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L'agguato del Vagaj: elementi di continuità genealogica tra la cronachistica “ufficiosa” moscovita e il ramo uralico-siberiano

Capitolo IV. Origini ed evoluzione della tradizione “ufficiosa” moscovita

6. L'agguato del Vagaj: elementi di continuità genealogica tra la cronachistica “ufficiosa” moscovita e il ramo uralico-siberiano

§6.1. Origine delle testimonianze sulla morte di Ermak: osservazioni ed ipotesi

Uno dei passi che maggiormente testimoni sulla base di un'affinità testuale e narrativa un reale contatto tra KO-NL e la linea uralico-siberiana è quello

dell'agguato sul Vagaj785. La descrizione in KO-NL dell'evento pone in tutta la sua 782 PSRL, t.36, pp. 58-59.

783 Non è possibile stabilire se documenti dettagliati, inerenti alla spedizione siberiana fossero presenti nel

Posol'skij prikaz prima del gravissimo incendio del 3 maggio 1626.

784 Dergačeva-Skop, Genealogija..., p. 72.

immediatezza il problema del legame genealogico-concettuale tra questi scritti e le opere della cronachistica uralico-siberiana della prima metà del XVII secolo.

Mentre negli altri dettagli (ad esclusione della sola legazione cosacca a Mosca, che quasi certamente non si trovava nel Napisanie e venne mediata di nuovo da KO) il legame tra KO-NL da una parte e la cronachistica uralico-siberiana dall'altra è certo solo per entrambe le varianti del Rumjancevskij letopisec, in questo passo la

continuità testuale è evidente per tutte le opere esaminate.

Nella questione dei rapporti genealogici tra la linea KO-NL e la cronachistica uralico-siberiana, E. Dergačeva-Skop ritiene che la linea genealogica KO-NL si sia sviluppata in maniera indipendente dalla cronachistica uralico-siberiana, con cui entrò incidentalmente in contatto solo nel Rumjancevskij letopisec e nella

redazione Afanas'ev della cronaca stroganoviana786.

Questa posizione incontrò la perplessità di Vovina-Lebedeva, secondo cui KO è uno skazanie portato a Mosca dalla Siberia: KO sembra essere affine all'archetipo del gruppo esipoviano e della Stroganovskaja letopis' oppure derivare direttamente da tale archetipo, che può essere ricostruito solo in maniera ipotetica787. In base alle supposizioni della studiosa, lo strato originale dello scritto può essere fissato negli accenni alle fedi seguite nel khanato siberiano, che sono comuni a tutte le opere dell'annalistica siberiana della prima metà del XVII secolo788.

Vovina-Lebedeva non ritiene tuttavia che le cronache uralico-siberiane esaminate abbiano integrato il testo di KO, che piuttosto ridusse un originale o un archetipo. La studiosa fonda la propria osservazione notando che la linea genealogica KO- NL è priva dell'ordine espositivo che distingue le altre opere, dove i tartari osservano l'islam, i calmucchi si attengono ad una fede tribale dai tratti poco

chiari, mentre la Pegaja Orda, i nenezi, i khanty e i mansi osservano il paganesimo animista. La linea KO-NL dissolve quest'ordine, limitandosi semplicemente ad osservare che la fede del khanato siberiano è l'islam, mentre le altre etnie osservano il paganesimo o il culto degli antenati789.

A.T. Šaškov ritiene inoltre che l'autore di KO conoscesse la redazione secondaria, commissionata da Kiprian, della Povest' Letopisnaja di Čerkas Aleksandrov, identificata dallo studioso con l'archetipo del gruppo esipoviano790. L'ipotesi di Šaškov è stata confutata da Solodkin: secondo quest'ultimo, KO non riferisce nulla delle battaglie sostenute dai cosacchi in Siberia e dell'identità dei caduti (a parte, naturalmente, le figure più influenti del gruppo -Ermak e Ivan Kol'co). Inoltre, Solodkin sottolinea che sono ravvisabili profonde differenze anche nella

descrizione dell'itinerario seguito dai cosacchi per raggiungere la Siberia: mentre secondo KO i cosacchi raggiunsero dalla Volga il fiume Kama, da cui percorsero la rete fluviale uralico-siberiana, composta dai fiumi Čusovaja-Serebrjanka-Tagil- 786 Dergačeva-Skop, Iz istorii..., p. 142.

