CAPITOLO 2. GLI ECOMUSEI
2.1 L’evoluzione storica degli ecomusei
2.1.5 Alcuni esempi italiani
ECOMUSEO DELLE MINIERE E DELLA VAL GERMANASCA, Prali (TO)
L’Ecomuseo di Prali nasce da un progetto della Comunità Montana Valli Chisone e Germanasca, per conservare e valorizzare il patrimonio culturale legato alla miniera e alla vita delle comunità di minatori e per creare un percorso capace di raccontare diverse realtà minerarie, (nell’iniziativa sono coinvolti tre siti minerari francesi: le miniere d’argento di l’Argentière, quelle di carbone di Biancon e le miniere di rame del Queyras). Si tratta di una vera e propria rete eco museale nematicamente divisa in Scopriminiera e ScopriAlpi. La visita si articolata su varie proposte: passeggiate in montagna alla scoperta di antichi siti minerari, escursioni alle miniere di Beth in Val Troncea e alle miniere di talco di Envie, Sapatlè, Malzas, Maniglia in Val Germanasca. La principale attrazione è la visita alla miniera di talco della Paola (Prali). Accompagnati da una guida e forniti di casco, lampadina e mantella, si scende nel sottosuolo a bordo di un trenino, alla scoperta dei luoghi della vita lavorativa sotterranea (il pozzo, il lago, la riservetta degli esplosivi, la zona mensa). Raggiunti i cantieri di coltivazione, si percorre a piedi un anello di 500 metri, lungo il quale sono illustrate le diverse tecniche di estrazione del talco e le attrezzature impiegate. Il sito comprende un’esposizione esterna, dedicata alla comunità locale, all’attività
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mineraria e alla vita del minatore e comprendente reperti storici, oggetti prodotti con il talco e una ricca documentazione iconografica. Al "Ristoro del minatore", gestito da ex lavoratori della miniera, è possibile gustare i piatti locali.
Sito: www.ecomuseominiere.it/
Esperienza unica: Sul sentiero dei minatori Pomeifrè- Scopriminiera Fonte: scheda museo da ecomusei.net
Figura 12: Mappa didattica dell’Ecomuseo di Prali, Torino
Fonte: www.ecomuseominiere.it
Figura 13: Miniera Paola e trenino dei visitatori, Ecomuseo di Prali, Torino
Fonte: adottato da Maggi, Murtas, 2004, p. 32
ECOMUSEO DI ARGENTA, Campotto D'Argenta (FE)
L’Ecomuseo ricostruisce la storia e l'immagine delle Valli di Argenta (FE) e dei suoi abitanti attraverso cinque stazioni: il Museo delle Valli nel Casino
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di Campotto, l'Oasi, il Museo della Bonifica a Saiarino, il Museo Civico, il Centro Culturale Cappuccini.
Il Museo delle Valli, ha per oggetto la morfologia dell'ambiente argentano, la sua vita vegetale e animale, gli interventi umani che si sono succeduti nei secoli. La sede del Museo è nel Casino di Campotto, nell’Oasi naturalistica, e ospita la sezione storico-naturalistica, con sala didattica e di proiezioni, biblioteca e fototeca, pubblicazioni, personale specializzato di assistenza. L'Oasi delle Valli di Campotto è parte di un territorio di eccezionale valore storico-naturalistico, caratterizzato dalla presenza dominante delle acque, la quale, attraverso i tempi, ha impresso contrassegni profondi sull'ambiente, la natura, la vita dell'uomo. Al dominio delle acque l'uomo ha contrapposto uno sforzo millenario per regolamentarle, affinché fosse possibile impiantare coltivazioni e abitati e rendere sicure le attività economiche e le condizioni igieniche. Il Museo della Bonifica e lo stabilimento idrovoro Salarino documentano le attività di bonifica dell’area. Il museo presenta il sistema generale, i manufatti, gli impianti e il loro funzionamento. Una mostra permanente, entro l'edificio della chiavica emissaria, offre informazioni storiche e tecniche, e la "Passeggiata Archeologica della Bonifica" una raccolta di macchine impiegate in passato; la visita pone a contatto diretto con i canali e la vasca di mandata e giunge alla grande sala delle pompe idrovore. Si può visitare anche in tempi di emergenza, quando lo stabilimento e le opere di bonifica siano sollecitati da grandi piene: è allora possibile osservare in diretta gli eventi minacciosi e le difese in funzione. Il Museo Civico, nella Chiesa di San Domenico, testimonia l'evoluzione degli insediamenti e degli assetti urbani e significative espressioni artistiche connesse con la storia della città, sempre segnalata per l'importanza strategica ed economica e per i drammatici problemi idraulici.swot
Il Centro Culturale Polivalente Cappuccini, nell'antico convento restaurato, è la maggiore e più operosa sede della vita culturale argentana, dotato di sale per conferenze, esposizioni, proiezioni, audizioni musicali, biblioteca, emeroteca, fondi librari specialistici, archivio storico comunale.
