reti-neatur cibus,ncque, si quis~vetentus est>
concoquatur,neque corpus alatur: ideoque ne.
vulnus
quiderti,aut purgati,autfili pos-sitiqucc necessariomortem maturant
(2).;*Questa osservazione fu ripetuta da moltissimi autori.L’acredinedell’urina,quasi incurabile nei vecchi, riaccende di continuoi dolori, irritandole ulcere che
vengono
bagnate da questo umore. Oltre che la più piccola sre-golatezza nel vivere,una emozione,
un cam-biamentodi temperatura aggravanolamalattia, le forze deivecchiche ne sonotravagliaticon-sumaci
contantomaggior
prestezza,inquanto cheglistessigiovanimuojono
spesso diraa-(1)Questa espressione c’indica un’ulceradellavescica.
(2)Librovii,cap,xxvn.
53 rasmo, trovandosi nelle circostanzejlicuiora si tratta.
Yi
sono però degli esempj comprovanti chesipuò
ottenere la guarigione di queste ulcere neicasi più disfavorevoli.: 22.Dovendo,lamalattia di cui parliamo, es-sere considerata
come
laconseguenzadiun
ir*-fiammazioue, essa riconosce necessariameute le stesse cause di quest’ulti ina. Noi le
ab-biamo
esposteal§
6
,esarebbe inutileil qui ripeterle.Non
v’ha dubbio che le ulcere della ve-scica siano piùcomuni dopo
l’introduzione della malattiavenerea inEuropa
;ma hanno
esse forseun
caratterepeggiorediquellochenon
avevano primadi quest’epoca? Questo è ciò chenon
possiamo credere, perchè tro-viamoinIppocrute edinCelso (vediil pre-cedente paragrafo)dei passiche provano che taliulcereeranoallora aquestoriguardo quello chelo sono al presente.Isegni indicantiche lavescica infiammata diventa lasededella suppurazione, ed in se-guito di un’ulcera, sono: i.® l’uscita di
un
pus vischioso,tenace, fetido, misto a fioc-chettimucosi, equalche volta astriedi san-gue; pus che precipita al fondo del vaso;a.°l’aumerito dei dolorisul far del mattino;
ciòche devesiattribuire alla maggiore acre-dine deH’oriua intal
tempo
, ameno
che,a motivo de’ patimenti,l’ammalatonon
abbia già\
54
durante la notte procurata l’uscita di questo liquido.
Isegni indicati da
TFintringham
(i)onde
distinguere il pus che viene dalle reni da quello separatodalla vescica,mi
sono sem-pre paruti dellamassima
esattezza;eccoli:«Il prodottodellasuppurazione dellereni è perfettamentesimileallaveramarcia,laddove la materia provenieule dalla vescica è vi-schiosaepesantissima. »
Ho
inoltre scoperto che ilpus delle reni 6Ì mischia piùfacilmentecoH’orina.Se
cercar si volesseuna teorica spiegazione di questo fatto,trovare la si potrebbe nella quantitàgrande
dimuco
che deve spalmareabitual-mente
leparetidella vescica,affinchèquesta , tolleri per molle oreil soggiorno dell’orina.Le
ulcere della vescica distiuguonsi dal ca-tarro, nelprimo
periodoalmeno
di questa malattia, dai sintomi iufiammatorj che le precedono, dal dolore vivoe continuoche leaccompagna
, e dal pus che esce colle orine.Non
sipuò
confondereleulcere colla blen-norragia, perchèil pus chesi formanon
esce che colle orine(eccettuati i casi in cui ulcere antiche siano associatealla
ritenzio-ne
di questoliquido).Vengono
anche queste(i)De morbi* quibusdamcommentarli; Lendini,1
^83, 3»8.
55 distinte da questa malattia per la quautità
grande
eperla qualità dellamateriaseparata.La mancanza
delpus basta perislabilire la diagnosi tra l’ulcereedilcalcolo della vescica.Le
ulcere idiopatiche difficilmente distin-guonsi da quelledipendenti dalla presenza di un calcolo,qualoranon
si conoscanole circostanzechehanno
preceduto lamalattia.Infatti,
non
bastando la suppurazione al-l’istante in cuiessa siforma per riconoscere se la malattia dipeude da esterneviolenze, ovvero da iufiammazione,la difficoltà saràben
più grandequando
siavrà solamente solt’occhioun
pus immischiato aH’oiina.E
inquesto caso che le malattie precedenti, qualisouo lagotta, rinfìaramazione,ec. pos-sono essesole rischiarare le diagnosi.
Essendo lerenialle yolte lasedediulcere atoniche,ilpus che ne esce determina, pas-sando nella vescica, dei dolori fortissimi,
che possono facilmente
imporne
sulla loro causa,e farcredere all’esistenza di ulcere iu questa cavità; lamorte
sola è quella che allorass'elauu
tale errore. Oberteuffer(i) eMieg
neriferiscono rimarchevoli esempj.•.a3.