787 Vovina-Lebedeva, Novyj letopisec: istorija... , p. 248.

788 IDEM, K voprosu..., pp. 64, 66, 69; IDEM, Novyj Letopisec. Istočnikovedčeskoe... , p. 14; IDEM, Novyj Letopisec: istorija..., pp. 243, 248-251.

789 IDEM, Novyj letopisec: istorija... , p. 250. 790 Šaškov, Pogodinskij..., p. 147.

Tura-Tobol-Irtyš, in EL leggiamo che il gruppo cosacco, raggiunta la Čusovaja, aveva navigato inizialmente il Tagil, poi la Tura e la Tavda791. Del resto, il

Pogodinskij Letopisec traccia l' itinerario cosacco dai fiumi Jajk e Irgiz792.

Per quanto riguarda il passo dell'agguato del Vagaj, i cronachisti del corpus uralico- siberiano, da RuL sino alle ultime redazioni di SLS, si attengono invece alla stessa versione avanzata dalla linea KO-NL: le forze di Kučum, nella notte tra il 5 e il 6 agosto, annientarono l'intera guarnigione cosacca. Ermak non oppose resistenza (l'unica fonte a suggerire una possibile opposizione armata da parte dell'atamano è la cronaca esipoviana inclusa nella redazione Schlötzer del Sibirskij letopisnyj

svod793). Secondo tutte le altre cronache del corpus uralico-siberiano, Ermak, svegliatosi e vedendo che i suoi uomini venivano massacrati dai tartari, fuggì immediatamente verso le imbarcazioni, ma annegò nel tentativo di raggiungerle a nuoto.

L'ipotesi di un nesso genealogico comune a quattro termini fondamentali della nostra ricerca (KO-NL, S, gruppo esipoviano e stroganoviano) richiede un necessario approfondimento.

Molto raramente le differenze tra le varie versioni sostenute dalle fonti della prima metà del XVII secolo hanno un carattere funzionale da un punto di vista narrativo. S2 sostiene che nella notte del 5 agosto sul canale del Vagaj vennero uccisi insieme ad Ermak tutti i cosacchi794. La versione di S2 è complessivamente identica a quella sostenuta nella redazione fondamentale di EL e PgL. Le divergenze sono minute, per quanto costituiscano notevoli integrazioni narrative e concettuali: a differenza del Sinodico, le due fonti precisano che i cosacchi non si fermarono

immediatamente sull'isolotto alla foce del Vagaj, ma avevano navigato il corso d'acqua sino alla località di Atbaš. Inoltre, viene precisato che i cosacchi avevano disposto un punto di guardia insufficiente a fronteggiare il pericolo incombente795. S2 tace accuratamente quest'ultimo fatto. PgL è invece la prima cronaca a

sottolineare che Ermak indossava una pesante corazza796. Questo dettaglio sarebbe stato caratteristico per la cronachistica siberiana della seconda metà del XVII secolo.

RuL si discosta a sua volta sensibilmente dalle altre due cronache del gruppo

esipoviano nel menzionare che i cosacchi si erano addormentati senza preoccuparsi di lasciare alcun posto di guardia797. La redazione Spasskij di SL segue interamente la versione di EL e RuL, che tuttavia arricchisce con artifici letterari, non

testimoniati in nessun'altra fonte e ascrivibili esclusivamente all'autore della 791 Solodkin, O diskussionnych... , p. 272.

