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Capitolo II. Il folclore e la cronachistica siberiana Elementi di interazione

1. La comparsa del folclore nella cronachistica siberiana

Come ogni evento che si sia impresso profondamente nella memoria popolare russa, la natura delle testimonianze della conquista del khanato siberiano è tendenzialmente duplice. Per meglio dire, le testimonianze dei partecipanti della spedizione confluirono sin dalla loro comparsa in un duplice canale di trasmissione: insieme al formarsi di un complesso di fonti incluse in cronache, si osserva lo sviluppo parallelo di un fondo orale-folclorico, composto da leggende non confermate, taciute o addirittura contraddette dalle opere scritte273.

Nel quarto capitolo vedremo che elementi epico-orali e folclorici sarebbero stati mediati dai compilatori di SoL e PiL nei brevi brani a tema siberiano presenti nelle loro cronache. Vedremo anche che gli elementi mediati non costituivano una parte marginale delle informazioni utilizzate, ma ne erano la base fondamentale, se non esclusiva. La comparsa del Kratkoe opisanie e, soprattutto, del fondo

documentario, confluito nella Stroganovskaja letopis', nel Sinodico e nella

redazione fondamentale della cronaca esipoviana, segnano un netto punto di arresto nella mutuazione di motivi folclorico-orali per la ricostruzione della spedizione siberiana.

La tendenza a combinare l'eredità delle «cronache orali» con la cronachistica uralico-siberiana compare a metà e soprattutto nell'ultimo quarto del XVII secolo, come diretta conseguenza dello sconvolgimento provocato dall'operato di Sten'ka Razin274.

273 E' possibile fissare l'areale principale del ciclo di Ermak alle regioni del Don, della Volga e degli Urali, con

dentellature in Siberia e nel Pomor'e (Sokolova V.K., Russkie istoričeskie pesni XVI-XVIII , Moskva 1960, p. 67). L'areale delle opere storiografico-annalistiche dedicate alla spedizione siberiana era tendenzialmente differente, in quanto coincideva con la Siberia (più precisamente, con Tobol'sk) e con la votčina preuralica degli Stroganov. In tal modo, i due canali di trasmissione erano polarmente opposti anche da un punto di vista geografico.

274 Le aspirazioni popolari collegate alla figura messianica di Razin costituirono un terreno fertilissimo per una

nuova, decisa affermazione di temi folclorici nella letteratura russa. Come dimostreremo tuttavia in seguito, non è possibile identificare queste particolari suggestioni folcloriche con quelle riprese dai compilatori delle redazioni della cronaca esipoviana del XVII secolo: mentre infatti nell'ambito della letteratura russo-siberiana i temi folclorico-orali di autentica denuncia sociale rimasero complessivamente circoscritti alle sole istoričeskie pesni e al Kungurskij letopisec , che si sono formati in un contesto esclusivamente popolare e non potevano avere alcun reale accesso alla letteratura ufficiale uralico-siberiana, gli autori delle redazioni Zabelin e Lichačev

dell'Esipovskaja letopis' e del Buzunovskij letopisec (così come, d'altra parte, del Tolstovskij spisok della cronaca stroganoviana) si limitano ad includere nella redazione fondamentale isolati dettagli folclorici, destinati

Secondo la Dergačeva-Skop, il fondo folclorico formatosi all'inizio del XVII secolo era per queste cronache non solo una fonte preziosa di informazioni, ma anche una base per la creazione di nuove concezioni della spedizione di Ermak275. In verità, questo processo fu generalmente un fenomeno abituale della letteratura russa della seconda metà del XVII secolo276. L'attiva inclusione di tematiche e stratificazioni folcloriche nella struttura delle opere russe del XVII secolo venne determinata, secondo D.S. Lichačev, dallo sviluppo urbano verificatosi nella Rus' in questo secolo. Tale sviluppo determinò la progressiva scomparsa del folclore dall'ambito cittadino. Il vuoto creatosi causò la necessità di conservare il folclore in altre modalità, ad esempio includendolo nella letteratura satirica democratica o in cronache, per arricchirne il fascino letterario277.

In relazione al destino redazionale della cronachistica uralico-siberiana, nella seconda metà del XVII secolo l'osservazione dell'accademico russo è

assolutamente esatta: la nuova funzione letteraria svolta dalla cronaca esipoviana nella seconda metà del XVII secolo è indicata dalla sua folclorizzazione e dalla sua regolare inclusione in raccolte, che venivano utilizzate come istruttive letture

storiche278.

Considerando la specifica realtà siberiana, bisogna tuttavia prestare attenzione ad un altro importantissimo fattore, la cui influenza sulla fortuna del folclore nella tarda cronachistica toboliana riteniamo non sia stata sufficientemente considerata dagli studiosi: intendiamo la comparsa dei primi santi locali siberiani nella seconda metà del XVII secolo. La diffusione del culto di Vasilij di Mangazea e di Simeon di Verchotur'e dispensò le autorità eparchiche toboliane dalla necessità di sostenere il mito martirologico e politico, creato intorno alla figura di Ermak e dei suoi

compagni. Questo fattore non potè non favorire la penetrazione del folclore nella struttura concettuale del gruppo esipoviano.

Secondo Romodanovskaja e Dergačeva-Skop, la maggior parte dei temi e dei dettagli folclorico-orali mediati dal gruppo esipoviano sembrerebbe risalire ad uno strato più antico, coincidente con la prima metà del XVII secolo o addirittura con la fine del XVI279. La tradizione folclorica sorta intorno alla spedizione siberiana e al suo maggiore protagonista è in stretto legame con la fase iniziale della letteratura russo-siberiana, per quanto il periodo dell'attiva interazione tra le due sfere sia significativamente più tardo: prima di occuparci della cronachistica uralico-

siberiana della prima metà del XVII secolo, è necessario quindi analizzare questo

semplicemente a rendere la narrazione più interessante e viva da un punto di vista squisitamente letterario oppure a favorire la causa di gruppi elitari estranei alle masse popolari contadino-cosacche (come nel Tolstovskij spisok). Le valenze di protesta sociale incarnate dai dettagli folclorici inclusi nelle opere in questione sono

praticamente nulle.

275 Dergačeva-Skop, Genealogija..., pp. 38-39.

276 cfr. Adrianova-Peretc V.P., Drevnerusskaja literatura i fol'klor, Leningrad 1974, pp. 93-99. 277 Lichačev D.S., Poetika drevnerusskoj literatury, Leningrad 1979, pp. 76-77.

278 Sia sufficiente ricordare i codici BAN 16.17.31 (1667), RNB, spb. duchovnaja akademija, n. 313 (fine XVII

secolo), sobr. Titova, n. 3708 (XVIII). Cfr. Dergačeva-Skop, Genealogija..., p. 33.

processo di contaminazione per verificare l'attendibilità dell'ipotesi delle studiose russe280.