propaganda a sua volta dipendente dal governo della Generalitat de Catalunya di Lluís Companys.157

La storia del notiziario è assai interessante, soprattutto se si considerano le circostanze in cui è stato prodotto. I primi quattro numeri vengono realizzati da Laya Films in lingua castigliana. Ma a partire dal quinto numero, viene prodotta anche una versione in catalano per essere diffusa nel resto del paese. Ogni edizione presenta un sottotitolo: «Noticiario de Laya Films», utilizzato nei primi servizi di España al día in lingua castigliana, o «Noticiario Nacional», sottotitolo presente tanto nelle edizioni che corrispondono al periodo di produzione congiunta, quanto alla produzione appartenente esclusivamente a Film Popular. La coproduzione tra le due case dura pochissimi mesi, da marzo a giugno del 1937; di fatto, già a partire dalla metà del mese di aprile, le due entità proseguono autonomamente. Ciò fa sì che nel territorio repubblicano convivano due notiziari cinematografici differenti nei contenuti ma identici nel titolo: da un lato, España al día, l’edizione prodotta da Film Popular con commenti in spagnolo e diretta dal giornalista francese Maurice Sollin,158 in cui traspaiono le preoccupazioni politiche del PCE; dall’altro, Espanya

      

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A guidare e visionare il lavoro del Departament c’è Joan Castanyer, uomo versatile incaricato di realizzare un cinema “autenticamente catalano”, con una solida base industriale che permetta di raggiungere una produzione talmente competitiva da poter sfidare le altre cinematografie internazionali. Castanyer arriva alla Laya Films avendo già una documentata esperienza cinematografica alle spalle, acquisita presso gli studi francesi. Di fatto, tale esperienza, gli permette di avere le idee ben chiare sul lavoro da svolgere all’interno della nuova sezione di cinema. Dice Castanyer: “…Quando a Barcellona scoppiò il movimento sovversivo, pensai che non fosse solamente necessario produrre alcuni film più o meno interessanti, ma che fosse opportuno creare una solida base per il nostro futuro prossimo. Non c’è arte senza base industriale, questo è il mio pensiero. Cominceremo creando un’industria, in un secondo momento, poi, arriverà anche l’arte. Per questo credo che Laya Films possa essere il punto di partenza per un’industria con prospettive inedite per la nostra terra. Preferisco, almeno all’inizio, lasciare da parte l’opportunità di fare l’arte e convertirmi in produttore, conscio comunque del grande sacrificio che comporta per me trascurare momentaneamente l’aspetto più gradevole del lavoro artistico, ovvero il piacere di creare, per lavorare nell’ambito industriale…”. Si veda sull’argomento, R. Alvarez, R. Sala, J. Perucha, El cinema del Gobierno Republicano entre 1936 y 1939, Bilbao, 21° Certamen Internacional de Cine Documental, pp. 14-18

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Nel suo lavoro di redattore e giornalista, Maurice Sollin è affiancato anche da Sara Ontanon, responsabile del montaggio, e Francisco Comacho, nel ruolo del curatore delle versioni internazionali. Cfr. R. Gubern, 1936-1939. La guerra civil española en la pantalla, op. cit. pp. 69-70

al día, in lingua catalana, prodotta da Laya Films, appare il fedele riflesso delle

posizioni nazionaliste della piccola e media borghesia della Barcellona in guerra. Sebbene alla base dei due notiziari vi sia una diversa natura ideologica, i servizi filmati dagli operatori della Laya Films sono simili a quelli ripresi dai registi di Film Popular. L’unica differenza rilevante che caratterizza le due produzioni è nella lingua e nel commento della voce fuori campo. Non di rado, alle due edizioni di España al

día / Espanya al día, si affianca anche un cinegiornale in lingua basca, con

fotogrammi più originali.

La realizzazione di España al día si inserisce all’interno di un contesto storico e sociale particolarmente complesso. Tale complessità è attribuibile in primo luogo alla necessità di rendere funzionale il cinema alle esigenze della propaganda che, in guerra più che altrove, richiede un’attenzione particolare a tutti quegli aspetti che contribuiscono a formare e a informare l’opinione pubblica. Un’immagine piuttosto che un’altra, un commento costruito ad hoc, una colonna sonora appositamente scelta e poi ancora, dettagli meno evidenti ma ugualmente significativi come l’angolazione delle inquadrature, la presenza o meno di illuminazione, i silenzi voluti e le cose non dette, sono tutti elementi di estrema importanza per valutare il contributo del notiziario ai fini dell’informazione di massa. Si tratta di un’analisi estremamente particolare, che obbliga a scomporre il filmato in più parti per arrivare alla radice del problema; in fondo, un notiziario cinematografico altro non è che un assemblaggio fortunato di suoni e immagini che racconta l’attualità. Ogni fotogramma è significativo perché racchiude una storia a sé, che diventa informazione, nel senso più generale del termine, nel momento in cui viene montato insieme ad altri fotogrammi per costruire la notizia. Alla luce di questo, l’analisi di España al día è resa particolarmente complicata dallo stato di conservazione delle pellicole. Del notiziario si conservano solamente pochi frammenti, alcuni dei quali riportano notizie intere, altri presentano invece dei vuoti; di altri ancora non si conserva la colonna sonora, il che contribuisce a rendere ancora più complessa l’analisi delle immagini. Tuttavia, nonostante la frammentarietà, dalla visione di España al día è possibile rintracciare una determinata rappresentazione della guerra in atto, carica di descrizioni, di evocazioni e di significati.

