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Moricheau-Beaupré ( 4 ) consiglia , oltre le bevande gelate, di bagnar lo scroto con acqua

Theden

i topicifreddi all’ipogastrio;

Darwin

i semicupj freddi;

Werloff

leinjezionifredde nellavescica. Pinel(3)insiste moltosull’uso dell’acqua fredda pura,o leggermente aci-dulata, principalmente

quando

l’ematuria è passiva.

Moricheau-Beaupré

(

4

) consiglia,oltre le

bevande

gelate,di bagnarloscrotocon acqua fredda, di applicare delghiaccio sul sacro, sul basso ventree sul perineo.Finalmente si giunsefino aproporre d’imbriacare il

ma-lato colvino(5).

89

.

Se

esistesse ritenzione di orina, e che fosse attribuibilealla presenza di

grumi

che chiudesserol’orificio del collo dellavescica, si tenterà dirimoverli colla sciringa, e difarli uscire injettandonelsacco orinariodella de-cozione di radice di altea,odi linseme,ec.

E

rarochequesta specie di ritenzione sia

(1)Medicaifaetsandobserv.,voi,vili, (2)lol’hoimpiegatainsostanzacolloznccarodilatte.

(3)Nnsographie philosnphique.

(1)Deseffetsetdes proprietésdufroidjParis,1819, pag.5o().

(5)f.ondoamedicai jourual,toro,iv,p,a8{.

,44

tanto ostinata da render necessaria la

pun-tura della vescica.

Quando

l’ematuria si fa

compagna

del tifo, ioricorro all’acido solforico,

ammini-stralocol sugo di lampioni o di

more, od

ali’elixir acido delDippel; l’acetoordinario è forse ciò chemeglio conviene.

Arrestatolo scolodel sangue,sipenseràal

modo

di prevenirnela recidiva; con questa

'mirail malatosiasterrà dalcayalcare;

non

viaggerà in

un

cocchioincomodo;

non

si ab-bandonerà ad alcun esercizio violento; al-lontanerà dasetuttociòche potrebbe troppo gagliardamenteturbarlo (i); seavrà bisogno diristorarle forze,troverà degliefficaci soc-corsi nellachina e intuttelepreparazionidi questa, neimarziali,uell’uva orsina e nella simaruba. Starle consiglialeinjezionidibrodo divitello,o diacqua di

Pjrmont.

Gooch

(2)cita

un

fatto rimarchevole,in cui lamalattia fu radicalmente guarita con pillole composte di cinque grani di oppio, di acqua di

menta

piperita, e diacquadi cannella.

il 4

In Inghilterra sifa grande uso contro que-st’affezionedellapasta deldottor

Ward.

IO UncasoriferitodaMarcusdimostra Pioilucnzafatale deitimoresugliammalatidiematuria.Examen(lusystimc iteBrowrt;Weimar,1799, pag. Go.

(0Medicai HiagaGin,177^t'’obr.

.45

CAPITOLO XIV.

Infiammazione

della prostata(i).

90. Questa malattia si manifestacon

un senso

dipeso e di straordinario calore verso la parte chene è lasede;ben prestosi as-socia a questi sintomi

un

dolor pulsante,

continuo, che

aumenta

alla

minima

pressione fatta sul perineo,e

quando

l’ammalato evacua gli escrementi.

È

principalmente la tumefa-zionedellobo

medio

della prostata,scoperto

da Home

(2), che nell’infiammazionedella gianduiaristringeil collo della vescica.

L’am-malato

sente

un

urgente bisogno diorinare

,

a cui

non può

soddisfare senza vivi dolori;

questi sono congiuntia sforzi di evacuarper secesso,

provando

il malato nelretto la sen-sazione che

produce

la presenza di un corpo straniero. Il polso è febbrile. Osserva

Bos-qnillon che spesse volte la malattia di cui parliamo reagisce sul canal intestinale, e portain alcuni casidegli accessi di febbre.

Ecco

le suestesse parole:

«

Ho

vedutodegliammalati nei qualila

mi-fi)Bosquillon ,

nellasua traduzione delle Malattìe ve-nereediBell

,

presenta alcune interessanti considerazioni sullemalattiedellaprostata; noiavremo occasionedi ri-chiamarnealcunenelcorsodiquestocapitolo.

(2)Vediladescrizioneche nc dà questo anterenelle Phi-loso/thical transaclìons,an.1806.

Suemmering

' io

i46

nima

irritazionedella prostata, prodotta

da

causaesterna,diede luogo ad accessi di feb-bre perfettamente similia quelli dellefebbri intermittenti. »

gì.

