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Capitolo II. Il folclore e la cronachistica siberiana Elementi di interazione

6. Le tarde redazioni della cronaca esipoviana

§ 6.1. La mondanizzazione della cronachistica in Siberia

Dopo le attività dell'eparchia toboliana degli anni 1622-36, i successivi picchi dello sviluppo della cronachistica siberiana corrispondono al 1650 e al 1680-95. Secondo Dergačeva-Skop, un rinnovato interesse per il fondo cronachistico siberiano venne avvertito dai poteri statali e da quelli eparchici, determinati 408 PLDR, 1989, p. 575.

409 Secondo la Romodanovskaja, KL presenta un'origine folclorico-orale solo nelle sezioni iniziali. La parte

conclusiva, dedicata ad Andrej Bogoljubskij, all'icona della Vergine di Vladimir e alla vittoria sul re persiano Sapur presso Ninive, tradisce una rielaborazione letteraria (Romodanovskaja, Sibir'..., p.218).

rispettivamente a risolvere problemi amministrativo-territoriali e a rafforzare le posizioni di Santa Sofija411. L'osservazione della studiosa russa è esatta solo in relazione ad una più viva volontà dell'amministrazione moscovita di creare un codice annalistico referenziale al solo voevodstvo toboliano e al Posol'skij prikaz. Le tarde redazioni della cronaca esipoviana (risalenti al terzo quarto del XVII secolo) infrangono completamente l'architettura concettuale creata da Kiprian ed Esipov, mentre la compilazione iniziale del Sibirskij letopisnyj svod, coincidente con i primi anni '90, indica l'interesse dei soli poteri statali ad ordinare ed

uniformare la storia del primo secolo dell'amministrazione russa della Siberia. La seconda metà del XVII secolo vede infatti il passaggio del centro annalistico toboliano dal Palazzo eparchico a quello del voevoda: il Sibirskij letopisnyj svod contiene principalmente la storia amministrativa del voevodstvo siberiano, spesso ridotta all'elenco dei vari voevody che si erano avvicendati nelle città della nuova colonia russa412. Nell'ultima fase di sviluppo notiamo un'involuzione della reale tradizione cronachistica siberiana, funzionalmente legata alla ricostruzione della spedizione di Ermak: la caduta del khanato siberiano viene descritta assai

concisamente dai compilatori, che di regola ricorrono a riduzioni secondarie di NL o della redazione estesa di EL, destinate ad essere incluse in cronografi o in codici annalistici (Codice del 1652, Mazurinskij letopisec, Latuchinskaja stepennaja). Ad esclusione di determinati dettagli presenti nel Tomskij Vid, la nuova annalistica siberiana di fine XVII secolo è soggetta ad insignificanti contaminazioni con la tradizione folclorica legata alla spedizione siberiana: il Sibirskij letopisnyj svod nasce infatti come un'opera di storia burocratico-amministrativa413. Molto più interessanti sono le redazioni e le varianti della cronaca esipoviana, sorte a metà XVII secolo.

Intendiamo le redazioni Zabelin e Lichačev di EL, nonchè il Buzunovskij letopisec. Questi scritti sono caratterizzati dall'integrazione di caratteri folclorico-narrativi non funzionali. Lo scopo di tali integrazioni consiste nel rendere più interessante l'esposizione. Per tale motivo, E. Dergačeva-Skop le definisce «variazioni

narrative»414.

§ 6.2. La redazione Zabelin

La redazione Zabelin risale alla fine del XVII secolo e presenta una rielaborazione stilistica della redazione fondamentale della cronaca esipoviana, di cui riproduce tuttavia integralmente la struttura narrativa. Il compilatore della redazione Zabelin 411 Dergačeva-Skop, Genealogija..., pp. 16-17. Questa osservazione è in insolubile contraddizione con la

conclusione immediatamente successiva della studiosa, che vede le ragioni principali della contaminazione tra folclore e cronachistica siberiana, caratteristica della seconda metà del XVII secolo, nelle aspirazioni sociali e politiche dei discendenti dei cosacchi di Ermak: « Сибирская тема вновь звучит в народном сочинительстве,

а казаки -внуки тех, кто пришел в Сибирь с Ермаком, доказывают свое право занимать достаточно высокое положение среди служилого люда свидетельствами о службе их дедов в Поле » (Dergačeva-Skop, Genealogija..., p. 18). La posizione della Dergačeva-Skop è quindi molto simile a quella di Komarovič.

