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Alcune riflessioni in progress

di Antonella Primi, Rossana Monti e Francesca Bellenzier

Alunni 6-8 anni Alluvione: accade quando si allagano aree che di solito non sono coperte dall’acqua (ad esempio strade, marciapiedi, piazze) Dopo

5. Alcune riflessioni in progress

Le Nazioni Unite attraverso il Sendai Framework for Disaster Risk Reduc-

tion hanno avviato il superamento di strategie per la gestione del rischio di disa-

stri (illustrate ad esempio dallo Hyogo Framework for Action del 2005) con stra- tegie orientate alla riduzione del rischio di disastri, secondo un’impostazione preventiva, inclusiva e maggiormente incentrata sulle persone.

In tale contesto si ribadisce che la riduzione del rischio di _disastri e la

costruzione della resilienza devono essere un impegno collaborativo. «Com- prendere il rischio di disastri» è una delle azioni prioritarie e si auspica, tra l’altro, di «migliorare la conoscenza dei funzionari governativi a tutti i livelli, della società civile, delle comunità e dei volontari, così come del settore pri- vato, attraverso la condivisione delle esperienze, degli insegnamenti appresi, delle buone pratiche, la formazione e l’educazione sulla riduzione dei rischi di disastri, includendo l’uso dei meccanismi di formazione ed educazione esistenti e di apprendimento tra pari» (Unisdr, 2015, p. 15).

Nella stessa direzione si muove l’obiettivo 13 «Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico» compreso tra i 17 Obiet- tivi per lo Sviluppo Sostenibile previsti dall’Agenda 2030 delle _Nazioni

Unite ed entrati in vigore da gennaio 2016. In particolare il target 13.3 si riferisce a «migliorare l’istruzione, la sensibilizzazione e la capacità umana e istituzionale per quanto riguarda la mitigazione del cambiamento climatico, l’adattamento, la riduzione dell’impatto e l’allerta tempestiva» (Organizza- zione delle Nazioni Unite, 2015, p. 23).

Il progetto “Cultura di protezione civile in pillole”, da un lato, ha cercato di entrare in sintonia con le visioni e le impostazioni internazionali e, dall’al- tro, ha fatto riferimento ad alcuni documenti a carattere nazionale, tra cui: Linee guida per l’educazione ambientale e allo sviluppo sostenibile (2009)3, Linee guida educazione ambientale (2014)4, Carta sull’educazione ambien- tale e allo sviluppo sostenibile (2016). La Carta sottolinea che la compren- sione di cosa siano i cambiamenti climatici diventa fondamentale, ma non basta; sul piano educativo occorre rispondere alla domanda: “qual è il profilo del cittadino che sappia affrontare il cambiamento climatico?” e pertanto si individuano quattro obiettivi, che il progetto “Pillole” ha tenuto presenti: - avere consapevolezza di scenari, tendenze, rischi;

- comprendere la complessità dei processi in un’epoca storica caratterizzata da cambiamenti sempre veloci e spesso radicali;

- stimolare all’azione;

- creare propensione alla collaborazione (2016, p. 31).

3 Si segnalano le pagine dedicate a: “Le competenze di educazione ambientale nell’area

di Cittadinanza e Costituzione” (pp. 12-16); “Idee ed indicazioni per la progettazione di itine- rari formativi e didattici” (pp. 16-18); e le Schede tecniche di approfondimento su: ”Gestione e tutela delle acque” (pp. 29-31), “Cambiamenti climatici” (pp. 38-40), “Sviluppo urbano e inquinamento: la città sostenibile” (pp. 49-51).

4 Forniscono numerose indicazioni per la progettazione di itinerari formativi e didattici;

percorsi didattici interessanti riguardano: “Tutela delle acque e del mare” (Infanzia, Primaria) (pp. 25-37); “La città sostenibile: inquinamento, consumo di suolo e rifiuti” (Secondaria se- condo grado) (pp. 109-118); “Adattamento ai cambiamenti climatici: dissesto idrogeologico” (Secondaria secondo grado) (pp. 119-131). 

