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Capitolo II. Il folclore e la cronachistica siberiana Elementi di interazione

3. Il ciclo di Ermak nei canti storici dei secoli XVI-

Il termine canto storico, che riflette una particolare categoria della poesia epica russa, è stato per la prima volta introdotto da P. Bessonov, per distinguere questo genere dalle byliny. Šambinago elaborò una formula distintiva, che favorì una divisione più esatta tra i due generi: con canto storico si intende qualunque composizione folclorico-orale che riproduca un evento storico, il cui nesso funzionale con il canto possa essere dimostrato da materiale documentario. L'inquieta seconda metà del XVI secolo fu il periodo di maggiore fioritura del genere, sulla cui formazione esercitarono un ascendente profondissimo la figura di Ivan IV e i fatti connessi al regno del primo car' russo298.

I canti storici principali del ciclo di Ermak sono sei: Pochod golyt'by pod Kazan',

Razbojnyj pochod na Volgu, Ermak v kazačem krugu, Kazaki ubivajut carskogo posla, Vzjatie Kazani Ermakom, Ermak u Ivana Groznogo.

I primi tre canti del ciclo di Ermak possono essere ritenuti una sorta di introduzione all'intero soggetto, poichè ne delineano i principali vettori ideologici e l'essenziale struttura mitopoietica, funzionale alla rappresentazione delle varie ipostasi

folcloriche dell'ataman cosacco. Per tale motivo concentreremo la nostra attenzione quasi esclusivamente su questi canti e sulla loro concezione della spedizione

siberiana.

§ 3.1. Pochod golyt'by pod Kazan'

Putilov e Dobrovol'skij ritengono che questo canto non costituisca una variante dipendente da Ermak v kazačem krugu,ma rappresenti una sezione tematica autonoma299. I curatori dei canti storici cosacchi fondano la propria scelta

sull'esame dei due gruppi. Pochod golytby pod Kazan' è in effetti, da un punto di vista strutturale, simile al gruppo intitolato Ermak v kazačem krugu, ma se ne distingue funzionalmente nei seguenti dettagli: protagonisti non sono i cosacchi, ma i cosiddetti muzury, cioè i marinai dei battelli mercantili operanti sul Caspio. Questa massa elegge un ataman, che decide di guidare i suoi uomini verso Kazan', 297 Dalla nostra classificazione abbiamo deciso di escludere le leggende casualmente contaminate da motivi che non

rientrano nel sistema funzionale «tradizione orale-folclorica di inizio XVII sec.-cronachistica uralico-siberiana del XVII sec.». Intendiamo in particolare i miti eziologici, connessi al passaggio di Ermak sugli Urali, distinti da un carattere spiccatamente locale. Verrà presa in considerazione solo la tradizione eziologica inclusa nel

Kungurskij letopisec e nelle redazioni tarde di EL.

298 Šambinago S.K., Istoričeskie pesni o Smutnom vremeni, in Istorija russkoj literatury , t.2, Leningrad 1948, p. 472

dove lo car', non riuscendo ad espugnare la città, ha bisogno dell'aiuto dei

“diseredati”. La via per Kazan' è indicata dallo stesso ataman300. Le altri varianti del canto si distinguono dalla variante 308 per dettagli non funzionali.

La variante 311 concretizza l'areale delle attività dei protagonisti del canto. Oltre a questo dettaglio, non menziona il nome dei muzury e presenta tracce di

contaminazione con il ciclo di Razin. Il discorso dell'ataman, che nel complesso non si discosta dalle precedenti tre varianti, sembra aver subito una riduzione redazionale.

La variante 312 è la prima a precisare l'infima condizione sociale dei protagonisti del canto. Negli altri dettagli, segue l'impostazione delle varianti precedenti: la prima sezione del discorso dell'ataman consiste nella necessità di raggiungere Kazan' e prestare aiuto allo car'.

La variante 314 è interessante per il suo carattere di denuncia sociale: durante il proprio discorso, l'ataman “Ermocha” Timofejč propone di mostrare obbedienza allo car', ma non al “governatore di Kazan'”. In questa esortazione, che rivela il carattere piuttosto tardo della variante, notiamo un tratto distintivo degli ultimi tre canti del ciclo (soprattutto Ermak u Ivana Groznogo), caratterizzati da uno spirito nettamente polemico nei confronti della nobiltà raccolta intorno allo car'.

