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Alessandra Gherardini 2 , Carolina Zegarelli

1Dip. di Psicologia, Sapienza, Università di Roma

2Dip. di Scienze Umane, Sociali e della Salute, Università di Cassino e del Lazio

meridionale

3Dip. di Scienze dell’Uomo e della Società, Università Kore di Enna

Abstract

Self-serving bias in the implicit and explicit evaluation of the ex partner as a parent. To explore self-serving biases in the parenthood, spontaneous and deliberative evaluations towards ex-partners and partners, as parents, were investigated. Two Implicit Association Tests and two semantic differentials, comparing the Self with the current- partner and with the last significant ex-partner, were used. Results showed that both partners and ex-partners were evaluated as less adequate parents if compared with the Self. These self-serving effects were more marked towards ex-partners rather than current-partners and for implicit measures rather than explicit ones. Moreover, females presented a higher self-serving bias toward ex-partners than men. Theoretical implications in terms of ingroup/outgroup biases were examined.

Keywords

Evaluation of Ex Partner; Self-Serving Bias; Implicit Association Test; Implicit Measures; Parental Cooperation

Introduzione

Nella letteratura sulla separazione ed il divorzio, molti studi hanno mostrato come tali eventi frequentemente conducano ad un significa- tivo incremento dello stress con effetti potenzialmente patogeni sia per i genitori che per i loro figli (vedi Amato 2001 per una meta-analisi). Tuttavia, questi effetti negativi possono essere moderati da diversi fat- tori, come ad esempio la minimizzazione dei conflitti post-divorzio che è emerso come uno dei principali fattori per impedire il disadat- tamento nei figli (Amato 1993). È importante sottolineare come, la

cooperazione e l’alleanza genitoriale dopo la separazione dipendono fortemente da un adeguato apprezzamento degli ex-partner e del loro ruolo genitoriale, cosa per niente scontata considerando i contrasti che contraddistinguono tali periodi. In virtù di tali conflitti gli ex-partner vengono spesso allontanati dalla zona ingroup della propria mente (Taylor, Doria 1981) con la possibile manifestazione di giudizi svalu- tanti il loro ruolo genitoriale, specie se paragonati con se stessi (vedi Forsyth 2007) e con i partner attuali (Tajfel, Turner 1979; Rubin, Hewstone 1998), sia nelle valutazioni automatiche che in quelle più controllate consapevolmente (Payne, Gawronski 2010).

In riferimento a quest’ultima distinzione, recentemente, sono stati proposti alcuni modelli duali di cognizione sociale (ad esempio Strack, Deutch 2004), che implicano la distinzione fra atteggiamenti spontanei e deliberativi (Gawronski, Bodhenausen 2011), che possono essere valutati rispettivamente attraverso le misure implicite ed esplicite (De Houwer, Moors 2010). Tra le misure implicite, la più popolare e te- stata è l’Implicit Association Test (IAT), inizialmente sviluppata da Greenwald, McGhee, Schwartz (1998) e successivamente utilizzata in molte aree di ricerca psicologica come la misura degli atteggia- menti, degli stereotipi dei tratti di personalità. In base ai modelli duali (Perugini, Richetin, Zogmaister 2010), le misure implicite dovrebbero essere i migliori predittori di quei comportamenti che solitamente non sono sotto il controllo consapevole (ad esempio, quante volte in una settimana un genitore separato svaluta spontaneamente l’ex-partner di fronte ai figli quando nessun altro può ascoltare?). Diversamente le misure esplicite dovrebbero essere i migliori predittori di quei compor- tamenti che di solito sono sotto il controllo deliberativo della consa- pevolezza (ad esempio, quante volte in un anno il genitore affidatario dichiara ufficialmente che l’ex-partner non rispetta gli accordi presi per la cura dei figli?). Tale distinzione è stata recentemente suffragata da alcuni importanti contributi offerti dalle neuroscienze su due fronti prin- cipali (per una rassegna, Tiffany 2010). In primo luogo, alcuni studi sono stati portati avanti allo scopo di individuare le funzioni cerebrali che stanno alla base della valutazione implicita, come nell’indagine sulla funzione dell’amigdala nella cognizione sociale (Ad es. LeDoux 2000). Diversamente, un secondo approccio si focalizza su un feno- meno legato alla cognizione sociale implicita (ad esempio la gestione

del conflitto nelle risposte a determinati classici paradigmi sperimentali sull’argomento) ed utilizza gli elementi di prova neurale per raffinare le concettualizzazione teoriche sui processi psicologici sottostanti (Vedi ad es. Amodio, Kubota, Harmon-Jones, Devine 2006).