412 Cfr. Romodanovskaja E.K., Tobol'skaja letopis' i Sibirskij archiv, in TODRL, Spb. 2007, pp. 312-321. 413 Ibidem.

attua le modifiche più significative sulle citazioni del Cronografo del 1512 e su quelle bibliche415. Ad esempio, nella redazione Zabelin sono assenti sia il paragone di Kučum con il centauro e con Anteo che le allusioni veterotestamentarie, mentre si sono conservate le sezioni estreme della citazione. In tal maniera, mentre nella redazione Zabelin leggiamo: “Они бо окаяннии яростью претяше им. Они же, атаманы и казаки, храними Божиима дланма. И сии воини положиша упование на

Господа тверда”, nella redazione fondamentale troviamo: “Они бо окаянний яростию претяще им и гордяся паче кинтавр и яко Антей, но храними Божиима дланма, писано бо есть: не убоится исполин, ни зверя устрашится, ниже вострепещет железа, ни коркодил уст, имат бо поборника Бога паче всякого камени твердости. Тако и сии воини положиша упования на Господа твердо”416. Particolarmente accurata è la rielaborazione della citazione applicata per la battaglia di Capo Čuvaš: a differenza della redazione fondamentale esipoviana, che riprende la citazione del Cronografo senza

modificarla, il compilatore della redazione Zabelin introduce minute espressioni esplicative, in grado di rendere l'arcaico testo cronografico più interessante per la lettura417. Altre interessanti introduzioni di artifici narrativi sono osservabili nella storia dinastica di Čingiz e Tajbuga, così come nella descrizione dell'assedio di Karača. Mentre Esipov si limita a riferire il fatto nella sua essenzialità, l'autore della redazione Zabelin crea un articolato quadro narrativo:

EL Zb сам же Карача ста в некоем месте, иже зовомо Саускан, от града три поприща, многую же тесноту деяше гражденом Сам же Карача в некоем месте, их зовомо Саускан, преселися и живяше ту, и со оставших татар повеле имать дани великия и оброки. Аще и кои татаровя ему противишася, и тех татар веляше нужною смертию казнити. А кои погании ему покоряющеся и со всеми домы своими, и тем дает по воли своей жити, и не велит Ермаку с товаришы покорятися. А где он живяше, тот Саускан от града яко десять поприщ. Многу ж тесноту деюще Ермаку и з дружиною его и всем гражданом

La secondarietà del passo testimoniato nella redazione Zabelin, secondo E.

415 Cfr. Romodanovskaja, Sibir'..., p. 276. Le uniche modifiche apportate al testo di EL sono di carattere stilistico.

Il tratto più distintivo di queste modifiche è il continuo utilizzo del discorso diretto. Questa caratteristica è molto interessante, poichè indica una tendenza osservabile anche in PgL (intendiamo in particolare le modifiche redazionali effettuate sul «lamento» di Kučum).

416 Cfr. IDEM, ibi, p. 275

417 Nella redazione fondamentale della cronaca esipoviana troviamo una ripresa quasi letterale del passo del Cronografo del 1512: «Казацы же погнаша их, в след их побивающе; очервленишася тогда кровми поля сущая ту, и послашася трупищы мертвец, и блата собрашася от истекших кровей тогда, яко ж древле от телес у Троиъского града близ Командры реки пленующу Ахиллесу» . Al contrario, nella redazione

Zabelin il passo analogo viene reso più comprensibile e chiaro tramite l'uso di dettagli esplicativi e di metafore più vicine alla tradizione orale: « Казаки ж погнаша вослед их, побивающе и с коней поганых валяху, яко

снопия, и попираху их ногами своими. И у засеки ту поле очервленися кровию, яко рекам протещи, и трупия их толико множество побитых лежаще, яко помятая трава полская, а крови их удолия полская наполнишася, яко ж бо древле у Троянская града царьства близ Командры реки пленующе Акилесу, мертвых телес поле наполнившу и крови удолия налияшася »

Romodanovskaja, è tradita dalla superflua ripetizione А где он живяше, che indica

l'incapacità dell'autore della redazione Zabelin di unire armonicamente la propria integrazione al passo originale418.