La variante 316 è quella che maggiormente presenta tracce di contaminazione col ciclo di Kazan', dal momento che non accenna al solo proponimento dell'ataman cosacco di aiutare lo car', ma descrive la presa di Kazan' come già avvenuta. Il modo in cui la città viene espugnata coincide con quello descritto nei canti del ciclo di Kazan': tramite l'esplosione di una galleria sotterranea .

Sebbene le varianti successive alla 308 non presentino, ripetiamo, differenze funzionali, le modifiche che possiamo osservare testimoniano la tendenza costante a limitare l'ostilità verso la terra russa in generale e a sottolineare la disponibilità dei cosacchi a prestare aiuto nell'assedio di Kazan'. Quest'ultimo scopo viene raggiunto ponendo immediatamente all'inizio del discorso dell'ataman la proposta di dirigersi a Kazan', mentre nella variante 308 questa proposta si trova alla fine. Bisogna notare che in questo canto non viene fatta menzione alcuna della spedizione siberiana, sebbene indubbio protagonista della maggior parte delle varianti sia Ermak. Inoltre, le tracce di contaminazione con il ciclo di Kazan' e con quello di Sten'ka Razin fanno dubitare della sua primarietà cronologica.

Putilov e Dobrovol'skij notano che il tema dell'elezione, che sembrerebbe essere pertinente anche agli altri canti a tema cosacco, è in realtà distintivo del solo canto dedicato ai muzury e del canto successivo (Razbojnyj pochod na Volgu). Negli altri canti, infatti, l'elezione è già avvenuta. Putilov ascrive il soggetto del canto alla seconda metà del XVI secolo, in quanto è strettamente connesso alla conquista di Kazan' del 1552.

L'areale delle registrazioni del canto è individuabile nel bacino della Volga, da Nižnyj Novgorod ad Astrachan'.

§ 3.2. Razbojnyj pochod na Volgu

Il canto è da un punto di vista formale specularmente simile al Pochod golyt'by. Particolarmente simile è la sezione iniziale, corrispondente all'elezione di un esaul e di un ataman, che saranno destinati a guidare le masse cosacche in una spedizione lungo la Volga. Tuttavia, a differenza del canto precedente, mutano profondamente le motivazioni cosacche: in questo canto i cosacchi non hanno alcuna intenzione di prestare servizio sotto le mura di Kazan' nel tentativo di aiutare Ivan IV, in quanto sono risoluti a condurre azioni di brigantaggio lungo la Volga a danno dei battelli mercantili e dei centri abitati. Secondo Putilov, il gruppo in esame riflette una tarda elaborazione dei canti inclusi in Pochod golytby pod Kazan', le cui implicazioni ideologiche erano state modificate in base alle nuove istanze sociali affermatesi all'inizio del XVII secolo: Putilov dubita che il canto trasmetta un evento realmente accaduto; dobbiamo piuttosto ravvisarvi un'interpretazione in chiave poetica dei primi disordini causati dalle masse cosacche e contadine che sarebbero confluiti nelle insurrezioni di Chlopok Kosolap del 1603 e di Bolotnikov del 1606301. L'areale di diffusione del canto è fissato lungo il bacino della Volga, sul Don e il Terek, presso i cosacchi di Orenburg e in Siberia: in altri termini, nei punti nevralgici delle attività cosacche nel XVII-XVIII secolo. Le varianti si differenziano in relazione al solo tema centrale, vale a dire gli scopi delle incursioni e la loro dinamica.

§ 3.3. Ermak v kazačem krugu

E' il canto più importante del ciclo di Ermak e quello che maggiormente è

ascrivibile ad un contesto cosacco. Putilov fissò le principali differenze di questo canto dai primi due gruppi tematici nei seguenti dettagli:

-il luogo dove si svolge la vicenda, che viene identificato con il fiume Kamy šinka (più raramente la Volga tra Saratov e Astrachan' o le steppe intorno Saratov); -il contesto sociale, che include la sola vol'nica cosacca;

-in tutte le varianti il nome dell'ataman è indistintamente Ermak Timofeevi č; -è assente l'episodio dell'elezione di Ermak al grado di ataman .

