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CAPITOLO III. La raccolta del fondo cronachistico uralico-siberiano e la polemica scientifica

E. K Romodanovskaja: schema genealogico

2.7. Polemica tra “revisionisti” e “tradizionalisti”

Come conseguenza dell'interesse stimolato nel mondo accademico dai lavori di E. Romodanovskaja, R.G. Skrynnikov avanza a sua volta alcune ipotesi sulla

genealogia della cronachistica siberiana. Secondo lo studioso, gli scritti iniziali cominciarono a costituirsi dal 1622 e si cristallizzarono intorno al 1640.

Skrynnikov ritiene che l'archetipo mediatore tra il Napisanie e il gruppo esipoviano sia costituito dalla cosiddetta Rannjaja Tobol'skaja Letopis' (archetipo diretto di RuL), che non si è conservata, ma che può essere ricostruita, secondo lo studioso, grazie ad una correlazione dei testi di EL e SL589. Ad esempio, la descrizione della battaglia presso Capo Čuvaš, contenuta nell'originale, non soddisfò né Esipov né l'autore della Cronaca Stroganov, i quali la integrarono autonomamente l'uno dall'altro -Esipov mediò la narrazione della battaglia tra bizantini e bulgari dal

Cronografo del 1512, mentre l'autore di SL ricorse alla cosiddetta Povest' knigi seja: il testo originale oppure la mediazione archetipica attuata nella Rannjaja tobol'skaja possono essere distinti eliminando gli interventi redazionali ascrivibili

ad Esipov e all'autore della Cronaca Stroganov590. Un esempio canonico del metodo d'indagine seguito dallo studioso è offerto dal suo esame della battaglia di Capo Čuvaš. Eliminando i modelli letterari esterni utilizzati per la descrizione dell'evento (in EL i frammenti della battaglia tra bulgari e bizantini nel

589 Skrynnikov, «Rannie...», pp. 86-88, 94, 99; IDEM, Sibirskaja..., p. 21-22, 24-27, 30, 33, 42, 54, 155, 216.

Secondo Skrynnikov, dalla Rannjaja tobol'skaja letopis' vennero mediate le informazioni sui sovrani siberiani da Čingiz a Kučum, sulla spedizione di Ermak e la sua morte, sull'arrivo di Mansurov e la costruzione della fortezza dell'Ob', nonchè sull'assedio di questa fortezza da parte dei khanti.

590 IDEM, Sibirskaja..., pp. 22-23. Documenti Posol'skij Prikaz Archet. PgL S (1622) EL (1636) SL (seconda metà XVII sec.) Povest' letopisnaja

Cronografo del 1512591, in SL la narrazione della battaglia tra il Falso Dmitrij e Vasilij Šujskij nella Povest' knigi seja592), Skrynnikov comprese che i due autori

avevano fatto uso di un archetipo identico593.

Le conclusioni a cui giunge Skrynnikov sono le seguenti: gli autori di EL e SL trascrissero ampi stralci della cronaca mediatrice, integrandoli con diverse fonti cronachistiche o cronografiche. Le coincidenze testuali tra EL e SL permettono di ricavare il probabile testo della Rannjaja tobol'skaja letopis' (non del Napisanie, sulla cui ricostruzione Skrynnikov non si pronuncia): in base ad un confronto tra EL e SL, è possibile stabilire che la Rannjaja tobol'skaja letopis' conteneva

informazioni sui khan siberiani da Čingiz Khan a Kučum, sull'arrivo di Ermak sulla Tura e la cattura di Tauzak, la requisizione di miele da parte dei cosacchi nell' ulus di Karača, l'ingresso dei cosacchi nella città di Atik-Murza, la battaglia del 23 ottobre, la fuga di Kučum e l'ingresso di Ermak a Kašlyk il 26 ottobre, la

sottomissione di Bojar, la cattura di Mahmetkul, l'arrivo del voevoda Bolchovskij, la morte di Ivan Kol'co, l'assedio di Kašlyk da parte di Karača e la morte di Ermak, così come l'arrivo del voevoda Mansurov, la costruzione della fortezza dell'Ob' e il suo assedio da parte delle tribù khanty594. In altri termini, Skrynnikov riprende la teoria di un archetipo mediatore comune alle due principali cronache siberiane, ascrivendone la comparsa ad un periodo successivo al 1622595. La teoria di