Il primo numero di España al día appare nelle sale cinematografiche nei primi giorni del dicembre 1936; a partire da questa data, del notiziario saranno editati circa un centinaio di numeri nel corso dei tre anni di guerra dando, dell’intero periodo del conflitto, una capillare copertura informativa. Il primo numero prodotto, col nome di «Noticiario de Laya Films», riporta solo i titoli della notizia.159 Qualche immagine è possibile visionarla nel Noticiario de Laya Films n. 2 realizzato nel febbraio del 1937: della prima notizia si conserva unicamente il titolo; la seconda, anche se incompleta, mostra immagini di bambini in primo piano ai quali viene dedicata particolare attenzione. Il tema dell’assistenza all’infanzia ricorre di frequente tra i titoli di España al día. Seguono le immagini di miliziani catalani diretti verso la zona di Huesca, in Aragona, come si evince dalla locuzione dove una sinfonia dai toni trionfali accompagna il lungo percorso dei militari. La cinepresa torna sulla città di Barcellona, riprendendo gli effetti di bombardamenti. La voce fuori campo accusa “…veinticuatro golpes, disparados por los militares extranjeros,

sólo han causado la muerte de 16 barcelonesas en un día…”. Case ed edifici

distrutti, la città è in lutto e segue il corteo funebre presieduto dal Presidente Lluis Companys. Seguono le immagini panoramiche del porto di Barcellona, dove una nave russa sta per ancorare. L’arrivo dei compagni sovietici nella capitale catalana, con carico di viveri annesso, è accolto con entusiasmo dalla gente del posto. Sono frequenti nel servizio le riprese su cartelli con scritto “Viva l’URSS”. Il Presidente Companys, definito dalla locuzione “…l’esponente principale dell’antifascismo…”, dal Palazzo della Generalitat invia un messaggio di ringraziamento ai soldati russi. Cosa raccontano, dunque, le immagini di questo primo servizio? Di fatto, il notiziario propone alcune scene e alcuni temi che caratterizzano il primo periodo di guerra. Le       

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Sulla base dei pochi dati disponibili e dall’analisi del materiale filmico conservato, è stato possibile distinguere tre fasi diverse relative alla vita del notiziario. Il materiale editato nella prima fase (dicembre 1936-marzo 1937) è stato prodotto dalla Laya Films. I titoli utilizzati erano “Noticiario de Laya Films” e “News of Spain” per la versione inglese del cinegiornale. La seconda fase (marzo- giugno1937) ha visto la collaborazione congiunta di Laya Films e di Film Popular. I titoli utilizzati allora per il notiziario erano “España al día” per la versione in castigliano; “Espanya al día” per la versione in catalano; ancora “News of Spain” per la versione inglese e “Nouvelles d’Espagne” per la versione francese. La terza fase (giugno 1937-gennaio1939) vede diverse produzioni; una relazionata con Film Popular, a cui si deve “España al día” in versione castigliana e una nuova edizione in inglese,“Spain Today”; tuttavia, dei notiziari appartenenti a questo periodo si conservano solo alcuni frammenti. L’altra relazionata con Laya Films, che in questa fase finale non editò il notiziario in lingua castigliana, ma solo in versione catalana con il nome di “Espanya al día” e francese. Si veda sull’argomento, A. Del Amo, Catálogo general del cine del la guerra civil, Madrid, Cátedra/Filmoteca Española 1997, p.316

immagini di bambini bisognosi di aiuti, piuttosto che quelle in cui dominano scene di distruzione si accompagnano quasi sempre a riprese in cui si sottolinea l’importanza dei rapporti diplomatici con le nazioni che sostengono la causa repubblicana. Nel notiziario in esame, l’arrivo dei russi, rappresenta non solo la possibilità di salvezza dal nemico fascista, ma anche la certezza che nella lotta la Repubblica non è sola.160