Oltre alle distinzioni ravvisate, nel canto Ermak raccoglie i propri sottoposti e fa loro un discorso. Il discorso di Ermak è l'elemento narrativo principale del canto: in questo discorso, Ermak ricorda la condizione critica in cui versa il gruppo cosacco affidatogli e la necessità di fuggire dai reparti governativi inviati da Mosca. E' interessante notare come in nessuna delle varianti del canto vengano spiegati i motivi dell'ostilità di Mosca verso il gruppo di Ermak. Nell'edizione di Putilov- Dobrovol'skij, le varianti del canto vengono classificate in base al discorso di Ermak o, per meglio dire, in base alla conclusione di tale discorso: le varianti principali (328-336) presentano un discorso che si conclude con l'invito per le

masse cosacche di andare in Siberia302. Nelle varianti 328-329, Ermak conclude il proprio discorso incitando i cosacchi a conquistare Kazan', mentre nelle varianti 337-342 l'ataman cosacco rinuncia immediatamente ad una riconciliazione con lo car' e propone al suo gruppo di rifugiarsi lungo il fiume Kamy šinka o lungo la Kuma. Nelle varianti 343-344 si tace completamente del conflitto tra i cosacchi e il potere moscovita: Ermak si limita a proporre ai cosacchi di svernare lungo il Terek. Le varianti 345-351 accennano invece a tale conflitto, ma non propongono alcuna soluzione per risolverlo, mentre la sottoclasse 352-355 si limita a descrivere l'episodio dell'elezione di Ermak.

§ 3.4. Contradditorietà tematica del ciclo di Ermak

Secondo Putilov, l'esame della storia compositiva del ciclo è reso problematico dalla grande affinità dei soggetti fissati, che ne impedisce una classificazione attendibile e netta. Inoltre, il ciclo in questione subì l'influenza da parte dei cicli di Kazan' e di Sten'ka Razin303.

Putilov ritiene che il canto Pochod golyt'by pod Kazan' sia il primo del ciclo, in quanto riflette un evento -la presa di Kazan'- avvenuto a metà XVI secolo.

Tuttavia, la sola sistemazione in base a criteri cronologici non permette di rilevare l'effettivo sviluppo delle aspirazioni ideologiche e sociali, che determinarono l'evoluzione del ciclo e le sue contaminazioni secondarie.

L'approccio storico ai testi folclorici indica una tendenza radicatasi nella

folcloristica (non solo russa) sin dalle prime fasi di sviluppo di questa scienza. Gli studi di Bajburin e Levinton hanno tuttavia dimostrato che la tradizione folclorico- orale conserva non la memoria consequenziale della realtà storica, ma pulsioni collettive, che utilizzano gli eventi reali del passato sulla sola base delle proprie necessità. Su questo processo, naturalmente, i vincoli di coerenza cronologica esercitano un'influenza minima304. In altre parole, bisogna in primo luogo cercare di isolare le singole implicazioni ideologiche per stabilirne la reale incisività sulla storia compositiva del ciclo.

Come abbiamo notato nel primo capitolo, le attività illegali degli uomini di Ermak lungo la Volga e la frontiera nogaj costituiscono uno degli eventi meno

documentabili della spedizione siberiana305. Esistono solo due fonti ufficiali che 302 IDEM, ibi, p. 680.

303 Šambinago, op.cit., p. 482; Putilov, Istoričeskie..., p. 674.

304 Bajburin A.K., Levinton G.A., O sootnošenii fol'klornych i etnografičeskich faktov, in Acta Ethnographica Academiae Scientiarum Hungaricae, t. 32, 1983, p. 8; IDEM, K probleme "U etnografičeskich istokov fol'klornych sjužetov i obrazov, in Fol'klor i etnografija. U etnografičeskich istokov fol'klornych sjužetov i obrazov, Leningrad 1984, pp. 231-232. E' possibile definire il processo di folclorizzazione di determinati dati

storici come «compressione» o «proiezione» della memoria collettiva di un popolo o gruppo sociale (cfr. Nekljudov S.J., Slavnaja gibel' doblestnogo Rolanda i tainstvennoe roždenie markgrafa Chruodlanda , in Putilov B.N., Fol'klor i narodnaja kul'tura: in memoriam , Spb. 2003, pp. 352-364). Come vedremo in seguito, nel nostro caso un chiaro esempio di «compressione» della memoria storica è la bylina Il'ja Muromec, Ermak i Kalin car'.

