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Capitolo II. Il folclore e la cronachistica siberiana Elementi di interazione

5. Kungurskij letopisec

§ 5.1. Tradizione scientifica

Il Kungurskij letopisec viene ritenuto l'unica cronaca che presenti, nella caratterizzazione della spedizione di Ermak, uno strato folclorico cosacco originale365. Secondo alcuni studiosi, questa fonte riflette uno strato risalente a 364 Kriničnaja N.A., a cura di, Legendy, predanija. Byval'ščiny, Moskva 1989, p. 154

365 Lichačev D.S., Russkie letopisi... , p. 411; Blažes, op.cit., p. 36; Dergačeva-Skop E.I., K probleme žanra kratkich povestej o pochode Ermaka v Sibir' (Kungurskij letopisec) , in Problemy literaturnych žanrov, Tomsk 1983, p. 31.

testimonianze orali dei partecipanti della spedizione di Ermak, tipologicamente simili a quelle contenute nel Kazač'e napisanie366. La maggior parte degli studiosi ritiene inoltre che il compilatore della fonte non si sia limitato a registrare

testimonianze orali, risalenti probabilmente ai partecipanti della spedizione, ma abbia riferito in maniera esatta e fedele una significativa parte del prezioso complesso di leggende formatosi sugli Urali in relazione ai fatti del 1582-84367. V.V. Blažes, uno dei maggiori studiosi della tradizione folclorico-orale collegata alla figura di Ermak, ritiene che leggende sulla spedizione di Ermak siano

comparse già nei primi decenni del XVII secolo. Queste leggende, che purtroppo non si sono conservate, si sarebbero in seguito fissate in un fondo comune, di cui il

Kungurskij letopisec è l'unico esemplare rimastoci. L'areale privilegiato coincide

con i villaggi periferici uralici della votčina stroganoviana, dove l'influsso della propaganda idealizzatrice dell'eparchia toboliana e dei compilatori stipendiati dagli eredi di Anika Stroganov fu relativamente poco incisivo368.

L'origine esclusivamente uralica del Kungurskij letopisec venne riconosciuta dallo stesso Bachrušin, il quale ravvisò nell'opera dei tratti folclorico-orali non

contaminati da reminiscenze letterarie369. Tramite un esame della sezione dedicata alla spedizione contro le regioni di Dem'jan e Nazym, lo studioso ipotizzò che molti dei passi di KL fossero stati scritti da un testimone diretto degli eventi. Bachrušin individuò dunque la specificità di KL nella sua composita struttura, formata da leggende folcloriche e allo stesso tempo da dati estremamente attendibili, che lasciano sospettare l'utilizzo di fonti o testimonianze

contemporanee agli eventi: dopo un esame dei registri tributari della prima metà del XVII secolo, Bachrušin giunse infatti alla conclusione che le informazioni geografiche e toponimiche fornite da KL corrispondevano alla realtà370. Secondo Bachrušin, l'autore dell'opera attinse la maggior parte delle proprie informazioni da leggende cosacche, tartare e indigene su Ermak. L'utilizzo di fonti scritte è dubbio: l'autore sottopone il testo ad un sistematico processo di folclorizzazione e non ha accesso ai documenti originali, dal momento che si trova costretto a registrarne varianti di carattere chiaramente orale371. Il solo elemento che permetta di ritenere possibile l'esistenza di fonti scritte è la particolare esattezza delle datazioni.

Il maggiore contributo dato da Bachrušin allo studio di KL consiste nell'aver fissato il carattere unico delle informazioni contenutevi e nell'aver supposto il legame dell'opera con un originale cronologicamente vicino agli eventi372.

Quest'ultima ipotesi di Bachrušin venne sviluppata da D. Lichačev, E. Dergačeva- 366 Lichačev, Russkie letopisi..., p. 411; Dergačeva-Skop, Iz istorii..., pp. 77, 96, 98, 143; IDEM, Zametki..., p. 59;

Sergeev, «U istokov...», pp. 56-60; Skrynnikov, Sibirskaja..., p. 65.

367 La fedeltà delle registrazioni alla loro originale forma orale venne sottolineata per la prima volta da Bachrušin

(Bachrušin, op.cit., p. 41).

