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Più che altro l'assistente sociale è veramente sommerso di lavoro. Ha un carico di lavoro tale che non può dedicarti il tempo che lei stessa vorrebbe. Questo penso che sia l'unico nodo. Questa è quello che vedo io. A volte chiamo e sento che è impegnatissima quindi chiedo di farmi sapere quando ha tempo. Questo però non è colpa dell'assistente sociale ma della grande mole di lavoro che deve svolgere.

Vede qualche altro limite o difficoltà? No.

14) Come valuterebbe la collaborazione con l’ARP rispetto a questi elementi su di una scala da 1 a 7 (1 = inesistente, 3 = scarsa, 5 = discreta, 7 = eccellente)? Può portare degli esempi a favore della sua risposta?

Passaggio di informazioni

Quattro, leggermente scarso. Capisco che anche loro sono molto oberati dal lavoro. Quelle volte che sono andata nel loro ufficio ad Agno ho visto com'erano sommersi da materiale, telefonate e così via. C'è anche da dire che ho aspettato diversi anni prima di ricevere la prima curatela. Mi ero presentata una prima volta ma non mi hanno mai richiamata. Dopo alcuni anni mi sono ripresentata a diverse ARP la prima ha chiamarmi è stata quella di Agno dandomi un caso e per fortuna che c’era l’assistente sociale. L’ARP di Lugano mi ha chiamato solo dopo quattro anni. È stata una situazione strana in cui non era presente la figura dell’assistente sociale e c’è stata un po' di confusione: ho iniziato con un delegato e poi, senza nessuna comunicazione da parte dell’ARP, mi ritrovo con un altro delegato che non conosceva il caso. Inoltre mi erano state nascoste delle informazioni sulle condizioni reali della persona di cui mi sarei occupata. In seguito ho capito che diversi curatori con più esperienza di me non avevano accettato perché avevano capito benissimo le difficoltà del caso. Tutti mi avevano detto che seguire una persona anziana era la curatela più semplice invece è stato un delirio!

Ha avuto l’impressione che l’ARP le abbia celato delle informazioni in un primo momento? Io ho avuto questa sensazione. Le condizioni cliniche della persona non mi sono state dette così come non sono stati completamente onesti nell’informarmi sulla mole di lavoro richiesta. Quando ho accettato è saltato fuori che c'era da occuparsi dell'appartamento da svuotare, eccetera… diciamo che molto ingenuamente ho accettato il caso e a quel punto non mi sono tirata indietro. Finalmente, da un paio di mesi, tutto è sistemato. Però tutto l'accompagnamento fino alla normalizzazione della situazione è durato due anni circa ed è stato piuttosto devastante. Prima di accettare una nuova curatela, aspetto che arrivi a una certa conclusione quella appena avviata perché non sai mai cosa può succedere. Sempre rispetto al caso precedente, con il nuovo delegato ho potuto lavorare in maniera migliore, ho avuto più collaborazione malgrado fosse spesso impegnata. Il servizio dell’ARP è utile ma sembra sempre un po' che manchi il tempo e che si venga un po’ abbandonati a sé stessi e che bisogna arrangiarsi.

Definizione dei ruoli e responsabilità

È un po' nebulosa. È vero che è tutto chiaro nel mandato ma… alla fine con l’ARP collaboro poco in realtà perché la mia persona di riferimento è l'assistente sociale. Dove non c'era l'assistente sociale ho collaborato con il delegato dell’ARP però mi sono sentita un po’ abbandonata e ho dovuto veramente arrangiarmi da sola. È chiaro quello che devo fare ma se ho bisogno di informazioni extra non sempre le ottengo con l’ARP. Questo non succede con l'assistente sociale. A volte non capisco neanche bene cosa facciano esattamente all’ARP. Si fanno degli incontri nel quale si decide il curatore il mandato e dove magari si è in sette o otto persone ma poi alla fine ti trovi da solo con il curatelato. Se sei fortunata c'è l'assistente sociale se no…Immagino poi che con l’esperienza queste cose vadano più lisce, però all’inizio, neanche si preoccupano tanto di sapere come stai lavorando. È vero che bisogna presentare un rendiconto annuale quindi non si può scappare da un certo controllo però mi sembra tutto un po’ vago, anche come vengono scelti i curatori mi fa riflettere. Con quali criteri scelgono?

Concertazione degli interventi d’autorità per l’utente

Mi è successo di rifiutare due curatele. Una perché avevo appena iniziato con la signora anziana a Lugano e, dopo aver visitato la persona propostami con un’assistente sociale che la seguiva, ho ritenuto il caso troppo complesso per me anche perché la persona non voleva una curatrice. Per fortuna ho rifiutato quella curatela perché allora non ero ancora in chiaro sull'entità di lavoro che mi avrebbe richiesto il caso già in corso. Inoltre la persona che avevo visitato proprio non mi piaceva. Ritengo che sia importante che ad un primo impatto il curatelato mi piaccia altrimenti mi vedo male a lavorare con quella persona. Credo che sia un aspetto umano visto che non devo farlo per forza quindi posso scegliere con chi lavorare. L’altro caso era un curatelato che mi aveva proposto l’assistente sociale e che è stata poi lei stessa a decidere di non affidarmelo perché poteva essere pericoloso per me. In questo caso l’ARP insisteva un po’ affinché accettassi il caso dicendo che il curatelato era un bravo ragazzo ma io ho preferito fidarmi dell’assistente sociale. Lei ha ritenuto che il curatelato, avendo a volte degli sbalzi in cui diviene violento, potesse essere un pericolo per me considerando anche il fatto che viviamo nello stesso paese. Alla fine è stato proposto un uomo che viveva altrove. Questa attenzione dell'assistente sociale mi rincuora perché mi fa capire che quando mi propone qualcuno lo fa perché lo ritiene adatto a me.

In aggiunta, recentemente un curatelato che seguo non ha accettato una mia decisione e ha scritto direttamente all’ARP che successivamente mi ha mandato copia della lettera chiedendomi di esprimermi entro 30 giorni. Ho prontamente risposto e in seguito è arrivata la convocazione per tutti e due. Quello che mi ha un po’ sorpreso è che l’ARP non mi abbia contattata personalmente. Ho riflettuto che magari sarebbe stato meglio un incontro tra me e l’ARP perché ci sono delle cose che non mi va di dire davanti al curatelato e così avrei potuto spiegare perché siamo arrivati a questo punto. Mi è sembrata un po' poco attiva l’ARP considerando anche che non ha avvertito l'assistente sociale, cosa che ho fatto io. Io mi sentirei meglio se ci fosse anche lei all'incontro perché sa esattamente come lavoro con questo curatelato. Non abbiamo ancora svolto l’incontro in ARP e recentemente il curatelato ha ricominciato a scrivermi e a farmi delle richieste quindi è possibile che la cosa scemi. A volte penso che nonostante tu lavori bene, l'assistente sociale sia contenta così come gli altri servizi perché finalmente c'è una rete che funziona, può succedere che il curatelato non ti vuole più e io sono l'unica persona che lui può dire di non volere più. Mi sono detta che non devo prenderlo sul personale e se il curatelato vuole cambiare curatore che lo richieda pure. Valuterei la concertazione degli interventi d’autorità come scarso, darei un tre.

15) Rispetto al tempo stabilito dall’ARP per svolgere gli incarichi stabiliti nella sua

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