305 Ricordiamo che le deposizioni contenute negli Atti Nogaici avevano ascritto le attività illegali cosacche ad un

periodo precedente al ritorno di Ermak da Mogilev. Il materiale documentario permette di concludere che Ermak si era reso colpevole agli occhi di Mosca non di brigantaggio, ma di essersi unito ai gruppi responsabili dei disordini dell'estate del 1581.

testimonino tali attività: il nakaz al voevoda di Astrachan' Petr Fedorov e l'opal'naja gramota di Ivan IV del novembre 1582.

L'episodio fondamentale della biografia di Ermak è la conquista della Siberia.

Questa osservazione è assolutamente valida per l'eredità cronachistica, che colse effettivamente le profondissime valenze mitopoietiche di questo evento e le sviluppò in scritti, dove il tema della conquista della Siberia, nonostante le ovvie divergenze ideologico-concettuali, è il motivo principale e, nel complesso,

esclusivo.

Nonostante questo, nei canti storici gli argomenti principali sono il passato fuorilegge di Ermak e la presa di Kazan', non certo la conquista del khanato di Kučum. Paradossalmente, alla vera, colossale impresa dell'ataman viene riservato nel folclore dei canti storici un ruolo quasi insignificante: il tema della conquista della Siberia è utilizzato con una frequenza minore rispetto al tema brigantesco o a quello della presa di Kazan'.

Questa anomalia merita un'attenta analisi.

Le istoričeskie pesni del ciclo siberiano di Ermak presentano una prospettiva

contraddittoria. Da una parte, Ermak viene rappresentato come un tipico esponente della vol'nica cosacca e delle masse popolari russe, rese estremamente vulnerabili e insofferenti dalla crisi sociale che aveva avuto luogo nella Moscovia della seconda metà del XVI secolo: la pressione fiscale e giuridica esercitata su tali masse aveva determinato un'endemica migrazione verso i distretti sud-orientali bagnati dal Don e dalla Volga. Dall'altra, l'ataman è rappresentato come un fedele aiutante di Ivan Groznyj, per la gloria del cui trono conquista ora Kazan', ora «Tobol'sk».

§ 3.5. Il motivo dell' “izgojničestvo”

Nel primo canto del ciclo, la condizione di assoluta marginalità sociale di Ermak e dei suoi compagni è piuttosto spiccata: i cosacchi di Ermak vengono qualificati come vagabondi senza documenti di riconoscimento. In alcune varianti del canto, la qualificazione добры молодцы бродяги viene esplicitamente modificata in хайлы, да все разбойнички. L'emarginazione completa ha reso il gruppo cosacco talmente indifferente e ostile alla società russa, da fargli assumere tratti allogeni: i cosacchi vengono chiamati metaforicamente muzury, vale a dire uomini di fatica impiegati nei porti persiani sul Mar Caspio.

L'estraneità spirituale verso una società abbandonata per necessità viene spesso concretizzata e rafforzata in termini geografici. La dimensione cronotopica dei canti storici dedicati ad Ermak sembra lontanissima dalla Rus' e viene a coincidere coi confini del mondo.

A dire il vero, nella variante 311 del canto Pochod golyt'by pod Kazan', la terra abitata dai cosacchi viene identificata con la foce della Volga:

Как на море было

на усть матушки на Волге, на быстрой реке (...)306

L'inadeguatezza mitopoietica di questo pur esatto riferimento è tradita dal di poco successivo invito di Ermak ai compagni, che lo avevano appena eletto ataman307: Уж и полно нам, ребята, нам разбой держать.

Не пора ли то нам,

ребятушки, на святую Русь,

на матушку Волгу, Волгу, на быстру реку?308

Ermak (Stenjuška) parla della Santa Rus' e della Madre Volga come di luoghi lontani, verso cui bisogna ritornare. In altri termini, la dimensione cronotopica della vicenda presenta netti caratteri spirituali, che male si adeguano a concrete localizzazioni geografiche. Le altre varianti del canto in questione tennero

maggiormente conto del simbolismo cronotopico, rivelato dalla marginalità a cui erano condannati Ermak e compagni:

Как далеченько-далеченько, во чистом поле, Да еще подалей -на синем море,

как на синем море было на Каспискиим,

что на славном было острове на Персидскиим (...)309

Nei versi citati, notiamo una sorta di compromesso tra una lontananza astratta ed una concretizzata: Ermak viene comunque localizzato in base a riferimenti

contingenti, in quanto vive sul Mar Caspio, nell' «isola persiana». Nella variante 312, la natura antipodica della posizione occupata da Ermak rispetto alla Rus' viene invece assolutizzata:

А далеченько-далеченько было, во чистом поле, как еще того подалече было -на синем море, на Чернославском было славном острове (...)310

Da sempre nel fondo mitologico russo il «campo» (la Steppa) e il «mare azzurro» sono stati interpretati come antipodi paradigmatici della Rus': che questi luoghi siano la residenza di Ermak conferisce alla figura del conquistatore della Siberia un'intensa valenza di assoluta lontananza dalla Rus' e addirittura di ostilità.

Lo stesso movimento in questi luoghi viene inteso come una manifestazione 306 Putilov, Istoričeskie..., p. 494.

307 E' interessante notare come in questa variante, che appartiene indiscutibilmente ad un canto del ciclo di Ermak, il

conquistatore della Siberia venga chiamato Stenjuška. Già da ora riteniamo opportuno notare che il ciclo di Ermak e quello di Sten'ka Razin sono soggetti ad un processo di contaminazione in dettagli superficiali e formali, come, per l'appunto, il passaggio del nome. Le contaminazioni tematico-narrative sono significativamente più rare.

308 Ibi, p. 495. 309 Ibi, 492 (308).

310 Ibi, 495. Il punto estremo del processo di marginalizzazione si trova tuttavia nelle versioni 319 e 325 del canto Razbojnyj pochod na Volgu, dove leggiamo: «Далече-далече, во чистом поле, / еще того далече -на синем море,/ на синем море на Каспийскием,/ на славном Черностове, славном острове (...)» : Ibi, 499.

dell'innaturalità, della vacuità quasi fatale e travagliata della condizione dell'ataman cosacco:

он щатаился, мотаился по чисту полю, По чисту полю Ермак, да по синю морю»311

Lo scopo ultimo dei cosacchi di Ermak e di Ermak stesso è la pirateria e il

saccheggio. Questo tratto delle caratterizzazioni funzionali di Ermak e compagni è reso esemplarmente nella variante 318 del canto Razbojnyj pochod na Volgu:

Не полно ли нам, братцы, на морях стоять, не пора ли нам, дородным, на свежу воду, на свежу воду -на Волгу, на Волгу матушку? И станем разбивать бусы-карабли,

бусы-карабли и лодки легкие312.

Chiaramente, la natura di simili attività antisociali non può che rendere ancora più profondo l'abisso che separa questo gruppo di reietti dal mondo della Rus', dove li attende solo una spietata punizione:

Проходит у нас лето теплое, иде мы, ребятушки, зиму зимовать будем? На Яик нам идтить- переход велик, на Дон нам идтить, ребятушки, нам ворами слыть, а на Волгу нам идтить- переловленным быть и по разным по тюрьмам порассаженным. Иметь вам всем прощаньице а мне, Ермаку-казаку, быть повешену над славною речкою Волгою313.

La descrizione dell'abbiezione sociale, spirituale e morale dei cosacchi raggiunge un'intensità e una tensione supreme nella variante 325 del canto Razbojnyj pochod

na Volgu, dove la marginalità cronotopica inizia a coincidere con la disperazione e

il presentimento dell'inevitabile rovina:

Пропьемся мы, мазуры, промотаемся, мы во косточки, во карты проиграемся. На что-то мы, мазурушки, 311 Ibi, p. 535. 312 Ibi, p. 499. 313 Ibi, p. 505.

надеемся? Надеемся на сине море. Ничем нас сине море не потешило, злым несчастьем разудалых обнадежило... Далеким было далеко, во чистом поле, и еще того подальше- на синем море, на синем на море на Каспийскием, на том Черностовском славном Острове (...)314

Generalmente si ritiene che Ermak sia una delle figure maggiormente utilizzate dal folclore per esprimere tensioni ideologiche e temi di denuncia sociale315. Senza dubbio, Ermak è il protagonista di canti storici, dove si avverte un'acuta e profonda critica al sistema imperante nella Moscovia della seconda metà del XVI secolo. Il conferimento ad Ermak di tratti anarchico-criminali venne indubbiamente reso necessario dalla notevole forza mitopoietica del tema del brigante cosacco che, in base alla teoria avanzata da J. Lotman e B. Uspenskij, corrisponde ad una duplice ipostasi del reietto316.

