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sul punto ristretto.

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metodo

di cuiqui parliamo ha trovato anche in Inghilterra degli avversar]che

l’han-no

vittoriosamentecombattuto, ad onta delle modificazioniche

Aberdour

e

Whatley

(i)

ab-biau cercato di farvi. Questi avversari

sono

fragli altri

Ràwley

(2) e Carlisle.

Final-(1)0 Mcardon,suimetodi di WhatleyeCarlwright per rapplicazione dellapietra infernaleallo stringimento dell*uretra. Bulletta dei Sciencesmèdicalesde Tartra, toni,v,pag. aot.

(a)Themostcogentreasonwhycausticbongiessbonld bebanishedforeverfrom practice;London,1800.

Girtanner,pag. 161,fagrandielogiaDaran, egli at-tribuiscel’onored’averfattopel primoconoscereil van-taggiodellecandelette,maobblia faoridnbbioche l’opera diDaran(Recueil d’obscrvations)comparveadAvignone nelVJÌ5,eòheLavina, duesecolicircaprimadiIni,in un'opera intitolata: Methoduscognoscendi extirpandique excresccntesinvescica; collo carunculas(Romse,i55t), femenzionediquestometododicura.Benpiù,lostesso Girtanner, nel secondovolumedelsuo Trattatodelle

ma-lattieveneree-,dice:« Lavina hi raccomandato le cande-letteper guariròglistringimentidell’uretra}v>indisoggiunge:

«lacuracollecandelette ètanto antica corno la stessa malattia;wepiùlungiancora,pag.5$ 3 dièci «Daran ha soltanto perfezionatelecandelétte;i .

«Haller,nellasua Bibliotecach’ir.

,

prima parte-,pag.

iq3,parlandodi inianonimocheverdi eprimadiLatrina-, B 'esprimeintalguisa:*Tirgulas piambeasprimus adver-susùrethroecarunculas adhibuìt.» Rimarchiamoinquésto luogo che,irell’éguàlmodochesiòSempre ritornati,per guarirlasifilide,ilmezzopTùanticamente conosciuto, cioè almercurio,ifi'h’pàririlèntosemprericorsoallecandelette, chesonoilpritfibmezzo,ecertamenteilpiùnaturale,

mente

,poiché bisogna,

come

lo dice

Aber-dour

parlandodistesso, ripetere

una

doz-zinadi volte l’applicazionedel nitrato,resta a sapersisele candelette,impiegate a

tempo e

con

metodo, non

procurerebbero vantaggi tantoprontie sicuri quanto il

mezzo

irri-tantedicuisi tratta^

*

Che

che ne sia,

due

secoli d’esperienza

hanno

provato che le candelette che

meg

io riescono sonoquelle che

non

agiscono che

per

la

forma

loro, e

non

per.

una piopneta

dipendente dallaloro composizione.

Egliè vero che l’uso delle candelettee di tutti il piùfaticoso pel

medico

ed il piu no-ioso pelmalato;

ma

è veroaltresìchenella

maggior

parte de’ casi egli èil soloche renda sopportabile la vita ed allontani le

conse-guenze

mortalidella malattia.

Passeròsotto silenzio lediverse composi-zioniadoperate per farlecandelette, e m’a-sterrò parimente di parlar dei cateteri di osso, dibalena,di

piombo

,ec.

M’

acconten-teròdi far menzione delle candelette e dei cateteri flessibilidi

Schmidt

;

mi

sono essi paruti composti di stagno edi

piombo

;e crfedoche illoro peso,molto più ragguarde-vole diquello delle candelette clastiche,

debba

tormentare dipiù il malato.

cuisiasifallousocontroglistringimentidell uretra:in\o*

derniuou hannofattoaltroche ridurreaisemplice questi duemetodidicura.

Allorquando nell’introduzione della

can-deletta la punta dello stromento

va

ad in-contrare, nellafossanavicolare, l’orificio di

una

lacuna,e trovasi arrestata,

non

bisogna credered’esser giunti allo slriguimento. Bastai alloragirar la candeletta,

dopo

aver usata laprecauzione diritirarla

un poco

; esi

su-pereràfacilmentequestopuntodel canale.

Tal-volta,

quaudo

l’uretra

non

è.ristrettache

da una

parte, lacandeletta trovaci arrestata al

momento

dellasua introduzione, qui è

d’uopo

ancora diritirarla leggiermente, e di

pro-vare aportarla più lungi,facendole fare dei piccoli movimenti di rotazione. Si dà

per

consiglio,

quando

il canalesi contrae dinanzi allostromento, difregar leggiermenteil pe-rineocoi diti della siuistra

mano,

mentre la destra èoccupata a farinoltrarelacandeletta.

L’introduzione c generalmente più facile

quando

il malato sta ritto,

ma può

esserlo inegual

modo quando

èassiso o sdrajato.