Skrynnikov è quindi affine a quella di Dergačeva-Skop, sebbene siano differenti gli anelli mediatori supposti dai due studiosi: la maggiore differenza consiste nella minore attenzione che Skrynnikov riserva alla redazione breve di SL, in cui non viene visto un significativo legame con l'archetipo. Da questo punto di vista, Skrynnikov fece naturalmente decadere la contesa su quale delle due cronache siberiane principali (esipoviana e stroganoviana) fosse sorta per prima, in quanto ininfluente a fissare l'esatto schema genealogico delle due cronache, ugualmente dipendenti dall'archetipo. L'autore della monografia Sibirskaja ekspedicija Ermaka riconosce tuttavia che la redazione fondamentale di SL presenta una maggiore fedeltà al testo della Rannjaja tobol'skaja: secondo Skrynnikov, il cronista di Sol'vyčegodsk riprodusse il titolo della cronaca originaria, distinto da caratteri chiaramente toboliani596.

Di conseguenza, i passi di SL, che sembrano indicare uno strato più antico del 1636, non appartengono strutturalmente a tale cronaca e non ne testimoniano il carattere originale oppure primario rispetto a EL: piuttosto, sembrano

591 Cfr. PSRL, t.22, Spb. 1911, pp. 365-366. 592 Cfr. RIB, t.13, pp. 645, 667, 678. 593 Skrynnikov, Sibirskaja..., pp. 22-24. 594 IDEM, ibi, pp. 23-24. 595 IDEM, ibi, p. 31. 596 Cfr. IDEM, ibi..., p. 33: “Заголовок ранней летописи возник, как видно, еще до того, как Москва санкционировала поминание Ермака в 1636 году. По этой причине одна из первых исторических повестей, посвященных прославленному покорителю Сибири, не называла его имени в заглавии. Не упоминала она также и имени Строгановых -по той причине, что концепция тобольского летописца попросту не оставляла места для этого. Сам Бог призвал Ермака для очищения Сибирской земли от язычества, основание архиепископства увенчало дело, начатое казаками”.

semplicemente rivelare una maggiore fedeltà alla Rannjaja Tobol'skaja Letopis'597. Per quanto riguarda KL, Skrynnikov ritiene che l'ipotesi di una cronaca cosacca composta durante la stessa spedizione siberiana sia improbabile. Lo studioso suppone che Remezov non solo abbia riprodotto alcuni passi della fonte rinvenuta a Kungur, ma li abbia a sua volta rielaborati e modificati. Skrynnikov nota che la toponomastica menzionata in KL coincide completamente con quella della

Čertežnaja Kniga remezoviana, composta nel 1697. KL non rappresenta dunque lo

strato originale delle fonti cosacche, ma l'ultimo esito redazionale della Sibirskaja

istorija.

Lo studioso suppone l'esistenza di due linee concettuali -una linea composta da opere che sono state stilate nella Russia europea o che comunque affermano il punto di vista di Mosca (Kratkoe Opisanie e Novyj letopisec), un' altra

rappresentata dal Napisanie-Sinodico e dalla Rannjaja tobol'skaja598. Cronache sulla spedizione di Ermak vennero composte solo dopo la conclusione dei Torbidi: in ambito moscovita, l'articolo Kratkoe Opisanie Sibirstej zemli venne ridotto e fatto confluire nel Novyj Letopisec, risalente al 1630. Skrynnikov ritiene che sia il

Kratkoe Opisanie che l'articolo affine registrato nel Novyj Letopisec riflettano la

posizione del potere ufficiale nei confronti del gruppo cosacco che decretò la fine del khanato siberiano599. La prima cronaca toboliana (vale a dire la Rannjaja

Tobol'skaja Letopis') presenta invece un approccio più cauto, in quanto, come

dimostra il testimone M1 di RuL (probabile ricettore della Rannjaja Tobol'skaja), si limita ad accennare in maniera ambigua le attività dei compagni di Ermak lungo la Volga, senza particolari compromettenti. In base a questo schema, prima dell'arrivo di Kiprian a Tobol'sk, non è possibile rilevare in Siberia focolai di cronachistica locale: contrariamente all'ipotesi di Sergeev e di E. Romodanovskaja, i cosacchi composero le proprie relazioni solo dopo la richiesta loro rivolta da Kiprian -le prove più convincenti di simile fatto sono le profonde contraddizioni presenti nella narrazione del Sinodico (soprattutto S1) e il carattere incerto delle datazioni

cronologiche600.

