CAPITOLO 3. LUCCA: ANALISI DI CONTESTO
3.1 I Sistemi museali ed ecomusei in Toscana: analisi normativa
3.1.2 Gli ecomusei in Toscana: alcuni esempi
Dagli anni’80 ad oggi, la maggior parte degli istituti museali toscani agiscono sotto forma di rete, e come abbiamo visto le realtà attive sul territorio regionale sono numerosissime.
Molte tra queste si definiscono ‘ecomuseo’ e molte altre realtà, pur rispondendo al concetto stesso di ecomuseo, per la connessione e la capillarizzazione sul territorio, si definiscono invece musei diffusi, percorsi, parchi o musei del territorio. È il caso del percorso Via di Castiglioni (FI), il Museo della Città e del territorio di Monsummano (PT), il Museo diffuso del Mugello (FI) e il Parco Minerario delle Colline Metallifere (GR).
Per quanto riguarda le realtà strettamente definite ‘ecomuseo’, si contano oggi nove esperienze attive sul territorio, che sono nate allo scopo, come vedremo nella descrizione dettagliata di ognuna di queste, di valorizzare il patrimonio locale di aree minori, ma anche consolidate, e far fronte alle difficoltà gestionali, di tutela e fruizione, soprattutto dei piccoli musei.
Come vedremo in seguito, la maggior parte dei progetti ecomuseli sono stati istituiti, in aree in cui si concentra un alto numero di piccole unità museali, o in aree montane per valorizzarne aspetti e ambienti tradizionali, oppure in città turisticamente consolidate sia per distribuire i flussi turistici sia per una riqualificazione dell’offerta e per frenare gli impatti negativi del turismo.
162
Figura 48: Gli ecomusei in Toscana
Ecomuseo dell’Amiata
Ecomuseo del Bosco e della Mezzadria Ecomuseo dell’Alta Garfagnana
Ecomuseo dell’Alabastro
Ecomuseo della Montagna Lunigianese Ecomuseo della Montagna Pistoiese
Ecomuseo delle tradizioni popolari e dei mestieri di Stazzema Ecomuseo del Casentino
Ecomusei digitali delle Terre di Siena
Fonte: elaborazione personale su dati www.ecomusei.net
L’ECOMUSEO DELL’AMIATA
Il territorio del Monte Amiata, presenta piccole realtà espositive diffuse sul territorio. Per fare fronte ai problemi gestionali e valorizzare i musei dispersi nel territorio, la Comunità Montana "Amiata Grossetano", ha dato vita al progetto “Ecomuseo dell'Amiata”.
Il progetto intende valorizzare attraverso una rete museale, le caratteristiche ambientali e paesaggistiche del territorio, e le espressione artistiche, storiche e culturali locali.
I presidi museali sono stati raggruppati in varie tematiche: storico e storico- artistico (Centro Studi David Lazzaretti ad Arcidosso e la Raccolta d'arte di Palazzo Nerucci a Castel del Piano); demo-etnoantropologico e naturalistico (Casa Museo di Monticello Amiata, Cinigiano, Museo Etnografico di Santa Caterina a Roccalbegna, Museo delle Miniere di Mercurio del Monte Amiata a Santa Fiora, Museo della Vite e del Vino di Montenero d'Orcia a Castel del Piano); e ambientale (Centro Visite del Parco Faunistico ad Arcidosso).224
163
Figura 49: Museo delle miniere di Mercurio, Monte Amiata (GR)
Fonte: www.museidimaremma.it
L’ECOMUSEO DELL'ALABASTRO
L'Ecomuseo dell'Alabastro, è l’evoluzione di un precedente progetto di museo diffuso, che ha lo scopo di valorizzare la tradizione artigianale ed artistica dell'alabastro, tipica dell’area. L’area comprende i Comuni di Volterra, Castellina Marittima e Santa Luce.
Il progetto è articolato in due principali itinerari che includono i musei presenti sul territorio: l'itinerario dell'escavazione, documentato nel punto museale di Castellina Marittima e arricchito dall'Archivio d'Area di Santa Luce e dal percorso all'interno di una galleria della cava del Massetto; e l'itinerario della lavorazione e della commercializzazione, legato alla sede museale di Volterra e all'Archivio d'Area presso l'Istituto Statale d'Arte di Volterra.
Il museo dell'Alabastro di Volterra, allestito all’interno della Torre medievale Minucci, descrive la storia della lavorazione dell'alabastro dagli etruschi ai giorni nostri, evidenziandone aspetti tecnici e materiali, caratteri stilistici e lo sviluppo economico e sociale. L’offerta ecomuseale è completata da un itinerario urbano volto alla ricerca di testimonianze passate e presenti della tradizione dell’alabastro, come i reperti etruschi conservati nel Museo Guarnacci e le numerose botteghe artigianali attive in città.225
225
164
Figura 50: Laboratorio maestri alabastrai, Volterra (PI)
Fonte: www.comune.volterra.pi.it
L' ECOMUSEO DELLA MONTAGNA LUNIGIANESE
L’Ecomuseo della Montagna Lunigianese nasce dall’esigenza di rendere fruibile diversi siti di interesse naturalistico, storico e architettonico del territorio tra Fivizzano e il comune di Casola.
