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Disturbi Specifici di Apprendimento e mancinismo Come dicevamo, i dati che presentiamo sono stati raccolti su un

campione di 369 bambini (Fig. 1): appunto i bambini che frequentano le classi III, IV e V. Essi, intanto, sono in linea sia con le rilevazioni statistiche circa l’incidenza del mancinismo nella popolazione (Coren, Porac 1977), sia rispetto all’incidenza della distribuzione di genere ma- schile/femminile del mancinismo, che si attesta intorno al 10% (Fig. 2).

Fig. 1: Riepilogo dati campione

Anche la nostra rilevazione dell’incidenza della dislessia nelle classi in esame (4,60% – Fig. 3) è in linea con i dati sulla diffusione della dislessia evolutiva nella popolazione (3-5%), ma si discosta dalle percentuali dei disturbi specifici di apprendimento nella scuola italiana dove i dati si attestavano tra l’1 e il 2,20%: da notare però la tendenza in forte crescita delle percentuali d’incidenza dei disturbi specifici di apprendimento (Ghidoni e Angelini 2007; miur 2011-2012).

I risultati più interessanti della nostra indagine riguardano però il rapporto tra la dislessia e il mancinismo: essi infatti sembrano dimo- strare una correlazione tra i due fenomeni. È nota la prevalenza dei bambini maschi dislessici sulle femmine (nettissima nel nostro studio con oltre il 94%). Tra questi, la percentuale dei bambini (maschi) man- cini dislessici

è

del 12,50% ed è decisamente maggiore rispetto al dato totale dei soggetti dislessici del nostro campione (pari al 4,60%): essa dunque sembra costituire un dato abbastanza significativo (Fig. 3).

Fig. 3: Incidenza del mancinismo nei bambini dislessici

Anche modificando il confronto dei dati, e calcolando le percen- tuali d’incidenza della dislessia sul totale dei soggetti mancini e/o destrimani del nostro campione i risultati appaiono abbastanza signi- ficativi: 4,50% di bambini destrimani dislessici contro il 9,52% di bambini mancini dislessici (Fig. 4).

Fig. 4: Confronto tra bambini mancini e destrimani dislessici

Nonostante si pensi che l’incidenza dei disturbi specifici di ap- prendimento nelle classi I e II abbia un valore predittivo (nel nostro caso l’incidenza della discalculia si attesta attorno all’1,16% e della disgrafia allo 0,58%, dunque in linea con i dati miur 2011-2012), esso è abbastanza distante dal dato relativo ai bambini con un’età media di 9 anni (Figg. 5 e 6).

In quest’ultimo caso, in particolare, la percentuale totale di bam- bini (tutti maschi) del nostro campione con discalculia è risultata del 2,71%: con una sorprendente incidenza (pari al 30%) nei bambini mancini (Fig. 5).

Fig. 5: Incidenza della discalculia nei bambini mancini

Se è possibile, ancora più significativi sono stati i risultati relativi ai bambini con disgrafia. Come dimostra il grafico (Fig. 6) la percentuale di disgrafia nel totale del campione in esame

è stata

del 3,79%, essa

(come nel caso della discalculia) ha interessato solo i bambini maschi e soprattutto i mancini: 35,71% dei bambini mancini con disgrafia.

Fig. 6: Incidenza della disgrafia nei bambini mancini

Ugualmente, le tendenze non cambiano modificando il confronto dei dati e calcolando le percentuali d’incidenza della discalculia e della disgrafia sul totale dei soggetti mancini e/o destrimani del nostro cam- pione: rispettivamente il 2,10% di bambini destrimani con discalculia contro il 14,28% di bambini mancini discalculici (Fig. 7), e il 2,70% di bambini destrimani con disgrafia contro il 23,80% di bambini mancini disgrafici (Fig. 8).

Fig. 8: Confronto tra bambini mancini e destrimani disgrafici

Conclusioni

Com’è ampiamente noto, nella maggioranza dei soggetti mancini – come del resto nei destrimani – le funzioni linguistiche sono permesse dalla specializzazione dell’emisfero sinistro. È noto, inoltre, che soprat- tutto nei soggetti mancini possono verificarsi, per il linguaggio, forme di dominanza emisferica a livello dell’emisfero destro. Come può ve- rificarsi, sempre nei soggetti mancini, una rappresentazione bilaterale del linguaggio che si accompagna alla cosiddetta indecisione funzionale emisferica: ossia a fenomeni di lateralizzazione emisferica dei processi linguistici che possono risultare, in un certo senso, ambivalenti.

Sebbene, chiaramente, non è possibile parlare di un rapporto biu- nivoco tra i disturbi specifici di apprendimento e il mancinismo, se- condo alcuni studi di neuroscienze ci sarebbe comunque una certa correlazione tra disturbi del linguaggio come la dislessia evolutiva e il mancinismo. Al momento, però, non siamo a conoscenza di altre indagini sul rapporto tra il mancinismo, la discalculia e/o la disgrafia.

Il nostro studio, attraverso una procedura di valutazione indiretta, sembra confermare una maggiore incidenza dei disturbi specifici di apprendimento nei soggetti mancini. Tuttavia, sono necessarie altre ri- cerche. In una serie di altre indagini cercheremo di prendere in esame un numero molto maggiore sia di insegnanti da intervistare, sia di bambini che frequentano la scuola elementare italiana da osservare.

Inoltre, cercheremo di migliorare gli strumenti di raccolta dei dati, di confronto tra le diverse variabili e la valutazione dei risultati. Ma, soprattutto, cercheremo di comprendere se l’eventuale maggiore in- cidenza dei disturbi specifici di apprendimento nei soggetti mancini si accompagna anche alle difficoltà degli stessi soggetti nell’appren- dimento di una seconda lingua (l2). O, ancora, se si può trovare una certa correlazione tra il mancinismo e le difficoltà nell’apprendimento di una seconda lingua tout court.

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