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Esperienza unica: navigando per le valli a bordo del pesce di legno Fonte: scheda museo da ecomusei.net
Figura 14: Ecomuseo di Argenta, Ferrara
Fonte: www.vallidiargenta.org
ECOMUSEO DEL CASENTINO, Ponte a Poppi (AR)
L’Ecomuseo del Casentino interessa tutti i comuni della Comunità Montana del Casentino, la prima valle dell’Arno in provincia di Arezzo. È organizzato in sistemi, che mettono in luce gli elementi caratterizzanti del paesaggio della Valle e consentono di ripercorrere la dinamica delle connessioni tra ambiente naturale e presenza umana attraverso il tempo storico.
Ogni sistema è articolato in unità, che si traducono in musei, centri documentari o laboratori didattici con specializzazioni tematiche adatte a valorizzare le singole identità. Ogni sistema inoltre, trova una particolare rispondenza nella “Banca della Memoria”, l’archivio audiovisivi ubicato presso il Centro Risorse Educative e Didattiche della Comunità Montana del Casentino, e nella sede distaccata di Cetica, nel Comune di Castel San Niccolò, dedicato alla cultura materiale e alle tradizioni popolari della Valle. Ad alcuni ‘sistemi’ corrisponde una localizzazione territoriale precisa, mentre altri possono essere intesi come diffusi in tutto il territorio; essi sono individuabili in: Sistema della civiltà castellana, incentrato sulla valorizzazione di quella che può essere considerata la formula insediativa più significativa dell’area. Il Casentino infatti può essere considerato una “regione di confine” e come tale interessata a un diffuso sistema di insediamenti fortificati, sorti a presidio di strade e valichi, a difesa dei confini feudali, a controllo di mercatali
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e ponti. Sistema bosco, considerando la peculiarità del manto boschivo casentinesi e l’uso della risorsa bosco realizzatosi nel tempo storico, si attesta lungo la direttrice della valle del Teggina-Valle dell’Archiano, che permette la “lettura” delle diverse qualità del manto boschivo, dalla foresta di conifere e faggi (Camaldoli- La Verna) al bosco-giardino del castagno (Ortignano- Raggiolo).
Sistema dell’acqua: è costituito da tutti i segni del mutevole rapporto tra l’uomo e le acque individuabili in manufatti quali ponti, idrovie adatte al trasporto del legname fornito dalle selve e dai boschi montani ed opifici e strutture produttive “andanti ad acqua” come mulini, ferriere, gualchiere diffusi in tutta la valle.
Sistema agricolo pastorale: è costituito da tutte le testimonianze dell’attività agricola e pastorale, nonché dalle diverse forme abitative e tiene conto dell’uso del suolo e delle formule d’insediamento non castellano, come borghi e mercatali. Il rapporto stabilito tra l’uomo, il lavoro e l’ambiente in cui questo si svolge si rispecchia nella struttura della casa: in collina e sulle pendici più alte del Casentino, dove predomina la forma della conduzione diretta su terreni di limitate dimensioni, la casa si presenta piccola, isolata o raggruppata in piccoli nuclei. A fondo valle, dove la mezzadria è maggiormente diffusa, la casa è più grande per poter accogliere un gruppo familiare numeroso.
Sistema manifatturiero, riguarda tutti i comuni del Casentino, e può essere considerato come diffuso in tutta l’area. Dai distretti lanieri di Stia e Soci, famosi per la produzione del panno Casentino, agli stabilimenti destinati alla produzione della seta di Rassina e Subbiano. Dalla ferriera del Bonano, nel comune di Talla, che conserva ancora l'intero meccanismo di produzione, oltre alla sistemazione idraulica con gore, canali, e raccolte di acqua, alle botteghe di fabbri e maniscalchi di Pagliericcio, nel comune di Castel San Niccolò, e Santa Mama nel comune di Subbiano. Altre specializzazioni sono maggiormente rappresentate nel comune di Castel San Niccolò, con la lavorazione della pietra e nel comune di Chitignano, con la produzione di polvere da sparo.
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Sistema dell’archeologia: è costituito da tutte le testimonianze etrusche e romane, si contano un centinaio di siti di cui almeno sessanta riferibili ad insediamenti abitativi, sia singoli sia raccolti a formare piccoli villaggi. Si tratta di ville, e piccoli insediamenti agricoli detti vici, che si localizzano sia lungo la viabilità centrale che lungo i percorsi trasversali che mettevano in comunicazione il Casentino con le valli limitrofe.
Sito: http://www.ecomuseo.casentino.toscana.it/
Esperienza unica: Camminare nella storia accompagnati da un asino Fonte: scheda museo da ecomusei.net
Figura 15: La rete delle strutture dell’Ecomuseo del Casentino
Fonte: www.ecomuseo.casentino.toscana.it