368 Cfr. Blažes, op.cit., p. 36.

369 Bachrušin, op.cit., pp. 40-43: «( ...) в которой [Кунгурской летописи, n.d.c.] образ покорителя Сибири не утратил еще чисто казачьего колорита и не превратился в литературно-религиозный шаблон мученика за веру». Questa caratteristica spinse Blažes a ritenere l'opera un narodnoe skazanie (Blažes, op.cit., p.37). 370 Bachrusin, op.cit.., p. 41.

371 IDEM, ibi, p. 42. 372 IDEM, Ibidem.

Skop e V. Sergeev373.

D. Lichačev sostenne che l'unicità di KL nell'ambito della cronachistica uralico- siberiana si risolveva nella sua completa indipendenza dalle informazioni utilizzate dagli altri gruppi annalistici siberiani. L'accademico russo ritenne altamente

possibile che l'autore di KL avesse avuto accesso ad una fonte più antica di quelle utilizzate nel gruppo esipoviano e nella cronaca stroganoviana, tanto da affermare che sulla base del Kungurskij letopisec era possibile ricostruire la struttura del

Napisanie cosacco374. La datazione più probabile della fonte originale corrisponde agli anni appena successivi alla morte di Ermak: Dmitrij Sergeevič avanza questa ipotesi sulla base della grande dovizia di particolari con cui è descritta la

spedizione nelle regioni settentrionali del khanato siberiano375.

Similmente a Bachrušin e Lichačev, Dergačeva-Skop riconosce che il ruolo privilegiato riservato ad Ermak nella fonte è stato condizionato dall'influenza dei canti storici, dove l'ataman agisce in completa autonomia, senza dipendere nè da Mosca nè da Solikamsk376. Nonostante la sua origine indubbiamente folclorica, il nucleo dell'opera presenta un'accurata struttura cronologico-narrativa. La datazione degli eventi viene fissata sia tramite riferimenti a festività religiose che attraverso semplici indicazioni cronologiche: secondo Dergačeva-Skop, questa particolarità indica la varietà e la disomogeneità delle fonti utilizzate377. Elena Ivanovna fissa la struttura del Kungurskij letopisec in tre sezioni indipendenti tra loro:

-un frammento narrativo, che riproduce la redazione cronografica del

Rumjancevskij letopisec (in altri termini, RuLb). Questo frammento ha

un'origine letteraria.

-un nucleo folclorico-orale, che coincide con la descrizione della spedizione di Brjazga.

-una relazione stilata nella cancelleria degli Stroganov per spiegarne la politica siberiana378.

L'esame della struttura stilistico-grammaticale spinse inoltre Dergačeva-Skop ad ipotizzare che l'autore definitivo della cronaca fosse un tardo membro della

družina di Ermak, unitosi al gruppo solo al momento dell'arrivo dell'ataman nella votčina degli Stroganov. Queste conclusioni sono state possibili grazie ad un

confronto tra il racconto della pressione esercitata dai cosacchi su Maksim Stroganov e quello della spedizione di Bogdan Brjazga: nel primo passo il narratore mostra di essere estraneo al gruppo cosacco, mentre nel secondo sono presenti numerosi indizi che permettono di concludere che il narratore fa ormai parte del manipolo: la narrazione passa infatti in alcuni punti alla prima persona 373 Per il ruolo svolto dal Kungurskij letopisec nello schema genealogico di Sergeev vedere: cap. III, pp 138-141. 374 Lichačev, Russkie letopisi..., p. 411. Dmitrij Sergeevič sottolineò che, nonostante l'evidente lavoro redazionale

svolto dall'autore dell'opera, il Kungurskij letopisec rappresentava un caso unico nella cronachistica uralico- siberiana sia per le particolarità lessicali che l'impostazione ideologica. Il Kungurskij letopisec riflette infatti la specificità linguistica dei gruppi cosacchi del XVI secolo (IDEM, ibi, p. 412).

375 IDEM, ibi, p. 415.

376 Dergačeva-Skop, Iz istorii..., p. 98. 377 IDEM, ibi, p. 96.

singolare e i dettagli si fanno più numerosi e precisi379. La Dergačeva-Skop sottolinea inoltre l'esclusiva importanza che assunse KL per la redazione

conclusiva della cronaca remezoviana: per quanto nella Sibirskaja Istorija siano presenti riferimenti alle attività illegali dei cosacchi d'Ermak prima dell'arrivo sugli Urali, la studiosa ritiene che lo strato redazionale primario della cronaca tacesse questi particolari poco desiderabili. La progressiva democraticizzazione dell'opera fu possibile solo dopo la consultazione da parte di Remezov di KL380.