792 Solodkin, “Kratkoe...”, p. 78

793 PSRL, t.36, pp. 28-29; Dvoreckaja, Archeografičeskij... , p. 475. In questa fonte viene registrata una leggenda,

secondo cui il tartaro Kučjugaj ferì in duello Ermak alla gola. Si tratta di una versione significativamente tarda, contaminata da stratificazioni folcloriche. La Dvoreckaja fa risalire la leggenda a note prese da S.Remezov sulle tradizioni orali toboliane (Dvoreckaja, Sibirskij..., p. 109).

794 PSRL. t. 36, p. 71.

795 Ibi, p.68. Le versioni esposte nella variante Titov, nelle redazioni Zabelin e Lichačev presentano solo minute

differenze stilistiche: cfr. PSRL, t.36, pp. 114,125.

796 Ibi, p. 135. 797 Ibi, t. 36, p. 36.

cronaca di Sol'vyčegodsk. La sola differenza tra SL e le altre cronache considerate consiste nella specifica struttura grammaticale, osservata nella descrizione del risveglio improvviso di Ermak e della sua fine. A differenza delle altre fonti, l'autore di SL utilizza infatti una prima persona plurale, che sembra tradire una deposizione o una testimonianza diretta: gli indizi presenti nel passo, che verrà analizzato successivamente, ne suggeriscono l'origine da un ambiente tartaro. Inoltre, SL è l'unica cronaca a tacere del particolare della corazza come causa della morte di Ermak798.

La sola fonte che presenti una versione profondamente differente dalle altre cronache è S1. La redazione del Sinodico rinvenuta dalla Romodanovskaja nel 1970 sostiene che non tutti i cosacchi avevano trovato la morte sul Vagaj: la fonte commemora il solo Ermak e sei altri suoi compagni, specificando che il loro sacrificio aveva permesso agli altri cosacchi di salvarsi con la fuga799. Come vedremo nel capitolo successivo, questa particolare variante è stata dettata quasi certamente da motivi concettuali ed ideologici, non da un accesso a fonti

documentarie.

Le caratteristiche narrative dei passi menzionati non impediscono di notare che la versione originaria deriva effettivamente dalla linea genealogica KO-NL:

KO NL И прииде весть к воеводе и к Ермаку, что идут в Сибирь с торгом бухарцы. Ермак же взя с собою сто пятдесят человек казаков и поиде против бухарцов к реце Вагаю. И не доиде до реки, ста начевати в прелеве и нача спати, и никого от них стража не бысть. Царь же Кучюм увиде их на острову еже спящих. Бысть же у него татарин в смертной вине и казни, и рече ему Кучюм: " Поиди и уведай мне в реке броду. Толко уведаеш, и я тебя свобожу от казни и пожалую". Тотарин же реку перебрел и виде их спящих. Пришедше и поведа Кучюму, яко спят вси. Сим же речам Кучюм не поверил и паки посла его вдругое и рече: "Возми у них что мочно взяти". Татарин же егда прииде вдругое и украде у казаков пищал и лядунку, и к Кучюму принесе. Видев же царь, и перебред реку, и Ермака и казаков поби. Един же от них казак утече в город к воеводе с вестию. Прииде весть к воеводе и к Ермаку, что идут в Сибирь с торгом бухарцы. Ермак же, взяв с собой атамана Ивана Колцова и казаков сто пятдесят человек, и пойде против бухарцов к реке Вагаю. И не дойде реки, ста начевать в пралеве, и нача спати. И ни единаго же от них стража не бысть. Кучюм же прииде и виде их на острову. Татарин же у него, Кучюма, в вине. И посла его Кучюм к реке: "Отведай мне, рече, в реке броду. Буде отведаешь, и я тебя от казни пожалую". Татарин же реку перебрел и видя их спящих. И пришед татарин, и поведа то Кучюму. Кучюм же ему не веря, посла его вдругое и повеле у них что взяти. Татарин же пойде вдругие и пришед, взя у казаков три пищали и три вяски и принесе к Кучюму. Царь же Кучюм перебрел реку, Ермака и казаков всех побил на острову. Един от них утече во град к воеводам с вестию.