A differenza di E.K. Romodanovskaja, Skrynnikov nega decisamente che PgL possa essere l'archetipo del gruppo esipoviano: PgL occupa nel sistema

genealogico dell'annalistica siberiana una posizione ben stabilita, mutare la quale determinerebbe la dissoluzione dell'intero schema genealogico del gruppo

esipoviano601. Del resto, lo studioso russo osservò che Esipov aveva posto a base della propria cronaca il Cronografo del 1512, che era completamente assente nella

Rannjaja tobol'skaja: Pgl presenta le stesse integrazioni cronografiche effettuate da

Esipov, nonché una serie di errori che ne attestano il carattere cronologico

secondario, quindi non può in alcun modo precedere nello schema genealogico la 597 IDEM, ibi, pp. 31-33.

598 Skrynnikov esclude da questa classificazione SL. 599 IDEM, ibi, p. 12-13.

600 IDEM, ibi, p. 17.

601 IDEM, ibidem. Secondo Skrynnikov, l'esame dell'unico testimone del Pogodinskij letopisec dimostra la sua ovvia

secondarietà genealogica, poichè la filigrana corrisponde alle filigrane kieviane raffiguranti l'aquila bicefala senza corona: simili filigrane risalgono al 1692.

redazione fondamentale di EL602. Skrynnikov ipotizzò piuttosto che l'autore di PgL fosse un burocrate di buona cultura impiegato negli archivi del Posol'skij prikaz. Un profondo legame tra il testo originale dei gruppi cronachistici uralico-siberiani e PgL è stato ipotizzato anche da A.T. Šaškov, che ha appoggiato la teoria della primarietà del nucleo di PgL rispetto a EL e SL603. Il testo originale della

cronachistica dedicata alla caduta del khanato siberiano fu la Povest' letopisnaja di Čerkas Aleksandrov. Lo scritto venne composto sulla base di fonti orali tartare, delle registrazioni dello stesso Aleksandrov604 e delle deposizioni che quest'ultimo diede ai funzionari del Posol'skij prikaz. La Povest' letopisnaja avrebbe costituito il nucleo del Napisanie, che viene identificato da Šaškov con l'archetipo non redatto dello spisanie di cui parla lo stesso Esipov. Secondo Šaškov, lo spisanie venne composto sulla base della sezione narrativa di N, che precedeva la parte puramente martirologica605. EL è il risultato della redazione dell'archetipo di PgL606, mentre il testo di PgL, così come ci è giunto, risale ad un periodo successivo al 1636. Šaškov ipotizza che l'autore sia uno dei figli di Aleksandrov, che combinò il testo esistente con le testimonianze paterne e con dati successivi al 1636. Inoltre, Šaškov suppone che la Letopisnaja povest' includesse nella sua struttura non solo il materiale

narrativo trasmessosi a PgL, ma anche l'elenco dei cosacchi caduti durante la spedizione. Dopo l'arrivo di Kiprian a Tobol'sk, la Povest' letopisnaja fu sottoposta ad una fondamentale redazione, che si concluse con la stesura del Sinodico. La sezione narrativa dell'originale venne ulteriormente modificata durante l'eparcato di Makarij. Quest'ultima redazione è da identificarsi con lo spisanie utilizzato da Esipov per la composizione della sua cronaca607

602 IDEM, ibi, pp. 37-38.

603 Šaškov, Pogodinskij..., pp. 122-123, 127, 133. Le posizioni di Šaškov si distinguono da quelle della

Romodanovskaja solo nel ruolo attribuito alla sezione narrativa di N (caratterizzato, a detta dello studioso, anche da una sezione martirologica): secondo Šaškov, N costituisce l'originale di PgL, che riuscì a trasmetterne la struttura meglio delle altre opere del gruppo esipoviano e stroganoviano (IDEM, Načalo ..., pp. 27, 32, 35, 40).