Affine per temi e immagini, è il Noticiario de Laya Films n.3,161 in cui si mostrano donne, bambini ed anziani costretti ad abbandonare le proprie abitazioni in seguito agli effetti dei bombardamenti. Sulle immagini dell’esodo dei civili, il commento della voce fuori campo ricalca la scena affermando: “...severos bandos de

guerra han obligado a la población civil a abandonar Madrid...”. Quasi a voler

sottolineare ancora una volta la crudeltà della guerra, le immagini dei bambini appaiono sempre in primo piano. Il ricorso così frequente a questo tipo di iconografia è indice di una scelta consapevole ben precisa, mirata a inculcare nello spettatore un sentimento di commozione. Allo stesso modo, anche il frammento di cui si dispone per l’ultima notizia mostra bambini, in divisa scolastica, che salutano l’operatore con il braccio alzato. Sono tanti, sono sorridenti e sembrano non avvertire il peso e la gravità di quanto avviene intorno a loro, al di fuori delle mura dell’edificio scolastico.

Viene da chiedersi quanto effettivamente queste rappresentazioni ricalchino la realtà; nel tentativo di fornire un’intepretazione adeguata, proprio l’immagine così sfruttata dei bambini appare fondamentale. Cosa l’operatore voleva comunicare con questo tipo di riprese? Se da un lato, la cinepresa puntata sui bambini che giocano mette in luce un apparente stato di normalità, in cui la volontà di andare avanti supera il disagio provocato dalla guerra – e allora, in tal caso, l’immagine ingenua dei bambini non potrebbe essere più rappresentativa – dall’altro, si vuole suscitare una certa commozione nello spettatore “sensibile” che osservando la sofferenza dei più piccoli sarebbe automaticamente portato a denunciare la crudeltà della guerra. E poichè la guerra è stata scatenata dai ribelli fascisti, allora la denuncia si rivolge implicitamente allo schieramento franchista. Tuttavia, il ricorso ad un’immagine così

      

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Si veda il Noticiario de Laya Film (Espanya al día) n. 2, realizzato nel gennaio del 1937 Comisariat de Propaganda de la Generalitat de Catalunya, visionabile presso la Filmoteca de la Generalitat de Catalunya de Barcelona.

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stereotipata porta anche ad un altro tipo di osservazione: era interesse degli operatori mostrare una realtà artefatta e costruita. Una realtà che nasconde le sofferenze e che lascia credere al pubblico in sala che i bambini che giocano altro non sono che l’immagine della Repubblica che non cede alla sopraffazione del nemico. Un’immagine ipocrita, dunque, che non rispecchia la realtà. Contribuisce alla deformazione del reale, il commento della voce fuori campo che svolge, nella narrazione dell’evento, un doppio ruolo: oltre ad avere un valore descrittivo e a sottolineare momenti di particolare pathos narrativo, il “parlato” ha in più la funzione di rappresentare l’opinione dell’autore. Si tratta di brevi considerazioni, paragoni, giudizi o riflessioni, spesso dissimulati, con il risultato di tutelare l’autore da eventuali problemi derivanti da un’opinione scomoda per la classe dirigente. Proprio la natura frammentaria o episodica dei notiziari fornisce un’idea sufficientemente chiara del peculiare approccio con la realtà. Si sceglie volutamente cosa rappresentare e cosa nascondere, come rappresentare e come tacere, allo stesso modo in cui si decide come e quali frammenti di immagini debbano essere montate nella composizione della notizia.

La difesa della causa repubblicana è un altro topos narrativo che ricorre di frequente in molte edizioni di España al día; un tema, di fatto, complementare a quello della solidarietà internazionale, esternata con immagini e locuzioni significative che sottolineano il sostegno materiale e ideologico di cui gode la Repubblica. Tali descrizioni si riscontrano ad esempio nel Noticiario Nacional n.5,162 in cui dominano le immagini del leader socialista belga, Henry De Brouckère, che visita i feriti ricoverati presso un ospedale militare della Comunidad Valenciana. La centralità dell’evento viene confermata dai tagli delle inquadrature che riprendono il politico, in piedi al fianco di un malato, circondato da medici e infermieri. Il posizionamento delle immagini contribuisce a connotare di protagonismo non solo il personaggio principale, ma anche l’evento in sè. Sempre all’interno dello stesso notiziario, alcune personalità americane arrivano a Madrid per sostenere la Repubblica e ripercorrono, accompagnate da “El Campesino” (Valentin Gonzáles) le       

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Si tratta dell’edizione numero 5 di España al dia. Il sottotitolo “Noticiario Nacional” indica la fase di produzione portata avanti da Film Popular. Appartiene al periodo della cosiddetta “terza tappa” del percorso seguito dal cinegiornale fin dalla sua creazione, che raggruppa le notizie filmate tra maggio 1937 e gennaio 1939. In questa fase, la versione in inglese del notiziario si chiama “Spain Today”.