Non

parmi indilfereute chela vergasia in

un

leggiero stato di erezioue,o in

un

ri-poso

assoluto;l’una el’altra diqueste situa-zioni

mi

sono parute preferibili, secondo le circostanze.Bisogna qualche volta abbassare

il

pene,

tal altraè meglioalzarlo;in alcuni casisi devefarloscorrer sulla candeletta, o facilitarl’introduzione di questa coll’indice nel retto. Il'medicò edil maialo

non

pos-sono,

come

lo dimostra con ragione Girtanner,

usar troppa pazienza nell’operazione di cui si tratta.

La

guarigione si fa aspettargran

tempo,

e.

non

bisogna disperar troppo pre-sto dei mezzi che s’impiegano per otte-nerla.Talvolta

non

sipuò pertutto

un

giorno introdurre una candeletta.mentre all’

indo-mani non

v’ècosa piùfacile. Passano in tal

modo

molte settimane,poscia sisuperano

fi-nalmente tuttequeste difficoltà.

Altrimetodi,

quantunque

perfettamente de-scritti da Girtanner,Richtér ed

Home

,

esi-gono

ciò

non

pertantouna lunga abitudine por

ben

eseguirli. Si troveranno spessefiate dei malati piùabili degli stessi medicinella praticadel cateterismo; ciò deriva da che i

primisono diretti nell’introduzionedella scì-ringa dalla sensazione che questo stromento fa ad essi provare. Vi sono altri casi invece in cui il malatoè

compiutamente

inabile

,

ciò che rende penosissimala cura,

principal-mente quando

nessuna persona intelligente

può

assecondareil medico.

Non

obblierò diqui parlaredi

un metodo

che

ho

posto in opra ignorando che

Trje

ne aveaparimentefallo uso(i): allorquando lo stringimentoè forte che la più fina can-deletta

non può

superarlo,schizzettonel ca-nale dell’olio d’uliva o dell’olio oppiato;

chiudo l’esterno orificio di questo, ecerco,

(i)Onmorbidreteutionsofurine, Glocenter.1-384*

Scemmering

i3

comprimendo

col diio, di far passareil li-quido più innanzi;ripeto questa manualità fintanto che la candeletta possaessere in-trodotta.

Brunnighauseti guarìtre stringimenti d’ure-tra,

comprimendo

con forza questo canale dietro il glandenell’istautc incui il malato voleva orinare.

E

inutile d'indicare il

mezzo

d’assicurar la sciringa

quahdo

lasiè introdotta,è d’im-pedire ch'ella

non

si portioall’innanzi, ove diventerebbe inutile,o troppo indietro, ove potrebbe offender lavescica.

Quanto

piùilmalato potràtollerar la pre-senza dellacandeletta,tanto più presto sarà guarito.

E

necessario d’abituarlo

insensibil-mente

, e d’evitare ogni specie di violenza.

Quando

la candeletta produrrà dolori nel luogo ristretto,sudori freddi, malessere, sin-copi,

un

senso d’ardore nelforinare,

tume-fazione delle glandule inguinalio dei testi-coli,o finalmente dei sintomi febbrili, sarà d’uopo ritirarquesto stromentosenzail

me-nomo

indugio,edaspettare,per rimetterne

un

altro, chequesti accidenti siano totalmente scomparsi, ciòcheinterviene in certimalati in

capo

ad alcune ore,ed in altri soltanto

dopo

molti giorni.

Quando

l’infermo sopporta la

prima

can-deletta senzasoffrir dolori, se ne introduce

una

seconda

un

po’più grossa

, poscia una

kj5 terza,e cosìdi seguito finchéil getto del-l’orinaabbia ripresoil suo stato naturale.

In principio,lacandeletta

,

qualunque

cura siasiposta nell’introdurlanei canale, vi de-terminalesecrezione di

un muco

simile a quello della blenuorragia, la quantitàdel

quale

diminuisce però a misura cheil

ma-lato s’accostuma allacura.

Ilo

sempre

associato all’uso delle cande-lettelefregagionimercuriali suicontorni del

luogo

ristretto, anche nei casi ove

non

po-teva aver sospetto della presenza delvirus sifilitico. Egli è indispensabile d’usare allora di

un

unguento

ben

preparato, e

,per

pre-munirmi

contro gl’inconveaienti della gra-scia rancida,

ho

sostituitoalla sugna il

bu-tirrodicacao, a cuiaggiungo qualchepo’ di trementina.

M'inganno

a partito selefregagioni di cuiqui parlo

non hanno

molto contribuito aifelicisuccessi che

ho

otteuuli nella cura degli slrignimenti dell’uretra.

Richter

raccomanda

,durante lacura delle candelette, l’uso interno dell’acqua distillata dilauro ceraso. Fiso (i)ed alcuni

moderni hauno

encomiatolatrementinaprescritta nello stesso

modo.

(i)AmericanrogistcrjNcw-Yorck,voi.n,pag.7.

ig6 ì