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que-sta

raddoppiatura

membranacea

che ha

qual-che

rassomiglianza colla vescica. Gilchrist (i) assicuradiaverliguariti colle pillole

mercu-riali. L’efficaciadel mercurio ia tale circo-stanzaèconfermataanche da G.

Frank

(2);

ed

io

non

credo che

mi

si possano qui ap-plicarequelle parole di

JVichmann

:«Sarebbe

come

voleraccingersidi ridonare allapelle

de

vecchiil suostatoprimiero, in

una

pa-rola, di ringiovenirli.#

L’ingrossamentodelle pareti dellavescica

non è un

effetto naturale dell’età,

ma

un’affezione morbosa.

Non

sitrattaquidi

un

induramento,

ma

diaccresciuto

volume:

la vescica, lungi dall’aver perduto della sua sostanza, è al contrario sopraccaricata da

un aumento

di tessuto, delquale la natura silibererà

allor-quando

una cura

ben

direttaverrà

ad

ajutare glisforzi dilei.

Se dunque

talemalattia

non

Sarà troppoantica;s’ella

non

sarà compli-cata daaltro male, sipotrà sperar di otte-nere,se

non

un’ intera guarigione ne’ vec-chi,

almeno

unsensibilemiirliorameutodiessa.

A

questo fineconvien restringere

l’amma^

latoall’uso dialimenti blandi e di

bevande

della

medesima

natura'.

Avendo

sospetto che’

' 1 , *

I ,

.t

.f.t».*.(

(1)Kósaysamiobservationfi0.A.b.-ofEdinburgh:voL in,p.$-)t.

(?)Medicinapratica.

132

il velenovenereo abbia cagionatalamalattia, saranno indicate lefregagioni mercuriali; si terràilventre libero con de’mezzi-lavativi emollienti,ai qualisi

può

aggiugnere il de-cotto di cicuta, econ de’ bagni di acqua saponata. L’

ammalato

berà molto durante la giornata, e riterrà per qualche

tempo

l’orina affine di determinare un lieve dis~-tendimentodella vescica. Bisogna specialmente insistere colle injezioni di decotto di roalva-yischionellapartemalata. I fatti riferitida Gilchrist eda

Lind

provano che la speranza diguarire

non

è chimerica.

CAPITOLO

XII.

Incontinenza d'orina(Enuresis).

^4-

Una

malattia tanto

incomoda

quanto frequente nelle persone attempate, ed in quelle particolarmenteche visseronell’ intem-peranza,èlo scolo involontario ea goccia a gocciadell’orma,sia che la vescica

non

la possa contenerein certaquantità, o che que-st’organositroyi nell’impossibilità di espel-lerla convenientemente. Ilbisogno diorinare eTuscita del liquidosisuccedono con tanta rapidità,che l’ammalato

non

ha neppureil

tempo

di prendere il pitale.

Qualche

volta l’incontinenza d’orina

non

apparisce chenella notte.

I23 Quest’afleziones’accresce in talguisasenza

esser

accompagnata da dolore,finoal punto

che

la vescica non può piùritenere la

me-noma

quantità d’oriua,e che quest’umore stilla amisura che escedagliureteri.

Il piùdelle volte l’orina esala

un

odor

forte

appeua uscita di vescica: essaha una tale attività,chela pelle su cuicade presenta

ben

tosto dellecorrosioni, ed ancodelle con-siderevoli esulcerazioni.

«y5.Isegui diquesta malattia sonotroppo chiariperchèconvengaentrare inminute par-ticolaritàriguardo ad essi.

Con

tuttociò,nei vecchisièveduto qualche volta una riten-zione d’orinaper paralisia,cioèuna raccolta Yera dicodestoumore, simulare un’ inconti-nenza d’orina.