La
prognosi èsempre
seria, quantun-que incerta nellamaggior
parte de’casi, poiché nonsipuò
riconoscere la grandezza,(i)Musced«jl'aride guérir,parlaSerénilielvét (jue, u.Ziet4;.
56
la circonferenza,laprofondità,edil
numero
delle ulcere.
Quante
voltenon
sivideuna pic-cola ulcerazionecorrodereinpochissimotempo
tutta la grossezza delle pareti della vescica,
e cagionar prontamente la
morte
! laddove altre estesissime, quali sonoquelle prodotte dai calcoli,possono durare per anni intieri.Avyi
,
come
sisa, una folladi eseinpj com-provantiche queste ultime spesse volte gua-liscono seuza l’ajuto dell’arte,quando
sia estratta la pietra della vescica.24*
Le
ulcere semplicidevono
esser cu-rate non diversamente dall’infiammazioueche
leha prodotte(Vedi
§ 8),attesochelaloro superficie e iloro contorniil piùdelle voltene
conservano qualchetraccia. Pure, siccome ordinariamente la violenzadell’infiammazione è abbattuta,così sipuò
calmare i dolori ei movimenti spasmodici coll’uso di blande preparazioni narcotiche. Si fa bere
regolar-mente
al malato una mistura di acqua di calce edi lattejDehaen(i'), Girardi(2),Gesner e molti altri celebri mediciraccomandano
Yuva-ursi.Barthez
decanta molto l’infusione dellavir^a aurea.-Abbiamo
daBob W
hjtt (3_) l’importante fatto che sono per riferire. « Uriuomo
ot-(I)Katio inedendij tom.li,
m
,y,ìx,x.(a)Deuva-ursi.Patav.i
(j)Douervou* disordersjEdimburg1765tp.483.
57 tagenarioilquale, dopo essere stato
lunga-mente ammalato
di ematuria, lo fu in se-guitodi un’ulcera alla vescica, mitigavae sospendeva ancheidoloriprodotti da quest ul-tima malattia,prendendo
inabbondanzauna
bevaudacomposta
di latte,gomma
arabica,tèed acqua, ovverodelbrododibue ad una temperatura molto
maggiore
di quella delcorpoj :: : h .
Siccome
l’effettodiquestiliquidi caldi erasempre
immediato,così fVhyltè diopinione che essiagissero solamente sui•nervi dello, stomaco.Ho
detto che1’impossibilità di tener lon-tano dalle ulcere racrissima orina dei vec-chirendeva difficilissima in questi la guari-gione$ questa osservazione ciporgerà alcune indicazioni per la cura.Se
il malato trovasiinistato di debolezza, di fisicaoppressione,sifaràusodipillole com-postedi trementina,gomma
arabica, esugo di liquirizia.La
trementinacomunica
un odore di viola alle orine.Vulpius
impiegò con vantaggio questa sostanza nei casi di cui.parliamo. .! ‘
Si
può
pure faruso del balsamocoppaù
edauchedella corteccia del Perù. Giovafare delle iDjezionidolci oleose nella vescica colla sciriugao senza.Lentin raccomarnd?aquello, riguardouna
tenue soluzionedicolia dipesce e dimirra».•
58
È
inquesta circostanzaessenzialissimo che siatenutolibero il ventre;ma
per raggiun-gere questo scopo,si avrà cura diastenersi dai purganti acri e salini, impiegando a questo fine l’olio di ricino, lamanna,
ed i clistei oleosi. Questa cura dovrà essereac-compagnata
da una severa regola di vita:solo sipermetteranno
aH’ammalato
lefrutta cotte,l’uva ben matura,lebevande mucilag-ginose, lacarne tènera, leggiera, dianimale giovane,e appenaun
po’ di fresca selvag-gina.Pure,in quegli uominiavvezziad
ab-bondante estudiato nutrimento, deveessere ladietameno
rigorosa, esi diminuiràsolo a poco apoco la quantità degli alimenti.li celebre
Frank
osservò inun
giovane un’ulcera della vescica,che aveva aderenza col retto,eche guarì spontaneamente.* Vulpius, aldirediSchmidt, guarì una si-mile malattia coll’acqua di Spa.
' Allorché l’ammalato ha una costituzione artritica, si metteranno pur anche in pra-tica i rimediconsigliati nella gotta, e glisi
raccomanderà
di evitareattentamente le pas-sioniviolente, lebevandeacri, lecarni nere, ed il raffreddamento. ‘.
Se
, a
malgrado
deimezzi danoi indicati, l’ulcera fora lavescica,nellamaggior
parte dei casi la morteè inevitabile, che chene
abbiadettoRòùrthUfsen
(i), il qualeopi-.(t)Geuneei-en Heel konstigeaumerkiugen; Amst.i6fj3.