L’ecomuseo si struttura in diversi percorsi tematici: preistorico, legato ai primi insediamenti dell’uomo sul territorio; storico, che racconta la storia locale; storico-antropologico legato al castagno, alla pietra, alle attività tradizionali, e all’archeologia industriale; artistico, che mostra l’architettura romanica e l’arte medievale; umano, legato alla memoria delle stragi nazifasciste; e infine naturalistico, legato al paesaggio agrario e alle vie dell’acqua.226
Figura 51: Ponte sul Fagli a Equi Terme, Fivizzano (MS)
Fonte: www.terredilunigiana.com
226
165
ECOMUSEO DELLE TRADIZIONI POPOLARI E DEI MESTIERI
L’ecomuseo delle Tradizioni Popolari e dei Mestieri nasce con l’intento di valorizzare le identità territoriale, dell’area tra i borghi di Pruno e Volegno, appartenenti al Comune di Stazzema. La sede centrale, risale alla seconda metà del XVII secolo e rappresenta l’architettura tipica di una casa montana dell'alta Versilia. La sede è adibita a spazio espositivo per mostre temporanee e centro informativo per gli itinerari sul territorio. I percorsi si dispiegano in tutto il comprensorio seguendo alcune tematiche fondamentali, come la cava, i boschi e i prati, l'alpeggio, i mulini, le gore e i ponti, la cascata, le vette, attraverso i quali è possibile conoscere le tradizioni, il folklore e gli antichi mestieri del territorio.
Figura 52: Veduta del Borgo di Pruno, Stazzema
Fonte: www.versiliatoday.it
L’ECOMUSEO DELLA MONTAGNA PISTOIESE
L’ecomuseo della Montagna Pistoiese vanta il primato di primo esempio di ecomuseo italiano. Il progetto ecomuseale è nato con l’obiettivo di far conoscere l’ambiente montano e il rapporto dell’uomo con le sue risorse. Esso offre una serie di itinerari tematici: del ghiaccio, del ferro; dell’arte sacra e della religiosità popolare, della vita quotidiana, del verde e della pietra. I percorsi sono arricchiti da una serie di musei e manufatti storici.
L’ecomuseo è un polo attivo nella ricerca scientifica, nell’organizzazione di attività e laboratori didattici e di esposizioni temporanee.227
227
166
Figura 53: Ghiacciaia, Itinerario del Ghiaccio, Ecomuseo della Montagna Pistoiese
Fonte: www.provincia.pistoia.it/ecomuseo, Collezione Innocenti
L’ECOMUSEO DELL’ALTA GARFAGNANA
L’Ecomuseo dell’Alta Garfagnana, nasce con l’intento di recuperare, salvaguardare e trasferire al futuro l’identità culturale e territoriale dell’Alta Garfagnana. Il progetto è stato strutturato su una serie di itinerari, arricchiti da un’offerta di piccole unità museali e parchi archeologici.
Gli itinerari si dividono in: 1.Itinerario dei Liguri Apuani; 2.Itinerario del Medioevo; 3.Itinerario dei Castelli;
4.Itinerario della cultura contadina.
I musei e i parchi archeologici coinvolti nel progetto sono:
Museo dell`Identità dell`Alta Garfagnana "Olinto Cammelli" (Gorfigliano, Chiesa Vecchia)
Parco Archeologico dell`Ospitale di San Nicolao di Tea (Monte Argegna) Torre di Pugliano;
Castello e Villaggio fantasma di Bergiola;
167
Figura 54: Il Borgo fantasma di Bergiola, Alta Garfagnana
Fonte: www.bergiola.it
GLI ECOMUSEI DIGITALI DELLE TERRE DI SIENA
Gli Ecomusei digitali delle Terre di Siena, è un progetto che merita un’attenzione particolare per il suo carattere innovativo. Il progetto avviato dalla Fondazione Musei Senesi,228 è nato con lo scopo di rilanciare l’enorme patrimonio museale della provincia e promuovere un processo di riflessione sul valore e il senso del paesaggio, inteso come contesto di vita, luogo di presenza e di ‘appaesamento’.229 Un ruolo rilevante nella realizzazione degli obiettivi, è assunto dalla comunità locale, essa è coinvolta attivamente nel processo di ‘patrimonializzazione’ e di sviluppo locale sociale e culturale. Il percorso ecomuseale comprende sei aree: 230
Val d’Elsa Chianti; Val di Merse; Crete Val d’Arbia; Val d’Orcia; Val di Chiana.
Ogni aree dispone di una propria piattaforme web, che consente attraverso mappe interattive, l’accesso alle risorse materiali ed immateriali del territorio. Ogni mappa è corredate da schede testuali georeferenziate e contenuti di approfondimento, quali materiali d’archivio, fotografie, documenti audiovisivi, videointerviste e risorse bibliografiche. Le piattaforme web, utilizzano forme
228 Il progetto è stato realizzato con il contributo della Regione Toscana e in collaborazione con i Comuni coinvolti. 229
http://www.museisenesi.org/articoli/ecomusei-digitali-delle-terre-di-siena#sthash.xyxGBIL5.dpuf
168
di wiki231 e social, agli utenti infatti è data la possibilità di interagire con commenti e condividere documenti audiovisivi aprendo spazi di riflessione impensabili. 232
Figura 55: Il territorio delle Crete, Val D’Arbia
Fonte: www.museisenesi.org
L’esperienza toscana, come abbiamo appena visto, è la testimonianza concreta di come un progetto ecomuseale, assumendo diverse configurazioni, diviene strumento strategico a favore dello sviluppo di patrimoni e aree minori, e non solo. Se l’Ecomuseo digitale delle Terre di Siena, si è rivelato uno strumento di successo in una destinazione turistica già consolidata, quanto detto sopra, porta a comprendere che anche realtà affermate come Lucca, necessitano di un progetto ecomuseale, che metta in rete le risorse, che detengono ancora un potenziale di sviluppo turistico altissimo.