Ed

in verogliuomini,iquali volontariameute o perinattenzione

hanno

l'abi-tudine di

non

vuotare perintero la loro ve-scica, e di conservarvi

sempre

una certa quantità d’oriua,questi uominihanno qual-che volta al principiare della paralisia del collo di quest’organo una raccolta orinosa più o

meno

considerevole, dicuinon

hanno

neppureilsospetto,el’esuberanza della quale :r

esce agoccia a goccia. p

A

guarentirsi dall’errore di cui

abbiamo

sinqui parlato,sivuota per interolavescica all’uopo della sciringa: se lo scolo è pro-dotto di paralisia, eicessa finché siasi for-mata una nuova raccolta,valeadire,almeno

124

per molleore; se,alcontrario, v’ha inconti-nenza d’orina, il liquidocontinuerà ad usci-reQuella

maggior

parte de’ casia goccia a goccia e di

mano

in

mano

che esce dai reni(i).

rjG. Senza parlare dei calcoli,delle cica-trici,delle fìstoleall’ano, delle ernie di ve-scica, e degli altri casi ne’quali 1’ iuconti-ftcnza d’orina èsintomatica

, questa malattia,

chetravaglia

un

gran

numero

di vecchi,

riconosce delle cause variatissime, e talvolta di

una

natura opposta l’una all’altra.

La

principale è la progressiva diminuzione del-l’estensibilità del viscere, proprietàche so-vente svanisce affatto nella vecchiaia. Altre volte, essendo per l'acrediue

sempre

cre-scentedeU’oriuairritato ognor più

un

organo naturalmentesensibilissimo

ad

ognispecie di Stimolo, lefibremuscularidi essotrovansi in

uno

statodi abituale contrazione, la quale

non

permetteall’orinadi fardimoranel suo serbatoio.

Una

terza causa è il rilassamento dellepartichecircondano il collo della ve-scica, la paralisia delle fibre muscolari di detto collo, fibre che moltissimi fisiologi

hanno

riunito sotto il

nome

di sfintere. Alla

(i)Ciòaccade principalmentequando,intattafirn (abi-litàdella vescica,rompesil'equilibriocheesisteIraInazione diquest 'ergauoequelladelsuo«liniero,essendo paralizzato quest’ ultimo.

120

debolezza

senile principalmente,

ma non

alej

sola

devcsi

dunque

attribuire 1’incontinenza d’orina.

E

di latto essa

può

venire in

conse-guenza

di moltecircostanze

,

quali souo

uno spasmo

violento dellavescica (i),gli eecessi

venerei, un

insulto di apoplessia.

L’

incontinenza d’prina èqualche fiata la

conseguenza

pronta di

un

raffreddamento, in ispecial

modo

sela costituzione atmosferica

è umida. Le hanno

datooriginequalchealtra volta la presenza de’vermi nel canal

intesti-nale

,e le emorroidi. L’ingrossamentoe la

durezza

delle pareti {iellavespica

producono

sì spesso l’incontinenza d’orina*che

Wich-mann

(a)li ha riguardati

come

la precipua

cagione

diquesto guai. Spesso viene occasio-nata dalla tumefazionedella prostata,

quando

questadilata ilcollodella vescica^.

Anche

il

torcimento della spina

comprimendo

la

mi-dolla spinale,,

può

dar luogo all’infermità dicui trattiamo.' questa èqualche voltala conseguenza di

un

colpo ricevuto sulperineo neiprimi anni della vita; dellalacerazione o distruzione del punto più stretto del collo della vescica operata da

un

catetereo da un’ulcera. Finalmente un’ulcera della prò-1

,(0'Sisa dieun eccitamento troppo forteo protratto troppoalungofacaliereimuscoliio unostatoili abbat-timento,ilqualepuòarrivarelinoallaparaliiia.

(*)Seniejntica,tono.ni.

ia6

stata,corrodendo questa ghiandola,

può

in-grandirela partedel collodaleiabbracciata.

77.

Le

applicazioni eledoccied’acqua diac-ciata all’ipogastrio, ipediluvj freddi, e le injezioni della stessa natura sono mezzi uti-lissimi nella cura dell’iucontinenza d’orina.

Goulard

vantamolto la sua acqua

vege-to-minerale; altri

raccomandano

il decotto di simaruba. Troja guarì

un ammalato con bevande

ed injezionimollificative, allequali in seguitoaggiunse alcun

poco

d’acqua vul-nerariad’archibugiata. Io fo fare delle inje-zioni d’acqua di malvavischio tiepida affine di distenderea poco a pocolavescica (1). I fomenti aromatici e le fregagioni alperineo con

un

oliovolatile

mi

servonoinprogresso a rianimarel’energia vitale delle parti paraliz-zate. Alcuni pratici consigliano di farlealla parte interna delle coscie,e di servirsia quest’oggetto d’una soluzione oleosa

od

al-coolicadi caufora. DicJcson(2)eLatta

hanno

veduto de’buonissimi effetti dall’uso de’ ve-scicanti applicati adiverse riprese sul sacro.