La logica compositiva seguita dal compilatore della redazione Zabelin diviene ancora più evidente nelle modifiche apportate alla lettera inviata dai cosacchi ad Ivan IV, dove il passaggio dalla terza persona singolare alla seconda persona singolare nell'appello al monarca rivela il tentativo di conferire allo scritto

maggiore immediatezza e una parvenza di autenticità documentaria, che non viene raggiunta a causa di un grave errore commesso dal compilatore della redazione: mentre nella redazione fondamentale della cronaca esipoviana veniva osservata la concordanza tra il pronome possessivo e il sostantivo (его же, государя царя, ... праведною молитвою ... и счастьем), nella redazione Zabelin la concordanza viene completamente infranta senza un'adeguata correzione: ... твоим, великого государя царя... праведною молитвою ... и счастьем419.

Secondo la Romodanovskaja, lo scopo perseguito dall'autore della redazione

Zabelin consiste nel rendere lo scritto artisticamente più interessante e piacevole

per la lettura. I mezzi utilizzati per perseguire tale scopo sono molteplici: dall'uso continuo del discorso diretto all'aggiunta di nuovi suggestivi dettagli narrativi420. Non possono essere tuttavia fissate specifiche afferenze folcloriche. L'unica eccezione in tal senso è la narrazione della cattura di Sejdjak, che è stata ricavata da una leggenda sorta a Tobol'sk421. Sulla base di questo racconto, E.

Romodanovskaja ha ritenuto lo scritto una redazione autonoma, a differenza della Dvoreckaja, che lo catalogò come redazione dipendente della cronaca

fondamentale di Esipov422.

I moduli narrativi osservati per la trasmissione dell'episodio tradiscono in ogni dettaglio un'ascendenza folclorica (in particolare, nella metodica ripetizione del numero tre). Di grande interesse è la scena dell'offerta della coppa di vino, che nella redazione Zabelin presenta dei passi logici andati perduti nelle altre copie della cronaca esipoviana423. Romodanovskaja ritiene che l'analisi dei motivi delle 418 Romodanovskaja, Sibir'..., p. 277.

419 IDEM, ibi, pp. 277-278. 420 IDEM, ibi, pp. 276-278.

421 Secondo la versione tradizionale (PSRL, t.36, p. 66-67), Sejdjak, Karača e il principe kazako Saltan uscirono da

Kašlyk con una scorta di 500 uomini per una partita di caccia nella località detta Knjažij Lug, a poca distanza da Tobol'sk. Dopo averli scorti, Danilo Čulkov inviò un emissario da Sejdjak per invitarlo ad un convito a Tobol'sk. Fidandosi dei russi, i tre tartari decisero di accettare l'invito. Una volta a casa di Čulkov, quest'ultimo offrì a Sejdjak, Saltan e Karača una coppa di vino, nel bere la quale tutti e tre cominciarono a tossire. Secondo Esipov, questo fatto fu un segno delle intenzioni ostili dei tre tartari nei confronti di Čulkov, che ordinò di massacrare la guardia del corpo e arrestare i tre nobili. Secondo le credenze russe, tossire durante una libagione indicava infatti una disposizione ostile nei confronti del padrone di casa. Le versioni successive a quella esipoviana sono soggette ad un evidente processo di folclorizzazione. Inoltre, la concezione provvidenzialistica esipoviana viene completamente eliminata (la tosse dei tre tartari non era stata un segno divino, ma era stata provocata da un trucco di Čulkov, che aveva dato acquavite al posto di vino novello).