In relazione ai rapporti genealogici tra KL e SI, Skrynnikov riprese e sviluppò l'ipotesi di Dergačeva-Skop: Remezov non si limitò a pubblicare il testo rinvenuto a Kungur, ma redasse la sua stessa opera e ne modificò l'impostazione ideologica in base alle informazioni fornite da KL. In altri termini, KL nella struttura giuntaci nell'economia della cronaca remezoviana non è una fonte indipendente, ma l'ultimo esito redazionale dell'opera dello stesso Remezov. Il risultato di tale lavoro è una cronaca, distinta da un complesso di dati storiografici in parte tendenzialmente attendibili, in parte del tutto leggendari e contraddittori381.

§ 5.2. Struttura narrativa di KL: natura folclorica della fonte

Il Kungurskij letopisec si riallaccia alla tradizione del Kratkoe opisanie,

superandone e approfondendone le valenze anarchico-criminali: mentre KO ascrive gli eventi al regno di un monarca moscovita, il Kungurskij letopisec tralascia

questo dettaglio e introduce in medias res il motivo delle attività criminali di Ermak sulla Volga. Questo particolare approccio narrativo venne quasi certamente determinato dalla concezione dell'opera, che vedeva la presa di Siberia come un merito esclusivamente cosacco. La figura di Ivan IV viene introdotta solo

incidentalmente, per ricordare i motivi contingenti che avevano costretto i gruppi cosacchi a cercare rifugio sugli Urali e in Siberia. Come si vedrà, in questo

dettaglio narrativo KL è simile sia a KO sia a RuL, che tuttavia mostra di non conoscere.

V. Blažes individua nella struttura narrativa di KO un solo nucleo originale, diviso nei seguenti episodi:

 gli scontri con le forze tartare presso il Lago di Karača.

 l'iniziale tentativo di fare ritorno in Russia e il successivo avanzamento lungo la

Tavda.

 gli scontri con gli uomini del principe Pečeneg.  la cattura di Ičimk.

la raccolta dello jasak dagli aborigeni della Tavda.

379 IDEM, ibi, pp. 96-98. 380 IDEM, Zametki..., p. 58.

381 Skrynnikov, Sibirskaja..., pp. 72-75. Ad esempio, nel 1697 Remezov concluse la Čertežnaja Kniga. La

toponomastica applicata in questo lavoro corrisponde in molte denominazioni a quella osservata in KL. E' poco probabile che le fonti confluite nel testo conclusivo di KL fossero distinte da una profonda conoscenza della geografia della Siberia occidentale: lo strato folclorico che avrebbe costituito il nucleo di KL sembra avere nette ascendenze uraliche.

 le predizioni dello sciamano ad Ermak: la futura conquista del khanato

siberiano.

 la presa della fortezza di Buj.

 lo sterminio degli uomini di Patlik, principe di Pelym.

 il ritorno alla Tavda e svernamento presso il Lago di Karača.

 la spedizione di Bogdan Brjazga nelle regioni di Dem'jan e Nazym.  la ricerca dei mercanti provenienti dall'Asia Centrale382.

KL è un'opera completamente popolare, dal momento che vi sono assenti elementi letterari e narrativi di carattere martirologico. In questo è profondamente simile a KO, il che conferma l'antichità di entrambi gli scritti, in cui non sono presenti suggestioni dell'eparchia toboliana.

La narrazione in KL delle attività illegali di Ermak prima dell'arrivo in Siberia convinse alcuni studiosi della natura leggendaria e infondata di simili informazioni, dal momento che i moduli utilizzati tradiscono una chiara derivazione folclorica: a tal riguardo, V. Blažes individua una dimostrazione decisiva della folcloricità della fonte non solo nel dettaglio dell'irreale numero dei cosacchi che avevano

partecipato alle operazioni di brigantaggio (7000)383, ma soprattutto nella

precisazione del compilatore della fonte: «И преже и в те лета промчеся воровской слух его в Русии, в Казани и в Астрахане и что козылбашских послов пограбили Ермачко именем со многими людьми»384. Blažes ritiene che la formula в Русии, в Казани и в

Астрахане sia caratteristica dei registri stilistici folclorici: basandosi anche sul riferimento agli atti di pirateria svolti sull'Oka, che non vengono attestati in

nessun'altra fonte, lo studioso conclude che il Kungurskij letopisec sia costituito da un fondo di leggende orali circoscritte alle sole regioni degli Urali centrali e del Prikam'e385.