Sia la linea ufficiosa moscovita che quella uralico-siberiana registrano la notizia dei mercanti bloccati da Kučum, la pronta partenza di Ermak alla ricerca dei mercanti, il viaggio sino al Vagaj e lo stazionamento su un isolotto alla foce del fiume, dove di notte il gruppo cosacco viene annientato dalle forze di Kučum. Come vediamo, la linea KO-NL si distingue dalle cronache uralico-siberiane per la presenza di alcuni dettagli narrativi, riguardanti i preparativi e la conduzione dell'agguato. Nella descrizione dell'agguato sul Vagaj la linea KO-NL narra di un

798 Sibirskija..., pp. 37-38.

condannato a morte mandato a perlustrare l'accampamento cosacco.

Alcuni studiosi hanno ritenuto questo racconto una leggenda di origine folclorica800. In realtà, bisogna comprendere che la versione tradizionale dell'ultima notte di Ermak e compagni in KO, pur presentando un fortissimo potenziale mitopoietico, cominciò ad assumere tratti folclorici e leggendari solo con la redazione dell'articolo di NL: in questa cronaca, insieme agli altri cosacchi trova la morte Ivan Kol'co801, mentre il tartaro ruba non un solo fucile e il corno per la polvere da sparo, ma tre fucili con tre cinghie802.

Un ulteriore esame delle due differenti linee genealogiche mostra che l'originario passo di KO-NL venne sottoposto nella cronachistica uralico-siberiana a sostanziali modifiche. Le integrazioni successive sono facilmente isolabili e possono essere distinte in due gruppi principali:

 integrazioni geografico-toponimiche. Riguardano principalmente il percorso

dell'ultima spedizione di Ermak, che risalì il corso del Vagaj (un affluente dell'Irtyš) sino alla località di Atbaš, per poi fare ritorno alla foce del Vagaj e pernottarvi su un isolotto separato dalla terraferma da un canale. Secondo la linea KO-NL, Ermak e compagni non entrarono nel Vagaj, ma si fermarono immediatamente sull'isolotto, che viene ritenuto, erroneamente, diviso dalla terraferma da un corso d'acqua naturale. Crediamo che le integrazioni dell'annalistica composta in Siberia siano state ricavate da quel complesso di testimonianze orali conosciute come tatarskij letopisec, la cui origine sembra sia da ricercare negli interrogatori svolti presso la cavalleria tartara di servizio a Tobol'sk nei primi decenni del XVII secolo803.

E' importante notare come la forma originaria della versione fornita da KO sia seguita dal solo Sinodico: entrambe le fonti ritengono che i cosacchi si siano fermati sull'isolotto senza penetrare nel Vagaj. Questa osservazione permette di supporre che il compilatore del Sinodico abbia presentato questa soluzione non a causa -almeno in questo caso- di una redazione infelice del

Napisanie cosacco, ma proprio perchè nel Napisanie cosacco era assente

800 Cfr. Bachrušin, Naučnye..., p. 21.

801 Secondo il gruppo esipoviano e la Stroganovskaja letopis' , Kol'co trovò la morte alcuni mesi prima dei fatti sul

Vagaj. L'inspiegabile inclusione di questo personaggio nell'ultima spedizione di Ermak può indicare l'influenza esercitata sulla stesura dell'articolo di NL della tradizione folclorica sviluppatasi intorno alla figura di Kol'co, che la Kungurskaja letopis' e alcuni canti storici del ciclo di Ermak dimostrano essere ben esistente. Curi osa è la soluzione applicata nel testimone Golovin del Codice Annalistico Siberiano : il compilatore della redazione, notando il carattere contraddittorio della presenza di Kol'co sul Vagaj, specifica che dalla trappola preparata da Karača per i quaranta cosacchi inviati a sua difesa da Ermak riuscirono a salvarsi Kol'co ed un altro cosacco. Il numero delle vittime nel campo di Karača fu quindi 39. Si tratta di una versione tarda e supposta solo per risolvere la contraddizione trasmessasi ai testimoni della redazione estesa della cronaca esipoviana, che fecero uso di NL per la descrizione della morte di Ermak (cfr. PSRL, t. 36, p. 189).

