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Alleviare il disagio abitativo delle famiglie e basso reddito in affitto

Parte Seconda

1. Alleviare il disagio abitativo delle famiglie e basso reddito in affitto

Strumento principale individuato:

Azioni previste:

Erogazione di contributi economici ad integrazione del reddito a famiglie a reddito medio basso in affitto. La gestione del fondo è attua-

ta dai Comuni che in particolare svolgono le istruttorie, individuano le famiglie beneficiarie ed erogano i contributi.

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% 2000 2001 2002 2003 2004

Assegnazioni statali Fondi regionali Q.ta canoni Acer Risorse EE.LL.

1Famiglie con capofami-

glia con più di 65 anni. Il dato si riferisce ai percet- tori di contributo dei Comuni che hanno invia- to dati dettagliati alla Regione che nel 2002 sono stati 253 su 314 che hanno erogato contributi a valere sul fondo sociale per l’affitto, pari all’85% delle domande ammesse a contributo,

2Famiglie con capofami-

glia straniero. Il dato si riferisce ai percettori di contributo dei Comuni che hanno inviato dati dettagliati alla Regione che nel 2002 sono stati 253 su 314 che hanno ero- gato contributi a valere sul fondo sociale per l’af- fitto, pari all’85% delle domande ammesse a con- tributo,

3Quota % delle domande

di accesso al fondo sociale per l’affitto presentate sul totale delle famiglie in affitto (rilevate attraverso l’indagine Multiscopo- Istat). L’analisi delle fonti statistiche disponibili ci induce a ritenere che il numero delle domande di accesso al fondo costitui- sca una buona approssi- mazione della domanda potenziale (cfr report 2003).

4Quota % delle famiglie

assistite tramite fondo sociale per l’affitto sul totale delle domande di accesso. 2004 2003 2002 2001 2000 Indicatori: N° famiglie assistite 20.434 31.492 35.566 39.105 40.125 - di cui anziani1 n.d. 21,5% 19,6% n.d. n.d. - di cui stranieri2 n.d. 23,6% 28,8% n.d. n.d. Contributo medio 1.880 1.212 1.137 935 794 Grado di bisogno3 11,3% 13,1% n.d. n.d. Capacità di risposta4 87% 84% n.d. n.d. Fonte: Dg PTSM Provenienza 2000 2001 2002 2003 2004

Tabella 2: Fondo sociale per l'affitto: risorse impiegate

Assegnazioni statali 33.411.605 31.069.014 28.850.014 25.215.387 22.709.357

Fondi regionali 0 0 4.196.112 3.500.000 2.000.000

Q.ta canoni Acer 0 2.116.957 2.120.189 2.094.517 2.384.296

Risorse EE.LL. 5.011.741 4.977.896 5.274.949 5.757.110 4.781.233

Totale 38.423.346 38.163.867 40.441.264 36.567.014 31.874.886

Fonte: Dg PTSM

1.3 Criticità e prospettive di sviluppo

Il problema principale che emerge dall’esperienza dell’Emilia- Romagna è costituito dalle criticità che una funzione centralizzata di Valutazione e controllo strategico deve superare per affermare il pro- prio ruolo. Si tratta, infatti, di una esperienza ancora in corso, che può vantare alcune realizzazioni significative ma che ha anche dovuto affrontare una parziale ridefinizione delle proprie strategie.

Affrontiamo questi temi distinguendo i fattori di successo da quel- li maggiormente critici.

Un primo fattore di successo è da ricondurre alla capacità di colle- gare le analisi di valutazione agli obiettivi del Dpef e di altri strumenti di pianificazione (ad esempio, il Patto per lo sviluppo sottoscritto nel 2004 dalla Regione con le rappresentanze economico-sociali e gli enti locali). In questo modo si è avviato un processo dialettico tra gli atto- ri che presidiano il Dpef (ed in primis l’assessore alle finanze) e le direzioni che consente di collegare gli obiettivi del Dpef con quelli delle politiche di settore. In questo caso, ha ovviamente giocato a favore il fatto che il Dpef sia redatto materialmente dallo stesso Servizio e che per l’assessore di riferimento tale collegamento costi- tuisca in elemento rilevante per introdurre elementi di razionalità nelle decisioni di spesa.

Un secondo fattore di successo è costituito dalla costruzione di sistemi informativi in grado di trattare significative quantità di dati. Il terzo fattore di successo è costituito dalla qualità delle ricerche effet- tuate, grazie alla messa a punto di un approccio ben sostenuto sotto il profilo metodologico.