zone distrutte dai bombardamenti. O ancora, nel Noticiario Nacional n.15 una delegazione norvegese visita un orfanotrofio. La cinepresa riprende i volti sorridenti dei bambini, che accolgono gli ospiti stranieri salutandoli con il pugno in alto. Ma ancora più interessante al riguardo è il Noticiario Nacional n. 17, interamente dedicato all’arrivo di una delegazione olandese in Spagna. Le immagini mostrano gli ospiti che distribuiscono viveri ai bambini, poi si recano nel Monastero si Montserrat: nel cortile del monastero, alcune persone parlano tra loro. Su questa immagine si avverte il commento della voce fuori campo che segnala: “...un pastor

protestante, miembro de la delegación, ha hablado con algunos soldados convalecientes que se encontraron allí y convencerse del clima de tolerancia religiosa que se respira en España...”163. La visita prosegue in un ospedale della

Catalogna, la cinepresa riprende gli esponenti della delegazione mentre conversano con i malati. Uomini e donne ferite, sorridono di fronte alla cortesia e all’eleganza degli olandesi. All’interno del Noticiario Nacional n. 9, un breve servizio di appena 50 secondi, mostra le immagini della Pasionaria che, aiutata da altre “mujeres antifascistas españolas” distribuisce al popolo catalano viveri e indumenti provenienti dall’Argentina. Da una prima analisi emergono alcuni osservazioni interessanti: España al día dedica agli “amici della Spagna” molti servizi, le cui immagini puntano a trasmettere il senso della massima naturalezza del corso delle cose; in questo preciso contesto, tanto gli elementi visivi quanto il ricorso ad un linguaggio ricercato e familiare al tempo stesso, hanno un ruolo decisivo nel trasmettere una certa rappresentazione della guerra, in cui la Repubblica e i paesi che la sostengono si uniscono e fraternizzano nella lotta contro un nemico comune che minaccia non solo la Spagna, ma l’Europa intera.

Del notiziario esistono anche versioni in francese, Nouvelles d’Espagne, e in inglese, Spain Today.164 A sostegno di questo sforzo di internazionalizzazione, Film Popular crea accordi con le principali case di distribuzione straniere quali la Paramount, la Pathé e la Gaumont. C’è da dire che anche il lavoro della Laya Films supera i confini della Catalogna: sono tanti i documentari e i notiziari doppiati in

      

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Cfr. España al día (Noticiario Nacional) n. 17, prodotto da Film Popular nel dicembre del 1938 presso la Filmoteca Española de Madrid

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Cfr. il testo di J. M. Català, Imagen, memoria y fascinación: notas sobre el documental en España, IV Festival del cine español de Malaga 2001 p. 93

altre lingue che arriveranno ad essere proiettati in altre zone del mondo. Tra queste, interessante è il caso dell’America che accoglie sui propri schermi cinematografici i materiali prodotti dalla Laya Films. A titolo di esempio, occorre citare «Fuego en España» – conosciuto anche con il titolo «España en fuego» – un documentario prodotto da Laya Films e Film Popular nel 1937, diffuso soprattutto in America Latina attraverso i canali della Hispano Film. Il filmato è un insieme ben costruito di immagini provenienti da España al día, dal documentario Un día de guerra en el

Frente de Aragón e da altri documentari non identificati sulla difesa di Madrid.

Dall’analisi delle immagini, risultano estremamente significativi i primi fotogrammi che riportano un breve testo indirizzato allo spettatore in sala:

“...Espectador amable: abiertos tus ojos estarán y creerás que sueñas. Tu corazón libre de sectarismos partidistas, pero lleno de sentimiento de solidaridad humana, será estremecido hasta la emoción. Abstente de hacer manifestación alguna en el curso de la película, poniendo freno a tus impulsos. Regamos el favor del silencio y este será homenaje al dolor de España...”.165

Si stabilisce, dunque, un contatto fondamentale: quello tra lo spettatore e lo spettacolo delle immagini che lo invitano a riflettere, senza il tentativo di influenzarlo, sulla tragedia di cui è vittima la Spagna. La prima parte del filmato si sofferma sul lavoro delle donne che preparano il pranzo e cuciono coperte per gli uomini in partenza; i soldati diventano il soggetto dominante nelle sequenze successive in cui, divertiti, fanno il bagno in un ruscello; un tuffo nell’acqua gli restituisce per pochi minuti la pace. Dice la voce fuori campo: “…las dramáticas

situaciones de la guerra pueden atentar a la vida pero no al buen humor…”; il