802 La quantità degli oggetti rubati indica un chiaro legame con la simbologia folclorica.

803 Purtroppo, le registrazioni scritte di questo inestimabile materiale documentario non si sono conservate. La loro

effettiva esistenza è però testimoniata da un passo della cronaca stroganoviana che prenderemo tra poco in considerazione. D'altra parte, la pratica dell'amministrazione russa di ottenere informazioni dai tartari in servizio a Tobol'sk o dai mercanti dell'Asia centrale fu piuttosto comune nel corso di tutto il XVII secolo (cfr. Pokrovskij N.N., Romodanovskaja E.K., a cura di, Tobol'skij archierejskij dom , Novosibirsk 1994, pp. 184-185).

L'inclusione di testimonianze tartare nel corpus annalistico siberiano per la ricostruzione della storia prerussa della Siberia e della morte di Ermak venne riconosciuta dallo stesso Lichačev. Cfr. Lichačev, Povesti..., p. 92.

qualsiasi informazione sui fatti del Vagaj804: per questo motivo, ci si trovò costretti a seguire la versione presentata dalla linea KO-NL, che ormai in Siberia, da Makarij in poi, sarebbe stata perfezionata con le testimonianze dei sopravvissuti tartari dell'esercito di Kučum, che avevano spiato Ermak nella sua ultima spedizione e avevano preso parte all'attacco notturno. Un esame del Sinodico permette di comprendere che tali testimonianze comparvero in periodi differenti: i dettagli inerenti all'itinerario di Ermak sono più tardi dei particolari dell'agguato di Kučum, poichè questi ultimi sono presenti già nel Sinodico, sebbene in forma estremamente ridotta. Questo tra l'altro testimonierebbe l'effettiva primarietà cronologica del

Sinodico rispetto al gruppo esipoviano, PgL incluso (tutte infatti aggiunsero

dati integrativi sull'itinerario seguito lungo il Vagaj ) .

 Integrazioni narrativo-stilistiche. Possono essere divise a loro volta in tre

sottogruppi:

a) ipotetiche integrazioni dal tatarskij letopisec : i passi di EL “Царь же узрев

их, повеле тоя нощи крепко стрещи и многих тотар по многим местам розосла. Тоя ж нощи бысть дождь велий, в полунощи ж приидоша ж множество поганых, казаком же спящим без всякаго опасения” e “Ермак же, егда виде войнов своих от поганых побиеных и ни от кого ж виде помощи имети животу своему, и побеже в струг свой, и не може доити, понеже одеян бе железом, стругу ж отплывшу от брода; и не дошед, утопе” non sono presenti nella linea genealogica KO-NL e

potrebbero derivare da fonti orali tartare, poichè presentano particolari riguardanti i preparativi dell' agguato, che avrebbero potuto essere conosciuti solo da chi si fosse trovato tra le forze di Kučum la notte dell'agguato: la puntuale ripetizione dell'espressione temporale тоя нощи... тоя ж нощи riflette infatti la modalità stilistica delle rassprosnye reči. Notevole è infine il particolare dei fenomeni atmosferici che avevano distinto la notte tra il 5 e il 6 agosto: se non vogliamo ritenere il particolare della notte tempestosa una formula letteraria, solo un testimone oculare avrebbe potuto dire con certezza che quella notte non solo pioveva, ma che la precipitazione “бысть велий”805. Questo strato narrativo è trasmesso con maggiore fedeltà dalla

Stroganovskaja letopis' che ha quasi certamente conservato la forma

originaria del materiale documentario orale tartaro: “Последи жъ нецы глаголютъ отъ языкъ о томъ, яко воспрянувъ ту храбрый вашъ воинъ Ермакъ от сна своего и виде дружину свою от нас побиваемых, и никоея надежди мошно имети ему животу своему, и побеже в струг и не може доити своих си, понеже бо в дали растояние, и тут ввержеся в реку и утопе”806.