Molti elementi narrativi non fanno che confermare l'ipotesi di Blažes: secondo la cronaca, Ermak aveva inizialmente a disposizione 5000 uomini. In seguito avrebbe aggredito con 7000 uomini gli ambasciatori persiani. Ivan IV inviò Muraškin ad arrestare e giustiziare i briganti. Sotto la pressione dei reparti di Muraškin, Ermak e i suoi uomini decisero di trovare rifugio in Siberia. Nulla nella versione di KL è esatto: indipendentemente da una fedele memoria storica del corso generale degli eventi, i dettagli delle unità cosacche agli ordini di Ermak, la notizia

dell'aggressione di Ermak agli ambasciatori (li avevano aggrediti in realtà Kol'co e Barboša), così come il nome di Muraškin non corrispondono alla realtà dei fatti. La notizia secondo cui i cosacchi, nel tentativo di entrare nella Čusovaja per prendere la via della Siberia, «обмишенились», finendo nella Sylva e trovandosi

382 Blažes, Ural'skie i zaural'skie predanija o Ermake , in Materialy i issledovanija po fol'kloru Baškirii i Urala , Ufa

1974, p. 47. A questo elenco lo studioso aggiunge un sottogruppo di leggende «etnografiche», dove vengono descritti gli usi religiosi degli aborigeni siberiani e le loro credenze (la roccia di Tajset, che sprigiona brina, pioggia e neve, il dio dorato dei chanty, portato in Siberia dopo la conversione di Vladimir al cristianesimo, il rito sacrale degli sciamani).

383 IDEM, ibi, p. 41. 384 PLDR, 1989, t.2, p. 575. 385 Blažes, Ural'skie..., p. 39.

costretti a svernare in una grotta che si trovava nelle vicinanze del fiume, sembra essere una semplice leggenda formatasi nel complesso dei miti eziologici del folclore uralico, dedicati alla toponomastica regionale386: questa notizia non viene infatti menzionata in nessun'altra fonte della cronachistica siberiana, mentre viene ripresa con grande regolarità dal folclore uralico sino al XX secolo387. All'eziologia toponomastica del folclore uralico sono collegati anche i passi immediatamente successivi a quelli appena esaminati: «(...) овии же поплыша с Ермаком вниз по Сылве до Усть Чусовой, овии же осташася на городище том, (...) вечно оселишася». In base al

materiale folclorico raccolto da N.E. Kosvincev, all'inizio del XX secolo era ancora diffusa in territorio uralico una leggenda secondo cui il villaggio Ermaki, disposto sulle rive della Sylva, era stato fondato dai cosacchi, che erano stati lasciati sugli Urali da Ermak388. Affine alla tradizione eziologica esaminata è la leggenda collegata a Petuch, un compagno d'Ermak rimasto sugli Urali, e al villaggio Petuchi, dove nel XIX secolo si era conservata una cappella, che il popolo faceva risalire al passaggio di Ermak per quelle zone389. Un accenno a questa cappella è presente nello stesso KL390, il che non può non confermare i profondi legami tra la fonte in questione e la tradizione folclorico-orale uralica, che non avrebbe avuto continuità alcuna nella cronachistica propriamente siberiana.

Un ulteriore legame con la tradizione folclorico-orale uralica consiste nei

particolari delle navi abbandonate sulle rive della Serebrjanka e dello svernamento nella fortezza di Buj. Accenni a questi dettagli sono infatti presenti nell'atlante remezoviano: A.I. Andreev avanza l'ipotesi che Remezov sia venuto a sua volta a conoscenza delle imbarcazione abbandonate presso la Serebrjanka dalle leggende ascoltate durante il suo soggiorno uralico, indipendentemente dalla fonte

fortunosamente rinvenuta nel 1703391.