Il contributo non termina con osservazioni conclusive poiché il progetto è in corso di completamento per la parte di realizzazione grafica e si sta _an-

cora svolgendo la fase di monitoraggio e validazione degli strumenti _didattici

con gli insegnanti e le scuole. Tale fase permetterà di ottenere dei riscontri riguardo alla fruibilità didattica delle “Pillole”, alla chiarezza delle informa- zioni fornite e all’efficace trasmissibilità dei contenuti e comportamenti di autoprotezione.

Si possono comunque avanzare alcune considerazioni riguardo al plurien- nale impegno della Protezione Civile di Genova nelle attività di _divulgazione, con il fine ultimo di contribuire ad aumentare la consapevolezza del rischio e, quindi, la resilienza dei cittadini. Durante questo percorso i presupposti e le finalità si sono evoluti, e gli obiettivi specifici dei progetti rivolti al mondo della scuola sono stati chiaramente pianificati: dagli interventi di informazione degli alunni alla formazione dei docenti, per approdare, infine, all’elabora- zione di supporti e strumenti che rendano gli insegnanti più autonomi nell’af- frontare percorsi didattici di educazione ambientale e al territorio. Infatti, l’esperienza maturata con le iniziative presso le scuole aveva messo in evi- denza le incertezze dei docenti sui contenuti di protezione civile, in rapporto sia al sistema di allertamento sia alle buone pratiche per l’autoprotezione in caso di emergenza. Per questo motivo sarebbe interessante proporre i vari stru- menti delle “Pillole” anche agli studenti di Corsi di laurea in Scienze della Formazione Primaria, ossia i _futuri insegnanti di scuola primaria, come pe- raltro è già stato sperimentato a Bologna presentando materiale didattico inte- rattivo appositamente sviluppato sul rischio di frane (Bandecchi et al., 2017).

6. Pillole: un format versatile per insegnanti e territori

L’articolazione del progetto “Pillole” lo rende replicabile e utilizzabile in altri territori italiani e ne fa un’esperienza in divenire atta ad accogliere ulte- riori sollecitazioni6. Gli argomenti sinora sviluppati sono strettamente inter- relati, spaziano in diversi ambiti (dallo sviluppo sostenibile al cambiamento climatico, alla percezione del rischio, al sistema di protezione civile) e ri- mangono “permeabili”, ad esempio, rispetto all’approfondimento di _altre ti-

pologie di rischio.

Il lavoro svolto è stato supportato da considerazioni e interrogativi su di- versi versanti: da parte di Protezione Civile è occorsa una ponderazione sugli

6 Il 21 gennaio 2020, in occasione della presentazione del progetto, evento che ha avuto il

patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Protezione Civile, sono stati raccolti i primi riscontri da parte degli insegnanti di alcune scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado del Comune di Genova.

aspetti tecnici da considerarsi come imprescindibili rispetto ai temi della si- curezza, del rischio e dell’autoprotezione; da parte degli esperti esterni è stata fondamentale la riflessione per selezionare e adeguare alle diverse fasce d’età i termini del glossario, al fine di fornire informazioni e spiegazioni tec- nico/scientifiche e comunicare indicazioni precise sui _comportamenti cor-

retti da assumere; analoga riflessione è stata condotta per le scelte operate sul versante della resa grafica delle “Pillole”, individuando le diverse identità visive e gli schemi narrativi adattabili ai vari _target.

Ma soprattutto va sottolineato che nell’attuazione al progetto è stato con- siderato come basilare il costante richiamo al territorio e a come le sue carat- teristiche, le variabili condizioni di antropizzazione e di uso del suolo siano strettamente correlate alla configurazione che i fenomeni rischiosi, nello spe- cifico quelli alluvionali, possono assumere.

Riferimenti bibliografici

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Malagugini M. (2019), “Immagini e narrazione: l’ideazione di un linguaggio”, in Ruggiero M.E., Malagugini M. e Torti R. (a cura di), Emergenze ambientali e

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di comunicazione visiva. Strategie operative per la diffusione e divulgazione della cultura di protezione civile, Genova University Press, Genova.

Primi A. e Ferretti C., “Sicurezza senza confini: un progetto di informazione sull’au- toprotezione nei casi di rischio”, nel presente volume.

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nuovi modelli di comunicazione visiva. Strategie operative per la diffusione e divulgazione della cultura di protezione civile, Genova University Press, Genova.

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12. Laboratori di resilienza. Metodologie e attività