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8.2.7 Intervista alla segretaria dell’ARP 6

Scheda d’accompagnamento Data dell’intervista: 18.7.2018, 8.45-10.15

Luogo: Ufficio segreteria ARP 6 di Agno Nome: Bruna

Cognome: Narduzzi - Monti Data di nascita: 1954

Formazione: impiegata di commercio

Esperienze lavorative: In un primo momento ha gestito un piccolo negozio di articoli di

regalo. Poi ha lavorato come economa alla comunità Gabbiano per persone con tossicodipendenza (acquisti alimentari + gestione indennità ai ragazzi) ma dopo un po’ ha svolto anche il ruolo di “vice educatrice” (ha svolto delle brevi formazioni interne come educatrice). Essendo il lavoro impegnativo ha deciso di interromperlo per poter stare maggiormente vicino ai due figli durante l’adolescenza. In seguito ha ricominciato a lavorare alla casa della giovane come segretaria. Anche in questa esperienza si è prestata a seguire a livello educativo le ragazze ospitate che spesso presentavano difficoltà psicologiche. Da circa 40 anni fa la volontaria per la Croce Verde dove ha provato a lavorare per un breve periodo.

Anni di servizio come segretaria dell’ARP 6: 10 anni Come ha iniziato a fare il lavoro attuale:

Ha trovato il concorso e anche se conosceva poco delle allora commissioni tutorie si è candidata. Considerata la sua esperienza nel sociale e le sue caratteristiche personali è stata assunta.

Aspetti interessanti emersi durante l’intervista:

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L’ARP si avvale molto dell’aiuto dell’assistente sociale comunale, dove è presente, sia per gestire i casi che non necessitano una curatela sia per raccogliere informazioni sui casi da loro segnalati. Se in un Comune c’è un servizio sociale circa l’80% delle segnalazioni arrivano da loro.

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Se l’ARP ha bisogno di informazioni su di una persona si chiedono informazioni all’assistente sociale. Se la persona nn è nota al servizio sociale l’ARP non può chiedere il loro aiuto ma deve passare tramite il delegato Comunale.

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Non esistono al momento attuale delle prassi collaborative formali. La collaborazione è generalmente buona anche se a volte la divisione dei ruoli non è sempre chiara. Secondo l’ARP, dopo che l’assistente sociale ha passato il dossier al curatore dovrebbe riuscire a rimanere maggiormente staccato e non intervenire frequentemente nella relazione curatore-curatelato. Ci sono stati dei casi dove le segnalazioni degli assistenti sociali sui curatori sono state utili a ravvisare irregolarità.

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L’ARP informa tutti i potenziali curatori sui corsi di formazione ma non è un criterio fondamentale nella scelta di essi. I più importanti sono quelli che insegnano come gestire la relazione con il curatelato. LARP deve però controllare l’estratto del casellario giudiziale, l’estratto dell’ufficio esecuzione e fallimenti e un curriculum vitae aggiornato.

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I curatori sono lasciati a loro stessi ma l’ARP 6 si sforza molto di essere presente per essi

nel dare indicazioni sia a livello amministrativo, che relazionale e decisionale. Anche con essi a volte le difficoltà maggior sono far capire cosa comporta il mandato che hanno ricevuto. Spesso il curatore o fa troppo o ha paura di prendere una decisione. Per esempio se un curatelato fuggisse dal proprio domicilio senza avvisare nessuno e abbandonando il gatto, il curatore non dovrebbe curare il gatto, o portarselo a casa, ma dovrebbe organizzare la sua cura, per esempio portandolo al gattile. A volte i curatori hanno timore di prendere decisioni che potrebbero avere ripercussioni penali o, alternativamente si prendono troppo carico della situazione.

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Se è presente un assistete sociale al momento dell’istituzione di una curatela il curatore viene invitato a collaborare con esso ma non c’è un indicazione specifica nel mandato.

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A livello di miglioramenti attuabili per la collaborazione con i curatori si pensa sarebbe

d’aiuto creare una sorta di luogo di scambio di esperienze, in parallelo delle piccole formazioni gratuite che coinvolgono come ospiti assistenti sociali, avvocati dell’ARP, altri servizi. I curatori potrebbero contare maggiormente su di un sostegno reciproco, oltre che sull’ARP, un po’ come avviene per i curatori ufficiali che lavorano in equipe.

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Per quanto riguarda la collaborazione con gli assistenti sociali potrebbe essere utile avere un momento di conforto dove si mettono in discussione le rispettive aspettative sulle modalità di collaborazione e di intervento. L’ARP potrebbe cercare di spiegare come mai

ritiene che a volte gli assistenti sociali potrebbero sganciarsi maggiormente dall’utente dopo che gli viene assegnato un curatore.

Commenti generali relativi al punto di vista dell’intervistato:

La sig.ra Narduzzi ha risposto in maniera puntuale alle diverse domande portando diversi esempi a sostegno della propria descrizione della realtà attuale per quanto riguarda la collaborazione con gli assistenti sociali comunali e i curatori privati. I diversi anni di esperienza le hanno permesso di cogliere quali aspetti contino maggiormente al fine di mantenere dei buoni rapporti con gli assistenti sociali, nonostante alcune a volte emergano alcune minori difficoltà. La valutazione generale sulla collaborazione è generalmente positiva anche se può variare a seconda di chi sia l’assistente sociale o il curatore con il quale ci si relaziona. L’aspetto sul quale si potrebbe maggiormente lavorare per migliorare la collaborazione è quello delle aspettative reciproche non sempre congruenti tra ARP e assistenti sociali. Per quanto riguarda i curatori questi potrebbero beneficiare di un sostegno esterno rispetto a quello dato dall’ARP che potrebbe essere sotto forma di una rete tra i curatori stessi da loro organizzata e gestita.

Considerato l’impegno profuso all’interno dell’ARP dalla sig.ra Narduzzi, è possibile che la situazione presentata sia stata connotata, almeno in parte, in maniera più positiva rispetto alla realtà, nonostante tutte le risposte siano state ben motivate e non siano mancate alcune riflessioni rispetto ad alcune difficoltà riscontrate nella collaborazione sia con gli assistenti sociali che con i curatori.

Comunicazione non verbale:

La sig.ra Narduzzi era perfettamente padrona della situazione essendo l’intervista svolta nel suo ufficio, quindi un luogo a lei famigliare. Ha dato l’impressione di essere a suo agio e di esprimersi adeguatamente e senza eccessivi filtri, se non quello del rispetto della privacy dei curatori e dei curatelati.

Altre informazioni utili:

Se c’è una curatela di rappresentanza nella decisione ci deve essere scritto se c’è la limitazione dell’esercizio dei diritti civili (stipulare contratti, ecc.). Similmente deve essere espressamente scritto se si può intervenire sugli aspetti medici del curatelato. Senza questa indicazione il curatore non potrebbe essere informato degli aspetti medici del curatelato. Inoltre sulla decisione ci deve essere scritto se il curatore può o non può andare al domicilio del proprio pupillo.

Le curatele generali sono piuttosto rare perché quelle di rappresentanza con gestione dei beni possono essere fatte su misura e comprendere quasi tutto quello che comprende una misura di curatela generale. Anche nel caso della curatela generale devono essere seguite delle prassi aggiuntive per stabilire il diritto a esercitare il diritto di voto e quello di contrarre un matrimonio. Non sono aspetti automaticamente stabiliti.

Intervista

1) Nei Comuni facenti parte del circondario dell’ARP 6 di Agno sono presenti diversi

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