422 Dvoreckaja, Archeografičeskij.. ., 471-472

423 L'episodio della redazione Zabelin è descritto in maniera molto più logica e consequenziale di quello della

redazione fondamentale di EL per una serie di dettagli narrativi piuttosto realistici: i potentati tartari non vengono catturati nel tentativo di fuggire, ma dopo essersi addormentati a causa del troppo vino bevuto, la presenza dei soldati, che in EL non è spiegata, nella redazione Zabelin viene fatta risalire alla spedizione che stava venendo

scelte redazionali osservate da Esipov e dall'autore della redazione Zabelin permetta di comprendere alcune essenziali caratteristiche del processo di

folclorizzazione, a cui venne sottoposto il gruppo esipoviano nella seconda metà del XVII secolo: nel narrare l'episodio della cattura di Sejdjak da parte dei poteri toboliani, Esipov aveva bisogno di mostrare come questo evento fosse stato ispirato dalla volontà divina. Introdurre degli elementi narrativi realistici, che avessero ascritto il fatto all'iniziativa umana e ne avessero descritto i prosaici preparativi, avrebbe senz'altro intaccato la coerenza ideologica del passo. La versione esipoviana mantiene livelli di spiccata canonicità narrativa, dal momento che è contestualizzata tramite una definizione temporale e corredata da metafore letterarie. Nella redazione Zabelin il passo viene radicalmente rielaborato.

L'ascrizione temporale acquisisce caratteri indistinti, che ne approfondiscono il carattere epico-folclorico, il ritmo narrativo è rallentato da apposite ripetizioni, sono riportati i discorsi degli emissari di Čulkov e di Čulkov stesso. I tratti più spiccati del processo di folclorizzazione a cui è sottoposta la redazione Zabelin si rivelano nel dettaglio della prova della coppa di vino: a differenza di Esipov, il compilatore di questa redazione descrive con estrema attenzione i preparativi della trappola e la sua conduzione in atto.

La Romodanovskaja suppone in questo caso tracce di una leggenda folclorica toboliana, che in EL si è conservata in maniera molto minore a causa delle

implicazioni concettuali della cronaca del 1636. L'origine toboliana della leggenda è tradita dall'inclusione nella redazione Zabelin di specifiche notizie sulla città nel capitolo dedicato alla sua fondazione424. La studiosa ritiene che questa leggenda fosse diffusa a Tobol'sk sin dall'inizio del XVII secolo. Esipov decise di ridurla, mentre nella redazione Zabelin vennero reintegrati gli originali elementi orali: i l fine principale del compilatore della redazione Zabelin sembra essere stato quello di rendere il testo esipoviano più interessante dal punto di vista narrativo.

§ 6.3. La redazione Lichačev

La redazione Lichačev mostra una particolare inclinazione per i dettagli narrativi, confluiti nell'istoričeskaja pesnja Ermak vzjal Sibir'. Intendiamo in particolar modo il dettaglio dell'affronto arrecato dalle bande cosacche al voevoda Zasekin, incaricato di scortare un carico di armi, polvere da sparo e denaro statale. Le imbarcazioni, inviate ad Astrachan' su ordine di Ivan IV, vennero bloccate dalle bande cosacche all'altezza del fiume Samara, dove i reparti di Zasekin vennero annientati e le imbarcazioni depredate. L'informazione del voevoda G. Zasekin, inviato contro i cosacchi fuorilegge (capeggiati da Kol'co), è storicamente

inattendibile, in quanto Zasekin operò nel 1589425. Sebbene questo voevoda si sia effettivamente distinto per decise operazioni contro le frange cosacche meno

preparata da Čulkov, menzionata all'inizio del capitolo.

424 PSRL, t.36, p. 115.

rispettose del potere moscovita426, i termini del suo servizio nelle zone della Bassa Volga escludono ogni possibilità di contatto con Ermak e il suo gruppo.