I fattori di debolezza sono invece costituiti dalla difficoltà di legit- timare la funzione come risposta alla domanda di valutazione da

Prospettiva Organizzazione e Processi 08 – Dare attuazione legge regionale 24\2001 09 – Certificare processi interni

05 – Favorire acquisto prime case

Prospettiva Finanziaria

07 – Incrementare investimenti privati per alloggi in locazione

06 - Valutare effetti politica dismissione patrimonio ERP 10 – Assicurare equità criteri definizione graduatorie 11 – Aumentare conoscenza contesto riferimento 12 – Migliorare comprensione bisogni e meccanismi risposta

Balanced Scorecard

Politiche Abitative

anche delle difficoltà da superare nelle relazioni con i Settori orizzon- tali con i quale sarebbe in teoria necessario integrare la strumentazio- ne di supporto; ne sono un esempio:

• le difficoltà di integrare i sistemi informativi a supporto del bilancio con quelli del controllo strategico;

• le difficoltà di integrare i processi di pianificazione strategica con quelli di programmazione operativa (attraverso i Piani di dire- zione).

In definitiva questa esperienza mostra come l’affermazione della funzione centralizzata di Valutazione e controllo strategico nelle Regioni costituisca a tutt’oggi un nodo problematico.

Non tanto per questioni di tipo tecnico-metodologico, come sem- brerebbe emergere da questo caso. Piuttosto a causa della complessità organizzativa e della forza che in queste istituzioni possono vantare le articolazioni di settore. Infatti, proprio gli aspetti che più hanno a che fare con le relazioni interorganizzative tra Servizio centrale e direzioni di settore hanno mostrato le maggior difficoltà: a) la rete dei control- ler (al di là della denominazione che enfatizza proprio connotazioni che invece dovrebbero essere limitate al massimo) non è stata costi- tuita; b) l’integrazione dei processi di scambio informativo e di alli- neamento degli strumenti presentano difficoltà significative.

FONTI

Intervista alla dott.ssa dott.ssa Giuseppina Felice, responsabile del Servizio Controllo Strategico e Statistica, 6 marzo 2007 Felice Giuseppina, “Dal controllo strategico al bilancio sociale delle politiche regionali. Il caso della Regione Emilia Romagna”, in corso di pubblicazione presso Isedi.

Regione Emilia-Romagna - Servizio Controllo Strategico, Report di controllo strategico sulle politiche abitative della Regione Emilia-Romagna, gennaio 2005.

Regione Emilia-Romagna – Servizio Controllo Strategico, “Progetto Compass. Linee operative per l’implementa- zione della funzione di controllo strategico nella Regione Emilia Romagna”, dicembre 2002.

2.1 Inquadramento del caso

2.1.1 La percezione del problema

La Regione Friuli – Venezia Giulia ha elaborato a partire dal 2004 una profonda modificazione della propria struttura organizzativa e degli strumenti direzionali. Quale segnale di forte discontinuità determinato dal cambio di presidenza, e dall’introduzione (unica realtà regionale italiana) di un direttore generale. Quest’ultimo fatto- re è da ritenere decisivo per spiegare la celerità e sistematicità del disegno in corso di attuazione, insieme alle dimensioni limitate del- l'apparato organizzativo rispetto alle altre regioni italiane.

Sotto il profilo dei contenuti, i cambiamenti apportati sono argo- mentati in ragione della complessità crescente del sistema economi- co-sociale e del sistema pubblico che rendono di scarsa utilità stru- menti di pianificazione di lungo periodo (ad esempio i piani di svi- luppo), poiché:

– “- impegnano molte persone ed energie e richiedono molto tempo;

– concentrano l’attenzione e la responsabilizzazione delle persone più sulla forma che sulla sostanza;

– il sistema di programmazione diventa una ‘sovrastruttura di tipo tecnocratico’ che non aiuta a migliorare il processo decisionale di allocazione delle risorse”.

Diversamente, si punta sulla pianificazione strategica perché appa- re un processo utile a perseguire meta-obiettivi quali:

a) adottare un approccio selezionato, per concentrarsi sulle decisioni rilevanti;

b) facilitare il convergere di tutti gli attori del ‘Sistema Regione’ verso alcuni obiettivi strategici condivisi e chiaramente esplicitati;

2.

Regione Friuli-Venezia Giulia: la

pianificazione strategica e gli