Come si è appena visto, la figura del reietto presenta pregnanti implicazioni cronotopiche. Questo particolare stato socio-psicologico suppone come sua

condizione necessaria l'esclusione dallo spazio culturale e sacralizzato di una data comunità e la proiezione in un non-luogo paragonabile alla morte morale e civile, dove i reietti vagano in una tormentata indeterminatezza e dove, anche qualora formino un gruppo, non sono in grado di costituire una reale comunità: «Если с внутренней точки зрения казаки образуют особый социально организованный мир,

пространственно расположенный в середине некоего географического горизонта (...), то с точки зрения Москвы они находятся на краю культурного пространства и вне его. (...) И сами казаки могут усваивать эту точку зрения, рассматривая себя как людей,

живущих вне, за пределами урегулированного пространства»317.

314 La lirica profondità del passo è insolita per il ciclo di Ermak, sembra piuttosto ricordare i moduli poetici

osservati per il ciclo di Razin. In ogni caso, la triste consapevolezza di cui è compenetrato il frammento indica un punto di non-ritorno nella caratterizzazione del gruppo cosacco. Dopo il riconoscimento della profondità del grado di perdizione a cui erano giunti i cosacchi di Ermak, l'unica alternativa per rivitalizzare le pulsioni estetiche e mitopoietiche del ciclo consisteva nel proiettare Ermak nell' antidimensione del samozvančestvo oppure nel colmare nuovamente il vacuum imposto alla condizione dell'ataman e dei suoi uomini con i valori spirituali e politici della Rus' del XVI secolo.

315Ci sembra adeguato presentare integralmente la constatazione di Putilov, divenuta canonica: «впервые с такой силой предстала тема антифеодального народного движения, впервые предстал образ героя, выразившего освободительные настроения щироких масс. Ермак открывает в русской народной поэзии значительный ряд героических образов, среди которых мы находим Разина и Пугачева» (Putilov B.N., Russkoe narodnoe... , p.

325).

316 Lotman J., Uspenskij B.A., "Izgoj" i "izgojničestvo" kak social'no-psichologičeskaja posicija v russkoj kul'ture preimuščestvenno dopetrovskogo perioda , in Lotman J., Istorija i tipologija russkoj kul'tury, Spb. 2002, pp. 222-

233.

Il canto Razbojnyj pochod na Volgu è quello che maggiormente incarna le valenze poetiche applicate alla figura del reietto, in quanto dimostra che Ermak e

compagni non solo sono isolati dalla Rus', ma le sono anche attivamente ostili. La figura originale o, per così dire, folcloricamente "pura" di Ermak è dunque distinta sia da un destino di emarginazione che da una serie di tratti antinormativi: il

periodo delle sue attività corrisponde non al giorno, ma alla notte318, le sue dimore abituali sono il «campo selvaggio» e il «chiaro mare», la stessa natura delle sue attività costituisce l'esatto contrario di quella osservata nella dimensione

sacralizzata della società civile.

Le modalità comportamentali del cosacco-brigante ne rivelavano la vicinanza alle forze sataniche (l'invulnerabilità ottenuta tramite arti magiche, la capacità di sotterrare i propri tesori avvalendosi dell'aiuto degli spiriti infernali ecc. ). Non possiamo tuttavia ignorare il fatto che questi tratti sono del tutto assenti nella figura di Ermak, almeno così come essa è delineata nei soli canti storici319. Tracce della demonizzazione popolare dell'ataman conquistatore della Siberia si sono

conservate, paradossalmente, nello "žitie" remezoviano. Bisogna comunque tener conto dell'importantissimo fattore dell'origine delle leggende remezoviane, che non sembra ascrivibile al folclore contadino-cosacco russo, ma a quello tartaro, che in Ermak non poteva non vedere un essere profondamente negativo, ma allo stesso tempo terribile e misterioso320.

Il canto Razbojnyj pochod na Volgu sembra dunque sottolineare, più degli altri canti, la funzione di forza anarchica e antisociale, svolta da Ermak e dai suoi