Nel caso incui pare che la malattia sia formatain qualche

maniera

dallo spasmo,e

quando

l’irritazione dellavescica si

oppone

(1)lesseFoot,Vantaggidelieiniezioni neimali della tescica.

(2)Medicaiobiervationaandinquina*,tomeII,art.27

«35;tom.

m

,art.2.

1^7 alla

dimora

inessa dell’orina,sipuò utilmente ricorrereall’uva-nrsi, edallaudanoliquido di

Sydenham

;

avvertendo però ohe

quest’ul-timo

deve essere impiegato ne’vecchi

con molto

riserbo. Per lostesso oggetto siè data l’ipecacuana,e con mollo vantaggio: questo

mezzo

ètanto piùefficace, in quauto che il

canal intestinale simpatizza strettamente col-l’apparatoorinario (i).

Se

l’aromalato è pallido, estenuato, di

tem-peramento

linfatico,bisogneràricorrere,

secon-do

il consigliodifluirne, allepreparazioni d»

gas acido carbonico, dichina, d’allumesciolto inun’acqua mucilagginosa. Sidà quest’ultimo alla dosedi

mezza dramma

ogni1quattr’ore.

Forse questoèil casoincuiconverrebbe ira*

piegareinternamente le cantaridi.

f

Vendi

vinsela malattia intre vecchi col-l’uso del mesernbrienlhenum cristallinum.

L’elettricità ha avuto de’felici risultamenti nellacura diquesto male.

Se

alla compressioneesercitata sullo spinale midollo dalla senile curvatura della spina fosseattribuibile l’incomodo dicui parliamo, bisognerebbe

raccomandare

all’infermo

non

soloditenereuna posituraperfettamente

oriz-(•)Dauòenton

,

Mémoiressurles indigestioni dansl’àge de retour;Paris,1785.

Botquillon,Considérations sur lesengorgementdelaprostate,nella sua traduzione del Trattatodellemalattie venereediBell

,

tomo1.

13,8

zontalé .quando egliè in letto*

ma

di cori-carsiparecchievolteal giorno sopra

un

sofà, conservando la

medesima

positura.

Disperata la guarigione perla sperimentata inutilitàdi tuttiquesti mezzi, sicercherà di alleggiarel’infermo dal suo

male

con rimedi palliatip^.comèla leggier compressione del canaledell’uretra, che glipermettedi atten-derea’suoi affari,

almeno

durante alcune

©re. In molti casi jo

mi

.sono servito

con

vantaggiodiurto'stromeuto compressivo ri-coperto divelluto,simile a quellodi

Nuck

(i), ilquale era tollerato dall’infermo senzain-, conveniente per una parte della giornata.

.•E

facile evitareil sudiciumee le

escoria-f

*

zioni

, prodottedallo stillamentocontinuo del-l’orina,servendosidella bottiglia diJuville(a) a’dell’orinale diPickel

,

adattati in maniera da.ricevere,il liquido.. ;

*

-..

:Nel corso>della notte,gli ammalati conser-veranno fra le coscie

un

pitaledi vetro; lo, che potranno fareseuza esserne incomodati.

(l)Operationcsrt-oxpcriinenta chirurgica:Lugli.Hat.,

1773,lig.I*.

(a)ChirurgiadiUiclher

,

tom.vi,tav.1.

Ematuria.

rj&. L’ematuria idiopatica della vescicaè

ne”

vecchi una malattia gravissima. Pinel e JXéil(i) dicono che quest’affezione assaid’or*

dinario

supplisce alflussoemorroidale.

Nell’ introduzioue di quest’opera noi

ab-biamo

giànotato che nella vecchiezza i vi-sceridel catino sonoi più disposti asoffrire.

Si comprenderà dunque

di leggieri che