Diversi studi hanno dimostrato che l’IAT è più robusto a fattori come la desiderabilità sociale e l’impression management rispetto alle misure self-report (Greenwald, Poehlman, Uhlmann, Banaji 2009). Tuttavia esso non è del tutto immune ai tentativi di falsifica- zione delle risposte (ad es. Verschuere, Prati, De Houwer 2009), so- prattutto quando gli intervistati non sono nuovi alla tecnica e quando sono istruiti su come controllare i punteggi IAT (ad esempio, Steffens 2004). Per ovviare a tali problemi studi recenti (Agosta, Ghirardi, Zogmaister, Castiello, Sartori 2010; Cvencek, Greenwald, Marrone, Grigio, Snowden 2011) hanno proposto alcuni indici, derivati dalle risposte soggettive all’IAT, volti ad individuare i tentativi di falsifica- zione dei partecipanti.

Sulla base di recenti modelli di cognizione sociale implicita ed esplicita è stato ipotizzato che:

Gli ex partner vengano valutati come genitori meno adeguati ri- spetto a se stessi, sia nelle misure implicite che in quelle esplicite, in conformità con gli effetti di bias a favore del Sé riscontrati in molti studi (ad es. Forsyth 2007);

Tali effetti di bias dovrebbero essere maggiori verso gli ex partner piuttosto che verso i partner attuali, in linea con i modelli esplicativi degli effetti ingroup vs. outgroup (Tajfel, Turner 1979; Rubin, Hewstone 1998) e con il ruolo di moderazione attribuito all’intimità rispetto alla distorsione a favore del Sé (Sedikides, Campbell, Reader, Elliot 1998);

Considerando che le donne tendono ad essere più inclini alla di- storsione ingroup di genere (Rudman, Godwin 2004), ci si aspetta che mostrino un bias a favore del Sé superiore rispetto agli uomini. Metodo

Partecipanti e procedura

Due misure implicite e tre esplicite di atteggiamento verso i partner e gli ex-partner sono stati somministrati a 121 soggetti (54 maschi e 67 femmine) con un’età media di 28.24 (SD = 9.37). Tutti i partecipanti

sono stati reclutati come soggetti volontari ed informati tramite appo- sito modulo sulle principali caratteristiche della ricerca. A tutti i soggetti sono state somministrate prima le misure implicite e poi quelle esplicite. L’ordine delle misure implicite è stato controbilanciato fra i soggetti. Misure

Partner ed Ex Partner Implicit Association Test (Sé-Partner_IAT; Sé-Ex_IAT)

Sia nel Sé-Partner che nel Sé-Ex Partner IAT, i participanti deb- bono affrontare un compito di classificazione a Quattro categorie (con 5 parole-stimolo per ognuna), nella quale vengono associati due categorie target (“Me Stesso” vs. “Mio Partner”; “Me Stesso” vs. “Mio Ex-Partner”) con due categorie attributo (“Genitore Adeguato” e “Genitore Inadeguato”). L’intera procedura segue le istruzioni de- scritte da Greenwald et al. (1998) e consiste in sette blocchi di prove. Come Esempi di stimolo per gli oggetti target possiamo citare “se stessi”, “mio amato” e “mio ex-fidanzato” rispettivamente per le cate- gorie “Me Stesso”, “Mio Partner” e “Mio Ex-Partner”. Come esempi di stimolo per gli attributi possiamo citare invece i termini “responsa- bile” ed “irresponsabile” rispettivamente per le categorie “Genitore Adeguato” e “Genitore Inadeguato”.

Differenziali Semantici (Sé_ DS; Partner_ DS; Ex Partner_DS)

Tre scale del differenziale semantico (DS) sono state sommini- strate, istruendo i soggetti a valutare quanto l’oggetto target (ossia il Sé nella prima scala, l’attuale Partner nella seconda ed il precedente partner significativo nell’ultima) possa essere valutato su una scala a 7 punti dove 1 rappresenta un polo (ad esempio irresponsabile) e 7 quello opposto (ad esempio responsabile). Per ottimizzare la similarità strutturale tra le scale implicite ed esplicite, sia gli IAT che i DS includevano le stesse parole stimolo. Inoltre, considerando la natura differenziale dei punteggi dell’IAT, sono stati calcolati, ed utilizzati nelle analisi, anche i punteggi differenziali tra le valuta- zioni esplicite Sé vs. Partner (Sé-Partner_DS) e Sé vs. Ex-Partner (Sé-Ex_DS).

Risultati

Nella tabella 1 vengono illustrati i punteggi differenziali Sé vs. Partner e Sé vs. Ex-Partner sia per le misure implicite che per quelle esplicite. Tutte le scale hanno mostrato un livello adeguato di Alpha di Cronbach. Non sono state trovate correlazioni significative tra misure implicite ed esplicite.

Per valutare se i soggetti tendono mostrare un bias a favore del Sé nelle variabili considerate, sono stati condotti quattro test t di student rispetto ad una ipotetica popolazione di media zero (punto neutro di scala) con varianza non nota, utilizzando la classica formula:

t = media del campione - media della popolazione/errore standard del campione.

