Terza parte - possibili miglioramenti
15) Quali possibili miglioramenti si potrebbero attuare per migliorare la collaborazione con i curatori privati?
Secondo me i curatori privati dovrebbero essere formati maggiormente. Ci sono dei moduli da frequentare così da essere più preparati rispetto ad alcune competenze che esulano da quelle legislative, amministrative, contabili, come saper relazionarsi con il curatelato. Il compito di un curatore è un lavoro delicato e dovrebbero essere maggiormente formati a riguardo e non tutti lo sono.
Inoltre penso che l’ARP dovrebbe accertarsi maggiormente se i nuovi curatori possiedono le competenze minime necessarie a svolgere il loro compito. Verificare il curriculm vitae di questi candidati.
Per esempio, mi è capitato di accorgermi per caso solo dopo diversi mesi che, dopo la dimissione di un curatore è l’entrata in materia di quello nuovo, quest’ultimo si fosse dimenticato di far adeguare dall’assistenza lo spillatico versato al proprio curatelato dal momento che non viveva più con un coinquilino. In quel caso mi sono domandata come fosse possibile che il curatore non se ne fosse accorto visto che aveva in mano tutta la contabilità e doveva pagare i conti mensilmente. In quell’occasione ho scritto all’ufficio dell’assistenza per notificare il cambiamento della situazione dell’utente ricevendo una loro risposta meravigliata nella quale mi hanno chiesto perché fossi io ad informarli e non il curatore. Purtroppo ne allora ne adesso ho una risposta, anzi non voglio neanche entrare in merito.
16) Quali possibili miglioramenti si potrebbero attuare per migliorare la collaborazione con l’ARP (es. membro permanente)?
In generale ci sarebbe bisogno di maggiori risorse per l’ARP. Non essere così oberati di lavoro e avere persone competenti. Se i curatori privati fossero più competenti l’ARP avrebbe un carico di lavoro minore e questo sarebbe meglio eseguito. Sono questi i due punti che ritengo più importanti. Avere personale ben formate e curatori con un certo profilo, visto che recentemente vediamo un po’ di tutto da parte dei curatori.
17) Ci sono altre considerazioni o riflessioni rispetto ai temi affrontati nell’intervista?
No, ho già detto tutto quello che volevo esprimere.
8.2.3 Intervista alla curatrice n°1
Scheda d’accompagnamento Data dell’intervista: 9.7.2018, 10-11.30
Luogo: casa della curatrice, Caslano Nome:*
Cognome: *
Data di nascita: 1963
Formazione: ACSI, architetta d’interni, stage di giornalismo Teletex.
Lavoro attuale: ISS, facility service 70% (PWC ricezione 35% / LAC MASI 35%) Anni di servizio come curatore: 4/5 anni
Come ha iniziato a fare la curatrice: diversi conoscenti le hanno consigliato, considerate la
sue capacità, di proporsi come curatrice. Dopo aver fatto un primo incontro con l`ARP ha lasciato perdere per un po’ e poi, sotto consiglio di una conoscente che fa l’avvocato, si è nuovamente proposta ed è quindi stata contattata per ricevere la prima curatela.