804 Per la conferma di questa ipotesi è importantissimo un dettaglio presente in S1. Al termine della fonte viene

registrato con una grafia differente da quella rilevabile nelle altre sezioni dello scritto che i cosacchi erano morti

безвестно, cioè in una maniera impossibile da ricostruire (per il significato dell'avverbio vedere: Slovar' russkogo jazyka XI-XVII vv., Moskva 1975, p. 96; Müller, Istorija..., t.2, Moskva 2000, p. 273).

805 Vediamo qui una prova indiretta che i dati sulla morte di Ermak si formarono inizialmente come informazioni

ufficiali ottenute tramite deposizioni ( rassprosnye reči); solo in seguito intervennero sovrapposizioni letterarie.

806 Questo passo è importantissimo per avallare l'ipotesi dell'esistenza di un fondo derivato da rassprosnye reči. E'

interessante notare come nel testimone Spasskij di SL non si faccia menzione alcuna dell'armatura come causa principale della morte di Ermak. L'ataman cosacco annega nel tentativo di raggiungere le imbarcazioni, che si trovano a grande distanza dalla terraferma.

In quest'ultimo passo, i moduli narrativi impiegati e la grande accuratezza dei dettagli lasciano sospettare la presenza di una testimonianza originale tartara807. S. Bachrušin ritiene che il passo registrato in SL nella redazione

Spasskij sia la trasmissione diretta della versione di testimoni oculari (con

tutta probabilità, guerrieri di Kučum) sull'effettiva dinamica degli eventi sul Vagaj: indicativa è la preservazione di alcuni elementi del discorso diretto -l'aggettivo possessivo ваш e il pronome personale in funzione di complemento d'agente от нас, che rivelano in modo netto il carattere originale della fonte utilizzata808. Nonostante il profondo lavoro redazionale svoltovi, SL presenta stabili legami con l'originale nella sua ipotetica struttura iniziale. Interpolazioni, attribuibili esclusivamente al letterato, autore di SL, possono essere fissate solo a partire da поганы ж, аки

ехидна... sino a учинити, e da погании же sino a извлекоша. Questi passi

sono infatti attestabili nella sola cronaca stroganoviana

L'ipotesi di Bachrušin venne avallata da Sergeev809, mentre Solodkin, sostenitore dell'origine dei primi scritti attestabili sulla spedizione siberiana (PiL, KO, NL) dai circoli burocratici della capitale, suppone che simili informazioni fossero state trasmesse a Mosca dai cosacchi che prestavano servizio in Siberia e che le avevano a loro volta attinte dal fondo folclorico tartaro formatosi intorno alla morte di Ermak810.

Indipendentemente dal problema dell'origine della specifica registrazione osservabile in SL (problema che è impossibile risolvere definitivamente, dato lo scarso complesso documentario a disposizione), i passi analoghi del gruppo esipoviano presentano una redazione chiaramente secondaria. La rielaborazione interessa principalmente la struttura grammaticale e le implicazioni concettuali della fonte originale: vengono espunti tutti quegli elementi che lasciano intuire testimonianze dirette tartare, vale a dire l'aggettivo possessivo ваш e il pronome personale от нас, che nella redazione fondamentale di EL viene significativamente sostituito con

поганых811.

