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Analisi dei questionari quantitat

di Antonella Primi e Cecilia Ferretti

3. Il monitoraggio dell’efficacia del progetto

3.2. Analisi dei questionari quantitat

A gennaio 2017, ai genitori non parlanti la lingua italiana di tutte le scuole dell’IC Teglia è stato consegnato un opuscolo con la sola traduzione nella loro lingua: ne sono stati distribuiti 245 (86 in arabo, 56 in spagnolo, 3 in francese, 64 in albanese, 6 in inglese, 29 in rumeno, 1 in dari); in _se- guito è stato chiesto loro di compilare un questionario comprendente 16 domande.

In totale sono stati raccolti 145 questionari così ripartiti per Paese di provenienza: Albania (43), Ecuador (22), Marocco (43), Romania (15) e Tunisia (7); in un sesto gruppo sono confluiti i 15 questionari dei Paesi con minor numero di rispondenti: Algeria (2), Cile (1), Cuba (1), Eritrea (1), Moldavia (1), Nigeria (2), Repubblica Dominicana (1), Senegal (2), Perù (3) e Ucraina (1).

Dopo informazioni di carattere anagrafico, le domande si sono concen- trate su: i rischi principali nei Paesi di origine dei rispondenti; la diffusione della cultura di protezione civile nel Paese di origine; il livello di partenza della cultura di protezione civile dopo il trasferimento in Italia; i risultati che il progetto è riuscito ad ottenere.

Per quanto concerne le risposte sui rischi più significativi nel Paese di provenienza si possono sintetizzare sottolineando che il rischio alluvione viene citato fra i più rilevanti in tutti i Paesi, a seguire il rischio di terremoti presente in quattro degli Stati considerati (escluso la Tunisia) e il rischio neve citato in tre casi: Albania, Romania e Tunisia (dove si estende la ca- tena montuosa dell’Atlante che prosegue in Marocco). In Tunisia è citata anche la presenza di animali pericolosi, rischio evidenziato peraltro in tutti i Paesi, così come le frane. Spicca, tra gli altri, il rischio incendio in Ma- rocco (Tab. 3 e Fig. 7).

Tab. 3 - Primi tre rischi nei Paesi di provenienza dei rispondenti (in ordine di segnalazione) Albania Ecuador Marocco Romania Tunisia

alluvione terremoto incendio neve alluvione

terremoto alluvione terremoto alluvione animali pericolosi

neve vulcano alluvione terremoto neve

Un gruppo di quattro domande ha riguardato la diffusione della cultura di protezione civile nel Paese di origine (Fig. 8). Pur tenendo presente il diverso numero di risposte per le cinque principali nazionalità dei genitori, si può sottolineare che in Albania la cultura di protezione civile appare di- scretamente diffusa, sia per la prevenzione tramite un sistema di allerta- mento e relative norme comportamentali sia per le attività di formazione nelle scuole (37 risposte positive su 43). In Ecuador i questionari eviden- ziano che la sensibilizzazione alla cultura della protezione civile è notevol- mente diffusa, per la parte della prevenzione e comunicazione di allerta e anche per le attività svolte nelle scuole. Si riscontra infatti un livello note- vole di approfondimento degli aspetti educativi anche nel sito istituzionale governativo della Secretaria Nacional de Gestión de Riesgos (www.ge- stionderiesgos.gob.ec). In Marocco la cultura di protezione civile sembra discretamente diffusa: tre quarti delle famiglie rispondono in modo posi- tivo a tutte le domande, leggermente meno per quanto riguarda la cultura della sicurezza nelle scuole (29 risposte positive su 43). Simili sono i _ri- sultati deducibili dai questionari per la Romania, con oltre due terzi di _ri- sposte positive da parte delle famiglie. Discreti sono anche i risultati rela- tivi alla Tunisia: i rispondenti si ritengono informati sul programma di pro- tezione civile e sul sistema di allertamento; particolarmente diffusa l’atti- vità di educazione e informazione nelle scuole, per cui la totalità delle ri- sposte (7) è positiva.