N° di curatele attuali: 3
Tipo di curatele: tutte di rappresentanza con amministrazione dei beni. Aspetti interessanti emersi durante l’intervista:
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La collaborazione con l’assistente sociale è cruciale per la buona riuscita della curatela. È il vero punto di riferimento del curatore per gli aspetti amministrativi ma sopratutto per quelli relazionali.-
C’è consapevolezza che l’assistente sociale è oberato di lavoro quindi si cerca di non essere troppo invadenti con le richieste di aiuto.-
Non era a conoscenza dei corsi di formazione per i curatori.-
Ha condiviso il sentimento di essere lasciata a se stessa dopo la nomina da parte dell’ARP.-
La collaborazione con l’assistente sociale è stata piuttosto automatica perché “l’assistente sociale o era già coinvolto o semplicemente non c’era.”-
La curatrice ha contatti regolari anche con la famiglia del curatelato e, a seconda del caso, anche con la rete (medici, infermieri ,ecc.).-
Prevale il sentimento di fare di più di quello che la nomina richiede (aspetto anche umano di accompagnamento in altri aspetti della vita del curatelato, essere un punto di riferimento) perché sono persone in difficoltà.-
Sarebbe gradita la possibilità di un confronto tra curatori, magari anche accompagnato da formazioni specifiche per loro, considerato l’aspetto di volontariato del ruolo da curatore.-
La collaborazione con l’assistente sociale è ottima sotto tutti gli aspetti. Solo a volte hapoca disponibilità perché è oberata di lavoro.
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Separare gli aspetti della curatela dalla vita privata può risultare difficile.-
L’aspetto più importate del ruolo del curatore è gestire bene le finanze ma sapere gestire bene anche l’aspetto umano. Bisogna accettare che a volte non si comprende esattamente cosa capiti al curatelato (aspetti psicologici, ecc.).-
Con l’ARP le difficoltà maggiori sono dovute alla mole di lavoro che impedisce loro di essere più celeri o presenti nel sostenere i curatori. Il punto di riferimento è l’assistete sociale.-
Le ore per amministrare le curatele sono spesso limitate. Se ci sono degli imprevisti o la volontà di essere più presente per il curatelato è difficile farlo perché si va oltre al mandato.-
I miglioramenti auspicati per la collaborazione con l’assistente sociale sarebbero di poter accedere ad una formazione e sentire che l’appoggiarsi all’assistente sociale sia riconosciuto e valorizzato anche dall’ARP.-
Con l’ARP si vorrebbe poter ricevere un maggiore riconoscimento dell’impegno umano e non solo delle competenze amministrative. Manca un po’ di sensibilità in quell’ambito.Commenti generali relativi al punto di vista dell’intervistato:
La curatrice ha portato un quadro generale dal quale risulta chiara una collaborazione molto proficua con l’assistente sociale comunale e una più difficoltosa con l’ARP. Non solo l’assistente sociale è colei che ha “suggerito” l’abbinamento tra curatelato e curatore ma è anche la vera figura che fornisce sostegno pratico alla curatrice nella presa a carico del curatelato. È molto presente con incontri o comunicazioni puntuali ed è colei che si fa carico dell’organizzazione del lavoro di rete per l’utente. Il punto di vista è quindi molto a favore della collaborazione con l’assistente sociale e meno rispetto a quella con l’ARP. Non ci sono portati esempi negativi di collaborazione con l’assistente sociale. È interessante che la curatrice non sapeva dell’esistenza dei corsi di formazione per i curatori e che era desiderosa di frequentarli. Ha sottolineato la necessità di essere in relazione in una maniera positiva con il curatelato, aspetto piuttosto difficile e che a volte necessità di riflessione autocritica e di capacità di rimanere fermi sulle proprie posizioni. Considera che il ruolo del curatore, pur essendo su base volontaria, necessiterebbe di sostegni adeguati affinché i curatori possano espletare le proprie mansioni con più strumenti (di competenze amministrative e relazionali) di quelli attuali, almeno rispetto a quanto vissuto personalmente nella sua esperienza di curatrice.
Comunicazione non verbale:
La curatrice mi ha accolto a casa sua e mi ha chiesto di darle del tu. Molto aperta e disponibile non ha avuto problemi a farsi registrare dimostrando anche a livello non verbale di sentirsi piuttosto a suo agio. Contenta di potermi aiutare rispetto a questo tema che a volte la interroga e fa emergere domande rispetto al suo ruolo di curatrice privata.
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Intervista
Prima parte - valutazione situazione attuale
1) Diversi comuni del Canton Ticino, tra cui circa la metà di quelli facenti parte del