Tracce di una tradizione folclorica stratificatasi nella struttura di KL si sono conservate in altri episodi, che non hanno uno stretto nesso con la tematica del valico degli Urali: intendiamo in particolar modo la sconfitta del principe Pečeneg e le ragioni della comparsa del toponimo Bannoe Ozero, lo sterminio degli uomini del principe Patlik, l'offerta da parte di Elygaj della propria figlia, che tuttavia Ermak si rifiuta di accogliere in virtù del sangue regale della ragazza (vediamo qui un chiarissimo richiamo al tema folclorico della principessa Urzamovna392), la 386 Nello stesso KL infatti leggiamo che il gruppo di Ermak, navigando per la Sylva, « дошел до урочища,

Ермаково городище ныне словет» (PLDR, 1989, p. 576) . 387 Cfr. Krugljašova, a cura di, Predanija..., p. 42.

388 Kosvincev N.E., Materialy dlja oblastnogo slovarja (o nekotorych geograficeskich nazvanijach) , in Gosudarstvennyj archiv Permskoj oblasti , f. 837, op. 1, d. 94, l. 14. La fonte d'archivio è riportata in: Blažes, Ermakovskie..., p. 43.

389 Dergačeva-Skop, Iz istorii..., p. 97, 143.

390 PLDR, 1989, p. 575: «В мае доспели обещанием часовню на городище том ». 391 Andreev, Očerki..., pp. 256-257.

392 Putilov, Istoričeskie..., p. 520. D.S. Lichačev suppose una linea di continuità tra il folclore uralico di KL e

quello dei canti storici in relazione, per l'appunto, alla leggenda della splendida figlia del principe Elygaj: l'accademico russo vede in questo episodio l'archetipo della leggenda della giovane Urzamovn a (Lichačev D.S.,

Povesti o pokorenii Sibiri, in Istorija russkoj literatury, t.2, Moskva-Leningrad 1948, p. 92). V.I. Buganov e A.A.

Zimin contestarono l'ipotesi di Lichačev, in quanto era improbabile una linea di trasmissione diretta tra KL e il canto storico in questione (cfr. Buganov V.I., Zimin A.A., Pochod Ermaka na Kazan' i vozniknovenie

descrizione del bogatyr', con cui i cosacchi si trovarono a combattere durante la presa di Buj.

E' dunque altamente probabile che il compilatore di KL abbia attinto la maggior parte delle proprie informazioni riguardanti le fasi iniziali della spedizione siberiana non da registrazioni o testimonianze originali, ma da leggende orali.

§ 5.3. La cronologia di KL

Il problema se KL sia un'opera folclorico-orale con una confusa memoria storica o presenti delle registrazioni, che siano contemporanee o corrispondenti al fondo documentario confluito nella cronachistica siberiana ufficiale può essere risolto tramite un esame dell'attendibilità storico-documentaria delle date presenti nell'opera. La soluzione di questo problema è di importanza primaria . L'ipotesi della derivazione dei dati cronologici del Kungurskij letopisec da inidentificabili fonti orali è stata sostenuta dalla Dergačeva-Skop nelle sue

principali monografie, dedicate alla cronachistica siberiana del XVII secolo393; altri studiosi mostrarono scetticismo nei confronti dell'ipotesi della possibile esistenza di un preciso fondo documentario confluito in KL394: tra costoro, J. Solodkin confessa univocamente l'inattendibilità delle date contenute in KL e trasmesse alla cronaca remezoviana. Molti eventi vengono ascritti a date con un particolare significato simbolico per il folclore russo-siberiano. A titolo di esempio, Solodkin considera il problema della data del nove maggio. In Siberia questa data indicava tradizionalmente l'inizio della primavera ed aveva per la popolazione siberiana un profondo valore: non a caso, molti eventi capitali della spedizione siberiana

vengono fatti risalire sia in KL che nella Sibirskaja istorija a questa data395. A.T. Šaškov ritiene al contrario che le indicazioni cronologiche contenute in KL siano completamente attendibili: «Судя по всему, кто-то из ермаковцев (...) делал записи на полях святцев (молитвослова), …позднее эти записи с конкретными датами в днях недели, числах и месяцах через посредство ранних летописных источников (и прежде всего через посредство протографа Кунгурской летописи) использовал Ремезов,

дополнивший их достаточно произвольной разбивкой по годам»396. Šaškov riprese

un'osservazione della Romodanovskaja, secondo cui KL è assolutamente esatto nella definizione della cronologia della spedizione nella regione di Nazym. Nella ricostruzione di questo evento da parte di KL, l'attenzione degli studiosi è stata

istoričeskich pesen o Ermake, in Zapiski Kazanskogo pedagogičeskogo instituta , Kazan' 1967, p. 5). Riteniamo

che sia preferibile ipotizzare una tarda suggestione da parte della leggenda della principessa persiana, derivata dal ciclo raziniano (Klimova M.N., Iz istorii «russkich mifov» («Sten'ka Razin i persidskaja knjažna») , in