Tre ulteriori domande si sono concentrate sulla cultura di protezione _ci-

vile in Italia che i rispondenti avevano prima di partecipare al progetto “Si- curezza senza confini” (Fig. 9). Le famiglie di origine albanese dichiarano una discreta conoscenza dei rischi presenti sul territorio di residenza (30 ri- sposte positive), ma con una forte incidenza di risposte negative (26) alla domanda sulla conoscenza del sito web del Comune di Genova; la _quasi to-

talità dei rispondenti conosce il sistema di allertamento in vigore. Oltre due terzi delle famiglie dell’Ecuador asserisce di conoscere i rischi della Val Pol- cevera e il sito internet del Comune, sino a un picco di 19 risposte affermative (su 22) per quanto riguarda la conoscenza del sistema di allertamento in vi- gore in Liguria. Nel caso del Marocco solo poco più della metà dei rispon- denti è al corrente dei rischi del territorio e del sito web, mentre vi è un’ele- vata conoscenza circa il nuovo sistema di allertamento (37 risposte positive su 43). Le proporzioni si abbassano ulteriormente tra le famiglie rumene, poiché poco più di un terzo è a conoscenza dei principali contenuti della cul- tura di protezione civile, con particolare riferimento alla zona di residenza attuale e ai servizi informativi on line del Comune; al contrario, le risposte alla domanda sul sistema di allertamento sono quasi totalmente positive (14 su 15). Nel caso della Tunisia le 6 risposte positive (su 7) a tutte le domande evidenziano che, prima del progetto le famiglie erano padrone delle nozioni basilari della cultura di protezione civile. I 15 questionari dei genitori di altri Paesi complessivamente presentano una maggioranza di risposte positive, soprattutto riguardo il nuovo sistema di allertamento in vigore in Liguria.

I risultati raccolti rivelano che, nonostante la conoscenza del sistema di allertamento, capillarmente diffuso da scuola e mass media, la sensibilizza- zione sulla prevenzione del rischio necessitava di approfondimenti specifici; in particolare la scarsa conoscenza del sito web del Comune di Genova pre- cludeva l’accesso ad aggiornamenti e informazioni su eventuali provvedi- menti per la sicurezza in caso di allerta.

L’ultimo gruppo di domande ha riguardato la conoscenza dei contenuti della cultura di protezione civile dopo la realizzazione del progetto, con par- ticolare attenzione ai comportamenti corretti da tenere in caso di allerta e di rischio, e al reperimento di informazioni ufficiali (Fig. 10). Le risposte sono state totalmente positive per le famiglie di origine albanese, che ritengono di aver ricevuto gli strumenti necessari messi a disposizione dal progetto per accrescere la loro cultura di protezione civile. Anche nel caso dell’Ecuador si rileva un riscontro molto positivo, nonostante le ultime due domande, re- lative a dove trovare informazioni ufficiali e all’utilità dei contenuti del pro- getto, mostrino alcune risposte negative (rispettivamente 2 e 1). Per le fami- glie di origine marocchina le risposte sono state tutte pienamente positive, tranne un riscontro negativo per la domanda inerente su _dove reperire dati

ufficiali sull’allerta. Nel caso della Romania12 il progetto ha avuto un esito molto positivo, anche se uno dei rispondenti ha dichiarato di non saper dove reperire informazioni ufficiali sull’allerta. Per quanto _riguarda le 7 famiglie

di origine tunisina intervistate, il progetto ha _ampiamente raggiunto gli obiet-

tivi prefissati considerato che la risposta alle quattro le domande è stata to- talmente positiva. Per il gruppo “Altri Paesi” il progetto è entrato in contatto con quasi tutte le famiglie, raggiungendo complessivamente ottimi risultati nonostante una residua difficoltà a sapere dove trovare informazioni ufficiali sull’allerta; invece pienamente positivi i dati sull’adozione di comportamenti sicuri da adottare in caso di allerta e nei vari tipi di rischio.

La sperimentazione condotta si può ritenere positiva sotto diversi aspetti: dimostra, infatti, che la diffusione dell’informazione sui rischi e la produzione di strumenti divulgativi aumentano la conoscenza del territorio e la consapevolezza dei rischi, inoltre, illustrando le corrette pratiche in caso di allerta e i comportamenti di auto-protezione in caso di evento, pos- sono contribuire alla mitigazione del rischio e rendere sempre più resilienti le comunità.

12 Nel caso della Romania una famiglia non ha letto l’opuscolo, perciò la valutazione delle

domande successive è relativa solo a 14 risposte; anche nel gruppo “Altri Paesi” 2 famiglie (del Senegal e Repubblica Dominicana) non hanno letto l’opuscolo quindi le risposte si rife- riscono a un totale di 13.

Fig. 10 - Valutazione dell’efficacia del progetto “Sicurezza senza confini”