La

'diagnosi dell’infiammazione della prostata

non

ègeneralmentedifficile;sisente nel rettoil

tumore

formato da questa gian-duia.

Quanto

più l’ammalatosisforza di ori-nare,tanto

meno

esce di orina,.trovandosi inallora coinpressa laprostata.

Non

si

può

tentare di sciringareilmalato senzachesoffra atrocidolori, i quali talvolta giungono a tal punto, che il

medico

rinunciar deve al

ca-teterismo. t li

92.

Le

cause dell’infiammazione della pro-statanei vecchi sono; la

non

metodica intro-duzionedellesciringhe, odelle candelette,le esterne violenze,lebleunorragie, l’onanismo in gioventù,una metastasi qualunque,la pre-senzaditumoriemorroidali,ilraffreddamento, l’esercizioviolento a cavallo, l’abuso degli alimenticalidi, delle

bevande

generoseedel coito.

Il celebre

medico

Fothergill era

ammalato

.di ulcerealla prostata,e moridiquesta ma-lattia.Osservasi nel Treatise

on

thèvenereal disease di

Hunter una

tavola che rappre-senta laprostata intasatadiFothergill.

Home

assicurache-questa gianduia ò stala dise-gnatasoloidealmente.

*4?

q

3.

La

onra della infiammazionedella

prò-stata

è costituitain g^anpattò daimezzi che

abbiamo

indicati contro lacistilide;

ma

in

<juestocaso sideveinsisteresull’applicazione

ai numeróse

sanguisughe alperineo,

princi-palmente quando

le forze dell’ammalatonoto

permettono

ilsalasso dal piede.

E

spesse volte difficilissimo rimediare col cateterismo alla ritenzione d’orina che d’ordinario siassocia all’infiammazione della prostata.Tuttala

pru-denza

etutta l’abilitàdel chirurgo più eser-citato

non

bastano spesse volteasuperare l’ostacolo che l’intasamento di questa

gian-duia oppone

allostrumento: l’uretra da tale

ingorgamento non

solo è ristretta,

ma

pre-senta

anche

delle curvatffre; che dipendènti ìdalFinfiammazione laquale,1essendosi

‘"ine-gualmente

sparsa su diversipunti della prò-stata,fa questa rialzare piùda

un

lato che dall’altro.'Baillie e

Home

nelle lorobelle ta-vole ci

porgono

degliesempj di questa di-sposizióne‘(i).

L’ammalato

deve próndeVò dei bagnigenerali elocali,e deilavativiemollienti;

è d’uopo applicargli dei cataplasmi di fa-rina di linseme sul perineo, e prescriver l’uso internodel calomelano—e- del succo di

•papaveri « ; •* . ()

Allorchéio'sospetto resistenza dellasifilide, ordinolefregagioni cónunguento mercuriale

(')Iingravin»,fasciculùsvui jlat.3,fig i.

i48

alperineo

od

alla parteinternadellecoscie,

e

prescrivo ilcalomelanoagran dosi.

Se ad

ontadituttiquestimezzi

non

si

può

introdurre la sciriugasenzaincorrer nel rischio dipassar fuor fuorilaprostataodiaccrescerel’ infiam-mazione, èd’uopo risolversia far la

puntura

al disopra del

pube

, e ciò tantopiù che la malattia dicuiparliamo èordinariamente di corta durata(i).Questa operazione contribui-sce d’altronde

doppiamente

a diminuir l’ in-fiammazione, preservando il collo della ve-scicadall’irritazioneprodotta dalcatetere, e dalla pressionefatta daH'accurnulamento del-l’orina.

L’infiammazionedellaprostatatermina d’or-dinario,in capo a otto o

nove

giorni, per risoluzione

, talvoltaper suppurazione, e di rado per cangrena.

CAPITOLO XV.

Suppurazione

edulceri della prostata(2).

g4*

La

suppurazione della prostata,o piut-tostoquella dell’involtocelluloso di questa

(1)11padrediGilbertmorìfra lemanidi un chirur-go che,avendoforzatol’introduzionedellaaciringa, pro-dussecon talviolenzalasuppurazione dellaprostata. Oh-scrvalions pratiques; Lcips.,1792.

(2)J.Baader havedutounenorme ascesso della pro-stata.Vedi Olserv,medie®,obs.27.

gianduia

(giacché èraro chelo stesso Sùd

parenchima

ne veuga affetto

) questa

Sup-purazione

simanifesta d’orditìario

quando

Tini fìamutazione èdissipata.

Non sLd&erva

àlldrla