807 Fondiamo la nostra ipotesi sul passo della Stroganovskaja letopis' appena citato e sull'estrema diffusione nella

Siberia della prima metà del XVII secolo della pratica di interrogare i locali. E' poco probabile che

l'amministrazione russa non abbia mai cercato di chiarire le circostanze della morte di Ermak. Sebbene l'originale degli interrogatori non si sia conservato, il passo della cronaca stroganoviana dimostra in modo difficilmente confutabile che gli interrogatori dei guerrieri di Kučum ebbero effettivamente luogo. E' incerto in quale fonte le

rassprosnye reči siano state incluse. In virtù delle modifiche apportate al passo originale di queste deposizioni dai

compilatori dell'eparchia toboliana, ipotizziamo che le deposizioni degli ex-guerrieri di Kučum fossero accessibili all'autore della Stroganovskaja letopis' tramite l'archetipo mediatore, cioè la Povest' o Sibiri o

Rannjaja Tobol'skaja letopis'. 808 Bachrušin, Naučnye..., p.27. 809 Sergeev, “U istokov...”, pp. 54, 57.

810 Solodkin, “Kratkoe...”, p. 81. In effetti, le leggende che si cristallizzarono nella cronachistica siberiana solo nella

seconda metà del XVII secolo (soprattutto nella Sibirskaja Istorija di Remezov), ma che esistevano

indubbiamente sin dai primi anni della diffusione russa in Siberia, confermano l'ipotesi di Solodkin. Le versioni tartare riferite da Remezov riguardano quasi esclusivamente l'evento della morte di Ermak e si distinguono per un carattere leggendario, che ha poco a che vedere con l'essenziale rigore delle rassprosnye reči.

811 IDEM, ibidem. La versione ridotta di SL (testimone Afanas'ev) permette a sua volta di esaminare in modo

b) mediazioni dal Sinodico: in due opere del gruppo esipoviano

(Esipovskaja letopis' e Pogodinskij letopisec) sono rilevabili citazioni, spesso letterali, dal testo del Sinodico. Nella Esipovskaja letopis', all'inizio del capitolo 24, dedicato alla morte di Ermak, leggiamo: “В лето 7092-го году посланием божиим уготовися час и прииде на воинов смерть”. Simile espressione è attestata solo a partire dal Sinodico812. Espressioni analoghe possono essere ritenute anche “к Ермаку с товарыщи”, “ослабеша умы своими, яко приходит смертный час” e “божиим бо судом прииде на воинов смерть”813.

Stimola la nostra attenzione la formula “к Ермаку с товарыщи”: questa

formula sostituisce la lezione “к воеводе и к Ермаку”, attestata nella linea

genealogica KO-NL, ed indica la chiara tensione degli organi ecclesiastici che commissionarono il Sinodico nel 1622 e la cronaca esipoviana ad eliminare in questo capitolo concettualmente fondamentale qualsiasi riferimento a figure politiche, che non si identificassero con quella dello car'.

c) interventi redazionali diretti dei compilatori: anche in questo caso,

l'Esipovskaja letopis' e il Pogodinskij letopisec presentano esiti stilistici differenti dalla linea genealogica KO-NL. Le modifiche apportate nel presente sottogruppo indicano interventi redazionali ascrivibili agli stessi compilatori, non integrazioni da fonti differenti da KO-NL. I compilatori delle cronache menzionate del gruppo esipoviano precisarono che gli uomini di Ermak, una volta sull'isolotto del Vagaj, avevano sistemato un posto di guardia insufficiente a far fronte all'imminente pericolo. La linea genealogica KO-NL afferma invece esplicitamente che i cosacchi non si curarono di porre corpo di guardia di sorta, e supporta le proprie affermazioni con il racconto del tartaro condannato a morte, che per due volte consecutive raggiunse indisturbato l'isolotto e sottrasse degli oggetti a prova che il campo era incustodito. A differenza di Bachrušin, che si pronunciò sul carattere folclorico di questo dettaglio narrativo, riteniamo che l'evento illustrato in questo passo possa invece derivare da una reale testimonianza tartara, dal momento che corrisponde idealmente alla dinamica degli eventi: come preciseremo tra poco durante l'esame del

Kungurskij letopisec, l'isolotto sul Vagaj era accessibile da un unico punto di