Istoričeskie istočniki i literaturnye pamjatniki XVI-XX: razvitie tradicii , Novosibirsk 2004, pp. 223-233). Le

leggende dei due cicli sono infatti funzionalmente connesse, poichè sottolineano idealmente la contrapposizione antipodica dell'izgoj Ermak e del samozvanec Razin nei loro rapporti con le donne di sangue regale, loro affidate.

393 cfr. Dergačeva-Skop, Iz istorii..., pp. 28-29; IDEM, Genealogija..., p. 52 394 Bachrušin, op.cit., p. 42; Lichačev, Russkie letopisi... , p. 415.

395 Solodkin J.G., S.V. Bachrušin o letopisnych istočnikach "Istorii Sibirskoj" S.U. Remezova , in Prošloe Zapadnoj Sibiri: diskussionnye problemy , itogi, perspektivy izučenija , Nižnevartovsk 2007, pp. 35-37; IDEM, Iz

nabljudenij..., pp. 125-126; IDEM, Istočnikovedčeskie i istoriografičeskie aspekty sibirskoj istorii , Nižnevartovsk

2006, pp. 14-18.

attratta soprattutto da alcune particolarità grammaticali397 e dalla parte dedicata agli scontri avuti con il principe Samar398. Questo episodio sembra infatti

presentare dei riferimenti cronologici estremamente accurati. Il 20 maggio i cosacchi guidati da Bogdan Brjazga raggiunsero l'ulus del principe Samar399, con cui ingaggiarono una battaglia dove lo stesso Samar avrebbe perso la vita400. Fondandosi sui dati forniti da KL, N.A. Baljuk ritiene che Samar, asserragliato in una fortezza, abbia opposto a Brjazga una resistenza di tre giorni401. In realtà, possiamo osservare nella narrazione degli scontri con il principe Samar evidenti incongruenze cronologiche: secondo la fonte, dopo la morte di Samar Brjazga si trattenne una settimana nell'ulus del principe. Dopo questo termine, l'esaul cosacco si diresse a Belogor'e sull'Ob', dove trascorse tre giorni. La data del definitivo ritorno a Kašlyk coincide con il 29 maggio. In altri termini, 9 giorni dopo la presa della fortezza di Samar. Se si considera che Brjazga si trattenne presso la fortezza una settimana e tre giorni a Belogor'e, per raggiungere il quale, del resto, avrebbe dovuto impiegare almeno due giorni di navigazione fluviale, si comprende che le indicazioni cronologiche fornite da KL non sono affatto esatte e difficilmente possono lasciar supporre la presenza di registrazioni dirette contemporanee agli eventi402.

La campagna nei distretti di Dem'jan e Nazym in KL si distingue in maniera capitale dal racconto del gruppo esipoviano. Se ne distingue a tal punto, da aver costretto Müller a supporre che si trattasse di due diverse spedizioni403. L'estremo realismo e la grande quantità di particolari, con cui il compilatore di KL descrive la spedizione del 1583, dovrebbero testimoniare a favore della sua maggiore

397 Come notarono D. Lichačev e S. Bachrušin, nella descrizione della spedizione del 1583 a volte viene utilizzata

la prima persona singolare: questa particolarità lascia suppore la presenza, nella struttura della fonte, di uno strato risalente a testimonianze dirette. Cfr. Lichačev, Povesti..., p. 92: «На эту же мысль наводит сама форма

рассказа от первого лица в описании одной из битв: «егда же начахом приступати на косогор», а также своеобразное сокращение изложения, которое мог допустить только очевидец, уставший рассказывать обо всем, что он видел: «а кои бои и были по дороге, на низ пловучи, и тех всех описать трудно подробну: вои убитых нет, а раненых кажной многащи».

398 Secondo E. Dergačeva-Skop la descrizione della spedizione verso le regioni di Dem'jan e Nazym appartiene ad

un singolo autore, che vi aveva partecipato alle dipendenze di Bogdan Brjazga (Dergačeva-Skop, Iz istorii..., pp.