Evidentemente, il nome di Zasekin rimase nelle memoria collettiva popolare per la sua spietata determinazione nel lottare le bande fuorilegge cosacche alla fine del XVI secolo: le leggende sorte intorno al suo nome si sovrapposero inevitabilmente al fondo folclorico di Ermak, con cui avevano in comune gli stessi motivi

mitopoietici della figura governativa opposta al brigante cosacco.

La redazione Lichačev è particolarmente interessante per l'utilizzo di fonti orali che non hanno riscontro nel restante gruppo esipoviano. E.I. Dergačeva-Skop ritenne che l'autore di questa particolare variante avesse attinto alla tradizione orale su Ermak sviluppatasi sugli Urali427: il tragitto percorso dalla Volga alla Čusovaja viene infatti descritto con attendibilità molto maggiore di quello dalla Čusovaja all'Irtyš. La studiosa suppose che gli elementi folclorici di questa redazione della cronaca esipoviana si basassero sulle leggende riguardanti i capi cosacchi della Kama Sokol e Petuch428. Allo stesso tempo, la dipendenza della redazione Lichačev dal fondo orale-folclorico uralico si riflesse anche sulle informazioni inerenti agli Stroganov: secondo questa redazione, rifornì i cosacchi non Maksim, ma Nikita. Nel brano della redazione Lichačev vengono riprese e combinate leggende diffuse nell'areale della Volga e nei distretti preuralici, che in ambito non cronachistico sarebbero state fissate in due differenti canti storici: Ermak vzjal Sibir' e Kazaki

ubivajut carskogo posla. E' interessante notare come in questa redazione si tenti di

combinare il tema anarchico-criminale con la concezione esipoviana della sacralità della spedizione di Ermak. Il compilatore, che pure aveva confessato

esplicitamente che Ermak e compagni avevano depredato un tesoro di stato, precisa che i cosacchi, una volta giunti sulla Kama, avevano compreso la gravità del

crimine commesso. Per ottenere il perdono, decisero di conquistare il khanato siberiano429. Si tratta di una versione estremamente simile ad alcune varianti del canto Ermak v kazačem krugu e alle leggende uraliche registrate da Železnov.

Nonostante questo, non è possibile ipotizzare per la redazione Lichačev una stessa derivazione dai canti in questione. Possiamo piuttosto supporre che il compilatore della redazione abbia attinto ad un complesso di leggende, che si sarebbero

cristallizzate nei canti storici russi in una maniera completamente autonoma dalla redazione esaminata e che, in ogni caso, non hanno alcun legame documentario con le linee genealogiche confluite nella cronachistica toboliana nella prima metà del secolo.

§ 6.4. Il Buzunovskij letopisec

L'introduzione di minuti dettagli folclorici nella cronachistica toboliana non determinò la comparsa di temi di spiccata denuncia sociale. Questi motivi sono 426 Zasekin organizzò molte spedizioni punitive partendo dalla città di Saratov (IDEM, ibi, p. 333).

427 Dergaceva-Skop, Iz istorii..., pp. 111-112. 428 IDEM, ibi, p. 112.

accennati nel solo brano del Buzunovskij letopisec, che contiene una leggendaria biografia conclusiva di Ermak. Secondo questa fonte, il nonno del futuro ataman, Afanasij Alenin "кормился извозом и был в найму в подводах у разбойников, на

Муромском лесу пойман и сидел в тюрме, а отуда бежа з женою и з детми в Юрьевец Поволоской...»430.

Il Buzunovskij letopisec è collegato ad una fonte orale-folclorica, particolarmente interessata ai dettagli biografici dell'ataman cosacco. Ermak viene raffigurato come figlio di un povero artigiano cittadino. A causa della miseria, Ermak si trovò costretto a prestare servizio di guardia nei territori degli Stroganov: «ходил ... на стругах в работе по рекам Каме и Волге, и от той работы принял смелость, и прибрав себе дружину малую и пошел от работы на разбой...»431.