Come previsto, confrontando i punteggi medi di ogni variabile con zero, è emerso che i soggetti tendono a valutare meglio se stessi piuttosto che i partner o gli ex partner, ad eccezione dei punteggi sul differenziale semantico Sé vs. Partner che non ha mostrato una signi- ficativa differenza dallo zero.

Media SD Alfa t gdl P

Sé-Partner _IAT .24 .38 .85 7.05 120 <.001

Sé-Ex _IAT .51 .30 .84 17.56 108 <.001

Sé-Partner_DS .93 6.04 .70 1.63 111 .11

Sé-Ex_DS 11.14 10.57 .80 10.54 99 <.001 IAT: Implicit Association Test; DS: Differenziale Semantico Tab. 1: Statistiche descrittive ed effetti di distorsione

Nel seguente grafico i punteggi medi impliciti ed espliciti sono espressi in unità standard, mostrando che, sia per i maschi che per le femmine, il bias a favore del Sé è almeno due volte maggiore verso gli ex partner piuttosto che verso i partner, confermando la principale ipotesi dello studio .

Fig. 1: Punteggi degli IAT e dei Differenziali Semantici espressi in unità stan- dard e suddivisi per soggetti maschi e femmine

Per quanto riguarda gli effetti di genere ipotizzati, alcune analisi preliminari hanno mostrato l’assenza di effetti principali e di intera- zione dovuti all’età e ad altre variabili socio-demografiche. È stata così condotta una MANOVA fra i soggetti, includendo sia le misure impli- cite che quelle esplicite come variabili dipendenti ed il genere come variabile indipendente, escludendo invece le altre variabili socio-de- mografiche che sono risultate ininfluenti. I risultati hanno mostrato un effetto multivariato rispetto al genere non significativo, ma due effetti significativi univariati, nello specifico sulle misure Sé-Ex _IAT e Sé-Ex_DS (vedi tabella 2). In particolare, il punteggio medio delle donne è significativamente superiore rispetto a quello degli uomini nel primo caso, e prossimo alla significatività nel secondo caso.

Maschi Femmine F gdl P Sé-Partner _IAT .67 .82 .48 1, 94 .49 Sé-Ex _IAT 1.53 1.87 4.01 1, 94 .04 Sé-Partner_DS .09 .32 1.49 1, 94 .22 Sé-Ex_DS .83 1.19 3.60 1, 94 .06 Multivariate effect 2.02 4. 91 .09

IAT: Implicit Association Test; DS: Differenziale Semantico Tab. 2: MANOVA per gli effetti di genere

Discussione

Nel complesso, i risultati confermano le ipotesi, suggerendo che le persone tendono a considerare l’ex partner come un genitore meno adeguato in relazione al Sé (Forsyth 2007), con effetti che sono più marcati nelle misure implicite piuttosto che in quelle esplicite. Inoltre, coerentemente con le teorie ingroup vs outgroup (Tajfel, Turner 1979; Rubin, Hewstone 1998) e con il ruolo di moderazione attribuito all’in- timità rispetto alla distorsione a favore del Sé (Sedikides, Campbell, Reader, Elliot 1998), questi effetti risultano essere almeno due volte maggiori verso l’ex partner piuttosto che verso il partner attuale. Infine, in accordo con alcune recenti scoperte sulla propensione delle donne al bias ingroup di genere (Rudman, Godwin 2004), i risultati mostrano che queste ultime presentano una distorsione a favore del Sé superiore rispetto agli uomini, ma, inaspettatamente, solo verso l’ex partner e non verso il partner attuale. In accordo con alcuni studi di Sedikides et al. (1998), questa asimmetria potrebbe dipendere da un effetto molto forte dell’intimità (quantomeno nel presente studio) che potrebbe aver ridotto drasticamente tutti gli effetti di distorsione a favore del Sé nelle valutazione dei partner, eliminando in questo modo anche eventuali differenze di genere su questi stessi bias.

In futuro sarà importante estendere il campione ad individui che hanno già iniziato le procedure legali di separazione o divorzio, con lo scopo di valutare la grandezza della distorsione a favore del Sé in queste situazioni sia per le misure implicite che esplicite. Inoltre, sarà utile stimare quanto i soggetti siano in grado di falsificare le

loro risposte in tali situazioni, ed in particolare se le misure impli- cite ed esplicite sono vulnerabili a tali tentativi in modo differente. Infine, ulteriori studi potrebbero essere condotti per valutare la vali- dità predittiva delle misure implicite ed esplicite su comportamenti di cooperazione automatici e controllati, indagando anche su eventuali moderatori di tali effetti (ad esempio, tratti di personalità, valori, at- teggiamenti, stereotipi, ecc.).

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Dal cognitivismo alla simulazione