604 Lo studioso ipotizza che le preziose informazioni di Čerkas siano state incluse nella P ovest' letopisnaja dai suoi

famigliari, che avevano a propria disposizione le memorie del veterano (IDEM, Pogodinskij..., pp. 151-152).

605 IDEM, ibi, pp. 123-124, 138-139,148-149.

606 Solodkin ritiene quest'affermazione non supportata da basi testologiche (cfr. Solodkin J.G., Pogodinskij letopisec i ego avtor: k sporam o zaroždenii sibirskogo letopisanija , in Zapadnaja Sibir': istorija i sovremennost' ,

Ekaterinburg 2000, pp. 15-23; IDEM, Ob istočnikach i meste vozniknovenija Pogodinskogo letopisca , in KLIO, 2005, 2, pp. 44-49).

607 Šaškov A.T., Pogodinskij..., pp. 133-148. Šaškov non specifica se questo “ spisanie” debba essere identificato

con RuL o l'archetipo mediatore. Possiamo tuttavia osservare che la corrente “revisionista” riserva un ruolo insignificante al Kratkoe opisanie nella creazione dello “spisanie”. Riteniamo inoltre necessario sottolineare immediatamente che diversi passi, che gli studiosi “revisionisti” ritengono riflettano lezioni originarie, sembrano derivare dalla cronaca esipoviana. Secondo Šaškov, ad esempio, PgL presenta nella loro corretta forma determinate lezioni, giunteci probabilmente corrotte nel testimone Syčev di EL: l'esito Карача своими людми,

иже весть вьсю дума его tradirebbe una variante più vicina all'archetipo dell'esipoviano (...) иже бысть (в) дому его (Šaškov, Pogodinskij..., pp. 126-127.). In realtà, la lezione più fedele all'originale sembra essere, per

l'appunto, quella tradita dal codice Syčev. Solodkin suppone che la lezione tradita da PgL sia una corruzione del passo originale, attestata per altro da errori analoghi in testimoni tardi della cronaca esipoviana (Solodkin, O

diskussionnych... , p. 267). Sono controverse in PgL anche alcune informazioni, che lasciano supporre

l'impossibilità di una trasmissione del testo da PgL a EL. In PgL la fondazione di Tjumen' è fatta risalire al 7093, mentre in EL è ascritta al 7094. Se Esipov avesse effettivamente utilizzato PgL come archetipo, non è possibile comprendere i motivi per cui la datazione sia stata cambiata. Inoltre Esipov non riferisce il dato importante del numero dei superstiti cosacchi, presente invece in PgL (PSRL, t.36, pp. 50, 130, 133, 135).

Lo schema genealogico della cronachistica siberiana secondo Šaškov

Gli studi di annalistica siberiana condotti da J.G. Solodkin (uno dei maggiori e più prolifici specialisti contemporanei del tema in questione), nonostante la loro grande ricchezza e varietà, sono rivolti principalmente alla critica delle concezioni

“revisioniste”. Nei suoi lavori, Solodkin ribadisce la necessità di attenersi alle informazioni fornite da Esipov. Lo studioso nota che le relazioni cosacche, intese convenzionalmente come N, non possono risalire ad un periodo anteriore al 1622, dal momento che esse vennero composte in base alle istruzioni dello stesso

Kiprian608: di conseguenza, la fonte originale della cronachistica siberiana del XVII secolo è il Napisanie fatto scrivere nel 1622609.

Lo schema genealogico prospettato dallo studioso è per certi versi affine a quello proposto da Skrynnikov: Solodkin riconosce che N, pur costituendo il nucleo iniziale della cronachistica siberiana, era distinto da un'estrema laconicità, che non 608 In altri termini, “ако придоша в Сибирь, где сражались с погаными, кто и где на драке погиб ” (Solodkin,

Zaroždenie..., p. 10).

609 Solodkin, Istorija pozdnego... , p. 100. Personalmente, riteniamo opportuno avallare il parere di Solodkin sulla

base delle datazioni osservate nella redazione fondamentale della cronaca esipoviana. Nel complesso, vengono fornite datazioni complete solo per eventi di grandissima importanza, come l'ingresso a Kašlyk e la battaglia dell'Abalak. Nella maggior parte dei casi (l'arrivo dei voevody, l'inizio dell'assedio di Karača, ecc.), le datazioni sono approssimative e incomplete (viene riportato il solo anno oppure il solo giorno). Questa particolarità può testimoniare che l'originale non era stato compilato in un periodo prossimo agli eventi, ma molti anni dopo, quando i testimoni della spedizione avevano ormai un ricordo imperfetto dell'esatta cronologia degli eventi.