Le informazioni contenute nel Buzunovskij letopisec hanno un carattere esclusivo, in quanto non sono testimoniate in nessun'altra fonte: concreti dettagli sulla vita di Ermak non hanno trovato riflesso in nessuna delle fonti giunteci, persino il

Kungurskij letopisec o i canti storici del ciclo del celebre ataman non permettono di

ricostruire la figura dell'Ermak storico. Vvedenskij ritiene che la «biografia» di Ermak nel Buzunovskij letopisec non abbia nulla di leggendario: la sorte di Ermak è identica a quella di innumerevoli nullatenenti delle classi artigiane cittadine di fine XVI secolo432.

Il Buzunovskij letopisec è molto importante, poichè permette di fissare la natura folclorica di un'informazione trasmessa nel Pogodinskij letopisec, dove si sostiene che Ermak era soprannominato «Sgretolatore». Nella sua sezione «biografica», il Buzunovskij letopisec riporta un'informazione simile433.

Da un punto di vista concettuale-narrativo, il Buzunovskij letopisec si distingue dalle altre opere uralico-siberiane per la singolare interpretazione delle relazioni tra Ermak e gli Stroganov: secondo la fonte, Ermak si recò nella votčina dei suoi antichi padroni di propria volontà, senza esservi stato convocato dagli Stroganov. Una volta sul luogo, l'ataman comprese che gli Stroganov si sarebbero avvalsi volentieri dei suoi servizi.

Il Buzunovskij letopisec è stato rinvenuto in un solo testimone in un villaggio uralico: il suo legame con la tradizione folclorico-orale degli Urali è testimoniato da alcune leggende di carattere eziologico, che lo accomunano al Kungurskij

letopisec: indicativa in tal senso è la menzione del fiume Petuch, che viene ritenuto

un affluente della Žuravlja e sulle cui rive i cosacchi avrebbero posto una fortezza. Il fiume Petuch è sconosciuto a tutte le fonti a nostra disposizione e sembra non esistere. La comparsa di questo toponimo, secondo la Dergačeva-Skop, è da ricollegarsi al complesso di leggende connesse alla figura di Petuch, già ricordata in riferimento alla redazione Lichačev434.

Il Buzunovskij letopisec assorbì il folclore locale uralico (esemplarmente 430 Sibirskija..., p. 305.

431 Ibi, p. 306.

432 Vvedenskij, Dom Stroganovych... , pp. 89-90. 433 Letopisi sibirskie , p. 208.

testimoniato dal Kungurskij letopisec), che non sembra aver influenzato in nulla la cronachistica propriamente siberiana, ad esclusione di alcuni dettagli narrativi della redazione Lichačev e del Pogodinskij letopisec.

Nelle redazioni tarde del gruppo esipoviano non assistiamo dunque a significative afferenze dei canti storici dedicati alla figura di Ermak. Le sole mediazioni che si siano trasmesse con regolarità alla cronachistica ufficiale toboliana devono essere identificate con una specifica eredità folclorica cittadina, riflessa in particolare nella leggenda della cattura di Sejdjak. Simile eredità non permette di ipotizzare l'esistenza di «cronache orali», vale a dire di testi organici (come il Kungurskij

letopisec) che abbiano costituito la base delle informazioni presenti nella

cronachistica esaminata: si tratta infatti di leggende isolate, scelte esclusivamente per il loro interesse narrativo.

E' fondamentale notare che il folclore compare nel tessuto narrativo del gruppo esipoviano solo quando quest'ultimo si diffonda in ambito uralico. Il Buzunovskij

letopisec e, in parte, la redazione Lichačev dimostrano che alcune mediazioni

derivarono infatti dalla tradizione folclorica uralica anarchico-criminale. Ad esclusione di questi casi, a Tobol'sk i compilatori ebbero nei confronti del folclore un approccio estremamente selettivo: i soli soggetti che effettivamente furono fatti innervare nel tessuto narrativo della cronaca esipoviana furono leggende locali, connesse alla cattura di Sejdjak e alla corazza di Ermak. Quest'ultimo soggetto è particolarmente prezioso, poichè è l'unico la cui comparsa e diffusione in ambito siberiano possano essere ricostruite grazie alla testimonianza remezoviana.

7. Il soggetto della corazza di Ermak: una leggenda pansiberiana nella