Povest' letopisnaja N S KO NL «Spisanie» EL PgL SL

poteva farne l'archetipo diretto dei due gruppi cronachistici principali. L'archetipo delle “povesti” della presa di Siberia, composte nel 1630-40, deve essere

identificato in una cronaca toboliana, fatta derivare da N e composta quasi

certamente durante l'eparcato di Makarij610. La profonda affinità testuale tra EL e

SL deriva dalla loro comune origine da quest'archetipo611, che lo studioso chiama nei suoi lavori più recenti Pisanie (P).

Per quanto riguarda la posizione occupata da PgL nella struttura genealogica del gruppo esipoviano, il parere di Solodkin è univoco: PgL occupa una posizione genealogicamente secondaria rispetto a EL. Non esistono infatti nella struttura di

PgL dettagli cronologici che possano dimostrare in maniera certa la comparsa della

fonte all'inizio del XVII secolo.

I tentativi di avvicinare genealogicamente PgL o il suo archetipo al Napisanie cosacco e di attribuire la Povest' letopisnaja a Čerkas Aleksandrov sono ritenuti dallo studioso privi di fondamento612: nei brevi passi in cui espone la metodologia seguita nel lavoro con le fonti, lo stesso Esipov riconosce di aver utilizzato una cronaca più breve della propria, mentre PgL è significativamente più esteso. PgL contiene delle informazioni preziosissime, che non sono attestate in nessun'altra opera del gruppo esipoviano: la mancata trasmissione di queste informazioni non può non testimoniare il carattere secondario di PgL, che evidentemente presenta dati inaccessibili alle precedenti cronache613. Solodkin ipotizza che il testimone di cui PgL è antigrafo sia stata una redazione di EL, in cui erano assenti il Sinodico e la storia della stesura della cronaca: non a caso PgL termina al capitolo О всех благих, яже от Бога подаваемая, che lo studioso ritiene una rielaborazione del

capitolo esipoviano Благодарение Богу614.

610 IDEM, Zaroždenie..., p. 13; IDEM, O diskussionnych..., pp. 248, 273. Agli inizi dei suoi studi sull'a cronachistica

siberiana, Solodkin accettò prontamente la terminologia di Skrynnikov, tanto da chiamare a sua volta l'archetipo intermediario tra il Napisanie e EL-SL Rannjaja Tobol'skaja Letopis' (IDEM, Istorija pozdnego... , p. 101). Nel suo articolo del 2008, Solodkin definisce quest'opera laconicamente come Pisanie (P), che lo studioso ritiene debba essere distinto dal Napisanie cosacco (N). Solodkin vede il potenziale autore di P in Semen Nikiforov, che occupava nel 1624 la carica di cancelliere nell'ambito dell'eparchia toboliana (IDEM, O diskussionnych... , p. 273).

611 IDEM, O diskussionnych..., pp. 257, 279.

612 IDEM, “Povest' letopisnaja” o “Sibirskom vzjatii” i Čerkas Aleksandrov , in Sibir': vechi istorii , Irkutsk 1999,

pp. 115-117; IDEM, O nekotorych spornych problemach..., pp. 87-88. Solodkin osserva che se Čerkas

Aleksandrov fosse stato effettivamente l'autore della Povest' letopisnaja, i passi di PgL dedicati alla delegazione cosacca a Mosca e alla costruzione di Tjumen' non sarebbero stati composti sulla base della sola cronaca esipoviana (Solodkin, Zaroždenie..., p. 31). Solodkin ipotizza cautamente che la Povest' letopisnaja, qualora sia effettivamente esistita, sia stata composta insieme al Napisanie e al Sinodico su un analogo fondo documentario: la sua estrema concretezza fattografica non trovò tuttavia l'approvazione di Kiprian o Makarij, e quindi rimase fuori dalla prospettiva concettuale dei cronisti toboliani (Solodkin, Zaroždenie..., p. 33). Le menzioni di Čerkas Aleksandrov, presenti in PgL, possono essere state incluse nella Povest' tramite liste referenziali presentate alla voevodskaja izba toboliana da Aleksandrov o dai suoi discendenti immediati per ottenere facilitazioni o avanzamenti di carriera (cfr. Solodkin, Zaroždenie..., pp. 20-21, 33). Allo stato attuale degli studi sulla

cronachistica uralico-siberiana, è impossibile dare maggiore concretezza alla pur interessante ipotesi di Solodkin: l'incendio che distrusse completamente il 9 dicembre 1628 a Tobol'sk gli archivi della voevodskaja izba, ha reso impossibile ogni ulteriore verifica documentaria (cfr. Preobraženskij, U istokov..., p. 382; Pervoe stoletie

sibirskich gorodov: XVII vek, Novosibirsk 1996, pp. 52-53, 57). 613 Solodkin, O diskussionnych... , p. 249.

614 IDEM, ibi, p. 271. A conferma dell'osservazione dello studioso, notiamo che il compilatore di PgL riproduce

A differenza di Skrynnikov, Solodkin non nega completamente l'esistenza della

Povest' letopisnaja. Lo studioso limita tuttavia il suo utilizzo da parte del

compilatore di PgL ad alcuni casi isolati, soprattutto riguardo alle operazioni dei

voevody del 1584-86 che, evidentemente, erano state poco illuminate dal

Napisanie615. Solodkin conclude che PgL fu una cronaca compilata sulla base di diverse fonti (la Povest' letopisnaja, appartenente ad un reduce della spedizione, le memorie referenziali di Čerkas Aleksandrov, un apografo non giuntoci di EL, vicino alla tradizione rappresentata dal testimone utile Korkunov)616.

Solodkin ritiene che N non sia un'autonoma fonte narrativa, ma una breve skaska cosacca, che venne ampliata dal compilatore dell'archetipo mediatore e dallo stesso Esipov617. N non ci è giunto: di conseguenza, non è lecito elaborare in modo certo la sua struttura, così come non è completamente esatto ritenerlo la base iniziale dell'annalistica siberiana, dal momento che lo stesso Esipov riconosce di aver fatto uso non del Napisanie, ma di una cronaca breve fattane derivare618.

Solodkin nega a RuL una posizione genealogica primaria rispetto alla redazione fondamentale di EL. Lo studioso ritiene che RuL sia comparso come riduzione della redazione estesa di EL e critica l'ipotesi accolta da Dergačeva-Skop, secondo cui RuL è la redazione diretta della Povest' o Sibiri619.

Tra le diverse concezioni esposte, troviamo che le più attendibili siano quelle di R. Skrynnikov e J.G. Solodkin. Nel presente lavoro, dove ci proponiamo di fornire un attendibile schema genealogico della cronachistica uralico-siberiana, che tenga conto non solo del processo di interazione tra le diverse cronache e linee genealogiche, ma anche dei fattori storico-concettuali che ne hanno determinato la progressiva evoluzione, abbiamo formulato le nostre osservazioni, ipotesi e conclusioni basandoci sulle teorie degli ultimi due studiosi menzionati. Dei due studiosi non accogliamo la sola ipotesi, secondo cui l'archetipo mediatore aveva già assimilato nella sua struttura non solo il testo del Napisanie, ma anche quello del

Sinodico. Nel quinto capitolo, dedicato agli esiti del testo del Sinodico nella

cronachistica uralico-siberiana, giungiamo infatti a conclusioni diametralmente opposte.

615 IDEM, ibi, p. 18. Solodkin suppone che tracce della Povest' letopisnaja si siano conservate anche nella

registrazione del nome di Brjazga in riferimento ai fatti dell'Abalak.

616 IDEM, ibi, p. 26.

617 IDEM, ibidem. Solodkin paragona il Napisanie al breve resoconto inviato da Ermak ad Ivan IV. 618 IDEM, ibi, p. 250.

619 Solodkin, “Kogda i gde...”, p. 35. (PSRL, t.36, p. 39). Le osservazioni di Solodkin sulla secondarietà di RuL

Capitolo IV. Origini ed evoluzione della tradizione